Sacha Naspini's Blog, page 6
June 18, 2013
TOSCANI MALEDETTI sul Giornale di Puglia
di Francesco Greco – Da Dante a Savonarola, da Boccaccio a Palazzeschi, da Papini (rilanciato da Borges) a Piovene, passando per Malaparte e Montanelli, da distinzione geografica la toscanità si trasfigura in una condizione dello spirito, un modo di attraversare la vita. La prima cosa che viene alla mente sono le zingarate di “Amici miei” (di Mario Monicelli) : una password originale stando al mondo sospesi fra leggerezza e disincanto, i piaceri della vita e il senso del dovere, le idee per cui vale la pena (basti ricordare gli anarchici) battersi e l’ironia che rende meno amare le sconfitte. Anche questo informa la “toscanità” rendendola, e non da oggi,una dimensione sfaccettata e intrigante, una filosofia di vita poiché “Se è cosa difficile essere italiano, difficilissima cosa è l’esser toscano” (Malaparte).
A rafforzare questo archetipo, ecco 21 racconti di scrittori emergenti racchiusi in “Toscani maledetti”, di AA. VV., Piano B Edizioni (Prato) pp. 184, € 14 , bella cover di Maurizio Ceccato, a cura di Raoul Bruni, che inaugura la nuova collana di narrativa “Avantiveloce”. Il plot narrativo viaggia fra Firenze, ovvio e poi Livorno, Pisa, Lucca, dalla Maremma alla Versilia (“un forte rapporto col territorio”, chiosa Bruni). A illuminare il non toscano, noialtri volgari italianuzzi attaccati alle nostre scogliere come polpi e ai resti del passato come caccole, Guido Piovene che nell’ormai classico “Viaggio in Italia” (degli anni Sessanta, riproposto da Dalai nel 1993), riferito al paesaggio, annotava: “La bellezza toscana è una bellezza di rigore, di perfezione, a volte di ascetismo, sotto l’aspetto della grazia”. “Sobrietà anticelebrativa… Visione antiretorica della natura umana”, calibrava il poeta Mario Luzi.
Filtrata ontologicamente, questa premessa dal paesaggio si riverbera in una prosa che si manifesta con una “lingua cauterizzata al massimo, ridotta la grado zero”, retta dai chiaroscuri e i sottintesi, essenziale sia nella psicologia dei personaggi, che del contesto in cui si muovono (il contadino Maurizio del Ponente non specifica l’albero su cui sale seguito dalla nuova moglie Vilma Brancacci vedova Pellegrini con una porta sulle spalle).
C’è tutta la Toscana in questa preziosa antologia di autori nati nell’altro secolo (dal 1969 e 1986), e che erano già sbarcati nella narrativa del nuovo millennio pubblicati da editori nazionali (Feltrinelli, Fazi, Mondadori, Guanda, Laterza, ecc.). Quella operaia di Simona Baldanzi (“La luna e l’acciaio”) che riprende un fatto accaduto nell’acciaieria di Piombino il 20 luglio 2009 (sei operai intossicati). Il gruppo di operai che ha visto la morte vicina ragiona sul vicolo cieco in cui si sono cacciate le relazioni industriali e sul valore della vita di chi appartiene alla classe operaia, che si vuole estinta. La lucidità analitica fa invidia ai corsivisti che ogni mattina affollano, come gramigna malefica, le pagine dei giornali: “”Ti hanno mai difeso i tuoi? Bertinotti e quel finocchio pugliese e quell’altro che faceva il ministro…”. Il Barba, Nedo, Peppone, Ciro: uniti da un’appartenenza, una socialità rude che trascolora in una umanità sintonizzata su un patrimonio di valori che tracciano un’identità. “Un boato. Uno scoppio. Il fumo nero, più nero della notte. Circo corre”. Alla tv “nessuno parla della fabbrica dell’acciaio”. Meno male, così Silvia può dormire tranquilla…
Poi c’è la Toscana arcaica, delle radici, della memoria che impregna le leggende, Bellissima quella ripresa da Sasha Naspini nel delizioso “Marito mio” dove un vecchio contadino, per non morire solo, si mette con una vedova pentendosene amaramente. Solo che la sua leggerezza alla fine porterà la ricchezza e potranno lasciare quel paese che se non esistesse non se ne accorgerebbe nessuno. Maurizio del Potente avrà anche, dopo tanto “vino robusto”, alla fine, la sua lapide al cimitero, per cui ha tanto spasimato… “Si è proprio fortunati ad avere un tetto sulla testa… Non ti regala niente nessuno. Uno deve farsi i calli spessi per una miseria…”.
