Francesca Rossini's Blog, page 28

February 20, 2015

intervista a Giulia Dell'Uomo



Ecco la chiacchierata con la mia collega ed amica Giulia! il suo libro è davvero toccante, ma mai pesante nè tendente al pietismo, ve lo consiglio!!!cover giuliaIntervista a Giulia Dell’UomoPOSTED BY FRANCESCA ROSSINI ON 20/02/2015 IN INTERVISTE | 8 VIEWS | LEAVE A RESPONSE
inShare0Benvenuta tra noi Giulia  e complimenti per il tuo libro. Ti va di parlarci un po’ di te?
Certo, anche se devo ammettere che questa domanda è l’unica in grado di spiazzarmi. Allora mi riesce più facile raccontarvi qualche piccola curiosità. Ho ventisei anni e penso sia l’età più bella, perché sogni e realtà cominciano a mescolarsi davvero. All’università ho studiato marketing ed ora nel mio lavoro posso metterlo in pratica. Sono una fan di Francesco Renga, adoro viaggiare e amo gli animali.
Sono determinata e ambiziosa. Il mio difetto più grande? Sono estremamente testarda!Com’è  Giulia  Dell’Uomo Lettrice? Quali le tue letture preferite?
Giulia lettrice è…divoratrice! Spesso sento un bisogno compulsivo di mangiarmi letteralmente un libro. Mi può colpire solo la copertina o magari solo la sinossi. Ma quando lo apro è difficile per me richiuderlo senza averlo finito. Adoro la narrativa contemporanea e i romanzi rosa, ma in generale posso dire di apprezzare davvero i romanzi che fino all’ultima pagina mi hanno fatto entrare dentro la storia, accanto ai protagonisti.Qual è il pgiuliaercorso che ti ha portato ad esclamare: “voglio scrivere un romanzo!”?
Devo dire che fin da piccola ho sentito l’esigenza di scrivere. Poi ho capito che oltre ad essere un’esigenza era anche una passione. Ma i tempi non sono mai stati maturi per farlo seriamente, o forse sono io che non ci ho mai creduto abbastanza. Pensavo che scrivere un libro fosse una cosa da “scrittori” appunto. E io non mi sono mai sentita tale. Poi un anno fa non sono più riuscita ad ignorare questa passione ed ho iniziato a credere di dovermi prendere un po’ di più sul serio. E così, con un tasto dopo l’altro, è nato il mio primo libro.Qual è stato il tuo percorso di pubblicazione? Cosa ti senti di consigliare a chi ha un romanzo nel cassetto e vuole tentare di emergere?
Il mio percorso è stato come quello di tanti autori esordienti. Mesi e mesi di attesa, qualche rifiuto da parte di qualche editore, qualche rifiuto da parte mia per proposte che non sentivo “mie” e poi finalmente la firma di un contratto. In generale comunque mi sento di consigliare tre cose: imparare ad avere pazienza, non prendersela per le porte in faccia e non smettere mai di inseguire i propri sogni. Perché è da lì che nascono i risultati più belli.Ora vogliamo sapere tutto su ‘tutte le cose al loro posto’ : com’è nato? Quanto tempo hai dedicato alla stesura?
Tutte le cose al loro posto è nato di notte. In due mesi esatti. Tastiera di un computer, silenzio assoluto ed eccolo qua. E’ stato voluto e desiderato, ma non è stato scritto a tavolino e penso che questo si senta ad ogni pagina. E’ un’esigenza incontrollabile, una creazione che ho visto nascere e crescere con spontaneità. Un libro in cui ho riposto passione e amore per la vita.Raccontaci dei tuoi protagonisti. Chi è Sara e quanto è importante per lei Roberto?
Sara è una ragazza che a soli vent’anni si ritrova con un macigno sulle spalle. La malattia la fa entrare in un tunnel di paura, le sconvolge i piani e i sogni nel cassetto. Poi però le da anche la spinta per rinascere nuovamente. Sara fa della malattia il suo trampolino di lancio e attraverso di lei si tuffa nella vita vera. Così quando incontra il suo medico, Roberto, durante le terapie, non ha paura di intrecciare la sua esistenza con quella di lui. Roberto sa farla respirare a pieni polmoni e sarà per Sara fonte di gioia, di risate forti e vere, ma anche di qualche lacrima di troppo…Quali sono i tuoi progetti per il futuro? Hai qualche lavoro in cantiere?
Il mio progetto più bello è di non smettere di scrivere. Ora che ho preso il via, vorrei proprio non finisse mai. Così in stesura c’è un secondo romanzo e tante idee per la testa, che magari un giorno si trasformeranno in realtà. Ma in attesa di tutto ciò, attualmente mi godo il calore dei miei primi lettori. Non c’è cosa più bella di entrare nella vita delle persone con le proprie parole e di sentirle accanto a me con commenti e apprezzamenti sulla storia raccontata nel libro. Spero di poter godere di questo privilegio per molto altro tempo ancora!
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Published on February 20, 2015 09:04

February 19, 2015

phoenix being translated

Sembra che i madrelingua approvino!! bravo il mio traduttore! si iniziaaaa phoenix sbarcherà all'estero! ;-)
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Published on February 19, 2015 09:01

