Andrea Zanotti's Blog: InfinitiMondi, page 8
August 4, 2021
Recensione: L'avvento di Karsas di Carmelo Caruso [Rating 6] - recensione a cura di Peg Fly
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Opera: L’avvento di Kansas
Autore: Carmelo Caruso
Genere: Fantasy
Editore: Cavinato Editore
Target: Young/adult
Prezzo: Euro 15
Rating: 6
Sinossi:
Nel piccolo e unico continente di Asthar giacciono nascosti tre monili, ognuno dei quali dona il potere di accedere ad un diverso piano d’esistenza. Il piano dei morti, il piano degli elementari e quello degli dei.
Karsas figlio semidivino di Mirtul, dio della morte, grazie al monile degli elementari e quello degli dei, vuole acquisire una potenza incommensurabile per un semidio arrivando a condurre il suo culto a livelli superiori rispetto a qualsiasi altra religione.
Nei rituali e in alcuni incantesimi descritti è chiaramente presente uno spunto alla tradizione magica cerimoniale, tramandata nei secoli dai più grandi maghi europei grazie ai loro Grimories.
L’età cui è adatto questo libro è dai quattordici in avanti, sono numerose le scene di battaglie cruente, il sangue sgorga copioso e non mancano situazioni per qualcuno parecchio disturbanti.
Un’opera molto ricca e lunga per essere un debutto. Molti i luoghi, i personaggi, le situazioni e gli scontri, perché il mondo in questione è minacciato da un futuro di nero dominio nel quale anche gli dei temono il proprio fato.
Questo romanzo è rivolto a chi vuole riportare il Fantasy al suo stato di alta rilevanza nella narrativa italiana, nel quale i draghi non hanno le ali ricoperte da soffici piume, i maghi non sfoggiano tatuaggi tribali e le guerriere ignorano l’esistenza di rimmel e fondotinta.
Recensione:
Eccoci qua a parlare dell’ultimo libro fantasy di Carmelo Caruso, un autore piuttosto volitivo, ma che scrive fantasy abbastanza fuori dal comune.
Nel piccolo e unico continente chiamato Asthar di un omonimo pianeta che da millenni orbita tra soli sconosciuti e galassie indefinite, i quattro custodi elementari avrebbero dovuto celebrare un rito sul vulcano Oryor. Nel testo si evince il riferimento alle cerimonie magiche tribali in uso in molte tribù.
Sacrifici con vergini, lotte intestine e quant’altro c’è di più oscuro e malefico in un essere diabolico, il quale si aiuta a formule magiche estrapolate dal suo libro nero. Un arcimago non morto (tipo zombie) spietato e senza scrupoli. Gnomi ingordi e golosi di cibi dolci. Poi abbiamo Fergan il cacciatore, che custodisce uno dei monili, e vive nel paese di Robolin nel regno di Ruach, essenziale affinché il destino si compia.
Qualche incongruenza (I monili sono tre o quattro? Perché a pag. 9 del prologo c’è scritto che i monili sono quattro).
Poi abbiamo il capitolo dedicato all’Antropomanzia sacrilega, dove alcuni dei personaggi comunicano telepaticamente. Anche se l’unico modo per trovare il monile degli dei, è fare un’antropomanzia a colui che conosce tutto... (Antropomanzia: “l’apprendimento della conoscenza e della rivelazione attraverso lo studio delle interiora di animali o esseri umani” – questa è la definizione che ho dato in maniera semplice al termine) Infatti, Amaymon apre l’addome di Gomen dalla gola al bacino per studiarne le interiora.
Leggendo il testo, sinceramente avrei rivisto alcuni passaggi, la cui consecutio temporum avrebbe avuto bisogno di essere corretta. A parte queste digressioni, le ambientazioni e gli scenari fantasy dove si muovono i personaggi sono ben descritte.
I pov dei personaggi sono meno convincenti, alcuni, invero, li ho trovati piatti, senza spessore e privi di obiettivi durante il corso della narrazione.
Direi, comunque, che la fantasia dell’autore è molto fervida, questo lo ha aiutato a scrivere una storia abbastanza originale, che tuttavia non mi ha fatto fare i salti mortali.
Ho apprezzato quei passaggi divertenti che spezzano quelli brutali, (gnomi golosi) altrimenti sarebbe stato davvero difficile per la sottoscritta assegnare un voto sufficiente.
Il romanzo, direi si avvicina più a un horror che a un fantasy, eccetto per alcuni elementi caratteristici della narrativa fantastica, come draghi ed eroi ecc. Può essere letto con animo leggero, senza grandi pretese.
