Sandrone Dazieri's Blog, page 17

January 16, 2012

Manoscritti

La cosa più difficile nella gestione di un manoscritto è la lettera di risposta. Mi spiego meglio.

Il mio lavoro principale è quello di scrittore e sceneggiatore, ma continuo a mantenere un rapporto di collaborazione con la Mondadori come consulente. Non lo faccio solo perché mi pagano e perché voglio mantenere un piede nella macchina editoriale, guardarla da dietro le quinte, ma perché con gli anni ho scoperto che mi piace lavorare con gli altri scrittori e aiutarli a chiudere il loro...

 •  0 comments  •  flag
Share on Twitter
Published on January 16, 2012 03:14

January 15, 2012

Carlo Fruttero

 •  0 comments  •  flag
Share on Twitter
Published on January 15, 2012 14:11

January 14, 2012

Una pagina per Facebook

Come sapete non sono più su Facebook, ma più di una persona mi ha fatto notare che sarebbe comodo poter vedere ed eventualmente far circolare i contenuti di questo blog anche lì. Dopo lunga riflessione ho lasciato che un mio amico costruisse una pagina per linkare i contenuti da qui (blog) a lì (facebook). Se mi leggete su Fb, sappiate che lì potete commentare ma che io non guarderò i commenti o né risponderò su facebook e nemmeno andrò a leggere o spiare. Per questo vi invito a continuare...

 •  0 comments  •  flag
Share on Twitter
Published on January 14, 2012 12:19

January 9, 2012

La Cina è lontana

Come state? Sono rientrato dalla Cina e sono ancora un po' rincoglionito dal viaggio e dal jet lag, che è pesantino viste le sette ore di differenza. Mi sconvolge un po' tutti i ritmi, non solo quello che sonno/veglia, ma anche appetito e umore. Per un paio di giorni, melatonina o meno, è un po' come essere in down di amfetamina, almeno a me fa quell'effetto. Comunque il viaggio è stato, naturalmente, interessante, anche se in venti giorni ho scalfito a malapena la superficie di quel paese...

 •  0 comments  •  flag
Share on Twitter
Published on January 09, 2012 22:33

December 26, 2011

Frammento: quattro passi

… uno dei miei primi lavori fu quello di subliminale per una ditta di cosmetici. Si faceva in due, e avevo come partner una studentessa sulla quale ricadeva la maggior parte della recita. Io dovevo stare accanto all'imbocco di una piazza, lei faceva quattro passi nella mia direzione, io estraevo dalla tasca il prodotto e lo mostravo – una voluminosa confezione di profumo, più grande di quelle in commercio – lei sorrideva e posava le sue mani sulle mie. Poi si voltava, io rimettevo via il...

 •  0 comments  •  flag
Share on Twitter
Published on December 26, 2011 15:24

April 6, 2011

Il BLOG SI E' SPOSTATO

IL BLOG SI E' SPOSTATO a www.sandronedazieri.it


ci vediamo di là...

 •  0 comments  •  flag
Share on Twitter
Published on April 06, 2011 06:53

March 20, 2011

senza se, senza ma, senza in certi casi però...

Ma ancora stiamo a credere alle guerre umanitarie? Ancora crediamo che si salva la gente tirando le bombe? Ancora crediamo che esistono i missili intelligenti che non sbagliano bersaglio? Già ci siamo dimenticati della "liberazione" dell'Irak, della "guerra al terrore" in Afghanistan? Prendiamo solo gli ultimi vent'anni. Vi ricordate qualche "missione di pace" che abbia migliorato davvero la vita di un paese, di una popolazione?


E adesso ne cominciamo un'altra. Ah, guardate, anch'io vorrei vedere Gheddafi in esilio su Marte, ma gia ce lo volevo vedere quando veniva con la sua tenda del cazzo e tutti quelli che adesso parlano di intervento necessario facevano la fila per stringergli la mano, o baciarla secondo i casi. Gli stessi che si accordavano con lui perché bloccasse i profughi e li mettesse in qualche sudicia galera, perché noi non dovessimo occuparcene. 


