Tutta colpa del vento Quotes
Tutta colpa del vento
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Viviana Giorgi97 ratings, 4.09 average rating, 27 reviews
Tutta colpa del vento Quotes
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“Maggie chiuse gli occhi e contò sino a dieci.
Uno, due, tre…
Se voleva arrivare a casa di sua sorella prima che facesse notte, non aveva altra scelta che chiedere al cowboy di accompagnarla. Certo, avrebbe sempre potuto optare per il motel e attraversare quelle duecento iarde pullulanti di lupi.
Un altro ululato.
No, non avrebbe potuto.
«Lupi» disse Mitch, il braccio sinistro che sporgeva indolente dal finestrino, il mozzicone del sigaro stretto tra le dita.
«Lupi» ripeté lei con un’alzata di spalle, come se si trattasse di barboncini addestrati. Poi mosse un paio di passi esitanti verso il pick-up. Quell’affare era così alto che dovette allungare il collo e sollevare la testa per parlare al cowboy. «Mi chiedevo…» mormorò vincendo ogni residua resistenza.
Lui rimase immobile, se non per il sopracciglio sinistro che scattò verso l’alto.
«… se per caso tu non potessi darmi uno strappo.»
Lui finse di prendere in considerazione la cosa. Poi, con un altro sbuffo di fumo, disse: «Mi sembrava che avessi rifiutato la mia offerta, dieci minuti fa...».
«Perché non intendevo esserti di disturbo» rispose lei come se si stesse rivolgendo alla duchessa di Kent.
E di fatti lui scoppiò a ridere. «Essermi di disturbo? Dopo avermi assalito come un ninja? Ma sarò magnanimo. Dai, sali.»
Maggie tirò un sospiro di sollievo. Era così stanca e infreddolita che anche quel pick-up scassato le parve per un istante una limousine.
«Dove metto la valigia?»
«Buttala dietro, nel cassone.»
Buttare nel cassone la sua Samsonite rosa, costata una cifra improponibile?
«Preferirei sistemarla in cabina, se non ti spiace.»
«In cabina non c’è posto, qua dietro è pieno di roba. A meno che tu preferisca viaggiare nel cassone e la valigia sul sedile…»
Lei rimase zitta, gli occhi sgranati, per nulla certa che quella fosse solo una battuta.
«Ok, ci penso io» tagliò corto lui, aprendo la portiera e scivolando a terra con un balzo. Afferrò il trolley per la maniglia e, senza un’altra parola, lo fece volare nel cassone.
Oh!
Il botto risuonò nelle orecchie di Maggie come una granata.
Risistemandosi lo Stetson sulla testa, il cowboy girò intorno al pick-up e con un sorriso esagerato aprì la portiera del passeggero.
«Sali, sorella di Suzie, o vuoi che dia una mano anche a te?»”
― Tutta colpa del vento
Uno, due, tre…
Se voleva arrivare a casa di sua sorella prima che facesse notte, non aveva altra scelta che chiedere al cowboy di accompagnarla. Certo, avrebbe sempre potuto optare per il motel e attraversare quelle duecento iarde pullulanti di lupi.
Un altro ululato.
No, non avrebbe potuto.
«Lupi» disse Mitch, il braccio sinistro che sporgeva indolente dal finestrino, il mozzicone del sigaro stretto tra le dita.
«Lupi» ripeté lei con un’alzata di spalle, come se si trattasse di barboncini addestrati. Poi mosse un paio di passi esitanti verso il pick-up. Quell’affare era così alto che dovette allungare il collo e sollevare la testa per parlare al cowboy. «Mi chiedevo…» mormorò vincendo ogni residua resistenza.
Lui rimase immobile, se non per il sopracciglio sinistro che scattò verso l’alto.
«… se per caso tu non potessi darmi uno strappo.»
Lui finse di prendere in considerazione la cosa. Poi, con un altro sbuffo di fumo, disse: «Mi sembrava che avessi rifiutato la mia offerta, dieci minuti fa...».
«Perché non intendevo esserti di disturbo» rispose lei come se si stesse rivolgendo alla duchessa di Kent.
E di fatti lui scoppiò a ridere. «Essermi di disturbo? Dopo avermi assalito come un ninja? Ma sarò magnanimo. Dai, sali.»
Maggie tirò un sospiro di sollievo. Era così stanca e infreddolita che anche quel pick-up scassato le parve per un istante una limousine.
«Dove metto la valigia?»
«Buttala dietro, nel cassone.»
Buttare nel cassone la sua Samsonite rosa, costata una cifra improponibile?
«Preferirei sistemarla in cabina, se non ti spiace.»
