Carragh Sheridan's Blog, page 21

December 3, 2017

Pillole d’amore da Fin de Siècle. Amore proibito… Sognatemi Theresa…

Pillole d’amore direttamente da:
Fin de Siècle. Amore poribito

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James si inchinò per poi toccarsi la tesa del cilindro in segno di saluto.

«È stato solo un piacere» disse rivolgendosi di nuovo alla carrozza e porgendo la mano a Theresa in procinto di scendere.

Gli occhi di lei lo fissarono come due tizzoni ardenti.

Non si mosse e non sembrava intenzionata a posare la sua mano in quella di lui.

Le bellissime labbra di James si piegarono in un sorriso sardonico.

«Se non vi decidete a scendere – sussurrò sostenendo lo sguardo di lei – mi vedrò costretto a portarvi a casa con me».

Il volto della ragazza si rabbuiò.

Quell’individuo riusciva sempre a dire cose che la mettevano a disagio.

Lei sentiva a istinto che se non fosse stata attenta lui le avrebbe anche messe in pratica certe proposte indecenti che sembrava divertirsi a farle.

«Ma forse è proprio quello che desiderate» disse di nuovo lui con tono ancora più basso.

Theresa sussultò arrossendo visibilmente, poi mise la sua mano in quella di lui e una scarica elettrica le percorse il corpo.

A quel contatto percepì il calore della mano di lui nonostante la barriera dei guanti di entrambi.

Un’emozione intensa esplose dentro di lei.

L’uomo percepì la stessa cosa e ne fu sorpreso.

Erano anni che non gli capitava di provare emozioni tanto intense al solo contatto con la mano di una donna.

I suoi occhi non smettevano di fissare Theresa che stava scendendo dalla carrozza.

Era rossa in viso e lui sapeva che era in preda all’agitazione.

Lo percepiva.

Strinse la piccola mano nella sua come a non voler interrompere quel contatto caldo.

Fu questione di un attimo, poi lei strappò la mano dalla stretta e tornò a osservarlo con due occhi profondi e riottosi.

«Io non concordo – sibilò Theresa – sul fatto che la serata sia stata splendida».

Poi si mosse per raggiungere l’amica che stava aprendo la porta dell’atelier.

Prima di allontanarsi percepì la mano di James che era di nuovo scivolata nella sua e il calore del corpo dell’uomo che si era mosso ed era vicinissimo a lei.

«Per me – sussurrò lui – è stata una serata meravigliosa».

Il battito cardiaco di Theresa accelerò nel sentirsi invasa dal respiro caldo di lui che soffiava nel suo orecchio, mentre la mano di James intrecciava le sue dita a quelle di lei.

«Io – disse lei con il respiro corto – vi detesto».

«Io – soffiò di nuovo lui nel suo orecchio – invece vorrei poter bisticciare ancora con voi come questa sera. La nostra battaglia è terribilmente eccitante per me».

«Potrei essere un nemico tremendo per voi».

«Sono disposto ad ardere nelle fiamme del fuoco che avete dentro per conoscervi meglio».

«Non vi concederò mai di conoscermi meglio».

«Allora è guerra?».

«Fino all’ultimo respiro».

«Il mio sono certo che lo esalerò tra le vostre braccia».

«Siete indecentemente sfacciato» si scandalizzò lei.

«E pensate che la nostra battaglia è solo ai primi timidi scontri».

Theresa trovò terribilmente fastidioso il fatto che lui fosse divertito dalla situazione.

Sfacciato, arrogante e presuntuoso.

Ma se pensava di poter avere anche la minima speranza che lei gli concedesse anche solo un po’ di attenzione si era sbagliato di grosso.

«Se vi scontrate con me preparatevi a farvi molto male mister Abbott» disse risoluta.

«Sono inesorabilmente attratto dalle sfide miss Murphy. Dentro di voi arde il fuoco ma la mia anima non è da meno. Preparatevi a scottarvi anche voi» sorrise lui diabolico.

«Questo è tutto da vedere» piegò le labbra lei fiera e infuriata.

Poi strappò la sua mano via da quella di lui e gli diede le spalle per allontanarsi.

