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BRB5, 2^ tappa, feb.-mar. 22: Victorian Age in Inghilterra. E altrove? - libri pubblicati dal 1850 al 1899

Autore: Frances Burney
Nazionalità: UK
Anno di pubblicazione: 1778
Numero pagine: 538
Punti: 20
Voto: 5,5
Eventuali bonus:
Jane amava molto questo romanzo e, se si ha famigliarità con Orgoglio e pregiudizio, si notano molte somiglianze e ispirazioni (il primo impatto tra i protagonisti è uguale a quello di Lizzie e Darcy, per dirne una) ma purtroppo per me si è fermato lì.
Questo romanzo epistolare non mi ha coinvolto tanto, non solo perché Evelina è la classica protagonista perfettissima e innocentissima da romanzo, ma proprio perché Burney tradisce un sacco di classismo e in generale non è che la storia sia proprio piena di colpi di scena.
Mi ha impressionato come anche allora e in posti non solo pubblici ma pieni di volti amici le ragazze fossero sempre in pericolo di essere avvicinate da personaggi nocivi o comunque più che insistenti.
Titolo: Jonathan Strange & Mr Norrell
Autore: Susanna Clarke
Nazionalità: UK
Anno di pubblicazione: 2005
Numero pagine: 849
Punti: 32
Voto: 5,5
Eventuali bonus: 10 (2 libri game)
Questo romanzo è una prima opera ambiziosissima, che purtroppo non sempre colpisce il segno.
Prima di tutto, ho apprezzato molto la pastiche di romanzo storico alternativo e fantasy, il world-building è eccezionale e i personaggi femminili, anche se più che minoritari, hanno comunque la stessa plasticità di quelli maschili (che comunque non vuol dire molto).
Lo stile delicatamente ironico, che riprende un po' anche il modo di scrivere dell'epoca in cui è ambientato il romanzo, non è male ma non basta a colmare tutto il resto.
Non solo il libro è molto lento e non c'è quasi un momento di azione (a parte durante la guerra e nel finale), tanto che è davvero un fantasy da "adulti", in cui ci si concentra di più sulla teoria della magia che sulla magia stessa, ma a volte ci sono dei capitoli puramente riempitivi che, nonostante a volte siano quelli più apprezzati, palesemente non servono a nulla nella storia o potrebbero comunque essere facilmente eliminati.
La storia di Stephen, per quanto sia il mio filone preferito, sarebbe stata più adeguata a un libro a sè e tutta la parte ambientata a Venezia sarebbe da eliminare senza rimpianto, tanto appesantisce un libro che di suo non è leggero.
Sinceramente, se qualcuno fosse curioso di questa autrice, consiglierei di più Piranesi, perché, in questo formato così limitato, lei davvero dà il meglio di sè senza doversi aggrappare sugli specchi pur di inventare una storia, lasciando le descrizioni e la meraviglia sostenerne una senza troppo sforzo.
@Martina, confermo quanto ti hanno scritto le altre. I libri game non entrano nel calcolo dei bonus anche nel caso fossero stati pubblicati nel periodo giusto della tappa

Titolo: Ragazza, donna, altro
Autore: Bernardine Evaristo
Nazionalità: Regno Unito
Anno di pubblicazione: 2019
Numero pagine: 521
Punti: 10
Voto: 8
Eventuali bonus: 1/2 Libro Game (donne)
Dodici donne diverse per età, provenienza, condizione sociale, cultura, preferenze sessuali, impegni familiari, assurgono a campionario di situazioni ed esperienze di che cosa significhi essere nera nell'Inghilterra di fine Novecento: la storia di una si infila in quella di un'altra e di un'altra ancora, tante voci, tante letture di sé, desideri, sogni, bugie, accomunate da un legame - forte, tenue o vago con l'attrice, drammaturga, opinionista Amma che sta finalmente mettendo in scena l'opera della sua vita non più in un teatro off, ma su un palco consacrato e osannato di Londra.
Alcune parti di questa lunga ondata mi sono piaciute moltissimo, altre mi sono sembrate troppo apertamente programmatiche e ideologiche.
Titolo: Alpinisti ciabattoni
Autore: Achille Giovanni Cagna
Nazionalità: Italia
Anno di pubblicazione: 1888
Numero pagine: 176
Punti: 6
Voto: 9
Eventuali bonus: 2/4
Magari un po' strapaesano, ma un sapiente e godibile pastiche linguistico per il racconto delle tragicomiche disavventure di una coppia che si lancia nella vacanza agognata da anni e, al termine di una settimana di tormenti, agogna il rientro alla bottega e al paesello. Una cosa non divertente che non farà più.

Titolo: Il ballo delle pazze
Autore: Victoria Mas
Nazione: Francia
Anno di pubblicazione: 2019
Numero pagine: 192
Punti 6
Voto: 8
Le donne hanno sempre fatto paura e nell'illuminata Parigi di fine Ottocento le rinchiudevano: La Salpetriere è un deposito per tutte quelle che disturbano l'ordine costituito, un manicomio per tutte quelle la cui sensibilità non corrisponde alle aspettative, un a prigione per donne colpevoli di avere un'opinione.
La cosa peggiore è che facciamo paura a molti uomini ancora oggi.
Mi è piaciuto molto anche se il finale viene liquidato troppo rapidamente ed in modo poco credibile

Titolo: L'importanza di chiamarsi Ernesto
Autore: Oscar Wilde
Nazionalità: Irlanda
Anno di pubblicazione: 1895
Numero pagine: 193/2= 96 (letto solo in lingua)
Punti: 2 tappa
Voto: 10
Eventuali bonus:
Commento:
Geniale, arguta, divertente, è una pièce che fa scuola a tanta della Commedia che è venuta dopo. Punge, con eleganza, la buona società fatta di contraddizioni e ipocrisie.

Scusami Acrasia, leggo solo ora. Per me ok! Fatemi sapere quando inziamo e se vogliamo dividerlo a tappe!

Se siete curiose/i, le trovate qui e nei post successivi"
@laCitty scusami posso chiederti una cosa: come fai a far diventare una parola un link?

Se clicchi su (some html is ok) trovi le istruzioni, lo trovi accanto a add book/author
@Claudia, confermo quello che ti scrive Saturn. Tieni conto che funziona solo.per i link a discussioni, gruppi o post di GR. Se vuoi linkare una pagina web qualsiasi, un video su YouTube, ecc, allora devi mettere il link in modo tradizionale.

