Chiara C. Rizzarda's Blog, page 34

April 16, 2024

As I went home on Tuesday night

I’ve got mixed feelings about today, but I think I’ll discuss my perplexities during the general wrap-up if I manage to do one. For now, here’s my top 3.

3. Ducati

It’s a small exhibition, but totally worth the visit, in a pavilion at the back of the Science and Technology Museum. Why is it worthy it? Because it perfectly conveys the process behind Ducati’s design and… well, they’re crazy. They make sketches, then they turn sketches into a 3d model to be rendered, then they do a miniature physical model, from which they create a life-size clay model (yeah, you heard me right), then they do a 3d scan of the clay model, they turn it into another digital model, they optimize and produce the pieces for another physical model and then, only then, they start working on the actual motorbike.

This is the clay motorbike: the sketches are in the header.2. Lexus

I knew to expect much, and Beyond the Horizon didn’t disappoint: Hideki Yoshimoto presents an incredible light and sound setting with lamps that integrate motion sensors, one of the trends of this Design Week, light and the traditional Washi paper.
At the centre is the astonishing new electrical concept car, the LF-ZC.

1. Samsung

I didn’t have high expectations for this installation and I was so wrong. Going through 5 rooms (4+1 really) in the stunning setting of Le Cavallerizze near the Science and Technology Museum, the exhibition is called Newfound Equilibrium and has the visitors go through a first room where sound is the main character.

The dreamy scent of hibiscus welcomes you into a place where coziness meets sophistication, launching the audience on a sensory journey, and blurring the boundaries between the virtual and the physical.

After walking past soft, translucent panels, the audience enter the first exhibition space, , and encounter five translucent cubes. Inside each cube, there are freely moving, irregular forms of light that appear to float through space. The rhythmic movement of the cubes in time to music symbolizes the essential building blocks of our human thoughts and existence, our emotions, and our pursuit of the future. A new journey begins, envisioning a radiant future expressed by a kaleidoscope of lights, and drawing inspiration from the essential.

In the second room, “Innovative”, the show becomes interactive and you’re prompted to step in front of two giant folding LCDs: one recreates the crumble of stones following your steps, and the other does the same with soft, rustling vegetal fabrics. The complete models are showcased behind.

In , the objects that were free-floating in the cubes transition to a 98-inch large display. They’re reborn as forms with a new sense of vitality when they meet motion-sensor technology. […] Through the interaction between humans and technology, the audience gradually discovers the emerging contours of a positive, hopeful future.

Eventually, the newfound shapes merge with the space, with a combination of an LCD in the shape of the windows and a projector simulating light filtering through the glass, in a perfect illusion. “Coexistence in a Serene Landscape” is this room’s motto, in which we try to take down the division between the physical and the digital in a way that’s soothing and proactive.

The audience simultaneously experiences the reality where they stand and a fragment of hyper-reality unfolding beyond the window, finding themselves in an all-inclusive future where humans and technology naturally collaborate, considering everything and everyone.

The last piece of the exhibition is an enveloping room where it all comes together. “Infinite Dream” blends the two experiences of the virtual and the real into two kinds of virtual, which is not very far from what we’re experiencing with the rise of immersive experiences and artificial intelligence.
Truly astonishing.

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Published on April 16, 2024 15:00

April 15, 2024

Fuorisalone 2024 – La guida futuristica del martedì

Oggi apre il Superstudio! Tra gli eventi più grandi della settimana, raccoglie svariati espositori molto eterogenei tra loro. Ecco la mia personale selezione. Vi ricordo che molti degli eventi segnalati ieri sono ancora disponibili oggi.

SuperDesign Show

Dove: Superstudio Più, Via Tortona 27
Quando: 16-20 Aprile
Ingresso Libero

FORUM8

Con il tema Different Design: Think FORUM8, vengono presentate diverse soluzioni tra cui Digital Twin su Cloud, Web3 e Metaverso.

Soluzioni all’avanguardia nell’ambito della simulazione VR, tra cui simulatori di terremoti e soluzioni di analisi FEM di tutti i tipi, saranno esposti in un unico spazio assieme alle soluzioni di Interior and Space Design che utilizzano la tecnologia IT. Inoltre, in qualità di sponsor ufficiale del WRC e di partner del WRC Rally Japan, FORUM8 presenterà le sue tecnologie di guida autonoma Autonomous Driving Simulator, oltre al loro contributo per l’industria automobilistica e la cultura sportiva nel mondo dell’automotive.

 

Be a thinker di OneFabrica

In collaborazione con GEORGE P. JOHNSON JAPAN e YUTAKA, l’installazione sfrutta i materiali di Onefabrica, principalmente tubi in alluminio e tessuti, per proporci forme che, almeno dagli schizzi preparatori, sembrano usciti da The Lifecycle of Software Objects.

In risposta al tema “Think Different” della mostra di quest’anno, sfruttiamo le caratteristiche di Onefabrica – la sua leggerezza, le tecniche di piegatura e cucitura dei tubi e la vivace stampa – per ideare dispositivi che stimolino il pensiero.

 

No Code Exhibition

Un’altra iniziativa in collaborazione con l’Istituto Marangoni, questa volta sotto l’ala di Cappellini, propone prodotti destinati alla Generazione Z, con spirito sia critico che collaborativo e particolare attenzione alla mitigazione di quella che viene chiamata “ansia digitale”. Vengono quindi presentati 13 prodotti, disegnati da altrettanti studenti.