Voto: sei
July 13, 2021
Recensione: Le notti di Salem di Stephen King
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Sinossi:
Una casa abbandonata, un paesino sperduto, vampiri assetati di sangue. Quando il giovane Stephen King decise di trapiantare Bram Stoker nel New England sapeva che la sua idea, nonostante le apparenze, era buona, ma forse neanche la sua fervida immaginazione avrebbe saputo dire quanto. Era il 1975 e, da allora, il racconto dell'avvento del Male a Jerusalem's Lot, meglio conosciuta come 'salem's Lot, non ha mai cessato di terrorizzare milioni di lettori, consacrando il suo autore come maestro dell'horror. Questo piccolo classico contemporaneo viene ora riproposto in un'edizione illustrata arricchita da una nuova introduzione, due racconti e un sostanzioso apparato che raccoglie le pagine eliminate nella stesura finale.
Recensione:
Oggi vi parlo di un romanzo di Stephen King che mi è sempre sfuggito, per svariati motivi ed in modo incomprensibile.
È tempo di porre rimedio alla lacuna.
Si tratta di Le Notti di Salem. Ho deciso infine di leggerlo in onore a Padre Donald Frank Callahan, personaggio che ho scoperto nella splendida Saga della Torre Nera e che ha tratto origine proprio da Le Notti di Salem. Ebbene, credevo, mio malgrado, ricoprisse ben altro ruolo in quest’opera, invece devo ammettere di aver scoperto che la sua figura è a dir poco defilata, qualcuno potrebbe addirittura dire insipida.
Peccato perché nel mio personale immaginario il prelato aveva tutt’altro carisma, o almeno così mi pareva di ricordarlo dalla Saga della Torre, letta oramai parecchi anni orsono. Ad ogni modo ammetto che Callahan mi ha influenzato in vari personaggio dei miei lavoretti, non ultimo quel Jerico Lee di Inno Cannibale, che mi pare possieda attributi più consistenti dell’archetipo dal quale ha tratto origine. Detto questo, Le Notti di Salem risulta di certo un romanzo godibile, anche se a mio avviso risente degli anni che si porta sul groppone e dell’overdose di vampiri alla quale siamo stati soggetti nel corso di questi lustri. Parere assolutamente personale e che stride con quanto affermato in postfazione dallo stesso autore che lo annovera fra i suoi preferiti.
Posso immaginare che qualche rilevanza l’abbia anche il fatto che quest’opera è stata una dei suoi primi best seller. Ad ogni modo King è sempre il Re, indiscusso macinatore di pagine, capace di far rivivere con una nitidezza inquietante un intero paese della periferia americana in ogni suo particolare, arrivando a far sentire il lettore come uno degli abitanti di Salem’s Lot.
La naturalezza con la quale l’autore riesce a ricreare usi, vizi e scheletri nell’armadio (in tutti i sensi), degli abitanti della ridente cittadina ha del sovrannaturale. La sua capacità d’osservazione si volge nel ricreare un ambiente pulsante, vivido e per questo capace di coinvolgere appieno il lettore. Il tutto senza mai far venire a noia la vita quotidiana delle persone, anzi facendoci addentrare nella realtà di “provincia” a stelle e strisce fino a sconvolgerla e a farci assistere allo sfascio di quanto così brillantemente edificato.
Insomma, forse non una delle sue opere più “profonde” ma di certo ottimo da leggere sotto l’ombrellone!
July 11, 2021
Recensione: Eternal War - Gli Eserciti dei Santi di Livio Gambarini [Rating 7,5] - recensione a cura di Andrea Zanotti
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Opera: Gli Eserciti dei Santi
Saga: Eternal War (cofanetto)
Autore: Livio Gambarini
Editore: Acheron Books
Genere: fantasy, storico, weird
Rating: 7,5
Formato: ebook E 3,99 - cartaceo E 11,40
Sinossi:
Firenze, tredicesimo secolo. La guerra tra Guelfi e Ghibellini distrugge intere famiglie. Tutta la Toscana è sconvolta, ma le due fazioni non sanno che la loro guerra è solo il pallido riflesso di uno scontro che dura da secoli tra i misteriosi abitanti delle lande dello Spirito.
Con ogni mezzo a sua disposizione, Kabal, spirito guida della famiglia Cavalcanti, trama per non soccombere e conquistare il potere. Ha un asso nella manica: il suo nuovo capofamiglia umano, il guerriero e poeta Guido Cavalcanti. Per salvare la sua città e coronare il suo sogno d'amore, Guido dovrà inseguire il miraggio di una pace impossibile, e in questo lo aiuterà un giovane e timidissimo poeta, di nome Dante Alighieri...
Guerra, tradimenti, intrighi e magia in perfetto equilibrio tra la ricostruzione storica e il fascino di ciò che si cela dietro le quinte dell'umanità, con la cornice fiorentina della Divina Commedia!
Recensione:
Oggi torno a occuparmi di un romanzo edito da Acheron Books. Un editore che si è confermato nel tempo una garanzia di qualità e originalità. Sino ad oggi non sono mai rimasto deluso da alcuno dei numerosi loro romanzi che mi sono pappato. Vediamo come se la caverà questo Eternal War di Livio Gambarini.
L’ambientazione promette bene.
