Francesca Rossini's Blog, page 5

November 10, 2016

Segnalazione cruore

Eccomi tornata, ne è passato di tempo... ben tre mesi senza connessione. Oggi riprendo in mano il mio amato blog, prestissimo tornerò anche con le recensioni e spero presto con delle novità.
Ho il piacere di riprendere l'attività con questa segnalazione. Una nuovissima Uscita per Andy Ben : Cruore. Intanto posso dire che la cover mi piace da matti!
Sinossi:Dopo quattro anni trascorsi a Riva del Garda, Montorsi viene richiamata a Milano. Dovrà affrontare un caso intricato e sconvolgente con la collaborazione dell’ispettore Brezzi e di una nuova squadra investigativa. Sarà una corsa contro il tempo scandita dal rapporto conflittuale con il procuratore.Riuscirà il commissario a risolvere il caso e a inchiodare il colpevole? Chiuderà finalmente i conti col passato? Quale sarà il destino della tormentata relazione con Carlo Scala?
Un giallo rapido, appassionante, dove nulla è come sembra e bastano venti secondi per cambiare la sorte di una vita.



ed eccovi un estratto:
Benché frizzante, l’aria è piacevole in questa notte di ottobre, così come la compagnia dell’uomo che ho appena conosciuto e con cui ho tutta l’intenzione di divertirmi.Un vento calmo batte sulle mie gambe nude infilate in un paio di stivali di pelle che ho comprato per sfoggiarli in occasioni come questa: il tacco mi dà l’altezza giusta e mi trovo tremendamente sexy.Mentre fumo la sigaretta che il mio nuovo amico ha gentilmente offerto, ripenso a qualche minuto fa, quando ero seduta sulle sue gambe: l’ho sentito eccitarsi sotto di me e non ho resistito a voler provare quel brivido di piacere che mi ha dato quando gli ho permesso di accarezzarmi sopra gli slip.Sono eccitata e nel contempo affascinata da quest’uomo sulla trentina, dall’aspetto ben curato e che emana una sorta di magnetismo e di sicurezza apparente, ma in fondo così tenero da farsi le paranoie se una ragazza “ci prova”.Anche ora che ha buttato la cicca per terra e potrebbe approfittarne e abbracciarmi, sono io che ho fatto la prima mossa, mi sono avvicinata rapidamente e l’ho stretto alla vita.Tiro l’ultima boccata quindi spengo la sigaretta sotto la punta degli stivali, ancheggiando con un movimento sexy che non passa inosservato.Una sferzata di vento mi sorprende: «Brrr, fa freschino!» esclamo con l’intenzione di lasciare momentaneamente l’iniziativa ad Alberto.Questa volta non si lascia sfuggire l’occasione cogliendo subito la palla al balzo: «Forse è meglio andare in macchina… staremo al caldo… e saremo più comodi.»Mentre avanziamo, osservo la desolazione del parcheggio illuminato dai lampioni: un’accozzaglia di auto, moto e altra ferraglia poggiata su un polveroso sterrato immerso in un silenzio che è interrotto dal rumore dei tacchi dei miei stivali e che alla vista risulta praticamente deserto.Un suono metallico, accompagnato dal lampeggìo degli indicatori di direzione, mi fa sussultare mentre passiamo in prossimità di due utilitarie. È la BMW una fila più avanti a noi che ha dato segni di vita.«Ti sei spaventata?»«Sorpresa più che spaventata… e così questa sarebbe la tua macchina?»L’elegante berlina color nero pece, lucida e ben illuminata dalla luce artificiale del parcheggio, si nota immediatamente in mezzo alle automobili, decisamente più modeste, che la circondano.Sciolgo l’abbraccio e comincio a girare intorno alla vettura, osservando la perfezione delle cure alle quali è evidentemente sottoposta ogni giorno e cercando di mettermi in mostra il più possibile nel tentativo di vincere l’assurda sfida che quella bellezza sembra avermi lanciato.«Te ne intendi?»«Fendinebbia, alogeni… cerchi in lega… vetri oscurati… allestimento sportivo… mmm… sì, un pochino… adoro le belle macchine.»«Per me è solo una macchina… forse un po’ costosa, ma pur sempre solo una macchina.»«“Un po’ costosa” dici? Se è full-optional, come credo, sarà intorno ai settantamila euro.»Alberto timidamente tentenna quasi volesse nascondere la vergogna per aver ostentato la propria vettura: «È possibile, ma non ci bado… e se è full-optional lo puoi constatare di persona» e così dicendo apre la portiera del guidatore e mi invita ad accomodarmi.In questo esatto momento ho deciso che la sua timidezza mi piace proprio e anche che è il momento di riprendere il comando della situazione: «Non vorrei contraddirti, ma credo che saremmo più comodi dietro.»Spalanco una delle portiere posteriori e mi infilo in macchina.Non richiudo la portiera lanciando in tal modo un messaggio evidente al mio amico che non si fa pregare e anzi azzarda una battuta: «Posso accomodarmi?»Gli sorrido. Apprezzo gli uomini spiritosi, ma non posso fare a meno di avere l’ultima parola: «L’auto è tua» gli dico, «e poi non sarebbe carino lasciarmi qui, tutta sola.»Alla mia risposta, Alberto abbandona ogni esitazione e mi segue sul sedile della berlina. Cerca di prendere l’iniziativa, provando a baciarmi, ma lo respingo tenendolo a debita distanza; sono io che devo condurre il gioco e non vorrei che si spingesse oltre i limiti che impongo per quelli che considero primi appuntamenti.Non fa in tempo a dispiacersi perché subito mi getto con intenzione tra le sue braccia non senza aver messo le cose in chiaro: «Comando io!» gli dico, sfoggiando il sorriso più malizioso e complice che mi riesce.Alberto si arrende e gli compare un’espressione di compiacimento sul viso.Lo bacio e assaggio il sapore di tabacco e alcol della sua bocca intanto, lentamente, gli sbottono la camicia.Mentre lo accarezzo, in qualche modo, riesce a sfilarsi la giacca quindi si mette comodo, appoggiandosi completamente sullo schienale e sospirando in cerca di un relax a cui non acconsentirò: non crederai di divertirti solo tu?Gli sollevo la canotta e il mio tocco, salendo dagli addominali, va in cerca del suo petto.Sento la sua pelle fremere sotto le mie dita, ma è solo un attimo, perché interrompo le carezze e gli faccio intendere che deve giocare anche lui. Prendo la sua mano e me l’appoggio sul seno, poi smetto di baciarlo e guardandolo lo invito: «Delicatamente!»Alzo la maglietta. Non servono altre spiegazioni.Sfila subito una spallina del reggiseno e comincia a toccarmi mandandomi su di giri. La sua mano è dolce ed esperta e non ha bisogno del mio aiuto: riprendo a baciarlo e a carezzargli il petto.Ora mi abbraccia e con entrambe le mani cerca di sganciarmi il reggiseno: lo fa con goffaggine, come quasi tutti gli uomini, ma al terzo tentativo ci riesce, scoprendo la mia pelle.Mi stacco dalla sua bocca e inizio a baciargli il petto. Faccio scorrere su di lui le labbra e la lingua e, quando le sue dita si soffermano troppo sui miei capezzoli, lo mordicchio provocandogli dolore ed eccitazione allo stesso tempo.Giunta agli addominali mi fermo a stuzzicare il suo ombelico mentre con la mano inizio a disegnare piccoli cerchi che scendono verso i suoi pantaloni.Come telecomandato anche lui gioca allo stesso modo col mio corpo.Le dita giungono al bordo dei pantaloni.Abbandona il seno per infilare la mano sotto la mini e carezzarmi le cosce.Ora scendo e accarezzo la zip dei pantaloni.Senza indugi arriva all’elastico degli slip e inizia a solleticarne il bordo.Sono sempre più eccitata. Gli slaccio la cintura.La sua mano calda oltrepassa la stoffa del mio intimo.Abbasso la chiusura lampo. Sto perdendo il controllo.Lo libero dai boxer e lo tocco.Le sue carezze audaci mi fanno quasi gemere.L’altra mano si appoggia alla mia guancia e mi carezza, poi si sposta sui capelli e infine sulla nuca.No, che cazzo stai facendo? Ci stavamo divertendo, perché vuoi forzare la mano?Cerco di svicolarmi dalla sua presa scuotendo la testa, ma lui prosegue e cerca di spingermi verso il basso.«Non voglio» gli sussurro, ma nulla.«No!»La sua mano non accenna a smettere di spingere.«Ho detto no!» grido.Lui ci riprova: «… e dai…»Raccolgo tutta la forza che ho, mi divincolo e comincio a sbraitare: «Cazzo, ti ho detto che non voglio! Ma per chi cazzo mi hai preso?»«Scusa pensavo...»«A cosa cazzo pensavi? Ci conosciamo da cinque minuti e pretendi che ti faccia un pompino? Ma vaffanculo!»Mentre gli impreco contro cerco di sistemarmi alla meglio, mi aggiusto il reggiseno e gli slip, mi abbasso la maglietta.«Sei solo uno stronzo come tutti gli altri. Una fa la carina e subito pensate di portarvela a letto… neanche, volevi scoparmi in macchina… stronzo!»Cerco con rabbia di aprire la portiera della macchina per scappare e lo sento balbettare qualche sorta di scusa mentre cerca di trattenermi, ma sono talmente incazzata da non prestare attenzione.Al terzo tentativo finalmente afferro la maniglia e apro la porta.Scivolo fuori dall’auto come un animale ferito, non nel fisico, ma sicuramente nell’animo.Con tutta la furia che posso, richiudo la portiera sbattendogliela in faccia, stroncando il suo tentativo di fermarmi e riportarmi alla ragione.Prendo un po’ di distanza dalla macchina, dopo mi volto e ancora gli urlo contro: «Testa di cazzo! Vaffanculo!»L’eco delle mie parole si diffonde nel parcheggio e si perde nei campi intorno al locale.Con passo deciso mi allontano dal veicolo in direzione del motorino, posteggiato al lato opposto dell’area di sosta, una passeggiata di un centinaio di metri.Rallento.Il cuore torna lentamente a battere in modo regolare.L’adrenalina scende.La rabbia si trasforma lentamente in frustrazione.Ho una gran voglia di piangere, ma non lo farò di certo per uno stronzo di quel genere.Magari è colpa mia…Magari il mio atteggiamento…Magari l’ho stuzzicato troppo…Magari…No! No! Vaffanculo.Anche se l’ho stuzzicato nessuno gli ha dato il diritto di trattarmi come una puttana.Vaffanculo lui e la sua fottuta macchina.Volevo solo divertirmi un po’, e guarda che fine di merda ha fatto la serata.Forse dovrei tornare indietro…Forse dovremmo spiegarci…Mi sembrava così…No! È solo uno stronzo!Continuo a camminare fino in prossimità del motorino quindi, a pochi metri dal traguardo, infilo una mano nella borsetta alla ricerca delle chiavi.Mi fermo un attimo a riflettere.No, non voglio rientrare nel locale.Gli ho pure mentito: non c’è nessuno che mi aspetta lì dentro.La serata ormai è rovinata.Meglio tornare a casa.Una fitta intensissima alla nuca.Appoggio una mano sulla testa e la sento bagnarsi.Mi guardo la mano… è… sangue!La vista si annebbia.Mi volto e vedo l’ombra di qualcuno.Perdo l’equilibrio.Cado.Non capisco più nulla.L’ultima cosa che sento è: «Ora avrai quello che ti meriti, troia!»
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Published on November 10, 2016 12:15