Il crescente affermarsi dell’AI ha cominciato a intimorire le persone, con la paura di perdere ruoli funzionali o posizioni creative. In questo scenario, il design di prodotto può promuovere una coesistenza armoniosa tra uomo e macchina, passato e futuro, natura e cultura, affrontando la tecnologia da un punto di vista umanistico e antropologico, coltivando l’accettazione e la comprensione, per una società più ricettiva ai profondi cambiamenti introdotti dall’intelligenza artificiale, a partire dalla promozione dell’empatia estetica tra esseri umani e macchine che possono così “sentire” la stessa cosa (o provare le stesse sensazioni), muovendo poi verso una convivenza armoniosa.

 

Beyond the Horizon di Lexus

L’installazione di Hideki Yoshimoto/Tangent, musica di Keiichiro Shibuya, affronta il tema della mobilità di prossima generazione e della sua relazione con il software, mentre lo spettacolo 8 Minutes 20 Seconds, di Marjan van Aubel, si concentra sul tema del carbon neutral. Il titolo indica il tempo impiegato dalla luce del sole per raggiungere la superficie terrestre, in onore del concept che lega una nuova auto a celle solari fotovoltaiche organiche (Opv). Tre Super Digital Virtual Point immergeranno i visitatori in un universo di ologrammi, metaverso, avatar, intelligenza artificiale e altra di quella fuffa digitale che ci piace tanto.

Attenzione: è necessaria la registrazione, ma non è ancora chiaro come né dove.

 

Beyond the surface di Surteco

“Un viaggio immersivo che fonde mondi fisici e virtuali per offrire un’esperienza interattiva unica”, propone ai visitatori la possibilità di modificare le finiture dei pezzi d’arredo direttamente nel mondo virtuale. Uno showroom in VR come tanti, probabilmente, ma sono esperimenti sempre interessanti da vedere.

Digital Domestic Dialogues di Habits

I prodotti di Habits sono corpi illuminanti ad altissimo edge tecnologico, e quando dico altissimo lo intendo davvero. Un esempio su tutti è Visionaria, una lampada manuale che, scorrendo sulle righe di una pagina come se si stesse sottolineando una frase, legge e interpreta le parole consegnandole ad un’intelligenza artificiale che generi un’immagine a illustrazione del passaggio. Cosa potrà mai andare storto?

A partire da oggi troviamo anche…Meet the Nature al Meet Digital Culture Centre

Dove: MEET, Viale Vittorio Veneto 2
Quando: 16-21 Aprile
Accesso Libero

Il Porta Venezia Design District propone quest’anno il tema “EverythinK is design”, con temi legati alla sostenibilità e all’inclusione, e il MEET risponde.
Nel suo teatro verrà presentata una mostra di video e installazioni immersive dedicata al tema della natura, che riunisce il lavoro di 7 artisti internazionali: Tamiko Thiel e /p con il suo Enter the Plastocene, Streamcolors con Meta Cities. When Cities Become New Nature, Rasa Smite e Raitis Smits con Deep Sensing, Yoichiro Kawaguchi con il suo Zero Gravity Evolution, Sissel Marie Tonn con The Sentinel Self, Maria Castellanos Vicente con Other Intelligences e infine Thierry Loa con 21-22 CHINA e un’anteprima di 21-22 USA.

Come se non bastasse, il MEET ospita la mostra To the edge of matter, un viaggio nella materia tra il fisico e il virtuale, curato per NEUTRA da Migliore+Servetto. Il percorso espositivo coinvolge otto progettisti di fama internazionale, ovvero l’atelier oï, Draw studio, Foster + Partners, Gabriele e Oscar Buratti, Mario Bellini, Nespoli e Novara, Zaha Hadid Architects e, naturalmente, gli stessi Migliore + Servetto.

 

Newfound Equilibrium di Samsung

Dove: Le Cavallerizze, Via Olona 6
Quando: 16-21 Aprile, con inaugurazione su invito lunedì 15 aprile alle 19:00
Accesso Libero

Orari precisi:
16-18 Aprile, 10:00 – 19:00
19-20 Aprile, 10:00 – 20:00
21 Aprile, 10:00 – 18:00

Samsung presenta , un progetto di armonizzazione tra uomo e tecnologia, tra virtuale e materiale.

In un mondo in rapida evoluzione e qualche volta travolgente, questo equilibrio non consiste nel sostituire l’uno con l’altro. Al contrario, questo crea una sinergia in cui entrambi possano coesistere e completarsi a vicenda, connettendo la realtà con il regno digitale.

Se state iniziando a pensare “queste immagini sono tutte uguali”, sappiate che non siete soli.

 

Making Sense of Color di Google

Dove: Garage 21, Via Archimede 26
Quando: 16-21 Aprile
Accesso Libero

L’installazione di Ivy Ross ci propone di “ascoltare la luce e vedere i suoni”, cosa che già regolarmente capita dopo avere bevuto troppo caffè. In collaborazione con il laboratorio artistico e di ricerca Chromasonic, l’installazione è composta da pannelli traslucidi, luce colorata e da suoni generati da un algoritmo, che si trasformano in luce tramite una tecnologia chiamata Chromasonic Refrequencing.