«Sognatemi Theresa» la provocò lui alle spalle.

«Questo non avverrà mai» commentò lei voltandosi a guardarlo per poi voltarsi di nuovo e raggiungere Charlotte che la attendeva sulla porta dell’atelier.

Aveva mentito e lo sapeva.

Come sapeva che quella notte i suoi sogni sarebbero stati turbati e agitati non solo dall’immagine di James Abbott o dal ricordo del calore del suo respiro.


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Published on December 03, 2017 01:00

November 30, 2017

Mondorosa. Debutto in società, oggi come allora, quando una fanciulla anelava al matrimonio.

E anche oggi vorrei continuare a parlare di donne, di donne di ieri e di oggi nel nostro Mondorosa. E parliamo di Donne, di Epoca Vittoriana e di debutto in società. Un evento tra sogno e realtà che ogni fanciulla sognava di poter vivere all’epoca (e forse un po’ anche oggi nel profondo delle anime romantiche).






Per il debutto le giovani ladies, dopo essere state adeguatamente preparare ed educate a diventare mogli eccellenti, si dovevano preoccupare anche del guardaroba. Precisamente di farsi un guardaroba nuovo per l’occasione. Ovviamente se potevano permetterselo. Per cui allora come oggi l’apparenza la faceva da padrona. Perché il conquistare il giusto marito era l’obiettivo primario.

Pertanto le fanciulle si recavano dalle sarte con un grande anticipo per farsi confezionare abiti su misura, modelli unici con tessuti pregiati. Che nel periodo vittoriano erano prevalentemente sete, broccati, velluti e damaschi. Sceglievano scarpe coordinate, poi c’era il confezionamento dei cappellini letteralmente personalizzati. E lì si vedevano sfoggiare fiori e piume. Non da meno erano le borsette (accessorio imprescindibile nel guardaroba dei una donna anche oggi), guanti, cappotti, ventagli (adesso non più tanto indispensabili a dire il vero), nastri e qualsiasi accessorio che servisse loro a non sfigurare davanti alle cosiddette concorrenti per la corsa al matrimonio ottimale.

Un’attenzione speciale era riservata alle acconciature. Raffinate, complicate, ornate di perle e brillantini, fiori, nastri, si potevano vedere ciocche intrecciate sapientemente e, spesso, pettinature molto elaborate grazie all’intervento di ferri caldi con cui si potevano arricciare i capelli.

Ma la cosa più inquietante (almeno dal mio punto di vista) era l’attenzione di allora (come purtroppo anche di oggi) alla linea. A causa dei banchetti luculliani che si consumavano durante importanti pranzi e cene, una delle preoccupazioni maggiori per le ladies dell’epoca era quella di ingrassare. Così le rispettive cameriere servivano loro frugali e spessissimo saltuari pasti per questo motivo. Insomma il vecchio detto devi soffrire se bella vuoi apparire è sempre esistito e purtroppo sta resistendo al tempo che passa.





Però non tutte le donne nell’epoca vittoriana si preoccupavano di simili quisquilie. Esisteva anche una fetta di popolazione femminile dedita ad altri interessi. E, magari, impegnata a costruirsi un futuro e una vita che non dipendessero dal proprio aspetto fisico. Ma, soprattutto, che non dipendessero dall’esistenza o meno di un marito. Come Charlotte protagonista del primo volume della serie Fin de Siècle, Fin de Siècle. Amore Proibito, che sogna di dimenticare il proprio passato e riesce a costruirsi una carriera come sarta, con fatica e sacrifici ma tanta determinazione, all’amore lei nemmeno ci pensa. Però l’amore quando ha deciso di colpirti proprio se ne infischia delle tue opinioni. Arriva e basta! e nel caso di Charlotte arriva nei panni del fascinoso e nobile Lord Anthony Bramby che, per riparare a un’ingiustizia che non avrebbe mai dovuto essere commessa nei confronti dell’onesta sarta, le offre un’opportunità imperdibile ma non può fare a meno di permettere al suo cuore di palpitare per lei ogni volta che si incontrano, anche se il loro è un amore proibito.


