Libera nos a malo Quotes

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Libera nos a malo Libera nos a malo by Luigi Meneghello
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“Mezzogiorno col sole, quando l’estate è ancora illimitata, ai tavoli del caffè in Piazzetta con un bicchiere di vino bianco, io e mio padre scambiando poche parole, attendendo gli amici, osservando la gente che conosciamo.
Gioia somma e perfetta, astratta dal tempo, in mezzo al paese, come fuori della portata della morte. Rabbrividivo al sole.”
Luigi Meneghello, Libera nos a malo
“Ci sono due strati della personalità di un uomo; sopra, le ferite superficiali, in italiano, in francese, in latino; sotto, le ferite antiche che rimarginandosi hanno fatto queste croste delle parole in dialetto.”
Luigi Meneghello, Libera nos a malo
“Le cose andavano così: c'era il mondo della lingua, delle convenzioni, degli Arditi, delle Creole, di Perbenito Mosulini, dei Vibralani; e c'era il mondo del dialetto, quello della realtà pratica, dei bisogni fisiologici, delle cose grossolane. Nel primo sventolavano le bandiere, e la Ramona brillava come il sole d'or: era una specie di pageant creduta e non creduta. L'altro mondo era certo, e bastava contrapporli questi due mondi, perchè scoppiasse il riso.”
Luigi Meneghello, Libera nos a malo
“Il salto-in-giù in teoria non ha limiti: in pratica, poichè si arriva accucciati, il suo limite sta nell'impatto delle culatte sul suolo, ed è una funzione dell'indice di sofficità del terreno.”
Luigi Meneghello, Libera nos a malo
tags: humor
“Gli aspetti del lavoro di cui ho parlato finora riguardano soprattutto ciò che Hanna Arendt nel suo bellissimo saggio sul lavoro umano chiama "labour" e distingue da "work". È il lavoro-fatica, il tribulare del dialetto, che caratterizza soprattutto le società contadine, e si svolge sotto il segno della necessità: sono tipicamente i lavori della campagna, i lavori domestici, i lavori servili, tutto ciò che ha a che fare col sostentamento della vita fisiologica, secondo il ritmo delle stagioni, del giorno e della notte, del nascere, del crescere, del nutrirsi. È quel lavoro che bisogna fare semplicemente perché si mangia, perché si consuma, perché si vegeta; il lavoro che bisogna fare ogni giorno, ogni mese, ogni anno: la condanna e la schiavitù dell'uomo.”
Luigi Meneghello, Libera nos a malo