Non si ha spesso l’occasione di immergersi nella Firenze del XIII secolo, in pieno conflitto fra Guelfi e Ghibellini, e di certo non facendolo su due piani ben distinti, ossia quello della Materia e quello dello Spirito. Non fraintendetemi, non mi riferisco ai due schieramenti, vicini l’uno al Papato quanto l’altro all’Imperatore, ma su due piani dell’esistenza ben distinti. In questo sta l’originalità vera del romanzo che, aperta parentesi, è il primo volume di una quadrilogia (qui c’è l’offerta dell’editore per accaparrarvela tutta d’un colpo).
L’autore mostra di aver appreso molto bene l’esempio di Sanderson nelle sue Cronache della Folgoluce, con i vari spren, gli spiritelli appartenenti ai diversi oggetti/sentimenti, anche se a ben vedere, come spesso accade nulla si crea e nulla si distrugge, tutto si trasforma, e quindi possiamo andare a risalire alla tradizione teosofica delle forme pensiero di Annie Besant, o di mille altre tradizioni mistico/filosofiche. Insomma, senza andare a perderci nei meandri oscuri delle vie iniziatiche, ciò che conta è che il Gambarini ha avuto la brillante idea, e l’audacia, di portare avanti il proprio testo sui due piani, arricchendo le vicende della Firenze rinascimentale con quelle parallele nella realtà non-ordinaria, quella invisibile agli uomini non dotati del terzo occhio. E lo ha fatto creando un conglomerato di spiriti protettori, defunti, serpenti regoli, santi e gerarchie celesti varie, e relativi modus operandi, del tutto godibile e affascinante. Potremo così seguire i tentativi da parte di questi esseri "sottili", non sempre fruttuosi, di influenzare i loro prescelti nel piano della materia. Seguiremo le faide che coinvolgono anche queste “intelligenze” e che si riverberano amplificando il caos nel nostro mondo. Insomma, non ci sarà da annoiarsi.
Un romanzo ben fatto, ben congeniato e ben eseguito con una prosa di qualità, costante e priva di svarioni. Unica nota leggermente stonata, a mio parere, è una certa lentezza nel ritmo al centro dell'opera, quasi l’autore abbia deciso di prendersela comoda, avendo innanzi altri tre volumi. A parte questa sensazione, del tutto personale, non posso che consigliarvi la lettura di una storia piacevolissima che invoglia a seguire le vicende di Giudo Cavalcanti, guerriero e poeta, dotato di una “doppia anima” e del suo protettore Kaballicante.
Voto 7,5.
July 6, 2021
Disfida nr. 142: Incubi grotteschi di esiliati sognatori di Antonio Pilato VS Thomas Ligotti
Titolo: Incubi grotteschi di esiliati sognatori
Autore: Antonio Pilato
Editore: Mario Vallone Editore
Formato: Cartaceo
Genere: Weird
Prezzo: 10,00 €
Sinossi: Le menti più normali penseranno sicuramente che la mia codardia sia in grado di superare i misteri delle oscure volte celesti che occupano latenti l’infinito cosmo, ma è quando si acquisisce il temporaneo coraggio di sbirciare al di là dell’universo che tutto diviene inevitabilmente follia.
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Note/commenti/finalità dell’Autore: “Sai cosa avviene quando leggi un racconto dell’incubo e poi scopri che il vero incubo è la realtà da cui ti risvegli? L’allegoria della vita è davvero bizzarra in questo fagocitante eterno ritorno, dove realtà e fantasia, verità e finzione, scienza e fede,… non sono altro che i dicotomici prolungamenti della stessa e unica realtà.”
Biografia autore: Antonio Pilato (Ravenna, 11 Marzo 1990) è uno psicopedagogista e scrittore italiano.
Fin da bambino si appassiona alla letteratura dell’orrore, leggendo in casa e a scuola i romanzi brevi della serie Piccoli brividi di R. L. Stine.
Terminati gli studi liceali, s’iscrive all’Università di Bologna, laureandosi in Scienze del Comportamento e delle Relazioni Sociali nel 2013, e in Psicologia delle Organizzazioni e dei Servizi nel 2015. Nel frattempo, inizia a conoscere più da vicino la prosa di S. King, leggendo diversi romanzi e alcune raccolte di racconti.
Dal 2016 la sua visione della letteratura si allarga ad altri autori, primi fra tutti H. P. Lovecraft e T. Ligotti, i quali influenzeranno non poco i suoi pensieri e il suo immaginario, portandolo a laurearsi una terza volta nel 2018, questa volta in Pedagogia, e a dedicare la sua tesi di laurea proprio al tema dell’infanzia insita nei contesti della letteratura dell’orrore.
Dal 2018 inizia a scrivere, preso da una forte ispirazione innata e arcana, una serie di racconti di genere weird che traggono ispirazione, oltre che dai suddetti scrittori, anche dalla penna di molti altri autori, come E. A. Poe, A. Christie, C. A. Smith, R. W. Chambers, E. S. Gardner e H. Murakami.
