Cactus di Fuoco's Blog, page 24
February 26, 2022
Personaggi - John Fox
(Did you get lost, wanderer? If you're looking for this page in Italian, you can find it HERE!)
John Fox
Specie: Umano (Homo sapiens sapiens)Nome completo: John D. Fox
Nomignoli: Johnny Bianco-Cappello, Vecchio volpone, Prezzemolo (dal suo gruppo di amici) / Signore della Moda (ironicamente, da Thomas Wolf)
Genere: Maschile
Altezza: 1,92 m
Peso: 110 kgCorporatura: Forte ma non scolpito: i suoi muscoli sono coperti da uno strato di adipe Occupazione: Broker, cavaliere per l'Antica Dragoneria
Odora di: Carta vecchia, peperoncino, vaniglia e cuoio
Nazionalità: Statunitense
Appare in: Autobiografia forse romanzata di un drago dorato (libro) | Scontramondi 1. La pietra delle fonti (libro -- non canonico) |
💸 The golden rule - John Fox playlist 💸
Legale Malvagio | Innamorato dei soldi |
John è una persona scaltra e gioviale, con una faccia "di gomma" molto espressiva, che ride spesso. Dietro la sua natura apparentemente aperta e la sua cordialità, nasconde un'avarizia viscerale che in pochi conoscono.
Quando diventa nervoso, tende a tenersi occupato facendo dei calcoli a mente, in quanto la matematica sembra rilassarlo.
Gli piace il lavoro fisico, ma può essere terribilmente pigro nel completare un compito se non pensa di guadagnarci qualcosa di buono dal farlo.
John è quasi sempre sulla stessa lunghezza d'onda del suo avaro dragone Dollaro, a cui è legato come dragoniere, ma può essere meno aperto di lui al diverso e veloce a giudicare gli altri ed intere specie differenti (come licantropi e lupi mannari, che disprezza e di cui ha molta paura) da pochissimi incontri.
Gli piace l'attenzione e che i suoi amici si occupino praticamente di lui, a parte che per un paio di compiti, come cucinare ed occuparsi delle finanze, che gli piace fare di persone perché è molto abile in queste attività.
Non gli piacciono
❤ Il denaro
❤ L'ORO
❤ La matematica
❤ Le cravatte di classe
❤ Cucinare
❤ Giochi, specialment i giochi di carte
❤ Gli oggetti che luccicano
❤ Le gemme rosa ❤ Il suo amico Mark McWoodland
💔 I lupi mannari
💔 I licantropi
💔 I serpente (Fobia)
💔 I vestiti scuri
💔 Quel Thomas Wolf
💔 E anche quell'insopportabile Michelle McRad
💔 Essere (anche se poco) affamato
💔 Cambiamenti a lungo termine del suo stile di vita
Abilità
[Livelli possibili: disastro | principiante | mediocre | buono | molto buono | eccellente | maestro] Fisiche
- Corsa veloce (buono)
- Sollevamento pesi (buono/molto buono)
- Boxe/combattimento in piedi (buono)
- Wrestling (buono/molto buono)
- Fischiare rumorosamente (molto buono)
- Camminare per lunghe distanze (molto buono/eccellente)
- Nuoto (buono)
Linguistiche
- Horniano (mediocre in scritto e parlato, buono nella comprensione)
- Inglese statunitense (buono in scritto e parlato, molto buono in comprensione)
Musicali
- Canto (buono)- Suonare l'armonica (buono)
Magiche- Lettura del pensiero (mediocre)
- Lanciare incantesimi vari - generico - (mediocre)
- Attacco di energia magica (molto buono)
- Rottura di sigilli magici (mediocre)
- Scudi magici (mediocre/buono)
- Legame mentale con il suo drago (molto buono)
- Ipnosi (disastro/principiante) Varie
- Cucinare (buono/molto buono)
- Distinguere le banconote false (buono/molto buono)- Calcoli matematici (molto buono)- Gestire il denaro (molto buono/eccellente)
- Tenere segreti (eccellente)
- Diplomazia (buono)
- Memoria (buono/eccellente)
- Flirt (buono)- Flirt strambo (molto buono/eccellente)- Riparazioni di cose rotte - generico (buono/molto buono)
Galleria di immagini (Clicca per ingrandire!)
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🌵🎨Tutti i disegni in questa pagina (e molto probabilmente anche in tutte le altre pagine, se non diversamente specificato) sono stati realizzati dalle nostre artiste, Furiarossa e Mimma. Potete vedere altri loro lavori e/o supportarle (e supportare così anche tutti i Cactus di Fuoco ;)) sulla loro pagina Patreon. Diventate patroni delle arti!🌵🎨
February 21, 2022
Il Diario della Capitana Mimma: 3. Galiazzo a Milazzo
<PRECEDENTE (Furgotto e ragnetto)
Terzo episodio del Diario (o delle cronache, fate un po' voi) della Capitana Mimma: viaggi (veri!) raccontati in modo difficilmente comprensibile al di fuori della nostra cerchia, ma che speriamo vi faranno ridere lo stesso.
Il ritorno delle Cronache di viaggio della Capitana Mimma
Parte prima: Andata
«Come cantante o...?»
«No no, di persona. Sta a Milazzo per ora, se non avrete fretta per il traghetto ve la chiamo ora al cellulare» e ha già tirato fuori lo smartphone. Papà lo guarda, prende e sgomma via. C'imbarchiamo sul traghetto; di fronte a noi si è piazzato un furgoncino diverso rispetto a quello dell'altra volta, ma non meno notevole. Gagliarda la scritta "Mimmosimone Tarzan" mi fissa, e io fisso lei, masticando il mio panino pepato (dentro c'è prosciutto cotto e pecorino primo sale coi grani di pepe nero interi) e riflettendo sui bivi nella vita e il senso del quarantadue e tutto. Mi è finita dell'Amuchina in un occhio, ahia. Papà ha stipato il condimento di tre panini dentro una singola mafaldina. Sul traghetto, avviene una stranezza, forse ad opera delle arcane scritte sul furgoncino (Mimmosimone Tarzan), per cui la nave è immobile anche dopo che hanno chiuso il portellone dietro e il carico massimo sia stato raggiunto. Guardiamo le nuvole, e sono lì, ferme. Non ci stiano muovendo. Chiedendoci se c'è un guasto, dopo dieci minuti usciamo dalla macchina e saliamo su per vedere quanto è lontana la terraferma e cosa sta succedendo. Con nostro stupore, vediamo che evidentemente ci siamo teletrasportati, perché la nave è a toccare le coste sicule. Abbiamo preso il nostro freddo e constatato un mistero della vita, quindi possiamo riscendere e salire in macchina, pieni di dubbi. Una volta sbarcati, la differenza è paradossale. Fa freddo (due gradi in meno, i dieci calabresi contro i dodici siciliani!) e la palette di colori del mondo è composta di un principale e due comprimari: grigio, bluino e gialletto. Ormai il più della strada è fatto, perciò, in poco tempo, siamo già quasi arrivati! Tempo record, ci abbiamo impiegato solo quattro ore e quarantotto minuti! Per festeggiare mi metto dei sacchetti sui piedi (per non sporcarli, perché c'è fango ovunque e io non ho le scarpe adatte) e andiamo a nutrire Mami, che per accoglierci salta e strappa il sacchetto dell'immondizia per buttare tutto a terra, poi cerca di mangiare la potatura della passiflora invece dei croccantini. Quando finalmente individua la ciotola, io e papà facciamo da sentinelle perché l'Aronne non cerchi di derubare Mamicchia del suo pranzo, ma evidentemente in nostra assenza i cani hanno scordato cosa sia questo misterioso "cibo" perché Aronne cerca di mangiarsi una delle mie gonfie ghette di plastica e la scioglie pure. Papà salta come uno Zulu e fa strani suoni e gesti scaramantici e Aron si allontana. Io vado ad abbracciare un ulivo. Sono arrivata! Fine viaggio. Oh no. Ho ricordato la parola broccia.
p { margin-bottom: 0.25cm; line-height: 115%; background: transparent }
February 17, 2022
Il Diario della Capitana Mimma: 2. Furgotto e ragnetto
Cronache della Capitana Mimma, il ritorno! 

