Felicia Kingsley's Blog, page 3
November 14, 2021
Minimalismo a modo mio: il mio percorso per semplificare la mia vita

L'arrivo del bimbo mi ha fatto capire due cose: che il tempo che avevo prima e che credevo non mi bastasse mai, in realtà, era tantissimo;che la casa non è mai abbastanza pulita/in ordine.
Insomma, dal 25 marzo, oltre al lavoro, la mia vita è un ciclo continuo di pulizie e riordino senza soluzione di continuità (anche il mio compagno, in casa, fa la sua parte, tuttavia il tempo che resta è poco).
Via via che realizzavo che questa nuova routine era impossibile da spezzare, ho cercato di individuare le cause. Anzi, LA CAUSA: la roba.
Avevamo roba OVUNQUE: dispense piene, armadi pieni, cassetti pieni, scaffali pieni, ripostigli pieni.
In breve: avere tanta roba vuol dire avere più roba da pulire, più roba da riordinare, più roba che nasconde altra roba che ci serve e dobbiamo perdere tempo a stanare.
Ho sempre preso le distanze dal minimalismo, almeno, quello propinato dai social, perchè mi sembrava che troppo spesso sconfinasse nella privazione, nella miseria, nella gara a "io ho meno di te". A me non piace privarmi di ciò che mi piace, ho solo questa vita da vivere, e non intendo trascorrerla da eremita pauperista che dorme su un tappetino da yoga. Però, al netto degli estremismi, mi sono resa conto che forse, nella foga, ho (abbiamo) accumulato troppo.
Mi è scattata l'illuminazione a inizio settembre (da mesi ero già infastidita dal mio menage domestico troppo demandante) al nostro primo giro con il bimbo in camper al Lago di Garda. In camper abbiamo solo l'essenziale, causa spazi compatti e praticità necessaria, eppure abbiamo vissuto 4 giorni senza che ci mancasse nulla.
Chiaro che il camper, a differenza della casa, non è fatto per viverci a lungo, però forse una via di mezzo era possibile.
Quando siamo rientrati ho capito che dovevo fare due cose: smaltire il superfluo e riorganizzare il necessario.
E svuotando l'armadio mi sono resa conto che di 2 ante straripanti, indosso sempre le solite 5 cose; di un armadietto del bagno debordante di prodotti, uso ormai quei 5/6 da mesi. Che una cucina attrezzata per girarci Masterchef era troppo per me che non dovevo cucinare quaglia ripiena con polenta di topinambur, riduzione di ribes e spuma di funghi Shitake... eppure avevo un sifone. Perchè? Non ho mai sifonato nulla! Eppure l'avevo comprato perchè metti che un giorno sifonerò, ce l'ho già.
In poche parole: l'80% delle cose presenti in casa era perchè "non si sa mai", il restante 20% lo usiamo ma di questo, solo il 10% ci è necessario.
Non voglio vivere con solo il 10% ma quell'80% mi stava soffocando, così ho fatto ciò che dice Marie Kondo: ho ringraziato gli oggetti che non desideravo più tenere e li ho lasciati andare.
Però non è una cosa che si fa da un giorno all'altro. Come dice il titolo, è un percorso. Si comincia lasciando andare una cosa, poi un'altra, ci vogliono mesi. Ho iniziato a settembre e ora, a metà novembre non ho ancora finito. Chissà quanto ci vorrà, però di una cosa sono sicura: mi piace sentirmi più leggera ogni volta che un oggetto se ne va (viene donato, regalato ad amici, rivenduto e in alcuni casi buttato). Questo perchè è una cosa in meno di cui occuparsi.
Ma quindi, ora non comprerò mai più nulla in vita mia? No, come ho detto non sono né credo diventerò mai minimalista, ma comprerò in maniera più consapevole e principamente ciò che è destinato a consumarsi e quindi a non restare in casa per tutta la vita. Esempio: le Yankee Candle. Le adoro, sono una coccola per me; un minimalista mi direbbe che le candele sono supreflue ma siccome mi fanno stare bene, continuerò a prenderle, perchè comunque si consumano e nel giro di qualche settimana non le ho più. Oppure gli infusi: ne bevo a litri, quindi non rappresentano un "ingombro". Però ecco, ognuno deve tararsi sulle proprie necessità: io ormai mi trucco pochissimo, quindi anche se sono in sconto al 50% non comprerò una palette Naked Urban Decay perchè so che non la userei.
Insomma, tutto questo pistolotto per dire che a volte il benessere non è avere di più, ma di meno (e meglio, valorizzando la qualità e non la quantità).
October 17, 2021
Playlist dei miei romanzi

Vuoi ascoltare le canzoni che mi hanno accompagnata e ispirata nella stesura dei miei romanzi?
Ho creato le playlist su Spotify, clicca sulle copertine per aprirle!
Buon ascolto!









September 25, 2021
Come trasformare una fanfiction Wattpad in un romanzo
"In che senso trasformare? Non basta unire tutti i capitoli e pubblicarla su Amazon?"
