Una performance identitaria
Una performance identitaria è un processo attraverso il quale l'identità di una persona o di un gruppo si costruisce e si manifesta attraverso la ripetizione performativa di azioni, gesti, comportamenti e rappresentazioni socialmente normate e codificate. Questa costruzione non è fissa o naturale, ma si realizza proprio nell’atto performativo, cioè nel modo in cui l'identità viene "recitata" o mostrata davanti a un pubblico, creando così la percezione di un’identità stabile.
Nel contesto teorico più rilevante, quello della teoria queer e di Judith Butler, la performance identitaria riguarda soprattutto il genere: l’identità di genere non è una caratteristica innata, ma il risultato di una continua stilizzazione e ripetizione di atti, che creano l’effetto di un'identità coerente e riconoscibile. Butler spiega che il genere è performativo perché si costituisce proprio attraverso queste azioni ripetute, che fanno sembrare naturale ciò che è invece culturalmente costruito e normato.
In termini più generali, legati alle arti performative (teatro, performance art), la performance identitaria si riferisce anche a come l'arte e il gesto scenico possano diventare strumenti di analisi, espressione e indagine della costruzione dell’identità personale e sociale, offrendo una rappresentazione attiva e provocatoria di chi si è o di chi si vuole essere.
Riassumendo:
La performance identitaria è un atto comunicativo e sociale attraverso cui l’identità si costruisce e si manifesta.
Non esiste un'identità preesistente o stabile, ma l’identità si forma attraverso la ripetizione e la rappresentazione di ruoli e comportamenti condivisi culturalmente.
Il concetto è centrale nella teoria queer e negli studi di genere, che vedono il genere come qualcosa di performato e non biologico.
Le arti performative sono spesso usate come spazio di sperimentazione e riflessione di queste dinamiche identitarie.
Questa nozione si applica sia a contesti artistici e teatrali sia ai processi sociali di costruzione identitaria nella vita quotidiana e politica.
Nel contesto teorico più rilevante, quello della teoria queer e di Judith Butler, la performance identitaria riguarda soprattutto il genere: l’identità di genere non è una caratteristica innata, ma il risultato di una continua stilizzazione e ripetizione di atti, che creano l’effetto di un'identità coerente e riconoscibile. Butler spiega che il genere è performativo perché si costituisce proprio attraverso queste azioni ripetute, che fanno sembrare naturale ciò che è invece culturalmente costruito e normato.
In termini più generali, legati alle arti performative (teatro, performance art), la performance identitaria si riferisce anche a come l'arte e il gesto scenico possano diventare strumenti di analisi, espressione e indagine della costruzione dell’identità personale e sociale, offrendo una rappresentazione attiva e provocatoria di chi si è o di chi si vuole essere.
Riassumendo:
La performance identitaria è un atto comunicativo e sociale attraverso cui l’identità si costruisce e si manifesta.
Non esiste un'identità preesistente o stabile, ma l’identità si forma attraverso la ripetizione e la rappresentazione di ruoli e comportamenti condivisi culturalmente.
Il concetto è centrale nella teoria queer e negli studi di genere, che vedono il genere come qualcosa di performato e non biologico.
Le arti performative sono spesso usate come spazio di sperimentazione e riflessione di queste dinamiche identitarie.
Questa nozione si applica sia a contesti artistici e teatrali sia ai processi sociali di costruzione identitaria nella vita quotidiana e politica.
Published on July 29, 2025 05:36
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Tags:
perfomance
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MEDIUM
Nessuno è stato mai me. Può darsi che io sia il primo. Nobody has been me before. Maybe I’m the first one.
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