Partiamo alle nove e mezza, dopo aver fatto un salto dai cani per salutarli. Non c'è un'anima, per un momento sembra davvero giunto il momento utopico in cui la popolazione principe della regione è quella uliva. Poi arriviamo agli imbarchi. Piove e i cartelli ci salutano sballottati dal vento; i venditori stranieri affrontano il maltempo riparandosi dietro le loro pennette USB e scimmie finte che si appendono agli specchietti. Siamo circondati da camion e furgoncini e i gabbiani in aria cercano di volare ma sono immobili, finché una nuova folata di vento non li acchiappa dal becco e con uno YEET ventoso li scaglia verso nuovi lidi. Aspettiamo in fila. E aspettiamo. E aspettiamo. Stanotte sognerò Furgotto, il furgone verde che "non si ferma mai" e mi chiede di noleggiarlo fermo davanti a noi, nella fila alla nostra sinistra. Dopo venti minuti, io e papà siamo tanto prede della noia che facciamo le foto ad un ragno piccolo che si è intrufolato nell'abitacolo e ce le mandiamo a vicenda, anche se non abbiamo Internet e lo abbiamo fotografato entrambi.
Allego prova fotografica del ragno piccolo.
A mezz'ora papà guarda torvo attorno e declama " 'Aziati 'aziati. Domani al TG sentiranno che Peppuccio u pacciu ha picchiato tutta la fila e quando mi chiedono perché dico 'ero nervosetto'. Hanno fatto salire tutti e noi no, abbiamo aspettato du' navi. Che schíiifio."Alla fine ci fanno salire sulla nave, fuori continua a piovere e ci hanno fatto ritardare un'ora e ancora non sono partiti. Nonostante il vento, la traghettata è abbastanza liscia. Noi e Furgotto scendiamo a Messina; papà mi fa notare che abbiamo incontrato solo semafori rossi e ritardi e non posso fare altro che dargli ragione. Però finalmente siamo in Sicilia. Per un momento parole come "broccia" e "pittopia" svaniscono quietamente dalla mia mente e guardo Nettuno reggere un piccione sulla mano. Poi chiamiamo te! Uiiii! Con la radio a tenerci compagnia viaggiamo verso quel pezzo di cielo azzurro dritto davanti a noi...
February 15, 2022
Characters: Regina
(Ti sei perso, viaggiatore? Se stai cercando questa pagina in italiano, puoi trovarla qui!)
Species: Domestic cat (Felis catus) with Grimmr ancestorsGender: Female
Lenght / Weight: 46,5 cm (+21 cm of the tail) / 2.7 kg
Body Type: Slim and lithe
Birth date: 17/10/2012
Zodiacal sign: Libra
Occupation: C.E.O. and owner of a sports federation and a pet friendly resort, creative director of the C.A.T.
Political orientation: Mostly follows her own whims (also, aspiring president/tyrant of the USA)p { margin-bottom: 0.25cm; line-height: 115% }Smells like: Plushie, wool and hint of cinnamon Comes from: USA
Appears in: Il Buio Chiuso (novel) | Capricious
EgoisticLuxury-loving
CunningVindictive
✨➡️ Regina's playlist on Spotify ⬅️✨
Chaotic evil | Witchy cat | Dark side
Regina is a vicious, power-thirsty magic cat that won't hesitate to use her cuteness (or any other vile expedient) to achieve her goals.
When she was just a few months old she lived with a human family, a family that she adored with all her strength. As a magical cat, Regina knew her destiny was to become the familiar of the baby that was about to be born, and that she was destined to guide and share with him all sorts of marvelous, magical adventures in the future.
However, this did never happen. Her human mother thought that a pet could somehow interfere with her pregnancy, and abandoned her: Regina, still young and frail, became a stray. Living in the streets and nurturing her resentment for her former family, she learned to fend for herself and how to survive and use her tender appearance to manipulate others.
A few years later, her dark ascending started when she tied the young lycan Taker to herself through a magic bond, saving him from certain death and planning revenge for both of them. He had almost died because of the economic interests of some ruthless businessman, while she had been endangered and alone because of ignorance... since she had a lot of plotting to do, Regina became more experienced with dark magic in the following years, and even learned to speak and understand English, although a distorted version of it.
A long journey brought Regina where she is now, as a rich, secret CEO of a fighting federation and closer than ever to her and Taker's revenge, but most importantly enjoying the money and power of her status by buying scandalous amounts of fancy toys, collars, cat food, and even a dog, the mastiff Lola.
Adorable, shameless and capricious, she is living at the moment in the house of her Taker's human friend Anita. In 2018 she became a mom to three adorable and vicious kittens together with her "boyfriend" Romeo, a pedigreed tuxedo black and white Maine Coon cat.
At the beginning of the same year her former family disappeared under bloody, mysterious circumstances.
Style notes:
Regina is a very intelligent cat, frighteningly so, but she can be seen acting both as a dumb kitten and a brilliant overlord from one moment to the other. Often that happens because she'll adapt her behavior to the situation to get what she wants, but sometimes dumb kitty behavior will be triggered by the only fact that... she's still a cat, and her brain has virtually no inhibitory brakes.She always wears some fancy collar!
Trivia Regina has a magic bond with her best friend Taker. They are so close that she will often feel his likes and dislikes as her own, especially when it comes to the judgement reserved to other people. She may be a bit of an evil cat and not make it clear often, but she would do anything to see Taker happy.Even if she enjoys the company of Anita, the owner of the house in which she's living, she considers her to be inferior to her and Taker.She writes English words exactly as she pronunces them, and reads them following the same logic. She has a strong... cat accent too, which is absolutely adorable but doesn't help with the spelling. For example, since she says "purrfict" with her little kitty mouth instead of "perfect", that's how she's gonna write it.
Regina tries not to show around too much she's a cat, because she doesn't want her legal person to be contested. She mostly manages her business via phone or e-mail, even if that makes her come across as a severely dyslexic businesswoman.
Moodboard -
She likes
She dislikes
❤ Herself
❤ Her bestie Taker
❤ Hunting
❤ Dark magic
❤ Salmon
❤ Shopping and owning fancy collars and accessories
❤ Revenge
❤ Fast moving objects
❤ Manipulating people
❤ Shedding and/or pooping on her enemies' stuff in revenge
💔 Being called with pet names
💔 Not having things her way
💔 Triple H (WWE)
💔 Her previous family
💔 Small writings (she can barely read the big ones...)
💔 Being petted on her belly or paws
Skills
[Possible levels: disaster | beginner | mediocre | good | very good | excellent | master] Physical
- Seeing in low light (excellent)
- Hearing at great distances (very good)
- Smell (very good)
- Fighting (good)
- Balance (excellent)
- Pain resistance (beginner)
- Running (very good)
Language - American English (mediocre in spoken, beginner in written, very good in understanding)
Music
- NoneMagic- Performing dark spells (very good)
- Drawing/activating magic sigils (very good)
Misc.
- Managing business (very good/excellent)
- Resisting her own impulses and desire (beginner)
- Hunting small animals (very good)
- Manipulating others (very good)- Plotting evil plans (very good/excellent)
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Regina playing with other cat OCs - that don't belong to us.
Baby Regina with Baby Furiadoro
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🌵🎨 All the drawings in this page (and probably in all the other pages, if not differently specified) were realized by our artists, Furiarossa e Mimma. You can see more of their works and support them on their Patreon page. Become patrons of the arts! 🎨🌵
Characters: Taker Bennett

Species: Lycanthrope (Homolupus homolupus)Complete name: Taker Bennett
Gender: Man (male)
Height/weight: 2,10 m (variable) / 140 kg (variable) in human form
Body Type: Strong, manly
Age at first appearance: 40 years old
Zodiacal sign: Aries
Occupation: House pet
Known also as: Monster dogp { margin-bottom: 0.25cm; line-height: 115% }Smells like: Wolf, meat in gravy, an hint of "night" Nationality: USA
Appears in: Il Buio Chiuso (novel) | BraveOften angryOften hungryCombativeRemorseless
Chaotic neutral | Shapeshifter Taker was born because of a magic anomaly in a "dark" pocket dimension, that inadvertently acted as an energy vacuum and tapped into the energy of the livings into our reality. When the process was reversed in the early 2000s, leaving the creatures inside the pocket dimension almost lifeless and in a vegetative state, he managed to escape, but his first attempt to rebel and get revenge for what happened ended almost with his violent death. He was saved by the cat familiar Regina , that decided to tie herself to him with a magic bond, rescuing him from a horrible fate (using also a bit of dark and forbidden magic, but, well... she's a cat, she doesn't know prohibitions). He took years to fully recover, but in the end, he did. Together they plotted revenge, but his plans were trash and never worked.
