Roberto Gerilli's Blog, page 3
August 1, 2015
Pixels: nerd power!
Caro Lettore (probabilmente Nerd), sei andato al cinema a vedere Pixels? Beh, dovresti farlo. Il film è diretto da Chris Columbus (il tizio che ha scritto le sceneggiature di Gremlins, The Goonies e Piramide di paura, e che ha diretto i primi due capitoli di Harry Potter… tanto per farti capire) e parla di alieni che invadono la Terra con delle gigantesche versioni dei personaggi dei videogiochi anni ’80 (tra cui Pac-Man, Donkey Kong e Centipede). Serve aggiungere altro?
Sarà perché mi ricordo quando i miei genitori si sfidavano a Snake attaccando il Commodore Vic 20 al “televisore grande”, sarà perché mi ricordo la sala giochi di Falconara Marittima (Le mille luci) dove però non potevo entrare perché c’erano i “ragazzi grandi”, sarà perché sono un nerd, ma cavoli… sono rimasto letteralmente estasiato da Pixel.
Il protagonista è Adam Sandler per cui non aspettarti una recitazione da premio Oscar, e magari lo sviluppo della storia è anche abbastanza scontato, ma quanto possono valere questi due aspetti quando guardi un film in cui Pac-Man vuole distruggere New York come un novello Stay Puft Marshmallow Man? Poco, molto poco.
Pixels è un film che fa ridere e che, soprattutto, ha il potere di farti rivivere i suoni, gli odori e tutte le sensazioni che vivevi di fronte a quei strani cassoni neri dotati di manopole e pulsanti, che a confrontarli con i videogames attuali appaiono come fossili di un epoca lontana… gli anni ’80!
A guardare Pixel ti sentirai vecchio, questo è sicuro, ma altrettanto certo è che sarai orgoglioso di esserlo. Perché giocare con la PS4 è fantastico, ma vuoi mettere le cartucce da incastrare al preistorico Commodore? Non c’è paragone.
HopEnjoY
L'articolo Pixels: nerd power! sembra essere il primo su Questo non è un romanzo fantasy.
July 13, 2015
Luglio da nerd
L’estate è iniziata, il caldo è arrivato e le spiagge sono piene. Tempo di vacanza? No, un nerd non va mai in vacanza.
Caro Fedele (e ahimè trascurato) Lettore, mi scuso per l’assenza. Il tempo per il blog scarseggia perché sto lavorando a uno nuovo progetto letterario. Lo so che la curiosità ti toglie il respiro, ma non è ancora il momento di svelare il mistero.
Okay, okay, d’accordo. Se proprio insisti posso darti qualche indizio: sarà pubblicato da Plesio, sarà pieno di citazioni nerdesche, ed è ispirato dai fumetti americani e dagli anime giapponesi. Più di questo non posso dirti, è inutile che mi supplichi. Vorrei ma non posso.
Data la mia reticenza obbligata, cerco di farmi perdonare con due appuntamenti in cui potrai incontrarmi per fare quattro chiacchiere nerd, o magari per bere insieme un birra gelata. No, non potrai insultarmi. Non è educato, insomma!
Sabato 18 e domenica 19 luglio sarò al Riminicomix, mentre il fine settimana successivo (25 e 26 luglio) sarò alla Festa dell’Unicorno di Vinci. In entrambi le occasioni mi troverai allo stand Plesio, o comunque in giro da quelle parti. Non vorrai mica lasciarti sfuggire l’occasione, vero?
HopEnjoY and see you soon
L'articolo Luglio da nerd sembra essere il primo su Questo non è un romanzo fantasy.
July 1, 2015
Joe Abercrombie
Caro Fedele (mi piace essere ottimista) Lettore, come anticipato in questo post, voglio parlarti di Joe Abercrombie, autore fantasy inglese che a mio modesto (si far per dire) parere è la miglior novità di genere arrivata sugli scaffali negli ultimi dieci anni (ma forse anche di più).