No.Altrimenti, quelle su Wattpad sono tutte dei romanzi.Dopo aver letto diversi romanzi che in origine erano fanfiction (pubblicate su Wattpad o altri siti) ho pensato di riassumere quelli che per me sono passaggi chiave per far maturare l'opera da una forma all'altra.Prima che qualcuno s'inalberi al grido: "ke ne say tuuuuuhhhhh?! Tu nn skrivi fanfikscioooooo!", premetto che non le scrivo ORA, ma dai 16 ai 25 anni le ho scritte su EFP, quindi, anche se ora non "esercito" più, un po' di esperienza sul campo l'ho raccolta.Partiamo dicendo che i problemi principali della fanfiction e che saltano all'occhio quando esse vengono ripubblicate come romanzi sono:la lunghezza;la ripetitività;la frammentarietà;la vaghezza;le forzature.La causa di queste 5 tare è principalmente l'origine e il funzionamento della piattaforma. Wattpad è un social, funziona come tale, con i numeri: chi ha più follower, chi ha più views (dicesi anche letture), chi ha più recensioni, quanto più è salvata la storia quindi l'autore, per dare visibilità alla storia spesso cerca di mettere in atto strategie che lo favoriscono. Tipo quali: una storia di pochi capitoli avrà meno letture di una con più capitoli, questa è un'equazione matematica, quindi la tendenza è allungare la storia il più possibile. Oppure si chiede ai follower di arrivare a tot views per pubblicare il capitolo successivo (una volta lessi proprio "Finché non arriviamo a 100mila views non pubblico il nuovo capitolo") oppure capitoli bonus promessi in base al numero di recensioni ricevute, oppure "Se arriviamo a X views faccio mettere insieme il personaggio X con il personaggio Y". Insomma, la fanfiction è un po' serva delle letture e luna volta trasformata in romanzo si sente.Ecco 6 cose da fare per dare alla fanfiction la forma (e la leggibilità di un romanzo):1 - TAGLIAI romanzi ex fanfiction spesso arrivano a 1 milione di battute, ma a meno che non abbiate scritto Guerra e Pace, la storia va dimezzata. Cosa??!?!? Sì, dimezzata. Toh, 600mila battute al massimo ma poi basta. A finire nel cestino saranno tutti quei capitoletti scritti solo per aumentare l'hype in vista di un plot twist, ma che non servono davvero alla trama.2 - VIA I FANSERVICETogli tutte quelle cose fatte per compiacere i lettori al fine di ottenere più views (tipo relazioni o rotture forzate etc... etc... etc...), se la storia prende una piega forzata, nel romanzo si sente. Se avevi in mente altro, per quei personaggi, dai vita alla tua voce di autore, non di adulatore.3 - DAI UNITA' AL TESTOSpesso i romanzi ex fanfiction risultano frammentari, un po' come pezzi di puzzle diversi assemblati male, che rendono difficile vedere la figura intera. Questo perché spesso le ff vengono scritte anche sull'arco di anni, prese, abbandonate, riprese, messe in stand by, riproposte in chiave diversa e tutto ciò nella lettura globale si sente. Cambia il ritmo narrativo, le caratterizzazioni dei personaggi, lo scorrimento dell'asse temporale, personaggi che spariscono nel nulla perché non servono più, quindi il lavoro dell'autore è di riprendere tutti i fili pendenti e chiudere i buchi nel maglione.4 - TOGLI I RIASSUNTILe fanfiction vengono portate avanti per settimane, mesi, a volte anni, quindi l'autore spesso inserisce a inizio capitoli un riassunto stile "Nelle puntate precedenti..." ma in un romanzo crea uno spiacevole effetto deja-vu, dato che invece il tempo di lettura è più contratto. Al lettore di romanzi non servono, quindi via.5 - CARATTERIZZA I PERSONAGGISpesso le ff hanno come protagonisti personaggi famosi (cantanti, attori etc etc) e quindi, essendo noti, rendono inutile una caratterizzazione perché i lettori (spesso fan) sanno vita morte e miracoli del personaggio X. Oltre a cambiare il nome (perché non potete lucrare usando i diritti d'immagine di un'altra persona la cui vita non vi "appartiene") bisogna anche rendere vivo il personaggio che altrimenti sarebbe solo piatto e stereotipato.6 - APPROFONDISCI IL CONTESTOIl contesto della storia non è solo un contenitore random in cui buttare i propri personaggi a fare le cose che abbiamo in testa (Voglio che X abbia una relazione con la sua professoressa... ok, allora facciamo che siamo in un college), ma serve a dare credibilità alla storia. Cerchiamo di non farlo sembrare solo uno sfondo dipinto con le tempere o un cartellone con scritto "college", proviamo a ricreare le atmosfere e la dimensione del contesto. Come i personaggi, non deve risultare piatto, altrimenti sembra solo una scenetta di burattini.
Sono un sacco di cose e un sacco di lavoro ma, ehi, vuoi far diventare la tua storia un romanzo, lo sai che gli autori riscrivono i propri romanzi 2, 3, 4 e passa volte? Già, ecco questi consigli servono a rispettare il tuo lavoro e dedicagli l'impegno che merita.
August 5, 2021
10 libri da leggere per scrivere meglio

Non si può scrivere un romanzo solo con l'ispirazione, non si può scrivere un romanzo solo con la tecnica.
Un romanzo scritto con l'ispirazione ma senza tecnica può trasformare una buona idea di partenza in un pasticcio mal raccontato.
Un romanzo scritto con la tecnica ma senza ispirazione è solo un esercizio di stile, perché non racconta nulla.
Se le idee non si possono imparare - o vengono o non vengono - la tecnica sì, ed è uno strumento che ci aiuta a trasformare la sola idea in un pensiero concreto.
Ecco qui una serie di libri utili da leggere, per chi vuole acquisire, appunto, la tecnica (ricordandoci sempre che la miglior scuola di scrittura rimane sempre la scrittura stessa, per mettere in pratica ciò che impariamo).On writing: autobiografia di un mestiere, Stephen KingIl dizionario delle emozioni, Luca PanzanellaL'arte di costruire un romanzo, Elizabeth GeorgeElementi di stile nella scrittura, William Strunk Jr. Lezioni di scrittura creativa, Gotham Writers' WorkshopDialoghi. L'arte di far parlare i personaggi,Robert McKee Story. Contenuti, struttura, stile; Robert McKee La scienza dello storytelling, Will Storr Manuale di redazione. Vademecum per chi scrive, EdigeoLa correzione di bozze. Manuale per la revisione dei testi, Ferdinando Scala
Questi sono testi ad ampio spettro, ma riguardo ai generi specifici (giallo, rosa, fantasy) è necessario aver letto molti romanzi appartenenti a quel gruppo.
Ovviamente ci sono altri millemila testi, ma per iniziare, questi mi sembrano sufficienti.
July 31, 2021
Allattamento senza giudizi e pregiudizi: al seno o artificiale? Tutti i pro e i contro.

Ho girato tutto il web, ma quando ne ho avuto bisogno ho trovato solo articoli dal sapore giudicanti che facevano capire senza mezzi termini che allattare al seno è la via maestra e se passi all'artificiale devi essere proprio in fin di vita, altrimenti SEI UNA MADRE DI MERDA, MERITI CHE I SERVIZI SOCIALI TI LEVINO IL BAMBINO E CHE TU SIA PUBBLICAMENTE COPERTA D'INFAMIA IN PUBBLICA PIAZZA.
Ecco perché scrivo questo articolo: perché quando serviva a me, non l'ho trovato, finendo per passare le giornate in lacrime, sentendomi inadeguata e piena di sensi di colpa.