Titolo: Il deserto dei Tartari
Autore: Dino Buzzati
Nazionalità: Italia
Anno di pubblicazione: 1940
Numero pagine: 239
Punti: 4
Voto: 8.5
Eventuali bonus: /
Come è riuscito Buzzati ad infondere tanta intensità ad un libro in cui desolazione e vane speranze sono i temi portanti?
L' assoluta mancanza di avvenimenti lungi dall'essere un difetto diventa il fulcro della narrazione, un paradosso che potremmo definire kafkiano.
Non c'è una trama quindi, ma neanche uno sviluppo psicologico dei personaggi: è un'epopea dell'attesa, un'allegoria esplicita in cui la Fortezza rappresenta l'esistenza umana ed in cui il vero protagonista non è il povero ufficiale Drogo ma il tempo, che scorre implacabile ed indifferente.
Ci si muove in un luogo indefinito, a cui non si può dare una collocazione né geografica né temporale; il ritmo è lento, l'atmosfera grigia e soffocante: elementi che contribuiscono a creare in noi un senso di penosa ineluttabilità che ci accompagnerà durante tutta la lettura.
E' un romanzo complesso, che da giovani può essere apprezzato per i suoi indubbi meriti formali, ma che a mio parere si riesce ad interiorizzare per davvero solo quando la fanciullezza è alle spalle ed è cominciata quella che l'autore definisce "fuga del tempo".
Libro da leggere e rileggere in varie fasi della vita.

Grazie! Pensavo che quello fossero tag per un link normale... Adesso devo solo capire come si fa a linkare direttamente un post specifico ehehe
Grazie anche a @Saturn

Titolo: Ritratto di signora
Autore: Henry James
Nazionalità: USA
Anno di pubblicazione: 1881
Numero pagine: 707
Punti: 28
Voto: 7,5
Eventuali bonus: lettura di tappa
Ambientato nella seconda meta' dell'Ottocento, il libro copre un periodo di credo 6 o 7 anni nella vita di Isabel Archer, una giovane donna della media borghesia americana. Orfana di entrambi i genitori, bella, intelligente e colta, Isabel lascia la nativa America per l'Europa, in compagnia di una zia materna, come lei americana, da anni residente a Firenze. In Inghilterra Isabel incontra lo zio e il cugino Ralph....e molti altri personaggi che popolano questo tomazzo, la cui lettura si e' comunque rivelata molto piu' scorrevole di quel che avessi originariamente temuto. E' difficile scrivere una recensione di quello che e' stato uno dei testi fondamentali di un autore che avevo studiato 30 anni fa a scuola...perche' mi rendo conto di quanto io sia ormai impreparata in materia. C'e' tanto, in quest'opera...innanzitutto, un mondo a se', quello degli ex pat, e cioe' di coloro che per svariati motivi decisero di vivere in un Paese diverso da quello dov'erano nati...una elite colta, raffinata, benestante se non ricchissima, che amava circondarsi di opere d'arte, di cose belle, e di compaesani; poi la lista innumerevole di "cose belle": arredi, quadri, libri, oggettistica, fin anche le abitazioni....sembra di leggere un quadro vivente; e poi i vari protagonisti, e l'autore chiaramente dipinge i diversi "tipi" (l'Inglese, l'Italiano, l'Americano, il Francese) in base immagino a esperienze personali, e idee della sua epoca.
E poi c'e' la questione femminile, che a mio avviso rende il romanzo incredibilmente moderno, pur essendo vecchio di 130 anni...ogni personaggio femminile della storia racchiude uno spessore, un bagaglio personale, e dei drammi, che nessuno dei personaggi maschili (nemmeno il cugino Ralph, a mio avviso la figura piu' simpatica del libro) puo' anche solo immaginare.
Ed e' questo aspetto del libro a renderlo interessante, e credibile.
Di piu' non sono in grado di commentare. Avevo letto Daisy Miller, e ricordo che anche in quest'opera la protagonista era una giovane americana. James e' bravo a descrivere le donne, quelle della sua epoca ovviamente....ma ci si rende poi conto, a fine lettura, che quelli che sono stati i drammi, i problemi, le costrizioni delle donne di allora, beh, non sono poi purtroppo cambiati ora. Ecco cosa rende moderna l'opera
@Claudia per linkare un post specifico devi cliccare su data e ora del post in verde in alto a destra e copiare l'indirizzo che ti esce nella barra del tuo browser

Squadra UK/Irlanda
Titolo: Le lettera scarlatta (letto nell'edizione La lettera scarlatta - Racconti neri e fantastici
Autore: Nathaniel Hawthorne
Nazionalità: USA
Anno di pubblicazione: 1850
Pagine: 163
Punti: 6
Voto: 6
I primi capitoli mi erano piaciuti moltissimo, da 5 stelle: lo stile di Hawthorne è veramente raffinato e le sue capacità di introspezione psicologica sono notevoli. Nei primi capitoli, poi, c'era un giusto equilibrio tra, da un lato, l'approfondimento dei sentimenti dei personaggi e l'indagine della loro storia e del loro passato; dall'altro, l'introduzione di nuovi personaggi e di nuove svolte nella trama. Superata la prima metà, però, lo spazio occupato dall'introspezione si fa preponderante, e l'insistenza così marcata sui temi del peccato, della colpa, della redenzione (i cui frutti si potranno godere solo e rigorosamente nell'aldilà, non certo in questa vita)... beh, rendono il tutto sempre più pesante, capitolo dopo capitolo. Comunque interessante, perché i personaggi di Ester e Dimmesdale sono senza dubbio interessanti, ma si è oramai creata una tale distanza tra la società e la mentalità puritana descritta da Hawthorne e quella odierna che è difficile apprezzare e godere fino in fondo questo romanzo, a mio avviso, perché è veramente difficile empatizzare con personaggi che basano la loro esistenza su principi oggi sempre meno diffusi.
E un po' è un peccato, perché davvero trovo ammirevole la scrittura e lo stile di Hawthorne... ma cotanto puritanesimo è semplicemente troppo lontano da me per poterlo reggere per più di un tot di pagine. Meno male che almeno, tra le righe, si legge un certo disappunto dell'autore nei confronti della mentalità puritana e dei suoi principi - se li avesse condivisi non sarei riuscita a terminare il libro, probabilmente.
Annunci e news: c'è movimento nella squadra Francia.
Ale ha deciso di fermarsi e Susanna lascia la panchina per unirsi alle ragazze del team francese 😁
Ale ha deciso di fermarsi e Susanna lascia la panchina per unirsi alle ragazze del team francese 😁

