Alessandro Bonino's Blog, page 14
October 17, 2011
Semplice come l'acqua
Al supermercato mi vengono sempre delle idee. Certe volte strane, certe volte irrealizzabili, ma secondo me questa qua qualche potenziale ce l'ha. Ero lì al supermercato e guardavo la gente che comprava l'acqua, nelle bottiglie di plastica, monouso: che spreco, mi dicevo, imbottigliare l'acqua dentro delle bottiglie di plastica, trasportarle lontano, ché magari la sorgente è in un'altra regione o magari in un altro stato, poi buttare via le bottiglie di plastica. Che spreco. Mentre guardavo mi è venuta una delle mie idee, quelle idee che certe volte son strane, a volte irrealizzabili, ma stavolta secondo me c'è potenziale, magari all'inizio si potrebbe applicare solo a chi può permettersela e poi a scendere, a tutti gli strati della popolazione. Sentite qua. Ho pensato che magari si potrebbe fare una cosa. Far delle cisterne dove raccogliere l'acqua, che arriverebbe dalle sorgenti, o dalla pioggia, la si filtrerebbe e poi attraverso un sistema di tubi si potrebbe farla arrivare nelle case della gente, magari prima a casa dei più abbienti (i tubi costano) e poi via via a tutti. Pensate, niente trasporto di bottiglie e riciclaggio di bottiglie, uno aprirebbe un rubinetto e l'acqua scenderebbe lì, direttamente a casa sua. Magia. Peccato che non si possa fare.
October 2, 2011
Di blog letterari e di cacca, ma attenti a non invertire le due cose
Io quest'anno su questo blog ci ho anche scritto poco, e poi cosa succede, non vai neanche alla Blogfest, che è uno di quei raduni dove quelli che hanno un blog si trovano e si raccontano le loro cose, non ci vai neanche e scopri, mentre sei da tutta un'altra parte, mentre sei agli antipodi di quel posto che si chiama Riva del Garda dove Gianluca Neri organizza la Blogfest, sei dentro un ristorante, non ti senti neanche in colpa perché son le dieci di sera e devi ancora mangiare, sei in un ristorante dove il telefono non prende neanche bene, bisogna lasciarlo in bilico su un angolo del tavolo perché abbia un po' di segnale, ti arrivan dei messaggi che ti dicon che il tuo blog ha vinto, ha vinto il titolo di miglior blog letterario, e tu non ci credi, perché lo sai che il blog ultimamente lo hai anche un po' trascurato, e lo sai, anche se quel premio lì lo hai già vinto una volta, che coi blog letterari non ci hai niente a che fare, che i blog letterari son altri, e tu non li vorresti neanche guardare col binocolo, i blog letterari, perché i blog letterari, diciamocelo, in generale fan schifo ai cani, e te t'han messo lì in mezzo, in mezzo ai blog letterari, che anche gli altri che c'erano in lizza eran blog strani, non eran mica tanto letterari, nel senso che non eran blog che facevano schifo ai cani, come di solito fan i blog letterari, e anzi, quest'anno ce n'eran anche di belli, e comunque ti arrivan dei messaggi, te pensi che sian degli scherzi, e invece poi no, perché ti arrivan da delle fonti diverse che non possono essersi messe d'accordo tra di loro per farti degli scherzi, e alla fine ti convinci che è vero, che il blog sul quale scrivi, solo ogni tanto perché ti accorgi che nell'ultimo anno lo hai un po' trascurato, ti accorgi che questo blog qua ha vinto il premio come miglior blog letterario del duemilaundici, non ti capaciti del perché, ma poi il giorno dopo ci son dei giornali che hanno gli articoli, dove ci son gli osanna e i gloria e le trombette degli angeli, e niente, grazie a tutti.
Poi stamattina mi son alzato, mi son pesato con la maglietta e le mutande, avevo preso un chilo. Son un po' ossessionato ultimamente con questa faccenda del peso, mi son detto devo perder dei chili e mi peso tutte le mattine, solo che tutte le volte che vado in giro, prendi un po' di salciccia, prendi un po' di focaccia, torno a casa che ho preso un chilo. Poi mi son fatto un caffè, poi m'è venuto da fare la cacca e se c'eran dei premi per la cacca secondo me vincevo un premio anche per quello, il blog letterario con la cacca più grossa del mondo. Poi mi son tolto tutto, mi son pesato nudo dopo che avevo fatto la cacca, non mi son capacitato, con tutta la cacca che avevo fatto, e senza vestiti, pesavo uguale a prima.
Non lo so se lo volevi sapere, ma magari te lo sei anche chiesto, ma magari non te lo eri mai chiesto e non lo volevi sapere, ma adesso lo sai, che anche i blog letterari, anche loro, fanno la cacca. Che peraltro sembra essere tantissima ma poi non pesa niente.