August 6, 2016

Recensione BACI, SABBIA, STELLE



Titolo: Baci, sabbia e stelle. Estate 1982

Autore: Marilena Boccola

Formato: ebook

· Lunghezza stampa: 93 pagine

Prezzo: 2,99



Sinossi:
1982 - 2016 - Le estati dell'adolescenza, quando è il cuore che guida le nostre azioni e la voglia di libertà ci rende spavaldi, sono indimenticabili per tutti. E poi... chi non ricorda o non ha mai sentito parlare di quell'estate del 1982, quando tutti si sono sentiti un po' CAMPIONI DEL MONDO?

Proprio mentre l'Italia sta impazzendo per la vittoria in Spagna, Maddalena e Michele vivono la loro notte magica che li porta a trasgredire, per la prima volta, alle regole. Distesi sulla sabbia del lido, con la cortina di stelle a fare da contrappunto alla loro storia, si abbandonano alle emozioni, dimentichi di tutto e di tutti. E quando la realtà irrompe prepotentemente tra loro, è tardi anche per scambiarsi un indirizzo.

Sono passati più di trent'anni, la nazionale di calcio deve affrontare una nuova sfida, ma quella notte di España '82 nessuno dei due l'ha mai scordata!



RECENSIONE:

Ma quanto è bello questo romanzo?

Fresco, delicato, eppure intriso di mille forti emozioni. E' un tuffo nel passato, nelle insicurezze dell’adolescenza, nei palpiti di cuori che sbocciano all’amore. Ho amato ogni sillaba di questa storia, vera, reale e forse per questo mi è entrata nella pelle, fino alle ossa.

Maddy non ha ancora sedici anni, è chiusa nel suo guscio, all’obra della sorella più grande, così bella, così sfacciata, che pare meglio di lei in tutto. Passa le giornate col naso infilato nei libri, a vivere di mille vite, volando con la fantasia.

La famiglia di Maddy ricorda un po’ quella di tutti noi: una mamma che cucina mille manicaretti e si arrabbia quando non si mangia, un papà un po’ rigido, un fratello minore petulante e la sorella maggiore, che messa a confronto la fa apparire così pateticamente normale. Eppure Maddalena è speciale e se ne accorge subito Michele, il bagnino dello stabilimento 18, a Iesolo, dove da quando era una bimbetta Maddy va con la sua famiglia.

Maddy fa fatica a fidarsi, a credere che davvero quel ragazzo meraviglioso, con gli occhi del mare e l’aspetto del suo cantante preferito, si interessi a lei. Ma Michele, il suo Miguel, è tenace e disdegna le attenzioni della bella sorella, perché è Maddy, la sua ‘vongoletta’ , che vuole stringere a sé.

La loro storia d’amore è intrisa di un sapore nostalgico, salato di mare e avvolto dall’euforia dei mondiali dell’82. Tra falò in spiaggia, gavettoni e corse in motorino, leggendo si rivive la nostra adolescenza, descritta in modo magistrale dall’autrice.

Tutto il contorno è perfettamente centrato, descritto esattamente come mostrano anche i miei ricordi: le canzoni, i viaggi in FIAT col finestrino chiuso per evitare i colpi di vento, le partenze all’alba per evitare il traffico, l’occhio puntato dei genitori severi, che non ti mollano, le comitive sul muretto.

Molto profondi anche i pezzi ambientati ai giorni nostri, che mostrano come si sente Maddalena adulta, ora che i figli sono grandi, il confronto con la generazione dei genitori, le emozioni che prova ricordando il passato e la paura di invecchiare.

Insomma, non ho da fare nessun appunto, ho amato questa storia dall’inizio alla fine e non vedo l’ora di leggere altri lavori dell’autrice .



Consigliatissimo.

È un libro che ti fionda nel passato, facendolo vivere, vivido e palpitante in ogni dettaglio. Una storia d’amore fresca e tenera, che vi farà sognare

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Published on August 06, 2016 05:12

July 23, 2016

il maestro parla strano... Amori e guai ai tempi della buona scuola



....rullo di tamburi...............





eccomi a presentare IL MAESTRO PARLA STRANO... Amori e guai ai tempi della 'buona scuola'
un romanzo leggero, ma che affronta anche tematiche delicate, che parla di rapporti di amore e amicizia, ma anche dello splendido legame che si instaura tra insegnante e alunno.

Punta il riflettore su molte cose che non vanno nella scuola italiana, ma anche e soprattutto sulla modalità di scuola di qualità, che molte insegnanti riescono a raggiungere solo grazie alla loro passione, nonostante la burocrazia, strutture e mentalità fatiscenti.

E' un romanzo in cui ho messo tutta la mia anima da insegnante unita alla mia anima romantica. spero il risultato sia piacevole. buona lettura!

ecco la sinossi :


Laura, una maestrina tutta d’un pezzo, occhiali, capelli tirati in uno chignon e la convinzione che la vita sia fatta di sacrificio e organizzazione. Lorenzo, un eterno precario, convinto che la vita sia solo battute di spirito e occhiate dolci alle colleghe. Due anime opposte, che dovranno imparare a collaborare per un anno. Laura rimarrà ferma nelle sue convinzioni, barricata nelle sue certezze e protetta dalla quotidianità che l’anziano padre e il fidanzato hanno plasmato attorno a lei? Riusciranno a trovare un punto d’incontro, per il bene dei loro alunni? Cosa nasconde Lorenzo nella vita lontana lasciata a Piacenza?



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ecco degli assaggi:
1
Si sentì osservata e vide il professore che la fissava sfacciatamente, le mani ai fianchi. “Non ci credo, ecco che si avvicina” lei lì a gambe larghe e braccia su, il volto rosso per la vergogna il cuore in tumulto. Maleducato!

«Che ne dici di giocare con noi? Impariamo a palleggiare e tirare a canestro, per ora mirano solo a dei cerchi in terra, ma mi sembra più divertente di questi esercizi dell’ante guerra».

“Davvero maleducato! Il re dei maleducati” Laura sentì le guance fiammeggiare e la bile salire. «Ma se ne vuole andare? Non vede che faccio lezione?»

«Oh lo vedo, lo vedo», le scoccò un’occhiata eloquente e sorrise, anzi ridacchiò sfacciatamente.




2

«Va bene, sono stata io ok? Io… io… volevo rifiutassi l’appartamento!»

Lorenzo aggrottò la fronte. «E perché mai?»

«Tu… tu … non mi sei simpatico».

«Oh tante grazie miss simpatia, mi conosci da dieci secondi e hai già deciso. E comunque, fai così con tutti quelli che non ti vanno a genio? Non mi stupirei se tu fossi la persona più sola al mondo» si arrabbiò, ma chi credeva di essere quella signorina so tutto io? «Ti do una brutta notizia: ho già firmato e non sarà certo un po’ di lucido da scarpe e del pomodoro a farmi cambiare idea». Si allontanò richiudendo la porta con il tallone. Che snob! Tentativo davvero patetico, ma non si poteva dire mancasse d’inventiva. Si sarebbe divertito a stuzzicarla, era una vittima fin troppo facile, lei, i suoi occhialetti e i capelli tirati.