In 2018 finally, Regina took over the planning duty, which was a surprisingly good idea. The same year Taker met Anita in "dog" form, after being captured as a problematic stray. She was the first human to defend him and be kind to him, and Taker was so impressed that decided to not reveal his true identity to spend more time with her.
Anita continued to fight for him and put herself on the line to protect him even when she knew more things about his past, and when the Dark Minister came to erase the "anomaly" she faced him to shield Taker. She took Taker and Regina in as her pets, and, while Regina keeps on her villain career, Taker has happily thrown out of the window his troubled past and is now more than content to just be Anita's loyal dog. Style notes:
He actually dyes his hair and beard, which is usually dark bronze in color. This becomes particularly evident in his feral form since the rest of his fur is of course undyed.
When he passes a long time in his "wolf" (although he's more similar to a big, terrifying dog) form he doesn't change his fur color, letting it slowly return to its original hue.
Both of his arms are covered in tattoos representing unsettling figures, and he has an earring at his right ear. Trivia He tecnichally never had a childhood, since he was born as a fully-formed adult because of the peculiar circumstances of his creation.Part of what keeps him together is dark magic, after being badly maimed by Sara Barker. If for one reason or the other that darkness was removed from him, he would fall apart and probably die permanently. However, he's come back to life way weaker from his near death experience.As an ultradimensional creature (albeit it's a small pocket dimension originating from ours), it's not so obvious what species should he be classified as. His body seems to act and react like a lycanthrope's one would to most stimuli, though, so if he needs to be classified as something, lycan will do.
Moodboard -
He likes
He dislikes
❤ His favorite blanket
❤ Fighting
❤ Bandanas
❤ Dog food (poultry meat in gravy, kibbles)
❤ Beer
❤ His friends Anita and Regina
❤ Sleeping with friends
❤ Dying his hair blond
❤ Sunglasses
❤ Being gently petted (by Anita)💔 Sleeping alone
💔 Those scary fellas, Mark McWoodland and Sara Barker
💔 WWE (Wrestling federation)
💔 Aurolupus lycans (goldenwolfen)
💔 Having his plans punctually foiled
💔 Dance music
💔 Being hungry
💔 Total darkness
Skills[Possible levels: disaster | beginner | mediocre | good | very good | excellent | master] Physical
- Seeing in low light (very good)
- Hearing at great distances (good / very good)
- Smell (very good)
- Wrestling (very good / excellent)
- Standing fight / boxing (very good)
- Balance (very good)
- Pain resistance (excellent/master)
- Running (good on two legs, very good on four)
Language - American English (good in speaking and writing, very good in understanding)
Music
- NoneMagic- Drawing /activating seals (mediocre)Misc.
- Preparing coffee (excellent)
- Hunting large animals (excellent)
- Hunting small animals (very good)
- Intimidate the opponent (very good/excellent)-
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All the drawings in this page (e probably in all the other pages, if not differently specified) were realized by our artists, Furiarossa e Mimma. You can see more of their works and support them on their Patreon page. Become patrons of the arts!
Characters: Manuel Karas

Species: Human (Homo sapiens sapiens)Complete name:Emmanuel Sigismondo BrambillaGender: Man (male)
Height/weight: 1,80 m / 76-82 kgBody Type: Medium/Athletic/General good shape/Sometimes a bit fatter
Age at first appearance: 62 years old
Zodiacal sign: Pisces
Occupation: Teacher / previously archeologist
Known also as: Manuel Karas, The human teacherp { margin-bottom: 0.25cm; line-height: 115% }Smells like: Teen spirit (deodorant), boiled egg, leather, coal Nationality: Italian
Appears in: La Cattedra del Giocatore (novel) | Intelligent
Skeptical
Sometimes irrational InsecureProne to addictionsLovingA bit of a tsundere
Sad guy | If he smiles he really means it | Culture is life | Rock 'n roll! | Italian culture Deeply human
Manuel Karas is the most human of the Academony characters ... and not just because he is actually a human being moving around in a school and a town inhabited by demons. He's a social creature, a flawed but deep down good man, a person that loves poetry, music, cuisine and snuggle up under warm blankets, a good glass of wine, a lit fireplace. Much more emotional than you might think looking at him, he gets angry easily but it is just as easy to make him happy. Just kiss him on the cheek (and gift him a good music record!).
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He likes
He dislikes
❤ Boxe and other fighting sports
❤ Books
❤ Good wine
❤ Heated blankets
❤ Rock music
❤ Eggs
❤ (secretly) Romantic movies
❤ Greyhounds and Russian hounds
❤ Being pampered by people that he loves
❤ Philosophy 💔 Fyodor
💔 I Cugini di Campagna (Italian singers)
💔 Homophobic people
💔 Strangers touching his hair
💔 Censorship and Prohibition
💔 Dance music
💔 Being the only human teacher in the academy
💔 Heights
Skills[Possible levels: disaster | beginner | mediocre | good | very good | excellent | master] Physical
- Pain resistance (good)
Language - Latin (good in speaking and writing, excellent in understanding)
- Italian (very good in speaking, excellent in writing and understanding)
Music
- Singing (very good)
- Rap (mediocre/good)- Playing guitar (very good)- Playing piano (good)
Magic- Drawing /activating seals (mediocre)Misc.
- Cooking eggs (excellent)- Teaching (very good / excellent)
- Calm down others (very good)
- Taking care of dogs (very good / excellent)
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With Sir MikhailColonna 2 colonna 3Colonna 1Colonna 2colonna 3Colonna 1Colonna 2colonna 3
All the drawings in this page (e probably in all the other pages, if not differently specified) were realized by our artists, Furiarossa e Mimma. You can see more of their works and support them on their Patreon page. Become patrons of the arts!
February 14, 2022
Il Diario della Capitana Mimma: 1. Stornmi e Mamù
Cronache di viaggio di Capitana Mimma!

Partiamo all'alba. L'alba è bellissima. L'alba è meno bella quando la strada che segui ti rivolge al sole sorgente, che nel cielo ancora quasi buio è una palla fosforescente color salmone e poi oro e poi bianco che ti pugna gli occhi, ma quando puoi vedere il cielo ne vale la pena. Allego prove fotografiche.
Stormi di storni (stornmi) si librano sopra di noi, com'esuli pensieri nel vespero migrar. C'è un po' di cielo in questo stornmo.Durante le prime due ore di viaggio, a costo di rimettere le stesse tre canzoni fino al rincretinimento becero, ascoltiamo solo MyDrama e commentiamo trecento volte il fatto che la sua voce vibra e che canta bene e che no, l'autotune al trenta per cento non c'era. Concessi Vergo e Martina alla terza ora, alla quarta, mentre aspettiamo che ci imbarchino, mi stanco e metto Levan Polkka e Je Pais Envie; da noi stessi ci salva il traghetto, guidato dall'erede spirituale di Hamilton che fa fischiare l'imbarcazione, probabilmente grida tra sé "I AM SPEED" e parte già a tutta manetta. In tipo quindici minuti abbiamo attraversato lo stretto e ci sono papà e uno Yorkshire mordace, anche lui passeggero, che hanno gli occhi a palla e non vogliono rientrare in macchina perché se questo intoppa da qualche parte almeno possono nuotare fino a riva. Alla fine l'erede di Hamilton manipola le leggi d'inerzia e in qualche modo la nave frena. Scendiamo immediati e passiamo gallerie su gallerie, tutte urlando più o meno melodici "Mi sento chiuso dentrOoOoOu" con aria affranta. Il navigatore non collabora. A Messina ci suggerisce di andare verso Papandro invece, forse per gentilezza forse per suo maligno gaudio di tecnologico fuoco fatuo, solo che è difficile trovare Papandro al centro di Messina e allora andiamo dritti. Allo sbarco in Calabria ritenta il trick e sempre alla stessa curva dell'altra volta ci impartisce di "svoltare a destra, subito". Visto che ci rifiutiamo di schiantarci e diventare graffiti post-moderni su un muro grattato, si imbroncia e non ci parla per venti minuti.Papà esulta perché c'è Mamú in radio (Mahmood). Aspettiamo con ansia un featuring con il protetto di Mika, Flo (Nota: sarebbe "Fellow". Papà lo chiama Flo). Comunque già scesi dal traghetto si vede il cielo coperto e ci sono due gradi in meno, Calabria terra di Dissennatori. Forse controintuitivamente, papà si leva lo strato-tuta, ma tanto ha altri strati, altri tre in effetti. La benedizione dell'erede di Hamilton deve averci dato un boost perché alla fine della canzone di Mamú (Inuyasha) siamo già a Gioia Tauro! È tempo record di arrivo, cinque ore! E tutto liscio (◕ᴗ◕✿) A presto con altre (forse? Boh? Non mi prendo st'impegno ufficiale) avventure della capitana Mimma!
