Anche la fede oggi è “artificiale”…

La fede, con tutti i suoi molti contenuti, a mio parere, si colloca tra fisica e metafisica. Se la natura è fisica e non tutto è spiegabile in termini fisici, l’ineffabile, inevitabilmente, sfocia nel metafisico.
A questo serve Magisterium AI: cerca di spiegare anche l’ineffabile. La natura, nel suo manifestarsi, è prevalentemente fisica e può essere indagata con gli strumenti della scienza.
Tuttavia, non tutto ciò che l’essere umano esperisce e si interroga sembra riducibile a leggi fisiche o spiegabile in termini puramente materiali.
È proprio in questo “oltre” il fisico, in ciò che appare ineffabile e che inevitabilmente ci spinge verso domande sul significato ultimo, sull’origine e sul destino, che la fede trova il suo spazio e la sua ragion d’essere.
La fede, in questo senso, si pone come un tentativo di dare un senso all’inspiegabile: il mistero dell’esistenza. Perché c’è qualcosa invece di niente? Qual è la causa prima di tutto ciò che esiste? La fisica può descrivere l’evoluzione dell’universo, ma non risponde al “perché” ultimo della sua esistenza.
La fede offre una risposta in un Creatore trascendente. La coscienza e la soggettività possono emergere la dalla materia? Perché proviamo emozioni, abbiamo pensieri e un senso di “io”? Queste domande sfidano le spiegazioni puramente materialistiche.
La fede può offrire una prospettiva che include una dimensione spirituale o un’anima. Che dire poi del senso morale e dei valori? Da dove deriva il nostro senso del bene e del male? Perché certi valori come la giustizia, la compassione e l’amore ci appaiono intrinsecamente buoni?
La fede spesso radica questi valori in una legge divina o in una natura umana creata a immagine di Dio. Il mistero della sofferenza e della morte. Come dare un senso al dolore innocente e alla finitezza della vita?
La fede offre consolazione, speranza nella vita eterna e una cornice interpretativa che può dare significato anche alle esperienze più difficili.
La Metafisica come “Oltre la Fisica”. La metafisica, per sua natura, si occupa di ciò che trascende la fisica, indagando sull’essere in quanto essere, sulle cause prime, sulla natura della realtà ultima.
La fede, pur non essendo una speculazione filosofica nel senso stretto, attinge spesso a concetti metafisici per esprimere la sua comprensione del divino e del rapporto tra Dio e il mondo.
La fede si colloca in quella zona di confine dove la spiegazione puramente fisica si arresta e dove l’essere umano, spinto dalla sua intrinseca sete di significato, cerca risposte che trascendono il misurabile e il tangibile.
Essa offre narrazioni, simboli, riti e una relazione con il trascendente per dare un volto e un senso a ciò che altrimenti rimarrebbe avvolto nel mistero.
L’insegnamento cristiano sull’intelligenza artificiale (IA) si concentra sulla necessità di uno sviluppo e un utilizzo etico di questa tecnologia, ponendo al centro la dignità della persona umana e il bene comune.
L’IA, come ogni tecnologia, deve essere valutata per garantire che rispetti la dignità umana e promuova il bene comune.
La dignità intrinseca di ogni uomo e di ogni donna deve essere il criterio chiave nella valutazione delle tecnologie emergenti; queste si dimostreranno eticamente valide nella misura in cui contribuiranno a rispettare tale dignità e ad aumentarne l’espressione a ogni livello della vita umana.
L’intelligenza umana ha un ruolo cruciale non solo nella progettazione e produzione della tecnologia, ma anche nel dirigerne l’uso in linea con l’autentico bene della persona umana.
Questa responsabilità deve essere gestita saggiamente a ogni livello della società, guidata dal principio di sussidiarietà e da altri principi della Dottrina Sociale della Chiesa.
L’IA deve essere diretta dall’intelligenza umana per allinearsi alla vocazione dell’umanità al bene, assicurando il rispetto della dignità della persona umana.
L’uso dell’IA deve essere accompagnato da un’etica ispirata a una visione del bene comune, un’etica della libertà, della responsabilità e della fraternità, capace di favorire il pieno sviluppo delle persone in relazione agli altri e all’intero creato.
