Ci sei e non ci sei

My rating: 3 of 5 stars
Il titolo di questo libro esprime un paradosso. E' un invito a ricercare noi stessi, non altrove, la soluzione dei nostri problemi. Se questo è il senso di questo pensiero, concedetemi di pensare che tra le diverse etichette che mi sento di dare a questo libro, quella che mi aiuta meglio a capire è: "mistero".
Mi spiego: l'autore sostiene che quando dobbiamo affrontare, e possibilmente risolvere le sofferenze che ci regala continuamente la quotidianità, non dobbiamo rivolgerci all'esterno, nella illusione di trovare luoghi adatti che ci possano fornire delle soluzioni. Basta, invece, entrare in noi stessi, meditando ed aiutandoci con le nostre energie interiori.
Il parco, la chiesa, la famiglia, l'ufficio, la montagna, il mare, il fiore, la foresta, la luna, l'universo con i suoi multi-verso, insomma quel posto che qualcuno ha chiamato "infinito", non bastano, non dobbiamo muoverci. Ci siamo già, ci stiamo da quando siamo arrivati, da quando siamo nati. Forse ha ragione, forse anche no.
Il fatto è che, quando il tempo passa e tu, a furia di stare sempre dentro di te, nello stesso posto, e scopri che più ci stai dentro, più con il tempo trascorso non hai capito granchè, sei portato naturalmente ad "uscire", mettere il naso "fuori".
Rientri nel mondo, dopo un certo numero di anni, diciamo decenni, incontri qualcuno che si chiama Amleto e con lui ti trovi a scambiare quattro chiacchiere. Scopri, così, che nemmeno lui, chiuso dentro di sè, ha capito granchè. Se "fuori", nel mondo c'è un continuo caos, non è che "dentro" con tutta quella tranquillità e consapevolezza di cui parla l'autore abbia potuto capire il problema irrisolto che si pone quel sempliciotto di Amleto.
Il suo "essere o non essere", il suo continuo entrare ed uscire dal mondo e da se stesso, non lo ha aiutato a capire il senso di tutto. Dieci o ottanta anni fanno la differenza, non vi pare? Se, invece, sia il ragazzo decenne che il vecchio ottantenne, continuano a non trovare una ragionevole risposta al problema, vuol dire che, dentro o fuori, c'è sempre quella che Qoelet chiamava "hebel", cioè "nebbia".
Possiamo anche meditare, uscire ed entrare. L' "essere" continua a "non essere", il mistero resta mistero. O sbaglio? Comunque, meditate gente, meditate, che male non vi fa.
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Published on February 19, 2019 23:08
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Tags:
amleto, consapevolezza, meditazione
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MEDIUM
Nessuno è stato mai me. Può darsi che io sia il primo. Nobody has been me before. Maybe I’m the first one.
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