Il fu Mattia Pascal Quotes

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Il fu Mattia Pascal Il fu Mattia Pascal by Luigi Pirandello
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Il fu Mattia Pascal Quotes Showing 1-30 of 35
“Le anime hanno un loro particolar modo d'intendersi, d'entrare in intimità, fino a darsi del tu, mentre le nostre persone sono tuttavia impacciate nel commercio delle parole comuni, nella schiavitù delle esigenze sociali. Han bisogni lor proprii e le loro proprie aspirazioni le anime, di cui il corpo non si dà per inteso, quando veda l'impossibilità di soddisfarli e di tradurle in atto. E ogni qualvolta due che comunichino fra loro così, con le anime soltanto, si trovano soli in qualche luogo, provano un turbamento angoscioso e quasi una repulsione violenta d'ogni minimo contatto materiale, una sofferenza che li allontana, e che cessa subito, non appena un terzo intervenga. Allora, passata l'angoscia, le due anime sollevate si ricercano e tornano a sorridersi da lontano.”
Luigi Pirandello, Il fu Mattia Pascal
tags: amore
“Lessi così di tutto un po', disordinatamente; ma libri, in ispecie, di filosofia. Pesano tanto:
eppure, chi se ne ciba e se li mette in corpo, vive tra le nuvole.”
Luigi Pirandello, The Late Mattia Pascal
“Tu non le sai, povero ubriaco filosofo, queste cose; non ti passano neppure per la mente. Ma la causa vera di tutti i nostri mali, di questa tristezza nostra, sai qual è? La democrazia, mio caro, la democrazia, cioè il governo della maggioranza. Perché quando il potere è in mano d’uno solo, quest’uno sa d’essere uno e di dover contentare molti; ma quando i molti governano, pensano soltanto a contentar se stessi, e si ha allora la tirannia più balorda e più odiosa: la tirannia mascherata da libertà.”
Luigi Pirandello, The Late Mattia Pascal
“Siamo o non siamo su un’invisibile trottolina, cui fa da ferza un fil di sole, su un granellino di sabbia impazzito che gira e gira e gira, senza saper perché, senza pervenir mai a destino, come se ci provasse gusto a girar così, per farci sentire ora un po’ più di caldo, ora un po’ più di freddo, e per farci morire – spesso con la coscienza d’aver commesso una sequela di piccole sciocchezze – dopo cinquanta o sessanta giri?”
Luigi Pirandello, Il fu Mattia Pascal
“Ogni oggetto in noi suol trasformarsi secondo le immagini ch’esso evoca e aggruppa, per così dire, attorno a sé. Certo un oggetto può piacere anche per se stesso, per la diversità delle sensazioni gradevoli che ci suscita in una percezione armoniosa; ma ben più spesso il piacere che un oggetto ci procura non si trova nell’oggetto per sé medesimo. La fantasia lo abbellisce cingendolo e quasi irraggiandolo d’immagini care. Né noi lo percepiamo più qual esso è, ma così, quasi animato dalle immagini che suscita in noi o che le nostre abitudini vi associano. Nell’oggetto, insomma, noi amiamo quel che vi mettiamo di noi, l’accordo, l’armonia che stabiliamo tra esso e noi, l’anima che esso acquista per noi soltanto e che è formata dai nostri ricordi.”
Luigi Pirandello, The Late Mattia Pascal
“Are we or are we not on an invisible spinning top, whipped by a thread of sunlight, on a grain of crazed sand which turns and turns without ever knowing why, without ever reaching a destination, as if it enjoyed turning like that, to make us feel a little colder or warmer, and make us die (often feeling that we have merely carried out a series of meaningless gestures) after fifty or sixty years?”
Luigi Pirandello, The Late Mattia Pascal
“Ebbene signor Meis, il destino di Roma è l’identico. I papi ne avevano fatto – a modo loro, s’intende – un’acquasantiera; noi italiani ne abbiamo fatto, a modo nostro, un portacenere.”
Luigi Pirandello, The Late Mattia Pascal
“Every object is transformed within us according to the images it evokes, the sensations that cluster around it. To be sure an object may please us for itself alone, for the pleasant feelings that a harmonious sight inspires in us; but far more often the pleasure that an object affords us does not derive from the object in itself. Our fantasy embellishes it, surrounding it, making it resplendent with images dear to us. Then we no longer see it for what it is, but animated by the images it arouses in us or by the things we associate with it. In short, what we love about the object is what we put in it of ourselves, the harmony established between it and us, the soul that it acquires only through us, a soul composed of our memories.”
Luigi Pirandello, The Late Mattia Pascal
“Hai mai pensato di andare via e non tornare mai più? Scappare e far perdere ogni tua traccia, per andare in un posto lontano e ricominiciare a vivere, vivere una vita nuova, solo tua, vivere davvero. Ci hai mai pensato?”
Luigi Pirandello, Il fu Mattia Pascal
“Porque la vida, por todas sus descaradas absurdidades, pequeñas y grandes, de que está felizmente llena, tiene el inestimable privilegio de poder prescindir de esta estupidísima verosimilitud, a la que el arte cree su deber prestar obediencia.
Las absurdidades de la vida no tienen necesidad de parecer verosímiles, porque son verdaderas. Al contrario de las del arte, que, para parecer verdaderas, tienen necesidad de ser verosímiles. Y entonces, al ser verosímiles, ya no son absurdidades.”
Luigi Pirandello, The Late Mattia Pascal
“Mah! C'è chi comprende e chi non comprende caro signore. Sta molto peggio chi comprende, perchè alla fine si trova senza energie e senza volontà. Chi comprende, infatti, dice: . Benissimo! Ma a un certo punto ci si accorge che la vita è tutta una bestialità, e allora dica un pò cosa significa il non averne commesso nessuna: significa per lo meno non aver vissuto, caro signore.”
Luigi Pirandello, Il fu Mattia Pascal
“Si reconocemos que equivocarse es propio del hombre, ¿no es una crueldad sobrehumana la justicia?”
Luigi Pirandello, The Late Mattia Pascal
“E dimentichiamo spesso e volentieri di essere atomi infinitesimali per rispettarci e ammirarci a vicenda, e siamo capaci di azzuffarci per un pezzettino di terra o di dolerci di certe cose, che, ove fossimo veramente compenetrati di quello che siamo, dovrebbero parerci miserie incalcolabili.”
Luigi Pirandello, The Late Mattia Pascal
“Ma i libri [...] pesano tanto: eppure, chi se ne ciba e se li mette in corpo, vive tra le nuvole.”
Luigi Pirandello, Il fu Mattia Pascal
tags: books
“Potei sperimentare che l’uomo, quando soffre, si fa una particolare idea del bene e del male, e cioè del bene che gli altri dovrebbero fargli e a cui egli pretende, come se dalle proprie sofferenze gli derivasse un diritto al compenso; e del male che egli può fare a gli altri, come se parimenti dalle proprie sofferenze vi fosse abilitato. E se gli altri non gli fanno il bene quasi per dovere, egli li accusa e di tutto il male ch’egli fa quasi per diritto, facilmente si scusa.”
Luigi Pirandello, Il fu Mattia Pascal
“Now that I had cut off any memory of my previous existence, now that my spirit was firmly determined to begin a new life from this point, I was filled and uplifted by a fresh, infantile happiness. My consciousness seemed to have become virgin, transparent again, and my spirit was alert, ready to use everything to the best advantage in the construction of my new self. At the same time my soul was running riot, in the joy of this new freedom. I had never looked at mankind or at the world in this way; the air between them and me seemed suddenly free of mist; and the new relations that had to be established between us now seemed easy, light, since I now had to ask little of them to achieve my personal satisfaction. Oh, that delicious lightheartedness! Serene, indescribably bliss! Fortune had suddenly cut me from all tangles, had severed me from ordinary life, had turned me into a bystander, looking on at the struggles of the others, and warned me secretly:

“You’ll see… you’ll see how strange it will look now, when you observe it from outside!”
Luigi Pirandello, The Late Mattia Pascal
“Io, insomma, dovevo vivere, vivere, vivere.”
Luigi Pirandello, Il fu Mattia Pascal
“Oh perché gli uomini si affannano a rendere man mano più complicato il congegno della loro vita? perché tutto questo stordimento di macchine? E che farà l'uomo quando le macchine faranno tutto? Si accorgerà allora che il così detto progresso non ha nulla a che fare con la felicità? Di tutte le invenzioni, con cui la scienza crede onestamente d'arricchire l'umanità (e la impoverisce, perché costano tanto care), che gioja in fondo proviamo noi, anche ammirandole?”
Luigi Pirandello, Il fu Mattia Pascal
“Perché la vita, per tutte le sfacciate assurdità, piccole e grandi, di cui beatamente è piena, ha l'inestimabile privilegio di poter fare a meno di quella stupidissima verosimiglianza, a cui l'arte crede suo dovere obbedire. Le assurdità della vita non hanno bisogno di parer verosimili, perché sono vere. All'opposto di quelle dell'arte che, per parer vere, hanno bisogno d'esseri verosimili. E allora, verosimili, non sono più assurdità. Un caso della vita può essere assurdo; un'opera d'arte, se è opera d'arte, no. Ne segue che tacciare d'assurdità e d'inverosimiglianza, in nome della vita, un'opera d'arte è balordaggine. In nome dell'arte, sì; in nome della vita, no.”
Luigi Pirandello, Il fu Mattia Pascal
“¿Me ha parecido una suerte que me tuvieran por muerto? Pues bien: estoy muerto de verdad. ¿Muerto? Peor que muerto me lo ha recordado don Anselmo: los muertos ya no tienen que morirse, y yo sí, yo estoy todavía vivo para la muerte y muerto para la vida. En efecto, ¿qué vida puede ser la mía?”
Luigi Pirandello, The Late Mattia Pascal
tags: death, life
“Dalle vette nuvolose delle sue astrazioni il signor Anselmo lasciava spesso precipitar così, come valanghe, i suoi pensieri. La ragione, il nesso, l’opportunità di essi rimanevano lassù, tra le nuvole, dimodochè difficilmente a chi lo ascoltava riusciva di capirci qualche cosa.”
Luigi Pirandello, The Late Mattia Pascal
“Se noi riconosciamo [...] che errare è dell'uomo, non è crudeltà sovrumana la giustizia?”
Luigi Pirandello, Il fu Mattia Pascal
“Now, it seems to me, Mr. Meis, that we ourselves are now living in one of those periods of transition.  Doubt, confusion, perplexity on every hand. All the great beacons darkened! All the landmarks gone! Whom shall we follow? Which way shall we go? Backwards, perhaps? Shall we gather about the little lamps we find hanging to the gravestones of our illustrious dead? Do you remember what Niccolo Tommaseo said in one of his poems—a good poet was Tommaseo, in spite of his dictionary—that the flame in his lantern was not big enough perhaps to set the world on fire, but that it still might serve for greater men than he to light their wicks from?”
Luigi Pirandello, Il fu Mattia Pascal
“Il lume d'una idea comune è alimentato dal sentimento collettivo”
Luigi Pirandello, Il fu Mattia Pascal
“Non si può giudicare il mondo d'un artista con un criterio di giudizio attinto altrove che da questo mondo medesimo”
Luigi Pirandello, Il fu Mattia Pascal
“Ma la causa vera di tutti i nostri mali, di questa tristezza nostra, sai qual è? La democrazia, mio caro, la democrazia, cioè il governo della maggioranza. Perché, quando il potere è in mano d’uno solo, quest’uno sa d’esser uno e di dover contentare molti; ma quando i molti governano, pensano soltanto a contentar se stessi, e si ha allora la tirannia più balorda e più odiosa: la tirannia mascherata da libertà.”
Luigi Pirandello, Il fu Mattia Pascal
“se un rosignolo dà via le penne della coda, può dire: mi resta il dono del canto; ma se le fate dar via a un pavone, le penne della coda, che gli resta?”
Luigi Pirandello, Il fu Mattia Pascal
