Cactus di Fuoco's Blog, page 8

December 1, 2024

Novembre 2024 - Cosa abbiamo creato?

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Il potere di una canzone Disney - I Am Moana (Song of the Ancestors)Totale dei lavori pubblicati:70
 
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Published on December 01, 2024 03:09

November 28, 2024

Il potere di una canzone Disney - I Am Moana (Song of the Ancestors)

Oggi voglio condividere una cosa piccolissima, ma intensamente bella, che mi sono ricordata. Sembra che sia sconnessa da tutto quello che sto postando in questo periodo, ma ho bisogno di raccontarvela.

La canzone di Oceania, quella in cui la nonna parla a Moana, mi ha fatto piangere la prima volta che l'ho ascoltata. Ovviamente è stato un pianto sommesso, nascosto dietro denti stretti, dietro la tensione delle guance, con la faccia bassa... ma è stato un pianto liberatorio, un pianto di gioia.

 

 

"Perché esiti?"

"Non lo so".

Quando la canzone è iniziata, immediatamente ho sentito che qualcosa era familiare. Era come se qualcosa in quelle specifica scena stesse iniziando ad essere più coinvolgente del resto del film, che pure è bellissimo.

La protagonista si sente sconfitta, pensa che il suo viaggio sia finito lì, che non ci sia più niente da fare: ha fallito, la sua missione era più grande di lei.

"Non lo so" Dice, quando la nonna gli chiede perché esita.

Io lo sapevo, perché esitava: perché quando senti che niente di quello che farei potrà avanzare il tuo viaggio, è dannatamente difficile darsi una svegliata, scrollarsi di dosso la fatica e la paura, e continuare, perché sembra un comportamento troppo simile alla pazzia: continuare a fare sempre la stessa cosa aspettandosi un risultato differente. Io esitavo. Esitavo. Non esistevo.

"Moana ascolta, Lo sai chi sei?" Gli domanda la nonna, dopo aver cantato quella che fino a quel momento avevo considerato una canzone come tante altre, per tirare su di morale l'eroina. Sapete, no? La classica cosa su come il viaggio ti lascia cicatrici che rivelano chi sei, la gente che ti ama ti cambia, cose così.

E io, in quel periodo, non avevo assolutamente idea di chi fossi. Stavo cercando di uscire da un periodo della mia vita, un lunghissimo orribile periodo, in cui avevo dovuto annullare me stessa, i miei gusti, la mia personalità, per sopravvivere. Chi ero io? Era terribile, non avere un'identità, non sapere chi fossi e se meritassi di continuare ad esistere.

"Chi sono io?" Si chiede la protagonista in un sussurro, facendo eco perfetta ai miei pensieri. Come se fosse me, nella stessa voce che avevo sentito nella mia testa.

"Sono una ragazza che ama la sua isola, e una ragazza che ama il mare... mi chiama".

Un brivido mi ha attraversato la schiena, partendo dal collo e scendendo lungo la spina dorsale. Io sono nata su un'isola. Quand'ero piccola, più o meno a dodici anni, sono stata costretta da mia madre a lasciare la terra che amavo. L'ho sognata quasi tutte le notti, per anni: le mie strade, i miei edifici, la mia scuola, le facce dei miei compagni di scuola, il sole dorato che sembrava amplificare i colori e i contrasti. La mia isola mi chiamava e più che una chiamata era un grido costante nelle mie orecchie, non c'era nient'altro che la mia isola, dedicavo ad essa le canzoni d'amore.

E mentre guardavo quel film, ero da poco tornata a casa, nella mia isola. Ce l'avevo fatta, ce l'avevo fatta, ero nella mia isola.

"Siamo discendenti di viaggiatori 

Che hanno trovato la loro strada attraverso il mondo

Mi chiamano".

E la mia isola è stata abitata da così tanta gente, da così tanti popoli, da così tanti viaggiatori... la mia città, vicina al mare, è ed è sempre stata meta di navi da tutto il mondo. Da dove veniva la mia gente? Siamo stati arabi e normanni, siamo stati greci e sicani. Perché sentivo questo richiamo enorme per il viaggio, un richiamo che al contempo mi chiedeva di tornare a casa e di vedere il mondo? Stava parlando di me?

"Io ci ho portato dove siamo 

Ho viaggiato più lontano 

Sono tutto ciò che ho imparato e di più 

Eppure mi chiama ancora".

Ero riuscita a tornare a casa dopo un viaggio periglioso, dopo essere stata lontana per letterali decenni, anche se avevano provato in ogni modo ad impedirmelo, e tutto grazie ad un piccolo laptop, uno scanner, una penna biro, una tavoletta grafica economica: i miei disegni (i miei "pupacchiotti" come i miei genitori li chiamavano con condiscendenza) mi avevano portata a casa, avevano pagato la mia indipendenza.