3
Lorenzo percepì che lei era sveglia come lui. Non disse nulla, non si mosse, stava bene a contatto con la sua pelle. Certo faceva un gran caldo, la febbre doveva essere calata e con essa erano spariti i brividi.

«Sei tremendamente ingombrante», sussurrò girandosi verso di lui. Si trovarono faccia a faccia. Lei corrugò la fronte «e invadente» aggiunse.

«Il divano era mio se non sbaglio, sei tu che mi hai usurpato il posto».

«Mmm, sta’ zitto per favore, non hai esattamente un alito fresco».

«Ok, ok ho capito». Si mise a sedere, aspettò che passasse il giramento di testa e si alzò. «Vado a prepararti un tè, devi bere, ha detto il dottore che passerà a controllarti in mattinata».

«Hai chiamato il dottore? Il mio dottore?»

«Non conosco altro medico, mi sono appena trasferito, ricordi?»

Lei ritrovò le forze mettendosi a sedere «devi andartene subito»

«Non ti lascio così con la febbre alta, non me ne vado affatto»

«Non capisci, ti troverà qui insieme a me, capirà che hai dormito qui, lui penserà…»

«Oh, ancora con questo ‘penserà’, ma quanti film ti fai sulle opinioni della gente, cosa t’importa cosa penserà un medico e soprattutto figurati quel che gliene frega a lui di quello che fai della tua vita».

«Si dà il caso che sia un amico di famiglia, conosce benissimo Fulvio e gliene frega eccome della mia vita, lo spiffererà subito a mio padre». Si era alzata e lo sospingeva fuori dall’appartamento. «Io sto benissimo, ho già avuto la febbre, non morirò per un po’ di influenza, e nemmeno tu, ora fuori, fuori!»

Lo sospinse fino alla porta, afferrò la maniglia. Proprio in quell’attimo suonò il campanello.

«Ecco, troppo tardi» sibilò. «Nasconditi!»

«Cosa? Sei pazza?»

«Ho detto nasconditi, in camera mia, forza».

Lui obbedì mandandola al diavolo con un gesto della mano.







4

Laura prese la sua mano, il cuore già la tradiva, accelerando i battiti.

“L’emozione della danza”. Mentiva. “La gioia di imparare”. Mentiva spudoratamente.

Sentì la mano nel basso della schiena, che l’attirava verso di lui. Chiuse gli occhi e si lasciò guidare. Nessuna musica. Ma i rumori della cittadina sembravano lontani, attutiti. Molto più forte il palpito del proprio cuore al ritmo di quello di Lorenzo.


Lui si muoveva piano, Laura non riconobbe alcun passo che le avesse insegnato, ma non importava. Si sentiva bene. Poggiò il capo sulla sua spalla, il naso sull’incavo del collo. Avrebbe voluto rimanere lì per sempre.
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Published on July 23, 2016 13:36

MAMMA E PAPA' SONO SINGLE


vi presento MAMMA E PAPA' SONO SINGLE, un rosa ironico e divertente, che spero vi strapperà qualche sorriso. 


Ecco la sua prima recensione da chi lo ha letto in anteprima 5,0 su 5 stelle Stupendo DaGiuliail 10 maggio 2016 Acquisto verificato Romanzo delizioso, con punti di vista alternati tra i due protagonisti.
Scritto benissimo, scorre che è una meraviglia e in un soffio di tempo si arriva al finale, senza però che ne risenta la storia e le caratterizzazioni dei personaggi.
La passione di Susy e Massimo si alterna alla dolcezza delle rispettive figlie e questo mix rende l'opera assolutamente originale e non scontata.
Un romanzo rosa diverso, che fa sorridere, ridere e riflettere. Bravissima l'autrice per aver creato un'opera frizzante, ironica e allo stesso tempo tenerissima. Consigliato e promosso a pieni voti!sono davvero emozionata!!!!!


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Eccovi qualche assaggio:



Susy
L’auto è immacolata, l’altra volta non ci avevo fatto caso preoccupata com’ero di fare tardi al lavoro. Ha lucidato il cruscotto e i sedili di pelle mostrano che non ci ha fatto mai salire sua figlia, oppure la lega e imbavaglia. Penso tristemente alla mia Beltsy e alle foderine logore e impataccate, nonché i tappetini sommersi da briciole di cracker e biscottini frantumati. Sospiro. No, no alla larga questo qui è più psicopatico della moglie, o almeno maniaco, dei peggiori che esistano: maniaco della pulizia e anche vegetariano. Non vedo l’ora di scendere dall’auto. Ho paura che il gelato si stia sciogliendo e sgoccioli la sua perfetta enorme macchinona fiammante. Ho voglia di rilassarmi, di essere sola, di essere me. Ormai sono stufa di queste parti da recitare: l’uomo galante, la donna preda. Voglio andare a casa e non mi interessi mister vegano!




Max
Sì, credo quella donna abbia qualche rotella fuori posto. Arriva trafelata, in pigiama credo. Mi avvicino perché immagino si senta in imbarazzo nel grosso piazzale circondato dalle tremende mamme modello, lei sembra apprezzare la compagnia, iniziamo a parlare e ancora una volta trovo che abbia una naturale simpatia spontanea, non costruita appositamente per far colpo. Poi in un attimo si raggela di nuovo, il volto si rabbuia e scappa via letteralmente. Ma non va via, si mette dall’altro lato del piazzale, sola, seduta a braccia conserte a fissare la figlia che gioca, pensando a chissà che. Cosa avrò fatto ancora di sbagliato? Inizio a pensare che il mio dopobarba abbia perso l’effetto.  










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Published on July 23, 2016 13:30

phoenix persecuzioni





PHOENIXPERSECUZIONI

Eccola qui la seconda mia fatica.
Questo è un thriller con qualcosa di giallo e molto di rosa, in questo secondo capitolo della storia è Leila la vera protagonista, questo personaggio ha preso il volo e ha iniziato a vivere di vita propria, è come se la conoscessi davvero, come se fosse mia amica. E' stato un viaggio emozionante e appagante quello percorso con Leila e Clay, che si è arricchito strada facendo di nuovi personaggi, che ho amato davvero tanto.
http://www.amazon.it/Phoenix-Persecuzioni-2-Franscesca-Rossini-ebook/dp/B016VMUOYC/ref=sr_1_1?s=digital-text&ie=UTF8&qid=1445346223&sr=1-1&keywords=phoenix+persecuzioni









questa la sinossi:


Leila Lane sembra un'infermiera
come tante, alle prese con un nuovo lavoro, con le minacce del suo ex compagno e il ricordo di un’avventura da gettarsi alle spalle, ma cela una doppia vita, nascosta nel piano interrato del Georgetown Hospital. Ce la farà a rimettere in sesto la propria vita, anche quando il destino riporterà Clay sulla sua strada? Quando insieme dovranno collaborare con
un agente dell'FBI per risolvere un delicato caso di cronaca? Ce la farà a essere forte anche per gli altri, a non impazzire quando tutto sembrerà crollarle addosso? Chi perseguita Leila?

Minacce, complotti, ma anche problemi della quotidianità, fatta di legami, liti e passioni. Con la guerra fredda sullo sfondo, sono i sentimenti a fare ancora da padroni. Storie d'amore e odio che si intrecciano indissolubilmente. Questi gli ingredienti del nuovo capitolo di Phoenix.





e qui  qualche stralcio :

......Riprese a correre con più disinvoltura possibile, “Manca poco all’auto”, pensava cercando d’incoraggiarsi, ma sentì dietro di lei i passi dell’uomo aumentare, stava correndo anche lui, i suoi scarponi battevano forte sull’asfalto. Cercò le chiavi dell’auto nella tasca della giacca di pile, tenendole pronte in mano, il cuore rimbalzava nel suo petto sempre più velocemente. Eccola lì la sua auto, ci finì quasi contro per la velocità della corsa, tentò d’infilare la chiave nella serratura. Non ci riusciva, continuava a colpire la carrozzeria rigandola con la punta della chiave, le mani tremavano. Gettò un’occhiata, lui stava arrivando, era lì a pochi metri. Provò ancora con la chiave che stavolta finalmente entrò, sentì lo scatto e vide il pomello alzarsi. “Dai, dai, dai”, ripeteva nella sua mente. Entrò, chiuse lo sportello e mise la sicura, accese il motore e si azzardò a guardare, ormai doveva esserle addosso.

Nessuno. Girò la testa. Nessuno. Guardò in tutte le direzioni, in tutti gli specchietti disponibili, non c’era anima viva......










.....Aveva ormai imparato a memoria ogni minuscola crepa dell’odiato soffitto color crema, come ogni sfumatura del pacchiano motivo floreale dello studio. Il professor Patton si ostinava a irritarlo con domande subdole, a trabocchetto, e ormai da lunghi minuti il silenzio si protraeva, facendosi pesante.

