Mario Pacchiarotti's Blog, page 9

December 6, 2016

Show don’t tell, ma anche no…

Questo è stato per me un articolo piuttosto difficile da scrivere. Il rischio di essere frainteso, giudicato arrogante, o semplicemente bollato come incompetente, era ed è molto alto. E magari non senza una qualche ragione. Ma questo blog è il mio diario di bordo e volevo registrare in qualche modo un momento di passaggio forse importante [...]
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Published on December 06, 2016 03:30

December 3, 2016

La passione è uno sguardo, un sorriso, una goccia di sudore

Oggi è stata una bella giornata. Eppure ieri sembrava essersi messa male. Ci preparavamo per partire quando mi arriva la telefonata di Booking che mi propone una residenza alternativa a quella che avevo prenotato a Rieti per questo weekend. Come alternativa? - dico io, - Non le è arrivato il messaggio stamattina? - dice lei. [...]
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Published on December 03, 2016 14:44

December 2, 2016

Classe 2000 – Unity in diversity

Alla mia età c'è sempre il rischio di iniziare a guardare al passato. Credo accada quando si comincia ad avere più passato dietro le spalle che futuro dinanzi. Forse è solo paura. Sta di fatto che troppo spesso succede, e uno dei primi effetti negativi è il vedere nei giovani solo difetti. Confrontarli a quello [...]
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Published on December 02, 2016 05:00

December 1, 2016

Offerta natalizia libri

Il periodo natalizio si avvicina e in queste occasioni si usa fare regali, a se stessi e agli altri. È quindi abitudine fare offerte vantaggiose in modo da invogliare i clienti. Come sottrarsi a questa tradizione? Ecco quindi la mia offerta speciale per questo periodo festivo, che rimarrà disponibile per un breve periodo fino [...]
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Published on December 01, 2016 16:06

November 24, 2016

Impressioni di lettura: “Brutta come la morte” di Mala Spina

Brutta come la morteBrutta come la morte: essere eroici non è roba per apprendisti
Mala Spina

Mi servirebbe qualche altra decina, o forse centinaia, di anni per poter leggere una frazione di tutto quello che ho messo nella mia coda di lettura ufficiosa. Morirò con questo cruccio, ma non senza aver tentato.

L’autrice la conoscete già, nelle copertine di Baby Boomers e Fughe c’è il suo zampino, è proprio il caso di dirlo. Ma oggi parliamo del libro.

“Brutta come la morte” è un romanzo fantasy di stile umoristico su un impianto avventuroso (alla sword & sorcery), qualcosa che assomiglia in certi approcci al mondo piatto di Pratchett, tanto per inquadrare il genere. La protagonista è Zira, una ragazza che, oltre alle varie sfighe più o meno comuni dalle sue parti, si ritrova con una faccia piuttosto sgradevole, al punto da doverla coprire il più possibile. A questo suo difetto compensa una mente piuttosto sveglia, anche se prima di istruzione, e un carattere che la rende subito simpatica al lettore.

L’avventura non sarà troppo complicata né ricca di particolari risvolti epici, ma gradevole da seguire e abbastanza ben congegnata da incuriosire. La ragione principale che mi ha spinto ad apprezzare la lettura è l’ironia sempre presente e una certa dose di comicità. Mi rendo conto che citare Pratchett impone dei confronti da cui è difficile uscire bene, tuttavia molti aspetti di questo libro mi hanno ricordato proprio il grande Terry e ho il sospetto che alcune scelte dell’autrice siano una sorta di tributo a questo grande autore. Dal personaggio particolare che assumerà Zira a servizio, la cui impronta è secondo me nettamente influenzata da un amore per i personaggi di Pratchett, per proseguire con l’ambientazione cittadina, i toni surreali, la semplicità della protagonista, così tipica dei non eroi di Discworld, per finire con un richiamo forte a un certo baule.

L’operazione, sia essa volontaria o semplice frutto dell’amore per quell’autore, non infastidisce e anzi rende il libro divertente e veloce da leggere. Non sono in grado di valutare lo stile o le capacità letterarie di Mala Spina, io stesso sono un apprendista, ma il romanzo l’ho letto con piacere, mi ha divertito e invogliato a prendere anche gli altri due già pubblicati appartenenti allo stesso “ciclo”. Questo in realtà sarebbe stato il terzo volume ma non mi pare sia necessario seguire un ordine di lettura particolare.

