Giulia Beyman's Blog, page 5
October 7, 2013
Domande in cerca d'Autore 6
      E così, di domanda in domanda, siamo arrivati alla settima tappa delle nostre “Domande in cerca d'Autore”.
   Questa volta è stato il turno del nostro collega J. Shoulderblade, che ci ha ospitato sul suo blog e nella sostanza ci ha chiesto: Cari colleghi, scrivete per la gloria o per compiacere il vostro pubblico?
Questa volta è stato il turno del nostro collega J. Shoulderblade, che ci ha ospitato sul suo blog e nella sostanza ci ha chiesto: Cari colleghi, scrivete per la gloria o per compiacere il vostro pubblico?
Considerando che nessuno scrittore scrive solo per se stesso (altrimenti si accontenterebbe di tenere un diario personale), devo dire che non considero il desiderio di avere successo con i propri libri un peccato mortale. Al contrario, temo certe forme di snobismo culturale.
Ma per saperne di più su cosa ho risposto, e su cosa hanno risposto gli altri Autori Indipendenti che partecipano all'iniziativa, dovete andare sul blog di J. Shoulderblade.
E se con l'occasione voleste dare una 'ripassata' alle precedenti tappe delle Domande in
cerca d'Autore, ecco le domande e i link per andare a dare un'occhiata.
Che ruolo ha avuto l'ambientazione nella tua storia?
Qual è, secondo te, il personaggio più originale del tuo libro, quello che in qualche modo lo impreziosisce? Descrivilo.
Quale aspetto della tua storia ritieni sia particolare rispetto agli altri libri dello stesso genere?
Ricordi il momento preciso in cui è nata l'idea portante della tua storia? Raccontaci il come, il dove, il cosa o il perché.
Cosa faresti se per un attimo ti ritrovassi catapultato nella storia che hai creato? Resisteresti all'impulso di intervenire o modificare qualcosa?
Come sempre, buona lettura!!!http://giuliabeyman.blogspot.com 
  
    
    
     Questa volta è stato il turno del nostro collega J. Shoulderblade, che ci ha ospitato sul suo blog e nella sostanza ci ha chiesto: Cari colleghi, scrivete per la gloria o per compiacere il vostro pubblico?
Questa volta è stato il turno del nostro collega J. Shoulderblade, che ci ha ospitato sul suo blog e nella sostanza ci ha chiesto: Cari colleghi, scrivete per la gloria o per compiacere il vostro pubblico?Considerando che nessuno scrittore scrive solo per se stesso (altrimenti si accontenterebbe di tenere un diario personale), devo dire che non considero il desiderio di avere successo con i propri libri un peccato mortale. Al contrario, temo certe forme di snobismo culturale.
Ma per saperne di più su cosa ho risposto, e su cosa hanno risposto gli altri Autori Indipendenti che partecipano all'iniziativa, dovete andare sul blog di J. Shoulderblade.
E se con l'occasione voleste dare una 'ripassata' alle precedenti tappe delle Domande in
cerca d'Autore, ecco le domande e i link per andare a dare un'occhiata.
Che ruolo ha avuto l'ambientazione nella tua storia?
Qual è, secondo te, il personaggio più originale del tuo libro, quello che in qualche modo lo impreziosisce? Descrivilo.
Quale aspetto della tua storia ritieni sia particolare rispetto agli altri libri dello stesso genere?
Ricordi il momento preciso in cui è nata l'idea portante della tua storia? Raccontaci il come, il dove, il cosa o il perché.
Cosa faresti se per un attimo ti ritrovassi catapultato nella storia che hai creato? Resisteresti all'impulso di intervenire o modificare qualcosa?
Come sempre, buona lettura!!!http://giuliabeyman.blogspot.com
 
