Review: Viaggiatori stranieri nel Sud

My rating: 3 of 5 stars
“Chiunque si sia recato da Salerno ad Amalfi, seguendo la strada lungo il mare, deve ricordare questa gita con vera soddisfazione. Non ve ne è un'altra ugualmente bella in tutto il regno di Napoli, e di tante escursioni che ho fatto in tutta quanta l'Italia, questa è quella che mi ha lasciata più grata impressione di tutte le altre". (Ferdinand Gregorovius - 1861)
E’ la scarna presentazione in copertina di questo libro pubblicato oltre trenta anni fa nella collana dei “Quaderni del Centro di Cultura e Storia Amalfitana”. Riporta la citazione di un illustre e forse dimenticato storico tedesco, uno dei tanti studiosi e visitatori viaggiatori stranieri del Sud d’Italia. In questo libro, che meriterebbe una ristampa anche digitale, un altro tedesco, Dieter Richter, professore di Brema, affronta lo studio della storia fedele e documentata di Amalfi e dell’immagine della città nel golfo di Salerno, vista attraverso la letteratura e la storia dell’arte europea a partire dal Seicento. Nel microcosmo di questi luoghi diventano visibili strutture e tendenze di un movimento che è insieme spirituale e reale.
Basato su uno studio attento ed accurato di un ricco tesoro di fonti, il libro ricostruisce una lettura storica del paesaggio della Costa e delle piccole vicende degli uomini che vi ebbero stabile dimora o che vi soggiornarono. La Costa d’Amalfi non era stata ancora proclamata Patrimonio dell’Umanità, questo sarebbe accaduto soltanto poco più di una decina di anni dopo, nel dicembre del 1997. Fu proprio in questi anni che il turismo, non solo locale ma internazionale, cambiò letteralmente “modus operandi”. Ad una lettura attenta, qualificata e documentata di questa Costiera, sarebbe succeduto un diverso modo di leggere la realtà.
Lo sguardo dei viaggiatori del passato, concretizzato in descrizioni di viaggio, disegni, quadri, poesie e lettere, rivolto a paesaggi e paesi che oggi noi guardiamo in maniera del tutto diversa, viene riportato abbondantemente e con grande entusiasmo e fedeltà in questo libro. Agli smaliziati occhi moderni del lettore digitale del terzo millennio, abituato a diverse sollecitazioni tecniche, visive ed artistiche, tra tecnologie inimmaginabili quando questo libro venne stampato, la documentazione fotografica fa davvero sorridere per la sua insufficienza tecnica, ciò che colpisce e rimane importante è la ricca bibliografia, lo “sguardo storico” letterario che trasmette al lettore una testimonianza interiore del vero vedere e di un diverso modo di viaggiare ed essere turisti.
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Published on August 26, 2017 12:07
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Nessuno è stato mai me. Può darsi che io sia il primo. Nobody has been me before. Maybe I’m the first one.
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