Marco Manicardi's Blog, page 84

June 20, 2016

Molto bene

Guido indica il busto di Dante sulla libreria e dice: «Nonno!»

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Published on June 20, 2016 00:08

June 11, 2016

3:48

Sono passati di sicuro almeno quattordici mesi e mezzo dall’ultima volta, quindi si può dire che erano degli anni che non stavo sveglio la notte per finire di leggere un libro.

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Published on June 11, 2016 18:48

June 1, 2016

I tempi

Mio nonno ha novant’anni, va per i novantuno, e non ha mai preso l’aereo.

Mia nonna è di cinque anni più giovane, ma non l’ha mai preso neanche lei.

La prima volta che mio padre prese un aereo aveva gli anni che ho io adesso.

Fu anche la prima volta di mia madre, di un anno più giovane di lui, la prima volta di mia sorella, che di anni ne avrà avuti tre, e la prima volta anche per me.

Domani andiamo a Londra e Guido prenderà il suo primo aereo.

Guido ha quattordici mesi da meno di una settimana.

Sono proprio cambiati i tempi, è stato, ieri sera, il commento di mio nonno.

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Published on June 01, 2016 05:32

April 29, 2016

Ho ancora tanta vita davanti per imparare un sacco di cose

L’altra sera, stavo cenando, mi è tornato in mente un post molto bello della Lia che tra le atre cose dice:


Ho quarantadue quasi quarantatre anni e sto praticamente iniziando a suonare uno strumento musicale per il quale, si dice da sempre, è importante iniziare prestissimo. E mi sto rendendo conto che con la passione e l’impegno ce la posso fare senza grossi drammi e che anzi, l’esercizio mi aiuta a tenere elastica la testa, che ieri era giovedì e io ero convinta fosse mercoledì e la mia collega a un certo punto mi ha anche detto Bé, mi consolo.


Allora ho pensato che ho ancora tanta vita davanti per imparare un sacco di cose.


E allora, mentre inforcavo la cena e la portavo alla bocca, un pezzo dopo l’altro, pensavo che io fino a un anno fa o poco più, per una tara giovanile per cui un giorno da bambino, senza neanche averla mai toccata, mi son detto «Questa cosa non mi piace», per tutta la vita sono stato convinto che quella cosa non mi piacesse e la schifavo come la morte. Poi un giorno di un anno fa o poco più, ero lì a tavola con la Caterina, lei stava mangiando di gusto, e le ho detto: «Ma poi perché io non ho mai mangiato questa cosa qui?» E mentre lo dicevo, annegavo la forchetta nella cosa che stava nel suo piatto e me ne infilavo un pezzetto in bocca.

Non so se avete presente Ratatouille, ma mi si son proprio accese le lucine di fianco alla testa, mentre con gli occhi chiusi m’inebriavo di quel sapore tutto nuovo, e mi ricordo di aver detto, alla Caterina che intanto rideva, che ero stato fortunato, che non è che sia cosa di tutti i giorni scoprire dei sapori e delle sensazioni completamente nuovi a trentacinque anni suonati. A questo pensavo l’altra sera, a cena, un anno o poco più dopo quella mia piccola epifania.

E voi potreste anche dire, adesso, «Eh, vabbè, cosa sarà mai? Lo sappiamo tutti che è buono.» Ma mi dispiace un po’, per voi che dite così, perché non avete idea, sul serio, non ce l’avete, di quanto sia buona e gustosa, e appassionante, perfino, una bella forchettata di stracchino.

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Published on April 29, 2016 05:01

April 25, 2016

La trilogia di Corrado

Episodio I: Schegge di legno del forcone (dove Corrado diserta la guerra, prova a tornare a casa e gli tocca nascondersi dai fascisti e dai tedeschi che lo cercano)


Episodio II: La divisa del balilla (dove Corrado ripensa a quand’era bambino e andava a scuola, nei primi anni dell’Italia fascista)


Episodio III: Ci vuole del coraggio (dove Corrado viene preso dai fascisti, incarcerato, picchiato, poi liberato, e a un certo punto c’è da prendere una decisione)


Buon 25 aprile.

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Published on April 25, 2016 00:49

April 21, 2016

Così va la vita

Io non è che l’abbia mai frequentato troppo, devo dire, però se c’era una cosa che gli veniva fottutamente bene era, quando facevo il dj nei locali di Carpi e dintorni, qualche anno fa, se per caso la serata diventava fiacca, e quasi tutti smettevano di ballare e andavano a bere o si fermavano per chiacchierare un po’ con gli amici e magari riprendere fiato, ecco, allora mettevo su Kiss e lui, Prince, regolarissimo, zachete!, funzionava sempre, mi riempiva la pista. Così va la vita.

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Published on April 21, 2016 15:52

April 19, 2016

Racconti molto ma molto brevi

Era po’ più bassa della media, magrolina, lesbica, faceva la cameriera in un bar di un grosso centro commerciale dove la titolare era una stronza, e guadagnava molto poco, ma viveva da sola perché coi genitori non riusciva proprio a starci e, insomma, tutti i giorni si svegliava e sapeva che sarebbe stata una battaglia. Però tutto sommato era contenta.


(su Barabba)

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Published on April 19, 2016 04:55

April 18, 2016

I furbi e i coglioni

Ormai sono quasi vent’anni che esercito più o meno bene il mio diritto al voto e se c’è una cosa che ha iniziato a starmi davvero sulle palle è tutta quella serie di discussioni che il giorno dopo un referendum prende il via da qualcuno che per la strada, in ufficio, a scuola, eccetera pone la domanda: «Ieri sei andato a votare?» E da lì ognuno si sente in dovere di motivare le proprie scelte e va a finire che il giorno dopo un referendum il mondo all’occhio di chiunque si divide, secondo parametri assolutamente personali, in furbi e coglioni.

E nessuno che tiri mai fuori qualcuna delle sfumature che invece ci sono nel corpo elettorale, come quelli che sono andati a votare o no ma con dei rimorsi incredibili, stringendo il culo, come si dice, per mettere una crocetta dove non eran proprio convinti al cento percento che ci andasse una crocetta; o quelli che sono rimasti a casa e si tormentano per l’astensione tanto che quando ci ripensano si sentono inquieti e sporchi; e così via.

Poi ci sono anche i furbi e i coglioni.

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Published on April 18, 2016 04:45

April 8, 2016

Rock & roll

Da qualche tempo in pausa pranzo sto leggendo Please Kill Me di Gillian McCain e Legs McNeil. Da una settimana ho su in macchina, in quei quaranta, quarantacinque minuti di viaggio mentre vado e torno dal lavoro, il nuovo Iggy Pop e una ristampa di For How Much Longer Do We Tolerate Mass Murder? dei Pop Group. Una sera a settimana, da otto settimane, appena il bimbo Guido di un anno si addormenta, con una certa frenesia corro a collegare la TV al computer per guardare il nuovo episodio Vinyl.

Adesso, visto e considerato che sono troppo vecchio per iniziare a drogarmi seriamente, l’unica altra pulsione neonata e sfrenata che potrei soddisfare è quella di rimettermi a suonare.

Quasi quasi cerco una band.

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Published on April 08, 2016 04:39

March 31, 2016

La mia richiestissima opinione sulla cronologia di Instagram

La scorsa notte ho dormito benissimo. Prevedo un bel sonno anche stanotte.

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Published on March 31, 2016 04:56