La sua bibliografia è attualmente composta da otto libri che possiamo collocare nel sottogenere low fantasy: la trilogia de La Prima Legge (Il richiamo delle spade, Non prima che siano impiccati, L’ultima ragione dei re), tre romanzi autoconclusivi ambientati nello stesso mondo e cronologicamente successivi (Il sapore della vendetta, The Heroes, Red Country) e i primi due libri della Trilogia del Mare Infranto (Il mezzo re, Mezzo mondo) che da quanto annunciato verrà conclusa entro il 2015. I primi sei volumi sono rivolti a un pubblico adulto, mentre il nuovo progetto ha un target young adult.
Per sua stessa ammissione, Abercrombie è stato molto ispirato da George R. R. Martin, e questo si nota soprattutto nei primi tre lavori caratterizzati da un gran numero di personaggi usati come pedine in un intricato scacchiere narrativo. L’autore gioca molto con gli stilemi del fantasy, per cui all’interno dei tre libri abbiamo gli intrighi politici, i racconti dal fronte e anche una piccola compagnia che parte alla ricerca di un oggetto miracoloso, ma nessuna di queste storie si conclude in maniera scontata.
Il punto di forza di Abercrombie, tuttavia, sono i personaggi e il loro sviluppo verticale all’interno della narrazione. Non ci sono buoni o cattivi, non ci sono eroi o esseri malvagi. I personaggi creati dallo scrittore inglese sono solo (anche qui si fa per dire) uomini e donne che affrontano la loro vita all’interno di schieramenti differenti, spesso opposti. Uomini e donne di cui il lettore diventa inevitabilmente amico.
Nonostante la prima trilogia sia già ottima (con forse l’eccezione de Il richiamo delle spade che dà molto spazio allo sviluppo dei personaggi ma poco a quello della storia), Abercrombie ha scalato la mia classifica di gradimento con i successivi tre romanzi.
Il sapore della vendetta, The Heroes e Red Country, come detto, sono opere autoconclusive in cui il lettore ritrova alcuni personaggi dei libri precedenti. Il bello di questi romanzi è che sono ambientati in un mondo low fantasy ma narrano storie tipiche di altri generi. Niente quest in terre desolate o lotte tra bene e male. Abbiamo la storia di una vendetta in stile Kill Bill, la storia di una battaglia (non una guerra, sia chiaro, una battaglia) e una storia western in salsa fantasy.
I romanzi di Joe Abercrombie rappresentano per me l’evoluzione che da anni mi auguro il fantasy possa raggiungere. Leggendo Abercrombie non pensi mai a Tolkien, Brooks o a tutta quella schiera di autori che hanno fatto la storia del genere ma che (diciamoci la verità) hanno anche un po’ rotto le palle. Leggendo Abercrombie senti il vento del cambiamento.
Ma questo purtroppo vale solo per i primi sei libri.
Della Trilogia del Mare Infranto ho letto solo il primo volume (il secondo l’ho comprato ma è ancora sullo scaffale delle prossime letture) ed è stato una delusione. Lo stile di scrittura rimane ottimo, ma con il passaggio al target YA l’autore sembra aver perso l’originalità che lo aveva contraddistinto fino a quel momento.
Il mezzo Re è breve (solo 298 pagine quando i precedenti erano tutti di almeno 640) ed è tutto narrato dal punto di vista del protagonista. Il suo sviluppo è buono ma non all’altezza dei precedenti, e i personaggi di contorno rimangono anonimi. Magari è solo una mia impressione, ma ho avuto la sensazione che per rivolgersi al pubblico più giovane, Abercrombie sia voluto rientrare nei canoni, autocensurarsi, e il risultato è piuttosto scialbo. Non un brutto romanzo, lo specifico, ma di sicuro incapace di mostrare al lettore tutte le potenzialità dell’autore.
Però Fedele Lettore, giuro sul Flusso Canalizzatore, che i primi sei romanzi sono uno migliore dell’altro. Non lasciarteli sfuggire. E auguriamoci che il suo esperimento YA finisca presto.