Quelli che oggi parlano di intervento necessario per salvaguardare la popolazione civile, sono gli stessi che hanno costruito galere come i Centri di Identificazio ed Espulsione per rinchiuderla, quella stessa popolazione civile, privandola di diritti e dignità.


Quindi, scusate se non mi unisco alle schiere con gli elmetti in testa.  


Pace

 •  0 comments  •  flag
Share on Twitter
Published on March 20, 2011 05:19

March 19, 2011

...

 •  0 comments  •  flag
Share on Twitter
Published on March 19, 2011 10:48

March 17, 2011

Imagine there's no countries

Siamo proprio nella merda se pensiamo di poter scegliere solo tra Patria o Padania.


 


 


 •  0 comments  •  flag
Share on Twitter
Published on March 17, 2011 05:36

March 14, 2011

Consigli agli aspiranti pubblicatori. Perche' ci vuole orecchio...

Una mia amica twitteriana, una follower come si dice, mi ha rivolto più o meno questa domanda, qualche tempo fa. "Ma quando sai che un manoscritto è pronto da essere inviato a un editore?". Poi ha aggiunto che quando rilegge le sue cose le fanno sempre schifo, soprattutto a distanza di tempo.


Le due frasi, devo dire, mi sono suonate famigliari. La prima, perché è "la domanda" cui tutti quelli che scrivono professionalmente devono imparare a dare la propria risposta. Chi scrive tutto di getto e non rilegge che in fondo (i migliori, di cui non faccio parte), chi cesella ogni frase e sino a quando non gli suona perfetta non passa a quella successiva, chi si fa una decina di stesure provando a leggere ad alta voce. Ma alla fine, tutti noi abbiamo trovato un equilibrio tra due diversi impulsi: quello dettato dal nostro super-io di fare qualcosa perfetto e immortale, e quello  di liberarsi di un fardello e proseguire con il resto della propria vita. La necessità di trovare un equilibrio proprio è data dal fatto che non esiste una risposta universale alla domanda. La costruzione di un libro, a differenza della costruzione di un tavolo, non ha criteri di valutazione oggettivi. Come il tavolo, anche un libro deve "stare in piedi", "reggersi", "essere solido", ma mentre un tavolo si può misurare con un filo a piombo e una bolla, un libro si misura "a orecchio". E' il lettore, e in questo caso lo scrittore/ lettore, che arriva a un certo punto a capire se quello che ha fatto suona giusto, o per lo meno, si avvicina a quella "giustezza" minima per un lavoro che ritiene decente.


I criteri, come capite, variano con le persone, ma mi sono reso conto con gli anni, che tra i professionisti variano molto meno di quanto ci si possa aspettare. Spesso, per esempio, il mio giudizio su un manoscritto è identico a quello di un altro editor o scrittore. Ci accorgiamo se qualcosa non funziona nella trama o nella scrittura. Al di là di errori grammaticali, che contano poco se non sono una vagonata (allora ci si pone il problema) tutti quanti ci accorgiamo quando una trama stenta o i dialoghi suonano legnosi e finti. Poi, avendo letto molto, ci accorgiamo se una trama è copiata, stereotipata. Abbiamo affinato l'orecchio, diciamo.


Uno scrittore professionista (che significa qualcuno che ha come attività principale lo scrivere) ha anch'esso affinato l'orecchio soprattutto leggendo. Un po' alla volta avrà trovato un suono, un ritmo, un uso delle parole che gli suonerà corretto, funzionale. Quando il romanzo stenterà, si accorgerà che qualcosa non va. Non sempre saprà trovare la soluzione al problema, o anche solo dargli un nome, ma saprà che qualcosa non fila. E' in quei casi, per esempio, che un editor, o un altro lettore esperto, può dare una mano allo scrittore.


