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“Flavia Brevi: «Chi critica tutto questo afferma che il femminismo è diventato pop dove pop ha un’accezione negativa […]. Rispondiamo invece che è il patriarcato a essere pop, non ce lo hanno insegnato con i tomi: lo abbiamo assorbito da film, cartoni animati, parole e comportamenti». E da social, giornali, pubblicità.”

“I social sono esattamente come la piazza di una città: il più delle volte accessibile, pubblica e democratica. Abbattono il privilegio di accesso e dialogo che appartiene invece alle istituzioni e sono inclusivi per persone che altrimenti non potrebbero raggiungere, fisicamente, gli spazi di elaborazione o protesta. È chiaro che le rivoluzioni non si fanno su Zoom però è già lì che vengono organizzate.”

“Oggi gli slogan e i contenuti divulgativi sono diventati grafiche, meme, stories, dirette, podcast, reel e ovviamente post: chi milita occupa lo spazio digitale usandolo tutto. E la parola è di tutte e tutti come non era mai accaduto.”

“Lo scopo del gioco è capire dove siamo, come diavolo ci siamo arrivate e quanto la misura sia colma. L’obiettivo è chiaro, raggiungibile, misurabile: dissolvere le disuguaglianze. […] E adesso nemmeno ti mettono più al rogo se lo fai, pensa.”