 


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Published on November 30, 2017 04:00

November 29, 2017

Pillole d’amore da Ritorno ad Abbey Court, non amo mia moglie ma sono innamorato di un’altra

Pillole d’amore direttamente da:
Ritorno ad Abbey Court

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Gli occhi azzurri di Jeremy la osservarono e le sue labbra si piegarono in un sorriso.

Avrebbe voluto dirle che del sentimento per Elizabeth non solo non c’era più ma non c’era nemmeno mai stato.

Però non parlava.

«Elizabeth è convinta che tu abbia un’altra donna» riprese Olivia.

«Non è lontana dalla verità» disse lui piano.

Gli occhi di Olivia si velarono di contrarietà.

«Allora siete pari» disse acida.

«Non ho detto che ho un’altra donna – si sentì in dovere di precisare lui – ma sono innamorato di un’altra».

Olivia scrollò il capo.

Doveva andarsene da quel posto.

Quella conversazione stava diventando insostenibile.

Jeremy ed Elizabeth si stavano facendo del male, ma forse si meritavano l’un l’altro.

«Allora ti dico ciò che ho detto a tua moglie – disse dura – non mettetemi più in mezzo. Tenetemi fuori dalle vostre beghe. E poi tutti si domandano per quale motivo ho lasciato questo maledetto posto dieci anni fa».

Detto ciò si allontanò per andarsene ma la mano di Jeremy la fermò afferrandola per un polso.

La strattonò verso di sé e la strinse contro il proprio corpo.

«Non ho nessuna amante – sussurrò avvolgendola in un abbraccio – non ho mai amato tua cugina ma in dieci anni di matrimonio non l’ho mai tradita».

«Ti ho detto che non mi interessa» disse Olivia cercando di liberarsi dalla stretta ma lui lo impedì.

«Un’altra donna è al centro dei miei pensieri – riprese lui a bassa voce – questo è vero ma provare dei sentimenti non è così immorale e a questa donna non ho mai detto niente anche se nella mia anima ci è entrata ormai da quel lontano giorno in cui ha assistito al mio matrimonio per poi fuggire lontano da questo paese senza dare più notizie di sé».

Olivia percepì le gambe che le cedevano.

La sua razionalità si rifiutava di accettare ciò che Jeremy aveva detto, ma nel profondo del suo cuore, forse, erano anni che sperava di sentire quelle parole.

Dischiuse le labbra per controbattere anche se non aveva la minima idea di cosa dire e le labbra dell’uomo non gliene diedero il tempo baciandola con dolcezza.

Un bacio lieve che divenne a poco a poco sempre più passionale ed esigente mentre le braccia non la liberavano da quell’abbraccio disperato.

Per un istante interminabile Olivia perse il senso di ciò che la circondava, del tempo, dello spazio e percepì solamente il calore di quel corpo, il benessere che la invadeva tra le braccia di lui, l’urgenza delle sue mani bollenti che la sfioravano.

Senza nemmeno rendersene conto cominciò a ricambiare quei baci con la stessa intensità.


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Published on November 29, 2017 05:30

November 28, 2017

Pillole d’amore. Cosa vuoi dirmi, cosa vuoi fare, cosa stai pensando, cosa ti tormenta, cosa aspetti a baciarmi…

Pillole d’amore direttamente da:
La Rosa di Natale

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Gli occhi di Charles abbandonarono le sue labbra per posarsi nei suoi occhi. La fissava. Dischiuse le labbra quasi volesse parlare. Ma non lo fece.

«Cosa?» chiese lei con voce quasi impercettibile. Come se in quella parola potesse essere racchiuso un intero discorso. Cosa vuoi dirmi, cosa vuoi fare, cosa stai pensando, cosa ti tormenta, cosa aspetti a baciarmi…

«Non lo so» sussurrò lui avvicinandosi. Costringendola con la schiena schiacciata contro la porta della sua stanza. Constance percepì tutto il tormento che lo faceva soffrire. La dicotomia. Tra il giusto e lo sbagliato. Tra il dovere e il desiderio. E percepì la sofferenza di un desiderio trattenuto a stento. Poi lui posò una mano con delicatezza sul viso di lei. La fece scivolare tra i suoi capelli. Senza smettere di guardarla negli occhi.

