L'alba dell'uomo Quotes

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L'alba dell'uomo L'alba dell'uomo by Carlo Alberto Pinelli
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“Se in passato sono state le differenze culturali a favorire l'intolleranza, il disprezzo e la finale degradazione dell'avversario a livelli subumani, dovrà ora essere sempre la cultura a far comprendere agli uomini come proprio nella diversità stia il carattere più autentico, il denominatore comune, del genere umano.
Ma per riuscire davvero ad instaurare con "gli uomini diversi da noi", un rapporto tollerante, privo di pregiudizi, di diffidenze, di nascosti sensi di superiorità o inferiorità, dobbiamo innanzitutto imparare a conoscere le loro originali culture, senza temere che questo significhi rinnegare la nostra.”
Carlo Alberto Pinelli, L'alba dell'uomo
“Il presidente del Senegal, il poeta Leopold Sedar Senghor, ci ha detto in un incontro: "Presto, non perdete tempo. Girate l'Africa nera, in lungo e in largo per ascoltare gli ultimi nostri cantastorie. Ogni vecchio griot che muore è una biblioteca che brucia".”
Folco Quilici, L'alba dell'uomo
“Tutti i gruppi di paleoculture della terra, anche i più sperduti e dimenticati, rivelano in ogni loro manifestazione un'eccezionale ricchezza di sentimento e una particolare vivacità di affetti. La vita di comunità rende assai naturale la manifestazione più profonda di questi e di altri sentimenti. Gli affetti familiari hanno sfumature delicate e si potrebbe dire che essi siano tanto più esemplari quanto più il gruppo appartenga a un tipo di civiltà arcaico.
[...]
Un tempo i selvaggi erano immaginati nell'atto di esprimersi a gesti con poche parole rudimentali; le lingue delle popolazioni primitive sono invece quando di più complesso e pregnante serva a descrivere le minime sfumature di ambienti, circostanze, sentimenti.”
Folco Quilici, L'alba dell'uomo
“Parole d'oltre un secolo fa, "Non hanno aspetto d'uomini". Sempre, l'identico equivoco di chi vede una popolazione primitiva nella luce sbagliata di un'umanità inferiore alla nostra, quasi ferina; quando invece si trata di gruppi umani diversi solo perché proiettati in una dimensione storica che non è la nostra. Tanto noi siamo corsi incontro al tempo in una vertiginosa sfida per annullarlo e superarlo con le conquiste di un progresso sopratutto meccanico, tanto i primitivi hanno invece rinunciato a questa gara, scegliendo una realtà immobile, uguale a se stessa giorno per giorno.
I primitivi: il mondo s'occupa di loro, oggi, perché sono un'alternativa, sono un'emblematica presenza accanto a noi a indicarci altre strade cui l'uomo poteva indirizzarsi iniziando la sua corsa nel tempo.”
Folco Quilici, L'alba dell'uomo
“Uomini che fino a ieri erano padroni del loro destino, in quella foresta che era il loro mondo, portano ora mucchi di rifiuti che s'accumulano nelle profonde buche scavate dai bulldozer; non è nemmeno l'integrazione del lavoro della miniera o nell'interno degli impianti. È un impiego che (sembrerebbe volutamente) lascia gli aborigeni ai margini delle strade dei bianchi e della loro civiltà. Non più liberi cacciatori, ma solo miserabili raccoglitori di rifiuti altrui. Per questo, forse, l'aver incontrato dopo questi gruppi "integrati" di Gove, i gruppi ancora liberi di Oenpelly ha avuto per me un senso particolare. È stato come avere la diretta misura del fenomeno che antropologi ed etnologi chiamano acculturazione; la misura di un assassinio culturale collettivo, in nome del progresso. La morte di civiltà diverse, siano esse quelle di centinaia di milioni di uomini - in Africa, nell'Asia del Sud, in America meridionale e centrale - sia quella di poche migliaia di individui come gli aborigeni d'Australia.”