 

Swatchbox Sample Gallery

Dove: Swatchbox Sample Gallery, Via Fiori Chiari 12
Quando: 16-21 Aprile dalle 10:00 alle 19:00, cocktail giovedì 18 previa registrazione (ma il link non funziona)
Accesso libero

L’esposizione di Swatchbox mette in luce l’impatto ambientale delle pratiche tradizionali di campionamento dei materiali, mostrando l’enorme quantità di rifiuti generati dalla comunità del design. Attraverso immagini suggestive e suoni avvolgenti, l’esposizione si pone come un appello per pratiche di campionamento sostenibili, sfidando le norme dell’industria e ispirando un cambiamento positivo.

 

Artisan Intelligence

Dove: Palazzo Giureconsulti, Piazza dei Mercanti
Quando: 16-21 Aprile
Accesso libero

Francesca Müller utilizza l’intelligenza artificiale combinata alle proprie competenze di designer e ingegnere tessile, utilizzandola come strumento di ispirazione. L’esposizione è composta da sei pezzi di design, ciascuno dei quali combina uno stile classico con il contributo dell’intelligenza artificiale: “Metapolis”, nato dalla collaborazione con Cole Brekoo di MONDiLAB, combina una grafica ispirata all’AI con l’intricatezza della lavorazione artigianale; le tende “Urbana & Biophilia” presentano motivi ricamati ispirati a forme biofiliche e geometriche.

“In un momento in cui tutti si interrogano sul futuro del nostro lavoro nell’era dell’IA, io sfrutto l’IA in modo unico per arricchire la saggezza artigianale. Garantisco che l’artigianato e la tradizione la facciano da padrone, mentre l’IA serve da strumento. Grazie all’artigianato italiano e all’ingegneria tedesca, intreccio la tradizione artigianale con l’IA. La mia esperienza non solo preserva il patrimonio, ma lo porta anche nell’era digitale, mostrando una miscela armoniosa di tradizione e innovazione.”

 

Martedì 16 Aprile: gli eventi di oggiNuove dimensioni del design: metaverso, AI e innovazione accessibile

Dove: AnciLab, Via Rovello, 2
Quando: martedì 16 Aprile, 10:00 – 12:00
Accesso gratuito su prenotazione

Secondo appuntamento del ciclo di AnciLab interamente dedicato all’Intelligenza Artificiale e alle tecnologie emergenti, dedicato al design urbano.

Approfondiamo l’integrazione tra metaverso, intelligenza artificiale e design, esplorando come queste tecnologie rivoluzionino le metodologie di progettazione degli spazi urbani e del design in generale. L’evento mira a delineare le nuove frontiere del design sostenibile e accessibile, sottolineando il ruolo chiave delle innovazioni tecnologiche nel modellare gli ambienti del futuro.

Questa volta interventono il vicesindaco di Gorgonzola Nicola Basile, esperto di progettazione sociale, Marco Gazzaniga e Matteo Barale di Icona Design, Simone Serughetti di ADOK e Assorestauro con il caso studio del restauro del Castello di Melegnano, con il suo uso della realtà virtuale per la pianificazione del cantiere. Modera Luca Bramati.

 

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Published on April 15, 2024 16:00

As I went home on Monday night

A brief recap of my first day gallivanting around the Design Week and, as you know, the first day’s always an interlocutory one, with many installations not yet open and others still finding their feet. That’s why I walked 10 km, I guess.

My original post (in Italian) featured a general selection of what you might (or might not) see that’s technology-related, and you can refer to that one if you don’t speak English. I was an organized girl and didn’t deviate from my selection. Here’s a follow-up on what I saw, with some impressions. It looks like technology is kicking some serious asses, this year. So here’s my personal top 3 of the things I saw today.

See you tomorrow for another round.

3. Vitruvio Virtual Reality

Yesterday I jokingly wrote that I kind of think the Metaverse is just a bunch of shenanigans and that maybe they would change my mind. I’m giving them third place, which kind of means they did.

In the charming setting of the Locanda Officina Monumentale, an 1870 farmstead in what back then were the outskirts of Milan, the studio offers a twin experience with a connection between the studio itself and a palace in the city, with a virtual environment connecting them both. People can explore and run a mini-quest, admiring giant reproductions of fashion items. Their other project was a similar fashion showroom where you can collect pieces of clothing for your avatar.

This all sounds a bit challenging to adopt, particularly for hardware reasons: the visors aren’t nearly as comfortable as they should be, and people don’t like to shove stuff in their faces, their diffusion is far less than expected, and the metaverse doesn’t capture the real-life shopping experience nor the on-line one.

The most interesting project as far as I’m concerned, you can’t see it on the location but you can see some pictures on their website and you can prod the designers until they tell you about it.


13 3D rooms that do not reproduce physical environments but rather convey feelings and emotions: Love, Expectation, Civility, Complicity, Courage (of women), Creative Empathy, Playfulness, Inclusion, Encounters, Light, Nature, Dream, Vitality.


13 original projects generously donated to the Isabella Seràgnoli Foundation by: Alberto Biagetti, Mario Cucinella, Riccardo Dalisi, Michele De Lucchi, Stefano Giovannoni, Alessandro Guerriero, Massimo Iosa Ghini, Daniel Libeskind, Angelo Naj Oleari, Terri pecora, Renzo Piano, Claudio Silvestrin and Nanda Vigo.


2. Asso di Picche in Movimento

I swear I’m not placing them second because I knocked over a pedestal and ruined one of their beautiful books. Not exclusively because of that, I mean.