  
        Published on October 07, 2013 06:37
    
September 25, 2013
Non siamo isole
      Non siamo isole.
Questa frase continuava a risuonarmi nella testa già qualche mese fa, mentre scrivevo i ringraziamenti per il mio “A Cry in the Shadows”.
La traduzione, l'editing, la nuova copertina, l'impaginazione... È stato un lavoro duro e in qualche momento mi è venuto da pensare anche 'al di sopra delle mie possibilità'. Ho avuto bisogno di aiuto.
Così a questo “non siamo isole” sono stati dedicati i ringraziamenti del libro, nel momento sempre commovente e incredulo che è quello della pubblicazione.
Fatto? Esaurito?
Nemmeno per sogno, perché in questi giorni le stesse parole hanno ripreso a risuonarmi nella testa, apparentemente senza un preciso motivo.
Non siamo isole.
È vero. Quello della scrittura è un viaggio solitario, con la compagnia migliore e più esigente che ci sia: quella di te stesso. Ma nel lavoro, e nella vita, siamo sì molto di più di quello che immaginiamo, ma non siamo tutto senza gli altri. Senza un contraddittorio i nostri pensieri si avvitano su se stessi, senza qualcuno che si entusiasma per quello che scriviamo i nostri 'capolavori' sono parole e non storie, senza un amico o un collega da supportare non ci rendiamo conto di essere in grado di farlo, senza qualcuno da amare non sfidiamo i nostri limiti, senza riconoscere il dolore degli altri non impariamo ad accettare il nostro, se non riusciamo a chiedere aiuto rimaniamo nell'illusione infantile dell'onnipotenza.
Non siamo isole.
Non lo sono nemmeno io, che non a caso ho scelto un lavoro, come la scrittura, da fare in solitario. Il mio istmo, la solida terra che mi lega al continente, è mio figlio Lorenzo. Il mio istmo sono la mia famiglia, anche le persone importanti che non ci sono più (sei sempre con noi, Giuly!), e gli amici. Il mio istmo sono i miei colleghi Autori Indipendenti, con i quali condivido gioie e tormenti di questo lavoro.
Non siamo isole.
Quest'anno ho cambiato scuola a mio figlio. Non volevo che la fiammella che è dentro di lui, come è dentro ogni bambino, si spegnesse. Contro ogni razionalità, con la paura di fare una scelta i cui conti non sarei stata io a pagare, ho sconvolto tutte le carte in tavola del suo percorso educativo e l'ho mandato in una scuola steineriana. Sveglia all'alba e organizzazione quotidiana molto più complicata. Ma ho trovato una comunità di insegnanti, bambini e genitori, pronti ad accoglierlo con il sorriso. Persone che guardano a lui come una persona e non come a un'astratta entità 'bambino'. Siamo solo all'inizio di questa nuova strada, ma spero che la mia scelta sia ripagata con la serenità di mio figlio.
Non siamo isole.
Nel momento più difficile della mia vita ho sperimentato quanto ci si possa sentire smarriti quando la vita di chi ti è caro non dipende da te, e chi dovrebbe prendersene cura si mostra indifferente, se non ostile. Dopo mesi a rivivere quei giorni dolorosi, sono riuscita a dirmi: “avrei dovuto chiedere aiuto”. Bisognerebbe saperlo fare quando ci sono situazioni che corrono il rischio di schiacciarci. Anche accettare di aver bisogno di qualcosa o di qualcuno fa parte di un percorso di crescita.
Non siamo isole.
Riflessioni di questi giorni: tieni lontano chi vuole farti sentire sempre in colpa e chi ha bisogno di fare del male agli altri per sentirsi vivo. Fai notare a chi ti pesta i piedi che a te non fa piacere. Digli anche di spostarsi un po' più in là, se non ha intenzione di smettere.
Sii rispettoso con chi ti rispetta, e ottimista verso il futuro.
Non siamo isole. Mi piaceva semplicemente ricordarlo.
http://giuliabeyman.blogspot.com 
  
    
    
    Questa frase continuava a risuonarmi nella testa già qualche mese fa, mentre scrivevo i ringraziamenti per il mio “A Cry in the Shadows”.
La traduzione, l'editing, la nuova copertina, l'impaginazione... È stato un lavoro duro e in qualche momento mi è venuto da pensare anche 'al di sopra delle mie possibilità'. Ho avuto bisogno di aiuto.
Così a questo “non siamo isole” sono stati dedicati i ringraziamenti del libro, nel momento sempre commovente e incredulo che è quello della pubblicazione.
Fatto? Esaurito?
Nemmeno per sogno, perché in questi giorni le stesse parole hanno ripreso a risuonarmi nella testa, apparentemente senza un preciso motivo.
Non siamo isole.
È vero. Quello della scrittura è un viaggio solitario, con la compagnia migliore e più esigente che ci sia: quella di te stesso. Ma nel lavoro, e nella vita, siamo sì molto di più di quello che immaginiamo, ma non siamo tutto senza gli altri. Senza un contraddittorio i nostri pensieri si avvitano su se stessi, senza qualcuno che si entusiasma per quello che scriviamo i nostri 'capolavori' sono parole e non storie, senza un amico o un collega da supportare non ci rendiamo conto di essere in grado di farlo, senza qualcuno da amare non sfidiamo i nostri limiti, senza riconoscere il dolore degli altri non impariamo ad accettare il nostro, se non riusciamo a chiedere aiuto rimaniamo nell'illusione infantile dell'onnipotenza.
Non siamo isole.
Non lo sono nemmeno io, che non a caso ho scelto un lavoro, come la scrittura, da fare in solitario. Il mio istmo, la solida terra che mi lega al continente, è mio figlio Lorenzo. Il mio istmo sono la mia famiglia, anche le persone importanti che non ci sono più (sei sempre con noi, Giuly!), e gli amici. Il mio istmo sono i miei colleghi Autori Indipendenti, con i quali condivido gioie e tormenti di questo lavoro.
Non siamo isole.
Quest'anno ho cambiato scuola a mio figlio. Non volevo che la fiammella che è dentro di lui, come è dentro ogni bambino, si spegnesse. Contro ogni razionalità, con la paura di fare una scelta i cui conti non sarei stata io a pagare, ho sconvolto tutte le carte in tavola del suo percorso educativo e l'ho mandato in una scuola steineriana. Sveglia all'alba e organizzazione quotidiana molto più complicata. Ma ho trovato una comunità di insegnanti, bambini e genitori, pronti ad accoglierlo con il sorriso. Persone che guardano a lui come una persona e non come a un'astratta entità 'bambino'. Siamo solo all'inizio di questa nuova strada, ma spero che la mia scelta sia ripagata con la serenità di mio figlio.
Non siamo isole.
Nel momento più difficile della mia vita ho sperimentato quanto ci si possa sentire smarriti quando la vita di chi ti è caro non dipende da te, e chi dovrebbe prendersene cura si mostra indifferente, se non ostile. Dopo mesi a rivivere quei giorni dolorosi, sono riuscita a dirmi: “avrei dovuto chiedere aiuto”. Bisognerebbe saperlo fare quando ci sono situazioni che corrono il rischio di schiacciarci. Anche accettare di aver bisogno di qualcosa o di qualcuno fa parte di un percorso di crescita.
Non siamo isole.
Riflessioni di questi giorni: tieni lontano chi vuole farti sentire sempre in colpa e chi ha bisogno di fare del male agli altri per sentirsi vivo. Fai notare a chi ti pesta i piedi che a te non fa piacere. Digli anche di spostarsi un po' più in là, se non ha intenzione di smettere.
Sii rispettoso con chi ti rispetta, e ottimista verso il futuro.
Non siamo isole. Mi piaceva semplicemente ricordarlo.
http://giuliabeyman.blogspot.com
 