"E la chiamata non è affatto là fuori

È dentro di me 

È come la marea 

Che sempre sale e scende"

La mia fame di vedere ogni cosa era ancora lì, dentro al mio petto; conoscere, conoscere tutto, vedere e leggere e scoprire e viaggiare, fosse anche solo con i miei piedi perché non ho soldi per altro, fosse anche solo con il dito sull'atlante.

Ecco chi ero. Ecco chi sono. Sono la fame di conoscenza, la curiosità, l'amore per la sua terra.

"Ti porterò qui nel mio cuore 

Mi ricorderai 

Che qualunque cosa accada 

Conosco la strada 

Io sono Moana!"

Mia nonna materna è morta quando ero molto piccola. Mi raccontano che mi amava moltissimo. Tutto quello che ho di lei sono le sue ricette, alcuni scritti, una foto in cui mi tiene in braccio. Non ricordo la sua voce o la sua faccia o il suo odore. Anche se ho visto la sua faccia, in delle fotografie, non riesco a ricordarla mentre chiudo gli occhi.

Ma mi dicono che amava i libri, più di ogni altra cosa, e gli animali, e le storie antiche e la sua terra e me.

In quel momento fu come se stessi ascoltando lo spirito di mia nonna. L'avrei portata nel mio cuore, mi avrebbe ricordata che, qualunque cosa accada, io conosco la strada.

Quel film stava parlando a me.

Quando ho riascoltato la canzone, dopo quella volta, ho fatto molta più attenzione anche alla prima parte e, oh, la porto sempre con me da allora.

"Le persone che ami ti cambieranno 

Le cose che hai imparato ti guideranno 

E niente su queste Terra può mettere a tacere 

La voce silenziosa ancora dentro di te 

E quando quella voce inizia a sussurrare 

Moana sei arrivata fin qui 

Moana ascolta 

Sai chi sei?".

Non ho niente in comune con Moana: non la mia etnia, non il mio colore, non la mia storia familiare, non la mia età. Niente. Eppure quella canzone parlava di me e ha risuonato con me e con la mia storia personale in un modo profondo. Chiudendo gli occhi, potevo immaginare che parlasse del mio mare, della mia gente, delle mie cicatrici.

"Sai chi sei?".

Ora sì. E non importa se questo significa una lunga, interminabile solitudine... quella canzone mi ha ricordato che c'è una bellezza eroica nell'essere chi si è, nonostante tutto, nel viaggiare da soli, nell'imparare tanto da sé stessi quanto dagli altri. I nostri fantasmi, a volte, sono formidabili bussole nel mondo. Ed è incredibile che a ricordarmelo debba essere stata una canzone che viene da un film animato per bambini.

"Io so la strada, io sono ________".

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Published on November 28, 2024 09:10

November 16, 2024

Strisciante nero


Lo strisciante nero (Nigris reptans) è uno spirito appartenente al gruppo dei lemures, noto per la sua agile e peculiare modalità di movimento. Questa creatura, quasi sempre di dimensioni contenute, è facilmente riconoscibile grazie al suo manto scuro che tende al nero. Gli striscianti neri sono noti per il loro comportamento sociale, preferendo associarsi in gruppi affollati piuttosto che vivere in solitudine.

Etimologia

Il nome scientifico di questa creatura, Nigris reptans, e quello comune, strisciante nero, hanno significati simili: "Nigris" deriva dal latino per "nero", mentre "reptans" indica il movimento strisciante.

Aspetto

Gli striscianti neri sono spiriti che, una volta raggiunta l'età adulta, sono lunghi dai venticinque centimetri al metro e mezzo. Hanno un corpo sottile e affusolato, estremamente flessuoso ed elastico, che termina ad un'estremità con una coda sottilissima e all'altra con una piccola testa smussata.

Gli occhi, rotondi e posti ai lati della testa, sono generalmente di colore verde, più raramente rossi o bianchi, e somigliano a piccole biglie senza alcuna distinzione visibile fra sclera, iride e pupilla: queste tre parti dell'occhio sono infatti in genere trasparenti e il colore è dovuto semplicemente al tipo di energia che scorre nel corpo della creatura. Il tipo di core di uno strisciante nero può essere facilmente individuato guardandone gli occhi.

I corpi morti degli striscianti hanno sempre occhi trasparenti, simili a quelli vuoti dell'esuvia di un serpente.

Alcune popolazioni del Vecchio Mondo hanno occhi lattei, molto simili alle striature lungo il loro corpo, ma si tratta di gruppi molto isolati che hanno intrapreso un cammino evolutivo diversissimo da quello dei loro fratelli migratori.

Gli striscianti neri provano raramente a manifestarsi nel mondo materiale, ma talora questo avvenga, trattandosi di piccoli spiriti sono spesso in grado di creare solo ombre che si muovono lungo le pareti, non dissimili ad ombre naturali, proprio come accade ai più famosi wuppi.

Nonostante la loro piccola taglia e il loro essere completamente innocui per gli esseri umani, gli striscianti neri sono famosi per essere la specie "base" per la creazione degli assassini di inchiostro, enormi creature serpentiformi che vengono create quando uno strisciante nero viene portato nel mondo materiale e ingozzato forzatamente di energia al punto da generare un'anomalia nel core che ne cambia la codifica.