Diciamocelo, sarà pure il 2021, ma uno dei modi per abbattere e rimettere al suo posto una donna è farla sentire inadeguata, affondi che colpiscono particolarmente una neomamma che già è piena di dubbi e insicurezze di suo, sta affrontando i contraccolpi di un corpo in balia delle fluttuazioni ormonali ed è spaventata a morte dall'amore che prova per quella creaturina che dipende interamente da lei. Insomma, la condizione ideale per ridurla in briciole con una parola e la domanda "Perché non allatti al seno?!" (anche con quel vago tono di disprezzo che tra le righe dice "Sei l'ultimo anello della catena alimentare").
Lo scrivo chiaro e tonto: COME ALLATTARE VOSTRO FIGLIO E' UNA VOSTRA SCELTA E DIPENDE UNICAMENTE DALLE VOSTRE ESIGENZE.
Chiaro? Per tutti quelli che vogliono giudicare c'è giurisprudenza: 5 anni, dopodiché in bocca al lupo per il concorso.
Avendo allattato sia al seno, sia tirando col tiralatte e ora con l'artificiale credo di potervi dare una panoramica completa e obiettiva per farvi fare le vostre valutazioni.
Pro dell'allattamento al seno:
Avete sempre la pappa pronta per il pupo, questo vuol dire che a lui basteranno due vagiti e tac, arriva il seno. Una soluzione pressoché immediata, e a temperatura perfetta.Non avete in giro per casa biberon da lavare e sterilizzare, scorte di latte, non dovete ricordare scadenze o quando avete aperto il latte.Viaggiare è semplice, per i suoi pasti non dovete portarvi dietro nulla che non sia il vostro seno.Nessuna alzataccia, di notte basta che vi mettiate il bimbo nel letto e lui si attacca.Niente stitichezza, il bimbo avrà una regolare (se non addirittura abbondante) attività intestinale.Perdita di peso: produrre latte è un lavoro molto impegnativo per il nostro corpo, molte donne, allattando riescono a tornare ben in fretta al loro peso pre-parto (o addirittura anche un peso inferiore).La tetta è la panacea di tutti i mali, se il bimbo ha una crisi di pianto (che sia per noia, per sonno, per voglia di coccole), basta offrirgli il seno e lui si calma (magari ciuccia senza mangiare).Sui benefici del latte materno non mi dilungo, il web ne è pieno.Costo zero. Finché il bimbo prende il vostro latte, la sua alimentazione non costerà un centesimo.Se allattate con frequenza 2 max 3 ore, niente ciclo finché non svezzerete il bebè.Contro dell'allattamento al seno:Ragadi, tagli e tumefazioni del capezzolo: anche se il bimbo ha un istinto naturale a succhiare, in molti casi non si attacca bene causando ferite alla mamma. (Sì, ci sono ostetriche e consultori che fanno training, ma conosco tante mamme per cui comunque non ha funzionato).Equilibrare l'allattamento dal seno destro e dal sinistro. Molto spesso al bimbo piace una tetta e odia l'altra, quindi per nutrirlo alla svelta lo si attacca al suo seno preferito, lasciando l'altro pieno. O lo si tira per evitare che si ingorghi oppure si devono provare settordici posizioni finchè si trova quella che gli piace (ma quasi sempre, dal seno "cattivo" mangia meno che dal preferito).Non sai mai quanto mangia il bambino perché la tetta non è trasparente né graduata. Mangia tanto? Mangia poco? Boh. Molte mamme risolvono prendendo la bilancia neonatale e pesandoli tutti i giorni, ma se siete persone un po' apprensive, cadere in paranoia è un attimo.Zero ritmi: l'allattamento a richiesta funziona così, la tetta si dà quando il bimbo la vuole, che può essere a qualsiasi orario, con qualsiasi frequenza, a volte ciucciano 10 minuti, altre volte mezz'ora, a volte la chiedono dopo un quarto d'ora, altre volte dopo 2 ore... ecco perché bisogna mettere in conto di essere sempre nei paraggi nel caso abbia fame.Occhio alla dieta: non si hanno le restrizioni alimentari della gravidanza, ma comunque bisogna tenere un'alimentazione oculata e pulita dato che il latte è composto anche da ciò che mangiamo.Terapie off-limits: anche i medicinali sono un problema. Se per qualche motivo dovete fare delle terapie, o rimandate o interrompete l'allattamento. Io ho avuto una forte reazione allergica, avevo assolutamente bisogno di fare del cortisone quindi, non potendo ovviamente dare al bimbo latte al cortisone, ho dovuto tirare il latte per due giorni (altrimenti vengono gli ingorghi) e buttarlo. Molte ore ferme sul divano o sul letto ad allattare. Se come me avete un'attività che non potete abbandonare neanche per i primi sei mesi del pupo, non poter avere l'indipendenza di qualche ora per occuparvi delle vostre scadenze è un limite.Quasi impossibile uscire di casa sole: gli impegni che richiedono la vostra unica presenza, un viaggio di lavoro, o altro che duri più di mezz'ora senza portare il bebè con voi sono da depennare. Nessun altro può provvedere a nutrire il pupo tranne voi, potrebbe capitare che il bimbo non voglia stare in braccio ad altri (papà, nonni...) perché sa che è lontano dalla sua fonte di nutrimento (lui non può sapere che magari siete a un metro di distanza, sa solo che è stato privato della tetta a sua disposizione). Più che mammite, è tettite.Prima di parlare dei pro e dei contro dell'allattamento artificiale, sfatiamo un mito: il latte artificiale non è il male, non è in alcun modo dannoso né è più scarso rispetto il latte materno. Se così fosse, tutti i bambini cresciuti ad artificiale sarebbero deperiti o perennemente malati. Fortunatamente non è così, quindi è totalmente, assolutamente, serenamente alternativo al latte materno. Procediamo.Pro dell'allattamento artificiale:Programmabile: è più facile dare una routine al bimbo, impostargli degli orari pasti (esempio: con un bibe ogni 4 ore, il bimbo mangia alle 8 di mattina, alle 12, alle 16.00, alle 20.00, a mezzanotte e alle 4 di notte e poi da capo). In questo modo si creano anche delle finestre temporali per inserire impegni