Non è la luce Quotes
Non è la luce
by
Guido Tonini7 ratings, 4.43 average rating, 1 review
Non è la luce Quotes
Showing 1-9 of 9
“Certo che son belle le stazioni, non trovi?
Soprattutto quelle di provincia, soprattutto quando il sole sta calando e i lampioni si sono già accesi anche se c'è luce nell'aria. Mi piacciono i binari che si perdono all'orizzonte, le poche persone che passeggiano sul marciapiede, che ondeggiano sulla linea gialla, che parlano poco, pochissimo per niente, perché hanno altro da fare. Aspettare. Aspettare. Aspettare.”
― Non è la luce
Soprattutto quelle di provincia, soprattutto quando il sole sta calando e i lampioni si sono già accesi anche se c'è luce nell'aria. Mi piacciono i binari che si perdono all'orizzonte, le poche persone che passeggiano sul marciapiede, che ondeggiano sulla linea gialla, che parlano poco, pochissimo per niente, perché hanno altro da fare. Aspettare. Aspettare. Aspettare.”
― Non è la luce
“Ovviamente io non so esattamente da dove venga e dove vada il treno che stiamo aspettando, ma so che sta arrivando, so che sopra c'è una storia e so che questo mi basta. anche te!”
― Non è la luce
― Non è la luce
“Saremmo entrambi meno felici di come vorremmo o potremmo essere.”
― Non è la luce
― Non è la luce
“Verde è il più piccolo.
Ed è pieno di storie.
Così tante storie che sarebbe difficile sceglierne una da raccontare.
Così tante storie che per lui è difficile scegliere quella da vivere.
Potrebbe essere un poeta, o uno scrittore e io allora ti racconterei delle sue poesie e delle sue parole. Potrebbe essere un ingegnere , o un in un esperto di statistica e adesso si alzerebbe per snocciolare a moria tutti i dati che ha raccolto sul mondo e le impressioni che ha. Potrebbe essere un viaggiatore, zaino in spalla, che si è da mesi in un paesino in Siberia e non sa più come, quando e se tornare. Potrebbe essere un ragazzo qualsiasi, come tutti in cerca di una strada e di un futuro. Come tutti impaurito da un mondo cosi grande da far perdere il fiato. Verde di fiato non ne ha. Ha sempre ammirato quelli che avevano davanti una strada sola, quelli convinti, quelli che da grande voglio fare il medico e inizio a studiare anatomia dal primo liceo.
È tanto più difficile essere tante cose, essere tante storie.
Così difficile che a volte si può decidere di non essere.
Per non deludere nessuno, per non deludere il futuro, si può decidere di non far succedere esattamente niente. Questo è Verde. Seduto con le gambe a penzoloni sul ciglio della vita, quello che separa le scarpe da ginnastica, dalle scarpe del completo. Con una birra in mano e una ragazza a fianco che sa accarezzare i suoi dubbi, Verde guarda là in fondo i suoi tre amici che si sbattono, che crescono, cambiano, si sostituiscono a loro stessi ogni giorno ed è un processo affascinante, pericoloso e bello da guardare.
Come il nuotare solitario di una balena.
Splendida. Enorme. Spaventosa.
Il suo incedere smuove l'oceano e tutti i pesci in qualche modo si adeguano.
È. cosi bello osservarla da lì su, aspettando il momento giusto per tuffarsi, per perdere sé stessi nella corrente, insieme agli altri. I giorni però passano uguali e il momento non è mai quello giusto.”
― Non è la luce
Ed è pieno di storie.
Così tante storie che sarebbe difficile sceglierne una da raccontare.
Così tante storie che per lui è difficile scegliere quella da vivere.
Potrebbe essere un poeta, o uno scrittore e io allora ti racconterei delle sue poesie e delle sue parole. Potrebbe essere un ingegnere , o un in un esperto di statistica e adesso si alzerebbe per snocciolare a moria tutti i dati che ha raccolto sul mondo e le impressioni che ha. Potrebbe essere un viaggiatore, zaino in spalla, che si è da mesi in un paesino in Siberia e non sa più come, quando e se tornare. Potrebbe essere un ragazzo qualsiasi, come tutti in cerca di una strada e di un futuro. Come tutti impaurito da un mondo cosi grande da far perdere il fiato. Verde di fiato non ne ha. Ha sempre ammirato quelli che avevano davanti una strada sola, quelli convinti, quelli che da grande voglio fare il medico e inizio a studiare anatomia dal primo liceo.
È tanto più difficile essere tante cose, essere tante storie.
Così difficile che a volte si può decidere di non essere.
