pianobi: Lettere da Vecchi e Nuovi Continenti discussion

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Bussola
I GdL del pianobi
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GdL Bussola di Enard - 1 tappa
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Insisto: io su Instagram l’ho trovata, chi la pubblica scrive in arabo e dice quello che ho scritto prima e che mi sembra di aver capito leggendo :-)
piperitapitta wrote: "A me piace moltissimo che dopo intere pagine di erudizione condite da un filo di pedanteria, il narratore concluda spesso con paragoni o battute che denotano, invece, ironia e pensieri molto materi..."
tipo che l'oppio dà stitichezza :-)
tipo che l'oppio dà stitichezza :-)
Quella tra parentesi è una traslitterazione, quindi teriak, teriyak è la stessa cosa, mentre teriyaki è chi ne fa uso: aiuto, trovatemi un Reza che ci aiuti 😂

in francese era scritta così:
mais dans l'Alsegrund il y a peu de chances que je tombe sur une bande de teriyaki iraniens.
comunque su Instagram c'è una (una) occorrenza, quindi mi fa impazzire che si usi una parola impossibile da trovare sui dizionari e non si dia la spiegazione
si legge bene, mi prendono molto le digressioni musicali che trovo interessanti (probabilmente perché non ho una cultura musicale storiografica e comparata). il name dropping letterario invece mi lascia un po così, così come le frasi un po a effetto (quelle che possono diventare citazioni) che sparge qua e là. per ora giudizio sospeso
Anche a me sta piacendo ed è vero che si legge bene: la difficoltà, forse, sta nella concentrazione, nel lasciarsi trasportare dal flusso dei pensieri di Franz, che segue un suo filo, è vero, ma salta da una città all'altra, da un musicista all'altro, da un orientalista a uno scrittore a un poeta all'altro quando, in verità, l'unica cosa che vorrebbe fare è parlarci di Sarah (e non aggiungiamo altro per pudore) :-)

Posso dire che trovo Sarah, o almeno il ricordo di lei che ne dà Franz, estremamente irritante?

@emmapeel ricorda un po la viscontessa de Combes :-)
io la pelle di zigrino lho letto in edizione economica del 1909, se la ritrovo controllo l'esergo
io la pelle di zigrino lho letto in edizione economica del 1909, se la ritrovo controllo l'esergo
Devo dire che mi ha messo voglia di leggere Balzac (del quale ho letto solo Papà Goriot e con poca soddisfazione), ma non saprei da dove iniziare: suggerimenti?
Naturalmente ho subito aggiunto in wishlist anche La civetta cieca :-)
Naturalmente ho subito aggiunto in wishlist anche La civetta cieca :-)

Riflettevo, invece, su una cosa apparentemente banale ma che mi piacerebbe approfondire: la malattia del protagonista qui ha un po', fatte le dovute distinzioni, la funzione del mal di denti del protagonista di Ferrovie del Messico. E allora, nella costruzione di un personaggio, questo ruolo della malattia mi affascina molto. Vorrei provare a cercare qualcosa che mi circostanzi questo aspetto. In letteratura, ma non solo, spesso il protagonista si trova a fronteggiare un disagio fisico o psichico. E la malattia fa un po' da collante della narrazione. Pensiamo anche ai personaggi di tante serie tv degli ultimi anni (malattie croniche, cecità, disturbi bipolari..). È solo un modo di dare una maggiore rotondità al personaggio? Se qualcuno ne sa di più, batta un colpo
Non ne so di più, ma in effetti ci sarebbe da ragionarci.
Che il trauma sia un dispositivo narrativo sovrautilizzato negli ultimi anni è evidente.
Che il trauma sia un dispositivo narrativo sovrautilizzato negli ultimi anni è evidente.

Grazie. Non volevo essere molesta e spoilerare, nonostante ci sia poco da spoilerare, più che altro per essere ordinati :-)


E comunque sì, al di là della funzione narrativa della malattia nelle singole opere, mi piacerebbe leggere qualcosa (ammesso che esista) relativa all'utilizzo della malattia come topos letterario o, come si direbbe oggi, nello storytelling tutto.
Rileggendo il mio commento più su mi accorgo di aver utilizzato "affascinante" e "affascinato" più volte. Buon segno ;)

Magari faccio ancora in tempo a recuperare, nel caso mi inserirò dopo.