vostri, visite etc.Controllabile: se siete un po' apprensive come me, sapere sempre quanto latte ha bevuto il vostro bebè è una possibilità di serenità irrinunciabile. So quanto mangia ad ogni pasto quindi capisco se quel giorno è affamato o no, e se per più giorni mangia meno della quantità prevista per il suo mese di crescita chiedo al dottore. Non serve la bilancia.Niente integratori: il latte artificiale è già completo (Kooooosssaaaa? Sento già gridare le talebane dell'allattamento al seno senza se e senza ma, ma sappiate che nel latte materno manca la vitamina K, fondamentale per la coagulazione del sangue e al metabolismo osseo, e la vitamina D, essenziale per l'assorbimento del calcio, che quindi vanno integrati) quindi il pediatra non mi fa dare al bimbo le goccine di integratore k-D3 ogni giorno. Eh, già, so che è un bello smacco, ma il latte artificiale nutrizionalmente è completo quanto il materno.Potete delegare: con l'artificiale anche il papà può dare il latte al bimbo, regalando a voi un po' di riposo e permettendo al papà di ricavare anche lui qualche momento di intimità con suo figlio.Tranquillo con gli sconosciuti: ovviamente non parlo del primo che passa per strada, ma se date il bimbo in braccio a papà e nonni, difficilmente lui avrà una crisi di pianto perchè non gli viene l'ansia da "mi hanno tolto la tettaaaaaa".Potete lavorare: come sopra, se come me avete un'attività che non può essere messa in stand by, grazie al bibe potete affidare il bimbo a papà/nonni e riprendere il vostro lavoro. Siamo nel 2021, cerchiamo di sostenere l'emancipazione delle mamme, anzichè farle sentire dei mostri. Oppure potete andare dal parrucchiere a farvi fare un trattamento di 6 ore senza temere che il bimbo soffra la fame. Amiche mamme, sarà un periodo molto duro, vogliatevi bene e trovate tempo per rilassarvi e prendervi cura di voi stesse. Se sarete più rilassate e contente, anche il vostro bimbo lo sentirà.Alimentazione: potete mangiare TUTTO ciò che volete, zero restrizioni, anche tornare a farvi il bicchiere di vino a pasto o lo spritz. Via libera alle terapie se dovete fare cure o comunque fare dei trattamenti incompatibili con l'allattamento.Si usano meno pannolini: con il latte artificiale il bimbo fa la cacca una o due volte al giorno.Contro dell'allattamento artificiale:Mettere in conto almeno un minuto di pianto del bimbo mentre preparate il bibe e lo scaldate (20 secondi nel microonde). P.S. in casa il latte artificiale liquido è più comodo.Quando uscite di casa dovete premurarvi di portare SEMPRE con voi il thermos di acqua calda, un bibe pulito, il latte in polvere già dosato nel caso al bimbo venga fame (io ho preparato un bibe al Pinguino in macchina, senza appoggi, mentre eravamo in colonna in autostrada. Tranquille, è fattibile).Vi tornerà il ciclo abbastanza presto.Costa: bisogna mettere in conto dai 30 ai 40 euro a settimana per il latte (la spesa dipende dalla quantità che vi serve, se lo prendete liquido o in polvere e dalla marca che scegliete).C'è da lavare e sterilizzare i biberon dopo l'uso (molti si sterilizzano in microonde in 20 secondi, o comunque si buttano in una bacinella di con amuchina).Stitichezza: con il latte in polvere il bimbo potrebbe avere dei rallentamenti perché la cacca è più compatta quindi si sforza di più. Io uso il latte liquido che non presenta questo problema e quello in polvere solo se usciamo.Intolleranze: il bimbo potrebbe avere problemi di digestione o proprio di intolleranza, ma questo lo si scopre strada facendo. Oggi però ci sono i latti apposta per intolleranze o antirigurgito.Giudizi: per la società, una madre che dà l'artificiale al bimbo è da mettere al 41bis. Note a margine:Tirare il latte è un mix di pro e contro dei due metodi.A molte mamme che allattano al seno, per questioni di crescita del bimbo, viene affiancata la famosa "aggiunta", quindi anche qui c'è il mix di pro e contro.Coliche: ne soffrono sia i bimbi allattati al seno che quelli che prendono l'artificiale (Pingui, per esempio, non ne ha mai avute), quindi non dipende dal latte.
Chiudo dicendo che l'unica persona a cui spetta la decisione su come nutrire il bimbo è la sua mamma, ora che sapete, in maniera obiettiva, vantaggi e svantaggi potete fare le vostre valutazioni.
July 29, 2021
La valigia per il parto: cosa portare e cosa serve

Disclaimer: ogni reparto ostetricia ha le sue policy riguardo a cosa deve avere con sé la mamma, quindi come riferimento tenete sempre quello dell'ospedale dove andrete a partorire (chiedete la lista quando andate a fare una delle ultime visite). Però a mio avviso alcune cose, per esperienza necessarie, mancano sempre.
La prima cosa più importante che vi servirà per il parto e post-parto è L'ACQUA. Lo scrivo grande, per sottolineare che tutto il resto è secondario.Io l'ho scoperto a mie spese, perché nell'ospedale in cui ho partorito i distributori erano solo al piano primo e ostetricia al quarto, perciò non potevo fare su e giù in pieno travaglio, come non possono fare su e giù le pazienti allettate che magari hanno avuto un intervento ginecologico o semplicemente perchè... siamo stanche, perdio!In epoca Covid le restrizioni non permettevano alle partorienti di avere un parente assistente che potesse fare questo per loro, quindi eravamo abbandonate a noi stesse e alla sete.In travaglio l'acqua serve per tenere tessuti e mucose idratate (anche perché si suda come dei cavalli, l'acqua che si perde va recuperata).Nel post-parto l'acqua è alla base dell'allattamento, no acqua no latte, quindi per avere una buona montata bisogna bere.Verificate che nel reparto ostetricia dove andrete ci sia modo di avere tanta acqua e spesso, se così non fosse, portatevi una cassa da 6 bottiglie (non scherzo, almeno 2 al giorno ve le farete).