September 28, 2011
Poesia da qua
Qua
ci sono i fuochi d'artifizio
se c'eri
ti portavo
a vederli
ma non ci sei
e alzo la musica
fortissimo
così non li sento
September 26, 2011
La notte che ho visto la luce
Ecco sì, io adesso è un po' che la meno con questa storia della luce nel frigo che avrebbe un suo nonsoché di magico e magari uno potrebbe anche pensare che dedicare tanto tempo a pensare a una cosa così normale come la luce nel frigo sia una cosa, come dire, un po' da scemi, epperò ci son cose alle quali non si pensa mai, che a volte ti colpiscono come un lampo, magari è notte, sei solo, è tutto buio, ti svegli, ti vien sete, ti alzi a vai in cucina, sei solo ed è buio anche lì, ma poi apri il frigo per vedere se c'è dell'acqua, apri il frigo e sei sempre solo, ma appena apri il frigo ti colpisce una luce, ti colpisce come un lampo, ti folgora e non riesci più a pensare ad altro per giorni, vai in giro e fai le cose che fai di solito, sei solo però pensi alla luce del frigo che ti ha colpito quella notte, e ha illuminato quella bottiglia di acqua San pellegrino che non sapevi più di avere, quella bottiglia che avevi preso all'autogrill e poi non avevi bevuto e avevi riposto senza pensarci, quella bottiglia che in quella notte di sete era la cosa più buona del mondo, quella bottiglia che era un tesoro inaspettato, come quando nella giacca che non mettevi da anni trovi un biglietto da cinquecento lire, come quell'amico che non vedi da anni, lo ritrovi per caso, e siete ancora amici come una volta.
September 23, 2011
Poesia dell'alba
Quando
Mi alzo presto
Guardo fuori
È buio.
Poi faccio colazione
Mi lavo
Mi vesto
Faccio per uscire
Apro la porta
C'è il sole.
Mi ricorda
Quando di notte
Mi sveglio
Ho sete
Apro il frigo
E si accende la luce.
September 21, 2011
Poesia sulla fiducia nell'umanità
A volte penso
che l'uomo
sia poco intelligente.
Poi apro il frigo
e la luce dentro
si accende.
E penso che
a volte
è intelligente.
September 19, 2011
Sono una persona orribile /37
Entrando al supermercato ho incrociato un uomo in sedia a rotelle con un bambino a fianco, che stavano uscendo. Il bambino mangiava il gelato mentre camminava, e il signore sulla sedia a rotelle faceva girare le ruote con le mani, mentre sulle gambe teneva tutta la spesa. Mi è sembrata una soluzione intelligente.
September 14, 2011
L'uomo che prendeva dei caffè
Stava lì al bar e prendeva un caffè, dopo usciva un attimo, poi tornava, prendeva un caffè, poi dava un'occhiata al giornale e prendeva un caffè. Era chiaro, si diceva in giro, che quello lì si faceva di caffè. Non faceva altro che prender caffè dalla mattina alla sera, a quanto pare non lavorava neanche più, stava tutto il giorno a entrare e uscire dai bar a prender dei caffè. Aveva cominciato con un caffè la mattina, a casa, poi pian piano prima di andare in ufficio aveva cominciato ad aggiungerne un altro, al bar, poi uno a metà mattinata, poi uno a pranzo, poi uno a metà pomeriggio e poi chissà chissà quanti. Si comincia con un caffè la mattina e poi non si sa dove si finisce. Le dipendenze son così. I pensionati che stavano al bar, che prendevano un caffè alle nove e poi stavan lì a commentare le notizie fino a mezzogiorno, un caffè per tre ore di occupazione del tavolo, equivalenti a zero virgola trentatré euro all'ora di affitto, un caffè più per prender qualcosa per permettersi di occupare il tavolo tutta la mattina che per dipendenza, ecco, i pensionati del bar stavan sempre lì a guardarlo, quello lì che prendeva dei caffè, con degli sguardi che dicevano Finirà male quello lì.
August 31, 2011
Lezioni di economia dello starnuto
No ma vai tranquillo, dicevo, starnutisci pure, vai pure avanti, e lui non la smetteva, gli dicevo È importante quel che stai facendo, e lui starnutiva e mi guardava perplesso, per quanto può guardar perplesso uno che starnutisce senza fine, strizzando gli occhi e lacrimando. Gli dicevo È importante quel che stai facendo, perché secondo me esiste un numero finito di starnuti che sono contemporaneamente emettibili in un dato momento, e tu, dicevo mentre lui continuava, ne stai facendo un buon numero, alleviando così le sofferenze di chissà quante persone. Bravo, sei un benefattore, gli ho detto, dandogli una pacca sulla spalla, mentre lui continuava a starnutire soddisfatto.


