"Soldi" - Una questione di identità


La canzone che ha vinto il 69mo Festival di San Remo mi pare possa essere una buona occasione per cercare di capire se il giusto significato da dare alla parola “identità” sia quello di esprimere la consapevolezza di sé e quella degli altri. 
L’etimo latino “idem” (stessa cosa) e quello greco “tautotes” (calco) ci aiutano poco. In filosofia A è A, esprime la logica aristotelica che non può essere messa in discussione. In psicologia, invece, abbiamo la possibilità di allargare, anche a dismisura, la latitudine di significato. 
Si va, quindi, da una concezione statica immutabile, a quella di un processo inarrestabile riguardante la propria vita interiore ed esteriore, un continuo processo dinamico non solo tra noi e gli altri, ma anche fra noi e noi stessi. 
Una identità aperta, che si nutre di relazioni ed anche della necessità di un riconoscimento da parte degli altri. Entrano in gioco situazioni, conoscenze, sentimenti, emozioni, che servono a mettere in luce la diversità del soggetto. 
Non vi pare che tutto questo possa essere letto nel testo della canzone che ha vinto? dateci una lettura prima di continuare a leggere questo post. E stata scritta da Alessandro Mahmood, un giovane italiano nato a Milano nel 1992. Il padre è egiziano ma è assente, la madre è presente ed è una signora sarda di Orosei.
L’ambiente della canzone è quello della periferia, con tutti gli aspetti materiali della vita che vengono continuamente ripetuti a ritmo di pop che diventa anche rap, mescolati con le solite difficoltà, non solo di stare al mondo, ma anche di capirlo, mentre sullo sfondo risuonano parole arabe. 
La musica sembra continuare il canto di una precedente canzone da lui scritta intitolata “Gioventù bruciata”. Ma questa volta si parla anche di “soldi”, anche se non con un mero significato venale.  Il condimento musicale pop contiene la massa umana dei giovani alla quale Alessandro si rivolge, quindi è popolare, ma effimera e consumabile. 
Ha un costo basso, è giovane e spiritosa, sexy e sfacciata, ingegnosa ed è anche un grande affare. Soprattutto diventa “politica”, specialmente se scritta, vista, letta, suonata e sentita in questo momento storico. Ed ecco ritornare al centro il tema della identità. 
Leggete e rileggete verso per verso la canzone e scoprirete che è come un continuo flusso e riflusso di coscienza. La vita appare nella sua complessità che fa rima, ma va anche in conflitto, con identità, non vi pare? 
Un ragazzo che ha confermato chiaramente di voler essere solo italiano, chiamato Alessandro che forse sarà anche forse fenicio, punico, romano, arabo, bizantino, vandalo, spagnolo, sabaudo, sardo e chissà quante altre cose ancora. Come del resto ognuno di noi. E’ importante? 
Sarà allora un “contaminato”, senza “identità”? Il Festival di Sanremo è il mondo dell’immaginario dove regna incontrastata la musica, uno dei più potenti veicoli trasmettitore di contaminazione di idee della contemporaneità. Ci illudiamo di non "contaminarlo" con la politica. 
Ma, lo sappiamo tutti, come ci insegna Aristotele: l'uomo è un animale politico e dunque tutto è politica. Si tratta, invece, di lasciare che il pop nelle sue varie forme faccia il suo discorso, che contraddica, punga, risvegli i sonnambuli, divida, faccia riflettere, si presenti con il volto e il nome di Mahmood o di Ultimo. 
Può essere una provocazione intelligente, una idiozia pura, oppure soltanto intrattenimento. Io credo che possa essere la cartina di tornasole per comprendere quanto sia illusoria ed anche ingannatrice la parola dalla quale sono partito: Identità. Fa rima anch’essa con difficoltà. Essa canta in un verso quella di Alessandro Mahmood: la difficoltà di stare al mondo. 
'Soldi'
In periferia fa molto caldo Mamma stai tranquilla sto arrivando Te la prenderai per un bugiardo Ti sembrava amore era altro Beve champagne sotto Ramadan Alla tv danno Jackie Chan Fuma narghilè mi chiede come va Mi chiede come va come va come va Sai già come va come va come va Penso più veloce per capire  se domani tu mi fregherai Non ho tempo per chiarire  perché solo ora so cosa sei È difficile stare al mondo  quando perdi l’orgoglio  lasci casa in un giorno Tu dimmi se Pensavi solo ai soldi soldi Come se avessi avuto soldi Dimmi se ti manco o te ne fotti Mi chiedevi come va come va come va Adesso come va come va come va Ciò che devi dire non l’hai detto Tradire è una pallottola nel petto Prendi tutta la tua carità Menti a casa ma lo sai che lo sa Su una sedia lei mi chiederà Mi chiede come va come va come va Sai già come va come va come va Penso più veloce per capire  se domani tu mi fregherai Non ho tempo per chiarire  perché solo ora so cosa sei È difficile stare al mondo Quando perdi l’orgoglio Ho capito in un secondo che tu da me Volevi solo soldi Come se avessi avuto soldi Prima mi parlavi fino a tardi Mi chiedevi come va come va come va Adesso come va come va come va Waladi waladi habibi ta’aleena Mi dicevi giocando giocando con aria fiera Waladi waladi habibi sembrava vera La voglia la voglia di tornare come prima Io da te non ho voluto soldi… È difficile stare al mondo Quando perdi l’orgoglio Lasci casa in un giorno Tu dimmi se Volevi solo soldi soldi Come se avessi avuto soldi Lasci la città ma nessuno lo sa Ieri eri qua ora dove sei papà Mi chiedi come va come va come va Sai già come va come va come va






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Published on February 10, 2019 09:19
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Antonio   Gallo
Nessuno è stato mai me. Può darsi che io sia il primo. Nobody has been me before. Maybe I’m the first one.
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