February 12, 2022
La Cattedra del Giocatore - 7. Quella volta del suicidio mancato
Si era raccolto i capelli in una crocchia e li aveva nascosti sotto un berretto blu, si era infilato una giacca di acetato che aveva trovato abbandonata durante una passeggiata in periferia (“EdilSasa” recitava la scritta bianca e scrostata sul petto) e aveva deciso di fingere di essere un operaio per entrare nel ventre della Torre Solaria, il mostruoso edificio residenziale alto centoquarantatre metri nella zona centrale di Milano.
Nessuno lo aveva fermato. L’ascensore lo aveva portato in alto, relativamente silenzioso, senza scossoni. E ad ogni piano che superava, Manuel deglutiva e sentiva che il suo cuore era rimasto a terra, molto più in basso, e che lui si allontanava.
Lui aveva paura, una paura matta, delle altezze.
E quando finalmente era uscito sul terrazzo dell’ultimo piano (aveva chiesto di poter controllare una cosa alla donna che aveva le chiavi e lei lo aveva accontentato) aveva visto le guglie del Duomo e le lontanissime Alpi. Non ricordava la voce della signora che gli aveva aperto la porta, né il suo volto.
La paura cancellava questi ricordi effimeri, inutili… o forse era la colpa a cancellarli: lei si era fidata e lui aveva intenzione di ingannarla, di coinvolgerla nelle indagini che di certo sarebbero avvenute quando lui fosse morto. Manuel si era vergognato. Si era chiuso la porta alle spalle, aveva messo a terra la borsa che aveva portato (dentro non c’erano strumenti del mestiere, come chiunque avrebbe pensato, ma vecchi giornali e una copia sgualcita di un libro intitolato “Urban Legends”), si era sporto a guardare giù.
Le vertigini gli strinsero lo stomaco. Il suo corpo si faceva indietro, freneticamente le sue mani cercavano un appiglio, ma la mente, sconnessa, voleva solo avanzare e buttarsi giù.
“Un momento. Un momento solo di caduta e poi non dovrai preoccuparti mai più. Che te ne importa, Manuel? Non sarai davvero così spaventato da pochi istanti di paura, se poi potrai goderti la pace per sempre?”.
Manuel prese un profondo respiro. Una brezza fresca gli accarezzava la faccia con dita invisibili.
L’uomo guardò in basso: c’era un’area pedonale vastissima e alcune persone passeggiavano. C’erano bambini? La vista gli si annebbiava, non riusciva a capire se certe persone molto basse fossero adulti o infanti, ma alla fine cosa importava? Era un problema loro. Un problema loro se si scioccavano, se dovevano guardare (anche se da lontano, sarebbero stati tutti ad almeno una ventina di metri dal punto in cui si sarebbe schiantato il suo corpo) la sua carne sbattere contro il cemento e il suo sangue spargersi. Era un problema loro. Un problema loro, così come fino a quel momento i suoi problemi erano stati solo suoi.
Quella gente era sempre stata del tutto indifferente al suo grido d’aiuto. Alla sua sofferenza. E non avevano forse ragione? Non esisteva nessuna fratellanza universale (che spreco di retorica!), quelle persone non avevano nessun obbligo di prendersi cura di lui, ed era questo uno dei motivi per cui aveva smesso di chiedere aiuto e aveva deciso di togliersi di mezzo. Perché aspettarsi un aiuto che non gli era minimamente dovuto? Meglio morire.
Meglio morire, si era detto, che finire per essere una di quelle persone penose, che si lagnano e si trascinano alla ricerca di un aiuto, che credono che il benessere gli sia dovuto… ma era il discorso della volpe e dell’uva: in fondo, una parte della sua anima sapeva che il motivo per cui non voleva pesare sugli altri era che nessuno se lo sarebbe caricato, quel peso.
Era solo al mondo, attraversava la vita quasi invisibile agli altri. Nemmeno il portiere del palazzo lo aveva fermato, come se non fosse importante, come se quel povero relitto umano che era lui non potesse neppure fare danni, non potesse essere un ladro.
Chiuse gli occhi e la nausea si calmò un poco. Allargò le braccia e alzò il mento. Forse quando si sarebbe schiantato non avrebbe scioccato proprio nessuno, ma sarebbe rimasto invisibile al mondo, lo avrebbero raccolto i netturbini e lo avrebbero buttato in una fossa comune, non avrebbero neppure cercato di identificarlo.
Un altro respiro profondo, lentissimo, attraverso le narici. I tacchi delle scarpe vicini, uno a contatto con l’altro, e il pavimento sotto i piedi che fra pochi istanti non sarebbe più stato a contatto con essi. Il peso spostato sulle punte dei piedi.
«Vuoi davvero morire?» Aveva domandato una voce.
Manuel aveva aperto gli occhi di scatto, sobbalzando, e si era guardato alle spalle.
C’era un uomo seduto per terra dietro di lui, con la pelle della faccia nerissima che spiccava sotto un ciuffone voluminoso di capelli bianchi. Indossava una giacca brillante, come quelle dei vecchi presentatori di programmi musicali, tempestata di minuscoli lustrini che sembravano cambiare posizione anche al semplice movimento del respiro.
Come era arrivato lì? Manuel non aveva sentito nessuna porta aprirsi.
«Mi chiamo Fyodor» Disse lo sconosciuto, facendo un cenno di saluto con la mano.
Manuel notò che il palmo dello sconosciuto era scuro tanto quanto il dorso della sua mano, una cosa che non aveva mai visto sulle persone nere… e a dire il vero anche la sfumatura di quella pelle, più blu che bruna, era strana.
«Io sono… non sono importante» Disse Manuel «Non preoccuparti. Me ne vado fra un attimo»
«Non farlo» ordinò Fyodor
«Non puoi dirmi cosa devo fare»
«No, aspetta, è nel tuo interesse» il misterioso uomo nero sorrise, scuotendo la testa per spostarsi un po’ il ciuffo da davanti agli occhi «Secondo me tu non vuoi morire, ma vuoi vivere. Questo è il problema: non riesci a vivere e allora hai deciso di morire. La volpe e l’uva, no?»
«Lo sai che l’uva è tossica per i canidi?» replicò Manuel «La volpe morirebbe se mangiasse quell’uva. È un bene che non possa raggiungerla».
Fyodor storse la bocca con disappunto e si alzò in piedi, battendosi le mani due volte sul sedere per far cadere la polvere dal fondo dei suoi costosi pantaloni di velluto.
«Beh, vuoi davvero finire là sotto?» Disse, avvicinandosi al bordo per indicare in basso, verso l’impietoso terreno sottostante «Vuoi davvero spaccarti la testa lì? Penosamente, sotto gli occhi di quei marmocchi?»
«Sì» aveva risposto Manuel, guardando Fyodor dritto negli occhi
«Bene» aveva replicato a sorpresa l’altro, afferrando un braccio di Manuel «Allora, se vuoi, ti spingo. Sarà più facile, no?»
«Sì»
«Vuoi che io ti spinga?»
«Sì».
Fyodor, sempre tenendo stretto per il braccio l’aspirante suicida, lo spinse oltre il bordo. Manuel chiuse gli occhi, lo stomaco sembrò ritrarglisi fin dentro l’esofago, le gambe si irrigidirono con forza. Ma il suo corpo non cadde: Fyodor lo stava già rapidamente strattonando indietro, irresistibile.
Manuel si ritrovò con la schiena contro il muro, lontano dal bordo, lontano dal vuoto.