L’omino calvo sembrò riscuotersi, si aggiustò gli occhiali sul naso importante e intrecciò le mani in grembo:

«Signor Hobbs», iniziò con quel suo solito tono troppo basso. «Ci conosciamo ormai da molti anni».

Clay sbuffò cercando di trattenere l’impulso di lisciare una piega formatasi sui pantaloni.

«I miglioramenti sono stati davvero notevoli, soprattutto in questi ultimi mesi, tuttavia…»

Clay si schiarì la voce desiderando di essere ovunque tranne che lì, ma aveva saltato tre incontri e la tirata d’orecchio era arrivata dall’alto stavolta, chiara e semplice: ‘O continui la terapia o ti segreghiamo dietro una scrivania’.

«Tuttavia ha saltato degli incontri e, ecco, io la ritrovo qui con le mani che fremono, si è schiarito la voce, vediamo…» Controllò un taccuino. «Quarantasette volte in» controllò l’orologio, «mezz’ora scarsa».
Per tutta risposta Clay si allentò il nodo della cravatta e si schiarì ancora la voce allontanando il colletto della camicia dal collo, come se bruciasse.......





....Anja Volkova stringeva forte i braccioli della poltroncina della classe economica. Prima l’atterraggio a Francoforte e poi un altro lungo volo fatto di scossoni, finalmente l’America era sotto di lei. Poteva distinguere le abitazioni, le strade, tutto era minuscolo e appiccicato, come in un plastico, di quelli che aveva tante e tante volte studiato durante l’addestramento.

L’esuberanza dei suoi ventidue anni cozzava contro ciò che le avevano detto e ripetuto infinite volte: l’America era un covo di corruzione e perversione. Un luogo dove tutto era troppo facile, troppo enfatizzato e sprecato. Ma ora le luci della città, del traffico e delle insegne a neon le facevano accelerare i battiti. Avrebbe dovuto essere preparata a quella sensazione, chiuse gli occhi e si ripeté perché era lì. Inspirò profondamente....



PROBLEMI FAMILIARI



Leila era soddisfatta e serena, come non si sentiva da secoli: il turno era stato leggero, senza urgenze, e si era potuta dedicare quasi tutto il tempo a Clay. Un sorrisetto compiaciuto si appiccicò subito alle sue labbra, al ricordo del loro punzecchiarsi e degli sguardi eloquenti. Non avrebbe portato da nessuna parte, lo sapeva, ma era piacevole e aveva deciso di non porsi troppe domande per il futuro.

Ora aveva in mente di fare un lungo bagno schiumoso e portare Chris al parco, poi magari cinema e pizza.

Infilò le chiavi nella toppa, sperando che Sharla avesse sistemato il casino della sera prima. Non aveva la minima voglia di sprecare il pomeriggio libero a ripulire cocci o tracce di vomito.

«Sono a casa!», annunciò.

La scena che le si presentò davanti la bloccò disarmata. Chi diavolo era quella? Sharla la guardò con aria colpevole, Leila corrugò la fronte: cos’altro aveva combinato stavolta?



«Ehm, Leila, questa è Katrin Wolf, l’assistente sociale».



..E GELOSIE



«Un bel pensiero rubacuori», scherzò sdrammatizzando. Clay poggiò entrambe le mani sulle spalle di Leila, fissandola, ipnotizzato da quello sguardo che era divenuto onnipresente nei suoi pensieri, nel bene e nel male.

«Buongiorno!», una voce squillante e decisa l’interruppe, i due sobbalzarono, sentendosi colpevoli di esser stati scoperti durante qualcosa che non era neanche accaduto.

Clay spostò di malumore lo sguardo sul proprietario della voce inopportuna. Istantanea nausea e antipatia. Un uomo belloccio, abiti curati e pettinatura fissata all’indietro col gel. Classico tipo pieno di sé, classico rubacuori. Poteva quasi sembrare un maldestro tentativo d’imitazione della sua persona. Lo squadrò dalla testa ai piedi: no, scarpe dozzinali e vistose, come pure l’abito non di sartoria, anche il dopo barba era troppo forte. Era un damerino da quattro soldi, concluse.

Leila allungò la mano per salutare: «Buongiorno, piacere, sono…»

«Leila Lane», finì lui.

«Sì, giusto»

«Io sono il detective Richard Garrett, sembra che noi tre dovremo collaborare per le prossime settimane».

Clay sentì una morsa stringergli lo stomaco, non poteva crederci, Peter gli giocava davvero un brutto tiro: lì sotto terra in compagnia di uno spocchioso damerino, dell’FBI per giunta.

«Tu devi essere Clay Hobbs».

Gli porse la mano, Clay fu tentato di rifiutarla, poi decise che era meglio rimanere buoni per il momento.

«Esatto», confermò ricambiando la stretta.


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Published on July 23, 2016 13:21

phoenix

stasera vi voglio presentare ad uno ad uno tutti i miei lavori
eccovi il mio primo lavoro Phoenix presentato da qualche stralcio e qualche indiscrezione





Sinossi1983. Un enigmatico agente dell'intelligence americana: Clay Nathan Hobbs, nome in codice Blue Shadow, coinvolge l'infermiera Leila Lane in una rocambolesca avventura in Europa sulle tracce di un agente del kgb, Egor Vinogradov, che ha un grosso conto in sospeso con lui. La comparsa in scena dell’agente segreto Rebecca Doyle, complicherà rapporti tra i protagonisti.Il terzetto dovrà tenere a bada i sentimenti per sventare un complotto ideato dallo spionaggio sovietico e la minaccia di conflitto atomico.


http://www.prosaepoesia.net/?page_id=7229#phoenix
Questa la prima puntata, per scoprire di più sul mi romanzo, vi aspetto con commenti o critiche!!!!!A proposito di Phoenix… Un romanzo sotto la lente d’ingrandimento.Eccomi qui a raccontarvi del mio libro, non è mai facile spiegare quel che si prova a parlare dei personaggi che sono usciti in forma grezza dalla propria mente, si sono visti plasmare e crescere di giorno in giorno, man mano che le idee assumevano la forma scritta.Oggi, in questo spazio concessomi, vorrei cercare di parlarvi un po’ più approfonditamente del mio lavoro.Phoenix è nato in una condizione particolare, durante i mesi di una gravidanza costretta a letto. “E hai scritto un thriller?” Direte voi. Beh, sì, è un po’ atipico se raffrontato al periodo della gravidanza, chiamato ‘dolce attesa’, in cui si dovrebbe pensare a cose delicate, tranquille e dolci, ma che devo dirvi? è nato per caso e da subito è vissuto di vita propria. Spesso mi sentivo addirittura spettatrice più che creatrice, quando mi svegliavo nel cuore della notte con un’idea, quando nel bel mezzo di qualsiasi cosa correvo al mio taccuino a riportare stralci di dialoghi, che vedevo proiettati nella mia mente come in un film.L’ambientazione è quella della guerra fredda, negli anni ottanta. Intrighi internazionali, complotti, armi sperimentali, sono le minacce cui i personaggi si trovano a combattere in questa avventura. I luoghi sono molteplici: si parte da Washington, sede centrale della CIA, per passare al gelo dei monti Appalachi, per poi volare in Svizzera, sulle tracce di un agente del Kgb e infine nella Germania est del regime, dritti nella prigione della Stasi. Tra torture psicologiche e fisiche, in un continuo muoversi delle scene, sempre alla ricerca di qualcosa o di qualcuno. Ma senza tralasciare l’interazione tra i personaggi, vero nodo centrale della storia.I dialoghi sono la cosa che mi ha divertito di più. I battibecchi e le liti tra i protagonisti, le incomprensioni, i pensieri intrecciati di come ognuno di loro vede la stessa realtà, è un qualcosa su cui ho lavorato molto, ma mi ha dato la maggiore soddisfazione in termini di riuscita.Il periodo storico e l’ambientazione geografica mi hanno fatto invece veramente penare. Ho studiato e studiato, letto tutto quel che mi capitava a tiro, che fosse correlato: Per la parte geografica ho consultato mappe satellitari, guide turistiche e scocciato chiunque avesse visitato quei posti (soprattutto per la parte negli Stati Uniti). Per la prigione della Stasi ho letto ogni documento, ho studiato la piantina e letto ogni testimonianza di chi vi è stato imprigionato. Il risultato è abbastanza veritiero seppur intriso di elementi amplificati o creati da me, adatti ad una storia di fantasia. Ho infatti deciso di lasciare tutte le informazioni da sfondo. È un romanzo d’intrattenimento, non volevo rischiare di annoiare il lettore. L’azione e la storia in sé devono far da padroni, questo è stato il mio motto.
I PROTAGONISTI