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Published on November 24, 2016 13:42

November 22, 2016

Angoli romani

Camminare per Roma, anche per un romano, è sempre fonte di sorprese.

Qualche volta perché scopriamo un luogo nuovo, mai esplorato in precedenza, altre perché notiamo uno scorcio, un’immagine, un luogo o una persona.

No, non c’è proprio modo di annoiarsi girando per una città come Roma.

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Published on November 22, 2016 04:00

November 12, 2016

Impressioni di lettura: “Il ciclo di vita degli oggetti software” di Ted Chiang

il-ciclo-di-vitaIl ciclo di vita degli oggetti software

Ted Chiang


Volevo leggere questo libro da un bel po’ di tempo e attendevo uno sconto sul prezzo del digitale, ma alla fine non ho resistito e mi sono preso il cartaceo. Che volete farci, non riesco proprio a mantenere una posizione radicale nella diatriba tra carta e bit.


L’ho letto in breve tempo, sia per la dimensione abbastanza ridotta, sia perché è uno di quei libri che si fa leggere e che scorrono senza pesare. Le uniche interruzioni le ho fatte perché sono rimasto sorpreso dallo stile di scrittura. Mi spiegherò meglio più avanti.


La storia è piuttosto lineare, direi semplice, e percorre l’esperienza di alcuni ricercatori nella programmazione di creature da far vivere in un ambiente virtuale, i digienti, e le successive vicissitudini dei protagonisti, in particolare Ana e un suo amico, nel tentare di far crescere questi esseri senzienti nonostante l’obsolescenza dell’ambiente virtuale che è loro necessario. Il procedere della storia, delle esigenze delle intelligenze artificiali, l’evoluzione dei sentimenti che si creano tra uomini e IA, sono ben pensati e si ha la sensazione di trovarsi di fronte a qualcosa di assolutamente naturale e plausibile.


Forse è questo uno dei punti di forza, non ci sono voli di fantasia sfrenati né invenzioni spettacolari, almeno a mio parere c’è una storia che immagina qualcosa di assolutamente realistico, e forse in parte già realizzato o realizzabile. Ci sono gli abituali sentimenti umani, negli umani, e in parte anche nelle IA. C’è la tragedia di una specie che perde il suo bioma di riferimento e si ritrova a vivere in uno zoo virtuale, deserto e privo di vita. In breve ci ritroviamo coinvolti in questa storia, nella preoccupazione dei protagonisti, e cominciamo a provare affetto per quelle creaturine anche se virtuali. Le seguiamo nella ricerca di una trasformazione che comincia a farsi sempre più vicina alla realtà.


Insomma, il libro mi è piaciuto, anche se non è uno di quei testi che mi hanno colpito al cuore come mi è capitato con alcuni altri. Mi sono anche chiesto durante la lettura quanti critici avranno apprezzato il modo di scrivere di Chiang, il suo stile. Oltre a una certa freddezza espositiva, c’è un modo di narrare che, pure strumentale al genere di storia, rischia per risultare un po’ affrettato. Molti capitoli segnano un salto in avanti nel tempo della vicenda, anche di anni, e l’autore ogni volta parte narrando molto brevemente ciò che in quel lasso di tempo è accaduto. Mi sono soffermato su questa modalità, che in qualche modo va contro alcune delle regole che ci vengono insegnate oggi come pressoché sacre, e dopo averci riflettuto un po’, propendo per l’idea che a volte non c’è un modo migliore di procedere che narrare. A meno di non voler vedere crescere a dismisura il numero di pagine, senza di fatto introdurre alcun valore aggiunto se non quello di rispettare una convenzione. Forse per questo il romanzo supera di poco le centotrenta pagine. Ma su questo aspetto tornerò, perché anche io incorro in qualcosa del genere nella mia scrittura e devo ancora decidere quanta parte di ciò è male e quanta voglio invece conservare.


Ma ora chiudiamo il discorso sul libro di Chiang. Come dicevo l’ho letto con piacere e la storia mi ha conquistato, soprattutto mi ha dato da pensare. Se siete lettori curiosi, che non temono il rischio di perdere qualche ora in una lettura che magari potrebbero trovare un po’ strana, allora è qualcosa che dovreste provare a leggere.