Comportamento

A differenza di molti altri lemures, che sono noti per la loro capacità di fluttuare in ogni direzione, lo strisciante nero mostra una preferenza per le superfici solide, da cui deriva il suo nome comune: pur potendo fluttuare, preferisce di gran lunga avere il corpo sempre a contatto con qualche oggetto fisico. Questa creatura è in grado di muoversi rapidamente strisciando su terreno, rami, rocce e altre superfici, usando le sue estremità per spingersi e aggrapparsi.

In gruppo, gli striscianti neri danno talvolta vita a ammassi brulicanti, creando un'immagine affascinante e quasi ipnotica. Questa loro inclinazione a unirsi in grandi masse consente alla specie di sfruttare al meglio le risorse disponibili e di proteggersi dai predatori. Durante le fasi luminose, gli striscianti neri si nascondono in zone ombreggiate o sotto vegetazione fitta, per emergere al ritorno delle fasi crepuscolari, o addirittura buie, alla ricerca di cibo.

Gli striscianti neri sono creature migratorie, che si spostano alla ricerca di luoghi ricchi di cibo e poveri di predatori. Il loro senso più sviluppato, l'olfatto, li guida con sicurezza a quei luoghi "in decadimento" dove è possibile trovare una gran quantità di decompositori di cui nutrirsi.

Habitat

Gli striscianti neri prediligono habitat ricchi di vegetazione, come foreste dense e zone montuose; sono gli spiriti più comunemente rinvenibili nei cosiddetti boschi esauriti, ovvero i resti spirituali di quelle che un tempo erano distese di alberi, i quali sono stati tagliato e/o eradicati nel mondo materiale, ma la cui presenza spirituale è rimasta sigillata dal cemento, impossibilitata a disperdersi nella sua maniera naturale.

La capacità di mimetizzarsi degli striscianti, grazie al colorito scuro ed opaco, li rende abili nel nascondersi tra le ombre dei loro luoghi di residenza. Sono piccoli spiriti adattabili che possono essere trovati in diverse aree geografiche, purché vi sia una disponibilità di spazi sicuri in cui strisciare e ripararsi. Alcune sottospecie di striscianti neri vivono in corrispondenza di soffitte abbandonate.

Dieta

La dieta degli striscianti neri si compone principalmente di paralarve, spiriti decompositori e materia ectoplasmica fresca di piccole dimensioni, come i resti dei pasti di creature più grandi. Grazie alla loro natura sociale, spesso collaborano durante la ricerca di cibo, con alcuni membri del gruppo che si occupano di individuarlo mentre altri si assicurano che l'area circostante sia sicura da potenziali minacce. Le loro bocche sono molto piccole, perciò possono ingoiare solo bocconi di dimensione non più grande di un grillo. Gli esemplari più grandi, quelli lunghi un metro e mezzo, sono capaci di mangiare prede un po' più grandi, fino alle dimensioni di un topolino, ma è comunque raro che queste creature provino a nutrirsi di qualcosa di simile: solo in condizione di estrema fame proveranno a dare la caccia agli spiriti-topo o agli spiriti-rana.

Gli striscianti neri sembrano in grado di digerire la materia vegetale, una condizione rara fra gli spiriti e in particolar modo fra quelli a tendenza carnivora, e per alcuni ricercatori questa è la prova che nel passato la dieta degli striscianti dovesse essere molto diversa.

La capacità di digestione della materia vegetale è inoltre prova inconfutabile della totale assenza di una connessione fra gli striscianti e i serpenti del mondo materiale a cui tanto somigliano.

Conservazione

Nonostante gli striscianti neri non siano attualmente considerati a rischio immediato di estinzione, la loro popolazione è influenzata dalle attività umane che ledono il loro habitat naturale. La deforestazione e l'urbanizzazione non incidono in maniera diretta sulla loro presenza, poiché spesso è possibile trovarli in luoghi che sono stati abbondantemente deforestati da decenni, ma rappresentano minacce significative per la sopravvivenza della specie per via del graduale allontanamento di altri spiriti più grandi, i quali non amano le zone urbane. Senza spiriti più grandi, che caccino e si riproducano in quei luoghi, gli striscianti rischiano di morire di fame e, dopo periodi più o meno lunghi, si muovono in altre zone, alla ricerca di nuovo cibo; pertanto, l'estensione del loro habitat è considerata in notevole diminuzione.

Sembra un controsenso che il luogo più comune in cui vengano rinvenuti siano i boschi esauriti, ma bisogna ricordare che queste distese di alberi spirituali morti, i quali si stanno lentamente decomponendo, non sono rinnovabili: una volta che gli alberi si sono completamente dissolti, non ne verranno piantati di nuovi e gli striscianti non potranno tornare in quei luoghi.