Titolo: Senza nome
Autore: William Wilkie Collins
Nazionalità: UK
Anno di pubblicazione: 1862
Numero pagine: 733
Punti: 28
Voto: 10
Eventuali bonus: 3/4 (UK-Irlanda)
Commento:
Chi ha inventato le telenovelas?
Lungo tutto il corso della lettura di questo scorrevolissimo romanzo, ho immaginato la moralista società vittoriana che discuteva le uscite settimanali su All the Year Round di Charles Dickens di questo feuilleton e, soprattutto, che dibatteva sulla figura ambigua di Magdalen Vanstone, se fosse una vera eroina o una donna perduta; se l'accanimento di Mrs. Lecount contro di lei, le sue manovre diaboliche fossero giustificate o meno (a me ha ricordato la cattivissima Suor Paolina delle telenovela Topazio. Non mi ricordo nulla della telenovela, solo che Suor Paolina era cattivissima). E questo mi ha divertito enormemente. Perché a me Magdalen è sembrata la versione femminile di Edmond Dantès (anche se Collins - essendo una giovane fanciulla - la rende meno dura) e la sua vendetta, che sia avvale di se stessa come arma per raggiungerla, non meno giustificata. Sicuramente si sarà dibattuto sul fatto che i figli illegittimi, per quanto riconosciuti e ben educati, fossero da considerarsi dei figli come tutti gli altri o se fossero dei senza nome, dei personaggi senza identità, come si sente la stessa Magdalen, che soffre profondamente di non avere un vero nome che la identifichi, e che per questo si senta giustificata a interpretare tutti i ruoli che il suo talento di attrice le consente per realizzare la propria vendetta. Ma più che per sé, lo fa per la sorella maggiore, Norah, che sente più indifesa di lei.
Dopo una serie di episodi rocamboleschi, cambi di scena, sparizione (o morte) di personaggi e repentine comparse di altri, giustizia verrà fatta... forse. Chissà se i puritani inglesi all'epoca furono d'accordo con questo finale.

Titolo: The Ocean at the End of the Lane
Autore: Neil Gaiman
Nazionalità: UK
Anno di pubblicazione: 2013
Numero pagine: 181
Punti: 3
Voto: 7,5
Eventuali bonus: -
Che dire, Neil Gaiman è sempre Neil Gaiman, anche se qui mi è piaciuto un pochino meno del solito. Ho avuto dei primi incontri non proprio idilliaci con questo autore, poi ho perseverato e ho capito che lo adoro alla follia. Per cui, anche se non ho adorato questo libro, l'ho trovato comunque una lettura piacevolissima.
È un libro per adulti narrato dal punto di vista di un bambino di 7 anni a cui ne succedono di tutti i colori. È un libro stranissimo e, come altre volte, confermo che per me Gaiman è più weird fiction che fantasy. Dai mostri, ai vermi nei piedi, agli stagni che invece sono oceani, c'è di tutto in questo libro: the weirder, the better.
Anche se non fra i suoi migliori, comunque lo consiglio.

Titolo: L'uomo di casa
Autore: Romano de Marco
NAzionalità: italiana
Anno: 2017
Pagine: 322
Voto: 6
Punti: 6
Il thriller si apre con il funerale del marito di Sandra, la quale prova un dolore enorme perché felicemente innamorata (e ricambiata) dal marito. Per questo non si capacita che sia morto in modo disdicevole per mano di una prostituta. Inoltre i rapporti con la figlia adolescente si fanno sempre più tesi.
La situazione sembra a una svolta quando Sandra incontra il nuovo vicino di casa e, soprattutto, quando scopre qualcosa di misterioso tra i beni del marito defunto. Che sia stato sempre bugiardo con lei?
Il romanzo è il classico thriller che tiene il lettore incollato alla pagina, grazie anche ad alcuni risvolti inaspettati. La scrittura è lineare, l'intreccio ben congegnato ma non mi ha convinta del tutto la trama, che presenta troppe incongruenze e assurdità.
In ogni caso, come lettura da ombrellone va benissimo.
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Titolo: Oliva Denaro
Autore: Viola Ardone
Nazionalità: italiana
Anno: 2021
Pagine: 312
Voto: 8,5
Punti: 12
Eventuali bonus: LIBRO GAME
Di questa talentuosa scrittrice italiana avevo già letto “Il treno dei bambini”, romanzo toccante e drammatico che mi era piaciuto moltissimo.
Anche con “Oliva Denaro” l’autrice non si smentisce perché tratta egregiamente un argomento importante: il matrimonio riparatore e il delitto d’onore.
Senza entrare nel merito della trama per evitare spoiler, mi è piaciuta in particolare l’abilità dell’Ardone di trasportarci in un mondo ben diverso dal nostro e di descriverne vizi e virtù: siamo nella Sicilia degli anni ‘60 e le ragazze, una volta mestruate, non hanno il permesso nemmeno di uscire da sole. Guai ad atteggiarsi, a mostrarsi frivole o anche solo a incrociare lo sguardo di un ragazzo: oltre a passare per svergognate, si rischia di provocare l’uomo, che sulla donna ha qualsiasi diritto, anche quello, eventualmente, di essere obbligata a sposarsi dopo una fuitina (voluta o non).
Insomma, il quadro è alquanto triste e ha suscitato in me sensazioni di disgusto e profondo sdegno per una società, donne in primis, che accettava tutto questo come fatto giusto e naturale, perché l’uomo in sostanza può comportarsi come meglio crede. Quante migliaia di donne hanno dovuto subire matrimoni non voluti?
Oltre a Oliva, personaggio unico che ho molto amato, ho apprezzato anche la madre Amalia, simbolo della tradizione più conservatrice. Certe sue frasi sono inquietanti ma mostrano chiaramente il pensiero dell’epoca. Altro personaggio importante è il padre Salvo, uomo mite ma molto intelligente, che in mezzo a quella marasma di uomini riprovevoli spicca come una rosa nel deserto.
Un’ottima lettura che consiglierei a chiunque.
4 stelle

Era un po' il timore che avevo, per cui non ho mai letto questo romanzo così famoso 😌

Titolo: Sindrome da cuore in sospeso
Autore: Alessia Gazzola
Nazione: Italia
Anno di pubblicazione: 2012
Numero pagine: 160
Punti: 6
Voto: 6
Eventuali bonus: 1/2 libro game
Questo è il prequel della serie di Alice Allevi, che non ho mai letto perché volevo appunto iniziare da lì dove tutto ha avuto inizio. In questo brevissimo romanzo vediamo il motivo che ha spinto Alice Allevi a diventare medico legale. Banalmente sembra che il motivo sia il bel medico legale Claudio Conforti, ma in realtà è un po' più profondo di così. In questa storia Alice Allevi ha 23 anni e si sente, con tutte le sue imbranataggini e le smaniette per il bel dottore. (Non voglio dire che tutte le ventitreenni siano così, solo che si sente che qui Alice è una ragazzina.) Un romanzetto gradevole ma niente più. Ora voglio leggere la serie vera e propria.

Grazie mille davvero!

Titolo: Senza nome
Autore: William Wilkie Collins
Nazionalità: UK
Anno di pubblicazione: 1862
Numero pagine: 733
Punti: 28
Voto: 10
Eventuali bonus: 3/4 (UK-Irla..."
Che bella recensione, mi segno anche questo!