Per non deludere nessuno, per non deludere il futuro, si può decidere di non far succedere esattamente niente. Questo è Verde. Seduto con le gambe a penzoloni sul ciglio della vita, quello che separa le scarpe da ginnastica, dalle scarpe del completo. Con una birra in mano e una ragazza a fianco che sa accarezzare i suoi dubbi, Verde guarda là in fondo i suoi tre amici che si sbattono, che crescono, cambiano, si sostituiscono a loro stessi ogni giorno ed è un processo affascinante, pericoloso e bello da guardare.
Come il nuotare solitario di una balena.
Splendida. Enorme. Spaventosa.
Il suo incedere smuove l'oceano e tutti i pesci in qualche modo si adeguano.
È. cosi bello osservarla da lì su, aspettando il momento giusto per tuffarsi, per perdere sé stessi nella corrente, insieme agli altri. I giorni però passano uguali e il momento non è mai quello giusto.”
― Non è la luce
“Io non mi avvicino, odio i manichini. Soprattutto quando le luci delle vetrine sono spente. Sembrano così tristi, loro abbinamenti ricercati, nella posa precisa e immutabile, nella posa migliore. Grazie a quella perfetta posizione delle mani, qualcuno passando si fermerà e dirà caspita che bel vestito, l'ha comprato in questo negozio? sembra carino, quasi quasi lo compro anche io. È un oggetto che esiste solo nella speranza di essere guardato, il manichino, e l'attesa non ha riposo e il presente è fatto di niente, solo una combinazione di colori e di tagli e di stoffe che in futuro cambierà solo in funzione del giudizio della gente.
No, non mi avvicino, brutta compagnia.”
― Non è la luce
No, non mi avvicino, brutta compagnia.”
― Non è la luce
“Non cercare di riconoscere in che stazione siamo, in che città stiamo entrando o cosa ti ricorda quest'atmosfera. Spegni il vello e segui me, altrimenti rischi di perderti da queste parti. Rischi di perderti il meglio, il nuovo.
So che non è facile. Non lo è per niente.
Sfortunatamente,
Pare che gli esseri umani siano programmati per analizzare tutto sulla base dell'esperienza. Ogni cosa che vediamo o che incontriamo o che ci ospita la scomponiamo in concetti più piccoli, più facilmente analizzabili, in modo da poter riconoscere qualcosa di già visto. Qualcosa di noto che ci faccia sentire a nostro agio. Pensa poi alle volte che hai detto ehi, in questo posto ci sono già stato e non me ne ricordavo, che sensazione è quella?
Te lo dico io, è sollievo, è dire: ok sono salvo, so dove sono.
Il problema, il nostro limite, è che affrontiamo ogni istante in questo fottuto modo, con un occhio costantemente rivolto al passato. Quindi è perfettamente normale che tu stia cercando i tuoi punti cardinali nell'immenso atrio di questa stazione o nelle mie parole.
Però è perfettamente sbagliato.
È come quando un tizio che conosci ti racconta una vicenda che gli è capitata e ti dice ad esempio, ah sai sabato sono andato a una festa, ho bevuto troppo e a ritorno una volante mi ha fermato: multa per guida in stato d'ebbrezza! Tu lo ascolti, io lo ascolto, ma il pensiero va alle feste che ho vissuto, alle volte che ho guidato ubriaco e alle mie multe e quindi risponderò, ma tu pensa che storia interessante, sai mi è successa la stessa cosa proprio un mese fa...
NO!
No. No. No. Qui è il problema. Non è vero. Non mi è successa la stessa cosa, perché sono due eventi unici, mentre il nostro cervello ci vuol far credere il contrario. Tutta colpa dell'esperienza. O di chi ci ha programmato per essere macchine che non sanno apprezzare le novità, costrette a interpretare il nuovo solo sulla base del passato. E se passasse un drago sopra le nostre teste proprio adesso, per non impazzire diremmo che è solo una lucertola con le ali.
Quando penso che la meraviglia non esiste più, mi viene voglia di tornare bambino e toccare tutto per la prima volta. Il pavimento, il divano, i giocattoli, le mani rugose di mia nonna, la carta del primo libro illustrato, il profumo del caffè, quello dei capelli appena lavati di mia sorella, quello del mare...”
― Non è la luce
So che non è facile. Non lo è per niente.
Sfortunatamente,
Pare che gli esseri umani siano programmati per analizzare tutto sulla base dell'esperienza. Ogni cosa che vediamo o che incontriamo o che ci ospita la scomponiamo in concetti più piccoli, più facilmente analizzabili, in modo da poter riconoscere qualcosa di già visto. Qualcosa di noto che ci faccia sentire a nostro agio. Pensa poi alle volte che hai detto ehi, in questo posto ci sono già stato e non me ne ricordavo, che sensazione è quella?
