Scrivere di AI non è come scrivere di Gutenberg. E’ in gioco il futuro dell’identità umana

Scrivere di AI non è come scrivere di Gutenberg e dei suoi caratteri mobili quando cominciò ad usarli. Sono trascorsi cinque e più secoli e solo oggi possiamo dire cosa è successo.
Con una differenza non secondaria: cinque secoli in soli cinquanta anni. Siamo ancora “work in progress”, siamo sicuri di capire quello che sta succedendo e cosa accadrà?
Non solo il “cosa” ma sopratutto il “come” cambierà. Mentre leggevo questo libro è passato a miglior vita uno degli autori, la mente, il cervello di Henry Kissinger con i suoi 100 anni. Sic transit, tutto scorre, come AI, appunto. Questa semplice riflessione tocca un punto cruciale dell’epoca che stiamo vivendo.
Il parallelo con Gutenberg è particolarmente illuminante. Ci troviamo in una fase di accelerazione temporale senza precedenti, dove trasformazioni che richiedevano secoli ora si compiono in decenni, anche meno.
La scomparsa di Kissinger durante la lettura di questo libro aggiunge una dimensione ulteriore di riflessione. A cent’anni, aveva attraversato quasi tutto il Novecento e assistito alle prime fasi della rivoluzione digitale.
La sua prospettiva sull’intelligenza artificiale nasceva dall’esperienza diretta delle grandi trasformazioni geopolitiche del secolo scorso. Il “work in progress” di cui ho detto è forse la condizione più onesta che possiamo riconoscere.
Non siamo ancora nella posizione di quegli storici che, cinque secoli dopo Gutenberg, possono tracciare le conseguenze della rivoluzione tipografica sulla diffusione del sapere, la formazione degli stati nazionali, la Riforma protestante.
Siamo piuttosto contemporanei dell’invenzione, testimoni di un cambiamento di cui percepiamo la portata senza poterne ancora misurare tutte le implicazioni.
Ne fu testimone e vittima mio Padre nella sua piccola tipografia di provincia, ne sono stato io che ho raccolto la sua esperienza imparando da lui a leggere e scrivere mettendo insieme i caratteri mobili sul bancone della composizione, continua mio figlio a navigare nel mare infinito della comunicazione artificiale.
Il “come” è effettivamente la questione centrale: il medium e il messaggio di McLuhan si sono moltiplicati. Impossibile sapere quali cambiamenti porterà AI, attraverso quali modalità, con quali tempi, con quali conseguenze per l’identità umana che il sottotitolo del libro pone al centro della riflessione.
Dall’analisi che emerge dalle fonti disponibili, l’approccio dei tre autori si caratterizza per alcuni elementi distintivi che rispecchiano le loro diverse competenze e prospettive.
L’IA non è governata da principi e concetti morali che la contengano e le diano dei limiti, sicché la sua rivoluzione può assumere pieghe inaspettate e condurre a esiti imprevedibili.
IA sta cambiando il pensiero, la conoscenza, la percezione, la realtà e, di conseguenza, il corso della storia. Questa è la premessa da cui partono i tre autori, che adottano un approccio multidisciplinare particolarmente significativo. La metodologia sembra fondarsi su tre pilastri.
Primo: non spiegano soltanto cos’è l’intelligenza artificiale, ma cosa rappresenta: un terreno di gioco fondamentale che determinerà gli assetti geopolitici futuri. Kissinger porta la sua esperienza diplomatica e strategica, Schmidt quella tecnologica e industriale, Huttenlocher quella accademica e di ricerca.
Secondo: come l’avvento della stampa a caratteri mobili che ha reso fruibile il sapere da un largo numero di persone, gli autori cercano di teorizzare come i singoli individui e gli Stati potrebbero affrontare questa trasformazione. Il parallelo storico che ho evocato con Gutenberg diventa quindi un filo conduttore metodologico del libro.
Terzo: contiene una sintesi dell’evoluzione storica dei sistemi di intelligenza artificiale, ma sono molto interessanti anche alcune valutazioni su eventi salienti della storia dell’umanità, suggerendo un approccio che coniuga analisi tecnica e riflessione storica.
Il limite di questo approccio per me resta “work in progress”. Chissà per quanto tempo lo sarà. I tre autori tentano di fare previsioni, ma non ci riescono. Fronteggiano una tecnologia in evoluzione rapidissima, quasi tentando di scrivere la storia del futuro mentre il presente si trasforma sotto i nostri occhi.
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