CuriositàGli striscianti neri hanno un linguaggio comunicativo unico, composto da suoni e movimenti distintivi che permettono loro di coordinarsi durante la ricerca di cibo e di avvisarsi in caso di pericolo. Questo linguaggio non è compreso istintivamente da nessun altro spirito.Nonostante l'aspetto molto differente, i wuppi appartengono allo stesso genere, Nigris. Quelli che sembrano essere tentacoli da "polpo" nei wuppi, sono in realtà code multiple, del tutto identiche a quelle degli striscianti neri nella loro struttura interna.

 

Galleria di immagini (Clicca per ingrandire!)   -------

 

🌵🎨 Tutti i disegni di questa pagina (e probabilmente anche delle altre, se non è diversamente specificato) sono stati realizzati dalle nostre artiste, Furiarossa e Mimma. Scoprite di più sui loro fantastici lavori, cliccando su uno dei loro link e gustandovi le loro gallerie! 🌵🎨

 

 

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Published on November 16, 2024 02:19

November 1, 2024

Ottobre 2024 - Cosa abbiamo creato?

Ottobre 2024 è finito: Ecco cosa abbiamo postato online questo mese, grazie anche al supporto dei nostri beneamati patrons!


+++DISEGNO++++ Il Cammino delle Leggende (The Way Of Legends) / Nuovo mondo oscuro (New Dark World) OCsGlowing eyes | Danny Doll | Yeah, Fine. | Ladan being the best Vlad 1 | Brainless knight | Mentor | You can't own what is no more | The perfect son |


Other
Little fire eel | Graveyard boy |

Furry, anthro and animals (not commissions)  Look at all these chickens! |
 Commissions    Wanted for cheese theft (black and white) | Inky Calendar 3. Alien | Wren and Durge | Inky Calendar - Mutant | Custom design - Victor Masters | Inky Calendar - Frame | Hero beast (black and white) | Shy show off | Custom design - Danny! | It's a small(er) world | Inky Calendar - Scavenging | Cheese thief! | The Dawn of Beast | Inky Calendar - Vermillion | Spottedleaf |
 Danny Phantom

Phantom's fate & Fortune: meet the artists | Yawning Vlad | Ectober '24 - Past, present, future | Ectober '24 - Past, present, future (again) | Early studies for the Monarch | Clockface - A clockwork being completely reworked to adapt to our writing world  | Vlads | Just a coffee cup (not of coffee) | Harlequin covers? WHY?! |


Patrons Only!
Time to dig (WIP) | The Mentor (knight form) and the Runner (WIP) | Danny Runner (WIP) | The Monarch (WIP) | Spottedleaf (WIP) | Ladan (WIP) | Danny Runner portraits (WIP) | Phantom redesign (WIP) | The cheese thief (pack for patrons) | The Dawn of Beast (Pack for patrons) |
 +++SCRITTURA+++

Danny Runner and the Phantom Crown

4. The cost of being twice yourself [ENG] / Il prezzo di essere due volte te stesso [ITA] | 5. Forest [ENG] / Foresta [ITA] | 6. The David Villa [ENG] / La villa dei David [ITA] | 7. Monsters beyond the veil [ENG] / I mostri oltre il velo [ITA] |
 
Stupido Danny, hai le fette di prosciutto sugli occhi
9. In the Cabin (part 1) [ENG] / Nello Chalet (parte 1) [ITA] |
 RaccontiIl Paradiso del lombrico |
 Totale dei lavori pubblicati:55 
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Published on November 01, 2024 12:24

October 21, 2024

L'Occhio non mente - Analisi dei personaggi

Da una goccia d'acqua, è possibile risalire alla composizione del mondo: la vita contenuta in essa, siano spore, uova, batteri, ci raccontano di un ecosistema, ed un ecosistema ci racconta del suo pianeta.

Ma se una goccia d'acqua può rivelarci la natura del mondo, allora un character design ci può rivelare l'intera storia del personaggio, anche laddove essa non sia mai stata rivelata in canon. In questa rubrica analizzeremo in dettaglio i character design (comprese le forme alternative, i cambi di costume, i manierismi) di diversi personaggi, cercando di ricostruire ciò che non è mai stato detto su di loro.

Benvenuti su L'Occhio Non Mente, una rubrica dove cercheremo di raccontarvi una storia per ogni personaggio, ricostruendola a partire da dettagli apparentemente insignificanti, collegando simbolismi e praticità, per avere di loro una visione a 360°.