L’insegnamento morale e sociale della Chiesa fornisce risorse per garantire che l’IA sia utilizzata in modo da preservare l’agire umano. Considerazioni sulla giustizia, ad esempio, dovrebbero affrontare questioni come la promozione di dinamiche sociali giuste, il mantenimento della sicurezza internazionale e la promozione della pace.
Esercitando la prudenza, individui e comunità possono discernere modi per utilizzare l’IA a beneficio dell’umanità, evitando applicazioni che potrebbero degradare la dignità umana o danneggiare l’ambiente.
In questo contesto, il concetto di responsabilità dovrebbe essere inteso non solo nel suo senso più limitato, ma come una responsabilità per la cura degli altri, che è più che semplicemente rendere conto dei risultati raggiunti.
Esiste il rischio che l’IA venga utilizzata per promuovere quello che è stato definito il “paradigma tecnocratico”, percepisce tutti i problemi del mondo come risolvibili solo attraverso mezzi tecnologici.
In questo paradigma, la dignità umana e la fraternità sono spesso messe da parte in nome dell’efficienza, come se la realtà, il bene e la verità fluissero automaticamente dal potere tecnologico ed economico in quanto tale. Tuttavia, la dignità umana e il bene comune non devono mai essere violati in nome dell’efficienza.
Gli sviluppi tecnologici che non portano a un miglioramento della qualità della vita di tutta l’umanità, ma al contrario aggravano le disuguaglianze e i conflitti, non possono mai essere considerati un vero progresso.
Invece, l’IA dovrebbe essere messa al servizio di un altro tipo di progresso, più sano, più umano, più sociale, più integrale.
L’umanità ha ora strumenti di una potenza senza precedenti: possiamo trasformare questo mondo in un giardino o ridurlo a un cumulo di macerie.
Data questa realtà, la Chiesa ricorda, che siamo liberi di applicare la nostra intelligenza verso cose che evolvono positivamente, o verso la decadenza e la distruzione reciproca.
Per evitare che l’umanità precipiti nell’autodistruzione, deve esserci una chiara presa di posizione contro tutte le applicazioni della tecnologia che minacciano intrinsecamente la vita e la dignità umana.
Questo impegno richiede un attento discernimento sull’uso dell’IA, in particolare nelle applicazioni di difesa militare, per garantire che rispetti sempre la dignità umana e serva il bene comune.
Lo sviluppo e l’impiego dell’IA negli armamenti dovrebbero essere soggetti ai più alti livelli di scrutinio etico, governati da una preoccupazione per la dignità umana e la santità della vita.
L’insegnamento cattolico sull’intelligenza artificiale sottolinea la necessità di un approccio etico che ponga la persona umana e il bene comune al centro dello sviluppo e dell’utilizzo di queste tecnologie, guidato dalla responsabilità e dalla prudenza.
Vasto programma di sempre. Ecco la risposta di Magisterium AI …
La fede, secondo l’insegnamento cattolico, non è né un semplice sentimento né qualcosa di artificiale. È una realtà molto più profonda e complessa, che coinvolge l’intera persona nella sua relazione con Dio.
### La fede non è un sentimento
Sebbene la fede possa essere accompagnata da sentimenti di consolazione, gioia o devozione, non si identifica con essi. La fede è una virtù teologale, cioè un dono soprannaturale di Dio che ci permette di rispondere al suo amore e alla sua rivelazione [¹³].
La sua essenza risiede in un atto dell’intelletto e della volontà [¹¹]:
* **Atto dell’intelletto**: Con la fede, l’intelletto, mosso dalla volontà e dalla grazia di Dio, dà il suo libero assenso alla verità rivelata da Dio [¹⁵]. Si crede a Dio e a tutto ciò che Egli ha rivelato, non perché lo si “sente” emotivamente, ma perché si riconosce che Dio stesso è la Verità [¹²].
* **Atto della volontà**: Attraverso la fede, la persona si affida e si consegna liberamente e totalmente a Dio [¹²]. È una decisione consapevole di fidarsi di Dio e di orientare la propria vita secondo la sua volontà.