  
        Published on September 25, 2013 04:32
    
September 16, 2013
Storie e ambientazione. Domande in cerca d'autore 5
 Che ruolo ha avuto l’ambientazione nella tua storia?
Che ruolo ha avuto l’ambientazione nella tua storia?I fatti si svolgono in una città che ne ha influenzato la trama
o si svolge in un luogo inventato?
Cosa potevo rispondere a Giovanni Venturi che ci poneva questa domanda?
Ovviamente ho parlato di Martha's Vineyard e del fatto che non so perché ci sia un'attrazione fatale tra me e quest'isola del Massachussetts che spero un giorno di riuscire a visitare.
Che io abbia vissuto lì in un'esistenza precidente?
Ma per leggere la mia risposta e quella dei miei colleghi Indie, fate un salto sul blog di Giovanni Venturi
E se voleste dare una 'ripassata' alle precedenti tappe delle Domande in cerca d'Autore, ecco le domande e i link per andare a dare un'occhiata.
Qual è, secondo te, il personaggio più originale del tuo libro, quello che in qualche modo lo impreziosisce? Descrivilo.
Quale aspetto della tua storia ritieni sia particolare rispetto agli altri libri dello stesso genere?
Ricordi il momento preciso in cui è nata l'idea portante della tua storia? Raccontaci il come, il dove, il cosa o il perché.
Cosa faresti se per un attimo ti ritrovassi catapultato nella storia che hai creato? Resisteresti all'impulso di intervenire o modificare qualcosa?
Come sempre, buona lettura!!!
http://giuliabeyman.blogspot.com
 
