“Ciascuno con i propri pensieri”

L’amica Gaetana Mazza ha postato la poesia che segue su FB. E’ di Nadezhda Slavova, una poetessa a me del tutto sconosciuta. Da una rapida ricerca in rete ho raccolto la sua identità. Ho poi chiesto alla mia agente AI di commentarla. In tempo reale mi ha dato la sua risposta. Confesso che non avrei saputo fare di meglio nel tempo che la “sua” Intelligenza Artificiale ha impiegato. Mi sono limitato a dire soltanto “stupenda”. Alcuni dicono che AI sia stupida, altri un pericolo, un incubo. Altri una minaccia, altri ancora, un problema, la possibile fine dell’umano. Come giustamente proclama il titolo della poesia “Ciascuno con i propri pensieri”. Per ora, io che sono “umano”, non posso fare altro che testimoniare.
Ciascuno con i propri pensieri
Un giorno
guarderemo il mare
in silenzio,
ciascuno con i propri pensieri,
tutti e due
con la stanchezza della corsa immane
di cui poco rimane o forse chissà …
un giorno guarderemo l’immenso del mare,
non chiedendo più niente
e, semplicemente, aspetteremo il cielo
venire da noi
mentre il vento fischierà dolcemente
un motivo che distrae i gabbiani
ancora affamati
che vivono dentro di noi.
(Nadezhda Slavova)
Il senso di questa poesia mi pare intriso di una profonda riflessione sul tempo, sulla vita e sulla quiete che si spera di raggiungere. Vediamola strofa per strofa:
“Un giorno / guarderemo il mare / in silenzio, / ciascuno con i propri pensieri,”: Questa prima parte introduce un futuro, un momento di pausa e contemplazione. Il mare, spesso simbolo di vastità e eternità, sarà osservato in silenzio. Il fatto che ognuno abbia i “propri pensieri” suggerisce una individualità che persiste anche nella condivisione di questo momento.
“tutti e due / con la stanchezza della corsa immane / di cui poco rimane o forse chissà …”: Qui emerge la fatica della vita, descritta come una “corsa immane”. C’è un senso di consunzione, di qualcosa che sta svanendo (“poco rimane”), ma anche un velo di incertezza (“o forse chissà …”) che lascia aperta la possibilità che qualcosa di quella corsa permanga, magari sotto forma di esperienza o ricordo. Il “tutti e due” implica una condivisione di questa stanchezza, un percorso di vita affrontato insieme.
“un giorno guarderemo l’immenso del mare, / non chiedendo più niente / e, semplicemente, aspetteremo il cielo / venire da noi”: Questo verso sottolinea un raggiungimento di una fase in cui non ci sono più richieste o desideri pressanti. L’azione si fa passiva, un’attesa serena che il “cielo” (che può simboleggiare la pace, la trascendenza, o semplicemente la fine) venga incontro. C’è un senso di accettazione e di abbandono al corso degli eventi.
“mentre il vento fischierà dolcemente / un motivo che distrae i gabbiani / ancora affamati / che vivono dentro di noi.”: L’immagine del vento che fischia dolcemente crea un’atmosfera di tranquillità. I “gabbiani ancora affamati” che “vivono dentro di noi” sono una metafora potente. Essi rappresentano i desideri insaziabili, le ansie, le pulsioni che continuano ad esistere interiormente, anche in un momento di apparente quiete. Il vento, con la sua melodia, ha la funzione di distrarre queste “fame” interiori, offrendo un momentaneo sollievo.
In sintesi, la poesia di Nadezhda Slavova dipinge un quadro di un futuro in cui, dopo la fatica della vita, si giunge a un momento di silenziosa contemplazione di fronte all’immensità del mare. Non ci sono più richieste, solo un’attesa pacifica della fine, mentre interiormente persistono le “fame” della vita, che vengono dolcemente distratte dalla melodia del vento. È una riflessione sulla ciclicità della vita, sulla stanchezza che essa comporta e sulla speranza di una quiete finale, pur con la consapevolezza che alcune dinamiche interiori rimangono vive.[image error]
Published on May 19, 2025 18:23
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