Ora veniamo alla valigia vera e propria!Alcuni ospedali impongono il trolley dimensioni Ryanair perché stia negli armadietti ma io ne avevo uno più grande e non ci sono stati problemi.Organizzazione è la parola chiave, se non tenete le cose separate avrete un gran casino e, sia in travaglio che con il bambino in braccio dopo, non avrete voglia di ravanare per trovare ciò che vi serve, quindi io ho diviso tutto con questi organizer.Nel mio organizer ho messo: una vestaglia, due camicie da notte da allattamento, una camicia da notte/T-shirt di poca importanza per il parto (anche se poi mi hanno fatta denudare) senza maniche perché le braccia devono essere nude per aghi-cateteri-flebo, calzini, no mutande (il perché tanto ve lo spiego dopo). Il reggiseno da allattamento io l'ho portato ma le ostetriche mi hanno consigliato di non usarlo perché con la montata può dare fastidio o favorire gli ingorghi.Nel beauty bagno ho messo: le mutande usa e getta comodissime (consigliate da Paola Chiozza) a mi avviso migliori degli assorbenti dell'ospedale che si muovono e si è sempre lì a metterli a posto. Elastici per capelli, fermacapelli, pettine, spazzola, spazzolino, dentifricio, colluttorio (tutto in travel size), un paio di burrocacao (tra allattamento e aria secca dell'ospedale vi serviranno), bagnoschiuma, shampoo e balsamo (sempre travel size), deodorante, asciugamano viso e corpo, crema idratante. Io non ho messo i trucchi, ma se per voi sono fondamentali fate un beauty a parte. Beauty per l'igiene intima: ASCIUGAMANI USA E GETTA perché con le perdite usare il bidè normale è impensabile, s'impregna di sangue e secrezioni rischiando di sviluppare colture di germi e poi ritrovarsi delle infezioni vaginali, ginexid (detergente ginecologico in spuma delicato e antisettico fondamentale se, come la sottoscritta, vi ritrovate con diversi punti), sempre consigliato dalla mia cara Giulia Mazzoni il vea oil bua lenitivo e cicatrizzante da spruzzare ogni volta che ci laviamo. In extrema ratio una crema per le emorroidi perché... be', spingendo, là sotto, può succedere di tutto.Beauty bimbo: 4/5 cambi completi composti da body, tutina, calzine e cuffietta (ciniglia in inverno, cotone in estate e caldo cotone in primavera-autunno), divisi in bustine con scritto nome del bimbo e della mamma. I pannolini dovrebbe fornirli l'ospedale, però mettete anche un pacco di salviette cambio e la pasta cambio.Organizer scarpe: ciabatte per fare la doccia e pantofole per girare.Miscellanee: un libro o il kindle, cuffie per ascoltare musica e/o guardare Netflix e Youtube sul cellulare senza disturbare la vicina di letto, e il CARICABATTERIE. Per il travaglio, momento in cui non potrete andarvene al bar, portatevi diversi snack (sani e leggeri, no una teglia di cannelloni) tipo: barrette ai cereali, monoporzioni di frutta secca (mandorle, noci, macadamia, anacardi...), frutta frullata, qualche bustina di zucchero se vi sentite svenire (o se come me, avete vomito continuo e non riuscite a mangiare nulla, ma dovete recuperare energie) cose così. Portatevi dei soldi ma non un patrimonio.Organizer per le dimissioni: un cambio abiti completo per voi e il sacco termico per il bimbo se è inverno.Allattamento: gli ospedali ne hanno ma sempre pochi, quindi se riuscite portate il vostro cuscino per l'allattamento; la crema antiragadi e le coppette assorbilatte. Se, come me, il vostro bimbo avrà bisogno dell'incubatrice, non riuscirete ad attaccarlo al seno ma per stimolare comunque la montata l'ospedale dovrebbe avere il tiralatte. Se non volete/potete allattare al seno informatevi se dovete portare voi biberon e latte artificiale.Cose amministrative: la vostra cartella clinica con tutti gli esami e le eco, fotocopia dei vostri documenti, tessera sanitaria; fotocopia CI e CF del papà, e se come me scegliete di conservare le cellule staminali del sangue cordonale portate il kit di raccolta e i documenti di autorizzazione alla conservazione.
July 26, 2021
Bimbo in arrivo: cosa comprare

DISCLAIMER: TUTTI GLI ARTICOLI INDICATI DI SEGUITO SONO STATI ACQUISTATI DA ME MEDESIMA E DAI MIEI FAMILIARI (NO SPONSOR, NO ADV, NO GIFTED, TUTTO PAGATO) TUTTI TESTATI DA ME SU MIO FIGLIO IN QUESTI SUOI PRIMI 4 MESI.
Comincio dicendo che ciò che è necessario per me, non è detto che lo sia per qualcun altro, le esigenze cambiano da famiglia a famiglia, ma se avete un bimbo in arrivo, o vostri amici/parenti stanno per diventare genitori, ecco una lista con tanto di link delle cose che ho acquistato io e che mi sento di consigliare.La culla: c'è chi usa direttamente la navicella del trio, chi la Next to me e chi come me che ha comprato una culla classica perché A: in casa non voglio che il bimbo dorma in una cosa che è stata portata fuori nello smog etc etc; B: abbiamo una camera da letto piccola per cui la Next to me non ci sta. Ho comprato la Chicco Baby Hug 4 in 1, che oltre a culla, diventa anche sdraietta, seggiolina e seggiolone, si alza e si abbassa a seconda della necessità e ha le ruotine, così me la porto anche in bagno. Ecco il link: Chicco Baby Hug 4 in 1; c'è anche la zanzariera (ma non è strettamente necessaria se avete già le zanzariere alle finestre o se il bimbo nasce in inverno) e il kit pasto per quando il bimbo comincerà a mangiare le pappe (non la userà più come culla). Materasso e coprimaterasso si acquistano a parte. Io non ho usato lenzuola ma mussoline di cotone.Il trio: ossia ovetto per la macchina, navicella (che poi diventa passeggino) e ruote. La giungla dei trio è sterminata ma io sono andata sul pratico, evitando di farmi travolgere da mode, trend, e ansie varie. Sapete perché? Perché nel 90% dei casi il trio lo si paga un rene (anche mille euro) e poi il pupo (e Pingui non ha fatto eccezione) vuole stare in braccio. Io ho comprato il trio IB Style Sole poca spesa ma qualità tedesca. Tanto l'ovetto lo userà max 6 mesi, idem la navicella, poi si usa a passeggino. Ora è obbligatorio anche il dispositivo antiabbandono quindi è da prendere, senza se e senza ma. Se il bimbo nasce in periodo autunno-inverno-inizio primavera conviene prendere il sacco termico per l'ovetto. Io l'ho acquistato il giorno prima di partorire, perché quando ho iniziato ad avere le doglie era una giornata particolarmente fredda. Io gli ho preso anche il sacco estivo per quando si va in