Ricchissimo di riferimenti ad altre arti, mi fa sentire ignorante ma senza umiliarmi :D
Come @Amaranta anche io ho capito che ha una grave malattia e che ha poco da vivere.

Ho terminato di rileggere la prima tappa e sono molto più convinta di prima, è una lettura che non si può spezzettare troppo, altrimenti si viene risucchiati dal gorgo delle digressioni!
@floricanto, no, mi riferivo a “Senza trauma. Scrittura dell’estremo e narrativa del terzo millennio”, che ha pubblicato per Quodlibet.



lo stile è simile, con continue divagazioni e citazioni e suggestioni, ma Zona è molto più travolgente.

Naturalmente ho subito aggiunto in w..."
@Piper, oltre a Eugenie Grandet, a me era piaciuto molto un suo minore “La donna di trent’anni”. Anche “Il colonnello Chabert”.
@Hinako, no, dai, comincialo! Vedrai che dopo un inizio un po’ lento ti prende… non mollare!
Emmapeel wrote: "@Piper, oltre a Eugenie Grandet, a me era piaciuto molto un suo minore “La donna di trent’anni”. Anche “Il colonnello Chabert”."
Grazie! :-)
Grazie! :-)

Emmapeel wrote: "piperitapitta wrote: "Devo dire che mi ha messo voglia di leggere Balzac (del quale ho letto solo Papà Goriot e con poca soddisfazione), ma non saprei da dove iniziare: suggerimenti?
Naturalmente h..."
io ho letto pure (sempre dal mio giacimento di tascabili di inizio 900) Illusioni perdute, Splendori e miserie delle cortigiane, La cugina Bette
tutti molto godibili, ha una penna trascinante e un gusto per il tragico (che si sarebbe potuto evitare se solo ....) che condivide con Dumas
Naturalmente h..."
io ho letto pure (sempre dal mio giacimento di tascabili di inizio 900) Illusioni perdute, Splendori e miserie delle cortigiane, La cugina Bette
tutti molto godibili, ha una penna trascinante e un gusto per il tragico (che si sarebbe potuto evitare se solo ....) che condivide con Dumas

Non si presta molto alla lettura post-prandiale che ne sto facendo. Certe botte de cecagna... quanto meno mi fa recuperare un po' del sonno arretrato.
Nonostante 100 (97) pagine di libro non ho ancora capito che strada abbiamo imboccato, se resteremo fermi in una specie di delirio oppiaceo di sapor mediorientale oppure se sotto la mole di citazioni e storie laterali più o meno colte (in entrambi i sensi) prima o poi si vedrà qualcosa.
Non riesco a dire se mi piace oppure no. Diciamo che sono piacevolmente perso, ma che se fosse questo l'effetto dell'oppio finirei per concludere: "tutto qua?".
Vi seguo come un viandante in ritardo, arrivato all'ostello chiederò da quanti giorni siete passati. Da domani si calzano le scarpe della seconda tappa.
Chik67 wrote: "Io sono in ampio ritardo e ho finito ora la prima tappa, vi seguo con la lentezza di un accelerato delle gloriose FFSS.
Non si presta molto alla lettura post-prandiale che ne sto facendo. Certe bo..."
l'effetto dell'oppio - Franz dixit - è la stitichezza, salvezza di tutti gli archeologi (non sono archeo ahimè quindi non vi so dire, ah, neanche dedita agli oppiacei)
per il resto, le prime due tappe anche a me producevano una blanda senzazione di déjà lu, ma dalla terza in poi ingrana, tieni duro
Non si presta molto alla lettura post-prandiale che ne sto facendo. Certe bo..."
l'effetto dell'oppio - Franz dixit - è la stitichezza, salvezza di tutti gli archeologi (non sono archeo ahimè quindi non vi so dire, ah, neanche dedita agli oppiacei)
per il resto, le prime due tappe anche a me producevano una blanda senzazione di déjà lu, ma dalla terza in poi ingrana, tieni duro
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a che pagina è? perchè ci sono preview in francese facilmente rintracciabili online