«Hai avuto paura?» Ghignò Fyodor
«Perché mi hai fatto avere paura questa volta? Adesso sarà più difficile riprovare. Questa paura… un uomo la dovrebbe provare una volta sola»
«Parli come un libro. Un libro aperto. Un libro strappato» i denti di Fyodor erano vicini alla sua faccia, si muovevano con la sua bocca che si apriva e si chiudeva, ipnotici nel loro bianco che spiccava contro le labbra d’ebano «Ma ascoltami bene, Manuél: io sto per farti una proposta»
«Non ho niente da darti. Ho perso tutto»
«Hai ancora qualche soldo, no? Hai la casa. I tuoi cd»
«Li vuoi? Vai a prenderteli» Manuel estrasse le chiavi di casa dalla tasca «Ecco. Entra dentro casa mia e ti puoi prendere tutto: dischi, porte, quadri, pure il portauovo a forma di culo se vuoi»
«Intrigante, specie il portauovo… ma ho un’altra proposta» Fyodor spinse la mano di Manuel, quella che reggeva le chiavi, indietro, verso il suo petto «Vendi tutta quella robaccia inutile. A me interessano i soldi»
«Puoi venderla tu»
«Troppo lavoro. Troppo lavoro, Manuèl. No, devi vendere tutto, poi prendere i soldi e venire da me»
«Tu sei pazzo»
«Non più pazzo di te che vuoi fare un volo di centoquaranta metri. Ma ascolta, fammi finire: prendi quei soldi e vieni da me. Li potrai giocare»
«A cosa?»
«Giochi. Giochi d’azzardo svariati, con poste favolose. So che ami giocare d’azzardo»
«Il gioco mi ha succhiato la vita. Quella era la vera uva per la volpe che sono. Se m’ammazzo c’è un perché»
«Aspetta. Aspetta, io so quello che vuoi, Manuél»
«Io non ti ho mai detto come mi chiamo»
«Infatti ti sto chiamando con un nome a caso. O ti chiami Manuél davvero?».
Manuèl. Con l’accento sbagliato. Ma in molti chiamavano Manuel, appunto, Manuel… anche se non era il suo vero nome. Sembrava che Fyodor lo conoscesse, anche se da lontano: sapeva il suo nome (sbagliato) e gli aveva citato i dischi (l’unica cosa che fosse rimasta a dargli un briciolo di piacere).
«Comunque, ascolta: tu vieni a giocare da me e io ti do qualunque cosa desideri» Continuò il misterioso uomo nero, facendo mezzo passo indietro «Qualunque. Ovviamente c’è un prezzo da pagare e di questo ne possiamo parlare...»
«Prendi la mia casa e vattene affanculo» quasi lo pregò Manuel
«No, ascolta, ascolta: io ti ridò tua moglie indietro. Di più, ti ridò il suo amore. E ti ricopro di oro»
«E tu che ci guadagni?»
«Mi piace giocare. E potrei sempre vincere. Che ne pensi? In breve: vieni a giocare da me, se vinci esci a mani piene, con un lavoro redditizio, pieno di soldi e con tua moglie. Se perdi, invece, ti ammazzo personalmente, che è sicuramente meglio che provare a buttarsi di sotto da qui e spaventare tutti i mocciosini che vagano ignari per i praticelli»
«Non so se mi convinci»
«Non so se qualcuno possa prometterti più di quello che ti sto promettendo io. Comunque, prenditi il tempo che ti serve per pensarci».
Fyodor estrasse dalla tasca della sua giacca un rettangolino di cartoncino verde come il panno di un tavolo da biliardo, con sopra delle parole stampate con un inchiostro rosso e riflettente, metallizzato. Lo porse a Manuel. Era un biglietto da visita, con un nome, un indirizzo e un numero di telefono.
«Ci pensi con calma. Okay?»
«Non so. Sembra uno di quei film dove un impresario senza scrupoli cerca disperati e barboni su cui fare esperimenti medici lontani da qualunque parvenza di etica che li faranno poi morire fra atroci tormenti»
«E tu non vuoi morire?»
«Non fra atroci tormenti»
«Ti prometto che non farò nessun esperimento medico su di te»
«Quanto tempo ho per pensarci?»
«Quanto vuoi. Un giorno, un mese, un anno. Tu pensaci: secondo me non hai niente da perdere».
Il sogghigno di Fyodor era eloquente.
«E se invece mi buttassi di sotto adesso?» Lo sfidò Manuel.
Fyodor allora lo spinse con violenza, costringendolo ad aggrapparsi con tutta la forza alla ringhiera per non cadere di sotto.
«Io ti darò una nuova vita, un lavoro, un amore se vincerai» Aveva promesso il misterioso uomo nero «Ma se sarai tu a perdere, dovrai darmi la tua anima. Questo è il prezzo. Questa è la fregatura: ti prendo l’anima se perdi. Tutto qui. Adesso che conosci la fregatura, credo che ci penserai meglio».
Poi si era girato, aveva aperto la porta ed era entrato nel palazzo, lasciando l’altro da solo.
Manuel si era maledetto una, due, tre volte, perché era curioso e la sua curiosità, adesso, rischiava di metterlo più nei guai di quanto non fosse. Avrebbe perso la sua anima immortale, se lo sentiva. E poi aveva pensato alle notti in cui aveva avuto qualcuno da abbracciare, al tepore delle labbra di qualcuno sulla sua fronte, sulla sua guancia, all’idea di preparare la colazione al mattino per qualcuno che amava, e tanto forte fu il dolore nel suo petto, con così tanta potenza si fece sentire il buco nel suo cuore, che credette di non avercela comunque più, un’anima. Qualcosa gliel’aveva tirata via, escissa dai tessuti del corpo, e lo aveva lasciato vuoto vuoto vuoto.
Gli rimaneva solo la paura delle altezze e nient’altro: cosa aveva da perdere?
Si era maledetto, Manuel, sapendo già che avrebbe telefonato a quel numero, che sarebbe andato a quell’indirizzo, e si sarebbe giocato l’anima.
Si era maledetto sapendo che avrebbe costretto il proprio corpo, quella vecchia carcassa con la testa piena di oscurità e lame, a trascinarsi in giro per Milano e vivere ancora per qualche giorno, anche contro la sua volontà.<font size="4">p { margin-bottom: 0.21cm; background: transparent }</font>SUCCESSIVO > + INDICE +
February 9, 2022
Un'Intervista Bizzarra: A. C Cross, @91Cross
Ama le lingue, la musica, la fantasia e gli anime. Che altro sappiamo di A. C Cross? Niente. Ed è per questo che siamo pronti a sparare la nostra raffica di domande selvagge allo scopo di stordire la preda e catturare tutte le informazioni necessarie! D. Ciao, A. C Cross! Come preferiresti che ti chiamassimo? Hai un nome, nomignolo, nometto, nome di gnometto, nome di battesimo che preferiresti che usassimo, oppure dobbiamo inventarci qualcosa noi?R. Una volta un mio amico mi chiese se ac fossero le mie iniziali o avessero a che fare con il figlio di Dio. Certo, Avanti Cristo Cross sarebbe potente da leggere, ma in questo caso andiamo di americano, EiSi.
D. EiSi! Che possiamo scrivere A. C., giusto? Sappiamo di te che ami le lingue, la musica, la fantasia e gli anime. Beh, son parecchi punti di contatto con quello che amiamo noi. Parliamo un secondo di musica: noi ti diremo una parola e tu ci dirai il primo brano che ti viene in mente. Prima parola: drago.
R. Fury of the storm dei DragonForce.
Protto!D. Proviamo con un'altra parola: fenice.R. Loredana Bertè - l'Araba Fenice. D. Le bretelle che indossi nell'avatar ci fanno pensare ad un cantante molto particolare... conosci Protto? R. Mai sentito, mi vado a documentare. D. Ti documenti spesso per le tue storie? Oppure fai ricerche solo lo stretto indispensabile, preferendo usare la fantasia per arricchire i mondi di cui scrivi? R. Certo. È fondamentale avere una solida base per poter esporre chiaramente un concetto o una tematica. Da una saga fino a una banale ma non troppo OneShot, ci vuole sempre un minimo di preparazione.
D. Scrivi spesso OneShots?
R. Ne ho scritte solo durante contest. Non mi dispiacerebbe creare un libro di sole One shot. D. Noi stiamo lavorando ad un libro di racconti auto-conclusivi che si chiamerà "Storie del Cactus" (volume 1), che prestissimo uscirà! Sarà anche un libro illustrato. Secondo te, con un titolo del genere, di cosa potrebbero parlare le storie presenti nella raccolta?R. Così, di primo impatto, mi verrebbe da pronunciare il titolo in maniera esclamativa. Se però la pensi in modo serio, concluderei dicendo racconto frizzanti e fuori dal normale.