Folco Quilici, L'alba dell'uomo
“Sciamani, veggenti, profeti: figure che si situano al principale crocevia del mondo religioso; là dove l'aspetto sociale della religione si interseca e si fonde con l'esperienza individuale più gelosa: l'estasi mistica.”
Carlo Alberto Pinelli, L'alba dell'uomo
“Il totemismo presuppone e regola una società divisa in un certo numero di clan che credono di trarre la loro origine da un mitico antenato comune, animale o vegetale. Il totem è il segno distintivo del clan, la sua bandiera; per questo viene venerato e rispettato. Generalmente i membri del clan evitano di cibarsi degli animali ai quali sono legati da parentela attraverso il comune avo totemico; però hanno l'obbligo di mangiarli durante particolari occasioni rituali; in quel caso si crede che il banchetto "antropofago" garantirà magicamente l'abbondanza della specie in questione; il vantaggio ovviamente andrà solo agli altri clan della tribù; i loro membri infatti potranno cacciare per tutto l'anno quell'animale, senza temere di vederlo scomparire.
Il totemismo ha dunque un significato sociale evidente: rafforza l'identità interna di ciascuno e ne sviluppa l'altruismo.”
Carlo Alberto Pinelli, L'alba dell'uomo
“Non esiste religione senza racconti mitici. [...] Il mito risponde alla necessità che ha l'uomo di capire quello che accade intorno a lui; nasce dal suo bisogno di dare un ordine comprensibile (non importa se vero o falso) alla realtà che lo circonda; grazie alla mitologia ogni religione acquista anche il significato importantissimo di una sistemazione globale del cosmo; ed è proprio questa funzione "conoscitiva" e sapienziale che divide più nettamente la religione dalla magia.”
Carlo Alberto Pinelli, L'alba dell'uomo
“Questo è il destino e la funzione dei miti: modelli immobili ai quali l'uomo guarda per dare un senso alla sua mobile storia.”
Carlo Alberto Pinelli, L'alba dell'uomo
“Le tradizioni e le regole ereditate dagli avi cominciano a spogliarsi agli occhi degli stessi nativi di ogni valore assoluto, anzi, spesso di ogni valore; dunque la loro trasmissione da una generazione all'altra finisce per apparire superflua e cade in disuso. Ciò provoca come riflesso immediato il crollo di tutta quella complessa rete di rapporti, di compiti, di emozioni stereotipe e di legami su cui si fonda ovunque il vivere sociale; e dunque dà l'avvio ad una crisi d'identità individuale e collettiva che si allarga a spirale, senza speranza.

Non c'è cosa più triste di una società in cui gli adulti non hanno più nulla da insegnare ai giovani e i giovani non sanno dove trovare modelli su cui costruire un'immagine non alienante di se stessi.”
Carlo Alberto Pinelli, L'alba dell'uomo
“Tra i nomadi, l'idea di patria, di paese natale, non si identifica in un orizzonte familiare sempre uguale che i ricordi di un'intera vita arricchiscono di echi e significati, ma in una pista, lungo la quale, al termine di ogni giorno di marcia, si alzano le tende nere degli accampamenti. La tenda rappresenta, nell'esperienza e nella vita di questi uomini ,l'unico spazio fermo e immutabile in cui ogni sera si rinsaldano i legami della famiglia e il cerchio della tradizione, degli affetti, delle regole sociali ritrova la sua dimensione naturale. Intorno , l'ambiente può essere sconosciuto e ostile, ma all'interno dell'accampamento, tra i teli affumicati delle tende, ciascuno si sente "a casa". Quella dei nomadi è una vita insicura che pone molto spesso la comunità di fronte a scelte impreviste, a pericoli e conflitti. L'intesa di gruppo è necessaria alla sopravvivenza di ciascuno e trova la sua espressione nel consiglio degli anziani della tribù le cui decisioni sono legge.”
Carlo Alberto Pinelli, L'alba dell'uomo