Titolo:Teresa Papavero e lo scheletro nell'intercapedine
Autore: Chiara Moscardelli
Nazionalità: italiana
Anno: 2020
Pagine: 251
Voto: 9
Punti: 5
Eventuali bonus: /
Secondo capitolo della vita di Teresa Papavero. Serra non si è più fatto sentire e Teresa ci è rimasta un po’ sotto. Fortunatamente Strangolagalli sta vivendo una buona ondata di turismo, così buona che lei e Luigia decidono di rinnovare il loro b&b. I lavori si stanno per ultimare quando nell’intercapedine di un muro viene ritrovato uno scheletro. Chi è e perché è lì?
Devo dire che questo nuovo capitolo è ancora più avvincente.
Squadra USA
Titolo: Utili sputi di riflessione. Aforismi sulla vita e altre parti del corpo
Autore: Moreno Burattini
Nazionalità: italiana
Anno: 2015
Pagine: 208
Voto: 6
Punti:4
Eventuali bonus: /
Utili spunti di riflessione è un insieme di aforismi divisi per argomento che l'autore, Moreno Burattini, ha raggruppato tra quelli scritti su Twitter tra il 2012 e il 2015 e quelli inediti, decidendo di pubblicarli e alternarli a tavole di disegni inediti "regalate" da fumettisti che ritraggono alcune delle frasi. Il consiglio dell'autore è quello di non leggerlo seguendo l'ordine alfabetico di pubblicazione ma andando a caso. Libretto senza lode ne infamia

Titolo: Senza nome
Autore: William Wilkie Collins
Nazionalità: UK
Anno di pubblicazione: 1862
Numero pagine: 733
Punti: 28
Voto: 10
Eventuali b...
Che bella recensione, mi segno anche questo!"
🥰🥰🥰
Squadra Italia
Titolo: Daisy Miller: Uno studio
Autore: Henry James
Nazionalità: USA
Anno di pubblicazione: 1878
Numero pagine: 240:2= 120
Punti: 4
Voto: 6,5
Eventuali bonus: 3/4 bonus 4x4
Lo ammetto, Henry James è un autore con cui faccio fatica a confrontarmi. Ha una prosa scorrevole e indubbie capacità di introspezione dei suoi personaggi, però mi rendo conto di avere poco feeling con le sue opere.
Questo Daisy Miller è un romanzo breve. Un centinaio di pagine che ho letto in poco tempo, ma mi sono ritrovata a dimenticare sistematicamente quello che leggevo e a dover riprendere la lettura tornando indietro di qualche pagina. Sicuramente è un periodo in cui sono un po' stanca, ma forse è anche una questione di temi e del modo in cui sono trattati: in questo caso una giovane donna in confronto con una società bigotta in cui la sua spontaneità viene presa per leggerezza morale. Siamo in piena epoca vittoriana e le americane (a quanto dicono le note della mia edizione) avevano un comportamento più sciolto nella relazione con i maschietti delle europee e questo le portava ad incontrare gli strali dei moralisti e dei moralizzatori dell'epoca, tra cui, ohibò, anche Winterbourne, un giovane americano espatriato in Europa. James racconta tutto ciò senza grandi colpi di scena, con una linearità fatta di eventi minimi (una gita fuori porta, una passeggiata al Pincio, una serata al chiaro di luna al Colosseo), ciascuno dei quali però diventa un mattoncino che conduce all'inevitabile finale. Tra le righe emerge la critica ad una certa mentalità bigotta e più pronta a condannare che a accertarsi dei fatti così come sono accaduti, però, nonostante le indubbie qualità, non posso definirla una lettura appassionante.
So che con James ho un conto aperto. So che ci riproverò con lui. Vediamo chi l'avrà vinta
Titolo: Daisy Miller: Uno studio
Autore: Henry James
Nazionalità: USA
Anno di pubblicazione: 1878
Numero pagine: 240:2= 120
Punti: 4
Voto: 6,5
Eventuali bonus: 3/4 bonus 4x4
Lo ammetto, Henry James è un autore con cui faccio fatica a confrontarmi. Ha una prosa scorrevole e indubbie capacità di introspezione dei suoi personaggi, però mi rendo conto di avere poco feeling con le sue opere.
Questo Daisy Miller è un romanzo breve. Un centinaio di pagine che ho letto in poco tempo, ma mi sono ritrovata a dimenticare sistematicamente quello che leggevo e a dover riprendere la lettura tornando indietro di qualche pagina. Sicuramente è un periodo in cui sono un po' stanca, ma forse è anche una questione di temi e del modo in cui sono trattati: in questo caso una giovane donna in confronto con una società bigotta in cui la sua spontaneità viene presa per leggerezza morale. Siamo in piena epoca vittoriana e le americane (a quanto dicono le note della mia edizione) avevano un comportamento più sciolto nella relazione con i maschietti delle europee e questo le portava ad incontrare gli strali dei moralisti e dei moralizzatori dell'epoca, tra cui, ohibò, anche Winterbourne, un giovane americano espatriato in Europa. James racconta tutto ciò senza grandi colpi di scena, con una linearità fatta di eventi minimi (una gita fuori porta, una passeggiata al Pincio, una serata al chiaro di luna al Colosseo), ciascuno dei quali però diventa un mattoncino che conduce all'inevitabile finale. Tra le righe emerge la critica ad una certa mentalità bigotta e più pronta a condannare che a accertarsi dei fatti così come sono accaduti, però, nonostante le indubbie qualità, non posso definirla una lettura appassionante.
So che con James ho un conto aperto. So che ci riproverò con lui. Vediamo chi l'avrà vinta

Titolo: Daisy Miller: Uno studio
Autore: Henry James
Nazionalità: USA
Anno di pubblicazione: 1878
Numero pagine: 240:2= 120
Punti: 4
Voto: 6,5
Eventuali bonus: 3/4..."
Condivido la tua opinione su Miller: scrive bene ed è ancora più bravo nella caratterizzazione dei personaggi (soprattutto femminile) ma lo trovo terribilmente noioso 😅

Titolo: Fanti e puttane
Autore: Guy de Maupassant
Nazionalità: Francia
Anno di pubblicazione: 1880-82
Numero pagine: 128
Punti: 4
Voto: 9
Eventuali bonus: 3/4 bonus 4x4
Tre racconti bellissimi!