D. Qual'è la storia più frizzante e bizzarra che tu abbia mai scritto?
R. Una One shot su una ragazza con il disturbo dissociativo di identità, con la variante che la protagonista è cosciente delle sue due alter ego. D. Scrivi più spesso storie con protagoniste femminili o con protagonisti maschili?
R. Mi piace variare, ho in ballo due progetti misti.
Potoo!D. Preferisci scrivere di mattina, di pomeriggio o di sera?
R. Generalmente alla sera. D. Qual'è la tua opinione sui potoo (gli uccelli della famiglia Nyctibiidae)?
R. Lo trovo bellissimo. D. Rettili o uccelli?
R. Uno per le ali, l'altro per la pelle resistente. Sceglierei entrambi.
Uno pteranodon. Così, a caso.D. Parliamo di quello che tutti snobbano! Diciamo, usiamo un punto di vista differente. Non tutti i rettili hanno la pelle particolarmente resistente, anzi ce ne sono di delicatissimi, e alcuni uccelli hanno ali corte e inadatte al volo... come sarebbe fatto, secondo te, un ibrido fra le specie "peggiori" (inteso come le più fragili, le più deboli, perché ovviamente tutte le creature sono a loro modo interessantissime) di rettili e uccelli? E visto che spesso gli ibridi fra le caratteristiche dei rettili e degli uccelli danno vita a sorta di "draghi", riesci ad immaginare un drago fragile?
R. Penso di sì. Senza rifermi ai draghi di DragonTrainer, lo immagino uno che ha la pelle traslucida, che esce di notte, in grado di correre veloce ma con le ali corte, che invece di volare siano utili per proteggere testa e collo, suoi punti sensibili. D. Aspetta, hai detto DragonTrainer?! Ok, qual'è il tuo drago preferito della saga (ma le furiebuie NON valgono)?R. Assurdo ma vero, sono a metà tra un bizippo (il due teste) e il cambia ala.
D. Hai mai scritto un personaggio bicefalo?
R. Un centauro bicefalo sì, ma era un semplice mostro. D. Un centauro "classico", metà uomo e metà cavallo, o sei una persona a cui piace sperimentare e mescolare altre parti di animali? Magari un uomo-tigre (ma senza maschera, eh!) o un uomo-toro (ma fatto "a centauro", non come il minotauro)...
R. Il mainstream mai piaciuto. Abbondare anche con braccia, occhi e antenne, e dare colori inusuali. Perfino l'idea di un mezzo uomo e mezzo koala, o mezzo squalo perché no?
D. Hai mai visto un koala dal vivo?
R. Con i suoi due pollici opponibili? Sì, allo zoo. D. Beh, sì certo, con i due pollici opponibili, non privato di essi. Un koala intero, insomma. E a questo punto la domanda sorge spontanea... hai mai visto un solo pezzo di koala, da qualche parte?
R. Dio no! Mi avete scambiato per il figlio di Van Pelt?
Van Pelt (da Jumanji, 1995)D. "Jumanji! Un gioco che sa trasportar chi questo mondo vuol lasciar. Tira i dadi per muovere la pedina, i numeri doppi tirano due volte, e il primo che arriva alla fine vince". Ci giocheresti, a Jumanji?
R. Sia il gioco da tavolo che quello a console. D. Qual'è l'animale che ti spaventa di più al mondo? R. Serpenti aspidi, per colpa di un'esperienza con un mio parente. D. Che esperienza? Siamo curiosissimi, dicci di più!R. Nonna che era al suo orto, l'ha morsa un'aspide appena nata, mia nonna ha preso un ramo e l'ha ammazzata, presa, messa in un barattolo e portata in farmacia per chiedere se vendevano l'antidoto. Quindi corsa di tre quarti d'ora per raggiungere l'ospedale più vicino, a settanta chilometri di distanza.Con sta dannata serpe tra le mani.
D. La cosa positiva è che una viperetta appena nata difficilmente avrebbe abbastanza veleno per fare danni ad un essere umano adulto, a parte un dolore localizzato... una piccola curiosità: lo sai che l'uccisione di qualunque rettile endemico italiano è vietata dalla legge? Quindi hai una nonna fuorilegge! Le nonne lo sono spesso, comunque... come amiamo scrivere nei nostri racconti umoristici, i vecchi sono ormai sopra alla legge. Qual'è la cosa più illegale (e magari pericolosa) che hai mai visto fare ad un anziano?
R. Bisogna correggere il punto sulle vipere: non essendo in grado di gestire la produzione di veleno, le vipere appena nate iniettano più veleno di quello richiesto. Per la questione rettili e legge, se questo fosse applicato dovremmo dare la caccia anche ai piromani e applicare molte norme che esistono ma non vengono mai applicate. D.La gestione del veleno delle vipere neonate è in realtà dibattuta (ricordiamo che i rettili sono animali semplicissimi, con un sistema nervoso e in generale con un cervello che risultano già ottimamente sviluppati fin dalla nascita, privi del sistema parasimpatico ventro-vagale e in generale molto, molto istintivi), ma anche se fosse vero (e non lo escludiamo assolutamente! Anzi, ci informeremo, grazie per lo spunto!) che iniettino più veleno di quello richiesto, per via delle dimensioni esigue delle loro ghiandole velenifere la produzione di veleno da parte di un serpentello neonato è comunque bassissima... e neppure una vipera adulta è letale per un essere umano in buona salute e completamente cresciuto (anche se c'è un sacco di allarmismo e i siti sensazionalistici ci mangiano intorno al far credere che ogni bestia del creato sia un mostro). Bisogna poi calcolare il fatto che una grande maggioranza dei morsi delle vipere viene dato "a vuoto"... compresi, molto spesso, i morsi dei piccoli. Anyway! La caccia ai piromani che incendiano i boschi bisognerebbe darla eccome, SONO effettivamente dei criminali che disprezziamo dal profondo del cuore (e speriamo che né tu né qualcuno a cui vuoi bene lo sia), ma che ciò non venga fatto è una forte mancanza da parte delle forze dell'ordine italiane. Anche se, a onor del vero, ogni tanto un piromane o due vengono acciuffati! Ma passando ad alto... sei pronto a smettere questa intervista oppure ti piacerebbero altre due domande?
R. Prego pure.Continuate pure.
D. Penultima domanda prima della chiusura! Ti piacciono i clown?
R. Ho una maschera da clown, Conta?
D. Ma Conta con la c grande perché è il nome di un clown in particolare? Un personaggio? Forse non lo sapremo mai... perché l'intervista si chiude qui! Sperando che sia stato un assaggio sufficiente ad incuriosire nuovi possibili lettori... e un'immersione, anche se minima, dentro il misterioso contenuto della tua scatola cranica.
Questa intervista vi è piaciuta? Vi va di incontrare altri scrittori messi in difficoltà dalle nostre domande? Potete trovare l'indice di tutte le nostre Interviste Bizzarre QUI !
February 8, 2022
Recensione - Tokyo Blues (Haruki Murakami)
Tokyo Blues è stato amato.Stringendo il volumetto al cuore, siamo tornati a casa e abbiamo iniziato a leggerlo.Ora, mentre scriviamo la sua recensione, scopriamo che il vero titolo del libro dovrebbe essere Norwegian Wood (ノルウェイの森 Noruwei no mori) e non Tokyo Blues, ma è così che la Feltrinelli decise di tradurlo nel 1993. In effetti, leggendolo, non abbiamo mica capito perché mai dovesse chiamarsi "Tokyo Blues", ma vabbé...Quindi, di cosa parla Norwegian Wood? Di una foresta norvegese? Oppure di blues suonati in minuscoli locali di Tokyo? Si tratta di una storia d'amore? Non proprio. Ed è qui che dobbiamo iniziare a parlare de...
