Alessandro Bonino's Blog, page 26
October 4, 2010
Cose che ho fatto e che non vi ho detto che ho fatto
Ci sono cose che ho fatto e che non vi ho detto che ho fatto, e mi scuso, e riparo ora dicendolo, che le ho fatte, così poi non mi dite che non l'ho detto.
Per esempio, è uscito l'ultimo libro di Amedeo Balbi, che si chiama Seconda stella a destra, e mi è stato chiesto di scrivere una specie di postfazione, una specie di poscritto al libro. Il libro è veramente bellissimo e dovete comprarlo anche se pensavate che non ve ne fregasse niente dell'astronomia, perché è un libro scritto in un modo che quando lo aprite poi non lo chiudete finché non lo avete finito, tanto è scritto bene. C'è la prefazione di Margherita Hack, e c'è la mia postfazione. Io, quando l'ho saputo, che avrei dovuto scrivere un contraltare a quel che ha scritto la Hack, di dover fare una specie di panino con la Hack, in cui il ripieno era il mio cosmologo di fiducia, il Balbi, ho sussultato. Ditemi poi se v'è piaciuta: finisce con la parola Sombrero.
Poi ho fatto un'altra cosa che non mi sarei aspettato: ho fatto una traduzione. C'è questa nuova casa editrice che si chiama 40k, che pubblica ebook in più lingue in contemporanea, e c'è questo racconto inedito di Bruce Sterling che si chiama Il Bisturi Partenopeo, e io, che di libri di Sterling ne ho macinati qualcuno, soprattutto nella mia adolescenza cyberpunk, quando son stato chiamato a tradurlo in italiano non sapevo proprio cosa dirmene, e ho accettato, ed è stata una bella esperienza (per le parti che mi venivano più difficili mi sono fatto aiutare da maia, che mi ha tolto non poche grane). Bene, è uscito, sia in inglese, sia in italiano, è una storia in stile steampunk ambientata nell'Italia del Risorgimento: sappiatemi dire, perché è la mia prima traduzione, e se ho sbagliato qualcosa, mi piacerebbe saperlo (l'ebook costa pochissimo, neanche tre euro, non avete scuse).
Ecco, adesso ve le ho dette, e non potete dire che non ve le ho dette, perché adesso ve le ho dette.
October 2, 2010
Poesia Blu cobalto
Tatuaggi,
pensavo,
potrei farmi
dei tatuaggi.
Potrei farmene uno,
uno solo,
pensavo,
senza disegni.
Uno solo
che ricopra
tutto il corpo,
un tatuaggio
tinta unita.
Un tatuaggio
Blu cobalto.
E andrei in giro
tutto ricoperto di inchiostro
Blu cobalto,
Blu cobalto
iniettato sotto pelle
sulla testa sulla faccia
sulle mani sulle braccia
sui piedi sulle gambe
sull'addome sulla schiena.
E qualcuno mi incontrerebbe
e mi direbbe
Che cosa ti è successo.
Ma la maggior parte
della gente
non si accorgerebbe
di niente.
September 29, 2010
Dispenso belle figure come petali di rosa
Quella volta che mi sentivo la febbre non avevo il termometro e son andato a comprarlo, poi camminando m'ero messo il termometro in bocca ché volevo sapere subito se avevo la febbre e camminavo con le mani davanti alla bocca per non far vedere che avevo il termometro e m'hanno fermato i testimoni di geova.
September 28, 2010
Poesia sul fatto che io non ti piaccio
Ecco
io non ti piaccio
si capisce che non ti piaccio.
Io lo so perché
è perché
ti fermi alla superficie
ti fermi al fatto
che sono senza capelli.
E non lo sai
quanto ci guadagneresti
a non fermarti alla superficie
perché lo sapresti
lo vedresti che io
dentro
ce n'ho pieno
di capelli.
September 27, 2010
Scrittura nativa digitale
Si parla tanto di rivoluzione digitale del libro, e qualcuno, Gallizio in specifico, ha parlato di "scrittura nativa digitale", che è una cosa che lui dice di non sapere bene cosa sia, e neanch'io, ma penso sia giusto porsi il problema di cosa diventa la scrittura quando l'iperconnessione diventa la normalità. Di molte cose si è parlato e molte persone sono intervenute: è stato molto interessante e io invito tutti a partecipare al Writecamp che si è tenuto ieri.
Io non sono intervenuto, ero u...
September 24, 2010
Una scimmia
E comunque poi sull'aereo ero seduto davanti a un bambino che più che essere un bambino era una scimmia. Una scimmia imbottita di caffeina. Non che piangesse per la paura del volo, semplicemente urlava, e i genitori lo lasciavano urlare, tranquillamente, senza dargli né peso né attenzione, come se fossero stati gli unici passeggeri sull'aereo. E io purtroppo ero davanti a lui, e non potevo fare niente, perché se il bambino fosse stato vicino a me avrei saputo di certo come farlo smettere...
Non ho paura dell'aereo
Non ho paura dell'aereo. Lo prendo tranquillamente. Di solito viaggio con il solo bagaglio a mano e non mi preoccupo di nulla. Ho già predisposto tutto, tutto il metallo lo metto in una tasca della borsa e attraverso il metal detector senza fermarmi. L'unica cosa che mi dà fastidio è buttar via l'acqua, pere poi doverla ricomprare subito dopo i controlli. Ricomprare, no, diciamo comprare, ché io di solito riempio una bottiglietta di plastica con l'acqua di Cuneo, è acqua buona, quella di...
September 23, 2010
Sei cose che non sapevate sulla sfiga e che forse preferivate non sapere e una settima che sembra che non c'entri ma c'entra.
(Marco Manicardi e gli amici di Barabba hanno realizzato, per il Festival della filosofia 2010, un ebook sulla sfortuna chiamato Cronache di una sorte annunciata. Lo potete scaricare da qui, nel vostro formato preferito. Questo è il mio contributo, affidato programmaticamente alla sorte)
Sei cose che non sapevate sulla sfiga
e che forse preferivate non sapere
e una settima che sembra che non c'entri
ma c'entra.
«Non penso molto di un uomo che getta la buccia di banana sul marciapiede. E...
September 21, 2010
Leterg e Lesnah, ovvero: come diventare bambini buoni (una favola, visto che tra poco è Natale)
C'era una dolce vecchina che abitava nel boschetto, stava lì, da sola, non aveva nessuno, e passava le sue giornate a cucinarsi dei minestroni o a far dei dolci. Le piaceva, far dei dolci, ma non le piaceva mangiarli. Le sarebbe piaciuto mangiar della carne, ma non aveva i soldi per comprarla, così mangiava solo dei gran minestroni che cuoceva in un grande paiolo nel camino. I dolci, non le piacevano, ma le piaceva farli, e casa sua, casa sua ormai l'aveva ricoperta di dolci: ogni cosa, in...
September 17, 2010
Ma dimmi te
Ma dimmi te, dico io, dimmi te se un uomo della mia età, un uomo di una certa età come me, ce n'ho trentasei, che uno dice, eh, trentasei, cosa vuoi che siano trentasei, son pochi trentasei, guarda me, io ce n'ho cinquanta cosa dovrei dire, ti dicono, ma a te trentasei ti sembran tanti, tanti tantissimi, perché se ci pensi, guarda la seconda guerra mondiale, ti dici, guarda la seconda guerra mondiale, è durata neanche sei anni, anzi facciamo sei precisi, che se uno va dall'invasione della...