«In cabina non c’è posto, qua dietro è pieno di roba. A meno che tu preferisca viaggiare nel cassone e la valigia sul sedile…»
Lei rimase zitta, gli occhi sgranati, per nulla certa che quella fosse solo una battuta.
«Ok, ci penso io» tagliò corto lui, aprendo la portiera e scivolando a terra con un balzo. Afferrò il trolley per la maniglia e, senza un’altra parola, lo fece volare nel cassone.
Oh!
Il botto risuonò nelle orecchie di Maggie come una granata.
Risistemandosi lo Stetson sulla testa, il cowboy girò intorno al pick-up e con un sorriso esagerato aprì la portiera del passeggero.
«Sali, sorella di Suzie, o vuoi che dia una mano anche a te?»”
― Tutta colpa del vento
“Bevve un sorso di caffè e si sporse in avanti per ravvivare il fuoco, poi prese un libro dal tavolino e cercò di concentrarsi nella lettura.
Tentativo patetico e inutile.
Pensò allora a come sarebbe stato condividere il ranch con una donna, un pensiero che negli ultimi tempi ritornava spesso.
Pensò a Renée che se ne era andata con Craig Haas.
Pensò a Rosalyn, che gli riscaldava il corpo ma non il cuore.
Poi pensò a Maggie.
A come si era sciolta tra le sue braccia e a come si era sciolto lui quando l’aveva sentita fremere contro di sé.”
― Tutta colpa del vento
Tentativo patetico e inutile.
Pensò allora a come sarebbe stato condividere il ranch con una donna, un pensiero che negli ultimi tempi ritornava spesso.
Pensò a Renée che se ne era andata con Craig Haas.
Pensò a Rosalyn, che gli riscaldava il corpo ma non il cuore.
Poi pensò a Maggie.
A come si era sciolta tra le sue braccia e a come si era sciolto lui quando l’aveva sentita fremere contro di sé.”
― Tutta colpa del vento
“Il pastore augurò Buon Natale, il coro riprese a cantare e l’organo a suonare. Fu in quel momento che Maggie sentì che lui era vicino. Si girò appena e lo vide.
Se ne stava in piedi nel corridoio centrale, a qualche passo da lei, lo Stetson fra le mani, un’espressione indecifrabile sul volto.
Il sangue prese a correrle troppo veloce nelle vene e, per quanto faticasse ad ammetterlo, si sentì così felice che un sorriso le illuminò il volto, come se lui fosse tornato a casa dopo un lungo viaggio.
Già, quale casa?
Mitch, invece, rimase di pietra, come se la chiamata di Maggie non fosse che un’altra scocciatura da risolvere.
Il sorriso si spense poco per volta sulle labbra di Maggie e gli occhi, prima ridenti, si strinsero in uno sguardo interrogativo.
Se il cowboy preferiva che fra loro ci fosse il gelo, che gelo fosse. Non era obbligata a sorridergli, in fondo, né a far conversazione. Lo avrebbe solo ringraziato per il passaggio e poi, estranei come prima.
Mitch le fece cenno con la testa di seguirla e, senza neppure aspettarla, ruotò su se stesso e si incamminò verso l’uscita del tempio. Maggie sentì il suo amor proprio reagire all’atteggiamento scostante di Mitch, ma decise di fingere un’indifferenza e una calma che non provava; si prese il tempo necessario per ringraziare i signori Curtis e per salutare le altre persone che, come lei, erano in fila verso l’uscita.”
― Tutta colpa del vento
Se ne stava in piedi nel corridoio centrale, a qualche passo da lei, lo Stetson fra le mani, un’espressione indecifrabile sul volto.
Il sangue prese a correrle troppo veloce nelle vene e, per quanto faticasse ad ammetterlo, si sentì così felice che un sorriso le illuminò il volto, come se lui fosse tornato a casa dopo un lungo viaggio.
Già, quale casa?
Mitch, invece, rimase di pietra, come se la chiamata di Maggie non fosse che un’altra scocciatura da risolvere.
Il sorriso si spense poco per volta sulle labbra di Maggie e gli occhi, prima ridenti, si strinsero in uno sguardo interrogativo.
Se il cowboy preferiva che fra loro ci fosse il gelo, che gelo fosse. Non era obbligata a sorridergli, in fondo, né a far conversazione. Lo avrebbe solo ringraziato per il passaggio e poi, estranei come prima.
Mitch le fece cenno con la testa di seguirla e, senza neppure aspettarla, ruotò su se stesso e si incamminò verso l’uscita del tempio. Maggie sentì il suo amor proprio reagire all’atteggiamento scostante di Mitch, ma decise di fingere un’indifferenza e una calma che non provava; si prese il tempo necessario per ringraziare i signori Curtis e per salutare le altre persone che, come lei, erano in fila verso l’uscita.”
― Tutta colpa del vento