Nel 2020 pubblica la sua prima raccolta di racconti, intitolata “Incubi grotteschi di esiliati sognatori”.
Incipit: Qui sono racchiuse storie assurde, dove pazzi di dimore decadenti volgono le proprie anime alla ricerca di verità miserabili; qui sono contenute vicende aberranti, dove reietti di società inique compiono velatamente sperimentazioni grottesche; qui sono accolti fatti bizzarri, dove studiosi di teorie impazzite si prodigano in elucubrazioni esistenziali.
BIG da sfidare:
Thomas Ligotti - La Cospirazione contro la razza umana
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Contatti autore:
Instagram: https://www.instagram.com/i_racconti_di_antonio/
Facebook: https://www.facebook.com/antonio.pilato.16/
E-mail: a.pilato.psy@gmail.com
Andrea Zanotti
July 4, 2021
Recensione: La voce del puparo di Matteo Marchisio [Rating 7] - recensione a cura di Peg Fly
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Opera: La voce del puparo
Autore: Matteo Marchisio
Editore: Pubblicazione indipendente
Genere: Storico/Avventura
Rating: 7
Formato: ebook E 1,49
Sinossi:
Torino, 1901. Le voci parlano di un disertore piemontese fidanzato con la figlia del grande Kruger, presidente dello stato boero. Che siano vere?
Un grattacapo per il sottosegretario Jung. Bisogna indagare e di corsa. Ma il viaggio verso il Sudafrica è un’odissea a cui pochi sopravvivono. Fortuna sua, è rientrato dal Siam l’agente perfetto: spietato, determinato ma soprattutto disperato. Bisognerà tenere duro per uscire dal Transvaal vivi e con un po’ di verità tra le mani.
Recensione:
Ho amato fin dalle prime righe questo romanzo breve, che incuriosisce dall’inizio alla fine. Gli intrighi politici sono ben descritti e riportati nella verosimiglianza di fatti avvenuti realmente durante la seconda Guerra boera. Un bel ripasso di storia, non c’è che dire, perché il romanzo, oltre a essere piacevole alla lettura, insegna che non bisognerebbe mai dimenticare il passato, soprattutto i conflitti.
Matteo Marchisio, che si è già distinto per altre ed eccellenti storie di fantascienza e con la saga di Rieke Hatefield, con “La voce del puparo”, ci regala un romanzo dove l’azione la fa da padrona, condito, poi, dalle eccellenti descrizioni di ambienti storici e con minuzia di particolari davvero chiari. Nemmeno uno storico sarebbe riuscito a fare di meglio.
Salta subito agli occhi la descrizione del carattere e rimane impressa al lettore, la figura della giovane Antonietta, una vera ribelle come suo padre, il benestante Leone Valsava, che non gode di ottima salute.
L’aspirazione della ragazza è quella di intraprendere la professione di giornalista.
Il destino di Antonietta si incrocia con quello di “Camillus”, giovane che nasconde molti misteri. Camillus, infatti, è stato mandato in missione in un paese molto distante dal suo, e con il quale riesce a comunicare grazie all’ingegnosa invenzione di suo padre: “Le macchine elettroparlanti”.
Nel romanzo vi sono riportate vicende sempre attuali, come ad esempio la violenza sulle donne (l’arresto di Bartolomeo Martinengo, uomo spietato e crudele, per aver picchiato a sangue la moglie fino a provocarle un aneurisma), e scarcerato dopo aver accettato una missione importante in Transvaal, in Sudafrica, per accertarsi sulla vicenda di un disertore piemontese, fidanzato con la figlia del presidente dello stato boero.
Qui la lotta per la sopravvivenza si fa spietata, e i protagonisti non si risparmiano nessun colpo basso.
Direi che i punti di forza ci sono tutti, anche se in qualche passaggio descrittivo e storico ho fatto più fatica a seguirne l’intreccio, probabilmente per il linguaggio stilistico articolato adottato dall’autore.
In alcuni periodi, più che altro quasi alla metà e fine del libro, il lettore si perde nell’incalzare delle vicende, descritte in maniera meno comprensibile dell’incipit.
L’autore è stato molto bravo a esporre con minuzia di particolari l’ambientazione storica, e tutto ciò che riguarda questo periodo: (oggetti, battelli, armi, abiti, acconciature ecc...), ma che a un certo punto ho fatto fatica a star dietro loro, non riuscendo a concepirli con la fantasia.
Tuttavia, il concetto psicologico del puparo è veramente brillante; un uomo che riesce a muovere i fili degli altri come un vero maestro dell’arte del burattinaio, abile e arguto in ogni suo movimento ben studiato per guidare a suo piacimento gli esseri umani e al quale interessa solo raggiungere la propria meta.
Questa parte l’ho trovata intensa e approfondita, come se l’autore conoscesse a meraviglia l’essenza di cosa si nasconde in ogni animo.