Titolo: Il libro della giungla
Autore: Rudyard Kipling
Nazionalità: GB
Anno di pubblicazione: 1894
Numero pagine: 232
Punti: 8
Voto: 8,5
Bonus: 2 x 4
Seconda rilettura a distanza di diversi anni e, a differenza della prima volta, ho apprezzato questo mondo in cui ognuno ha un suo posto (ahimè, sarà l'età!); ogni essere vivente ha i suoi pregi e difetti ed è proprio questo mix che lo rende unico e in grado di integrarsi nel grande sistema complesso dei ruoli e delle relazioni sociali. Kipling riesce ad essere abbastanza equilibrato, riproducendo la società indiana del suo tempo, in cui l'uomo bianco aveva un ruolo predominante ma senza far pendere l'ago della bilancio per la cultura occidentale. I miei racconti preferiti sono comunque gli stessi che mi avevano colpito nella prima lettura: La foca bianca e Al servizio di Sua Maestà la Regina.
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Titolo: L'educazione
Autore: Tara Westover
Nazionalità: USA (Idaho)
Anno di pubblicazione: 2018
Numero pagine: 378
Punti: 14
Voto: 6,5
Bonus: 2° libro game, 10 punti
Nell'introduzione l'autrice specifica che non si tratta di un libro contro una religione e in effetti si tratta di una vicenda familiare dove il nucleo problematico è innanzitutto la malattia mentale del padre, il quale (e forse è questo il punto più interessante) collude con un sistema sociale che, in determinate condizioni, favorisce i comportamenti paranoici, l'isolamento sociale e il rifiuto di ogni convenzione sociale; rispetto a quest'ultimo punto tra tutte la più sconvolgente, per me, è la mancanza di qualsiasi minima sicurezza sul lavoro perché è Dio che ti protegge e non uno stupido DPI (e, purtroppo, io ho anche conosciuto persone che la pensano così e si comportano di conseguenza).
Gli aspetti più francamente patologici mi hanno impressionata meno, sia per i miei studi di psicologia sia per l'abitudine ormai alle dichiarazioni pubbliche sulla terra piatta, le scie chimiche, il 5G e altre amenità simili.
La seconda e terza parte della vicenda (in cui la protagonista cerca di affrancarsi dal pensiero patologico familiare di cui anche lei è vittima) diventa più superficiale, un elenco di cose e stati d'animo, una cronaca che sembra sorvolare su alcuni aspetti rilevanti; forse, mi sono detta, si tratta di aspetti in cui l'elaborazione personale è ancora in divenire e per l'autrice diventa difficile accedere ai nuclei problematici sottostanti.

Titolo: Il banditore
Autore: Joan Samson
Nazionalità: USA
Anno di pubblicazione: 1975
Numero pagine: 285
Punti: 10
Voto: 8
Eventuali bonus: secondo Libro game
Un libro strano dove non succede granchè, con tante ingenuità ( non ultimo il finale), eppure intrappola e coinvolge come una ragnatela. Interessante

Titolo: Senza famiglia
Autore: Hector Malot
Nazionalità: Francia
Anno di pubblicazione: 1878
Numero pagine: 483
Punti: 18
Voto: 8
Eventuali bonus: 1/4 (Francia)
Commento: Un classico per l'infanzia che avevo letto in forma ridotta da bambina in cui sicuramente erano tagliate delle parti, come quelle relative al lavoro di Rémi in miniera. Tra l'altro, fresca di lettura di Germinal, ho visto qui una versione edulcorata - ma neanche tanto - del lavoro in miniera, in cui lo sfruttamento di donne e bambini era normale e le catastrofi, con relative morti dei minatori, all'ordine del giorno.
Il piccolo Rémi, un trovatello, compie un viaggio attraverso tutta la Francia, arrivando persino a Londra. È un viaggio di crescita, di ricerca, di sopravvivenza, tutto nella più classica tradizione del feuilleton ottocentesco.

Titolo: L'importanza di chiamarsi Ernesto
Autore: Oscar Wilde
Nazionalità: UK
Anno di pubblicazione: 1895
Numero pagine: 193 (le conto tutte perché ho letto il testo sia in inglese che in italiano)
Punti: 6
Voto: 10
Sono molto felice di essermi finalmente decisa a leggere per intero questa commedia (che ai tempi della scuola avevo sempre solo letto a spezzoni e brani), perché è semplicemente... brillante. Non annoia mai, neppure per un momento, dalla prima all'ultima riga; nessuna battuta è di troppo, o fuori tono. Leggere quest'opera è tutto sorrisi e risate dall'inizio alla fine, in un continuo prendersi gioco, con perfetto british humour e senza sconto alcuno, di ogni possibile aspetto e convenzione sociale dell'Inghilterra vittoriana. Semplicemente meravigliosa!

Titolo: Il fiore del Frangipani
Autore: Célestine Hitiura Vaite
Nazione: Francia
Anno di pubblicazione: 2004
Numero pagine: 270
Punti: 5
Voto: 7,5
Eventuali bonus: -
Un romanzo sul rapporto tra una madre e una figlia. All'inizio del romanzo siamo proprio al concepimento di Leilani e il libro, benché corto, andrà avanti per altri 20 anni nella vita di queste due donne eccezionali anche se normali. Intorno a loro ci sono ovviamente tanti altri personaggi: il padre Pito, gli altri due figli Tamatoa e Moana, Mama Teta, Hotu, Vahine, i parenti e tanti altri... Ma le protagoniste restano Materena e sua figlia Leilani. L'ambientazione tahitiana è molto interessante. Il libro sembra a tratti comporsi di aneddoti, ma sono tutti collegati l'uno all'altro a formare una grande storia. Un bel libro.

Titolo: La pietra di Luna
Autore: Wilkie Collins
Nazionalità: UK
Anno di pubblicazione: 1868
Numero pagine: 584
Punti: 22
Voto: 7.5
Eventuali bonus: Libro di tappa
La pietra di luna è il più celebre romanzo di Wilkie Collins insieme a La donna in bianco.
In entrambi abbiamo misteri da svelare, equivoci ed amori tormentati, ma mentre ne La donna in bianco questi elementi assumono le forme tradizionali del feuilleton qui sono strumentali allo svolgimento dell'indagine, che ricopre un ruolo preponderante: non a caso è considerato il primo poliziesco inglese.
Non dobbiamo però immaginare un giallo per come lo concepiamo oggi, infatti è pieno di ingenuità tipicamente vittoriane che ai giorni nostri non possono che farci sorridere, ad esempio l'idea che i gentiluomini e le gentildonne di un certo rango siano superiori alla polizia, tanto che possono impunemente ostacolare le indagini o addirittura chiudere l'inchiesta a loro discrezione; tuttavia per la prima volta compare sulla scena un detective professionista, dotato di acume e spirito deduttivo, che richiama alla mente i successivi e più celebri Sherlock Holmes ed Hecule Poirot, piccole manie incluse (in questo caso la coltivazione delle rose).
La struttura narrativa è quella tipica dell'autore, ossia una relazione particolareggiata degli avvenimenti in rigoroso ordine cronologico, talmente minuziosa che rischierebbe di annoiare se non sfruttasse l'espediente del cambio di punti di vista, tecnica di cui Collins si conferma maestro, per vivacizzare il ritmo. Ogni narratore ha una personalità ben distinta, che traspare dalle pagine e contribuisce a renderle uniche: come dimenticare lo zelo religioso di miss Clack o la personalissima visione del mondo del maggiordomo Betteredge, i personaggi più riusciti del romanzo.
I protagonisti invece risentono della morale vittoriana e sono scialbi, dei campioni di virtù la cui ossessione per l'onore li rende irritantemente ottusi; in particolare l'eroina, la tipica ereditiera bella buona ed intelligente che ispira devozione in chiunque la incontri.
Nonostante certi difetti tipici del suo tempo e nonostante la soluzione del mistero sia immediatamente intuibile per un lettore smaliziato, è un libro godibile e scorrevole, che si legge con facilità e che riesce a coinvolgere il lettore grazie a dei riuscitissimi ritratti d'ambiente.