Danny PhantomClockwork
 

Gargoyles


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Published on October 21, 2024 12:34

October 13, 2024

Il Paradiso del lombrico

Il paradiso del lombrico


C'era una volta un uomo che era appena morto e si era perciò ritrovato alle porte del paradiso.
Le porte del paradiso però, erano chiuse, una cosa che l’uomo non riusciva proprio a concepire: infatti lui era sempre stato un ottimo cristiano, almeno dal suo punto di vista.
Era sempre andato a messa la Domenica, aveva sempre seguito i comandamenti. Beh, forse sempre, sempre no. Ogni tanto, diciamo, aveva sgarrato pure lui e in linea di massima aveva sempre detto agli altri di credere in Dio, e lui ci aveva creduto... e aveva fatto bene, pensò, a crederci perché una volta che era arrivato nell'aldilà, aveva effettivamente trovato quelli che gli sembravano i cancelli del Paradiso, tutti perlescenti, con i dettagli di oro che scintillavano, sopra queste nuvole altissime, che a guardare sotto gli venivano le vertigini.
Allora lui si sedette per terra e aspettò e aspettò e aspettò.
Quello che successe fu che a un certo punto qualcuno aprì questi cancelli.
Subito l’uomo si precipitò a infilare la testa dentro il cancello e il cancello fu chiuso e lui rimase strozzato con la testa dentro i Cancelli del Paradiso, urlando, «Fammi entrare, fammi entrare».
Allora qualcuno aprì il cancello: era un Angelo, che uscì a parlare con lui.
«Mi scusi signore, ma lei che cosa fa? Che cosa sta facendo qui davanti alle porte del Paradiso?» «Che cosa sto facendo?» Disse l'uomo, «Voglio entrare, ovviamente» e l'angelo gli disse «Mah, non mi pare che lei sia in lista per entrare. Voglio dire, lei deve stare qui fuori e aspettare che vengano a prenderla per portarlo altrove»
«Come portarmi altrove? Io merito il paradiso!»
«Ah, lei merita il paradiso» rispose l’Angelo «E va bene, se è così la faccio parlare direttamente col mio principale» E prese per mano l'uomo e lo portò direttamente fra le sfere più alte.
In questa luce intensa, sopra le nuvole pi+ alta c'era un profumo di fragole e c'era un vento leggero, una brezza che portava un tepore sottile e tutto era meraviglioso e la temperatura sulla pelle era era come un secondo vestito, un guanto perfetto, e si sentiva il rumore degli uccelli che cantavano e dell'acqua che sgorgava. Insomma un Paradiso assoluto, esattamente quello che qualcuno si potrebbe aspettare.
E così l'uomo fu portato direttamente di fronte alla presenza di Dio che non vi descriveremo, perché Dio è indescrivibile. Dovreste morire e vederlo per poterlo descrivere, e visto che noi non siamo morti e la storia ci è arrivata di seconda mano, possiamo dire che l'uomo incontrò Dio, ma noi non sappiamo come questo Dio fosse fatto.
Possiamo rappresentarlo, se volete, come una gigantesca e luminosissima noce di cocco. Badate bene, questo non è l'aspetto che dovete per forza immaginare per Dio, ma se non avete una un'immaginazione particolarmente fervida, potete visualizzare una noce di cocco grande come due autobus, uno sopra l'altro, ed estremamente luminosa.
Lo sapevate che la noce di cocco è uno dei simboli di Gesù? Comunque, ritornando alla storia, quest'uomo finalmente incontrò Dio e Dio gli disse: «Scusa, ma cosa ci fai qui?».
L'uomo rispose: «Sono morto e sono venuto in Paradiso».
Dio lo guardò bene.
«Mi ricordo la tua faccia, perché mi ricordo la faccia di ogni singola creatura sulla Terra, e non mi pare proprio che tu debba stare qui».
L'uomo era attonito
«Ma io sono andato a messa tutte le domeniche» Disse «e sono sempre stato attento a ricevere il messaggio di Dio, e a trasmetterlo agli altri»
Dio allora si infuriò.
«Come? Come sarebbe a dire? Io sono venuto a te, a parlarti direttamente di persona. E tu ogni singola volta mi hai rifiutato. Quindi che cosa ci fai qui?».
L'uomo si sorprese.
«Io non l'ho mai rifiutata, Vostra Altezza ed eccellenza. Io, io sono sempre stato un vostro fedele servitore».
Allora Dio prese dal terreno una manciata di di terriccio, e in questa manciata di terriccio umido c'era un verme.
Subito l'uomo disse: «Ah, un verme dunque. E per farmi capire che avrei dovuto essere più umile, come un verme della terra»
E Dio gli disse: «No, sciocco, no, non è per niente questo. Il fatto è che io sono venuto da te con questa forma»
L'uomo lo guardò attonito.
«Con la forma del terreno, Signore?»
«No, stupido» rispose Dio «Con la forma di un verme. Sono venuto da te come l'umile lombrico l'umile lombrico che non fa mai del male a nessuno, puro e innocente dal giorno della sua nascita al giorno della sua morte, il Lombrico che porta agli umani solo terreni sciolti e fertili, la mia benedizione, il mio patto fra la natura e voi. Io sono venuto a te come l'umile verme per portarti la gioia. E tu che cosa hai fatto? Hai preso e mi hai schiacciato, rifiutando per la prima volta il mio patto»