  
        Published on September 16, 2013 05:45
    
August 13, 2013
A proposito di libri in vacanza
      L'estate è una magnifica occasione per dare sfogo alla nostra passione per la lettura. Non c'è dubbio.
Le vacanze sono il momento dell'anno che evoca libertà e maggiori possibilità di fare quello che ci piace. E allora? Via libera a cinque, dieci, anche quindici libri in valigia?
Un attimo. Non è così semplice (anche se per fortuna ci sono gli ebook, per cui, almeno dal punto di vista del peso un passo in avanti lo abbiamo fatto).
Non è così semplice perché uno dei fenomeni naturali che più da vicino accompagna quello del “certo le stagioni non sono più quelle di una volta“ o il “ma ti ricordi che begli sceneggiati facevano un tempo alla Rai?” è quello, tristissimo, del ridursi progressivo del tempo delle vacanze.
Sono tra quei fortunati (o no, visto che questo denota un'età non giovanissima?) che ricordano vacanze in cui alla fine davvero non ne potevi più. Ridatemi la mia casa, gli obblighi, le abitudini di sempre, persino la scuola. Ma basta con queste vacanze!
E non era nemmeno una questione di essere o non essere benestanti. Per un mese, qualche volta due o anche tre, in qualche modo ci si andava più o meno tutti in vacanza. Magari affittando casettine semplici vicino al mare, mangiando 'pagnottelle' in spiaggia e cenando con chilate di pastasciutta. (non si sa perché, ma alla fine ci si ritrovava sempre con tavolate infinite di parenti, oggi inimmaginabili)
E ora? Ora si 'spizzicano' qua e là vacanze di una settimana, forse due, (costosissime e preziose come non mai). Così sì, ci si può dedicare di più alla lettura rispetto al resto dell'anno, ma non è roba da mettere in pari tutti gli ebook che nel frattempo hai accumulato sul tuo ereader o i libri che comunque non riesci a smettere di comprare.
Nei miei pochi giorni di vacanza porterò con me un po' di lavoro (Sto riordinando i fili della trama del mio nuovo libro. Non posso mollare: col pensiero sarei comunque lì.). E poi dovrò assecondare le istanze di mio figlio, che è un grande appassionato di pesca.
Il mio Sampei non è uno che molla facilmente, quindi so già che avrò il mio da fare a coinvolgerlo in altro che non sia gettare l'amo da qualche parte. (tenendo presente che io davvero non voglio saperne di vedere qualche pesce abboccare... ma la vita è una serie infinita di contrappassi)
E la lettura? Sono, come sempre, animata da buone speranze. Anche se provo nostalgia per quell'impaesamento che ti impedisce di mettere giù un libro finché non sei arrivato alla parola fine. Che si tratti di una storia ben costruita o di un capolavoro di emozioni, è un po' che non incontro un libro così.
Cosa proverò a portarmi dietro? Lascerò a casa una magnifica antologia di Rex Stout stampata negli anni '70 (Nero Wolf non me ne voglia), perché, per quanto bella anche da vedersi, troppo ingombrante. Porterò il mio Ipad, dove ho collezionato tanti ebook che non aspettano che di essere letti. Non so bene con cosa inizierò, ma in questo momento della mia vita mi attraggono soprattutto le storie ad alto plot, quelle che non vedi l'ora di girare pagina per sapere come va a finire.
E anche se non lo faccio spesso porterò con me un vecchio libro che ho già letto. Riuscirà “Cannery Row” di Steinbeck a incantarmi ancora, come la prima volta?
L'ho detto sopra, ho nostalgia di quella sensazione di 'impaesamento' che solo pochi libri ti fanno sentire. Così, proverò anche con questo salto nel passato.
E voi? Come avete organizzato le vostre letture estive?http://giuliabeyman.blogspot.com 
  
    
    
    Le vacanze sono il momento dell'anno che evoca libertà e maggiori possibilità di fare quello che ci piace. E allora? Via libera a cinque, dieci, anche quindici libri in valigia?
Un attimo. Non è così semplice (anche se per fortuna ci sono gli ebook, per cui, almeno dal punto di vista del peso un passo in avanti lo abbiamo fatto).
Non è così semplice perché uno dei fenomeni naturali che più da vicino accompagna quello del “certo le stagioni non sono più quelle di una volta“ o il “ma ti ricordi che begli sceneggiati facevano un tempo alla Rai?” è quello, tristissimo, del ridursi progressivo del tempo delle vacanze.
Sono tra quei fortunati (o no, visto che questo denota un'età non giovanissima?) che ricordano vacanze in cui alla fine davvero non ne potevi più. Ridatemi la mia casa, gli obblighi, le abitudini di sempre, persino la scuola. Ma basta con queste vacanze!
E non era nemmeno una questione di essere o non essere benestanti. Per un mese, qualche volta due o anche tre, in qualche modo ci si andava più o meno tutti in vacanza. Magari affittando casettine semplici vicino al mare, mangiando 'pagnottelle' in spiaggia e cenando con chilate di pastasciutta. (non si sa perché, ma alla fine ci si ritrovava sempre con tavolate infinite di parenti, oggi inimmaginabili)
E ora? Ora si 'spizzicano' qua e là vacanze di una settimana, forse due, (costosissime e preziose come non mai). Così sì, ci si può dedicare di più alla lettura rispetto al resto dell'anno, ma non è roba da mettere in pari tutti gli ebook che nel frattempo hai accumulato sul tuo ereader o i libri che comunque non riesci a smettere di comprare.
Nei miei pochi giorni di vacanza porterò con me un po' di lavoro (Sto riordinando i fili della trama del mio nuovo libro. Non posso mollare: col pensiero sarei comunque lì.). E poi dovrò assecondare le istanze di mio figlio, che è un grande appassionato di pesca.
Il mio Sampei non è uno che molla facilmente, quindi so già che avrò il mio da fare a coinvolgerlo in altro che non sia gettare l'amo da qualche parte. (tenendo presente che io davvero non voglio saperne di vedere qualche pesce abboccare... ma la vita è una serie infinita di contrappassi)
E la lettura? Sono, come sempre, animata da buone speranze. Anche se provo nostalgia per quell'impaesamento che ti impedisce di mettere giù un libro finché non sei arrivato alla parola fine. Che si tratti di una storia ben costruita o di un capolavoro di emozioni, è un po' che non incontro un libro così.
Cosa proverò a portarmi dietro? Lascerò a casa una magnifica antologia di Rex Stout stampata negli anni '70 (Nero Wolf non me ne voglia), perché, per quanto bella anche da vedersi, troppo ingombrante. Porterò il mio Ipad, dove ho collezionato tanti ebook che non aspettano che di essere letti. Non so bene con cosa inizierò, ma in questo momento della mia vita mi attraggono soprattutto le storie ad alto plot, quelle che non vedi l'ora di girare pagina per sapere come va a finire.
E anche se non lo faccio spesso porterò con me un vecchio libro che ho già letto. Riuscirà “Cannery Row” di Steinbeck a incantarmi ancora, come la prima volta?
L'ho detto sopra, ho nostalgia di quella sensazione di 'impaesamento' che solo pochi libri ti fanno sentire. Così, proverò anche con questo salto nel passato.
E voi? Come avete organizzato le vostre letture estive?http://giuliabeyman.blogspot.com
 