Una storia che consiglio di leggere e, con la quale, l’autore ci pone davanti un dilemma su cui l’essere umano dovrebbe sempre riflettere, su cosa accade attorno a noi, come se ogni volta fosse costantemente la prima volta. In altre parole: meditate gente, meditate...
Voto: sette
Peg FlyJune 30, 2021
Recensione: Il corpo e il sangue di Eymerich di Valerio Evangelisti
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Sinossi:
Il corpo e il sangue di Eymerich, pubblicato originariamente nel 1996, è il secondo romanzo scritto da Evangelisti e incentrato sull'inquietante personaggio del frate domenicano, la cui figura è basata su quella di un celebre inquisitore realmente esistito nel Trecento.
Eymerich viene chiamato a Castres, nella Francia meridionale, per combattere una setta di "vampiri" che terrorizza gli abitanti della zona disseminando le campagne di cadaveri dissanguati. Circondato da un alone di malvagità e terrore senza precedenti, Eymerich mostra tutta la sua spietatezza e non esita a massacrare centinaia di persone pur di debellare l'eresia. Ma seicento anni più tardi un gruppo di modernissimi "untori" sembra voler resuscitare le gesta di quei folli devoti, diffondendo epidemie che conducono a una morte atroce causata dallo scoppio delle vene...
Recensione:
Oggi torno a occuparmi mi uno dei miei autori italiani prediletti e lo faccio recensendo uno dei capitoli della saga dell’Inquisitore Eymerich: “Il corpo e il sangue di Eymerich” di Valerio Evangelisti. Si tratta di una saga che seguo da tempo, la cui lettura ho deciso di centellinare e dilazionare nel tempo, quando più ne sento voglia. Aggiungo che, fra gli scritti dell’autore bolognese, non è l’epopea dell’Inquisitore quella che prediligo, ma ugualmente neppure questa mi ha mai deluso, almeno sino ad oggi. Già, perché in questo capitolo è decisamente mancato qualcosa. Intendiamoci, leggere le storie partorite da Evangelisti è sempre e comunque un piacere, ma questa è priva di quel valore aggiunto capace di elevare l’autore a livello dei grandi maestri del fantastico, almeno a mio parere.
Non mi soffermerò più a lungo del necessario sulla constatazione stupefacente che sembra collegare le miei letture in modi che possono solo all’apparenza risultare casuali, ma che devono esser pilotati da intelligenze a me inconoscibili. Di che parlo? Beh, chi mi segue sa che in questi ultimi mesi mi sono appassionato di vangeli apocrifi e gnosticismo, quindi è stata una piacevole sorpresa ritrovami fra le pagine di Evangelisti il nome di Ialdabaoth, il demiurgo di molte sette gnostiche cristiane, raffigurato con testa di leone e corpo di drago detto anche Grande Arconte e Arrogante ed identificato nello Yahweh biblico. Ialdabaoth figura nel romanzo in qualità di divinità prediletta dagli Ofiti, i veneratori del Serpente corruttore di Adamo ed Eva, ritenuto elargitore agli uomini della conoscenza del Bene e del Male preclusa dal Dio del Vecchio Testamento. Certo, mi direte, è del tutto naturale visto che il nostro buon Eymerich è un Inquisitore che dedica anima e corpo allo sradicamento delle eresie, gnostiche incluse, ma è una bella coincidenza visto che la saga comprende una quindicina di romanzi. Proprio ora mi è capitato quello dedicato a questa setta.
Ad ogni modo, tralasciando queste congetture del tutto inutili ai fini della recensione, vi parlavo di qualche piccolo problemino a livello di godibilità del prodotto. Sono due in particolare: anzitutto l’assenza del soprannaturale. Chi conosce la saga sa che Evangelisti è solito costruire storie impreziosite da elementi fantastici che spesso, o forse sempre, si risolvono in spiegazioni logico/scientifiche. In questo caso, la malattia che fa da collante fra le linee narrative del passato e quelle legate ai tempi moderi, non è in grado di suscitare quell’incredulità che avrebbe potuto. Tutto risulta piuttosto chiaro sin da subito, rendendo gli esiti delle indagini del nostro eroe/antieroe piuttosto scontate. Secondo aspetto che mi ha lasciato parecchio deluso è l’assenza di avversari degni dell’Inquisitore. Eymerich spadroneggia sovrastando i potenziali avversari, annichilendoli sin dall’inizio, rendendo la sua vicenda una mera cronaca dal finale già scritto. Non si percepisce mai un rischio reale per il lavorio macchiavellico dell’ingegnoso e inflessibile Inquisitore e questa è una pecca grossa a mio parere, capace di togliere mordente alla storia.
In conclusione, un romanzo che supera la sufficienza, ma non certo il migliore della serie, nonostante le piacevoli dissertazioni su catari e ofiti.