Ma veniamo a loro, i protagonisti, Clay Nathan Hobbs e Leila Lane. La loro personalità è al centro della storia, assieme all’azione, che senza sosta accompagna tutta la vicenda, che si svolge in un arco di tempo relativamente breve, un mese circa in tutto. Clay, nome in codice Blue shadow (e anche qui il doppio nome nasconde un significato che verrà svelato nel romanzo), è un agente del ramo segreto della CIA, affascinante ed enigmatico, non mostra agli altri la minima presenza di emozioni. Ma nasconde un passato doloroso, che lo tormenta nei sogni e viene fuori prepotentemente attraverso ossessioni e tic che lo caratterizzano. Come quello di mettere tutto in ordine, catalogato secondo un preciso criterio, che siano le matite in una scrivania o i bagnoschiuma nella mensola della doccia. È un uomo che vive per il suo lavoro, che usa le donne come divertimento, pur avendo una relazione fissa da nove anni, che non ha paura di mettere a rischio la propria vita, forse perché non ci tiene poi così tanto. È un uomo che inizialmente può suscitare antipatia, in cui non è semplice identificarsi, ma che piano, piano mostrerà sfaccettature impreviste del suo essere. Questo soprattutto grazie all’incontro- scontro con Leila, infermiera, mamma single, nonché informatrice per la Cia. Leila è una donna allegra, un po’ pasticciona, ma forte e con l’animo buono e altruista. Cresce suo figlio da sola e anche i due di sua sorella, che dopo l’ennesimo divorzio si è trasferita da lei, senza la minima capacità di contribuire alla buona riuscita dell’andamento familiare.
Leila è una donna caparbia, che se la prende facilmente, ma facilmente perdona. Ha un sogno improbabile: quello di diventare un agente, ha fatto domanda per il corso di addestramento, ma è stata rifiutata, così per ora si accontenta di fare l’informatrice. Si trova ad aiutare Clay per caso, ma subito coglie al volo l’occasione per vivere quell’avventura e lo segue in Europa, anche se non voluta.Clay considera Leila un peso, è attratto dalla sua bellezza ma odia la sua ‘normalità’, inoltre considera il fatto che abbia un figlio un valico insuperabile persino per una flirt di breve durata. Leila invece pensa che Clay sia davvero pazzo e ne ha spesso paura, anche se a mano a mano imparerà a conoscerlo davvero, creando crepe sempre più profonde nel guscio che lui si è costruito.A complicare le cose, l’arrivo di Rebecca, eterna compagna di Clay, agente anche lei, bellissima e sfacciata, accetta il rapporto libero con Hobbs, ma scoprirà presto cosa significa essere gelosi. Credo di avervi detto a grandi linee come è stata costruita la mia storia, aspetto vostre domande. Cercherò di rispondere ad ogni vostra curiosità.
stralci: Lunedì 31 Ottobre ore 7:00
La sveglia suonava ormai da molto, Leila la sentiva con la parte attiva della sua mente, ma un’altra parte di sé continuava a dormire e sognare avventure entusiasmanti, lunghi baci appassionati, un paio di occhi di un intenso verde. Scattò seduta all’improvviso, era successo davvero? Era stato tutto un sogno? Aveva davvero conosciuto un uomo misterioso, bellissimo, affascinante e… Spia? Si stropicciò gli occhi sorridendo, un sordo dolore alla nuca le ricordò che era tutto vero, beh quasi tutto: niente baci, avventure misteriose, solo tanta paura e una bella botta in testa.Si guardò intorno, non aveva sentito suo figlio alzarsi, aveva davvero dormito profondamente, la bocca era impastata e sentiva un saporaccio, i postumi della sua avventura.Scese dal letto e sentì gridare al piano di sotto:«Ti ho detto di ridarmelo subito, imbecille!»«No, no e no!»«Mmmm, oh no!» mormorò Leila stropicciandosi gli occhi: “Vita reale! Problemi reali” pensò, erano i ragazzi che litigavano come al solito.
………………Buio, Clay fu svegliato dal rumore della sua stessa tosse, non sapeva se fosse giorno o notte, non che avesse molta importanza, viste le circostanze, gli doleva tutto, ma era vivo, almeno per ora. Si tastò le ferite per capire quanto sangue stava perdendo e fu sorpreso di sentire che il suo corpo aveva delle fasciature, era stato medicato, non avevano intenzione di lasciarlo morire, per ora.La testa gli doleva e pulsava, non riusciva a pensare lucidamente. Aveva perso Vinogradov, di nuovo, questo era certo, se ne fosse uscito vivo aveva anche tutto questo da mettere in conto al russo, oltre alla vecchia cicatrice sul braccio. Wallace era morto e quasi certamente anche Nalvano, quella missione si era trasformata in un vero incubo.…………………..
Il traffico era pazzesco quella mattina, Leila era impaziente, stava per arrivare in ritardo per la terza volta quella settimana, si sarebbe messa nei guai con la caporeparto. Quella strega della signorina Margaret Terry, un donnone di novanta chili per un metro e ottanta, che metteva paura solo a guardarla. Leila rabbrividì ricordando come la sua voce la colpiva sempre alle spalle come una martellata: «Signorina LANE!». Sussultò al solo pensiero, poi scosse la testa facendo una smorfia, consapevole che l’avrebbe accolta in quel modo tra qualche minuto.Cercò parcheggio nell’interrato, ma naturalmente non lo trovò: pioveva e lei non aveva un posto riservato, si sarebbe bagnata, visto che aveva anche dimenticato a casa l’ombrello.Sospirò, parcheggiò nel primo posto libero, lontanissimo, ovviamente, scese dall’auto e mise il piede in una pozza: «Meraviglioso!» esclamò. Camminò veloce tenendosi stretto il cappotto sul collo, la pioggia gelata le sferzava il viso.Corse agli spogliatoi, aprì il proprio armadietto e urlò scattando all’indietro e cadendo sulla panca alle sue spalle.……………………Leila era stata zitta fino a quel momento, ma la stanchezza, il freddo e soprattutto la paura, avevano portato la sua pazienza all’esasperazione: era di umore nero e aveva bisogno di prendersela con qualcuno, di sfogarsi:«Grazie tante signor agente segreto dei miei stivali!» esordì all’improvviso, Clay si girò di scatto a guardare nella sua direzione senza fermarsi, gli occhi sbarrati in una muta domanda.«Avevi organizzato tutto alla perfezione eh? Mi hai dato anche quella stramaledetta botta in testa, che ancora fa male, tra l’altro, e tutto per niente: mi hanno collegata a te ugualmente, mi hanno rapita! Bella spia sei, devi essere un agente di bassissimo livello, una vera schiappa.»........................................
Clay notò una nota di stizza in quell’ultima frase, fortunatamente in quel momento arrivò un cameriere: un ragazzotto il cui grembiule e taccuino costituivano la sua unica divisa.«Cosa prendete da bere?» domandò affabile.«Una birra rossa doppio malto» chiese Leila.«Gradiremmo un cabernet sauvignon, un Stag's Leap Cask 23, possibilmente del 1974. Oh, la cantina è la Stag's Leap Wine Cellars, non la Stag's Leap Winery. Nome simile, qualità del tutto diversa e mi raccomando la temperatura di servizio…»Il cameriere lo fissò ad occhi sgranati, Leila se la rideva divertita.«Sta scherzando?» chiese il ragazzo, Clay rimase spiazzato, il cameriere vedendo che era serio continuò: «Abbiamo solo il vino della casa, rosso o bianco.»Clay sembrava tremendamente a disagio, Leila lo trovò adorabile così vulnerabile, lui poco dopo si riprese e disse:«Prendo quella che ha preso lei.»«Ottima decisione, non te ne pentirai» Leila gli sorrise, lui rispose con un sorriso incerto.«Non è il genere di posto che frequenti immagino» chiese Leila.


«No, non lo è, non per divertimento almeno, e mai con una donna.» Lei non disse nulla, lo fissò divertita sgranocchiando un grissino di pane.

................................


PRIGIONIA
Leila non sapeva da quante ore fosse lì, aveva perso la cognizione del tempo e la consapevolezza della sua fisicità. Si sentiva galleggiare nel nulla, in quel buio, silenzioso, mare di gomma nera.Aprirono la porta e lei fu accecata dalla luce che proveniva dal corridoio, le dissero qualcosa e a lei sembrò strano sentire una voce umana, ringraziò il cielo constatando che non aveva perso l’udito, doveva essere un’altra diavoleria in uso in quella gabbia di matti. Provò uno strano senso di piacere nel contatto umano, anche se con i suoi aguzzini, avrebbe voluto abbracciare la guardia, ma non aveva più le forze per muoversi, la trascinarono letteralmente nella stanza degli interrogatori. Di nuovo l’uomo con i baffi, sempre lui, iniziava a desiderare la conversazione.La fece sedere, sembrava molto più gentile, o era il suo desiderio di contatto umano a farlo sembrare tale? Le offrì una tazza di tè caldo, che lei bevve riconoscente. L’uomo iniziò: «Allora mi vuole dire il suo vero nome?»
Leila continuava a tacere.


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Published on July 23, 2016 13:13

estratti dal mio nuovo romanzo

Ed eccomi qui a presentarvi meglio il mio nuovo lavoro attraverso qualche estratto :-)


1
Si sentì osservata e vide il professore che la fissava sfacciatamente, le mani ai fianchi. “Non ci credo, ecco che si avvicina” lei lì a gambe larghe e braccia su, il volto rosso per la vergogna il cuore in tumulto. Maleducato!
«Che ne dici di giocare con noi? Impariamo a palleggiare e tirare a canestro, per ora mirano solo a dei cerchi in terra, ma mi sembra più divertente di questi esercizi dell’ante guerra».
“Davvero maleducato! Il re dei maleducati” Laura sentì le guance fiammeggiare e la bile salire. «Ma se ne vuole andare? Non vede che faccio lezione?»
«Oh lo vedo, lo vedo», le scoccò un’occhiata eloquente e sorrise, anzi ridacchiò sfacciatamente.











