Giuseppe Granieri's Blog, page 9
April 16, 2011
Quello che diventeranno i libri
April 9, 2011
Libri: dall'editoria all'ecosistema
April 1, 2011
Tutti i soldi dei libri
March 26, 2011
Autori da milioni di dollari
March 24, 2011
Futuro poetico
Consueto appuntamento in cui presento le nuove uscite e cerco di spiegare perchè le ho scelte. Come al solito, prendila con beneficio di inventario: in fondo è l'oste che parla del suo vino.
Ok, Mike Resnick è l'autore più premiato al mondo per le forme brevi di narrativa (ma ha preso molti premi anche per i romanzi). Daria lo ha già presentato quando abbiamo lanciato Ricordi e molti di voi lo hanno apprezzato leggendo Il Panchinaro.
Il Panchinaro, tuttavia, era un titolo molto particolare. Una novelette che si potrebbe quasi classificare come YA, anche se è sicuramente una storia in grado di emozionare chiunque sia disposto ad commuoversi.
Ricordi invece è un romanzo breve (abbastanza più lungo dei 40k normali, infatti è il primo 40k Cube). Ed è forse un esempio più classico del talento di Resnick.
L'ambientazione, il setting e l'atmosfera generale sono tipici della fantascienza classica: un futuro lontano, navi spaziali, viaggi tra pianeti, alieni e razze improbabili con tutta la loro biologia speculativa.
Ma la storia -come moltissime delle storie che racconta Mike- è molto letteraria, umana, costruita su una dimensione narrativa che non ha poi tanto a che vedere con la fantascienza. L'idea del genere è solo uno spunto per inserire degli elementi magici o straniati in modo credibile. E il rapporto con il futuro è sempre arricchito da un certo stupore:
"Arriveremo tra 11 minuti e 23 secondi" annunciò il robot mentre l'autobus si precipitava in avanti."
"So che non hai bisogno di guardare la strada, che il veicolo ha dozzine di sensori, e che tu sei solo un suo prolungamento", dissi. "Eppure mi sentirei molto più a mio agio se tu girassi la testa e guardassi avanti".
La trama è molto forte, dissemina indizi e crea suspense e curiosità di andare avanti (e in fondo, pur ambientata nel futuro, è comunque una detective story). Resnick costruisce una di quelle storie che ti legano e che difficilmente ti portano a interrompere la lettura.
I dialoghi sono molto raffinati e i personaggi sono difficili da dimenticare. E c'è un'ironia continua, un apparente cinismo che maschera uno sguardo poetico che scivola continuamente nel testo e nella mente del lettore.
Ed è forse proprio questo sguardo poetico la cifra che fa di Resnick il Resnick che tutti apprezzano. E che rende la sua fantascienza solo un set per costruire spettacoli di magia letteraria.
Mike Resnick
March 19, 2011
Scrittori che vivono di spiccioli
March 17, 2011
40k Cube. Stavolta siamo andati lunghi
I 40k Cube, che debuttano oggi, in Italia -su carta- sarebbero dei romanzi. Quelli venduti con non troppe pagine e con un corpo tipografico un po' più grande del normale. Ne abbiamo visti tanti.Tecnicamente però, almeno nel mondo anglofono, sono short novels e nei grandi premi internazionali sono classificati come narrativa breve. Se le tradizionali novelette, quelle dei 40k normali arrivano a circa 10.000 parole, i Cube possono arrivare a 40.000 parole (o anche a 70.000 secondo altre definizioni). L'importante è che siano belle storie.
Stiamo già lavorando al secondo Cube (The Final Dream, di Daniel Pearlman, un romanzo breve su un mondo in cui si comprano i sogni e si sogna a comando) e poi seguiranno autori come Jeff VanDerMeer e altri ancora. Intanto godetevi il primo, che segna il ritorno in 40k di Mike Resnick (che molti di voi hanno apprezzato con Il Panchinaro).
AVVENTURA ED EMOZIONE SI INTRECCIANO FINO A CONFONDERSIDall'autore di racconti più premiato di sempre, un romanzo breve ambientato in una galassia minacciata da una razza aliena che commercia in dolore e infelicità.