1. La trama Cominciamo il nostro viaggio con il protagonista alla veneranda età di trentasette anni (veneranda solo perché, in teoria, questo è un romanzo con protagonisti adolescenti, uno di quelli di formazione) e seduto a bordo di un aereo, che sta andando per qualche motivo ad Amburgo.Durante il volo, il nostro misterioso protagonista sente una canzone diffondersi dagli altoparlanti, una musica di sottofondo che invece di essere quelle canzoncine rilassanti sulla falsariga dell'iconica musica della Wii, è Norwegian Wood dei Beatles, ma in versione orchestrale.Il nostro misterioso protagonista ne è improvvisamente agitato, turbato, sconvolto, come se avesse visto un gatto uscirgli dai pantaloni e trasformarsi in un pesce tricefalo prima di volare via su ali da pipistrello emettendo delicate flatulenze al profumo di gelsomino e Marracash.Dopo un attimo di smarrimento descrittivo, in cui arriva pure (giustamente) una povera hostess che cerca di prendersi cura di lui, il nostro misterioso protagonista inizia a ricordarsi cose a caso, tipo un cane che abbaia, le montagne e l'erba.Inizia con questa entusiasmante scoperta (yay! Cani che abbiano!) il vero e proprio racconto: il romanzo è infatti un lungo flashback, narrato in prima persona dal protagonista Tōru Watanabe (che per il resto del libro verrà chiamato quasi sempre per cognome, Watanabe, quindi sapere che si chiama Tōru sembra quasi superfluo...). Un flashback dunque, che torna indietro alla sua infanzia (su cui ci soffermiamo però poco), al suo incontro con Naoko, la fidanzata del suo unico amico Kizuki, il quale si suicida e li lascia da soli, a farsi compagnia l'un l'altro per riempire l'imbarazzato silenzio che sembra rimbombare nella sua assenza, in un vuoto che è fatto a forma di Kizuki. Si tratta dunque di una storia d'amore, magari fra Naoko e il nostro protagonista Watanabe?
No. Sì. Tutto ha in sé dell'amore, se lo si guarda dalla direzione giusta, e l'amore stesso è qualcosa di fuggevole, che tende a sguisciare e strisciare via dalle mani come un'anguilla ricoperta di vicks vaporub. Questa è una storia d'amore... ma per la vita. Per gli amici. Per le piccole cose. Un racconto che si snoda attraverso i difficili anni dell'università, la vita in collegio, l'amicizia inspiegabile di Watanabe (che è un bravo ragazzo che più bravo non si può, potrebbero farlo santo se non fosse che cade nelle tentazioni di un certo tizio...) con Nagasawa, ragazzo spregiudicato, bastardo, arrampicatore sociale, cornificatore seriale (nonché tizio che tenta il nostro povero Watanabe a fare robe che lui non vorrebbe né dovrebbe fare), e quello per Midori, compagna di corso all'università con una vita provata da lutti familiari (nonché personaggio iconico, meraviglioso, fighissimo, fuori di testa). L'intera vicenda è ambientata alla fine degli anni sessanta, tra il 1968 e il 1970, nel bel mezzo di un periodo rivoluzionario, perciò sbadabim sbadabam, occupazioni delle università, moti rivoluzionari, propaganda a tutto spiano... però non preoccupatevi, se queste cose vi interessano poco: il nostro tranquillo Watanabe se ne frega altamente della rivoluzione. Possiamo in realtà dire che questa rivoluzione avviene dentro di lui. Watanabe ha una famiglia normale, medio-borghese, non gli manca nulla ed è educato, gentile, abbastanza studioso e con una passione per i piccoli viaggi, per la natura, per la musica. Insomma, è fortunato, no? Però se da un lato potrebbe (e dovrebbe) avere una vita normale, dall'altro è sfigatissimo e tutte le persone a cui vuole bene, in un modo o nell'altro, escono dalla sua vita... ma qui ci sono spoiler grossi, perciò shhh!Riuscirà Watanabe a superare i lutti, gli abbandoni, i problemi che lo affliggono? Eh, lo scoprirete solo leggendo Tokyo Blues, l'unico libro non ambientato a Tokyo (ma in paesucci vicini sì, siamo sempre nel distretto) e senza blues ad avere questo titolo!
2. La copertina Ci siamo dimenticati di scannerizzare la copertina dell'edizione che abbiamo letto noi, abbiamo restituito il libro in biblioteca pochi minuti fa, e ora trovare un'immagine in buona risoluzione ci risulta difficilino.Perciò eccola qui in bassissima risoluzione, beccata su internet (e non è neanche esattamente uguale alla nostra, che aveva solo il nome dell'autore e il titolo "Tokyo Blues"):
Obbiettivo: colori sparaflescianti e immagine sgranata.Prima di trovare le immagini su internet, eravamo convinti che la copertina fosse arancione chiaro, non rossa. Arancione. Ma si vede che la versione che avevamo noi era solo troppo consumata per mostrare i suoi colori originali!Ma che cosa diranno mai questi ideogrammi? Presenti SOLO nella versione italiana, che ha deciso di fregarsene altamente del contenuto del romanzo, questa copertina dai colori neon (o un poco comunisti, dipende dal punto di vista) porta impresso il nome dell'autore, Haruki Murakami, in Kanji.Ci tengono tanto a farci sapere chi ha scritto il libro, eh?A parte questa vecchissima della Feltrinelli, Norwegian Wood può vantare forse decine di copertine diverse da ogni parte del mondo, essendo uno dei libri più di successo di HARUKI MURAKAMI (scusate, ma abbiamo appena capito che va scritto tutto grande, visto il modo in cui lo sbattono in copertina).
Non le possiamo mostrare tutte, ma un paio sì...
Quella iconica:
Gambe o tronchi? O qualcosa di diverso?In qualche modo, anche se a colori invertiti, ricorda la bandiera giapponese, ma al suo interno, nel cerchio color crema, vediamo delle figure che potrebbero essere cose diverse: i tronchi degli alberi (un bosco è particolarmente importante nella narrazione), oppure le gambe e i piedi dei tre "protagonisti"... che poi cambiano, durante la narrazione, ma sono in qualche modo sempre tre: Watanabe e due suoi amici, che si sostituiscono in maniera ciclica durante la sfortunata storia del protagonista, perdendosi e ritrovandosi, oppure scomparendo e non tornando mai più per essere poi sostituiti da qualcun altro. Sempre in tre.
Insomma, è una copertina perfetta. Gli diamo nove e mezzo, nonostante sia semplicissima (e di solito noi preferiamo le copertine cariche, quasi barocche) perché traspone perfettamente il "feeling" del romanzo. Non prende dieci solo per i nostri difficilissimi gusti personali, ma è forse una delle copertine più adatte al romanzo della storia delle copertine. Complimenti al grafico di Einaudi.
Bonus cover:
A sorpresa, se cerchi "Norvwegian Wood", ciccia fuori anche un libro che non è di HARUKI MURAKAMI e non è neanche un romanzo, ma un manuale su come tagliare, accatastare e scaldarsi con la legna. Che dire, volevamo riportarvelo come una piccola curiosità ;)3. Cosa ci è piaciuto: Sembrerà strano ai più, ma ci è piaciuto il modo in cui questo romanzo parla di sesso: all'inizio in maniera timida, velata, toccando l'argomento in quel modo pudico e strano, ma desideroso, degli adolescenti, e poi in maniera sempre più aperta, tranquilla, normale. Le scene di sesso sono tante, ma sono inserite benissimo all'interno della narrazione e sono diverse fra loro, disparate, ed è assente quel senso di vergogna opprimente che a volte si può trovare nei romanzi di formazione e che quasi sempre permea la visione occidentale della sessualità.L'intimità è qui trattata in una maniera naturale e diversificata, con persone diverse che amano cose diverse... e il nostro protagonista, il giovane Tōru Watanabe, non giudica mai in maniera negativa le ragazze che di sessualità e di desideri ne parlano apertamente o che la praticano. Cioè, lui e la sua amica Midori finiscono pure per andarsi a guardare assieme un film porno in sala... e quella parte l'abbiamo trovata, sotto sotto, esilarante. Ma che c'è da dire? Tōru è un ragazzo d'oro.Ed ecco cos'altro ci è piaciuto! Nonostante sia effettivamente proprio un bravo ragazzo, Watanabe non si lascia trascinare dagli eventi del tutto inerte (anche se ha i suoi momenti di stasi e indecisione, ma è ovvio, è il protagonista adolescente di un romanzo di formazione!), ma ha dei suoi gusti personali, un modo di pensare ben preciso, e ci tiene a farci sapere cosa ama, cosa sa fare, il suo essere intero attraverso le azioni e i pensieri.Il rapporto che ha poi con la sua compagna di scuola, Midori, è una cosa fantastica.Midori è un personaggio anomalo, una meravigliosa matta, una pulzella fragile e forte che danza sul filo che divide l'erotomania e il romanticismo, una cuoca bravissima, ma anche un'amica sincera. Beh, fin troppo sincera. Sincera livello "ehi ciao nuovo amico, vuoi sapere che tipo di tortura BDSM mi piacerebbe provare qualche volta? Eh? E che te ne pare se ti racconto tutte le fantasie che ho fatto su di te?".E vi ritroverete invece a fare pensieri profondissimi insieme a lei e Watanabe che mangiano frittatine o che guardano divampare un incendio che rischia di carbonizzare il quartiere invece di scappare via e mettersi in salvo.