  
        Published on August 13, 2013 03:50
    
August 7, 2013
Domande in cerca d'autore 4
      Cosa faresti se per un attimo ti ritrovassi catapultato nella storia che hai creato? 
Resisteresti all'impulso di intervenire o modificare qualcosa?
L'ho confessato anche a Germano Dalcielo, che - per le DOMANDE IN CERCA D'AUTORE - ci ha posto questo interrogativo sul suo blog: la verità è che non credo proprio che mi piacerebbe trovarmi coinvolta in omicidi, minacce e misteri... Non mi piacerebbe sentirmi inseguita da qualcuno che vuol farmi la pelle, né dover assistere a qualche omicidio.
La verità è che non sono una 'ficcanaso cerca-guai' come la mia Nora Cooper. Gli intrighi mi affascinano e gli imprevedibili movimenti emotivi degli esseri umani attraggono la mia curiosità come una calamita. Ma più che agire, scrivo. E lascio alla mia Nora la parte più pericolosa.
Forse scrivo proprio per esorcizzare certe paure.
In fondo scrivere è una grande terapia. E lo è anche leggere.
Ma, se vi interessano la mia risposta e quelle dei miei colleghi autori, venite a dare un'occhiata sul blog di Germano Dalcielo.
E se foste curiosi sulle precedenti domande e volete andare a dare un'occhiata anche lì, eccole qua:
Qual è, secondo te, il personaggio più originale del tuo libro, quello che in qualche modo lo impreziosisce? Descrivilo.
Quale aspetto della tua storia ritieni sia particolare rispetto agli altri libri dello stesso genere?
Ricordi il momento preciso in cui è nata l'idea portante della tua storia? Raccontaci il come, il dove, il cosa o il perché.
  
Buona lettura e... Stay tuned! Il nuovo appuntamento a settembre sul blog di Giovanni Venturi.http://giuliabeyman.blogspot.com 
  
    
    
    Resisteresti all'impulso di intervenire o modificare qualcosa?
L'ho confessato anche a Germano Dalcielo, che - per le DOMANDE IN CERCA D'AUTORE - ci ha posto questo interrogativo sul suo blog: la verità è che non credo proprio che mi piacerebbe trovarmi coinvolta in omicidi, minacce e misteri... Non mi piacerebbe sentirmi inseguita da qualcuno che vuol farmi la pelle, né dover assistere a qualche omicidio.
La verità è che non sono una 'ficcanaso cerca-guai' come la mia Nora Cooper. Gli intrighi mi affascinano e gli imprevedibili movimenti emotivi degli esseri umani attraggono la mia curiosità come una calamita. Ma più che agire, scrivo. E lascio alla mia Nora la parte più pericolosa.
Forse scrivo proprio per esorcizzare certe paure.
In fondo scrivere è una grande terapia. E lo è anche leggere.
Ma, se vi interessano la mia risposta e quelle dei miei colleghi autori, venite a dare un'occhiata sul blog di Germano Dalcielo.
E se foste curiosi sulle precedenti domande e volete andare a dare un'occhiata anche lì, eccole qua:
Qual è, secondo te, il personaggio più originale del tuo libro, quello che in qualche modo lo impreziosisce? Descrivilo.
Quale aspetto della tua storia ritieni sia particolare rispetto agli altri libri dello stesso genere?
Ricordi il momento preciso in cui è nata l'idea portante della tua storia? Raccontaci il come, il dove, il cosa o il perché.
Buona lettura e... Stay tuned! Il nuovo appuntamento a settembre sul blog di Giovanni Venturi.http://giuliabeyman.blogspot.com
 