Charles vide nel profondo degli occhi di lei un abisso di desiderio. E per un istante si illuse che lei potesse ricambiare almeno in parte il suo tormento.

Appoggiò le sue labbra su quelle della donna. Cominciò a baciare quelle labbra con una dolcezza che non ricordava nemmeno più. Sentì il suo sapore mentre Constance ricambiava il bacio. Lui la avvolse in un abbraccio stringendola al proprio corpo. E per un lunghissimo istante si lasciò andare all’estasi. Fino a quando il tormento tornò a farsi sentire di nuovo.

«Non è la cosa giusta» sussurrò lui.

Constance percepì il respiro di lui. Caldo e dolce. E la sofferenza di lui. «Lo so» disse piano con voce quasi impercettibile. Poi aprì la porta della stanza, dietro le sue spalle. Scivolò fuori dal suo abbraccio, sparì dentro la stanza e chiuse la porta.

Charles impiegò qualche istante a riprendersi. Appoggiò la fronte alla porta frustrato. E infine decise di tornare nella propria stanza. L’unica cosa da fare era stendersi e provare a prendere sonno.






 




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Published on November 28, 2017 01:00

November 25, 2017

Pillole d’amore da Baci e bugie sotto il vischio… smettila di cercare di cacciarmi

Pillole d’amore direttamente da:
Baci e bugie sotto il vischio

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«Non ti conviene – fece una smorfia lei – se vuoi tornare a Londra ancora intero».

«Sono così violenti?» si mise a ridere Ben.

«Loro no. Ma io sì» concluse Sarah pulendosi le mani nel grembiule che copriva i jeans.

«Davanti a una richiesta tanto accorata come dire di no» sorrise lui.

«Per favore assaggia» disse Sarah prendendo un biscotto dal vassoio e appoggiandolo sulle labbra di Logan.

Un gesto istintivo di cui si pentì immediatamente, appena le sue dita sfiorarono le labbra morbide di lui e i suoi occhi incontrarono i due laghi trasparenti che erano quelli di Ben e che in quel momento la stavano osservando incupiti.

«Non sono sicura che siano venuti bene» sussurrò lei imbarazzata.

Ma non riuscì a distogliere lo sguardo da quello di lui.

L’uomo dischiuse leggermente le labbra e prese il biscotto indugiando a quel contatto che Sarah interruppe immediatamente ritraendo la mano di scatto e distogliendo lo sguardo.

«I biscotti sono buoni» la trasse dall’imbarazzo la voce di Logan.

«Ora dimmi cosa mi devo aspettare dalla famosa vigilia dei Miller».

«È una tradizione della mia famiglia – disse lei finendo di sistemare i biscotti – nel pomeriggio arriva qualche mio parente, si passa la giornata insieme, questa sera poi c’è il rituale di addobbare l’albero di Natale e dopo cena se ne vanno. Niente di speciale».

«E dove sta la fregatura?» chiese lui diffidente.

Gli occhi nocciola di Sarah lo fissarono e le sue belle labbra si piegarono in un sorriso forzato.

«Diciamo che tra tutti i parenti – disse alzando le spalle – i miei genitori sono i meno svitati della famiglia».

Ben scoppiò a ridere.

«Si preannuncia una vigilia divertente» scherzò.

«Potrebbe capitare – riprese lei cauta – che abbiano un po’ di interesse a conoscere meglio il mio fidanzato. Diciamo che mia madre non si è risparmiata nell’elencare le doti della mia conquista sentimentale».

«Che tipo di interesse mi devo aspettare?» chiese lui incrociando le braccia sul petto.

«Un po’ di interesse».

«Quantifichiamo questo po’ di interesse».

«Direi che il termine migliore per definirlo è – Sarah indugiò prima di finire la frase – morboso. Sono terribilmente invadenti».

Lui la guardò storto.

«Ma se vuoi – disse lei piano – puoi andartene. So che abbiamo un accordo ma non potrei mai obbligarti a sopportare la famiglia Miller al completo. Mi inventerò qualche impegno importante a Londra così puoi partire anche subito. Io non voglio».