2
«Va bene, sono stata io ok? Io… io… volevo rifiutassi l’appartamento!»
Lorenzo aggrottò la fronte. «E perché mai?»
«Tu… tu … non mi sei simpatico».
«Oh tante grazie miss simpatia, mi conosci da dieci secondi e hai già deciso. E comunque, fai così con tutti quelli che non ti vanno a genio? Non mi stupirei se tu fossi la persona più sola al mondo» si arrabbiò, ma chi credeva di essere quella signorina so tutto io? «Ti do una brutta notizia: ho già firmato e non sarà certo un po’ di lucido da scarpe e del pomodoro a farmi cambiare idea». Si allontanò richiudendo la porta con il tallone. Che snob! Tentativo davvero patetico, ma non si poteva dire mancasse d’inventiva. Si sarebbe divertito a stuzzicarla, era una vittima fin troppo facile, lei, i suoi occhialetti e i capelli tirati.




3
Lorenzo percepì che lei era sveglia come lui. Non disse nulla, non si mosse, stava bene a contatto con la sua pelle. Certo faceva un gran caldo, la febbre doveva essere calata e con essa erano spariti i brividi.
«Sei tremendamente ingombrante», sussurrò girandosi verso di lui. Si trovarono faccia a faccia. Lei corrugò la fronte «e invadente» aggiunse.
«Il divano era mio se non sbaglio, sei tu che mi hai usurpato il posto».
«Mmm, sta’ zitto per favore, non hai esattamente un alito fresco».
«Ok, ok ho capito». Si mise a sedere, aspettò che passasse il giramento di testa e si alzò. «Vado a prepararti un tè, devi bere, ha detto il dottore che passerà a controllarti in mattinata».
«Hai chiamato il dottore? Il mio dottore?»
«Non conosco altro medico, mi sono appena trasferito, ricordi?»
Lei ritrovò le forze mettendosi a sedere «devi andartene subito»
«Non ti lascio così con la febbre alta, non me ne vado affatto»
«Non capisci, ti troverà qui insieme a me, capirà che hai dormito qui, lui penserà…»
«Oh, ancora con questo ‘penserà’, ma quanti film ti fai sulle opinioni della gente, cosa t’importa cosa penserà un medico e soprattutto figurati quel che gliene frega a lui di quello che fai della tua vita».
«Si dà il caso che sia un amico di famiglia, conosce benissimo Fulvio e gliene frega eccome della mia vita, lo spiffererà subito a mio padre». Si era alzata e lo sospingeva fuori dall’appartamento. «Io sto benissimo, ho già avuto la febbre, non morirò per un po’ di influenza, e nemmeno tu, ora fuori, fuori!»
Lo sospinse fino alla porta, afferrò la maniglia. Proprio in quell’attimo suonò il campanello.
«Ecco, troppo tardi» sibilò. «Nasconditi!»
«Cosa? Sei pazza?»
«Ho detto nasconditi, in camera mia, forza».
Lui obbedì mandandola al diavolo con un gesto della mano.






4
Laura prese la sua mano, il cuore già la tradiva, accelerando i battiti.
“L’emozione della danza”. Mentiva. “La gioia di imparare”. Mentiva spudoratamente.
Sentì la mano nel basso della schiena, che l’attirava verso di lui. Chiuse gli occhi e si lasciò guidare. Nessuna musica. Ma i rumori della cittadina sembravano lontani, attutiti. Molto più forte il palpito del proprio cuore al ritmo di quello di Lorenzo.
Lui si muoveva piano, Laura non riconobbe alcun passo che le avesse insegnato, ma non importava. Si sentiva bene. Poggiò il capo sulla sua spalla, il naso sull’incavo del collo. Avrebbe voluto rimanere lì per sempre.

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Published on July 23, 2016 08:15

July 21, 2016

nuovo staff

Ed eccomi qui a presentarvi il nuovo fantastico staff per il blog Scrittori e lettori online, siamo carichi e pronti , vi aspettiamo!!


MARIA FRANCESCA MATTERA

Sono passata direttamente dall'indossare anfibi e divisa dell' EI all'essere mamma di tre maschietti... al momento non sono capace di individuare le differenze tra campo di battaglia e casa mia, ma vi farò sapere.
Cresciuta a pane e Mc Nab e restando in tema di guerra (che viene combattuta h24 da omini microscopici nella mia testa) ho sempre adorato leggere, leggere e leggere e sono stata (e resto) segretamente innamorata di Gabriel D'Annunzio (ops! L'ho detto!), con cui so di avere avuto a che fare nella mia vita passata, ma preferiscono non scendere nei dettagli su quest'argomento.
Oltre a "Gabri" AMO (perché la AMO) Tiffany Reisz che è in assoluto tra i miei autori preferiti perché è geniale e diabolica allo stesso tempo, e questo... ci piace!.
Al momento il mio genere è, manco a dirlo, l' "erotic romance", sulle orme della mia beniamina (che ho appena citato).
Il mio "show don't tell", ancora da perfezionare... giuro sul mio onore che migliorerà. Speriamo.

LINK ACQUISTO IL DUBBIO : https://www.amazon.it/Il-dubbio-Maria-Francesca-Mattera-ebook/dp/B01IQHOOJ6/ref=sr_1_1?ie=UTF8&qid=1469108337&sr=8-1&keywords=FRANCESCA+MATTERA




ANDREA CALVI



Mi chiamo Andrea Calvi, sono nato a Milano 43 anni fa e sono un ingegnere.

Normalmente quando mi presento non ostento il titolo accademico, ottenuto con fatica in anni di studio, anche perché spesso quando mi chiedono che lavoro faccio, e io rispondo: “sono un ingegnere”, le persone si spaventano o peggio perdono interesse nella conversazione perché forse non si ritengono all’altezza; effettivamente non posso dare torto a questi individui perché “l’ingegnere” non è una persona normale.

Forse è il caso che mi presenti in un altro modo: mi chiamo Andrea Calvi, ma molti mi conoscono come Andy Ben, sono nato a Milano 43 anni fa e sono uno scrittore.

Scrittore nel senso stretto della parola, ovvero sono una persona che scrive e che per caso, o per fortuna, ha trovato un matto che ha deciso non solo di pubblicare quello che ho scritto ma anche di pagarmi i diritti d’autore; il che conferma senza ombra di dubbio che gli editori sono persone infinitamente più strane degli ingegneri.
Mi racconta un po’ il libro e i suoi protagonisti?

Ora, lei (personaggio piuttosto bizzarro n.d.a.) mi chiede di rilasciare una sorta di intervista dove racconto la sostanza della mia ultima fatica (“Squarcio” n.d.r.) delineandone sommariamente contenuti e personaggi. Ok, posso accettare tutto, ma ci siamo impegnati per mantenere ermetica e misteriosa la sinossi e la quarta di copertina, scrivendo due kazzo di righe che sono talmente criptiche che manco uno scienziato della NASA le riuscirebbe a capire e ora lei mi chiede a distanza di due mesi di spiattellare in pubblico trama e personaggi? Ekkekkazzo no... che si comprino il libro!
Dove ha preso l’ispirazione?

Egregio signor editore, io la stimo, la rispetto e le sono infinitamente grato per aver pubblicato il mio romanzo slap, slap, slap (suono della classica “leccata di culo” n.d.r.)… però adesso torniamo per un attimo seri: lei sa benissimo che in Italia i bambini nascono con i libri tra le mani, che a tre anni sanno già leggere e scrivere e che in media un minorenne legge dai 3 ai 5 libri al mese!! Ho un pubblico giovane troppo vasto per dirle realmente da dove ho preso l’ispirazione (fondamentalmente sono tutte sostanze illegali n.d.r.), percui mi faccia una domanda un po’ meno imbarazzante.
Qual è il genere del libro?

Maschio, decisamente maschio. C’è qualche spruzzo di femminilità, ma è solo l’aroma di Chanel n°5 allegato in copertina.
Lo stile

Lo stile è importante. Io mi vesto sobrio e spesso mi spoglio ubriaco fradicio: questo è stiloso.
Scusi, mi ha frainteso, intendevo lo stile del romanzo

A me lo chiede? Non ho ancora visto il cartaceo, kennnesò! Sarà il classico formato A5 di un centinaio di pagine con grammatura 130 e colore avorio, copertina flessibile.
Ok, lasciamo perdere.
“Squarcio” cosa rappresenta per lei?

Lei vuole la verità? La verità vera? Cioè, lei vuole che io mi sputtani pubblicamente in questa intervista? E vabbè come desidera. Venga con me.
Dal salotto ci spostiamo in cortile dove è parcheggiata una Ferrari 308 GTS d’epoca (quella di Magnum PI per intenderci n.d.r.) e il nostro aggiunge…

Questo è ciò che rappresenta il mio romanzo. Ho pagato la prima rata con l’anticipo che mi deve sui diritti d’autore… ma dato che ho venduto 100.000 copie in 10 giorni credo non avrà difficoltà a liquidarmi tutto.
(Ora mi rendo conto di avere a che fare con un pazzo furioso! Ma chi me l’ha fatto fare di pubblicarlo? Sono nella merda fino al collo e devo sperare che sto qui non faccia l’onda n.d.r.)
Un ultima domanda: perché dovrebbero leggere il suo libro?

