La Stamberga dei Lettori discussion
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L'idiota
Discussioni letterarie
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Settimo GdL: L'idiota di Fedor Dostoevskij
Sono arrivata a metà della prima parte. Mi sta piacendo moltissimo e non ci avrei mai scommesso. Cerco di terminare entro domani la prima parte così potrò esprimere meglio le mie impressioni!
Io sono all'inizio del III capitolo della seconda parte.Il primo non mi è piaciuto un granchè, ma è comprensibile, perchè è più che altro un capitolo di "transizione". Il secondo è un po' tirato per lunghe, considerando che il succo è che Nastas'ja
Filippovna non ha ancora deciso cosa fare esattamente.
Speriamo il terzo sia migliore. L'incontro tra il principe e Rogožin sembrerebbe promettere bene.
Anche io sono arrivata al secondo capitolo della seconda parte. Nonostante l'indubbia capacità di Dostoevskij di descrivere persone e situazioni, sino a ora non mi sento molto coinvolta e la maggior parte delle situazioni mi sembra paradossale. Vado avanti e vedrò di capire meglio.
E diventerà sempre più paradossale...sì, di certo Dostoevskij scrive che è una meraviglia, ed è bravissimo nelle descrizioni, con una manciata di parole ti ritrovi il personaggio già ben fisso in mente, però a volte si dilunga. Staremo a vedere
Ilaria wrote: "E diventerà sempre più paradossale...sì, di certo Dostoevskij scrive che è una meraviglia, ed è bravissimo nelle descrizioni, con una manciata di parole ti ritrovi il personaggio già ben fisso in ..."
Adesso scrivo un commento che provocherà molti dissensi, ma in alcuni passi mi ricorda l'atmosfera de "Il maestro e Margherita"
Patrizia wrote: "Adesso scrivo un commento che provocherà molti dissensi, ma in alcuni passi mi ricorda l'atmosfera de "Il maestro e Margherita""Davvero, Patrizia? Io, al contrario, non riuscirei a pensare a due autori più diversi ... :-)
Arwen56 wrote: "Patrizia wrote: "Adesso scrivo un commento che provocherà molti dissensi, ma in alcuni passi mi ricorda l'atmosfera de "Il maestro e Margherita""Davvero, Patrizia? Io, al contrario, non riuscirei..."
Dai, non sono russi entrambi? :)
Io sono affascinata, ogni volta che inizio a leggere mi sembra di essere in poltrona a teatro e mi immagino tutti gli attori sul palcoscenico. Spero che continui ad intrattenermi in questo modo anche nei capitoli successivi.
Arwen56 wrote: "Patrizia wrote: "Adesso scrivo un commento che provocherà molti dissensi, ma in alcuni passi mi ricorda l'atmosfera de "Il maestro e Margherita""Davvero, Patrizia? Io, al contrario, non riuscirei..."
Secondo me ci sono delle assonanze (niente di più che delle impressioni) nelle scene in cui vengono messi in ridicolo alcuni aspetti della società russa: in questi passaggi (ad esempio quello in cui Lebedev riunisce la famiglia per declamare la sua arringa più volte di seguito) mi vengono in mente quelle scene de "Il maestro e Margherita" in cui si ridicolizzano i poeti e gli intellettuali di partito.
Teresa wrote: "Io sono affascinata, ogni volta che inizio a leggere mi sembra di essere in poltrona a teatro e mi immagino tutti gli attori sul palcoscenico. Spero che continui ad intrattenermi in questo modo anc..."Ecco un'osservazione molto adatta, Teresa! Dostoievski è un maestro dello spettacolo, ama i grandi gesti e le situazioni che mettono gli eroi in un'ipostasi quasi ridicola!
Teresa wrote: "Io sono affascinata, ogni volta che inizio a leggere mi sembra di essere in poltrona a teatro e mi immagino tutti gli attori sul palcoscenico. Spero che continui ad intrattenermi in questo modo anc..."è la stessa impressione che sto avendo io!
