Amedeo Balbi's Blog, page 28
October 19, 2010
Domani
Domani (mercoledì 20 ottobre) alle 18, sono alla libreria Melbookstore di Roma, assieme a Luca Sofri, per presentare "Seconda stella a destra", il libro sulle vite degli astronomi. Ci vediamo lì.





Published on October 19, 2010 00:32
October 15, 2010
Una postilla
Ieri non l'ho detto, ma la cosa che si avvicina di più alla versione moderna di "Potenze di dieci" che mi piacerebbe vedere è la sequenza iniziale di Contact.





Published on October 15, 2010 07:28
October 14, 2010
Potenze di dieci
Molti di voi, soprattutto i meno giovani, avranno già visto chissà quante volte "Powers of Ten". Era un filmato di una decina di minuti realizzato nel 1968, e a sua volta ispirato a un libro fotografico del 1957. Partendo da una scena familiare la macchina da presa faceva una carrellata all'indietro, in modo che ogni dieci secondi la regione inquadrata avesse un lato dieci volte più grande. Potenze di dieci, appunto. Da un metro fino a cento milioni di anni luce (circa 24 ordini di grandezza). Poi si ripartiva al contrario, con uno zoom sempre più profondo, arrivando a dieci alla meno sedici metri, un decimo della scala di un protone.
A me, quando lo vidi la prima volta, da ragazzino, fece molta impressione. Eravamo più ingenui, certo, e meno abituati a sofisticate animazioni computerizzate. Ma rivedendolo adesso, dopo una trentina d'anni, mi sembra che si difenda ancora piuttosto bene. Mi sorprende un po', però, che nessuno si sia mai preso la briga di farne una versione moderna, viste le possibilità grafiche attuali. Magari riempiendo qualche vuoto e aggiornando la parte scientifica (sul sito ufficiale c'è qualche aggiunta, ma il filmato vero e proprio è ancora quello dell'ultima distribuzione, del 1977).
Per esempio, perché fermarsi a cento milioni di anni luce? La scala dell'universo osservabile è di un centinaio di miliardi di anni luce, e oggi sappiamo molto di più sul modo complicato in cui distribuiscono le galassie alle scale in cui si interrompeva il filmato originale. E su scale microscopiche, sappiamo che ci sono i quark, cosa che all'epoca era solo ipotizzata (e però la visualizzazione delle cose piccole è molto più complicata da rappresentare, per via del principio di indeterminazione e compagnia bella).





Published on October 14, 2010 03:00
October 12, 2010
Sul confine

Ok. Ci è voluto un po' (una stagione e mezza, più o meno), ma alla fine mi sono fatto prendere da Fringe. All'inizio la formula mi sembrava un po' scontata, le puntate erano costruite col sistema del procedural drama alla CSI — che non mi ha mai entusiasmato — e mi mancavano la serialità estrema, gli intrecci complessi e il cast ricco di altre serie come Lost. E la puntata pilota, diciamolo, era piuttosto debole. Ma piano piano il tutto acquista una sua identità, i sottoplot si organizzano in una trama strutturata, e soprattutto escono fuori le storie e i caratteri dei personaggi. Merito soprattutto di John Noble, attore finora semisconosciuto, che riesce miracolosamente a rendere sopportabile uno dei cliché più abusati, quello dello scienziato pazzo. Si finisce per affezionarsi a Walter Bishop, arruffato esemplare moderno della specie leonardesca, inerme e pericoloso allo stesso tempo. E ci si dimentica quasi della totale implausibilità di tutta la faccenda. Sì, perché questo dopotutto è un blog che parla di scienza, e mi sento in obbligo di dire chiaramente che sul piano puramente scientifico non c'è una sola cosa che abbia fondamento nei mirabolanti avvenimenti investigati dai nostri eroi, e nelle geniali trovate del dottor Bishop. E gli autori lo sanno, tanto che lo hanno dichiarato programmaticamente fin dal titolo: la fringe science, la scienza di confine, non è altro che un eufemismo, uno dei nomi della pseudoscienza. Ma finché si tratta di intrattenimento ben fatto (e non di frottole spacciate per divulgazione scientifica) io perdono tutto.





Published on October 12, 2010 03:10
October 10, 2010
Scienza Express
Daniele Gouthier e Luciano Celi hanno appena lanciato Scienza Express, una piccola casa editrice scientifica, e qui spiegano perché hanno deciso di farlo. Buona fortuna a loro, e anche alla mia collega di Planck, Anna Gregorio, che ha scritto uno dei primi volumi in catalogo.