Ben bloccò il flusso delle parole di lei appoggiando dolcemente le dita sulle sue labbra.

Sarah fu attraversata da un brivido a quel contatto.

«Smettila di cercare di cacciarmi» disse lui sorridendo.


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Published on November 25, 2017 02:18

November 23, 2017

The Fairies are weeping, when a young woman flees from an arranged marriage, a handsome stranger unexpectedly stirs her heart




The Fairies are weeping is available. A brief tale of the love between Victoria and Ted, taking place on a winter’s night, just as the first snow of the season starts to fall from the skies above London. When a young woman flees from an arranged marriage, a handsome stranger unexpectedly stirs her heart.


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And now: a short extract from the story for you all….


[image error]A heavy silence fell upon them.

“You are already engaged, are you not, sir?” she asked finally, as if she had just uncovered the truth at that moment. Her cheeks began to turn violet.

“It isn’t just that,” he replied with restraint in his voice, turning again to her.

“Excuse me,” said Victoria, lowering her eyes. “I have behaved like a fool and I have embarrassed you.”

“You are not a fool,” he smiled, squeezing her hands more tightly. “You are very sweet and innocent. It’s just that at times, things are not so simple.”

Victoria sighed deeply as the clock tower bell chimed midnight.

Light snowflakes, almost weightless, began drifting down from the sky. Tiny, white butterflies danced in the wind among the bare trees.

The two young people turned their eyes up towards the dark sky.

“The fairies are weeping,” she whispered.

“What?” asked Ted, looking back at her.

Victoria turned her grey eyes back at him and smiled.

“In the lands of the north they say that when snowflakes fall at midnight, they are the tears of fairies falling on the ground. The fairies are weeping.”


Ebook available on Amazon. 


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Published on November 23, 2017 17:30

Mondorosa. Le donne vittoriane e il corsetto, uno strumento di tortura per avere un vitino di vespa, ma c’era anche chi se lo toglieva…

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E anche oggi vorrei parlare di donne ed Epoca Vittoriana. Di donne, di XIX secolo e di moda dell’epoca. Sì perché anche all’epoca la moda aveva un valore determinante nella vita di una lady. Un po’ come oggi. E ritorniamo al vecchio detto: per comparire bisogna soffrire, detto sul quale personalmente io dissento fortemente ma che a quanto sembra, allora come oggi, ha un’importanza notevole nella vita di un certo tipo di donne e di conseguenza sulla loro autostima. Essere bella è sempre stato un ideale da raggiungere. Essere bella e ammirata ha sempre avuto notevoli vantaggi, sulla vita delle donne e, di conseguenza, sulla loro sicurezza interiore. Nel 1800 la situazione non era tanto dissimile da quella di oggi. E uno degli obiettivi da raggiungere era quello di avere una linea invidiabile. Arrivando possibilmente ad avere quello che viene definito ancora oggi un vitino di vespa. Cioè un giro vita talmente sottile (possibilmente da non superare i 40 centimetri) che appariva ancora più esile in contrasto con l’ampiezza delle sottane che si indossavano all’epoca. Artificio che poteva essere creato solamente utilizzando un vero e proprio strumento di tortura: il corsetto. Insomma il tortuoso percorso per essere bella (perché solo di tortura si può parlare in questo caso) cominciava fin dalla giovanissima età e non aveva fine per tutta la vita.

[image error]I corsetti permettevano di avere quella figura a clessidra che era tanto di moda all’epoca non si potevano, però, definire accessori di bellezza ma veri e propri strumenti di tortura che oltre ad essere fastidiosi potevano portare anche conseguenze fisiche non trascurabili. Eccessivamente stretti spingevano il seno verso l’alto dando l’illusione di un generoso decolté anche quando questi erano perfettamente nella normalità. Ma, di contro, non solo stringevano la circonferenza della vita ma inarcavano le reni spingendo il petto verso l’alto. E, soprattutto, comprimevano in modo del tutta innaturale e forzato gli organi interni, serrandoli in una gabbia che arrivava a deformarli. Con conseguenti disturbi fisici, partendo dallo svenimento (spesso dovuto alla compressione dell’area polmonare) fino ad arrivare a veri propri disturbi anche digestivi.