  
        Published on August 07, 2013 04:48
    
July 31, 2013
Dove, come o quando è nata l'idea per il vostro libro? Domande in cerca d'autore 3
 Narra la leggenda che J. K. Rowling abbia scritto il primo libro della fortunatissima serie del maghetto sul tavolino di un pub, in uno dei periodi più difficili della sua vita, dopo la separazione, senza un lavoro, senza un soldo e con una bimba piccola da crescere.
Narra la leggenda che J. K. Rowling abbia scritto il primo libro della fortunatissima serie del maghetto sul tavolino di un pub, in uno dei periodi più difficili della sua vita, dopo la separazione, senza un lavoro, senza un soldo e con una bimba piccola da crescere.E la stessa leggenda narra che l'autrice di best seller Nora Roberts abbia preso appunti per il suo primo libro durante una tormenta di neve che l'aveva costretta a stare chiusa in casa per una settimana con i figli piccoli ai quali, per passare il tempo, aveva cominciato a narrare delle storie. Il modo migliore per capire che era quella la sua vocazione
Nicholas Spark? Un infortunio al tendine d'Achille l'aveva costretto a letto per tre mesi e sua madre, stanca di vederlo ciondolare senza far nulla, l'aveva invitato a occupare il suo tempo in modo più costruttivo. “Come?”, le aveva chiesto Nicholas. “Non lo so. Magari puoi scrivere un libro”.
Detto fatto. Quel primo libro non è mai stato pubblicato, ma tutti gli altri sono diventati successi da milioni di copie.
Così - anche come portafortuna - per questa iniziativa delle Domande in cerca d'autore ho deciso di chiedere ai miei colleghi Indie:
Ricordi il momento preciso in cui è nata l'idea portante della tua storia? Raccontaci il come, il dove, il cosa o il perché.
Ed ecco qui le loro risposte:
Francesco Zampa
Venivo dalla creazione di un
personaggio, il Maresciallo Maggio, protagonista di tre racconti. Mi piaceva
caratterizzarlo in maniera più profonda e dettagliata, rifiutando i canoni più
scontati del genere, che limitano gli investigatori dell’Arma in ruoli
edulcorati o guasconeschi. Volevo un personaggio vero, con le peculiarità del
ruolo del maresciallo che sono pressochè uniche. Soprattutto non volevo un
personaggio elegìaco o di propaganda. Difficile? Tutt’altro. C’è spazio per un
personaggio così e anche il pubblico è maturo. Così il quarto racconto diventò
un romanzo breve, esente dai vincoli imposti dai concorsi. La sequenza di
apertura è molto forte: c’è questa ragazza che fugge disperata dal suo
assassino. Non ci riesce e anche il suo assassino viene ucciso accanto a lei.
Un altro tema a me caro, non finisco mai di stupirmi, è come i mass-media
riescano a rendere notizia ciò che non lo è, e viceversa, una cosa che attira
la mia attenzione tutti i giorni. È difficilissimo non essere manipolati oggi,
e Maggio cerca di non esserlo.
Doppio
omicidio per il Maresciallo Maggio
Germano Dalcielo
Avevo da poco finito di leggere il
codice Da Vinci e avvertivo una sorta di urgenza pruriginosa ai pollici: non
condividevo affatto la tesi di Dan Brown a proposito della Maddalena e a quel
punto ho preso carta e penna e ho messo nero su bianco la mia versione della
storia. Non sono così arrogante da pretendere che sia andata realmente così,
non ho prove storiche ad avallare la mia tesi. Eppure mi sembra una verità
nascosta in bella vista, che solo un ostinato (e voluto) prosciutto sugli occhi
impedisce di cogliere.
Il
Peccatore (Il discepolo ombra)
Giovanni Venturi
L’idea de “Le parole confondono” è
nata durante l’estate del 2009. C’era una lettera che mi spingeva a ricordare
alcuni eventi della mia adolescenza, alla scuola superiore, così mi sono detto che
il tipo di storia poteva trovare diversi spunti, coinvolgere. Già visualizzavo
Andrea che si muoveva per le strade di Napoli con Giulia e Fabiana in testa, e
poi leggere questa lettera in una radio milanese, e poi da lì l’idea di aprire
anche una seconda storia dentro la storia, attraverso dei flashback avanti e
indietro. Andrea adulto che ricorda la sua adolescenza, mentre l’idea del
personaggio Francesco era ben lontana dal concretizzarsi, era tutto allo stato
embrionale ed ero ipercreativo. Tutto è partito con la lettera, col non
rendersi conto di cosa la vita ti offre mentre da adolescente pensi a
