Hokkaido Highway Blues Quotes

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Hokkaido Highway Blues: Hitchhiking Japan Hokkaido Highway Blues: Hitchhiking Japan by Will Ferguson
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“People don't listen to karaoke, they endure it until it is their turn. It is the singularly most self-indulgent form of entertainment available.”
Will Ferguson, Hokkaido Highway Blues: Hitchhiking Japan
“Deferring judgement to a later date resolves nothing and all you are left with is a box of jumbled slides and a collection of knick-knacks and odds and ends. Here a face. There a sunset.”
Will Ferguson, Hokkaido Highway Blues: Hitchhiking Japan
“...when you are constantly prevailing upon the kindness of strangers-as a hitchhiker must-it keeps you in a positive frame of mind. Call it Zen and the Art of Hitchhiking. The Way of the Lift. The chrysanthemum and the Thumb. Heady on beer and the sound of my own voice, the aphorisms spilled out unchecked.”
Will Ferguson, Hitching Rides with Buddha
“What?"
"I said, Are you dangerous?"
I wasn't sure I heard her correctly. "Who? me? No, I'm not dangerous at all."
"You promise?"
"Sure."
"All right, then," she said. "You can get in."
And that was how I met the unsinkable, irrepressible, wholly undeniable Kikumi Otsugi, a woman who believed in bad men, but not bad dishonest men. I had given her my word of honor that I would not harm her, and she was satisfied.”
Will Ferguson, Hokkaido Highway Blues: Hitchhiking Japan
“(I speak Japanese the way a bear dances. It’s not that the bear dances well that impresses people, it’s the fact the bear dances at all.)”
Will Ferguson, Hokkaido Highway Blues: Hitchhiking Japan
“Mentre parlavamo, i sakura vorticavano intorno alla cabina del telefono in un diluvio di bianco e rosa. Avevo passato più di un mese circondato da quei fiori, più di quanto sia possibile, più di quanto sia naturale. E improvvisamente capii, con profondo sconforto, che quello che stavo facendo era sbagliato alla radice. I sakura sono fatti per essere transitori. Aggrapparsi a loro è come tentare di aggrapparsi alla giovinezza. Seguire il Fronte dei Fiori di Ciliegio era una negazione del tempo, delle stagioni, persino della mortalità. Era come spruzzare lacca su un giglio. Come imbalsamare un miraggio. Come cercare di fermare il tempo.”
Will Ferguson, Hokkaido Highway Blues: Hitchhiking Japan
“The grander the name, the blander the dame.”
Will Ferguson, Hokkaido Highway Blues: Hitchhiking Japan
“Mi dica una cosa" dissi mentre viaggiavamo verso nord immersi in un crepuscolo color porpora. "I giapponesi. Nel profondo del cuore sono arroganti o insicuri?"
"Arroganti o insicuri? O?" Mi guardò come per dire: Be', è un tuo problema. Forse il problema è nella domanda stessa. "Noi giapponesi" disse in confidenza "non siamo arroganti o insicuri, siamo tutt'e due le cose. Sa, è possibile essere insicuri in modo molto arrogante... e viceversa. Guardi l'America. Ho sempre pensato che voi americani riusciate ad essere sciocchi in modo molto furbo. Molto furbo."
"E i francesi sono intelligenti in modo molto stupido" dissi, cominciando a capire.
"Giusto. Deve smettere di pensare per opposti. Deve cominciare a unire gli opposti.”
Will Ferguson, Hokkaido Highway Blues: Hitchhiking Japan
“Prima di arrivare in Giappone, avevo un rispetto tremendo per i giapponesi, però non mi piacevno un granché. Adesso, dopo cinque anni in questo paese irritante ed eccentrico, dopo aver viaggiato da un capo all'altro, dopo aver lavorato e vissuto e giocato con i giapponesi, dopo aver visto oltre gli stereotipi, dopo essermi confrontato con le loro ossessioni e le loro paure, le loro insicurezze e la loro arroganza, la loro gentilezza e le loro manie, dopo aver sperimentato in prima persona le numerose contraddizioni che sono il Giappone, ho scoperto di non rispettare più i giapponesi come prima, ma in compenso mi piacciono molto di più.”