Rimanendo nella metafora abusata dell'orecchio, direi che gli scrittori migliori sono quelli che hanno l'orecchio migliore, più sensibile e fine. Come esiste il grande direttore d'orchestra con l'orecchio assoluto, capace di percepire le minime sfumature, esiste lo scrittore capace di manipolare la lingua e infilzare le parole come perle su un filo d'argento: un De Lillo, per esempio. Poi esiste anche il cantante rock, capace di creare capolavori immortali anche se meno raffinati, come Stephen King, e via via scendendo (o andando di lato, perché i gusti sono gusti) arriviamo sino al robusto suonatore di paese, al pianista da oratorio, al dilettante allo sbaraglio. In certi casi, come il mio, l'orecchio è superiore alla mia capacità di creare. L'ho allenato molto leggendo, ma i miei gusti sono superiori alle mie capacità. Continuo a provarci, ma continuo a vedere lo iato.


Tornando alla domanda iniziale e ricapitolando, per capire quando un manoscritto è pronto per essere inviato bisogna saper mettere a tacere il superio lagnoso e punitivo, avere un orecchio allenato e una pratica sufficiente per usarlo, e la risposta viene più o meno naturale.


Purtroppo, per allenare l'orecchio. bisogna anche possederlo. Ci sono persone stonate che non riusciranno mai a cantare in modo decente, oppure che con grandissimi sforzi riusciranno solo a cantare in modo passabile al karaoke di Natale. Non ci si può fare niente e per questi quanto detto non vale. Aggiungo, anche, che spesso l'ego è inversamente proporzionale all'orecchio. Poche persone ho trovato così tronfie e sicure di aver prodotto un capolavoro, che quelli che erano, metaforicamente parlando, sordi totali.


 


Dicevo all'inizio, però, che anche la seconda frase mi sembrava famigliare. Quella sul fatto che alla distanza tutto quello che la mia amica twitteriana aveva scritto le faceva schifo. E' così anche per me. Se volete sapere per qualche motivo da un romanzo all'altro della serie del Gorilla, per esempio, i nomi e le descrizioni di alcuni personaggi secondari cambiavano, rispondo semplicemente che non li ho mai riletti dopo la pubblicazione. Li ho riletti e rimanipolati una decina di volte prima di mandarli all'editore, ma poi non li ho mai più ripresi in mano. Quando devo fare un reading sono sempre in imbarazzo. Li rileggo e vedo solo gli errori, così come quando vedo un film o un telefilm tratto dalle mie cose non riesco a reggere e cambio canale. Questo dipende da un lato dal ritorno impetuoso del superio punitivo che mi accompagna (come, dormi sugli allori? Vai subito a scrivere, lavativo!), ma anche dal fatto che uno scrittore impara a scrivere soprattutto scrivendo. E quando ha finito un romanzo, se ci ha messo passione e impegno e sofferenza, di solito è più bravo di quando lo ha cominciato. E quindi dovrebbe rifarlo da capo perché verrebbe meglio, e a volte lo fa, ma alla fine dovrebbe ricominciare ancora, e così via. Attenzione, scrittore più esperto non significa romanzo migliore. Le energie vanno e vengono, ed esiste anche qualcosa di impalpabile che è l'ispirazione, che significa riuscire a entrare in contatto non solo con le proprie capacità tecniche, ma anche con la forza creativa primigenia che ribolle nella nostra pancia, e pescare a piene mani dall'inconscio collettivo. Altrimenti i romanzi migliori di tutti gli scrittori dovrebbero essere gli ultimi, invece non è quasi mai così. Siamo anche candele che si consumano, non solo stelle che brillano. Ma sia come sia, alla fine lo scrittore dotato di cervice manda il manoscritto, più o meno convinto che dovrebbe davvero rifarlo, ma siccome ha altri progetti in mente e l'editor che gli dorme sullo zerbino di casa, è forse meglio che lasci andare il bambino per la sua strada. 


E poi, come nel mio caso, spera che non gli capiti più sotto gli occhi.


 


 

 •  0 comments  •  flag
Share on Twitter
Published on March 14, 2011 02:25

Sandrone Dazieri's Blog

Sandrone Dazieri
Sandrone Dazieri isn't a Goodreads Author (yet), but they do have a blog, so here are some recent posts imported from their feed.
Follow Sandrone Dazieri's blog with rss.