Considerando che come da costume per l’epoca le ladies di alto rango dovevano avere un fisico adatto ad ogni tipo di abito si può solo pensare al quantitativo di busti/corsetti che un guardaroba doveva contemplare. Uno strumento di tortura da indossare sempre, senza eccezione di sorta, nemmeno quando si praticava sport (che verso la fine dell’800 cominciava ad essere praticato anche dalle donne) si era esentate dall’indossare un corsetto.


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Il corsetto, pertanto, non solo non era di aiuto alla figura femminile, al contrario era un pericolo perché alterava la struttura del corpo in modo innaturale. Inoltre i danni provocati dal corsetto andavano a incidere sulla gravidanza, periodo in cui il suo utilizzo risultava dannoso oltre che per la donna anche per il feto che rischiava di essere deformato. Purtroppo, però, all’epoca le donne indossavano il micidiale strumento anche durante il periodo gestazionale soprattutto perché l’apparenza, allora, valeva molto più della sostanza e il corpo ingrossato da una gravidanza risultava scandaloso e fastidioso alla vista. Per fortuna, se così possiamo dire, i corsetti e i bustini in ferro sparirono presto per lasciare il posto a modelli in tessuto dotati di rinforzi, inizialmente in stecche di balena e vimini o legno, abbastanza flessibili da non spezzarsi ma forti a sufficienza da riuscire a modellare il corpo.

In sintesi avrebbero dovuto trascorrere ancora molti anni prima che una donna imparasse a capire che forse forse modellare ciò che la natura le ha donato non era una buona idea. E a capire che magari la sostanza è un po’ più importante dell’apparenza. Ma su questo permettetemi qualche dubbio personale.







 


E poi c’erano quelle che forse non erano ladies ma erano e si sentivano donne, così andavano contro ogni convenzione e il corsetto se lo toglievano… come Theresa, la seconda sarta del prestigioso Atelier Bramby, nonché amica di Charlotte e oggetto del bruciante desiderio di James Abbott che ha innescato con lei un duello verbale a base di fuoco e veleno… come finirà la loro burrascosa guerra di seduzione?


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In attesa di scoprire cosa accadrà tra Theresa e James nel secondo volume della serie ricordo che Fin de Siècle. Amore proibito, primo volume della serie Fin de Siècle, è disponibile su Amazon in formato cartaceo ed ebook (anche in lettura gratuita con abbonamento KindleUnlimited.
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Published on November 23, 2017 07:14

November 20, 2017

Mondorosa. Donne. Oltre alle gambe e al sorriso c’è di più… donne e invenzioni che hanno cambiato il mondo.

Anche oggi vorrei immergermi con voi nel Mondorosa. E quest’oggi vorrei parlare di donne e invenzioni, dell’importanza delle donne nel mondo delle invenzioni. Perché non tutti sanno che buona parte delle invenzioni che oggi vengono ritenute moderne e accettate come normali un tempo non solo non esistevano ma, spesso, nascevano quasi per necessità, con lo scopo di migliore e facilitare la vita quotidiana. E sicuramente non tutti sanno che buona parte di queste invenzioni devono la loro nascita grazie all’idea o all’intuizione proprio di una donna. E non sto parlando solo di invenzioni per migliorare solamente la vita del genere femminile ma anche di invenzioni che hanno radicalmente cambiato la vita di tutti quanti, uomini compresi.

Nella mia ricerca ho fatto una cernita selezionando solo una parte delle invenzioni che si possono attribuire all’idea di una donna ma si tratta solo di una selezione esemplificativa e non fatta con l’intento di sminuire l’importanza delle altre invenzioni nate grazie al cervello di una donna.