Concludo questo lungo (lunghissimo) post con una considerazione sull’editoria italiana. La Trilogia del Mare Infranto (che, per quanto ho letto, è obiettivamente peggiore dei primi lavori dell’autore) è stata pubblicata dalla Mondadori mentre i sei romanzi precedenti sono stati pubblicati da Gargoyle Books. Tralasciando il discorso sulle esigenze di mercato, la mia domanda è: come può il lettore appassionarsi al fantasy se nella grande distribuzione arrivano solo romanzetti per adolescenti?
HopEnjoY
L'articolo Joe Abercrombie sembra essere il primo su Questo non è un romanzo fantasy.
June 18, 2015
Sense8: la tv salverà i Wachowskis?
Dopo aver inanellato una serie di flop tanto lunga da far nascere il dubbio che Matrix sia stato solo un colpo di fortuna, Lana e Andy Wachowski tentano di risollevare la loro carriera migrando sul piccolo schermo. Il nuovo progetto si intitola Sense8, è stato creato insieme a J. Michael Straczynski (che i fan Marvel conoscono più che bene) ed è stato recentemente distribuito sulla piattaforma Netflix. Io l’ho visto per te, Fedele Lettore, e ora ti dirò la mia opinione.
La storia è incentrata su otto personaggi sparsi per il mondo (quattro uomini e quattro donne) che scoprono di essere cerebralmente connessi in una sorta di mente collettiva che permette loro di condividere ricordi, sensazioni, abilità ed esperienze. Nonostante fin dalla prima puntata si conosca l’esistenza di un’organizzazione che sta dando loro la caccia, la trama narra principalmente le storie degli otto protagonisti, relegando le spiegazioni ai margini della struttura narrativa. Una struttura molto complessa formata dall’intreccio delle storie dei personaggi che, pur vivendo vite molto diverse, devono affrontare problemi simili.
Sense8 è una produzione molto ambiziosa che è stata girata in nove location diverse (Chicago, San Francisco, Londra, Berlino, Seul, Reykjavík, Città del Messico, Nairobi e Mumbai) e che ha coinvolto molti degli abituali collaboratori dei Wachowskis. Il risultato è un prodotto di qualità cinematografica, che però alterna momenti di poesia visiva a scene trash di dubbio gusto.
La prima puntata mi ha incuriosito e coinvolto, ma le successive cinque sono state uno scoglio difficile da superare. Io ho una soglia di tolleranza molto alta e non interrompo quasi mai una serie a metà (basti pensare che continuo a guardare The Walking Dead) ma uno spettatore meno paziente potrebbe decidere di mollare. Dal settimo episodio, tuttavia, il ritmo cambia e per i restanti cinque (sono dodici in totale) mantengono un buon appeal.
La sensazione complessiva è buona perché il finale (apertissimo, visto che il progetto dovrebbe essere sviluppato in cinque serie) è ben costruito e la struttura narrativa, combinata con gli effetti visivi, è molto originale, ma il giudizio non può essere del tutto positivo. Le storie dei personaggi, seppur ben intrecciate, sono abbastanza banali, e le (pochissime) spiegazioni accennate riguardanti la nascita della mente collettiva che unisce gli otto sembrano raffazzonate.
Tirando le somme: ti consiglio di vedere Sense8? Si, ma solo se sei uno spettatore paziente che non si aspetta spiegazioni dettagliate.
Nota per i nerd all’ascolto: nel cast della serie ci sono anche Said di Lost e Martha del Doctor Who.
L'articolo Sense8: la tv salverà i Wachowskis? sembra essere il primo su Questo non è un romanzo fantasy.
June 13, 2015
Jurassic World – Colin Trevorrow
Inauguro la sezione cinema del mio blog con la recensione del quarto capitolo della saga dei lucertoloni preistorici, Jurassic World, diretto da Colin Trevorrow e interpretato da Chris Pratt, Bryce Dallas Howard e Vincent D’Onofrio. Un film atteso ma anche temuto.