June 10, 2021
Disfida nr. 141: Baby-Lon.616 di Andrea Sadà VS Cormac McCarthy
Titolo opera: Baby- Lon. 616
Autore: Andrea Sadà
Andrea Sadà è un personaggio sospeso fra realtà e fantasia, come i suoi scritti. Ha affiancato agli studi classici e alla curiosità per le scienze della natura una vera e propria passione per la farmacopea degli antichi speziali, la lucentezza metallica dei coleotteri e la forma degli alberi. Ama i classici della letteratura, ma non disdegna gli Urania doc. Bazzica esposizioni e fiere d’arte contemporanea, viaggia per lavoro e per piacere, osservando con attenzione in ogni luogo la routine degli altri. Baby-Lon.616 è il suo primo libro.
Formato libro: ebook e cartaceo 223 pag. copertina flessibile
Genere: fantascienza
Prezzo: ebook 6.99 euro cartaceo 15 euro. Acquistabile online e in libreria.
Sinossi: In un futuro prossimo, su una Terra sempre più in agonia, un’oscura malattia avanza inesorabile, nell’indifferenza generale. Anche Eli, impegnata tra il lavoro e una relazione complicata, è incurante delle sorti del mondo: ha lottato tanto per la sua quotidiana normalità ed è decisa a preservarla a tutti i costi.
Ma incubi, enigmi linguistici e inquietanti coincidenze sembrano suggerirle altro: c’è qualcosa in lei che va oltre le sue umane barriere razionali. Aiutata dalle persone più care, Eli inizia quindi a scavare nella propria infanzia e a compiere delle scelte, perché solo così potrà conoscere il suo destino, solo così la sua ricerca nel passato potrà forse salvare il futuro di tutti. Link Acquisto Amazon Note: Baby-Lon.616 è stato scritto fra il 2018 e 2019, la dicitura complicata è ispirata alle nomenclature dei virus, ma allora il Covid non imperversava nelle nostre vite: l’oscura malattia di cui si parla nel libro si presenta con ben altri sintomi.
Commenti: Il genere in cui collocare Baby-Lon.616 non è ben definito, a metà tra fantasy e fantascienza, ma anche thriller metafisico: futuro distopico e versi biblici, ricerche d'archivio e rimedi medievali. Chi l’ha letto dice che ha molteplici chiavi di lettura.
Finalità dell'Autore: Indagare sul libero arbitrio, sul potere della parola, sulla paura del potere ecc ecc.
BIG da sfidare:
Cormac McCarthy in La strada Link Acquisto Amazon
Andrea Zanotti
June 5, 2021
Recensione: Luce nel Buio di Maria Cristina Malagoli [Rating 7] - recensione a cura di Peg Fly
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Opera: Luce nel buio
Autore: Maria Cristina Malagoli
Editore: AmicoLibro
Genere: fantascienza
Target: Young/adult
Collana: Le Lune
Prezzo: ebook E 2,79 - cartaceo 13,55
Rating: 7
Sinossi:
La Terra vista da lassù assomiglia a una piccola palla blu circondata da un alone di luce che la fa brillare in mezzo all’immenso buio dello spazio. Una visione meravigliosa che lascia senza fiato i pochi privilegiati che hanno potuto godere dell’incredibile bellezza di questo pianeta. Gli uomini che la abitano finora non hanno dimostrato di apprezzare questa infinita perfezione. Per fortuna la Terra è una sorvegliata speciale, c'è qualcuno che la protegge e in alcune circostanze è intervenuto in silenzio a risolvere situazioni pericolose per se stessa e gli uomini. Chi è? Si potrebbe meglio dire chi sono. Sono gli alieni, una specie evoluta che controlla l'operato dell'uomo per evitare l'autodistruzione dell'intero pianeta. Non saranno soli in questo difficile compito, avranno l'aiuto di quattro adolescenti che con il loro coraggio, la loro forza e i loro ideali saranno i messaggeri impavidi di un problema che sta devastando il mondo.
Una parte dei proventi di questo libro sarà devoluta all’Associazione Legambiente Sardegna per sostenere la lotta contro l’inquinamento ambientale e la conservazione del territorio.
Recensione:
Luce e buio
È buio pesto nella vostra camera, così accendete
una lampada e improvvisamente la stanza si riempie di luce.
La luce è una fonte di illuminazione,
sia che sia naturale (come il sole),
o artificiale (come la tua lampada).
Inizio modulo
“L’amore è luce, la libertà oltre-luce.”
Cosmo Grandi – scrittore e poeta
In un’epoca come la nostra, bersagliata da virus, malattie, basi nucleari, deterioramento dell’ambiente a causa dell’inquinamento, gli umani si interrogano su quale possa essere la strada giusta per non perderci ed arrivare all’estinzione dell’umanità.