«Ma… ma io non lo sapevo» disse l'uomo
«Eh, non lo sapevi, come sarebbe a dire che non lo sapevi? Quando qualcuno ti parla chiaro, tu non lo capisci, perché è quello che il verme dice, il verme è lì da te per offrirti un servizio perfetto. Niente malizia e solo vantaggi»
«Eh non lo sapevo» insistette l'uomo.
Dio allora alzò una mano e sulla mano si posò una piccola ape dorata.
«Sono venuto da te come un'ape. L'ape che grazie al suo lavoro incessante impollina i fiori e che produce più miele di quanto ne possa mangiare, perché anche tu possa godere di questa dolcezza, perché anche tu possa nutrirti del lavoro di qualcun altro. Ecco, anche lì era un mio segno. Sono venuto a te per darti la mia amicizia e per chiederti se era quello che desideravi. Così tu hai visto l'ape posata sul davanzale della tua finestra, hai arrotolato un giornale e mi hai uccisa».
L'uomo era imbarazzato, mortificato.
«Non non lo sapevo, mio Signore» Disse.
Dio lo guardò storto e lasciò volare via l'ape.
«Beh, non è finita qui, disse una volta sono venuto a te come cane, un cane che ti aveva preso a cuore e che desiderava fare la guardia al tuo giardino non avrebbe mai permesso ai malintenzionati di entrare. Tutto quello che avrebbe fatto era darti la sua fedeltà, il suo amore incondizionato. E tu che cosa hai fatto? Poiché non ti piaceva che il cane perdesse pelo o che si sdraiasse davanti alla tua porta, hai fatto una polpetta avvelenata e gliel'hai data e mi hai ucciso per la terza volta».
L'uomo adesso era visibilmente paonazzo.
«Eh, io non lo sapevo» disse
«Eh, ma tu non sai niente» rispose Dio «Com'è possibile questa cosa? Io continuo ancora e ancora e ancora a venire da te con chiari segni della mia amicizia, e tu ogni volta mi uccidi. Per fortuna tua sono un Dio e perdono, però tre volte sono anche troppe. La cosa è che sono arrivato da te anche una quarta volta»
«Una… una quarta volta?
«Sì. Sono venuto a te come ragno delle cantine. Non avrei potuto essere più adamantino riguardo all’amicizia che ti offrivo: creatura innocua per te, ma flagello degli insetti molesti, mi ero appostato in un angolino dove potevi a malapena vedermi e ho tessuto con impegno la mia trappola e casa. E tu cosa hai fatto? Mi hai chiamato schifoso, hai distrutto la mia casa e mi hai schiacciato con il piede»
«Ma… ma era solo un ragno...»
«Le parole che usi non hanno senso. E se io dicessi “era solo un patto d’amore”? Se dicessi “era solo il mio messaggio per te”? Non ha forse lo stesso significato di “ragno”?. E come se non bastasse, anche se ormai non avevo speranze per te, ci ho provato ancora… e sono venuto da te, come bruco geometride»
«Bruco geometride?» Domandò l'uomo «E che cos'è?».
Subito Dio si abbassò e prese dall'erba fresca che cresceva ai suoi piedi una piccola creatura, un bruchino verde che camminava in modo buffo, contraendosi e allargandosi come il compasso di un geometra.
«Questo poi...» Disse «… Non sai neanche i nomi delle creature del mio creato. Questo è un bruco geometride ed è ed era lì per farti sorridere con i suoi movimenti buffi. E un giorno sarebbe diventato una farfalla che avrebbe potuto insegnarti molto sull'arte del volo e sulle relazioni che esistono fra le piccole creature. Avrebbe potuto farti sorridere, oltre ad impollinare i tuoi fiori. E tu che cosa hai fatto? L'hai visto sul bordo di una di una foglia di lattuga e lo hai schiacciato. Questo questo io non posso perdonarlo poiché per già tre volte ti avevo perdonato. E infine ti ho mandato il più piccolo e colorato dei miei figli e anche lui creatura adorabile che non poteva farti nulla di male. Anche lui tu hai ucciso. Era chiaro a quel punto che cosa desideravi. Ognuno di noi crea il suo paradiso nel momento in cui tu tratti qualcun altro. Con le scelte che hai fatto nella tua vita, hai plasmato il luogo che ti avrebbe accolto dopo la tua morte. Perciò tu hai scelto un mondo in cui il suolo non è sciolto e fertile. Ma duro e freddo e inospitale per la vita. Non hai scelto un luogo dove la frutta è dolce e matura, ma un luogo dove ogni fiore non porta frutto. E non hai scelto un luogo protetto e pieno di amici, ma un luogo senza guardiani e senza amore. E infine hai scelto di ripudiare persino le piccole cose, le piccole gioie che rendono la vita degna di essere vissuta».
Dio, circondato di ogni sorta di creature, si abbassò per incontrare gli occhi dell’uomo.
«Vedi» Disse «Inferno e Paradiso non sono completamente separati ed è solo il nome che noi diamo a questi luoghi. Alla fine siamo noi a sceglierli e tu con le tue azioni hai scelto quello luogo, un luogo freddo e buio, senza gioia e senza amore. Magari ti ci troverai bene visto che lo hai scelto. E anche se i nomi di questi luoghi che non sono completamente separati, anche se non sono paradiso e inferno, di certo quello che ti sei scelto tu, io non lo chiamerei paradiso».