Io più che altro mi chiedo sempre più dove voglia andare a parare. Ma nel non-sense generale c'è qualcosa di divertente!
già, è vero... è come essere al teatro!Sì, Arwen... un pochino, però è divertente, capita tutto a lui, povero disgraziato :P certi personaggi sono arrivati ai limiti dell'assurdo.
Sono arrivato al Cap. VII della II parte.Sembra che Dosty abbia deciso di trasformare i personaggi (view spoiler). In più se non fosse che è scritto nel 1869, il libro è pregno di erudimenti base di psicanalisi (view spoiler)
Ho finito la seconda parte anch'io. E anche io a volte ho l'impressione di poca credibilita dei personaggi (view spoiler)
Finito anche io la seconda parte, è volata via velocemente, mah, ora sono un po' perplessa, lo ammetto...
Anche a me questa seconda parte (quantomeno fino al capitolo VI) pare più lenta e meno accattivante, ma spero si riprenda con la terza parte.
Morwen wrote: "La seconda parte mi sta annoiando a morte, mentre la prima mi era invece piaciuta."Anche a me questa seconda parte sta annoiando un bel po'...Speriamo che migliori.
La prima parte era più vivace con più dialoghi e personaggi che si affacciavano sulla scena. La seconda parte sembra più orientata ad esprimere i pensieri del principe
Io sono più o meno a metà della seconda parte, non ricordo il capitolo. Anch'io ho notato un rallentamento di ritmo, senz'altro connesso alla vena sempre più introspettiva della narrazione. Confesso di aver apprezzato questi tentativi introspettivi, anche se il tutto risulta abbastanza noioso.A proposito della rappresentazione cristica del Principe, noto sempre più l'abitudine a parlare per parabole.
A me più che la noia, quel che spiace è la perdita di coerenza dei personaggi. Si sacrifica sull'altare dell'idea di rappresentare "un uomo buono" qualsiasi altra esigenza narrativa. Ma in nome di cosa? Tutta la bontà del principe è assolutamente inutile e non influenza in alcun modo gli altri. Li affascina, quando è presente, ma non ne muta in meglio i caratteri. Anzi, al contrario, mi pare.
Ho finito la seconda parte.Se i primi capitoli sono lenti e servono da raccordo, la seconda metà procede più spedita e tende a chiudersi con una baraonda come la prima. Lo schema è lo stesso della prima parte: è come guardare una partita di scacchi, in cui tutti i pezzi vengono posizionati fino all'esplosione della tensione accumulata fin là. Da questo punto di vista tanto di cappello.
Arwen56 wrote: "A me più che la noia, quel che spiace è la perdita di coerenza dei personaggi. Si sacrifica sull'altare dell'idea di rappresentare "un uomo buono" qualsiasi altra esigenza narrativa. Ma in nome di ..."
Penso che l'obiettivo sia proprio questo. Prima Dosty modella il personaggio del principe, il lettore percepisce la sua "differenza", viene in mente il paragone con Cristo. Dopodiché decostruisce il suo aspetto salvifico. E questo secondo me è un intento preciso dell'autore: se avesse voluto dimostrare che l'"uomo buono" vince su tutto, il romanzo si sarebbe chiuso nella prima parte con Nastas'ja che accettava la proposta del principe e ne veniva redenta, il cattivo aveva il suo e bon. Invece Dosty sembra che ci tiene a dimostrare che un "uomo buono" è inutile nella società di allora, perché ne verrebbe schiacciato piuttosto che "aiutarla". E qua si giunge all'osservazione di Veravita...
Veravita wrote: "Ho finito la seconda parte anch'io. E anche io a volte ho l'impressione di poca credibilita dei personaggi [spoilers removed]"
(view spoiler). E qua io devo di nuovo abbassare il cappello di fronte a Dosty, pochi autori sono riusciti a turbarmi in questa maniera.