In 1970, Giorgetto Giugiaro designed the first of what were meant to be four concept cars: the Ace of Diamonds, based on the skeleton of a BMW 320, the Ace of Clubs, based on the Isuzu Gemini, and the Ace of Hearts, which project was never developed. The Ace of Spades was based on a BMW 320 and was the least ambitious of the concept cars, meant for the road.

Giugiaro and Karman opted to keep the Audi 80’s base intact to streamline the production process. Consequently, the Asso di Picche could accommodate either a 1.3 or 1.5 four-cylinder petrol engine, paired with a four-speed manual gearbox. The car retained certain features from the standard Audi 80, including the double circular front headlights and horizontal rear lights.
At least, that’s what we assume.
Audi ultimately halted the project to focus on more commercially viable models, and Volkswagen, the parent company, feared potential competition with the Scirocco, which was set to launch shortly after. This decision prevented the technical specifications of the Asso di Picche from ever being disclosed.

The new concept car presented by Italdesign is a thing of beauty.

A 2+2 electric coupé, 3 doors, without a central pillar, built on a next-generation platform, and based on today’s rationale on car design choices shaped by the concepts of safety and electrification, Asso di Picche In Movimento is 4662 mm long, 1230 mm high and 1945 mm wide.

1. Data Bugs – AI is a mirror, by Studio Dotdotdot

The best installation I saw today and, my guess is, one the best I’ll see through the whole week. Studio dotdotdot decided to tackle the concept of bias in AI with boldness, clarity and aggressivity, without compromises and with abundant critical thinking.
When you walk into the studio, you’ll be welcomed by an LCD screen featuring some troubling and thought-provoking prompts and the pictures Artificial Intelligence generated following them: managers are always men, social workers are always women, a Latina is naked by definition, “toys in Iraq” generates the Playmobil of an American soldier.

If you’re fighting the urge to set the world on fire, that’s precisely the point: the whole installation revolves around the importance of representation within the training dataset, which is made obvious by the opening quote by Bernice King.

If you don’t think representation matters, you’re probably well-represented.

Bernice King is CEO of the Martin Luther King Jr. Center for Nonviolent Social Change

The main attraction is a space with two monitors and some movement-sensitive totems: on the left screen, the studio trainer a neural network to combine features from pictures of regular bugs: a black ant, a boring-looking butterfly, your run-of-the-mill fly, the brownest stick insect ever, a bleached dragonfly, a scorpion that’s about to commit suicide; on the right screen, features were taken from pictures of pimped, colourful insects coming from all over the world and, if I understood correctly, from the designer’s phantasy.
Visitors manipulate the generation of pictures by standing in front of one or more totems, which add to the weight of how many butterfly features you want into your creature, and the neural network assembles features in what it thinks is the best and most suitable way. Of course the system doesn’t have the ambition to always generate realistic insects. The point is, the right screen makes for a much more interesting life.

Insects creep the fuck out of me. You get how interesting this was for me to award it first place.

Special MentionIndividual Collective at Stecca 3.0

I got there early, and I couldn’t see the installation in motion, but it looks interesting enough and I got the chance to take a peek at some last-minute coding, which is far more than I could have hoped for.

If you don’t remember, this is the place where your movements and facial features are captured to generate the next generation of killer robots. The final result is the picture in the header.

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Published on April 15, 2024 15:00

#MermaidMonday: the Sjöfru

The Sjöfru is a kind of , a keeper of a particular kind of land in Swedish folklore, and she presides over waterbodies, usually lakes or small scraps of the sea. Her name is usually translated as “Mistress of the Lake”, “Sea Woman” or “Lake Mare”. Technically, her saltwater counterpart should be called havsrå. We have at least one account of a guy who was burned at the stake for having sex with one of these spirits, and today we take a look at it on my Patreon.

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Published on April 15, 2024 02:00

April 14, 2024

Fuorisalone 2024 – La guida futuristica del lunedì

Ci sono tante guide e tante selezioni degli eventi che si terranno a Milano durante la settimana del salone, ed eccone un’altra. Il mio taglio è chiaramente tecnologico e legato all’innovazione digitale e sono passati cinque anni dall’ultima volta che l’ho fatto, quindi può essere che mi sfugga qualche canale alternativo. Se avete informazioni su altri eventi, aiutate una persona anziana e segnalatemeli.

Non tutti gli eventi sono disponibili sin da oggi: pubblicherò altri consigli nei prossimi giorni.

Per tutta la settimana a partire da oggiMissione Cassandra: dal 2124 a oggi di Nou Group

Dove: partenza in via Cesare Cantù, installazione itinerante
Quando: 15-21 Aprile (per tutta la durata della Design Week)
Gratuito, gradita la prenotazione

Uno dei tram d’epoca, ancora in funzione a Milano, viene rivestito da una pellicola olografica e viaggia per la città sui suoi binari, proveniente dal futuro e custodendo al proprio interno un brandello di verde, l’ultimo rimasto sulla terra del 2124. Note futuristiche e distopiche accompagnate ad un messaggio ottimista: “We can Build the Future”.

Data Bugs – AI is a mirror, di Studio Dotdotdot

Dove: Studio Dotdotdot, via Tertulliano 70
Quando: 15-19 Aprile
Accesso Libero, ore 10:00 – 19:00

Per celebrare i propri vent’anni, lo studio propone un’installazione immersiva di riflessione sull’intelligenza artificiale generativa, “per riflettere sulle implicazioni sociali e sui rischi che la polarizzazione dei dati ha nell’alimentare bias e stereotipi”. Un tema che sicuramente mi è caro e vicino.