 

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Published on November 12, 2016 05:00

November 10, 2016

“Fughe” su Extravergine d’autore

FugheLa raccolta “Fughe” ha passato il controllo qualità del progetto Extravergine d’autore, un gruppo che si prefigge di creare un marchio di qualità che aiuti i lettori a orientarsi tra le tante offerte indie presenti sul mercato, non sempre di qualità eccelsa. Purtroppo Baby Boomers non ha ottenuto lo stesso riconoscimento, ma di questo vi parlerò in un’altra occasione. Il fatto conferma comunque la presenza di una certa selezione nella scelta dei testi, con tutti i vantaggi e i difetti di dover fare una selezione su un numero piuttosto grande di sottomissioni. Credo che iniziative di questo tipo abbiano sempre bisogno di un certo periodo di rodaggio per aggiustare il tiro, la selezione, proprio perché affidata a persone, ha sempre una certa variabilità di risultati, ma gli intenti sono positivi, quindi vale la pena dare loro supporto e fiducia.


Da parte mia una sensazione agrodolce, ma anche uno stimolo a continuare su una strada che sono convinto sia quella più giusta per un autore che vuole rimanere per quanto possibile indipendente, anche quando si rivolge agli editori.


Colgo l’occasione per ricordarvi che ancora per pochi giorni Fughe e Baby Boomers saranno in offerta a 99 centesimi. Non capiterà spesso, quindi approfittatene, sono pochi spiccioli davvero.

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Published on November 10, 2016 00:30

November 5, 2016

I vecchi si inteneriscono…

CinquantasetteteOppure no, con la vecchiaia incarogniscono, diventano più cattivi. Eppure io voglio sperare di appartenere al primo gruppo, quello che comincia a piangere durante un film, è costretto a sollevare lo sguardo dal libro che stanno leggendo perché qualcosa negli occhi rende difficile la lettura di certi passi, sorridono come idioti guardando in treno due ragazzi che si baciano. Sì, credo che sarò un buon vecchio, bonario…


Insomma, visto che lunedì 7 novembre, come ogni dodici mesi, compirò gli anni, questa volta ben cinquantasette (a lettere che a numero mi fa più vecchio), mi sembrava una buona occasione per fare una bella offerta sui miei libri. Comprarne uno in questi giorni sarà quindi uno strano mix tra farmi un regalo e ricevere uno sconto. Se qualcuno volesse invece regalarmi un libro serio, non quella roba che scrivo io, può fare di testa sua, ma nel caso foste in difficoltà uno spunto vi può venire dalla mia lista desideri su Amazon. Se siete miliardari e preferite optare per qualche milioncino versato sul mio conto corrente fatevi vivi in privato e vi passo il mio IBAN. Non sprecatevi con donazioni inferiori al milione di euro, alla mia età la capacità di spesa è elevatissima.


Riassumendo, da questo momento, per un paio di giorni o forse tre, sia Baby Boomers che Fughe saranno disponibili in digitale su Amazon a 99 centesimi. Nello stesso periodo chi volesse le versioni cartacee può ricevere Baby Boomers + Fughe al prezzo speciale di €16.90 invece di €22.88, spedizione in Italia inclusa. Se siete interessati al cartaceo o avete bisogno di un formato e-book diverso da quello Amazon, contattatemi dunque tramite uno dei canali sociali che frequento, ovvero usando le icone in alto a destra su questa pagina.


Per quest’anno è tutto, torno in modalità vecchio trombone.

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Published on November 05, 2016 14:18

November 4, 2016

Segnalazione vlogger: Marco Freccero

Come vi ho già detto qualche settimana fa, ci sono moltissime vlogger che parlano di libri, molti meno invece gli uomini, non so bene per quale motivo, forse perché amiamo meno comunicare, forse perché abbiamo poco da dire.


Ma qualcuno che vale la pena seguire si trova e mi pare buona cosa segnalarli. In questo caso Marco Freccero, di cui vi invito a leggere anche il blog. Scrive racconti, e questo già mi piace, legge cose belle e ce le racconta. Insomma, usatela quella curiosità che la natura vi ha donato e cliccate questi link.


Qui sotto uno dei suoi video, da lì potete iscrivervi al canale. Ne approfitto per dire che non sono del tutto d’accordo con Marco su questo argomento, o meglio, non sono d’accordo i miei personaggi. O forse sì. D’altra parte, siamo o non siamo tutti quanti dei disgraziati?

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Published on November 04, 2016 05:00