Titolo Daisy Miller
Autore: Henry James
Nazionalità: USA/UK
Anno di pubblicazione: 1878
Numero pagine: 125
Punti: 4
Voto: 8
E' stato il mio secondo approccio all'autore, ma di certo non sarà l'ultimo, perché sono rimasta affascinata da questo suo modo ambiguo di presentare situazioni e personaggi, e stupita dalla quantità di considerazioni (stilistiche, letterarie, sociali, culturali) che è riuscita a suscitarmi una lettura pure così breve.
Questo racconto ci parla di una ragazza, Daisy Miller, americana in visita in Europa e i cui atteggiamenti - soprattutto per quanto riguarda le relazioni interpersonali - si scontrano con le convenzioni sociali in uso nei paesi in cui viaggia. Ma questo racconto avviene, dalla prima all'ultima riga, attraverso gli occhi di un osservatore esterno (quantunque molto coinvolto): Winterbourne, un altro americano trasferitosi in Europa, ma da più tempo; un americano che ormai alle convenzioni sociali europee si è abituato e adattato. Questo stato di cose fa sì che, nel descriverci Daisy, di fatto Henry James ci descrive contemporaneamente anche Winterbourne; per lo stesso motivo, però, la descrizione di Daisy è ambigua, incerta, altalenante e contraddittoria, perché va di pari passo con l'evolversi dei sentimenti di Winterbourne nei confronti della ragazza. Ed è proprio questo gioco di punti di vista, chiaroscuri e ambiguità che mi ha affascinata.
Daisy Miller è una ragazzina ingenua e innocente o una maliziosa seduttrice? Winterbourne non lo sa, non riesce a capirlo... e quindi non lo sappiamo neanche noi. Il giudizio viene volutamente lasciato ai spettatori; e del resto, come si suol dire, la malizia sta negli occhi di guarda.

Titolo: Il discepolo
Autore: Elizabeth Kostova
Nazionalità: USA
Anno di pubblicazione: 2005
Numero pagine: 668
Punti: 13
Voto: 5
Eventuali bonus:
Non son riuscita a trovare notizie sull'accuratezza storica e non c'è bibliografia alla fine del libro, sappiamo soltanto che è " Frutto di un lavoro di studio e scrittura durato dieci anni" frase che lascia il tempo che trova. Detto questo il mio commento è un grande bah. Se l'inizio sembra interessante con la ricerca di documenti sulla storia di Dracula, poi diventa uno schema sempre uguale, una strada percorsa dai tre protagonisti a distanza di anni, con piccoli passi avanti compiuti grazie ad incredibili coincidenze ( solo loro nei secoli dei secoli son riusciti dove tutti gli altri hanno fallito). Insomma un libro storico senza fonti citate, un horror dove Dracula è più l'evento scatenante che il protagonista, un rosa che strizza l'occhio allo YA. Concludendo un libro furbo che per accontentare una platea vastissima rischia di scontentare tutti

Titolo: Che cosa sapeva Maisie
Autore: Henry James
Nazionalità: USA
Anno di pubblicazione: 1897
Numero pagine: 320
Punti: 12
Voto: 8
Eventuali bonus: 4/4 (USA) 12 punti
Commento:
L'arma spuntata
Premetto che avevo visto il film del 2012 con Julienne Moore e mai e poi mai avrei pensato che fosse tratto da un romanzo di Henry James. Nel leggere il romanzo, mi sono resa conto dell'unversalità di questa storia, che potrebbe essere ambientata in un periodo storico indeterminato.
La piccola Maisie si trova a essere oggetto di contesa tra due genitori separati e viene usata come arma per ferire l'altra parte. La piccola si affeziona alle due governanti che si prendono cura di lei: La signora Wix a casa della madre e la più giovane signora Beale a casa del padre, che in seguito diventerà la sua matrigna. Anche la madre si risposa con Sir Claude, a cui la bambina si affeziona tantissimo, perché si prende cura di lei molto più del suo stesso padre. Ma sembra che sia la signora Beale che Sir Claude siano solo dei personaggi temporanei nelle vite dei genitori di Maisie, che ormai non si servono più di Maisie per ferirsi, perché sono andati avanti, e Maisie adesso è un'arma spuntata che non serve più a nessuno e che si ritrova a essere una patata bollente per i due genitori (che presto se ne andranno all'estero, la madre in Sudafrica e il padre negli USA), che ne cedono la patria potestà ai relativi consorti (diventati anche loro degli ex).
Ma Maisie non può essere un'ex figlia! Invece, adesso che è diventata un'arma spuntata, sembra che chi dovrebbe volerle più bene se ne dimentichi addirittura.
Un libro dolorosissimo, all'epoca considerato un libro d'avanguardia, e che oggi è ancora attualissimo.

Titolo: Walden: Vita nel bosco
Autore: Henry David Thoreau
Nazionalità: USA
Anno di pubblicazione: 1954
Numero pagine: 397
Punti: 14 tappa
Voto: 10
Eventuali bonus: /
Commento
Se uno avanza fiducioso nella direzione dei suoi sogni, e si sforza di vivere la vita che ha immaginato, incontrerà un successo inatteso nei momenti più comuni.
Per due anni Thoreau decide di vivere nei boschi attorno al lago Walden. In questo libro descrive come ha vissuto, con quali mezzi e con quale approccio mentale. La sua è una ricerca verso la semplicità. E' un continuo togliere e sottrarre tutto il superfluo di cui ci carichiamo, che reputiamo indispensabile quando molto spesso non lo è. Valuta e rivaluta il nostro modo di vivere, il concetto di progresso, gli obbiettivi che comunemente la società si prefigge.
Si è molto ispirato alla filosofia orientale, che punta verso il minimalismo e la ricerca interiore di ciò che ci rende davvero felici.
In pagine e pagine di pura poesia, dove Thoreau trasmette tutto l'amore che prova per questi boschi e in particolare per il lago Walden, si protende ad afferrare il senso della vita. La sua esperienza è anche e soprattutto una ricerca della libertà, che è più pura quanto è meno legata agli oggetti e alla forma. Essere liberi è una qualità della mente, che si conquista percorrendo strade vergini e non camminando nel solco che qualcuno ha prestabilito per noi.

Titolo: La canzone di Achille
Autore: Madeline Miller
Nazionalità: USA
Anno di pubblicazione: 2011
Numero pagine: 400
Punti: 16
Voto: 8
Eventuali bonus: 10 (secondo libro game)
Ho apprezzato moltissimo la rilettura del mito greco e dell'Iliade, la caratterizzazione dei personaggi e la storia oltre le vicende note narrate da Omero, le immagini vive e le scene dinamiche. Il solo motivo per cui non aggiungo la quinta stella è che fondamentalmente è una storia d'amore, che non amo leggere, ma questa è una questione di gusti assolutamente personali.