Perché per uno come me, che il primo Jurassic Park (datato 1993) l’ha visto al cinema con gli occhi sgranati per la meraviglia, questi dinosauri sono più di un semplice franchise commerciale. Per non parlare della theme song, perfetta colonna sonora per ogni viaggio nell’immaginazione.
Ma veniamo a Jurassic World. La storia torna a Isla Nublar e questa volta il parco è aperto al pubblico. Attrazioni interattive, negozi di souvenir, visite guidate nei recinti dei dinosauri: sceneggiatori e scenografi hanno costruito un parco credibile, che tutti vorrebbero visitare. Almeno finché l’Indominus rex non fugge dalla gabbia.
Non è un vero dinosauro, è stato creato in laboratorio mischiando frammenti di DNA di specie differenti allo scopo di offrire al pubblico una nuova attrazione. Più denti, più visitatori, più soldi, e l’Indominus rex ha un sacco di denti. Ma ovviamente scappa dal recinto, e iniziano i guai.
Da un punto di vista tecnico, Jurassic World è un ottimo film. Gli effetti speciali sono di altissima qualità, così come la loro interazione con gli attori. Il regista, Colin Trevorrow, seppur non abituato ai blockbuster, tiene bene le redini del progetto e, come detto, sceneggiatori e scenografi dimostrano una grande abilità nella cura dei dettagli (con particolare riguardo ai riferimenti al primo film che saranno graditi alla fanbase storica).
Ma oltre alla tecnica? Nulla. La prima parte della pellicola è priva di pathos, e l’arrivo nel parco non ti lascia con gli occhi sgranati. L’introduzione dei personaggi è troppo veloce e in generale si ha l’impressione che tutto il primo atto sia costruito solo per dovere. I veri protagonisti di questo film sono i dinosauri e gli umani fanno solo da contorno (nel vero senso della parola visto quanti ne vengono mangiati).
Il film e il parco mostrato in esso sembrano in perfetta sintonia: costruiti per far soldi “vendendo” al pubblico i grossi lucertoloni preistorici. Più denti, più spettatori, più soldi. Niente a che vedere con Jurassic Park.
Un’occasione persa.
HopEnjoY
L'articolo Jurassic World – Colin Trevorrow sembra essere il primo su Questo non è un romanzo fantasy.
June 1, 2015
Il mio maggio letterario
Maggio è il mese dei libri, e di sicuro i libri sono stati il centro del maggio che ho vissuto. Riassumo tutto in un solo post, cercando di non essere troppo prolisso. Se vuoi dirmi la tua, o se vuoi consigliarmi qualche libro, lascia pure un commento (o se sei timido contattami in privato). HopEnjoY
Salone del libro
Partiamo dall’evento centrale di questo mese: il Salone del Libro di Torino. Entrare in contatto con i primi lettori del mio nuovo romanzo è stato emozionante. Come ho avuto il piacere di scrivere in una dedica “tra nerd ci si capisce”. Potrei continuare per pagine e pagine, ma preferisco chiudere qui il momento di gongolamento e passare a una riflessione più interessante (o almeno spero).
Come scritto nel precedente post, il mio viaggio nella terra dei libri era anche una missione esplorativa alla ricerca del fantasy perduto. Missione che si è conclusa con la conferma di una sensazione che avevo: il fantastico è tornato nella sua nicchia. Una decina di anni fa c’è stato il boom e molte case editrici hanno puntato sul genere dando spazio anche ad autori italiani. Passata la “moda”, solo pochi (ma pochi pochi) tra gli allora esordienti sono riusciti a salvare il proprio contratto con la ristretta cerchia della major, mentre gli altri si ritrovano ora nei cataloghi di piccole case editrici, le uniche ancora interessate al fantasy.
In altre parole, il drago ha svolazzato un po’ nel panorama editoriale e poi è stato ricacciato nella sua tana. Ma è ancora vivo, in attesa di tutti i prodi lettori che vogliano fargli visita. Spero che avrà ancora l’occasione di librarsi nel cielo e, soprattutto, spero che a quel punto sia tanto bello e possente da guadagnarsi per sempre il suo posto al sole.