 

Forma – Feelings designed by Ducati in Borgo Panigale

Dove: Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia
Quando: 15-21 Aprile (per tutta la durata della Design Week)
Accesso Libero

Come sempre le installazioni all’insegna della tecnologia vengono principalmente proposte dal mondo dell’automotive (non capisco proprio come mai) e Ducati si distingue sempre. La mostra promette di esporre nel dettaglio “il processo attraverso il quale prendono vita dal punto di vista del design le moto più desiderate al mondo.”

 

Asso di Picche in Movimento

Dove: Opificio 31, Via Tortona 31,
Quando: 15-21 Aprile (per tutta la durata della Design Week)
Accesso Libero

Italdesign celebra i cinquant’anni dal concept del coupé 2+2 elettrico presentato nel 1973 al Salone dell’Automobile di Francoforte a partire dalla scocca di una Audi 80. Il prototipo originale, che potete vedere qui, viene rivisitato e riproposto, insieme allo spirito originario del progetto.

 

The Secret Launch di Antera

Dove: Opificio 31, Via Tortona 31,
Quando: 15-21 Aprile (per tutta la durata della Design Week)
Accesso Libero

Sempre all’insegna dell’Autmotive, l’iconico brand di cerchi in lega Antera propone un “capsule show”, uno spettacolo immersivo che consentirà a piccoli gruppi di visitatori di accedere al nuovo portale e di vedere i nuovi prodotti. Se vi eccitate per i cerchi in lega, è l’evento dell’anno.

 

Sonosfera all’Università Cattolica

Dove: Università Cattolica del Sacro Cuore, Largo Gemelli 1
Quando: 15-21 Aprile (per tutta la durata della Design Week), esperienze d’ascolto ogni 30 minuti
Accesso Libero su prenotazione

Un anfiteatro tecnologico progettato da David Monacchi “per l’ascolto profondo di ecosistemi e musica”, in occasione del programma di Pesaro Capitale Italiana della Cultura 2024.

La struttura geodetica acusticamente isolata dall’esterno, con acustica interna perfetta e un sistema di sedute a cavea trasparente al suono, abilitano l’ascolto dell’intero spazio sferico intorno agli ascoltatori. L’esperienza in Sonosfera® è accessibile in gruppi di 40 persone che saranno immerse in un campo sonoro tridimensionale, creato da 45 diffusori acustici posizionati in geometria sferica. Un teatro sensoriale che riproduce il suono più prossimo alla realtà mai realizzato. Gli spettrogrammi del suono sono proiettati in una corona a 360° ad altissima definizione, e generano una potente trasposizione visiva dell’esperienza sensoriale acustica, capovolgendo le gerarchie percettive.

 

Mooring by the Moon di Michele De Lucchi

Dove: Bagni Misteriosi
Quando: 15-21 Aprile (per tutta la durata della Design Week)
Accesso Libero, festa su invito giovedì 18/4 alle ore 23:00

La location sarebbe sufficiente a rendere imperdibile questo evento, perché se non siete mai stati ai Bagni Misteriosi di Milano ci dovete andare almeno una volta nella vita. Combinate questo elemento con il nome di Michele De Lucchi ed ecco che diventa una tappa obbligata.

Azimut mette in scena l’alba di una nuova era gentile e accoglie i visitatori in un paesaggio onirico, in cui dare to amaze – la missione del brand – si traduce nell’invito a lasciarsi sorprendere dalla meraviglia del mondo nel quale un’enorme luna sfila galleggiando sull’acqua. Alzando gli occhi, un cielo stellato incontra la luce delle stelle ed i riflessi della primavera.

Sublime Living dell’Istituto Marangoni

Dove: Istituto Marangoni Design School, Via Cerva 24
Quando: 15-21 Aprile (per tutta la durata della Design Week)
Accesso Libero

In un momento il cui il dibattito sull’Intelligenza Artificiale è quanto mai attuale e controverso, i nostri designer sfruttano le nuove tecnologie per ridisegnare una realtà che includerà – anzi, già include – quella digitale, con l’obiettivo di aiutarci a vivere al meglio l’estensione del mondo fisico.

In particolare Poltrona Frau presenta un’installazione in “mixed reality” curata da Riccardo Lucii. Speriamo non si traduca in un salotto con sfondo generato da Midjourney.

Quest’anno va di moda il rosa.

 

Metaverse, fashion and design: tre casi studio

Dove: LOM – Locanda Officina Monumentale, via Galileo Ferraris 1,
Quando: 15-21 Aprile (per tutta la durata della Design Week), tutti i giorni dalle 11:00 alle 17:00, con chiusura prolungata alle 21:00 giovedì 18
Accesso Libero

Vitruvio Virtual Reality presenta tre “metaversi” realizzati su Spatial, consentendo ai visitatori la prova con visore. A me il metaverso continua a sembrare una pazzesca esperienza nel senso Fantozziano dell’espressione, ma magari riusciranno a farmi cambiare idea.

I Metaversi sono una frontiera in larga parte inesplorata, spazi, mondi ibridi per loro natura, ibridazione che riguarda tanto il progetto e la tecnologia, quanto il marketing e l’espressivit, luoghi a metà fra il fisico e il virtuale nel quale per persone possono incontrarsi, conoscersi, interagire fra loro; ma anche giocare, acquistare, usufruire di nuove forme d’arte e d’intrattenimento.