February 18, 2015

altro parere positivo, che mi dà il coraggio e l'entusiasmo di andare avanti .-)

http://paroleacolori.com/phoenix-operazione-parrot-francesca-rossini/Una spy story sui generis dove una mamma single si troverà a vestire i panni dell'agentePhoenix – Operazione Parrot, Francesca Rossini 3 hours ago  Roberta Turillazzi  EbookHomeLibriRecensioni  0Share this:  Facebook  Twitter  Operazione Parrot, copertina 1983. Un affascinante ed enigmatico agente dell’intelligence americana, Clay Nathan Hobbs, nome in codice Blue Shadow, coinvolge l’infermiera Leila Lane in una rocambolesca avventura in Europa sulle tracce di un agente del KGB, Egor Vinogradov, che ha un grosso conto in sospeso con lui. La comparsa in scena di una terza donna, l’agente segreto Rebecca Doyle, complicherà i rapporti tra i due protagonisti. Il terzetto dovrà tenere a bada i sentimenti per sventare un complotto ideato dallo spionaggio sovietico e la minaccia di un conflitto atomico.

Cosa mi è piaciuto di questo libro? Prima di tutto il fatto che si tratti di una spy story con tutti i crismi, costruita in modo attento, con una serie di elementi che rimandano alle grandi storie del genere – da James Bond alle spie più moderne – declinati però in una chiave spesso ironica, sempre particolare.In “Phoenix – Operazione Parrot” si avverte senza dubbio la presenza di un’autrice di sesso femminile, per il modo in cui elementi crudi e realistici vengono affiancati a spunti per certi versi romantici, a inserti di tipo personale. Questo è un libro che vi farà tenere il fiato sospeso, ma che vi farà anche sognare e battere il cuore – una combinazione non da poco.La protagonista femminile contribuisce parecchio alla buona riuscita dell’architettura narrativa. Dimenticatevi le Bond girl tutte curve, abiti succinti, vite avventurose e zero problemi (in Rebecca Doyle, fidanzata di Clay e spia a sua volta potrete riconoscere il tipo): Leila Lane non fa decisamente parte di questo gruppo. La nostra eroina è una mamma single che lavora come infermiera, ha questioni non risolte e problemi a non finire con il padre di suo figlio, vive con la sorella incasinata quanto se non più di lei.Il fatto di vedere una ragazza normale, con un bambino, un lavoro faticoso, problemi domestici che potrebbero essere i nostri, venire catapultata nel mondo dello spionaggio e diventare la star di questo romanzo mi è davvero piaciuto tanto. Perché non capita spesso. Nella narrativa le donne come Leila sono spesso relegate al ruolo di mogli e madri, al massimo sono protagoniste di vicende normali, per certi versi banali. Non qui. Leila è una donna in cui tutte possono rivedersi, ma il fatto che viva un’avventura come questa, che si dimostri capace di superare i suoi limiti e dia prova di un coraggio pari a quello di persone addestrate, per molti versi è una sorta di rivalsa del genere femminile.L’agente segreto Blue Shadow, alias Clay Hobbs, di contro, ammetto che non ha riscosso molto spesso la mia simpatia. Ci sono lati del suo carattere pensati per farcelo piacere (l’aspetto fisico, le mille risorse, la sicurezza) e conoscendo via via scorci del suo passato non possiamo non giustificarlo, almeno un po’, è solo che il suo modo di fare troppo sicuro, gli atteggiamenti da latin lover, quel senso di sufficienza con cui tratta spesso il resto del mondo – e la sua improvvisata compagna d’avventura in particolare – mi hanno dato i nervi. Quando Leila, nel corso della storia, pensa “Chi credeva di essere quel manichino borioso, pieno di sé? Che pensasse quello che voleva, non doveva certo dare spiegazioni a lui” mi sono ritrovata al 100% nelle sue parole.Ben congegnata la trama, apprezzabilissimo il montaggio narrativo che alterna punti di vista e personaggi diversi. Dar voce a Leila e a Blue, ma anche ad altri caratteri come l’agente russo super-ricercato, il 32enne americano che scopre i suoi natali, la sorella della protagonista, è un espediente interessante e soprattutto azzeccato per muovere la storia e incuriosire il lettore.Questo è senza dubbio un libro dove non ci si annoia, la storia procede spedita – anche grazie all’arco cronologico molto breve che viene coperto. Quando si arriva alla fine è come se avessimo soltanto chiuso un capitolo di una vicenda molto più ampia, e questo è chiaramente un pregio.Il finale è aperto che più aperto non si può: la missione in sé è finita, ma quando si chiude il romanzo ci si aspetta un seguito, senza se e senza ma. Perché i personaggi devono ancora dare tanto, perché vogliamo sapere come andranno avanti le varie storie (Vinogradov, ad esempio, come metterà in pratica la sua vendetta?). Perché siamo dei romanticoni e ci domandiamo se una relazione tra la spia più o meno senza macchia e senza paura e l’infermiera e informatrice incasinata potrà avere un futuro. Perché la narrativa è bella proprio quando compie questa magia: ci dipinge davanti agli occhi un mondo che vogliamo continui a svilupparsi, e non si chiuda al chiudersi di un libro.


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Published on February 18, 2015 08:58