Titolo: Wives and Daughters
Autore: Elizabeth Gaskell
Nazionalità: UK
Anno di pubblicazione: 1866
Numero pagine: 794
Punti: 30
Voto: 8
Eventuali bonus: 2x4
Mattoncione vittoriano che segue l'educazione sentimentale (e alla vita) di una giovane ragazza orfana di madre, la cui adolescenza, placida e selvaggia allo stesso tempo, viene interrotta dall'ingresso di una matrigna e una sorellastra, che ampliano e aprono bruscamente il suo mondo ristretto.
Senza dubbio la forza del romanzo sta nelle contrapposizioni tra personaggi, milieu sociali prima che geografici, classi e visioni politiche. Anche se costellata di colpi di scena e di impianto abbastanza tradizionale, l'autrice ha saggiamente scelto di non contrapporre eroi, eroine e cattivi, quanto piuttosto, e con più onestà, di permettere a ogni personaggio di avere il suo mondo e sviluppo interiore, influenzato dal sesso, posizione e classe sociale. Quest'attenzione alla ricostruzione della natura classista, sessista e razzista della società inglese è sicuramente un ulteriore aspetto molto positivo per un romanzo che, sebbene un romanzo di maniere dai ricordi austeniani, per certi versi si avvicina già molto a un proto-realismo se non francese, almeno dickensiano.
Non nego di aver trovato la prima metà del libro molto meno interessante sul momento della seconda, e di averla apprezzata a lettura conclusa, riflettendoci. Questo perché onestamente leggere pagine e pagine di balli, vestiti, ricevimenti e lettere d'amore anche basta. Ho anche trovato eccessiva l'esaltazione quasi angelicata di alcuni personaggi (una su tutti la protagonista).
Tutto sommato, un romanzo pregevolissimo e scorrevole nonostante la mole. Forse, soltanto, lo avrei apprezzato un po' di più una decina d'anni fa, rispetto ai miei gusti letterari attuali.

Titolo: The Mortal Immortal
Autore: Mary Wollstonecraft Shelley
Nazione: UK
Anno di pubblicazione: 1831
Numero pagine: 58 edizione cartacea
Punti: 2
Voto: 7,5
Eventuali bonus: 2/2 libro game - 10
Winzy è apprendista dell'alchimista Cornelius ed è innamorato di Bertha, che lo ama ma non lo vuole perché non è ricco. Un giorno, contravvenendo agli avvertimenti dell'alchimista, Winzy beve da un calice la pozione che il suo maestro aveva speso anni a preparare: lo fa perché l'alchimista gli aveva detto che era una pozione in grado di curare dall'amore. Tuttavia, Winzy viene sì curato dall'amore, ma solo perché questo si trasforma in adorazione. Fortunatamente Bertha decide di sposarlo e i due vivono anni felici, finché l'alchimista non lo richiama al suo letto di morte e gli rivela che in realtà la pozione era l'elisir dell'immortalità. Winzy, ormai al suo 323° anno di vita, continua tuttora a sperare che, avendo egli bevuto soltanto metà del calice, l'elisir si limiti a farlo vivere enormemente a lungo, ma non per sempre. L'immortalità, infatti, non è così desiderabile come si potrebbe credere. Disprezzato da tutti per il suo rimanere sempre giovane (aveva vent'anni all'epoca dei fatti, e vent'anni continua ad avere), vista morire l'anziana Bertha, costretto a fuggire di luogo in luogo, l'immortalità è per Winzy più un tormento che una benedizione. Mary Shelley ci costringe qui a pensare se sia sempre asupicabile desiderare qualcosa, perché ottenerlo potrebbe rivelarsi una disgrazia. Un racconto profondamente filosofico, pur nella sua brevità.

Titolo: La lettera scarlatta
Autore: Nathaniel Hawthorne
Nazionalità: USA
Anno di pubblicazione: 1850
Numero pagine: 304
Punti: 12
Voto: 8
Eventuali bonus: 2/4 (USA)
Commento: Un classico che va letto almeno una volta nella vita, di cui tutti hanno sentito parlare e che non è pesante come avevo temuto, visto il tema trattato (tranne nel Prologo, che sembra essere un racconto a parte - ed è così che infatti lo considerano gli studiosi di letteratura americana - ma che ho trovato eccessivamente pedante). Premettendo che non apprezzo il puritanesimo e i suoi moralismi ipocriti, ho visto questo romanzo in chiave ironica e il riscatto di Hester Prynne, la donna condannata a essere marchiata a vita con il simbolo dell'infamia, la A di adultera cucita sul cuore (ma la A può in effetti significare anche tante altre cose, come Amore, Angelo, ecc).
Accanto a Hester, i coprotagonisti sono il giovane reverendo Dimmesdale, l'amante misterioso di Hester considerato invece un sant'uomo, che lei infatti cercherà di proteggere a suo detrimento; la piccola Pearl, il frutto del peccato, una bambina strana, un po' elfica; e la sinistra figura del dottore, Roger Chillingworth, che in realtà è il marito di Hester sotto mentite spoglie, un marito molto più anziano di lei, scomparso per molto tempo tra i pellerossa, che Hester considerava morto. Chillingworth comprende dalla vicinanza con il reverendo Dimmesdale che è lui il padre della bambina, e comincerà a impartirgli una finta cura che, assieme agli opprimenti sensi di colpa, lo porterà alla follia. La figura di Chillingworth sembra quasi demoniaca, in effetti.
E poi c'è un altro personaggio collettivo, la comunità con la sua morale puritana, che interpreta ogni accadimento come ritiene più opportuno, a volte anche negando l'evidenza e condannando il capro espiatorio (Hester) a scapito della verità.
Ma, come ho detto prima, Hester Prynne avrà il suo riscatto, e non perché abbia fatto nulla per conseguirlo, ma per giustizia divina (alla faccia dei "pii" puritani). Del resto, Hawthorne con questo romanzo ha probabilmente voluto chiedere scusa alle donne che a Salem furono accusate di adulterio e mandate a morte dal suo antenato, il magistrato John Hathorne (da cui lui si distacca aggiungendo una w al suo cognome).