 

The Power of Imagination by Walter Knoll

Dove: Rimessa dei Fiori, via S. Carpoforo, 9
Quando: 15-21 Aprile (per tutta la durata della Design Week), cocktail giovedì 18 dalle 19:00 alle 23:00
Accesso Libero

“Un mondo fantastico e colorato dove il virtuale incontra la realtà” ambientato nello showroom Knoll è quello che ci promettono nella descrizione dell’evento, senza fornire ulteriori dettagli. Il Reel sul loro profilo instagram mostra un’animazione generata dall’Intelligenza Artificiale e credo sia ciò che ci si può aspettare di vedere.

 

Individual Collective presso Stecca 3.0

Dove: BAM Tree Library, Via Gaetano de Castillia 26
Quando: 15-21 Aprile (per tutta la durata della Design Week)
Accesso Libero

L’iniziativa Individual Collective si pone nel contesto del Bra-Very Bar, progetto alla sua terza edizione ideato da Iaad, Accademia Italiana e Sae Institute e di cui potete leggere qualcosa qui, e traccia le espressioni e i movimenti dei partecipanti tramite sensori e software, inserendo il visitatore in un flusso di dati, rubandogli la faccia e usandola poi per costruire fantocci virtuali per le più svariate industrie. No, scherzo. Forse.

Tramite un algoritmo di machine learning integrato con l’IA, [i dati relativi alle emozioni dei visitatori] vengono elaborati identificando le emozioni individuali, tradotte in visualizzazioni astratte di colori e forme interattive. Si crea così un cloud emotivo sotto forma di Data Visualization, visibile nel ledwall dedicato ed esplorabile anche online.

 

I am what I throw away

Dove: c/o Interni in Università Statale, Via Festa del Perdono 7
Quando: 15-21 Aprile (per tutta la durata della Design Week)
Accesso Libero

La visita in Statale è un appuntamento obbligato della settimana e quest’anno più che mai dobbiamo riflettere sulla (non) sostenibilità delle tecnologie che usiamo. Per questo, anche se non direttamente inerente, vi segnalo l’iniziativa della Nuova Accademia di Belle Arti insieme ad AMSA, l’Azienda Milanese Servizi Ambientali che si occupa della gestione dei rifiuti sul territorio. L’installazione, supervisionata da Italo Rota e Claudio Larcher, propone una riflessione su temi scottanti come il recupero delle risorse e la necessità di un’economia circolare.

 

Unnatural

Dove: Insula delle Rose, via Goito 3
Quando: 15-21 Aprile (per tutta la durata della Design Week)
Accesso Libero, festa con registrazione all’ingresso mercoledì 17 dalle 19:00 alle 23:00

L’Istallazione immagina tre creature che hanno subito il decadente avanzamento dell’urbanizzazione. Le loro code ridotte a cavi elettrici, i loro arti a ponteggi, i loro corpi a scomode celle di legno sulle quali si stagliano immagini frammentate e confuse. I più curiosi potranno addentrarsi nel loro ventre ed immaginarsi cosi in dimensioni non convenzionali.

Vengono coinvolti 12 brand, principalmente nell’ambito dell’arredo bagno, ma il concept marcatamente futuristico e distopico comunque mi intriga.

 

Lunedì 15 Aprile: gli eventi di oggiLe sfide dell’intelligenza artificiale tra informazione e comunicazione

Dove: AnciLab, Via Rovello, 2
Quando: lunedì 15 Aprile, 10:00 – 13:00
Accesso gratuito su prenotazione

Ferruccio Pallavera e Luigi Rancilio di Avvenire esplorano l’impatto dell’intelligenza artificiale in ambito giornalistico, sia come minaccia che come strumento di potenziamento dell’informazione. Interverranno, a presentare casi applicativi pratici, la podcaster Federica Capozzi, l’editore di Anci Lombardia AnciLab che ospita l’evento nella persona di Onelia Rivolta, l’agenzia di comunicazione ADOK,

Le esperienze presentate intendono dimostrare il potenziale dell’AI nel supportare e potenziare l’informazione e la comunicazione, offrendo nuove prospettive e soluzioni innovative. L’obiettivo dell’evento è fornire spunti etici, di riflessione e discussione su come la tecnologia AI possa integrarsi nei processi informativi e comunicativi, arricchendoli e rendendoli più accessibili.

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Published on April 14, 2024 16:00

April 12, 2024

In The Closed Room

Frances Hodgson Burnett, born in Manchester and relocated to America during her adolescence following the death of her father, swiftly became the breadwinner for her family by crafting fiction for popular magazines. Hodgson demonstrated a talent for transforming clichés about England into captivating narratives tailored for the American mass-market: though she initially focused on creating dialect stories featuring North Country working women, she started writing stories about children after her marriage to Swan Burnett, an American, and the birth of her two sons. She will unfortunately lose one of them to tuberculosis. Aside from The Secret Garden, her other renowned masterpiece is Little Lord Fauntleroy, the epitome of the Beautiful Child genre.

This short story features a garden too, and children of course, in a charming way that can only be compared to Nathaniel Hawthorne’s 1850 novel “The Scarlet Letter”. Only the garden is open, endless, and it’s hidden in a closed room.

You can download an eBook today on my Patreon.