"La morte non è l'opposto della vita, ma sua parte integrante. Tradotto in parole suona piuttosto banale, ma allora non era così che lo percepivo, ma come un grumo d'aria presente dentro di me. La morte era parte di quel fermacarte, parte indissolubile delle quattro palline bianche e rosse allineate sul tavolo di biliardo. E sentivo che noi vivevamo inspirandola nei polmoni come una finissima polvere. Fino ad allora io avevo sempre considerato la morte come una realtà indipendente, completamente separata dalla vita. Come a dire: 'Un giorno prima o poi la morte allungherà le sue mani su di noi. Ne consegue che fino a quando ciò non avverrà essa non potrà toccarci in nessun modo?" La separazione fra la vita e la morte si fa sottile in questo libro, dove tutto è permeato dal concetto che il lutto, la perdita, fanno parte della vita stessa. Tutti perdiamo qualcosa. Tutti guadagniamo qualcosa.
Ciò che conta è il ricordo, l'amore che abbiamo provato e che proveremo ancora, quei profumi antichi, quei tocchi, che ancora vivono nella nostra mente.D'altronde è così che inizia il libro: con un ricordo, "triggerato" dal suono di una canzone, Norwegian Wood... che fra l'altro non avevamo mai ascoltato prima d'ora! E se neanche voi l'avevate mai sentita, eccola qui:
Altro fantastico punto di forza è il modo in cui vengono trattate le malattie mentali, ovvero come... malattie! Finalmente! Finalmente un romanzo dove chi ha problemi a relazionarsi con il mondo per colpa dei traumi viene curato e dove non viene colpevolizzato chi ha episodi depressivi!Whoosh... e poi, secondo noi, amerete la "clinica" alternativa che Watanabe visita (il perché non possiamo dirvelo, ovviamente, perché è spoiler), immersa nella natura, tranquilla, con le galline, i conigli e un pappagallo che insulta chi si prende cura di lui.
4. Cosa non ci è piaciuto: Difficile da dire se non ci si pensa, così a caldo, perché comunque lascia una bella sensazione nostalgica, delicata, e la voglia di "fare", di vivere. Si tratta di un bel libro, laddove anche i personaggi che ci stavano antipatici, alla fine, erano necessari alla narrazione. Non c'è luce, se non ci sono ombre.Forse... forse però alcuni punti deboli ci sono, se ci fermiamo a riflettere, andando in maniera oggettiva al di là della bellezza della narrazione. Ad esempio, nonostante il romanzo sia narrato in prima persona (e questa è una cosa che sappiamo dare fastidio ad alcuni di voi, ma fidatevi, è comunque una narrazione bellissima) Watanabe non parla mai dei suoi genitori. Ma tipo mai. Sappiamo che ci sono e che sono persone normali, ma 'sto ragazzo va sempre in giro da solo tipo orfanello e, boh, puzza un po' di irrealistico, di forzatura di trama fatta perché HARUKI MURAKAMI non voleva inserire la seccatura dei genitori nell'equazione.Ah, e poi un'altra cosa che non è proprio fantastica: la prefazione contiene spoiler belli grossi. Non leggetela! Non leggete la prefazione prima della storia!Alcune considerazioni fatte dai personaggi, poi, sono strane. Per esempio... (TW: si parla di suicidio) descrivendo cosa è successo prima dell'estremo gesto di una ragazza, uno dei personaggi dice testualmente: “Aveva pensato a tutto, si era portata dietro perfino la corda”. Ma... in che senso "perfino"? Visto che voleva impiccarsi ad un albero, cosa avrebbe dovuto portarsi, un mazzo di carte da briscola?
E parliamoci chiaro, di questo tipo di battute il libro ne è pieno. Anche se, a ben vedere, più che un difetto potrebbe essere il modo di parlare di alcuni personaggi. Conosciamo persone che potrebbero essere le controfigure di Capitan Ovvio nella realtà e riteniamo che forse anche loro meritino di essere rappresentate nei romanzi.(La cosa della corda ci ha fatti ridere comunque. Sorry, siamo brutte persone-cactus).
Normalmente non leggiamo questo tipo di romanzi, quindi non è il nostro genere di libro, però è stato bello ugualmente. Insomma, per essere quello che è ci è piaciuto. Bravo Haruki! Probabilmente leggeremo qualcos'altro di tuo, magari che non parli solo di adolescenti pieni di problemi.
Voto complessivo: 71 su 100. Sei stato promosso, libro bello! A chi lo consigliamo Vi piacciono le letture nostalgiche, che si interroghino sul senso della vita? Avete perso un amico caro da poco e volete qualcuno a cui sentirvi vicini? Forse Tokyo Blues, aka Norwegian Wood, è la lettura per voi.Sconsigliato invece ai minori (in particolar modo quelli impressionabili) non solo per la presenza di molte scene sessuali abbastanza esplicite (esplicite ma non scabrose, eh! Sono molto, ehm, anatomiche), ma anche perché effettivamente tratta di temi delicatissimi e un tantino depressivi, se non ci si è abituati, come per esempio il suicidio. E di suicidi ce ne sono tantissimi qui dentro, ti fa quasi pensare che la gioventù giapponese passi il suo tempo a studiare e provare a suicidarsi. Dài, scherziamo... oppure anche no...
In generale, chi odia i romanzi tristi è meglio che questo libro lo posi chiuso a faccia in giù e si allontani con cautela.
Dove potete comprare il libro? Murakami è lo scrittore giapponese più letto e tradotto al mondo, perciò dovreste trovarlo in qualunque libreria che non sia strettamente specializzata (oppure razzista). Andate lì fuori e acchiappate il libro!
Caso vuole che abbiamo un’affiliazione con Amazon, perciò se vi salta il ghiribizzo di volere in casa un libro sulla cui copertina ci sono gambe-tronchi, date un’occhiata all’inserzione dal link che vi lasciamo qui! Così, voi pagate proprio gnente in più e non vi cambia nulla (tranne che cliccare sul link che vi lasciamo è più comodo), mentre noi ci guadagniamo un paio di centesimi extra. Consideratelo. Ecco il link! Se volete leggerlo prima di comprarlo, invece di piratarlo, non dimenticate di provare a fare un salto in biblioteca! Date amore alle vostre biblioteche! Che cosa ne pensate del libro? Siete d'accordo con noi su tutto, siamo stati troppo cattivi (perché un po' cattivi lo siamo sempre, è normale nelle recensioni spinose) o siamo stati troppo indulgenti? Fateci sapere, e alla prossima recensione! P.S.: Suggeriteci libri da recensire! (Meglio se gratis, che siamo senza soldi. Ma accettiamo di tutto). Nota: un sacco di gente si limita a dirci il titolo del libro da recensire, o addirittura a scrivere un sacco di titoli in fila, e non abbiamo davvero il tempo di andare a controllare una ad una tutte le trame per decidere se ci interessano o no, perciò per favore potete scrivere un piccolo abbozzo di cosa parla il libro? Così possiamo decidere se controllare la trama ed eventualmente leggerlo. Per fare un esempio: "Ehi, Cactus! Vi consiglio La Magia del Lupo di Michelle Paver perché è un fantasy diverso dal solito, ambientato nella preistoria, ed è molto avventuroso!" oppure "Ciao, vi consiglio Nina, La Bambina della Sesta Luna, perché è un libro per bambini davvero brutto e mi piacerebbe leggere una recensione scritta da voi per spanciarmi dalle risate". Cercate i nostri segni, trovate l'ispirazione, e alla prossima recensione!