E quella di oggi, con le sue dinamiche sociali e interpersonali, nello struggente “Nenna”, di Ilaria Mavilla. Una moglie accudisce il marito costretto sulla sedia a rotelle. “Migliorerà di giorno in giorno dicono i medici”. “Voglio andare dove non mi conosce nessuno… Penso di essere vecchia, sola, incazzata”. Originali e tosti anche gli altri racconti (non tutti sono inediti): di Diego Bertelli, Cosimo Calamini, Silvia Dai Prà, Francesco D’Isa, Fabio Genovesi, Simone Ghelli, Ilaria Giannini, Pietro Grossi, Emiliano Gucci, Gregorio Magini, Francesca Matteoni, Valerio Nardoni, Flavia Piccinni, Alessandro Raveggi, Luca Ricci, Marco Rovelli, Vanni Santoni, Marco Simonelli (“Se suonavano i watussi scendevi sempre in pista”, Sapore di mare).
Il libro sarà presentato domani, 19 giugno, alle ore 21, a Roma (Libreria “Scripta Manent”, via Pietro Fedele, 54). Saranno presenti l’editore Andrea Guarducci, l’art director Maurizio Ceccato, il curatore Raoul Bruni e gli scrittori Cosimo Calamini, Silvia Dal Prà, Simone Ghelli e Marco Simonelli. – See more at: http://www.giornaledipuglia.com/2013/06/toscani-maledetti-stare-al-mondo-con.html#sthash.s72POn2b.dpuf
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June 12, 2013
IL MOMENTO DEL DISTACCO (Guanda). Dal 27 giugno nelle librerie
IL MOMENTO DEL DISTACCO
La fine che affligge, che porta sollievo, che qualche volta fa addirittura sorridere. I nove autori italiani raccolti in questa antologia raccontano il momento del distacco in tutte le sue manifestazioni. C’è il dolore senza fine di un padre di fronte alla morte del figlio nel racconto di Maurizio de Giovanni, e c’è la morte che è una trappola per il serial killer più efferato di tutti i tempi, quel Ted Bundy condannato a continue e sempre più difficili reincarnazioni, con Phil Collins a fare da straziante colonna sonora tra una morte e l’altra, nel racconto di Gianluca Morozzi. C’è la scomparsa in un mondo del futuro, con scenari inquietanti, immaginata da Gianni Biondillo, e quella in un presente altrettanto grottesco e disturbante, come nel racconto di Sacha Naspini. E c’è un vecchio che sente la vita evaporare, a poco a poco, mentre la mente funziona ancora bene, e questa consapevolezza gli dà pace, come nel racconto di Marco Vichi. Tante le sfumature: i modi di morire, di vivere la morte, le morti bianche e quelle nerissime, le morti provocate e quelle subite, le morti accidentali, violente, dolcissime e via decedendo… in un susseguirsi vitalissimo di storie e toni narrativi variegati.
Indice del libro
Il momento del distacco pag. 1
Frontespizio pag. 3
Gianni Biondillo. Il ghiaccio nel cuore pag. 7
Elisabetta Bucciarelli. La lista pag. 35
Maurizio de Giovanni. Papo, Bimbomio, l’uomo col cappello e il ponte pag. 63
Barbara Di Gregorio. Ultimo amore pag. 77
Alessandro Greco. La casa nella prateria pag. 97
Gianluca Morozzi. Ted Bundy all’inferno pag. 117
Sacha Naspini. Il canile pag. 139
Matteo Righetto. L’ultimo giro di giostra pag. 191
Marco Vichi. De cuius pag. 213
Note biografiche pag. 229
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May 19, 2013
DECAMERON 2013
A cura di Marco Vichi
Dal 29 maggio in libreria Narrativa – Pagine 700 – ISBN 97888601906491
DECAMERON 2013 – Felici Editore
Dal 29 maggio in libreria
Contiene 5 racconti, tutti ambientati a Follonica. Probabilmente nello stesso giorno: Sono dai Giannelli, I senza pelle, Il primo bacio, I Flagellanti di Follonica, Campo a’ sodi.
A 700 anni dalla nascita di Giovanni Boccaccio la Felici Editore ha voluto ricordare il grande novellatore con questo volume rivolto a tutti coloro che vorrebbero comprendere il presente (devastato dalla Grande Crisi) così come il Decameron boccaccesco fornisce un’immagine fedele della società trecentesca (logorata dalla Grande Peste).
Sinossi. 40 autori si sono virtualmente riuniti nel castello di Fontenera per trascorrere alcuni giorni lontani dalla confusione odierna e per raccontarsi delle novelle che tentino di spiegare lo spirito del nostro tempo. La Grande Crisi, il senso di precarietà, l’amore, la paura, insomma le cose della vita in questo anno di grazia Duemilatredici, si articolano in 100 novelle (10 racconti al giorno per 10 giorni) e la loro lettura assurge a ricetta medica per lo spirito e per raddrizzare la nostra conoscenza. Dice infatti Marco Vichi: “Perché il narrare è conoscenza, è una medicina che cura i mali dell’animo e ci fa scoprire gli altri e noi stessi”.