Will Ferguson, Hokkaido Highway Blues: Hitchhiking Japan
“Sei ancora in tempo: qualche domanda?" mi chiese, un po' per scherzo. "Che so, gli antichi segreti giapponesi, cose del genere. Quello che vuoi."
"Sì, a dire il vero una cosa ci sarebbe, una cosa che avrei sempre voluto chiedere. Dentro di loro, nel profondo, sotto la scorza esterna, i giapponesi sono arroganti o insicuri? Voglio dire, nel loro intimo".
Alzò le spalle. "Be', insicuri,chiaramente."
"Ecco, lo vedi?"
"Cosa?"
"Il modo in cui l'hai detto, quel chiaramente: era molto arrogante."
"Davvero? Be', mi spiace. Non volevo."
"Ora invece sembri insicuro."
Si mise a ridere. "Lo humour americano" osservò, ma io non stavo scherzando affatto.”
Will Ferguson, Hokkaido Highway Blues: Hitchhiking Japan
“Sogni. In Giappone questa parola porta con sé il sapore dell'illusione. Ammettere d'avere un sogno significa praticamente ammettere che quel sogno è irraggiungibile. Coast to coast in moto, casalinghe che sognano le carovane del deserto. Gente che aspetta. Il Giappone è pervaso da sogni come questi, così come dalle infinite divinità che popolano ogni montagna, ogni scoglio ogni isola di ogni baia. Divinità che dimorano nelle case, cui vengono innalzati altari e offerte libagioni, tangibili come una nebbia, ineludibili come l'aria. Sogni rimandati a un futuro lontano. I giapponesi hanno il culto dell'autoimmolazione e spesso la prima cosa che sacrificano è il proprio irraggiungibile, intimo sogno segreto. Mi ricordo di aver letto un messaggio scritto a mano sul muro di un tempio, una delle prime frasi in giapponese che sia mai stato in grado di decifrare: Il Giappone è una nazione che va avanti in gran parte a forza di sospiri.
Will Ferguson, Hokkaido Highway Blues: Hitchhiking Japan
“Perché dovresti farlo?" mi chiesero, giustamente perplessi.
"Non c'è motivo di fare l'autostop. Abbiamo costruito apposta l'alta velocità."
Altri si preoccupavano per la mia incolumità. "Ma", ribattevo io "il Giappone è uno stato assolutamente sicuro, no?"
"Oh, sì. Sicurissimo. Il più sicuro del mondo."
"E allora perché non dovrei fare l'autostop?"
"Perché il Giappone è pericoloso".
E via così.”
Will Ferguson, Hokkaido Highway Blues: Hitchhiking Japan
“Quando tutto ti ricorda qualche altro posto è segno che stai viaggiando da troppo tempo.”
Will Ferguson, Hokkaido Highway Blues: Hitchhiking Japan
“Hot Sushi mi lasciò vicino all'imbarco dei traghetti e mi diede un opuscolo del Pacific Island Club di Guam. "Ci sono anch'io nella foto" disse indicando un puntino appena riconoscibile. Se lui era stato ridotto a un pugno di pixel da un computer, il suo sorriso era ancora visibile, l'ultimo tratto a svanire, come il ghigno dello Stregatto. Salutai Abo, strinsi la mano sonnacchiosa di Say Ya, e diedi a Michelle uno di quegli imbarazzanti saluti mezzo abbraccio-mezzo stretta di mano così popolari tra i nordamericani. Quindi loro quattro s'infilarono in macchina e ripartirono alla ricerca dell'esperienza e di un eterno presente. Dio, come li invidiavo.”
Will Ferguson, Hokkaido Highway Blues: Hitchhiking Japan
“Allo stesso tempo in giapponese ci sono due parole, wabi e sabi, che messe insieme significano bellezza effimera e fluttuante; estetica della decadenza, dei dettagli asimmetrici e dei colori naturali; gusto per il non finito, il transeunte, l'imperfetto. Per spiegare cosa significano queste quattro sillabe giapponesi nelle nostre lingue bisogna scrivere dei mini trattati.”
Will Ferguson, Hokkaido Highway Blues: Hitchhiking Japan
“and debris, and her husband and I settled back, sucking on toothpicks like a pair of feudal lords. This may sound sexist and insensitive and politically incorrect—and it is—but I had long since”
Will Ferguson, Hitching Rides with Buddha: Travels in Search of Japan