Papa Benedetto XVI ha spiegato che la fede non è “un’illusione, una fuga, un rifugio o un sentimentalismo”, ma un coinvolgimento totale che abbraccia l’intera vita [²⁰]. I sentimenti sono mutevoli e possono vacillare, ma la fede è chiamata a rimanere salda anche nei momenti di aridità spirituale o di paura, come dimostrano le vite di Abramo, Mosè e della Vergine Maria [¹⁴].
### La fede non è artificiale
La fede non è una costruzione umana o un’invenzione artificiale. Al contrario, è una risposta a un’iniziativa divina. Le sue caratteristiche principali dimostrano la sua origine soprannaturale:
1. **È un dono di Dio**: La fede è una “virtù soprannaturale” e un “dono gratuito di Dio” [¹⁵]. Non è qualcosa che l’uomo può produrre da solo, ma un dono che deve essere umilmente chiesto e accolto [¹⁴] [¹⁵].
2. **È una risposta alla Rivelazione**: La fede è la risposta dell’uomo a Dio che si rivela nella storia [²⁰]. È un “assenso libero a tutta la verità che Dio ha rivelato” [¹⁶]. Pertanto, non è artificiale, ma fondata su eventi e parole concrete con cui Dio si è fatto conoscere.
3. **È un atto umano e libero**: Sebbene sia un dono divino, l’atto di fede è anche un atto autenticamente umano [¹⁵]. Dio non impone la fede, ma la propone. La persona, mossa dalla grazia, risponde con un “libero assenso” dell’intelletto e della volontà [¹¹]. Questa cooperazione tra la grazia divina e la libertà umana è l’opposto di un processo artificiale.
4. **È personale ed ecclesiale**: La fede è un’adesione personale a Dio, ma non è mai un atto isolato [¹⁶] [¹⁷]. Si crede all’interno della comunità della Chiesa, che trasmette, nutre e custodisce la fede ricevuta dagli Apostoli [¹⁸]. Questa dimensione comunitaria e storica la radica nella realtà, allontanandola da qualsiasi idea di creazione soggettiva o artificiale.
In sintesi, la fede è una virtù soprannaturale, un dono di Dio che richiede una risposta libera e consapevole da parte dell’uomo. Coinvolge l’intelletto e la volontà in un’adesione personale a Dio e alla sua verità rivelata. Non è un sentimento passeggero né una costruzione umana, ma una relazione viva e reale con Dio, vissuta all’interno della comunità della Chiesa [¹⁸] [²⁰].
[¹] [Compendium of the CCC 386](
https://www.magisterium.com/docs/c6c4d3fe-2afe-4d7d-91b6-672dac04569c/ref/386
)
[²] [CCC 176](
https://www.magisterium.com/docs/0583c069-d4bf-42dd-97de-c19f0b80150f/ref/176
)
[³] [Compendium of the CCC 28](
https://www.magisterium.com/docs/c6c4d3fe-2afe-4d7d-91b6-672dac04569c/ref/28
)
[⁴] [CCC 1814](
https://www.magisterium.com/docs/0583c069-d4bf-42dd-97de-c19f0b80150f/ref/1814
)
[⁵] [General Audience of 14 November 2012 ](
https://www.magisterium.com/docs/56849169-9be3-46e6-81fc-f1c7c811f7e1/ref/
)
[⁶] [General Audience of 1st May 2024 — Cycle of Catechesis. Vices and Virtues. 17. Faith ](
https://www.magisterium.com/docs/3f7067bd-a540-4449-8e65-74c89f6038ab/ref/
)
[⁷] [CCC 150](
https://www.magisterium.com/docs/0583c069-d4bf-42dd-97de-c19f0b80150f/ref/150
)
[⁸] [Compendium of the CCC 30](
https://www.magisterium.com/docs/c6c4d3fe-2afe-4d7d-91b6-672dac04569c/ref/30
)
[⁹] [Theology Today: Perspectives, Principles and Criteria 13](
https://www.magisterium.com/docs/90c2d321-f38d-40f7-8a9a-d50d88968c0d/ref/13
)
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