“​Così mi pareva; e mi misi a pensare in quale città mi sarebbe convenuto di fissar dimora, giacchè come un uccello senza nido non potevo più oltre rimanere, se proprio dovevo compormi una regolare esistenza. Ma dove? in una grande città o in una piccola? Non sapevo risolvermi. ​Chiudevo gli occhi e col pensiero volavo a quelle città che avevo già visitate, dall’una all’altra, indugiandomi in ciascuna fino a rivedere con precisione quella tal via, quella tal piazza, quel tal luogo, insomma, di cui serbavo più viva memoria; e dicevo: ​― Ecco, io vi sono stato! Ora, quanta vita mi sfugge, che sèguita ad agitarsi qua e là variamente. Eppure, in quanti luoghi ho detto: « Qua vorrei aver casa! Come ci vivrei volentieri! » E ho invidiato gli abitanti che, quietamente, con le loro abitudini e le loro consuete occupazioni, potevano dimorarvi, senza conoscere quel senso penoso di precarietà che tien sospeso l’animo di chi viaggia.”
Luigi Pirandello, Il fu Mattia Pascal
“Ho letto testé in un libro che i pensieri e i desiderii nostri s’incorporano in un essenza plastica, nel mondo invisibile che ne circonda, e tosto vi si modellano in forma di essere viventi, la cui apparenza corrisponde all’intima loro natura. E questi esseri, non appena formati, non sono più sotto il dominio di chi li ha generati, ma godono d’una lor propria vita, la cui durata dipende dall’intensità del pensiero o del desiderio generatore. Per fortuna, i pensieri della maggior parte egli uomini son così vaghi e indeterminati, che gli esseri che ne risultano han labilissima vita e momentanea: bolle di sapone. Ma un pensiero che spesso si riproduca o un desiderio vivo e costante formano un essere che può vivere anche parecchi giorni. E poiché naturalmente i nostri pensieri e i nostri desiderii spessissimo son per noi stessi, avviene che attorno a noi dimorino tanti di questi esseri, che tendono a provocar di continuo la ripetizione dell’idea, del desiderio ch’essi rappresentano, per attinger forza e accrescimento di vita. Chi dunque insista e batta costantemente su un desiderio, viene a crearsi come un camerata invisibile, legato a lui dal proprio pensiero, quasi un cagnolino incatenato, senz’obbligo di museruola ed esente da tasca. Questo camerata, però, potrà anche essere un canaccio che morde, un vile mastino; e allora son guai! Ma dipende da noi.”
Luigi Pirandello, Il fu Mattia Pascal
“Ma se il valore e il senso universalmente umano di certe mie favole e di certi miei personaggi, nel contrasto, com'egli dice, tra realtà e illusione, tra volto individuale e immagine sociale di esso, consistesse innanzi tutto nel senso e nel valore da dare a quel primo contrasto, il quale, per una beffa costante della vita, ci si scopre sempre inconsistente, in quanto che, necessariamente purtroppo, ogni realtà d'oggi è destinata a scoprircisi illusione domani, ma illusione necessaria, se purtroppo fuori di essa non c'è per noi altra realtà? Se consistesse appunto in questo, che un uomo o una donna, messi da altri o da se stessi in una penosa situazione, socialmente anormale, assurda per quanto si voglia, vi durano, la sopportano, la rappresentano davanti agli altri, finchè non la vedono, sia pure per la loro cecità o incredibile buonafede; perchè appena la vedono come a uno specchio che sia posto loro davanti, non la sopportano più, ne provan tutto l'orrore e la infrangono o se non possono infrangerla, se ne senton morire? Se consistesse appunto in questo, che una situazione socialmente anormale, si accetta, anche vedendola a uno specchio, che in questo caso ci para davanti la nostra stessa illusione; e allora la si rappresenta, soffrendone tutto il martirio, finchè la rappresentazione di essa sia possibile dentro la maschera soffocante che da noi stessi ci siamo imposta o che da altri o da una crudele necessità ci sia stata imposta, cioè fintanto che sotto questa maschera un sentimento nostro, troppo vivo, non sia ferito così addentro, che la ribellione alla fine prorompa e quella maschera si stracci e si calpesti?