Bella domanda alla quale non è facile rispondere. Ma quando mi sono promessa di leggere un romanzo come questo scritto da Maria Cristina Malagoli, beh, lasciatemelo dire, dentro di me è nata la speranza che sì, ce la possiamo fare a riequilibrare il senso delle cose, a dar nuova luce al nostro universo appoggiandoci al senso di responsabilità che dovrebbe essere intrinseco in ognuno di noi, in ogni essere umano che rispetti.
Lo stile sobrio dell’autrice, poi, ha reso la lettura scorrevole ed empatica, portandoci a contemplare nuovi orizzonti, nuovi punti di vista che non siano sempre percepiti negativamente. L'autrice ha avuto la capacità di rendere tutto estremamente leggero e, al contempo, aprirci nuovi orizzonti, anticipando persino la Atawood, grazie al movimento portato avanti dalla giovane Greta Thunberg. Una visione ottimistica e lodevole, all’interno di una lotta per l’ambiente che deve necessariamente principiare da movimenti giovanili, detentori del nostro futuro.
Il titolo apposto al romanzo è lodevole, e che dona fascino e coinvolge già da subito il lettore.
Buona la capacità narrativa, in cui il mistero avvolge tutto in una bolla di curiosità, che ti invoglia a scoprire cosa c’è dietro “la luce nel buio”. Un titolo d’effetto che concede al lettore il fascino del mistero e l’audacia della scoperta! Da subito sono stata colpita dalla curiosità di scoprire cosa celasse la “luce nel buio”: un gioco di parole che narcotizzano, una perifrasi ammaliante e suggestiva, resa tale anche dalla bravura dell’illustratore, il quale è riuscito a immaginare con i suoi tratteggi, le parole espresse dall’autrice.
Durante la lettura, si evince chiaramente che la trama è ben delineata per una storia fantastica, ambientata tutta in quelle che sono le meraviglie originarie di un’isola come la Sardegna. Ma c’è di più, dalle parti dialogiche si evince la grandezza dei sentimenti espressi con garbo e dei valori più aulici dell’essere umano. La storia d’amore tra due adolescenti, è una storia che tocca gli animi e che riflette e racchiude il sapore dolce di un amore acerbo ma vero.
Quello che mi ha colpito soprattutto, è quel senso di protezione di uno dei protagonisti verso la sua amata, che si sacrifica per il bene di lei, della propria terra. É una storia che colpisce dritta al cuore, che incita chi la legge a perseguire sempre e comunque, e in ogni caso, i propri obiettivi. A lottare per raggiungere con consapevolezza il bene per tutti, giovani o meno.
L’aspetto narratologico è quanto mai di più elegiaco si potesse esprimere in un testo.
Le ambientazioni sono descritte con le sfumature uniche che un luogo bucolico come la Sardegna può donarti ed emoziona l’idea di essere riusciti a immergercisi solo con le parole e le rappresentazioni di una storia come questa.
I pov dei personaggi sembrano così reali, da poterli toccare con mano.
Un plauso all’autrice, la quale è riuscita a catturare attenzione e ad appassionare, racchiudendo tutto in un quadro paesaggistico tinto di amore, umiltà gioia e decoro.
Un romanzo di fantascienza per ragazzi il cui tema notevole dell'ambiente ti affascina e ti trasporta ai confini di un universo immaginifico ma altrettanto reale.
Consigliato vivamente
Voto sette
June 2, 2021
Disfida nr. 140: L'Inferno di Malinverno di Stefano Amadei VS Dante Alighieri
Titolo opera: L'Inferno di Malinverno ovvero Diabolici (e inutili) tentativi di liberarsi di un gatto nero
Autore: Stefano Amadei
Editore: Pubblicazione indipendente
Genere: Fantasy per Ragazzi (11+)
Pagine: 198
Prezzo: Euro 1,99 Ebook - Euro 8,90 Cartaceo Paperback
Sinossi:«Dunque, ero lì che mi stavo occupando di uno dei compiti più importanti di tutto l'Inferno...»«Stavi solo contando i dannati del tuo girone.»
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«Non mi interrompere, gatto! Ero lì che mi facevo gli affari miei quando salta fuori questo scocciatore di un gatto nero. Dice che gli ho salvato la vita, bla bla bla e mi resta appiccicato neanche fosse ricoperto di pece.»«Non ti fare illusioni: i gatti si affezionano alle caverne e non ai diavoli.»«Insomma, cerco di liberarmene in ogni modo, ma tutto ciò che ottengo è l'Inferno completamente distrutto!»«O quasi.»«O quasi, già!»«Beh, che aspettate? Malinverno è il diavolo più spassoso e assurdo che abbia mai incontrato. Parola di gatto Mammone!»«Ehi!»«Che c'è?»«Niente, lascia stare!»
Note/commenti/finalità dell'Autore:
Strano sì può sembrareamo scrivere novelleper il gusto di donarele fiabe mie più belleai bambini d'ogni doveraccontare indovinellifilastrocche, riportareal cuor momenti bellie tornare sì a giocareassieme a veri amicispensierati, divertitimille corse con le bicinei giardini rifioriti:della vostra fantasiavi rivoglio fare donoe lasciare ch'essa siail più ricco e saggio trono.