Mike Resnick, vincitore di cinque premi Hugo e un Nebula, firma un racconto di fantascienza in cui avventura ed emozione si intrecciano fino a confondersi.
"Giunsero come una pestilenza sospinta dai venti galattici."
Gabriel Mola detto Gabe è un investigatore incaricato di proteggere la galassia da una minacciosa razza di alieni, noti come gli Zingari delle Stelle, che commerciano in dolore e infelicità.
“Nessuno sapeva da dove venivano, nessuno sapeva dove stavano andando, nessuno sapeva neppure per certo se fossero umani. Un giorno apparivano per offrire i propri servigi, e qualche tempo dopo se ne andavano, con gli scrigni colmi all’inverosimile di sogni infranti e speranze spezzate. Oh, si facevano pagare in moneta sonante, e molta... ma in effetti commerciavano in sofferenza.”
Ormai al termine di una lunga carriera senza successi, la vita di Gabe è sconvolta dall'arrivo dell'ennesimo assistente: Jebediah Burke, una giovane recluta convinta che tutti gli esseri senzienti agiscano in base a un motivo e determinato a scoprire la logica che muove le operazioni degli Zingari. L'esperienza con ragazzo insegnerà a Gabe che l'universo tanto vasto da ospitare una disgrazia più grande della sofferenza propria o altrui.
Approfondisci:
# Mike Resnick
Goodreads: reviews
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March 11, 2011
Libri sempre più digitali
March 6, 2011
Latino American Bunga Bunga
vspace="10" border="0" align="top" style="float: left;"> L'altro giorno, quando mi hanno chiesto di scegliere un libro per questo gioco,
ho rosicato perchè dovevo spiegare la mia preferenza solo con un aggettivo. Così
ho pensato di farci un post.
Le ragioni per cui ho scelto L'Autunno
del Patriarca sono due. La prima è che per quello che ho letto e per i miei
gusti personali, è il miglior romanzo del XX secolo. IPer certi versi
è l'apice di un ciclo: i romanzi precedenti di Marquez erano in qualche modo
degli «studi» per arrivare al capolavoro, mentre i romanzi successivi sono
semplicemente «opere di scuola e di maniera». Parabola che assomiglia a quella
di Saramago, che ha il suo apice nel Memoriale del Convento (che per me è al terzo posto
tra i romanzi del XX secolo).
Certo, Marquez ha anche il secondo gradino del mio personalissimo podio con
Cent'anni di Solitudine. Ma la saga dei Buendia è -per certi versi- più «facile»
dell'Autunno del Patriarca. Nella mia testa tra i due romanzi corre la stessa
differenza che c'è tra la poesia di un quadro di Magritte e la forza
espressionista dell'Urlo di Munch.
La seconda ragione è più facilmente argomentabile e meno soggettiva. Tanti anni
fa Rosalba Campra, in un libro intitolato «L'America Latina, l'identità e la maschera»,
ci regalò una grande chiave interpretativa per il realismo magico (ne accenavo
qui). «Il realismo magico», diceva Rosalba, «incarna la metafora».
Marquez
in questo romanzo fa esattamente questa operazione: è un romanzo sul potere, ma
il potere non viene trattato come materia astratta, assume i tratti fisici e
mostruosi del protagonista. Il «Patriarca» è un uomo che combatte contro i
segni del tempo sul suo corpo, controlla la comunicazione,
vive in una residenza in cui intere ali sono abitate dalle sue concubine, ha
un totale sprezzo dell'evidenza e gestisce la cosa pubblica come se fosse
un patrimonio personale. Anche in questo la metafora si incarna in fatti
veri e propri, con i cittadini che si svegliano una mattina e non trovano
più il mare, che Lui ha fatto fare a pezzi nella notte e ha venduto ad una
potenza straniera. Lui è il potere.
Un romanzo visionario, realisticamente magico, terribilmente opprimente. E attualissimo nell'Italia di oggi.
Ma non è un romanzo facile, specie per i lettori non educati a certe asprezze, dato che è spesso duro, anche nella prosa. A partire dall'incipit, che più lo rileggi più è straordinario
March 4, 2011
Libri che costano meno di un caffè
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