Leggere? E chi ha mai parlato di leggere. A me frega solo che il libro venga comprato, se poi viene usato come carta-igenica o per pareggiare le gambe del tavolo kissenefotte. Faccio un appello a tutti: comprate, comprate, comprate, che devo finire di pagare il “Ferrarino”.

Con una quintalata di sarcasmo, una spruzzata di cinismo e un pizzico di ironia, il tutto condito con due cucchiai di olio extra-vergine di oliva rigorosamente pugliese.

Andy Ben
il mio romanzo: Squarcio https://www.amazon.it/Squarcio-Andy-Ben-ebook/dp/B00SZIKKHW/ref=sr_1_1?ie=UTF8&qid=1469108502&sr=8-1&keywords=squarcio



PIETRO SANZERI , per noi HUNTER




Salve a tutti! Mi chiamoo Pietro Sanzeri e sono un cacciatore di anime. Nato nell'anno domini 1983 in Sicilia tra fuochi e fiamme infernali.

Sono un figlio della notte, figlio delle tenebre, figlio dell’oblio.

laureto in beni culturali e attualmente conto le pecore di notte...

Ho scritto un romanzo di genere Erotico ma di erotico ha poco visto che fanno continuamente zumba...

Ho scritto diversi racconti di genere misto. Amo unire l’horror con tutti i generi possibili facendo un miscuglio stile la torta della nonna.

Attualmente sto lavorando al mio capolavoro di Horror culinario (molti culi diabolici).

LINK Il mio romanzo: https://www.amazon.it/Passione-rosso-sangue-Pietro-Sanzeri-ebook/dp/B01AB9NY48/ref=sr_1_1?ie=UTF8&qid=1469108311&sr=8-1&keywords=Passione%20rosso%20sangueracconti : https://www.facebook.com/Pietro-Sanzeri-960124084050171/?__mref=message_bubble






CLARA CERRI

E' una donna che ha studiato molto, appassionata di storia e di musica, ancora divisa tra ambizioni e sentimenti nonostante le mazzate che ha preso dalle une e dagli altri. Sfrutta la sua fantasia non per creare mondi ma per spiegare a suo modo la vita com'è, per guardare sotto la pelle degli eventi e delle persone. Ama leggere tutti i generi, dagli autori classici agli emergenti, e organizzare presentazioni ed eventi culturali in collaborazione con il Circolo letterario Bel-Ami di Roma.

Ha pubblicato due romanzi con Lettere Animate: Dodici posti dove non volevo andare, vincitore del I Premio letterario Amarganta nel 2015, e Lettere fra l'erba. Il primo è una saga sopra le righe costruita sulle memorie della sua famiglia e sulla storia recente, il secondo un romanzo diviso tra passato e presente, in cui una ragazza ricostruisce la storia di sua madre e del grande amore che ne ha segnato l'esistenza.

Ha pubblicato racconti sul blog Cronache Urbane e su varie antologie, la più recente delle quali è Oltre l'arcobaleno (ed. Amarganta)


Link:

Pagina Facebook: https://www.facebook.com/Clara-Cerri-836168056458764/?fref=ts
Twitter: https://twitter.com/ClaraCerri


Lettere fra l'erba:

 http://amzn.to/1PJWR0o


Altre opere su Amazon:

Dodici posti dove non volevo andare http://amzn.to/1UA09Uf
Il primo scoglio (racconto gratuito) http://amzn.to/1PjYQGS
Oltre l'arcobaleno (antologia collettiva) http://amzn.to/29GdKxH












PAOLA CASADEI


In origine farmacista e direttore tecnico di laboratorio omeopatico, ho lasciato Forlì per amore e mi sono trasferita prima a Roma, poi a Montpellier, quindi per dodici meravigliosi anni in Africa (otto in Sudafrica e quattro in Mozambico), dove ho insegnato musica e italiano, per tornare poi alla passione iniziale: scrivere. Ora risiedo a Montpellier con la famiglia. Hanno traslocato con noi anche due gatti sudafricani e un cane mozambicano, Mango, Kruger, Luna! Un giorno ho trovato un libro che per me ‘valeva la pena’, allora mi sono improvvisata traduttrice e l’avventura è cominciata:
Come autrice finora ho pubblicato solo L'elefante è già in valigia, Lettere Animate Editore, 2015. Una storia nata da un’esperienza ‘stra-ordinaria’ in Africa, raccontata da Carlotta e il suo fratellino Giacomo (è lui che cerca l’elefante del titolo). Per saperne di più c’è il suo prequel, racconto (gratuito): In tre viaggi.
Come traduttrice ho pubblicato Malgré-nous. Contro la nostra volontà (titolo originale C’était malgré nous, di Caroline Fabre-Rousseau), Ensemble Edizioni, 2016. Una saga familiare che dalla Montpellier di oggi risale all’Alsazia e alla II Guerra Mondiale.
Ho tradotto invece dall’italiano al francese De l’obscurité à la lumière. Le byssus marin et Chiara Vigo (titolo originale: Dal buio alla luce. Il bisso marino e Chiara Vigo. Cartabianca Editore, 2016. Conoscete la ‘seta di mare’?
Ora sto traducendo un’autrice sudafricana, che scrive storie di un genere molto diverso dal moi solito: dark romance, avventura, erotico. Ma in realtà ho a mezzo molto più di questo…
I link :

L’elefante è già in valigia https://www.amazon.it/Lelefante-gi%C3%A0-valigia-Paola-Casadei-ebook/dp/B00V3R9GLS/ref=sr_1_1?ie=UTF8&qid=1468837703&sr=8-1&keywords=elefante+valigia

Malgré-nous. Contro la nostra volontà https://www.amazon.it/Malgr%C3%A9-nous-Contro-volont%C3%A0-Caroline-Fabre-Rousseau/dp/8868811316/ref=sr_1_1?ie=UTF8&qid=1468837804&sr=8-1&keywords=malgre-nous+contro+la+nostra+volont%C3%A0

De l’obscurité à la lumière. Le byssus marin et Chiara Vigo https://www.amazon.fr/lobscurit%C3%A9...

In tre viaggi (racconto gratuito) https://www.amazon.it/tre-viaggi-Spin-Off-ebook/dp/B00XV74XZ2/ref=sr_1_1?ie=UTF8&qid=1468838253&sr=8-1&keywords=in+tre+viaggi


Pagina facebook https://www.facebook.com/paola.casadei.54






MICHELE SBRISCIA  per noi IL SOGNATORE

E' un sognatore.

Ma di quelli con gli occhi aperti, perché quando dormo non sento nulla.

Ma poco lontano dalla porta della mia camera da letto, mi aspetta un demone e allora arrivano anche gli incubi a tormentarmi .

Nei pochi secondi di tempo libero che ho, amo ascoltare musica rock, disegnare, scrivere racconti e poesie, correre sotto la pioggia e arrampicarsi sulle piante!

Se vuoi conoscere i miei sogni e i miei incubi, devi solo seguire la piuma della Fenice.

Il link al libro è :

http://amzn.to/1gyug14

Per curiosità, interviste, cartoline promozionali e molto altro, ti aspetto nel gruppo dei miei amici
https://www.facebook.com/groups/1609656615964422/



E poi ci sono io...Mi conoscete già no? noooo? Va bene, sono un'insegnante che ama pasticciare con le mani: pasta di mais, pittura, tutti i lavoretti creativi. Disordinata e sbadata, ho sempre centomila idee in testa, forse per questo cammino a naso per aria e non faccio che inciampare :-) La scrittura è il mio hobby preferito, ma viene sempre dopo la lettura: io non leggo... divoro libri. Che altro dire? Ah i miei lavori sono molto vari, come i miei interessi, vanno dai thriller phoenix alle fiabe illustrate, passando per i due romance contemporanei dal taglio ironico. trovate tutto qui https://www.amazon.it/s/ref=nb_sb_noss_1?__mk_it_IT=%C3M%C3%C5%BD%C3%C3&url=search-alias%3Delectronics&field-keywords=francesca+rossini






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Published on July 21, 2016 06:45

July 20, 2016

Il mio angelo. Recensione



Lina Giudetti: Il mio Angelo

Titolo: Il mio Angelo

Autore: Lina Giudetti

Genere: Rosa contemporaneo

Editore: Self-publishing

Pagine: 286

Formato: e-book

prezzo: € 1,99

L’autrice:

Lina Giudetti è nata a Taranto sotto il segno del leone. Lavora come web designer ed è appassionata di mitologia e religione, ma legge un po' di tutto. Ha già pubblicato il romanzo "Anime eterne" con Lettere Animate.