"Allora, di colpo" dice il critico "un fiotto d'umanità invade questi personaggi, le marionette divengono improvvisamente creature di carne e di sangue, e parole che bruciano l'anima e straziano il cuore escono dalle loro labbra."

E sfido! Hanno scoperto il loro nudo individuale sotto quella maschera, che li rendeva marionette di se stessi, o in mano agli altri; che li faceva in prima apparir duri, legnosi, angolosi, senza finitezza e senza delicatezza, complicati e strapiombanti, come ogni cosa combinata e messa sù non liberamente ma per necessità, in una situazione anormale, inverosimile, paradossale, tale insomma che essi alla fine non han potuto più sopportarla e l'hanno rotta.

L'arruffio, se c'è, dunque è voluto; il macchinismo, se c'è, dunque è voluto; ma non da me: bensì dalla favola stessa, dagli stessi personaggi; e si scopre subito, difatti: spesso è concentrato apposta e messo sotto gli occhi nell'atto stesso di concentrarlo e di combinarlo: è la maschera per una rappresentazione; il giuoco delle parti; quello che vorremmo e dovremmo essere; quello che agli altri pare che siamo; mentre quel che siamo, non lo sappiamo, fino a un certo punto, neanche noi stessi; la goffa, incerta metafora di noi; la costruzione, spesso arzigogolata, che facciamo di noi, o che gli altri fanno di noi: dunque, davvero un macchinismo, si, in cui ciascuno volutamente, ripeto, è la marionetta di se stesso; e poi, alla fine, il calcio che manda all'aria tutta la baracca.

Credo che non mi resti che di congratularmi con la mia fantasia se, con tutti i suoi scrupoli, ha fatto apparir come difetti reali, quelli ch'eran voluti da lei: difetti di quella fittizia costruzione che i personaggi stessi ham messo su di sè e della loro vita, o che altri ha messo sù per loro: i difetti insomma della maschera finchè non si scopre nuda.”
Luigi Pirandello, Il fu Mattia Pascal

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