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Se risaliamo ai primi anni del 1800 già troviamo la prima invenzione di una donna. Tabitha Babbitt, membro di una comunità religiosa. La cosa insolita fu che la Babbitt inventò un arnese che viene solitamente associato al mondo maschile: la prima sega circolare. Tabitha Babbitt aveva notato che le seghe utilizzate dagli uomini della sua comunità erano poco efficaci e necessitavano di miglioramenti. Il movimento delle seghe di allora era poco produttivo e costringeva il boscaiolo a sprecare energie inutilmente. Così la donna ebbe l’idea di costruire una segna che era composta da una lama circolare e un filatoio, alimentata da un pedale a ruota. L’invenzione fu molto apprezzata ma per le sue idee religiose Tabitha Babbitt non la brevettò mai.


Sempre rimanendo nel XIX secolo dobbiamo ricordare un’altra donna Margaret Knight che nel 1860 inventò un macchinario per produrre automaticamente un oggetto che fa parte della nostra quotidianità ormai da sempre: il sacchetto di carta a fondo piatto. Purtroppo la Knight si vide sottrarre l’idea da un uomo, un certo Charles Annan, che scoprì la macchina e ne depositò il brevetto. La Knight ricorse alla legge ma in tribunale Annan si difese sostenendo che una donna non sarebbe mai stata in grado di progettare un’invenzione tanto stupefacente. Margaret Knight non smise di lottare, rispose portando disegni e altri elementi a prova della veridicità della sua tesi e vinse. Ebbe il suo brevetto nel 1871 insieme ai suoi soldi. E quello non fu l’unico brevetto che depositò.


Il 1871 fu l’anno anche di un’altra donna che lasciò il segno nella vita quotidiana inventando qualcosa che oggi più che mai è indispensabile per la nostra vita. Sto parlando di computer e di Augusta Ada King, contessa di Lovelance e figlia del famosissimo Lord Byron. Come premessa bisogna dire che il primo computer fu messo a punto da un uomo, Charles Babbage, proprio nel 1800 ma fu Ada Lovelance che nel 1871 inventò il linguaggio con cui impostare le funzioni della macchina.


A Josephine Cochrane si imputa la maternità di un elettrodomestico che sembra diventato indispensabile: la lavastoviglie. Un’idea partorita e sviluppata nel 1886 dalla ricca signora dell’Illinois non per necessità, considerando che aveva la servitù ad occuparsi dei lavori domestici a seguito delle sue amate cene sociali e cocktail. Un giorno però la Cochrane sbottò con una frase che sarebbe poi passata alla storia: Se nessuno ha ancora inventato una macchina per lavare i piatti lo farò io stessa! e mantenne la promessa inventando un macchinario che riducesse sensibilmente il tempo di lavoro dei domestici e rompesse il minor numero di stoviglie possibili. L’opinione pubblica, allora, ritenne l’invenzione solo un capriccio snobbandolo per decenni che, al contrario, trovò subito utilizzo nell’industria della ristorazione e del turismo.


Con l’inizio del XX secolo arrivarono nuove invenzioni partorite da menti femminili. All’inizio del 1900, infatti, una certa Mary Anderson ebbe l’idea di inventare il tergicristallo. All’epoca quando pioveva o nevicava quidare in sicurezza era piuttosto arduo, la pulizia del parabrezza prevedeva che l’autista uscisse dall’auto e provvedesse a pulirlo manualmente. Cosa che oltre ad essere pericolosa costringeva le persone a un dispendio di tempo inutile, allungando i percorsi in modo improponibile. Nel 1903 Mary Anderson depositò il brevetto di un dispositivo fatto di legno e gomma collegato a una leva accanto al volante. Un’invenzione che rivoluzionò il mondo e divenne popolare circa 10 anni più tardi ma la Anderson non ricevette mai alcun profitto.


Un’altra invenzione palesemente ispirata a un gioco inventato da una donna ma diventata famosa con il nome di un uomo è stato il gioco del Monopoly. Non tutti sanno che il Monopoly creato da Charles Darrow e messo sul mercato nei primi anni ’30 del 1900 nasce dall’invenzione di Elizabeth Magie del gioco Landlord’s Game, creato con l’intento di spiegare le idee anti-monopolistiche dell’economista Henry George. Nel 1904 la Magie ricevette solamente 500 dollari e mai più nessun pagamento per i diritti d’autore. E oltre al danno economico Elizabeth Magie dovette anche subire la beffa considerando che il gioco di Darrow andava in tutt’altra direzione rispetto alle ide di George.