Published on October 10, 2010 10:53
October 8, 2010
Gli anelli di Saturno

Non c'è dubbio che gli anelli di Saturno siano tra gli oggetti più popolari e riconoscibili del sistema solare. Per questo, è un po' frustrante quando qualcuno ti chiede come diamine si siano formati, perché al momento non si sa cosa rispondergli. È uno dei problemi degli astrofisici: quello di poter soltanto osservare le cose così come sono, senza poterle riprodurre in laboratorio.
Per fortuna, ci sono i calcolatori e le simulazioni. Uno mette insieme un po' di materia virtuale, stabilisce le forze in gioco, lancia il programma, aspetta qualche minuto o qualche ora, e gioca a fare dio. In questo modo, Robin Canup ha appena elaborato un modello che, anche se non prova in senso stretto l'origine degli anelli di Saturno, è sembrato piuttosto convincente agli esperti.
Premessa: gli anelli di Saturno sono fatti essenzialmente di acqua ghiacciata (e già questa è una cosa che lascia molte persone a bocca aperta, quando la vengono a sapere per la prima volta). Fino a oggi, le idee che circolavano per spiegarne l'origine erano due. O Saturno aveva catturato una cometa di passaggio da quelle parti, frantumandola con la sua forte presa gravitazionale, oppure una collisione aveva distrutto un piccolo satellite. In entrambi i casi, i detriti rimasti in giro avrebbero formato gli anelli.
Ma entrambe le idee non funzionano benissimo. Perché proprio Saturno avrebbe dovuto catturare una cometa, e non Giove, che è molto più massiccio? E perché, se un'intera luna è andata improvvisamente in pezzi, negli anelli è rimasto soltanto ghiaccio? Secondo Canup, quello che potrebbe essere successo è che una grossa luna di Saturno (simile a Titano ma molto più vicina al pianeta) è stata lentamente sbriciolata dalle forze di marea, che hanno poi tirato via la parte rocciosa portandola a essere inglobata dal pianeta, lasciando il ghiaccio in orbita a formare gli anelli.
Chissà se è la spiegazione corretta? Di certo, Canup è una che di queste cose se ne intende. È lei che qualche anno fa ha realizzato le simulazioni del gigantesco impatto che, secondo l'ipotesi oggi più accreditata, avrebbe strappato via una bella parte di materia al nostro pianeta in formazione, portando alla nascita della Luna. (Per chi è curioso, qui c'è il filmato.)





Published on October 08, 2010 06:41
October 7, 2010
Cose belle dal cosmo

Fossi in voi, andrei a dare un'occhiata alle cento migliori immagini astronomiche dell'European Southern Observatory.
(C'è anche la galassia Sombrero, per dire.)





Published on October 07, 2010 08:49
October 5, 2010
Seconda stella in tv
Ieri sono stato ospite di TG3 Linea Notte, per presentare Seconda stella a destra. Se vi va di vedere come me la sono cavata, la puntata si guarda sull'archivio della trasmissione (è quella del 04/10/2010) oppure direttamente a questo link. Sono pochi minuti, inizia intorno al minuto 48.





Published on October 05, 2010 06:48
September 25, 2010
La relatività a portata di mano
La testa invecchia più rapidamente dei piedi. Non è un motto popolare, e neanche la conclusione di una ricerca medica. È una conseguenza della relatività di Einstein, una manifestazione del fenomeno della dilatazione dei tempi in un campo gravitazionale. Ne avevamo parlato già parlato qui e qui. È un effetto ben dimostrato, di cui si tiene conto nella progettazione dei satelliti GPS.
Adesso, usando orologi ultra-precisi e tecniche sperimentali sofisticate, un gruppo di fisici è riuscito a...
Adesso, usando orologi ultra-precisi e tecniche sperimentali sofisticate, un gruppo di fisici è riuscito a...
Published on September 25, 2010 01:22
September 20, 2010
Lost in space (in 3D)
Non so più dove ho messo i miei occhialini rossi e blu, ma se voi ne avete un paio a portata di mano sappiate che quelli dell'Hubble Space Telescope hanno fatto un filmatino grazie al quale potete illudervi di volare attraverso la Nebulosa della Carena.





Published on September 20, 2010 05:19