luoghi con l'aria condizionata o per le sere d'estate con vento e/o guazza.Il fasciatoio: c'è chi non lo prende e cambia il bimbo sul letto, ma come ho detto noi abbiamo una stanza molto piccola, quindi ho cercato un fasciatoio da tenere in bagno, sul bidè. Ho preso questo della Brevi e fa il suo lavoro. Ed ecco qui il consiglio di vita: se dovete fare un regalo poco impegnativo a una neomamma lasciate stare i vestitini, tanto con la taglia non ci si prende MAI. I kit cambio sono la vita: la crema pasta, le salviette, Kleenex, l'olietto, il talco di riso, il detergente, la fisiologica, le garze sterili, i telini igienici, le faldine di cotone e ovviamente i pannolini (super apprezzati da ogni mamma!). La taglia 1 la userete la prima settimana, forse la seconda, ma già dalla terza passerete alla 2 quindi fate scorta di questa e anche della 3. Io prendo gli Huggies ma con Pingui sono fortunata e a lui vanno bene un po' tutte le marche (Coop, Conad, Pampers, Lidl, Md, Esselunga... non ho riscontrato dermatiti, allergie, arrossamenti o problemi di tenuta). Ultimo ma non meno importante, se vivete in una casa senza spazio esterno per tenere i pannolini puzzoni: il mangiapannolino. Le ricariche originali costano un rene, quindi vi consiglio di comprarle una volta e poi conservare i dischetti di plastica e ricaricarle con i sacchetti compatibili. Il termometro digitale auricolare sarà il vostro migliore amico nei giorni di vaccino. Utile ma non essenziale il beauty neonato.Il latte: (attenscion, questo capitolo riguarda cose che scoprirete DOPO il parto) se allattate al seno serviranno sostanzialmente 3 cose: i salvacapezzoli in argento per evitare ragadi, la crema alla lanolina pura cicatrizzante e le coppette assorbilatte per non macchiare le maglie con le perdite. Se come me non avete modo di allattare al seno per questioni di lavoro, vi viene in aiuto il tiralatte. Io ho usato questo e mi sono trovata molto bene. Se invece dovete fare l'aggiunta o il bimbo prende l'artificiale vi straconsiglio i biberon della MAM perché, con questi, Pingui non ha mai avuto una colica (io ne ho 4, così da tenerne a disposizione sempre almeno 2). Poi prendete un contenitore capiente (sui 5 lt) da riempire d'acqua e metteteci la soluzione sterilizzante così li avete sempre puliti. In casa la soluzione ottimale è il latte artificiale liquido che in 30 secondi è pronto (io uso il microonde, altrimenti con lo scaldabibe servono almeno 10 minuti e il bimbo si innervosisce); mentre per le trasferte, onde evitare di dipendere da bar e ristoranti per chiedere di scaldare il bibe o darci il ghiaccio, io mi porto quello in polvere diviso già in dosi nel portadosi e l'acqua calda nel thermos (questo è una bomba, l'acqua sta calda quasi 24 ore, meglio ancora se tenuto nel suo portathermos) e una bottiglia di acqua a temperatura ambiente. In casa e fuori casa: premetto subito che ci sono bimbi che la amano e bimbi che la odiano ma la fascia Koala mi ha salvato la vita nella fase "voglio stare sempre in braccio". Lui dormiva e io avevo le mani libere. Sia per dargli il latte, sia per tenerlo a dormire in braccio il cuscino per allattamento lo trovo molto comodo e a volte ci dormo pure io. Se il bimbo, come Pingui, attraversa una fase di rifiuto della culla, questo nidone ci ha salvato da diverse notti/giornate insonni. Se dovete uscire, il pupo avrà bisogno di uno zainetto tutto suo con il kit cambio e pappa (se prende il bibe): a me hanno regalato questo della Mustela con fasciatoio portatile incorporato. Per le notti fuori casa, se non dorme in navicella, un lettino portatile è perfetto (a Pingu piace e ci fa dei bei sonnini), al quale appendere un organizer per il cambio.Giochi: c'è poco da fare, fino al terzo mese non servono quindi rimandate l'acquisto. Al 3 mese per intrattenerlo in viaggio o quando è in navicella ho preso questa giostrina universale.Vestitini: crescono veloci questi topini quindi prendergli 2000 tutine non serve. Bastano 7 body (apertura frontale meglio), 5 calzini e 7 tutine, tanto dopo un mese c'è da comprare roba più grande. Io mi sono trovata da Dio su Pat Pat, prezzi onesti, qualità buona, spedizione in 10 gg (basta aver cura di controllare che i vestitini siano al 100% in cotone). Le bavette di cotone invece servono come l'aria, tra sbavezzi e rigurgitini.Questo è quanto mi viene in mente, ciò che ho preso e ciò che mi sento di consigliare. Io ho trascorso la gravidanza in zona rossa quindi mi sono arrangiata principalmente on-line per gli acquisti, ecco perché ho tutti i link, ma quasi tutto ciò che ho messo si trova in negozi e supermercati.
Questione cameretta: fino a un anno di età la cameretta non serve davvero al bimbo ma è comodo avere uno spazio di "sfogo" dove stoccare tutte le scorte delle cose del bebè e per parcheggiare il trio, quindi niente fretta se non è perfettamente arredata entro il termine.
June 26, 2021
Social: autopromozione o autodistruzione?

Per promuover il proprio romanzo sui social, bisogna prima capire come funzionano i social e il modo migliore per assorbire le informazioni base è sempre il solito: guardare quello che fanno quelli già esperti, e pensare "cosa vorrei vedere io sul profilo di un autore?".
In particolare mi riferisco a Instagram, il social che al momento dà la maggiore visibilità e possibilità di raggiungere pubblico (se usato con creanza).
Dopo 5 anni sulla piattaforma, dopo aver commesso errori, essermi consultata con professionisti per capire come funziona il social e imparato passo passo quale fosse la miglior chiave comunicativa adatta al mio profilo, vi elenco tutte quelle cose che AMMAZZANO irrimediabilmente il profilo e che azzerano la credibilità dell'autore.
IL NICKNAME
Nickname incomprensibili: no codici fiscali, 8000 caratteri speciali, no nomignoli (tipo PotterLover o MrsGrey...).Mettere "autore-scrittore-author-writer" nel nick, tipo "Marco Neri Author". Avete mai visto un cantante scriversi "cantante/singer"? Jennifer Lopez Singer; Jennifer Aniston Actress? No.Il nome del vostro profilo NON deve essere il titolo del romanzo. Quando scriverete un nuovo romanzo che farete? Aprirete un nuovo profilo? E quando ne avrete scritti 20? Avrete 20 profili?No, neanche "real" e "official".Riassumendo: il nick deve essere il nome e cognome con cui firmate i romanzi. Fine. Nulla di più.
