End of the year blog post

As tradition, here is the last blog post of the year, with some recap and some spoilers for the next year.

2024 has been the first year in which I published two books, the Italian translation of Song Among the Ruins, Un canto fra le rovine, on January 5th, and the new book When the Spring Comes, on July 26th. When the Spring Comes is an adult folk horror that took such a long time to be written, but was worth every moment. It's a book focused on pagan rituals and pantheistic religion, perfect for the upcoming Carnival season.



2024 has also been the year of the 700th anniversary of the siege of Iglesias, celebrated in February with a music-and-theatre event to which Storie di Sardegna - Epoca Giudicale also took part.

Currently, I'm actively working on three different projects, while many more are boiling in the background. Next year, I plan to publish the Italian translation of When the Spring Comes, by the name of Quando arriva la primavera. I'm currently drafting the sequel to Storie di Sardegna - Epoca Giudicale, by the name of Storie di Sardegna - Epoca Regia. The third project is a Sardinian retelling of Romeo and Juliet, currently in the plotting phase.

So, next year is going to look very Italian-focused. So here are two snippets from my ongoing projects:

«Bakis non le prestò attenzione. L’acqua si muoveva lentamente sotto di lui, impercettibile, movimenti ammalianti visibili solo a lui che lo chiamavano a buttarsi giù. Afferrò il parapetto in legno, inalando il profumo della foresta e facendolo sentire più coraggioso, più completo. Più vecchio.
“State indietro,” disse con una voce più roca e profonda della sua solita voce infantile. Una voce che echeggiava in una caverna inesistente e portava con sé la saggezza di eoni.
I bambini retrocedettero, spaventati, gli occhi fissi sulla schiena del loro amico o scambiandosi sguardi. Lui si volse.
“È già Primavera?” chiese, chiudendo gli occhi e focalizzandosi sul formicolii del suo corpo, sul leggero fruscio degli alberi, sull’acqua che scorre.
I bambini scambiarono uno sguardo. “Bakis? Siamo venuti qui perché è Maggio. Non ti ricordi?” chiese un bambino. “Cos’hai? Perché stai parlando con quella voce?”
Quando si voltò, si accorsero che la voce non era l’unica cosa che suonava strana. I suoi occhi blu avevano perso il colore e ora brillavano di una patina bianco latte. Comunque, egli mosse gli occhi, osservandoli tutti. Guardò agli alberi attorno a lui, scuotendo i loro rami, muovendosi lentamente con la brezza, incurvandosi sopra le loro teste e mostrando solo una parte del cielo azzurro da cui filtrava la luce e li illuminava.
“Volete prosperità, volete ricchezza, cibo, vita. Volete la pioggia. Portatemi le vostre offerte e io ascolterò. Siate l’offerta, e io verrò.”»

Quando arriva la primavera, (2025)

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«Nella sala per la lettura, circondati da scaffali di carte e registri, trova la madre che legge una lettera ad Artal, Eleonora e Antonio. Benedetta siede ad un lato del lungo tavolo in legno, mentre i nipoti siedono, attenti, in fila sull’altro lato. Artal è il primo a notare il padre sulla porta ma Eleonora è la prima ad alzarsi e abbracciarlo. La ragazza, quasi in età da marito, è la più vanitosa della casa, con i capelli sempre raccolti alla perfezione in una retina dorata e perle, e indossando gli abiti pregiati di sua madre.
Benedetta solleva lo sguardo verso il figlio ma non rivela d’immediato l’argomento che li tiene tanto in tensione. Anche Artal lo osserva senza fare un minimo gesto, reclinato su una sedia dallo schienale alto come se fosse lui stesso l’erede al trono.
“Madre, che succede? Perché mi fissate tutti così?”
Benedetta gli allunga la lettera sul tavolo. “È arrivata una lettera da tuo fratello in Sardegna. Tuo zio Salvatore è morto, e per testamento ha lasciato che il marchesato di Oristany fosse tuo.”
Leonardo la fissa per un momento, poi allunga la mano e legge per conto suo. Sapeva che prima o poi sarebbe successo e già altre volte aveva pensato che cosa ne avrebbe fatto di quelle terre.
Ripiega la lettera e la infila dentro il farsetto, sorridendo a tutti i presenti. “Si dà il caso che dovremo trasferirci in Sardegna.”
Eleonora e Antonio si scambiano sguardi eccitati, ma Artal non sembra convinto e nemmeno Benedetta.
“Madre, non siete contenta che rivedrete la vostra terra? Mi avevate detto che vi sarebbe piaciuto.”
“Quand’ero più giovane. Ora il viaggio si fa più complicato, e qualcuno dovrà pur restare qui. Maria è troppo piccola per viaggiare, e anche Salvador.”
Leonardo annuisce, il suo entusiasmo un po’ scemato. “E tu, Artal? Anche tu vuoi restare qui?”
“Che ne sarà della mia carriera? Dovevo diventare anch’io camerlengo del re.”
Leonardo ride. “Sul serio? Credi davvero che sia piacevole controllare le coperte del re? Vieni con me e sarai un soldato, adesso, e un marchese in futuro. Non capisci la fortuna che ci è capitata?” Gli si avvicina, camminando lentamente e posando una mano sul tavolo davanti a lui. “Il marchesato di Oristany è l’unico feudo del suo genere in Sardegna. Il feudatario più importante del re, altro che camerlengo! Avremo terre, castelli, la terra dei tuoi antenati! Abbiamo lo sbocco sul mare, si può commerciare, puoi viaggiare quanto vuoi. Saremo accolti come re, mentre qui il re ci considera appena quando gli servono uomini per le sue guerre. Vieni con me, Artal. Vedrai che ti piacerà.”»

Un feudo conteso. Storie di Sardegna - Epoca Regia, (TBD)
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Published on December 30, 2024 02:38 Tags: ghosts, gothic, gotico, historical, horror, indieauthor, mediterranean, sardegna, sardinia, self-publishing
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