E l’uomo si ritrovò in una pianura sterile e dura, senza frutta e senza fiori, senza amici, sotto un sole bruciante, punto da nugoli di zanzare, infastidito da sciami di mosche.

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Published on October 13, 2024 12:44

October 1, 2024

Settembre 2024 - Cosa abbiamo creato?

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Published on October 01, 2024 08:12

September 15, 2024

La Teoria dei Superboomer

(Did you get lost, wanderer? If you're looking for this page in English, you can find it HERE once it's ready!)


La Teoria dei Superboomer è un saggio socio-biologico scritto dal cantante, scrittore e supereroe Hawk Storm agli inizi della sua carriera.

Nel libro, Storm ripercorre la storia dei poteri umani, con particolare enfasi sulle testimonianze che vengono dal Rinascimento in poi, periodo in cui, a suo avviso, il giudizio popolare è meno offuscato dalla superstizione e dalla sofferenza di una vita incertezza; affidandosi anche a numerose osservazioni personali e testimonianze contemporanee, lo scrittore teorizza che l'Homo sapiens excitavit si stia adatttando alla presenza genetica di abilità straordinarie in maniera sempre più efficiente e rapida, causando la comparsa di poteri innati crescentemente più forti e stabili in ogni generazione umana.

Quelli che solo anni prima sono considerati "superpoteri", abilità miracolose che al loro manifestarsi sorprendono la comunità scientifica, diventano poi poteri comuni entro una generazione, che avrà altri, più grandi meraviglie di cui stupirsi.

La Teoria dei Superboomer prende il nome dalla generazione successiva a quella in cui è nato Storm stesso, i superboomer appunto, che nel libro lo scrittore teorizza essere per conseguenza logica la generazione capace di sfornare gli umani più straordinari mai nati fino a quel momento, più abili e forti, persino mentalmente più consapevoli e maturi, maturità data sia dall'accessibilità delle informazioni data dai media moderni, che gli danno sin da piccoli almeno un quadro sommario del mondo che li circonda sin da piccolissimi, sia dalla responsabilità che viene dal gestire un potere così grande.

Ricezione ed eredità culturale

Il saggio venne recepito in maniera calorosa dal pubblico, riscontrando un grande successo e catturando l'attenzione e l'approvazione anche di giovanissimi lettori e lettrici. Già poche settimane dopo l'uscita, La Teoria dei Superboomer era considerato un saggio celebre e la rivista Spaces lo ha listato nella Top 20 dei libri più influenti degli anni '90.

È stato citato spesso come fonte o ispirazione in opere successive alla sua pubblicazione. Una delle opere che si sono apertamente ispirate al saggio più popolari è "Super-ka-boomers" della dottoressa Nikolli, madre della teoria dell'umanità magica.

In seguito alle prove empiriche collezionate negli anni, la teoria dei superboomer di Storm è ormai supportata da una buona parte della comunità scientifica.

ControversieIl libro è andato incontro ad una leggera controversia, dovuta al fatto che alcuni lettori hanno trovato di cattivo gusto il modo in cui Hawk Storm ha parlato dell'alta mortalità infantile tra le persone con minus poteri, definendola come uno dei fattori che ha portato al rapido miglioramento nella forza e la gamma dei poteri rimuovendo immediatamente geni pericolosi dalle linee di sangue.
Inoltre, il giornalista Jordan Assman ha definito l'approccio di Storm all'argomento come un "tentato totalitarismo generazionale", per cui l'autore auspica ad una completa sottomissione delle vecchie generazioni a quelle nuove senza tenere conto dei meriti personali.
Storm ha affrontato entrambe le controversie pubblicamente, sia in interviste che in programmi televisivi. Mentre ospite del talk show di Luciana Laterizi, ha affermato:"I giovani sono il futuro, saranno loro a prendere le redini del mondo. È una cosa che sappiamo tutti, è un luogo comune, praticamente. Nel libro io porto fatti, non è colpa mia se le vecchie generazioni non riescono a rassegarsi ed ammettere che quelle nuove non solo stanno facendo meglio di quanto abbiamo fatto noi, ma sono meglio di quanto siamo stati noi. È la natura dell'evoluzione, ed ognuno di noi ha il compito di sostenere la gioventù che verrà, così come dovranno farlo loro un giorno quando le loro figlie e figli cresceranno.Di come sia stato preso il mio commento sulle person con minus poteri invece io mi dispiaccio, perché forse avrei dovuto usare più delicatezza, non era assolutamente mia intenzione dare l'impressione che la loro sfortuna io la ritengo una cosa buona".
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Published on September 15, 2024 09:39

September 1, 2024

Agosto 2024 - Cosa abbiamo creato?