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Published on April 12, 2024 02:00

April 11, 2024

#ChthonicThursday: the Amduat

Alternatively translated “That Which Is In the Afterworld” or “Text of the Hidden Chamber Which is in the Underworld”, and called Kitab al-Akhira in Arabic, the Amduat is a funerary text from the New Kingdom and it has been found inscribed on the walls of tombs such as the one of Thutmose III, whose entire tomb is thought to mirror the geography of the afterlife.

The text recounts the journey of Ra, the Egyptian sun god, as he travels daily through the underworld from sunset in the west to sunrise in the east. This journey symbolizes continual death and rebirth, with the sun ‘dying’ at sunset and being ‘reborn’ at dawn, and it’s one hell of a journey (quite literally). According to belief, the deceased Pharaoh underwent the same journey, ultimately being reborn to join Ra eternally. Numerous gods and goddesses, including Khepri, Isis, and Osiris, assist both Ra and the departed soul on this voyage in the Duat, alongside many unnamed or unknown deities.

As well as enumerating and naming the inhabitants of the Duat, which we find in other texts, the Amduat is unique because it dives into detail about the geography of the Egyptian Underworld.

The Duat is divided into twelve regions, as many as the hours of the night, each of them inhabited by allies and presenting different adversaries for the Pharaoh and the Sun God’s conjoined journey. The Amduat catalogues these deities and creatures, such as the serpent of Mehen or the ‘World Encircler’, and portrays their varied roles in aiding or obstructing Ra and the departed soul. Primarily, the Amduat provides guidance to the pharaoh by unveiling the names and attributes of these entities, so that this knowledge will empower him to seek assistance or counter their influence, and detailing the geography as a proper map, to ease the journey.

Today on my Patreon we take a look at these twelve sections.

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Published on April 11, 2024 02:00

April 6, 2024

The Haunted Station

20 minutes between submitting a query to a prospect agent and receiving a form rejection is close to my previous record, so let’s celebrate with a feast of Gothic tales on my Patreon, shall we?

Born in 1849 in Scotland, James Hume Nisbet is known for his horror stories mostly set in Australia, a place where everything wants to kill you already and the last place on earth needing Gothic to be terrifying. He went to Australia at 16 and stayed approximately seven years, during which he travelled to Tasmania, New Zealand, and the South Sea Islands. He engaged in painting, sketching, writing poetry and stories, and making notes for future work.

Between 1888 and 1905 he published about 40 novels, almost all coloured by his experiences in the Southern Hemisphere. Many of theme were ghost stories. Hathor and Other Poems, the first collection of his poetic endeavour, was published 1905.

This volume collects two short stories and a fairly longer one. The first two are “The Vampire Maid”, another one of those rare stories of its time featuring a female vampire, and a ghost story called “The Old Portrait”. The longer one is “The Haunted Station” and it’s wonderfully Australian. It was published in 1894 in its own collection, The Haunted Station and Other Stories, with illustrations by the author. The text has never been digitised before, to the best of my knowledge, so here’s my personally curated transcription. Free for everybody.

Enjoy!

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Published on April 06, 2024 04:09

April 4, 2024

Lelwani: the Underworld deity who switched gender

Lelwani, also spelt Leluwani, was a Hittite underworld deity, but their presence is attested way before the Hittite came to Anatolia. In the Hattic culture, Lelwani was considered a male deity and addressed as a “king” when the Hittites, known for adopting deities from conquered or neighbouring cultures, incorporated Lelwani into their own belief system. In doing so, they made him a woman. They’re today’s profile on my Patreon.

 

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Published on April 04, 2024 02:00

April 3, 2024

AI in Gran Bretagna: la parola agli architetti

Questa mattina aprendo LinkedIn mi è sembrato di essere tornata indietro nel tempo, e nello specifico mi è sembrato di essere tornata indietro di quasi dieci anni, al 2015, quando presentavo in Italiano il primo report dell’NBS circa l’adozione del BIM nel Regno Unito. Il RIBA infatti (Royal Institute of British Architects) ha recentemente presentato il suo Artificial Intelligence Report e confesso che me l’ero perso. Traiamo conforto dalla Gran Bretagna anche questa volta? Vediamolo un attimo.

Il Rapporto sull’Intelligenza Artificiale (AI) del RIBA illustra i risultati del nostro sondaggio su oltre 500 membri del RIBA in merito all’AI e al suo significato per la professione e il suo esercizio, accompagnati da articoli di esperti che trattano alcune delle importanti questioni che l’AI solleva.

Nel dettaglio, il report include:

Foreword: Muyiwa Oki, RIBA President 2023 -2025 RIBA AI survey: findings : Adrian Malleson, Head of Economic Research at the RIBADigital twin technologies: a major opportunity: Philip D. Allsopp. D.Arch., M.S.(Public Health), RIBA, CSBA, CEO, ORBIS Dynamics, IncThe current state, promise, and near-term future for AI in architecture: Amy Bunszel, Executive Vice President, AEC Solutions at AutodeskArchitects and artificial intelligence: Dale Sinclair, Head of Digital Innovation at WSPAdoption of AI and its use within the architecture industry: Jaina Valji, Architect & Founder at Copy and SpaceThe computable and the incomputable: Tom Holberton, AI Researcher and Lecturer, UCL

Come sempre, vediamo prima i numeri. Che purtroppo aprono con questa immagine.