Te lo dico io, è sollievo, è dire: ok sono salvo, so dove sono.
Il problema, il nostro limite, è che affrontiamo ogni istante in questo fottuto modo, con un occhio costantemente rivolto al passato. Quindi è perfettamente normale che tu stia cercando i tuoi punti cardinali nell'immenso atrio di questa stazione o nelle mie parole.
Però è perfettamente sbagliato.
È come quando un tizio che conosci ti racconta una vicenda che gli è capitata e ti dice ad esempio, ah sai sabato sono andato a una festa, ho bevuto troppo e a ritorno una volante mi ha fermato: multa per guida in stato d'ebbrezza! Tu lo ascolti, io lo ascolto, ma il pensiero va alle feste che ho vissuto, alle volte che ho guidato ubriaco e alle mie multe e quindi risponderò, ma tu pensa che storia interessante, sai mi è successa la stessa cosa proprio un mese fa...
NO!
No. No. No. Qui è il problema. Non è vero. Non mi è successa la stessa cosa, perché sono due eventi unici, mentre il nostro cervello ci vuol far credere il contrario. Tutta colpa dell'esperienza. O di chi ci ha programmato per essere macchine che non sanno apprezzare le novità, costrette a interpretare il nuovo solo sulla base del passato. E se passasse un drago sopra le nostre teste proprio adesso, per non impazzire diremmo che è solo una lucertola con le ali.
Quando penso che la meraviglia non esiste più, mi viene voglia di tornare bambino e toccare tutto per la prima volta. Il pavimento, il divano, i giocattoli, le mani rugose di mia nonna, la carta del primo libro illustrato, il profumo del caffè, quello dei capelli appena lavati di mia sorella, quello del mare...”
― Non è la luce
“«ll mio grande amore era di New York.»
«Ho viaggiato per più di venti anni.»
«Ci siamo persi perché era la cosa giusta da fare. Dicendo tanto la vita è lunga, il mondo è grande, per l'amore c'è sempre una buona occasione. C'è sempre tempo.»
«Ho viaggiato perché non sapevo fare altro.»
«Non è vero. Non c'è sempre tempo.» «Cosi facile andare via.»
«Si è cosi facile, quando ti abitui a farlo.»
«Quando ti abitui a salutare.»
«La prima volta è stata dura, sai? La prima volta che ho detto "addio, le nostre strade si separano»
«La prima volta è dura, ci si fa l'abitudine.»”
― Non è la luce
«Ho viaggiato per più di venti anni.»
«Ci siamo persi perché era la cosa giusta da fare. Dicendo tanto la vita è lunga, il mondo è grande, per l'amore c'è sempre una buona occasione. C'è sempre tempo.»
«Ho viaggiato perché non sapevo fare altro.»
«Non è vero. Non c'è sempre tempo.» «Cosi facile andare via.»
«Si è cosi facile, quando ti abitui a farlo.»
«Quando ti abitui a salutare.»
«La prima volta è stata dura, sai? La prima volta che ho detto "addio, le nostre strade si separano»
«La prima volta è dura, ci si fa l'abitudine.»”
― Non è la luce
“Poi ho questa fissazione che mi piace stare dal lato del finestrino, seduto nel senso contrario rispetto alla direzione del treno.
Questo modo, sai, tutto quello che c'è fuori da questa scatola di ferro scorre veloce. Non hai modo di anticipare gli occhi quello che sta per arrivare. Ed è una costante sorpresa. Mi piace molto.”
― Non è la luce
Questo modo, sai, tutto quello che c'è fuori da questa scatola di ferro scorre veloce. Non hai modo di anticipare gli occhi quello che sta per arrivare. Ed è una costante sorpresa. Mi piace molto.”
― Non è la luce
“Non è la luce. A mostrare, a scoprire, a far conoscere.
La luce è l'eccezione. La distrazione. È solo il dettaglio.
È il raggio che parte dalla torcia e disegna un tondo bianco sul muro.
Lo guido con la mano, lo faccio ondeggiare e il mio gatto lo vede, lo vuole, lo insegue.
Si meraviglia. Si batte, salta e lotta.
Si umilia.
Poi spengo la luce e lui è libero di sparire nel buio della stanza. Il mio gatto si salva nel buio.”
― Non è la luce
La luce è l'eccezione. La distrazione. È solo il dettaglio.
È il raggio che parte dalla torcia e disegna un tondo bianco sul muro.
Lo guido con la mano, lo faccio ondeggiare e il mio gatto lo vede, lo vuole, lo insegue.
Si meraviglia. Si batte, salta e lotta.
Si umilia.
Poi spengo la luce e lui è libero di sparire nel buio della stanza. Il mio gatto si salva nel buio.”
― Non è la luce