tutt’altro, le cotte, l’amicizia di cui non puoi fare a meno e una città cruda
che offriva altrettanti spunti narrativi.
Le
parole confondono
Rita Carla Francesca Monticelli
Tutto è nato da un’immagine che si
è formata nella mia mente mentre leggevo il romanzo “First Landing” di Robert
Zubrin, il fondatore della Mars Society, ambientato proprio su Marte. Ho visto
un astronauta - all’epoca non sapevo se fosse un uomo o una donna - che vagava
per il deserto marziano, da solo, con la consapevolezza di non avere abbastanza
risorse per sopravvivere oltre un certo tempo. Mi sono chiesta cosa gli fosse
successo, perché si fosse addentrato da solo su Marte. Voleva andare laddove
nessuno era mai stato? Voleva uccidersi? Cosa l’aveva spinto a tanto? E proprio
su questa immagine si apre il libro, con la protagonista, Anna Persson, che
lascia di nascosto la sicurezza della Stazione Alfa e si addentra nel deserto
con un’autonomia di cinquanta ore, all’apparenza pronta ad abbracciare la
morte. Cosa c’è alla base del suo gesto disperato?
Deserto
rosso - Punto di non ritorno
Noemi Gastaldi
È passato molto tempo, infatti il momento
in cui l'idea è nata non coincide con quello in cui è stata realizzata.
Quando mi è venuta per la prima volta voglia di scrivere un romanzo
fantasy avevo 12 anni, ed era un momento molto particolare: avevo appena
iniziato a leggere questo genere ed ero rimasta folgorata dalla sua
capacità di portarti fuori dal mondo, e al contempo avevo iniziato a
praticare la Wikka; così una sera ho preso carta e penna ed ho buttato
giù l'Idea: un romanzo fantasy che richiamasse le pratiche della
Stregoneria.
Sono passati più di 10 anni, e sono cambiate molte cose... Ma è da
quella bozza che è nata la saga "oltre i confini".
Il tocco degli Spiriti Antichi (Oltre i confini)
Pierluigi di Cosimo
Ricordo perfettamente il momento in
cui prese vita il racconto, anche se non nella forma che i lettori oggi
conoscono. In realtà tutto inizia con un tragico evento personale che decisi di
mettere su carta, forse per liberarmi dai pensieri e dall'angoscia che avevo
dentro e che opprimevano il mio cuore. Il resto è venuto dopo e, come in un
film, scena dopo scena ho costruito intorno a questo nucleo centrale tutto il
racconto. Nella versione pubblicata il fatto è solo vagamente riportato, alla
fine ho deciso di lasciare solo una traccia di quegli accadimenti a mia
personale memoria, alleggerendo ai lettori la verità.
I
Rotoli dell'Immortalità
Isabel Giustiniani
Un paio di anni fa al telegiornale
diedero la notizia di un furto avvenuto al museo egizio del Cairo durante le
prime sommosse popolari del paese che portarono poi al rovesciamento del regime
di Mubarak. I ladri distrussero alcuni reperti e ne trafugarono altri solo
nella sala dedicata a Tutankhamun ignorando il resto del museo. Quasi per gioco
iniziai a chiedermi il perché di questa “scelta mirata” e cominciai a
fantasticare che in realtà stessero cercando qualcosa di preciso. La storia
nacque così, immaginando l'esistenza di un oggetto mantenuto segreto, tanto
speciale quanto ambito da smuovere gli interessi dei poteri mondiali. Le
immagini dei soldati dell'esercito egiziano che nella mattina del 29 gennaio
2011 mettevano in sicurezza le stanze del museo mi diedero lo spunto per creare
l'archeologa Amberly Braxton: un oggetto non sarà inserito nella lista dei
reperti trafugati in quella notte e la giovane studiosa al suo arrivo troverà
ogni traccia del File JE60754 cancellata. Tranne una.
Il libro della nostra Isabel è
ancora un 'work in progress'. Ma seguite questo link se volete curiosare nel File JE60754 .
J. Shoulderblade (Giuseppe
Scapola)
L'idea è nata
grazie all'interazione con il lettori di “TheIncipit” e grazie anche alle
continue deviazioni dal percorso mentale che mi ero proposto.
Quando la storia è
collettiva, non è più tua al 100%!
SineDie
Il nuovo appuntamento delle Domande in cerca d'autore? La prossima settimana sul blog di Germano Dalcielo www.germanodalcielo.blogspot.it
Intanto, per chi è curioso di andare a rileggersi le prime domande, ecco qui il link al blog di Rita Carla Francesca Monticelli e quello al blog di Francesco Zampa.
Stay tuned!!
http://giuliabeyman.blogspot.com
 