Prima di chiudere, anche se ci sarebbe ancora molto da dire, è impossibile trascurare una delle invenzioni che ha fatto maggiormente discutere. Sia per il tipo di invenzione che per la donna che ne è stata creatrice. Sto parlando della famosissima attrice Hedy Lamarr che, insieme al musicista George Antheil, durante la Seconda Guerra Mondiale, inventò un la guida criptata dei siluri. Un sistema chiamato Secret Communication System, in grado di guidare i siluri, evitando che i segnali venissero intercettati. Il Secret Communication System sembra sia stata una prima, rudimentale, forma di spread spectrum, principio alla base della telefonia mobile.


E dopo questa breve ma importante carrellata di donne d’eccezione un piccolo accenno ai personaggi femminili di miei romanzi, che camminano in punta di piedi sul filo del tempo, tra un passato e un’epoca lontani come le protagoniste di Fin de Siècle. Amore proibito, Charlotte, Theresa e Virginia, oppure come la dolce ma determinata Emma de La Materia di cui è fatta la Vita, o di Victoria, disposta a fuggire in una Londra oscura e sconosciuta pur di scampare a un matrimonio combinato in Quando piangono le fate. Per poi passare alle moderne, a volte modernissime eroine di oggi come Sarah di Baci e bugie sotto il vischio e la sua migliore amica Constance che abbiamo conosciuto in La Rosa di Natale, senza dimenticare la corretta Olivia di Ritorno ad Abbey Court che fugge in Francia per non mettere a rischio il matrimonio della spregiudicata cugina, oppure di Hope, avvocato delle cause perse in Il giardino dei topazi e la giovanissima Amy de Il Profumo dei Limoni Rossi destinata a un destino che non merita ma decisa a realizzare il suo ultimo desiderio e confessare i propri sentimenti all’unico uomo che abbia mai amato. Ce ne sarebbero tantissime altre di eroine e donne speciali di cui ho scritto e spero scriverò ancora, ma l’elenco sarebbe lunghissimo per cui mi auguro di avervi incuriosito tanto da andare a curiosare direttamente tra le pagine di tutti i miei libri che troverete sulla mia pagina Amazon: Libri di Carragh Sheridan














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Published on November 20, 2017 05:00

November 19, 2017

Mondorosa. Fin de Siècle e i suoi amori proibiti, le sue passioni brucianti e la castrante società vittoriana


#Romance #vittoriano di @CarraghSheridan #FindeSiècle #AmoreProibito, #Lovestory fra un #conte e un umile #sarta in #Londra di fine #Ottocento fra differenze di classe sociale e voglia d’#amore al di là delle convenzioni. #gratis con #KindleUnlimitedhttps://t.co/0ntGqvIcUT pic.twitter.com/q4KcrFoBL3


— Words & More (@wordsandmore1) 18 novembre 2017


il primo volume della serie di historical romance Fin de Siècle Amore proibito è disponibile su Amazon in formato cartaceo ed ebook (anche in lettura gratuita con abbonamento KindleUnlimited)






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Published on November 19, 2017 05:33

November 16, 2017

Aspettando la magia del #Natale con i miei romance di ieri e di oggi


#Buongiorno a tutti coloro che aspettano il #Natale #CercandoParole e un #consigliolibroso con #historical #romance #FindeSiècleAmoreproibito https://t.co/djwUqYSH8S, #Christmas #romance #LaRosadiNatale https://t.co/iySqHye2JH e #Baciebugiesottoilvischio https://t.co/zVJ3KdhLdb pic.twitter.com/Ah1kKcOln5


— CarraghSheridan (@CarraghSheridan) 16 novembre 2017


un buongiorno a tutti coloro che aspettano il #Natale con un piccolo consiglio #libroso da parte mia… i miei romance di ieri e di oggi… per chi ama gli amori palpitanti di fine XIX secolo Fin de Siècle. Amore proibito






per chi preferisce l’amore ai giorni nostri i miei #Christmas #romance contemporanei La Rosa di Natale e Baci e bugie sotto il vischio






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Published on November 16, 2017 00:32