LA FOTO PROFILO
Le alternative sono due: o un vostro primo piano (che può essere una foto, un ritratto, una caricatura simpatica) o la cover del vostro romanzo.
LA BIO
Si deve capire cosa fate, cosa scrivete, lasciate perdere poesie o robe astruse, è QUI che dovete indicare che siete autori. Se avete un editore, scrivete il nome della CE, indicate il genere dei romanzi che scrivete, mettete il titolo della vostra ultima pubblicazione, e il link al vostro blog (se ne avete uno) o per acquistare il vostro romanzo. Queste sono informazioni essenziali che non possono mancare.
I CONTENUTI IN EVIDENZA
I famosi circoletti. Questi sono come avere story sempre attive e che non scadono dopo 24 ore. Divideteli per aree tematiche di cui 2 essenziali: chi siete e i vostri romanzi. In questo modo, chi visita il vostro profilo trova subito risposta alle due cose più interessanti.
I FOLLOWING
Non seguite il mondo. Vedo profili che seguono 5000, 6000 persone. Come è possibile? In un giorno interagite con 6000 profili? No, e Instagram lo sa e vi penalizza: per lui un profilo che segue tanta gente lo fa solo per avere il follow in cambio e quindi potrebbe ridurre la visibilità ai vostri contenuti. Non più di 1000 following e assicuratevi che siano profili con cui interagite nei post e nelle stories. Cosa ve ne fate di seguire gente di cui non vi interessa nulla?
IL FEED:
Segue elenco di errori che uccidono letteralmente il feed.
Post a mosaico: quelle foto spezzattate divise in 3-6-9 post. Non servono a nulla e azzerano l'engagement. Post carosello con la prima foto sempre ugualeFoto formato orizzontale.2000 selfie. Non siete Chiara Ferragni.2000 post con la copertina del libro. Che noia.Colori scuri, foto buie.Fotomontaggi caserecci (o sappiamo usare bene Photoshop o meglio lasciare perdere)Post in grafica digitale: IG è un social fotografico, non di cartellonistica.Foto prese da Google.Foto con watermark scaricate da Shutterstock e con le scrittine in trasparenza.Postare screenshot di Facebook o delle storyPostare screenshot delle recensioni AmazonLE CAPTION
Cose da non fare:
Scrivere caption chilometriche senza che esse abbiano un vero contenuto. Perché l'utente dovrebbe leggerla?Scrivere caption bellissime e lunghissime che continuano nei commenti. Nessuno va ad aprirsi i commenti per leggere il seguito.Scrivere in inglese o altre lingue straniere se ci si rivolge a un pubblico quasi interamente italiano.Mettersi emoji di risata da soli dopo una caption "simpatica". Sono come le risate finte nelle serie TV anni 80. Se serve un'emoji per far capire che bisogna ridere, allora la battuta non fa ridere.Non mettere la call to action, ossia non invitare le persone a commentare per interagire in maniera attiva con il proprio pubblico.Mettere link: non funzionano in maniera diretta e non si possono copiare.GLI # (hashtag)
Errori:
Non metterliMettere: like4like, follow4follow, followme e roba simile.COMMENTIErrori:Non mettere like ai commentiNon rispondere ai commentiCommentarsi da soli.STORIE:Non fare storie.Ricondividere in maniera selvaggia tutte le story in cui si viene taggati (esempio, il giorno del cover reveal. Chi guarda le nostre stories potrebbe scocciarsi di vedere 6000 volte la nostra copertina).Fare solo storie fotografiche.
PRESENZA:Non postare nulla per ere geologiche. Almeno un post alla settimana va messo altrimenti Instagram potrebbe togliere visibilità al profilo.Non rispondere mai ai messaggi per il motivo di cui sopra.Non comparire mai. A meno che non abbiate ragioni di sicurezza personale, non mostrarsi è controproducente. Il messaggio che passa è che credete così poco nel vostro lavoro che non avete il coraggio di metterci la faccia, allora non vale la pena che ci creda qualcun altro. ("E la Ferrante, allora?"... La Ferrante è la Ferrante, gioca in un altro campionato).Non interagire mai con i profili che seguiamo. Se non ci facciamo mai vivi con nessuno, come possiamo pretendere che qualcuno si interessi a noi.
FARSI CONOSCEREMandare messaggi privati copia incolla urbi et orbi chiedendo "Vuoi leggere il romanzo?".Mandare messaggi privati chiedendo "Ti ho seguito, mi segui anche tu?"Spammarsi nei commenti sotto i post altrui consigliando il proprio libro.FOLLOWERSu IG non si cresce in uno schiocco di dita e questo potrebbe portare alla tentazione di comprare un pacchetto di follower da 10k così da arrivare ad avere il famoso swipe up. Se lo farete, avrete sì lo swipe up, ma un profilo da buttare con un engagement sotto zero.Pagare un bot per fare follow/unfollw. Quando staccherete il servizio, vi ritroverete con il profilo cementificato, che non cresce più e prederete i follower che avete acquisito nel momento in cui voi togliete il follow a loro.Entrare in gruppi di aiuto reciproco (che poi vuol dire follow reciproco, like reciproci e commenti reciproci) per far sembrare il vostro profilo attivo e frequentato. Chi fa parte dei gruppi, si vede.
Questo, come vedete, è un elenco delle cose da non fare, se invece volete un vademecum di cosa fare per migliorare la vostra autopromozione vi consiglio di seguire un corso promosso dai servizi editoriali come l'Accademia della scrittura o il modulo di Edday dell'agenzia di Chiara Beretta Mazzotta realizzato da Lea Landucci e Alessandro Venturelli.
March 13, 2021
Vi consiglio un po' di libri

Spesso ricevo e-mail e messaggi in cui mi si chiede di consigliare un "romance simile a quelli che scrivo io" oppure un romanzo che ho amato molto.
Ho pensato di mettere qui tutti i miei consigli librosi, divisi per genere.