  
        Published on July 31, 2013 03:26
    
July 30, 2013
Le Allegre Comari - What's in a purse?
 
“What's in a woman's purse?”
Four writers, four women and four friends answered this funny question: a new chat and new post with 'Le allegre comari' on Annamaria's Writing Corner.
Join us and sip an espresso with us (better a cappuccino for me!)
Enjoy reading!
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        Published on July 30, 2013 05:42
    
July 25, 2013
Domande in cerca d'autore 2
 
Seconda tappa per le “Domande in cerca autore”.
Dopo il 'debutto' sul blog di Rita Carla Francesca Monticelli, che ci ha chiesto quale fosse, secondo noi autori, il personaggio più originale dei nostri libri, la nuova tappa del nostro singolare blog-tour è stata ospitata da Francesco Zampa, autore della serie che ha per protagonista il Maresciallo Maggio.
Come ho già detto anche a Francesco nell'intervista, la sua domanda mi ha impegnato più del dovuto.
Cosa rende originali le vostre storie rispetto altre dello stesso tipo?
Per vedere come ho risposto e come hanno risposto i miei colleghi non dovete far altro che fare un salto sul suo blog.
Prossimo appuntamento, proprio qui. Gli autori indipendenti che partecipano all'iniziativa saranno infatti miei ospiti per la prossima tappa.
E già mi frego le mani, perché questa volta saranno loro a dover rispondere alla mia domanda.
Vi aspetto.
Buona lettura!
http://giuliabeyman.blogspot.com
 
  
        Published on July 25, 2013 12:44
    
Domande in cerca d'autore - 2
 
Seconda tappa per le “Domande in cerca autore”.
Dopo il 'debutto' sul blog di Rita Carla Francesca Monticelli, che ci ha chiesto quale fosse, secondo noi autori, il personaggio più originale dei nostri libri, la nuova tappa del nostro singolare blog-tour è stata ospitata da Francesco Zampa, autore della serie che ha per protagonista il Maresciallo Maggio.
Come ho già detto anche a Francesco nell'intervista, la sua domanda mi ha impegnato più del dovuto.
Cosa rende originali le vostre storie rispetto altre dello stesso tipo?
Per vedere come ho risposto e come hanno risposto i miei colleghi non dovete far altro che fare un salto sul suo blog.
Prossimo appuntamento, proprio qui. Gli autori indipendenti che partecipano all'iniziativa saranno infatti miei ospiti per la prossima tappa.
E già mi frego le mani, perché questa volta saranno loro a dover rispondere alla mia domanda.
Vi aspetto.
Buona lettura!
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        Published on July 25, 2013 12:44
    
July 19, 2013
Tiramisù - Nora's recipe
      Who read my books knows that my Nora loves cooking italian
dishes and that Tiramisù is one of her
favorites cakes.
Someone in the past days asked me about this recipe so...
forgive me for my bad english (my readers know that I'm an italian author and
someone else translated my books) and write down the Tiramisù recipe.
It is an easy recipe so: try!
   
Ingredients:
5 eggs
500 gr mascarpone
250 gr sugar
dark chocolate
coffee
300 gr Savoiardi
Let's start making a cream with the sugar and the yolks of
the eggs (keep 3 of the egg whites and throw away the others)
When the cream is ready, add the mascarpone in the bowl and
keep working on the dough. Then work apart at the three whites until they are like a
white foam. Add them in the bowl too.
At this point you have what we call in Italy “crema di
mascarpone”
To have the Tiramisù, take the cake pan, put the Savoiardi on
the bottom and pour the sweetened coffee on them.
Above the Savoiardi layer, put the Mascarpone Cream. You can
make just a layer or more.
On the top, grate the dark chocolate. Now your Tiramisù is
ready!
Maybe this is the strangest and ungrammatical recipe you
ever read, but if you can understand my explanation you'll taste the best
Tiramisù you have ever eaten.
http://giuliabeyman.blogspot.com 
  
    
    
    dishes and that Tiramisù is one of her
favorites cakes.
Someone in the past days asked me about this recipe so...
forgive me for my bad english (my readers know that I'm an italian author and
someone else translated my books) and write down the Tiramisù recipe.
It is an easy recipe so: try!
 
Ingredients:
5 eggs
500 gr mascarpone
250 gr sugar
dark chocolate
coffee
300 gr Savoiardi
Let's start making a cream with the sugar and the yolks of
the eggs (keep 3 of the egg whites and throw away the others)
When the cream is ready, add the mascarpone in the bowl and
keep working on the dough. Then work apart at the three whites until they are like a
white foam. Add them in the bowl too.
At this point you have what we call in Italy “crema di
mascarpone”
To have the Tiramisù, take the cake pan, put the Savoiardi on
the bottom and pour the sweetened coffee on them.
Above the Savoiardi layer, put the Mascarpone Cream. You can
make just a layer or more.
On the top, grate the dark chocolate. Now your Tiramisù is
ready!
Maybe this is the strangest and ungrammatical recipe you
ever read, but if you can understand my explanation you'll taste the best
Tiramisù you have ever eaten.
http://giuliabeyman.blogspot.com
 
  
        Published on July 19, 2013 09:11
    