BIG da sfidare:
Non ci penso che un istante: prendo fiato e sfido... Dante! Link Acquisto Amazon
Andrea Zanotti
May 29, 2021
Recensione: Leggere anomalie di Andrea Mitri [Rating 7,5] - recensione a cura di Andrea Zanotti
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Opera: Leggere anomalie
Autori: Andrea Mitri
Editore: pubblicazione indipendente
Genere: narrativa contemporanea, antologia racconti
Prezzo: ebook 5,99 - cartaceo 12,35
Rating: 7,5
Sinossi:
Un ragazzino a cui appare la Madonna e non la riconosce, un uomo che si innamora di un manifesto pubblicitario, un'amicizia senza parole che si sviluppa attraverso uno specchio stradale. Ma anche storie di padri e figli, di sportivi fragili e di teorie strampalate da dimostrare. 28 racconti brevi che provano a cogliere piccole anomalie nella realtà che ci circonda, negli eventi che possono palesarsi davanti ai nostri occhi.
Recensione:
Libro agile e dalla copertina minimalista questo “Leggere anomalie”, antologia di racconti brevi dell’autore Andrea Mitri. Si tratta di una pubblicazione indipendente, quindi come nostra abitudine partiamo con l’osservare a fondo il “prodotto libro”.
Il nostro scopo è quello di non prestare il fianco a quanti critichino gli scrittori privi di casa editrice a prescindere, per quello siamo soliti fare le pulci ad ogni lavoro che ci giunge fra le mani. Rimaniamo convinti che nel mare magnum delle autoproduzioni si trovino delle chicche, o comunque dei buoni lavori. Di certo quello di Mitri si piazza fra questi, e visto che siamo certi che nessun denigratore della categoria dei self potrà trovare nulla da ridire sulla sua prosa, né sull’editing (in tutto il libro avrò trovato forse un paio di refusi), segnalo doverosamente la mancanza dei rientri. Aspetto che io stesso tendo a scordare, ma che i miei editor non mancano mai di segnalarmi. Consiglio al Mitri di eliminare anche questa pecca, assolutamente veniale, per poter presentare il suo “prodotto” in modo del tutto professionale.
Detto questo, sono certo di aver colto nell’autore l’animo del creativo puro, che ha ben altro cui pensare che ai rientri del testo. La sua opera infatti è una raccolta di racconti molto differenti fra loro, ma sempre accomunati da una visione particolare della realtà circostante, dalla quale traspare chiara la sensibilità dell’autore. Uno sguardo attento, vigile e pronto a cogliere ogni piccola anomalia in una caccia al tesoro volta a stupirci con un sorriso improvviso, o con una nuova ruga sul viso, a causa di qualche verità che ci era sfuggita, e innanzi alla quale ora non potremo più far finta di nulla.
A tratti il testo è più simile a poesia in prosa che a semplice racconto. Il Mitri è capace di trasporre la propria acutezza di sguardo e spiccata sensibilità in modo elegante, senza mai scadere nella stucchevolezza, anzi toccando nel profondo e sollecitando in modo naturale alla riflessione.
I temi trattati sono molti, dall’autismo ai sempre tormentati rapporti fra genitori e figli, dall’immigrazione alla critica delle derive cui va incontro la moderna società. Menzione speciale meritano, a mio gusto personale, i racconti Risuolando, Brindisi a venire e Prima che si alzi la marea. Toccanti, e un barbaro come me non intende aggiungere altro.
Ho letto il testo in un baleno. Le 140 paginette sono scorse con leggiadria, toccando i vari temi con stoccate efficaci e pungenti. I personaggi, pur nella brevità delle vicende narrate, adempiono alla perfezione ai ruoli pensati per loro dall’autore e trasmettono tutta la carica emotiva necessaria a supportare i racconti e a renderli del tutto efficaci e coinvolgenti.
Proprio una bella scoperta, insomma. Un autore che porta lustro a tutta la categoria delle pubblicazioni indipendenti e da non perdere di vista.
Voto 7,5. Consigliatissimo!
InfinitiMondi
Semplice, scovare testi di qualità. Letteratura d'evasione con la L maiuscola insomma.
Siamo lettori esigenti e Di cosa si occupa scrittorindipendenti.com? Qual è la sua ragion d'essere, la sua mission?
Semplice, scovare testi di qualità. Letteratura d'evasione con la L maiuscola insomma.
Siamo lettori esigenti e non ci accontentiamo di quanto ci vogliono propinare la grandi case editrici. Non siamo interessati alle mode passeggere.
Amiamo sperimentare e non abbiamo pregiudizi di sorta. Cerchiamo testi di valore, siano essi frutto del lavoro di autori che hanno scelto la via dell'autopubblicazione, sia che siano editi da piccole, così come dalle più rinomate case editrici.
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