Experiment 2 with Midjourney, image courtesy of Jaina Valji, Copy and SpaceBIM e Maturità digitale

Il report inizia con l’esplorazione della maturità digitale dei partecipanti e analizza la loro produzione di modelli informativi. I numeri che ci aspettiamo dal Regno Unito sono sempre alti, ma la maggioranza dei partecipanti (un solido 47%) dichiara di posizionarsi nella media del mercato rispetto alla digitalizzazione, e mi piacerebbe che avessero anche chiesto loro quale ritengano sia la media del mercato perché qui si annida un possibile bias di un certo rilievo: non innovo perché penso che i miei competitor non lo stiano facendo e ritengo che le tecnologie non siano mature. Me lo sono sentita spesso dire riguardo al BIM. Lo sento ancora. Su un complesso di processi che nasce negli anni ’60 ed è normato dal 2017, non so bene cosa uno stia aspettando.

Le domande del RIBA fanno riferimento a questa curva, ed è un po’ tautologico scoprire che la maggioranza dei professionisti si ritiene distribuita insieme… alla maggioranza.

Un buon 30% degli intervistati ritiene invece di essere innovatore e/o tra gli “early adopter” dell’innovazione digitale.

Questo numero mal si accoppia con il dato successivo, in cui il 34% non produce mai modelli informativi (mentre solo il 5% dichiarava di resistere l’innovazione) e il 28% ne produce solo di tanto in tanto (contro un 17% che dichiarava di essere spesso un po’ tardivo nell’adozione dell’innovazione.

Praticamente il 62% degli intervistati non produce mai modelli informativi oppure ne produce solo quando richiesto / necessario? Di che cosa stiamo parlando?

Io vado a casa…

Gli studi di piccole dimensioni hanno una probabilità significativamente inferiore di creare e mantenere modelli conformi alla norma ISO 19650, mentre i grandi studi sono significativamente più probabile. Il 12% dei piccoli studi con un numero di dipendenti compreso tra 1 e 10 crea e mantiene sempre modelli BIM conformi alla norma ISO 19650, mentre il 62% non lo fa mai. La percentuale di “sempre” sale al 43% per gli studi di grandi dimensioni (da 50 a 99 dipendenti) e al 50% per gli studi con 100 o più dipendenti.

Intelligenza Artificiale: conoscenza e uso

In questo scenario francamente non proprio roseo, sorprende poco (soprattutto se confrontati con similari report riguardo al BIM) che la maggioranza degli intervistati dichiarino di avere una buona conoscenza dell’Intelligenza Artificiale. Se le cose vanno per il verso giusto, è una percentuale che vedremo scendere nei prossimi anni, mano a mano che aumenta la consapevolezza e i professionisti si rendono conto di non sapere.

Ci rivediamo l’anno prossimo con tutti quelli che hanno messo “Conoscenza Pratica” perché pigiano il pulsante “genera” su Midjourney

Anche in questo caso, i numeri non si accoppiano benissimo con quelli della domanda successiva, ovvero quanto spesso usi strumenti che si basano su un’intelligenza artificiale? Il 59% (presmumibilmente lo stesso che dichiarava di averne una conoscenza di base) ammette di non usarne mai.

Ma di che cosa stiamo parlando (2)?Ansie e Timori

Dato per assodato che il livello di conoscenza e di utilizzo è quello che è, il RIBA procede a interrogare i suoi iscritti circa il timore percepito rispetto alla crescita di questi strumenti e, come ci si può facilmente aspettare, la paura è tanta. Secondo il 36% degli intervistati, l’AI è una minaccia alla professione e un buon 58% la addita come ulteriore rischio che il proprio lavoro venga “imitato” (qualunque cosa significhi). C’è tuttavia una buona spinta positiva sulla domanda relativa alla complessità: il 49% degli intervistati ritiene che strumenti basati sull’intelligenza artificiale possano aiutarci a districarci in una professione sempre più complicata.

In compenso nessuno sembra stia facendo ricerca.

La domanda sui benefici effettivi è invece riservata a chi ne sta facendo uso, per quanto insisto che il cappello è talmente ampio che sarebbe stata necessaria un’inception sul contenuto della testa che nasconde. Tra gli utilizzatori, il 43% ha visto un beneficio (ma per definizione stiamo intervistando gli “entusiasti”, il cui approccio potrebbe essere affetto da bias), ma i numeri crollano quando si esplora l’utilizzo nell’aumento dell’accuratezza dei modelli, nelle attività gestionali e relative alle stime dei costi, nell’analisi ambientale e nella produzione di specifiche, ovvero negli ambiti in cui sarebbe più utile (e probabilmente anche più etico) utilizzare questi strumenti. L’ipotesi che si stia parlando di rendering con Midjourney si fa sempre più forte.

L’ipotesi è confermata nella domanda successiva: l’uso si concentra negli ambiti del generative design e della visualizzazione nelle prime fasi del progetto. Interessanti le spinte nella verifica di conformità normativa e nella selezione dei materiali, ma purtroppo si conferma come gli architetti, anche oltre la Manica, abbiano una percezione principalmente estetica della loro professione e tendano paradossalmente a concentrare l’adozione di innovazioni tecnologiche quando fanno leva su quell’ambito. Il tema estetico e l’impatto dell’AI su quegli ambiti è tuttavia un tema complesso, sul quale non sono affatto certa che gli utilizzatori abbiano piena coscienza.

Come ultima nota di colore, è confortante vedere come i professionisti ritengano che l’Intelligenza Artificiale non potrà fare alcuna differenza nell’aumentare la collaborazione tra architetti.
Nemmeno le macchine ci possono salvare.

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Published on April 03, 2024 02:09