Libri
Cinque libri letti, con una buona media di stelline rilasciate su Goodreads (a proposito se vuoi seguirmi sul social libresco clicca QUI). Il primo è stato Red Country di Joe Abercrombie, un low fantasy in salsa western che consiglio a tutti. Non mi dilungo molto su questo libro perché ho intenzione di scrivere un bel focus sullo scrittore inglese, ma sottolineo che secondo me Abercrombie è l’autore che attualmente sfrutta meglio tutte le potenzialità del fantastico. Da non perdere.
Dopo Red Country ho cambiato genere e ho letto Le testimoni del club omicidi, dodicesimo capitolo della serie Le donne del club omicidi, scritta da James Patterson. Lo scrittore americano ha uno stile molto “televisivo” e i suoi romanzi sono sempre godibili, ma questo in particolare non mi ha entusiasmato. Storia meno avvincente del solito e intreccio prevedibile. Gli ho dato tre stelle, ma lo consiglio solo a chi ha letto gli altri romanzi della serie.
Lasciato il thriller ho cambiato ancora genere e ho avuto il piacere di leggere un capolavoro della commedia: Funny Girl di Nick Hornby. Premetto che io venero lo stile di Hornby, ma ritengo che in questo ultimo lavoro l’autore si sia superato. Per la recensione completa rimando al mio articolo che presto uscirà su Diario di pensieri persi, ma intanto ti anticipo che gli ho dato cinque stelle.
È stata poi la volta di Caro scrittore in erba di Gianluca Mercadante, letto sempre per Diario di pensieri persi. La sinossi mi era sembrata interessante, ma la lettura non è stata altrettanto piacevole, solo due stelle. Anche qui ti rimando alla recensione che uscirà nei prossimi giorni su Diario.
Il mio maggio letterario si è infine concluso dove era iniziato, con un romanzo fantasy: Dark Rock Chronicles, scritto da Marco Guadalupi ed edito da Plesio. L’ho comprato al Salone perché mi incuriosiva e perché avevo la possibilità di farmelo firmare da Marco, ed è stata una lettura molto divertente. Il libro è un mix tra School of Rock, Harry Potter e Tenacius D e il destino del rock (e c’è anche un pizzico di Scott Pilgrim vs. the World), scritto in maniera molto scorrevole. Tre stelle e un applauso per l’originalità.
L'articolo Il mio maggio letterario sembra essere il primo su Questo non è un romanzo fantasy.
May 13, 2015
Roberto Gerilli alla ricerca del fantasy perduto
Nell’ultimo anno ho avuto modo di scambiare e-mail con alcuni tra i maggiori agenti letterari italiani e ho notato alcuni indizi che, se comprovati, dimostrerebbero l’esistenza di una cospirazione editoriale-massonica degna di Adam Kadmon e della redazione di Kazzenger: tutti i romanzi di genere “fantastico” sono stati messi al bando.
Ormai da un po’ di tempo gli addetti ai lavori ripetono che il fantasy non vende più e che, servi delle ferree leggi di mercato, gli editori sono quindi costretti a sospendere tutte le pubblicazioni di genere. I lettori appassionati ogni tanto provano a protestare ma… ehi, la colpa è del mercato, inutile prendersela con altri!
Negli ultimi mesi, tuttavia, ho avuto la sensazione che, seppur messo in quarantena all’interno dei cataloghi di case editrici di nicchia, il fantasy sia riuscito a contagiare anche altri generi letterari, infettando con il virus “n0n v3nd3 p1ù” tutte quelle sinossi e quei manoscritti che raccontano storie anche solo vagamente fantastiche.
È vero? È falso? Sono diventato matto come un cappellaio?
La risposta all’ultima domanda credo sia “sì”, ma per le altre due serve un’indagine più approfondita. Anzi trattandosi di fantasy, serve una quest.