I temi dei racconti sono articolati in giornate secondo lo schema seguente:
Prima Giornata: Tema libero
Seconda Giornata: Avventure di donne
Terza Giornata: Amori infelici
Quarta Giornata: Avventure di bambini
Quinta Giornata: Quando il diavolo ci mette la coda
Sesta Giornata: Avventure di uomini
Settima Giornata: Racconti di paura
Ottava Giornata: Qualunque tipo di beffa
Nona Giornata: Amici e nemici
Decima Giornata: Tema libero
Novelle di: Valerio Aiolli, Simona Baldanzi, Federico Batini, Alessandro Benvenuti, Athos Bigongiali, Filippo Bologna, Francesco Botti, Michele Brancale, Enzo Carabba, Lorenzo Chiodi, Paolo Ciampi, Silvio Ciappi, Gianmarco D’Agostino, Lorenzo Degl’Innocenti, Laura Del Lama, Anna Maria Falchi, Andrea Fontanini, Leonardo Gori, Emiliano Gucci, Giovanni Guidelli, Lara Landi, Ilaria Mavilla, Sacha Naspini, Divier Nelli, Riccardo Nencini, Daniele Nepi, Vincenzo Pardini, Claudia Piccini, Filippo Rigli, Leonardo Sacchetti, Anna Sarfatti, Teresa Scacciati , Luca Scarlini, Enrico Solito, Mario Spezi, Sandro Veronesi, Marco Vichi, Piercarlo Visconti, Paola Zannoner, Renzo Zucchini.
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Luciano Curreri su I Cariolanti e Le nostre assenze
Luciano Curreri, ordinario di Lingua e Letteratura italiana all’università di Liegi, parla de I Cariolanti e Le nostre assenze:
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May 14, 2013
DECAMERON 2013 – I FLAGELLANTI DI FOLLONICA sul Corriere Fiorentino
May 5, 2013
Accènti – 4 maggio 2013
Accènti - di GiovaniSì e Regione Tooscana
Nella mattinata di sabato 4 maggio, presso l’Auditorium di S. Apollonia a Firenze, è stato ospitato un nuovo incontro tra il cantautore Niccolò Fabi (supervisore artistico del progetto), i 10 giovani scrittori toscani autori dei racconti del libro (Simona Baldanzi, Cosimo Calamini, Laura Del Lama, Ico Gattai, Emiliano Gucci, Ilaria Mavilla, Sacha Naspini, Lindsay Paiva, Matteo Salimbeni e Vanni Santoni), i 40 giovani beneficiari protagonisti delle storie, Leonardo Sacchetti (curatore del progetto) e Federico Bondi (regista del video che racconta il making of del format). Presente all’incontro il Presidente Enrico Rossi.
RAI 3 TGR TOSCANA del 23 febbraio 2013
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May 3, 2013
TOSCANI MALEDETTI – dal 27 maggio in libreria (Piano B Edizioni)
Dal 27 maggio sarà in libreria TOSCANI MALEDETTI, per Piano B Edizioni
Di seguito, gli autori presenti nell’antologia:
Simona Baldanzi (Fazi editore), Filippo Bologna (Fandango), Silvia Dai Pra (Laterza, Minimum Fax), Fabio Genovesi (Mondadori, Laterza), Simone Ghelli (CaratteriMobili, Il Foglio), Ilaria Giannini (Gaffi, Intermezzi), Pietro Grossi (Mondadori, Sellerio Editore), Emiliano Gucci (Feltrinelli, Guanda, Elliot), Francesca Matteoni (Transeuropa), Ilaria Mavilla (Feltrinelli), Valerio Nardoni (E/O), Sacha Naspini (Elliot, Perdisa Pop), Alessandro Raveggi (Le Lettere), Luca Ricci (Einaudi, Laterza), Vanni Santoni (Laterza, Mattioli1885, :duepunti), Marco Simonelli (Leconte).
A cura di Raoul Bruni
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April 30, 2013
DECAMERON 2013 – dal 29 maggio in libreria
April 27, 2013
Intervista per UN ANNO DI RACCONTI
Sacha Naspini, un giovane autore che ha già pubblicato sei romanzi, ci parla del suo percorso come scrittore e del suo ultimo libro ‘Le nostre assenze’, pubblicato da Elliot Edizioni
Mi sembra di capire che hai vissuto in diversi posti in Europa. Questo influenza il tuo modo di scrivere? Eppure nei tuoi racconti torni spesso alla Toscana…
La verità è che ho fatto un sacco di giri, tornando spesso al punto di partenza, o quasi. Forse viaggiare è un po’ questa roba qui – ma poi che ne so. Per lo scrivere ho delle riserve, perché si toccano nervi di altro tipo; dare risposte significa “dare consigli” o qualcosa del genere. Insomma, chiacchiere atroci che è bene evitare, sempre. Eppure la Toscana è una faccenda che mi comanda. Sarei imbecille a non sentire quel richiamo lì; non tanto del sangue, quanto della voce.