Agosto 2024 è finito: Ecco cosa abbiamo postato online questo mese, grazie anche al supporto dei nostri beneamati patrons!


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Published on September 01, 2024 09:06

August 13, 2024

La classifica globale incredibile super-inclusiva di tutti i film mai visti dai Cactus di Fuoco


Siore, siori e tutto ciò che c'è nel mezzo, benvenuti alla classifica in continuo aggiornamento (sì, continuo, perché ogni volta che guardiamo un nuovo film, il suo titolo finirà proprio qui, in questa classifica) di tutti i film che abbiamo mai guardato.

Vi siete mai chiesti cosa ne pensiamo (in breve) del vostro film preferito? State cercando qualcosa di nuovo da guardare con gli amici/amanti/nemici questa sera? Allora siete nel posto giusto!

Ma bando alle ciance ed ecco la classifica dei film destinata a diventare la più lunga del mondo! Quale sarà il miglior film mai creato, secondo i Cactus di Fuoco? E quale il peggiore?

(Nota: ovviamente, come per tutte le recensioni spinose, non c'è alcuna pretesa di obiettività e tutto è terribilmente, schifosamente personale. Ma noi non facciamo mica i critici cinematografici di lavoro, eh, scusate).

Antonio Gatteras
Il gatto con gli stivali 2 - L'ultimo desiderio

(film del 2022 diretto da Joel Crawford)
Gatto ansioso, gatta ladra e canetto brutto scappano da lupo che fischia. Film che ci insegna come gestire un attacco di panico. Orsi napoletani attaccheranno briga, ma solo perché amano la loro figlia.
Il villain ha i capelli rosa, non proviene da nessuna vera favola, e lo renderà un problema di tutti. Film di animazione per tutta la famiglia, compresi i vostri cuginetti con gli occhi a forma di Ferrari.
Nota: quando diciamo "per tutta la famiglia", non intendiamo semplicemente che non ci sono scene uh-uh, ah-ah e sanguinose, intendiamo che dovete sedere sul divano e fare guardare questo coso a tutta la famiglia. Piacerà pure alla nonna, se non è una nonna scema.

[image error]Bella, sono la
pelle del killer
Twilight
(Film del 2008, Regia di Catherine Hardwicke)
Un vampiro ha la pelle da killer. Una ragazza loca si trasferisce in un posto che la rende triste e moscia. Tutti gli esseri umani, tranne la protagonista, non sono importanti. Gli esseri immortali non hanno niente da fare che non sia andare a scuola per il resto dell'eternità.
E tu? Tu hai l'ait?
Bella ce l'ha. E non è una cosa bella.
Film per adolescenti sbaciucchienti che amano sentirsi dire che il ragazzo che amano vuole mangiarli, ma anche per donne di mezz'età che si sono scordate cosa vuol dire essere adolescenti e non vogliono ricordarselo in maniera realistica. Per monsterlovers poco esigenti a cui basta un brillantino.

Ch-chi siete voi?!
Eragon

(film del 2006 diretto da Stefen Fangmeier)
L'ultimo film mai pubblicato in VHS: un tale capolavoro che dopo di esso, hanno deciso che un intero formato di registrazione non dovesse esistere più.
C'era una volta una Saphira con le piume, che diceva "Aaaaragan, sei un cavaliera dei dragha". Adattamenti mozzafiato (aiuto, non respiro), colori così sbagliati che il pomolo della spada, che deve essere rosso, è blu ed è in primo piano nel poster. Elfi senza orecchie a punta. Cantastorie che non cantano storie. Ragazzi bruni con i capelli biondi. I famosi urgali, guerrieri dotati di corna, hanno le teste lisce come bocce da bowling. Re eternamente giovani, purtroppo ormai vecchi e pelati.
Ma soprattutto, non ha mai avuto un sequel. Film per nessuno.

Il classico Disney
se fosse ordinato
su Wish... ah no?
 Wish
(Un "film" del 2023 diretto da Chris Buck e Fawn Veerasunthorn)
Ha due registi e nessuno dei due dovrebbe essere lì.
Una ragazza con capelli animati male decide che il re che esaudisce i desideri sensati dovrebbe invece morire di stenti nel tentativo folle di esaudire ogni singolo desiderio della capricciosa popolazione.
Il re dice no. Una stella caduta (Lucifero?) e una capra satanica (LUCIFERO?) la aiutano dopo un montaggio allucinato a fare qualcosa che non si sa bene. Il desiderio della ragazza è "avere di più di così", di certo un desiderio molto specifico. Canzoni sgrammaticate, galline che sparano uova mentre danzano, battute petifere e culose, cinepanettone per i più piccoli. Il re è universalmente considerato bono (anche in canon).
Film per nonne sdentate che non capiscono cosa stanno vedendo sullo schermo e per quelli che stannano la Disney e si fanno la pipì addosso dalla gioia ogni volta che vedono Pinocchio o Peter Pan.
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Published on August 13, 2024 15:16