È per questo che domani, armato di converse di tela, cacciavite sonico e occhialini 3D, mi metterò alla guida della mia Alfa 146 quasi maggiorenne (il TARDIS è in riparazione) e partirò alla volta del Salone Internazionale del Libro di Torino. La missione? Trovare almeno un romanzo non destinato ai bambini, pubblicato da una casa editrice medio-grande e scritto da un autore non famoso (meglio ancora se esordiente) che narri una storia con elementi fantastici. Non parlo di un libro fantasy (quella sarebbe un’impresa che nemmeno il Dottore in persona riuscirebbe a portare a termine) ma di un romanzo sullo stile di A volte ritorno di John Niven, Joyland di Stephen King o NOS4A2 di Joe Hill.
Romanzi del genere vengono pubblicati in Italia solo se gli autori sono già famosi? L’avversione per il fantasy rischia di diventare una caccia alle streghe? I maya conoscevano la fine di Game of Thrones? Un Signore del Tempo può sollevare il martello di Thor?
A queste e a mille altre domande nerd tenterò di rispondere durante la mia avventura all’interno del Salone Internazionale del Libro di Torino, e se vorrete conoscere il risultato delle mie fatiche, venerdì dalle 17 alle 18 mi troverete allo stand Plesio Editore (Stand 145, padiglione 2). Creditori o haters non sono i benvenuti.
HopEnjoY
L'articolo Roberto Gerilli alla ricerca del fantasy perduto sembra essere il primo su Questo non è un romanzo fantasy.
May 2, 2015
Nuovo romanzo, nuova avventura.
Eccoci qua Caro (Spero Da Oggi In Poi Fedele) Lettore… all’alba di una nuova avventura. Okay, no, così sembra troppo epico. Colpa della colonna sonora di Avengers: Age of Ultron che sto ascoltando mentre scrivo. Meglio cambiare musica. Che poi è proprio il punto centrale di questo post: cambiare, ripartire, cominciare qualcosa di nuovo.
Ho già provato l’esperienza di un blog personale, e devo ammettere che non è stata molto stimolante: avevo la sensazione di parlare da solo, e la maggior parte delle volte non sto molto simpatico a me stesso, per cui era tutto alquanto stravagante. Ma ho deciso di riprovare. Il motivo? Devo pubblicizzare l’uscita del mio nuovo romanzo. Okay forse questo non lo dovevo dire. Fai finta di non averlo letto. Ci riesci? Bravissimo, sei proprio il Lettore che preferisco. Sempre che Tu sia effettivamente là fuori.
Come avrai capito non ce la faccio a prendermi sul serio. Non credo di essere uno scrittore, né tantomeno una persona tanto interessante da poter gestire un blog personale. Però ho delle passioni (molte) e adoro raccontare storie, per cui ho deciso di condividerle in uno spazio ad hoc. Se sarai d’accordo potrai applaudirmi, altrimenti potrai insultarmi o ignorarmi. Tra le due preferisco la seconda, io te lo dico.
In entrambi i casi devi, e ripeto: devi – lo so che suona imperativo, ma lo dico per farti un favore, fidati –, comprare il mio nuovo romanzo, e poi leggerlo, e poi consigliarlo ai tuoi amici, e poi costringerli a comprarlo a loro volta, e via di seguito. Perché è ambientato al Lucca Comics and Games, il posto più magico d’Italia, perché è pieno di citazioni o rimandi a tutto quello che noi nerd amiamo, e perché Questo non è un romanzo fantasy… non è il titolo più bello che tu abbia mai letto? Titolo che però, è bene precisarlo, non è ispirato all’opera di Magritte quanto piuttosto al video che trovi qua sotto. Perché, come ho già detto, non ce la faccio a prendermi sul serio.
Buona giornata a te, caro (Spero Da Oggi In Poi Fedele) Lettore, ci risentiamo per il prossimo delirio made in Gerilli.
HopEnjoY
L'articolo Nuovo romanzo, nuova avventura. sembra essere il primo su Questo non è un romanzo fantasy.