Come sei arrivato a pubblicare con Elliot?
Un giorno mi chiamò Massimiliano Governi (faceva la collana Heroes). Aveva letto I Cariolanti. Mi disse: “Finalmente ti ho trovato”. Per me fu il clamore. La cosa buffa era che I Cariolanti era stato rifiutato dai maggiori editori italiani. Ora è quasi una specie di “cult del sottosuolo”, a quanto mi dicono.
Com’è cambiato il tuo modo di scrivere dopo aver lavorato con diversi editor professionisti?
Boh. Ci sono tanti “editor professionisti” che tutt’oggi sentono il vomito a gola leggendo le mie cose – altri mi esaltano (spesso per lo stesso titolo). Mi viene da risponderti così: so dove voglio andare, e se non ci viene nessuno fa niente. Io vado là lo stesso.
Nei tuoi romanzi ci sono personaggi che tornano sotto vesti diverse? Personaggi con qualità simili che vedi riaffiorare?
Certo. Non faccio libri “morti”. Cerco di dare storie e suggestioni che tornano. Insomma, ho un progetto. Trovi materiale ne I sassi che ritorna in Cento per cento. Trovi spunti in Cento per cento che riemergono ne Le nostre assenze e ne I Cariolanti e ne L’ingrato. E sto continuando: a fine giugno uscirà una specie di romanzo breve per Guanda, nell’antologia “Il momento del distacco”:Viorel – Il Canile. Lì si troveranno altri cenni ricorrenti per chi legge le mie cose. Come se ne troveranno in Marito mio, racconto lungo in uscita per Piano B, nell’antologia “Maledetti toscani”, a maggio. Eccetera.
Qual è stata la genesi di Le Nostre Assenze? Sapevi da subito che avresti intrecciato due storie parallele?
Sì. Di solito non stendo a tavolino, vado sull’onda delle suggestioni (che poi è uguale, alla fine). Sentivo una storia e sentivo una storia “sotto”, come una seconda voce di contrappunto. Detta così sembra un’operazione difficile, ma è stato facilissimo: avevo tutto davanti. Dovevo buttarlo sulla carta e basta.
Perché questo titolo?
Perché non ce ne erano altri: una storia sull’errore, sulla mancanza, sulla voglia di un posto nel mondo. Una storia sul difetto, e le sue conseguenze estreme. Cerchi che si chiudono a distanze siderali e tutto il resto.
A che tipo di lettore lo consigli? E quale dei tuoi libri consiglieresti a un lettore che non ti conosce, per iniziare?
Risposta numero uno: gente che gli piace buttarsi nella mischia. Risposta numero due: il primo, L’ingrato.
C’è un personaggio al quale sei più affezionato, magari uno che rispecchia alcuni aspetti di te?
Io amo Bastiano (I Cariolanti). Ma godo all’idea di avere nel sangue un Dino Carrisi (Cento per cento). Ne Le nostre assenze invece sono più sputtanato (sono quello che all’inizio è cicciotto). E il Greco (de I sassi): vorrei invecchiare così.
Qual è il peccato peggiore che può commettere un autore?
Perdere l’onestà della voce.
Dicci i titoli di due libri (non tuoi) che ami e che consiglieresti a tutti
Ultimamente ha fatto un libro bello Carrère: Limonov. Un altro èKnockemstiff, di Pollock. Un libro che continuo a consigliare da miliardi di anni.
E ora due libri che bruceresti
I primi due che ho scritto (e che stanno volentieri in fondo al cassetto): Quel maledetto filo invisibile e Un anno in casa Hussmann. Ma mi sa che il secondo lo riprendo, perché la storia non è male.
Progetti futuri?
Come ho detto, c’è un “breve” per Guanda e uno per Piano B. Inoltre: cinque racconti stanno per uscire nel Decameron 2013 curato da Marco Vichi, per Effigi. Altri cinque, nel progetto Accenti di Giovanisì, con la direzione artistica di Niccolò Fabi. Tre romanzi sono in lettura. Un quarto uscirà nel marzo 2014, per un grosso gruppo editoriale. E poi c’è la sceneggiatura di un film (Italia/Inghilterra) – altri interessi arrivano dall’America per una serie TV. Vediamo che succede.
Grazie Sacha e in bocca al lupo per tutti i tuoi progetti!
Per dare un’occhiata al blog dell’autore, clicca qui sachanaspini.wordpress.com
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April 3, 2013
Presentazione DEMIAN a Livorno
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