Key Genius's Blog, page 249

June 7, 2015

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Published on June 07, 2015 10:59

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Published on June 07, 2015 09:40

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Published on June 07, 2015 09:20

June 6, 2015

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Published on June 06, 2015 16:31

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Published on June 06, 2015 16:27

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Published on June 06, 2015 16:24

Caos di carne - estratto cp10 - caos fermo (Giorgio)

Le scarpe da sera per un bodyguard sono peggio di
un mazzo d’ortiche nelle mutande.

Giorgio non si rassegnerà mai e continuerà a
chiedere di poter fare il suo lavoro con delle comode scarpe da ginnastica
nere, ma è pur vero che Iena non si stancherà mai di dirgli di piantarla e di
mettersi delle solette per i suoi piedini di fata numero quarantasei. Peccato
che nemmeno con due per piede trovi sollievo.

Complice il fatto che dopo dieci ore immobile con
l’aria da duro stile “ti spezzo le ossa se solo ci provi”, sfiderebbe chiunque
a non percepire il più piccolo sassolino come un chiodo che gli buca la pianta
ora sensibile, fredda e sudaticcia.

Almeno non piove; è tutto aprile che esplodono
bombe d’acqua d’improvviso.

Aprile. Non sembra vero che sia già un mese che
sta con Marta. Dopo Amsterdam, al suo ritorno non sono certo mancati i disagi,
ma giorno per giorno, vanno avanti a incontri segreti che rendono il loro
rapporto clandestino e eccitante, almeno per lei.

Lui vorrebbe affiggere dei cartelli in Piazza del
Duomo, ma capisce che lei abbia bisogno di tempo. (…)

Giorgio si allenta la cravatta nera percependo l’umido
ovunque anche il sudore sotto le ascelle e sul petto. Le narici sono dilatate
come un bisonte, ora che esce dalla lussuosa villa in periferia di Milano dove
s’è tenuta una festa privata e super blindata; l’aria fresca gli infastidisce i
polmoni, una leggera congestione gli picchia in fronte e sente gli occhi gonfi.

In bocca ha un retro gusto di fumo misto oliva
greca che lo tortura da almeno due ore.

Maledette olive e idiota io che le ho mangiate!

Esce dalla villa senza rimpianti, con la sua busta
in tasca; ha preso delle belle mance oltre che la paga in contanti. E nessuno si
metterà tra lui e la sua moto, la Ducati Monster finalmente recuperata dal
meccanico che gliel’ha rimessa a nuovo. Magico Giancarlo!



Se Giorgio ha i piedi di
fata, lui ha delle mani da mago.



Progetto a breve termine: portare le chiappe sulla
moto per poi andare con Andrea in zona Paderno Dugnano. Poi, fiondarsi a casa
di Marta e là restare tutta domenica, possibilmente senza scendere dal letto.

Sono le cinque di mattina, traffico zero.

Anche se sono a pezzi, posso farcela.



Scrolla le spalle mentre
esce dal portico colonnato, ora è deserto e silenzioso, con l’eco del party
ancora viva sulle pareti, ma soprattutto sul pavimento di pietra levigato che, tra
rimasugli di patatine, gli stuzzicadenti abbandonati e i brillantini che riverberano
ovunque, sembra manifestare gli stessi acciacchi. 

Giorgio si blocca poco prima di affrontare l’ampia
scala che dall’ingresso porta al cortile; sono otto gradini. Fa un profondo
respiro aprendo il primo bottone del completo Dolce & Gabbana nero per
farsi coraggio.

E già al primo gradino, il suo piede grida pietà.

All’ottavo, poco prima di affrontare la zona
ghiaiosa che porta alla sua moto, si morde il labbro e serra i pugni perché
tutto di lui supplica.

Ciondola un attimo fermo e osserva l’orizzonte dei
cespugli che orlano il cortile; oltre, c’è la sua moto.

Forza, dai.

Striscia le suole come un automa che prova a fare
dell’insolito sci di fondo fregandosene alla grande dei due solchi che si
lascia dietro. Arriva ai cespugli sospirando, manca davvero poco e, quando
aggira la barriera verde, vede la sua amante nera in tutto il suo splendore.

Aah… la mia moto.

Si avvicina sempre più, ma d’un tratto nota uno
strano riverbero argentato lungo il serbatoio.

Striscia i piedi frenetico con un malumore crescente
che diventa ira furiosa appena vede due graffi e la parola “stronzo” incisa come
una cicatrice a tradimento.

«Merda! Merda! Merda!» impreca a raffica gridando
al cielo. «Vaffanculo!» E insulta almeno una decina di persone a suo avviso
potenziali artefici dell’affronto e del danno.

Da quando sta con Marta, non fa più prestazioni a
pagamento e alcuni suoi clienti se la sono presa a male. Se all’inizio la
reazione l’aveva riempito d’orgoglio, ora capisce che alcuni sono davvero dei
farabutti ipocriti; lui ha detto la verità, s’è innamorato, ma c’è stato chi
gli ha precisato che una scopata resta una scopata soprattutto per uno come lui.

Lui è tutta la vita che scopa, è per questo che si
rifiuta ora.

Non gli crede nessuno, tutti hanno pensato a un’amante
fissa che lo paga bene; ma chi se ne frega.

Si fruga in tasca e prende le chiavi imprecando a
denti stretti. Dovrà chiamare ancora il meccanico per farla sistemare che con
“stronzo” sul serbatoio non ci gira. Apre il bauletto e prende il casco, lo indossa
e con un agile movimento cavalca la sua amante fregiata con un crescente senso
di frustrazione. Beve di meno, ha smesso con lo sballarsi e ora fuma solo le
sigarette; e per questo, stasera alcuni l’hanno emarginato come un appestato.

Se entri nel branco dei viziosi, devi abbandonarti
ai vizi.

Se non ti fai più, il branco ti caccia.

Sono davvero in pochi contenti per lui. Sapeva di
non avere amici tra i viziosi, ma di un paio pensava diversamente. Invece,
c’era addirittura astio nei suoi confronti, come se avesse fatto loro un
affronto. Solo ora comprende che il suo smettere di sballarsi equivale a un
insulto. Chissà, forse è stato proprio uno di loro a incidergli la moto.

Vabbe’, fa nulla.

Fa per partire, ma il motore non s’accende.

Giorgio ha davvero la sensazione di una congiura verso
la sua relazione con Marta; non è possibile che tutto e tutti siano contro.

Ora che avrà il motore?

Scende, controlla e quando nota che manca la
candela d’accensione sgrana gli occhi per l’incredulità della situazione.

«Fottuto bastardo, quando scopro chi sei, ti
squarto come un maiale!» dice con i pugni serrati.

Prova a cercarla in giro, ma al solo vedere quanto
sia sconfinato il cortile è una pazzia provarci.

Sospira e si leva il casco. Chiama Andrea al
telefono, deve avvisarlo.

«Ciao bello, hai fatto? Parto, allora?» dice lui, lo
stava aspettando.

«Senti, ho un problema con la moto» spiega
Giorgio.

«Cioè?»

«Me l’hanno sfanculata qui fuori» dice depresso e
furioso, ma tempo un minuto e Andrea scoppia a ridere.

«Ancora?» dice solo e ride.

Che pirla!



«Ti passo a prendere,
dai» dice anticipando la sua richiesta. «Arrivo, ciao.»



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Published on June 06, 2015 09:40

June 5, 2015

#timeisoutofourworld 

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Published on June 05, 2015 09:40

#heartofflesh  #malemodel 





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Published on June 05, 2015 09:20