Cosa invece non mi è proprio piaciuto è la natura ottocentesca e onnisciente del narratore: se il baricentro e la tesi del romanzo sono angoscianti ma incredibilemente interessanti, il dipanarsi della trama tende a far storcere il naso. Troppe volte Dosty ricorre al coup-de-theatre (il che rinforza l'idea che molti sottolineano della mis-en-scène dell'opera), alle macchinazioni inverosimili pur di perorare la sua causa (ma più che "perorare" bisognerebbe parlare di "descrivere", essendo questo un romanzo sulla natura/perdita della fede). Per dirla in maniera stringata: Dosty è assolutamente moderno nei contenuti, ma assolutamente legato alla sua epoca nella forma.
A me invece sembra affascinante che il principe diventi una figura donquijotesca (si dice così?) dopo tutto il paragone con Cristo. Poi che il principe, poco a poco, non si rivela così sereno e distaccato come un santo, ma comincia a far parte degli stessi "troubled souls" come quelli che ama. Quanto al carattere drammatico (in senso teatrale, ovviamente) della sua trama è un artificio, secondo me, per illustrare quel "vanitas vanitatum" che è il leitmotiv della sua opera.
Giuseppe wrote: "Ho finito la seconda parte.Se i primi capitoli sono lenti e servono da raccordo, la seconda metà procede più spedita e tende a chiudersi con una baraonda come la prima. Lo schema è lo stesso dell..."
Meno male che sto leggendo questo libro in un GdL perchè da sola non credo che avrei continuato! Almeno riesco ad avere più chiavi di lettura: forse non è proprio il momento giusto per me (devo confessare che dopo un paio di pagine mi viene un sonno tremendo), ma ormai che ho iniziato lo porterò a termine.
Mi è piaciuto, dal punto di vista descrittivo, la descrizione dello stato d'animo del principe prima (view spoiler)
@Giuseppe: quanto al narratore omnisciente, seguilo durante il romanzo e vedrai come perde progressivamente questo carattere!
Stela wrote: "@Giuseppe: quanto al narratore omnisciente, seguilo durante il romanzo e vedrai come perde progressivamente questo carattere!"Il che farebbe di Dosty un autore ancor più moderno di quanto io già lo consideri al momento :)
Giuseppe wrote: "Stela wrote: "@Giuseppe: quanto al narratore omnisciente, seguilo durante il romanzo e vedrai come perde progressivamente questo carattere!"Il che farebbe di Dosty un autore ancor più moderno di ..."
Già :)
Giuseppe wrote: "Ho finito la seconda parte.Se i primi capitoli sono lenti e servono da raccordo, la seconda metà procede più spedita e tende a chiudersi con una baraonda come la prima. Lo schema è lo stesso dell..."
Bellissima analisi, Giuseppe. Molto interessante il tuo punto di vista. Personalmente, però, questa storia non riesce proprio a coinvolgermi. Sto facendo parecchia fatica nel procedere con la lettura. Anch'io, come Patrizia, se non fosse che lo stiamo leggendo tutti assieme, avrei lasciato.
Il quadro è, in effetti, impressionanante. Immagine vigorosa e messaggio che arriva all'osservatore con precisione ed efficacia. Soprattutto il formato scelto: due metri per trenta centimetri. Claustrofobico e paralizzante, sia per il Cristo, sia per chi guarda, soprattutto per la fulmineità con cui si percepisce il discorso sotteso. "Dosty" (come lo chiami tu), invece, secondo me la sta tirando troppo per le lunghe, rischiando appunto di annoiare il lettore.