SINOSSI

Aura è una ragazza molto complicata e segnata dal divorzio dei suoi genitori. A causa dell’abbandono del padre che si trasferì all’estero con la nuova compagna quando lei era ancora una ragazzina, ha sviluppato una profonda diffidenza nei confronti degli uomini considerandoli tutti dei gran bastardi e non ha mai voluto impegnarsi sentimentalmente con nessuno tanto che a ventitré anni è ancora illibata. I suoi unici interessi sembrano essere lo studio e il conseguimento di una laurea finché un giorno il destino non pone sulla sua strada Angelo, un trentacinquenne affascinante ed empatico che svolgendo la stessa professione di suo padre, l’odontoiatra, stravolgerà la sa vita al punto tale da spingerla a rivalutare ogni convinzione e preconcetto. Tra loro nascerà sin da subito una forte attrazione che porterà Aura a scoprire pian piano le gioie dell’amore e del sesso… Angelo le colmerà ogni vuoto che ha nel cuore donandole la tenerezza e la dolcezza di cui ha bisogno. Tutti i suoi drammi interiori tuttavia e il suo inconscio complesso di Elettra renderanno la sua vita ricca di alti e bassi finché non accadrà l’impensabile…





Fin dalle prime parole, mi sono subito fatta un’idea chiara di chi fosse Aura: una donna insicura, che non ha mai superato il trauma di un divorzio precoce tra i genitori. L’autrice stessa sceglie di dirlo in prima battuta all’apertura del libro. Qui è il nodo della personalità di Aura: un padre libertino, che l’ha lasciata ad otto anni, una madre vittima dell’alcol, un rifugio illusorio nel cibo, per colmare vuoti, il rifiuto a legami amorosi, per non soffrire.

È Aura unica vera protagonista di questa storia, non eroina perfetta, anzi, personaggio che a volte è talmente infantile, egoista e pedante da risultare snervante per il lettore, che pur ne percepisce le ragioni :i disturbi alimentari, la privazione affettiva, che l’hanno portata ad essere quella che è. Il protagonista maschile è Angelo. . . stesso nome del padre di Aura e addirittura stesso lavoro, molto più vecchio di Aura, pacato, premuroso e (fin troppo) perfetto, che, al sapere del problema di bulimia di Aura, cerca di aiutarla. Angelo è un po’ il ‘cavaliere’ d’altri tempi, il principe azzurro che soccorre la donzella, ma lo è davvero?

La storia tra loro parte, cosparsa di dolcezza e sensualità delicata, pur tra alti e bassi, dovuti soprattutto alla reticenza di Aura, che pian piano però sgretola le barriere, lasciandosi amare. Anche se non nel modo corretto: Aura vede un Angelo in Angelo, che la salvi da tutto, persino da se stessa e questo idolatrare una persona non è mai la cosa giusta da fare, infatti Aura arriva a ritenerlo persino indispensabile per la propria sopravvivenza. L’amore diviene dipendenza, insana e soffocante.

Poi arrivano colpi di scena, intrighi tradimenti, i buoni che tanto buoni non sono ( come nella realtà purtroppo) rendendo la trama sempre coinvolgente.

C’ e un messaggio che spicca su tutto e che ritengo molto importante: mai pensare di potercela fare da soli quando si soffre di disturbi come la bulimia.

Un difetto che ho riscontrato è la presenza forse di alcuni particolari di troppo in alcuni punti e un eccessivo calcare la mano sulla personalità di Aura, forse un po’ troppo immatura, un po’ troppo petulante, un po’ troppo isterica, magari la narrazione in terza persona in questo caso avrebbe aiutato ad attenuare un po’ queste caratteristiche, mostrandoci lati più delicati e vulnerabili di questa ragazza visti dall’esterno.

Per il resto ho trovato molto ben descritte le parti dedicate alla malattia, la narrazione è scorrevole e fluida, piacevole.

Il finale, per niente scontato, lascia spazio a un sequel, che sarei molto curiosa di leggere.



Giudizio complessivo:

un romance attuale, che scava in profondità, che parla di sentimenti senza essere smielato. Consigliato.



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Published on July 20, 2016 14:26

Segnalazione nuova uscita Il dubbio

Ed ecco una mia compagna di uscita e non solo, aspettatevi grandi novità sul gruppo scrittori on line, ma non siamo qui per questo... anche questo ebook è appena online e dalla cover promette bene, io l'ho appena acquistato e voi? che aspettate?




Titolo: IL DUBBIO Serie: IO NON TI LASCIO (il dubbio, la scelta, la conferma, la scoperta di prossima uscita) Autore: MARIA FRANCESCA MATTERA Prezzo: euro 1,49 su amazon euro 17,50 cartaceo (260 pagine) Editore: Lettere Animate Genere: Erotic Romance


Sinossi.
Greice è una giovane mamma che cerca di tenere a bada in tutti modi un ex marito che la rivuole con se. Lou, miliardario dispotico e abituato ad averla sempre vinta non la lascerà andare tanto facilmente. La storia si complica quando nella vita di Greice entra, per pura fatalità, il giovane Person, capo della sicurezza di un circolo privato in cui accadono "strane cose". Parallelamente uno sconosciuto che corrisponde fisicamente al suo ideale di uomo incrocia la sua strada. Greice giunge alla conclusione che l'uomo perfetto per lei debba avere i soldi di Lou, l'arguzia di Person e la fisicità del giovane sconosciuto...
https://l.facebook.com/l.php?u=https%3A%2F%2Fwww.amazon.it%2Fgp%2Faw%2Fs%2Fref%3Dnb_sb_noss%3Fk%3Dil%2520dubbio%2520io%2520non%2520ti%2520lascio&h=MAQF59PNt

estratto:"È notte fonda, sono tutta appiccicata di champagne e mezza nuda davanti ad un tizio che si è divertito a giocare con me facendo una specie di doppio gioco. Peggio ancora mi ha manovrata ben bene come un burattino. La prima cosa che avrei fatto in una condizione un po' più normale? Sarei corsa fuori. Ma è evidente che non posso. Il pezzo di sopra del mio vestito è sul pavimento, strappato e non più indossabile, il pezzo di sotto fradicio di champagne e mezzo appiccicato alle cosce. Spero che dietro quella famosa porta ci sia un bagno, sarebbe la mia salvezza non mi farei nessun tipo di problema ad andare via in accappatoio. Non riesco nemmeno a voltarmi per raggiungerla, la porta, finirei per incrociare il suo sguardo e mi sento troppo imbarazzata per farlo. Non solo sono nuda, sono stata "messa a nudo" da lui e in cambio cosa ho ricevuto? Bugie. Per come la vedo io si è preso gioco di me. Ecco perchè se la rideva, spesso e volentieri, guardandomi. Tremo, più dal nervoso che dal freddo. Sono stretta nel mio stesso abbraccio ed ho lo sguardo a terra. Sembrano attimi interminabili. Lui intanto si è tolto la maschera e ne ho la conferma quando la vedo che cade ai miei piedi lasciata scivolare dalle sue stesse mani come l'ultimo baluardo di un mistero grottesco. Potrei girarmi e guardarlo in faccia, ma mi manca la forza per farlo. Avrei le mie conferme che mi metterebbero ancora di più in imbarazzo. Ma non era questo che volevi, Greice? Un unico uomo con le caratteristiche di ciascuno. Incalza la mia coscienza. No! le rispondo nella mia mente. Sento i sui passi dietro di me e dopo poco la fodera fresca della sua giacca tocca la pelle delle mie spalle. Il suo odore familiare mi inebria come la prima volta ma a questo giro non basta a rassicurarmi. Il suo gesto è un modo per farmi capire che non devo essere in imbarazzo, mi sta offrendo una sorta di scudo dietro il quale schermarmi, avendo premura di coprirmi. Lo apprezzo ma non mi sento meglio. Afferro il bavero della giacca e mi copro interamente, avvolgendomi la tengo chiusa con i pugni serrati dall'interno. Senza alzare lo sguardo mi volto e lo oltrepasso urtandolo forte con la spalla, sdegnata. Cazzo, non si è mosso di un millimetro, nonostante il fatto che l'abbia urtato forte. Mi strattona restando silenzioso, mi volta verso di lui e mi tiene saldamente per le braccia. Non potrei ne muovermi ne divincolarmi. Dovrei supplicarlo per convincerlo a lasciarmi andare. Non lo farò mai in un ambivalenza che rasenta la follia. Per prima cosa non lo farò perché non ho mai supplicato nessuno, e poi perchè ci sto così bene tra le sue mani. Raccolgo quanta più forza interiore possibile e alzo lo sguardo. È lui. Inspiro profondamente per liberarmi dal macigno che ho al centro del petto. Mi manca l'aria. Abbasso subito lo sguardo, e' più forte di me, non ce la faccio a guardarlo provo una sensazione di vergogna e non so darmi una spiegazione. <<Guardami Greice...>> Tuona fermamente la sua voce. Non muovo un muscolo resto intrappolata nella sua stretta. <<Ho detto guardami!>> Cosa sarebbe una specie di ordine? Non capisce che un atteggiamento simile non mi aiuta affatto?. Adesso basta, me ne vado. Mi dimeno cercando scampo, lui continua a tenermi forte mentre con la mano sinistra mi solleva il mento per farsi guardare. <<Lasciami... sei uno str...>> Ringhio arrabbiata e non riesco a terminare la frase, le sue labbra premono sulle mie. ..."
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Published on July 20, 2016 08:03