Cliccate sui titoli per leggere la trama:
ROMANCE CONTEMPORANEI
Mr Sbatticuore di Alice ClaytonQuestione di pratica di Julie JamesWedding girl di Raffaella PoggiCon le donne ho chiuso di John Dearie
CHICK-LIT
Di Elisabet Benavent (serie):
Nei panni di Valeria Valeria allo specchio Valeria in bianco e nero Valeria senza veliDi Sophie Kinsella:
Sai tenere un segreto? La ragazza fantasma La regina della casaROMANCE STORICI
Di Kathleen Woodiwiss (autoconclusivi):
Shanna Magnifica predaRosa d'invernoIl fiore sbocciatoIl lupo e la colombaCome cenere nel ventoIl fiore e la fiammaFiori sulla neveDi Julia Quinn (serie i Bridgertons):
Il duca e ioIl visconte che mi amavaLa proposta di un gentiluomoUn uomo da conquistareA Sir Philip, con amoreAmare un libertinoTutto in un bacioIl vero amore esisteGIALLI STORICI
Tutta la serie di gialli vittoriani di Anne Perry con protagonista l'ispettore PittTutta la serie di Ryhs Bowen con protagonista Lady GeorgianaROMANZI A SFONDO STORICO
I cigni di Leonardo di Karen EssexLa nascita di Venere di Sarah DunantIl petalo cremisi e il bianco di Michel FaberUn luogo chiamato libertà di Ken Follett
Di Julian Fellowes (autoconclusivi):
BelgraviaUn passato imperfettoSnobDi Philippa Gregory:
L'altra donna del reCaterina, la prima moglieLa regina della rosa biancaLa regina della rosa rossaLa futura reginaDi Jennifer Donnelly (serie):
I giorni del tè e delle roseCome una rosa d'invernoLa rosa selvaticaBIOGRAFIE E SAGGI
Open di Andre AgassiRoyal Wedding di Marina MinelliLa diva geniale di Marie BenedictLa vita effervescente di Madame Cliquot di Fabienne Moreau
December 9, 2020
L'abito fa il monaco: cosa fare e NON fare per creare una copertina

Partiamo da un concetto chiave: la cover non è un gioco.
Quando sento frasi del tipo: "Devo solo fare la cover"; "Mi manca solo la cover", a me viene la pelle d'oca.
Solo?!
Ti manca la carta d'identità del tuo romanzo, il biglietto da visita, ciò che farà scattare la prima impressione nel lettore.
La cover è importante tanto quanto il romanzo e va PENSATA. Vanno pensati i colori, quello dominante e quelli secondari; va pensata la composizione; va pensato lo stile grafico; va pensato il concept (cosa vuole comunicare la mia cover); va pensato il carattere dei testi.La cover è importante e come tale va trattata, sia che si stia parlando di un romanzo edito che uno self.Quando si entra in libreria per dare la famosa "occhiatina in giro", sono le cover a catturare la nostra attenzione prima ancora che siamo in grado di mettere a fuoco il titolo.Quando invece ci troviamo su uno store digitale, tipo Amazon, nel mare magnum di cover, solo alcune ci attireranno, mentre altre passeranno del tutto inosservate.Punto primo: la cover deve rimanere impressa nella mente del lettore, deve avere impatto visito (positivo, s'intende), essere identificante.Mio parere: se non si hanno competenze grafiche (livello medio alto; i collage con Picasa non valgono) è il caso di affidarsi a un grafico."Ma il grafico costa", sì costa, come tutti i professionisti, però stiamo parlando di qualcosa di importante, la veste in cui il nostro romanzo si presenta al mondo, quindi, ripeto, a meno che non siamo delle spade con Photoshop e/o Illustrator e/o InDesign, affidiamoci a un pro, così da non fare un paciugo.Di cover orrende in giro se ne vedono a bizzeffe e il mio pensiero, quando ne incontro una è: certo che se questo è il senso critico dell'autore sulla qualità della cover, figuriamoci il romanzo!Superficialità? Forse, ma una cover sciatta fa automaticamente del romanzo, un lavoro sciatto.Non posso fare un corso accelerato di PS qui su blog, ma se già conoscete il programma, vi invito a farvi una maratona di tutorial su YouTube così da allenarvi e acquisire manualità (se proprio proprio non avete modo di prendere un grafico).Il grafico può risolvere molti problemi, ma non fa miracoli. Nel senso che, siccome voi lo pagate, alla fine farà ciò che dite e se chiedete cose esteticamente opinabili, verrà fuori una cover orrenda comunque.In linea di principio, teniamo sempre a mente queste linee guida:Poche scritte. Sulla cover ci devono essere solo nome autore e titolo del romanzo, non altri 3500 strilli.Scritte leggibili. Non scegliamo font assurdamente complicati che, per leggere il titolo, si debba chiamare Alberto Angela per decodificare i caratteri con la Stele di Rosetta.Massimo due font (caratteri) diversi. Ho visto cover con titolo in un font; autore: altro font; la didascalia "romanzo" in altro font ancora; costa scritta con 2 font ancora diversi e trama, con... udite udite... altro font. Pacchiano, in più sembra che l'autore abbia le idee confuse.Font da NON UTILIZZARE: il comic sans, l'algerian, il papyrus, arial (non stai pubblicando una presentazione in power point).Non fate fare cose strane ai testi tipo capriole, spirali, arcobaleni etc... Niente WordArt per intenderci.Immagini: si acquistano su shutterstock o se non volete spendere nulla, su siti di immagini royalty free tipo pixabay o pexels.Non fate collage. No. Ho detto di NO.Abbinamento colori: i primari vanno accoppiati ai secondari opposti tipo giallo-viola; blu-arancio etc. Nel dubbio aiutiamoci con questo sito per imparare ad abbinare i colori CLICCANDO QUINon riempiamo troppo la cover facendola diventare un guazzabuglio confusionario. Deve avere un punto focale su cui si posi lo sguardo, un centro.Cover fotografiche: se vi sta passando per la testa l'idea di fare voi da modelli per la cover, la risposta è ancora come quella del punto 7. Neanche usando i vostri amici, o parenti... le foto caserecce si vedono a un chilometro.Cover grafiche: a meno che voi non siate un grafico di mestiere, il disegnino fatto a casa a mano carino carino, colorato con i pennarelli Carioca NO. "Ma mia figlia/sorella/nipote è così brava a disegnare". No. Le illustrazioni delle cover sono cose serie.E ascoltiamo il parere del grafico. Se ci dice che secondo lui una cosa non sta bene, probabilmente ha ragione.Sono 11 consigli antipatici, ma visto che questa rubrica è fatta apposta per dare suggerimenti concreti a chi vuole pubblicare il proprio romanzo e farlo nel migliore dei modi, anche i consigligli scomodi hanno una loro utilità.
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