Titolo: Morituri te salutant
Autore: Danila Comastri Montanari
Nazionalità: Italia
Anno di pubblicazione: 1994
Numero pagine: 240
Punti: 8
Voto: 7
Eventuali bonus: Libro Game 1 (Scrittrice - Protagonista uomo)
Siamo arrivati al quarto volume e la serie non ha perso nulla della sua freschezza, continua a mescolare alla perfezione giallo classico e momenti da commedia brillante.
Stavolta si indaga nell'ambiente dei gladiatori e come al solito l'autrice è molto brava nel creare uno scenario realistico senza lasciarsi intralciare da moralismi moderni: l'unico a farsi scrupoli di coscienza è Aurelio (ovviamente, poteva mai essere meno che perfetto?), ma è sempre bene attenta a mostrarci come sia una posizione assolutamente anomala e non condivisa da nessuno.
Il mistero è meno interessante dei precedenti perché la direzione delle indagini è quasi univoca, si capisce abbastanza presto chi è il colpevole, ed il colpo di scena finale è troppo improvvisato per stupirci davvero. Qui però sono particolarmente gustose le scenette coi comprimari, tutti in splendida forma e pronti perfino a farci dimenticare l'antipatia che suscita quel perfettino del senatore Stazio.
Leggere questa serie è sempre piacevole: non entrerà negli annali della letteratura ma regala momenti di autentica spensieratezza, e non mi sembra cosa da poco.

Titolo: Il giro di vite
Autore: Henry James
Nazionalità: USA
Anno di pubblicazione: 1898
Numero pagine: 167
Punti: 6
Voto: 7
Eventuali bonus: 4x4
Atmosfere inquietanti e ambigue in pieno stile gotico con un continuo alternarsi di quello che è e quello che potrebbe essere. Bellissimo l'incipit con un gruppo di amici che si raccontano storie e l'espediente, sempre vincente, del racconto di una storia vera. il finale invece mi ha lasciato una sensazione di incompiutezza e di poca chiarezza

Titolo: Walden. Vita nei boschi
Autore: Henry David Thoreau
Nazionalità: USA
Anno di pubblicazione: 1854
Numero pagine: 401
Punti: 16
Voto: 10
Eventuali bonus: libro tappa - 3/4 di 4x4 USA
Leggere Walden nel 2022, con una pandemia e l'ennesima guerra in corso, fa un certo effetto!
Son passati quasi 180 anni dalla prima pubblicazione, ma "pare" che l'umanità stia sempre più allontanandosi dalla Natura. Siamo "quasi" degli estranei per la Natura, perchè altrimenti non sarebbero giustificabili le infinite montagne di rifiuti, l'inquinamento dell'aria ormai fuori controllo, le miriadi di oggetti superflui sparsi per il Mondo, le isole di plastica negli oceani ecc...
Considerate lo smisurato orgoglio e la stagnante autosoddisfazione dell'umanità.
Volevo leggere questo prezioso resoconto di due anni presso il lago Walden di Thoreau, soprattutto dopo aver letto "La disobbedienza civile", ma chissà poi perchè passarono gli anni.
"Volgi il tuo occhio all'interno, e scoprirai
Migliaia di regioni, nel tuo cuore,
Vergini ancora. Viaggiale tutte, e fatti esperto
In cosmografia interiore"
La frase, qui sopra riportata, è lo stato dell'essere con cui si dovrebbe leggere questo libro e traslato nella quotidianità, come si dovrebbe vivere per essere nella Verità Universale. Ma nella realtà delle cose, che poi non è altro che una realtà alternativa che ci siamo creati e quindi corrotta, viviamo nella stasi delle futilità che sono dannose, soprattutto per la Natura. Ci siamo imposti una vita fatta di clichè, di convenzioni, di troppe regole, che l'individualità e la vita spirituale al contatto con la Natura, non esistono più, non sappiamo nemmeno perchè viviamo, cos'è davvero la vita. Passiamo il tempo nell'apatia del sicuro, del prevedibile, dei modelli di vita inviolabili.
Che ognuno pensi ai fatti suoi, e cerchi di essere quello che è. Perchè dovremmo avere tanta disperata furia di ottenere il successo, in imprese così disperate? Se un uomo non marcia al passo dei suoi compagni, magari è perchè ode un tamburo diverso; lasciatelo marciare al suono della musica che sente, non importa nè quanto lontana essa sia, nè quale sia la cadenza. Non occorre che egli maturi nello stesso tempo di un melo o di una quercia. Potrà forse cambiare in estate la sua primavera?
Perchè non ci fermiamo un attimo o anche di più, quello che servirà, per ripensare a ciò che siamo e ciò che facciamo sulle Terra?
[...]è solo quando ci siamo completamente perduti, o abbiamo fatto un giro vizioso che apprezziamo la vastità e la singolarità della Natura. Ogni uomo deve imparare da capo le direzioni della bussola, ogni volta che si risveglia sia dal sonno che da qualsiasi astrazione. Solo quando ci siamo perduti cominciamo a trovare noi stessi, e a capire dove siamo, e l'infinita ampiezza delle nostre relazioni.
Il problema maggiore dell'umanità è che ha preso troppo confidenza con la falsità, l'artificiosità, ne siamo talmente sommersi, dovunque ci giriamo vediamo fiumi in piena di azioni artefatte, ma il fatto grave è che ciò è diventato quasi naturale, come se queste azioni non siamo più artificiose, ma genuine!
Se volessimo dunque sollevare il genere umano con i veri mezzi, indiani, botanici, magnetici o naturali, siamo prima semplici e buoni come la Natura, scacciamo le nubi che ci coprono gli occhi, e impregniamo i nostri pari di un po' di vita. Non si cerchi di diventare i sovrintendenti dei poveri, ma piuttosto di diventare uomini migliori sulla terra.
Un capolavoro assoluto, non solo sull'ambientalismo e sull'ecologia, ma universale. Sarebbe da leggere e rileggere all'infinito, soprattutto ora che siamo ad un bivio cruciale per la salvezza della vita sulla Terra. Ma che poi, veramente siamo ancora in tempo?!
https://www.youtube.com/watch?v=CGYTY...
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Titolo: Cime tempestose
Autore: Emily Bronte
Nazionalità: GB
Anno di pubblicazione: 1847
Numero pagine: 343
Punti: 6
Voto: 6,5
Eventuali bonus:
Rilettura dai tempi del liceo. Ancora una volta, ho apprezzato lo stile narrativo, con la governante che racconta a un affittuario le varie vicende delle due famiglie presso cui ha vissuto e lavorato. L'immagine del narratore, che racconta la storia spesso di sera, vicino al fuoco, magari facendo altro nel mentre, lavorando a maglia, o mondando verdure, rende la narrazione a mio avviso piu' scorrevole e le vicende narrate piu' credibili. La natura la fa da padrona, ed e' ampliamente descritta per ogni stagione - dalle brevi e innevate giornate invernali, a quelle calde e lunghe dell'estate. E poi, i profumi della primavera, il rumore dell'acqua che scorre nel ruscello, che varia in funzione dei periodi di piena e di siccita'. Questi sono gli elementi che ho piu' apprezzato, del libro. La storia in se' e per se'...bah....ho sempre trovato i vari personaggi poco credibili, pieni di eccessi e di turbe inquietanti, tolti Nelly la narratrice, il signor Lockwood che la ascolta, e il giovane Earnshaw, fra tutti a mio avviso il piu' positivo (e credibile)