Arwen56 wrote: ""Dosty" (come lo chiami tu)"E' che mi scoccio a scrivere tutto il nome, di cui non ricordo mai il corretto spelling :P
Giuseppe wrote: "Arwen56 wrote: ""Dosty" (come lo chiami tu)"E' che mi scoccio a scrivere tutto il nome, di cui non ricordo mai il corretto spelling :P"
Non voleva mica essere una critica, anzi, "Dosty" è carino. Lo spelling non me lo ricordo mai neppure io: faccio copia-incolla da Google. ;-)
Sono arrivata al quinto capitolo della seconda parte. Da quel che ho capito finora, l'Idiota è un collage delle piú disparate situazioni sociali, economiche, sentimentali, tenute insieme non solo da quella colla formidabile che è la penna di Dostoevskij ma anche e soprattutto dal principe, che costituisce al contempo protagonista e terzo estraneo alla faccenda. Per quanto poco viene descritto, si potrebbe pensare che sia di poca importanza per gli sviluppi della trama. Anzi, le trame: di tutti si parla tranne che di lui, silenzioso ascoltatore e osservatore. Tutto è piú che altro lasciato al dialogo; non veniamo a sapere niente dei personaggi se non tramite le loro grida. I racconti del principe sulla ghigliottina, il gioco del raccontar i propri peccati, le confessioni tra Rogozin e il principe nel terzo e quarto capitolo: discorsi ben messi in risalto dall'autore, che rimandano tutti alla religione; ma, citando lo stesso Myskin, si ha l'impressione (fondata) che si stia sempre parlando di altro. Penso sia presto per parlare di introspezione psicanalitica: ho visto Sartre discorrere degli stessi argomenti e affrontarli in maniera decisamente piú analitica. Lo scopo di Dostoevskij a mio dire è piú quello di farci cogliere in maniera diretta ma faticosa l'essenza piú recondita di ogni singolo personaggio.
Ho finito la seconda parte.
Io mi accodo al senso di stanchezza (non per lo stile, ma per la paradossalità continua delle situazioni) che genera in me questo romanzo. Non abbandono mai i libri quindi lo avrei finito lo stesso, ma se non fossi stata con voi ci avrei impiegato mesi.
Io mi accodo al senso di stanchezza (non per lo stile, ma per la paradossalità continua delle situazioni) che genera in me questo romanzo. Non abbandono mai i libri quindi lo avrei finito lo stesso, ma se non fossi stata con voi ci avrei impiegato mesi.
Ludovica wrote: "Sono arrivata al quinto capitolo della seconda parte. Da quel che ho capito finora, l'Idiota è un collage delle piú disparate situazioni sociali, economiche, sentimentali, tenute insieme non solo d..."Tutto vero: io contenuti sono di altissimo livello, ma i "contenitori" (incontri, te, visite) mi ricordano i romanzi di Jane Austen, motivo per cui l'aspetto surreale di molte situazioni mi sembra "stonato". Sino a ora per me si salva lo stile e la capacità di caratterizzare i personaggi, ma tutto annega in un abisso di profonda noia. Spero che migliori.
Finita la seconda parte.Devo dire che ho trovato più interessante la prima. In questa parte c'è una certa confusione che genera stanchezza in chi legge.
Si parte per la III, sono curiosa di vedere come si evolve la storia.
Finita con molta difficoltà la seconda parte; prima di iniziare la terza mi prendo qualche giorno di pausa
Anche questa settimana sono in ritardo :(. Sono a metà della seconda parte ma concordo con voi sul fatto che questa seconda parte ha perso un po' di 'smalto' rispetto alla prima :(
Leggendo la seconda parte mi sembra che a Dostoevskij interessi più sviluppare delle questioni che gli stanno a cuore creando delle occasioni in cui tali questioni possono essere dibattute, senza grandi preoccupazioni per lo sviluppo della trama. Confido nella terza e quarta parte.
Patrizia wrote: "Leggendo la seconda parte mi sembra che a Dostoevskij interessi più sviluppare delle questioni che gli stanno a cuore creando delle occasioni in cui tali questioni possono essere dibattute, senza g..."Sono assolutamente d'accordo. Mi sta un po' sfinendo questo romanzo.





Dovrà essere la questione della trascrizione..."
a volte è Miškin a volte no: credo che nel secondo caso si tratta di un errore (forse dovuto al correttore automatico che corregge trasformando il nome del principe nell'inglese "my skin"?) Dato che l'ebook della Feltrinelli non è proprio economico, mi sarei aspettata una maggiore attenzione a questi aspetti.