Oronzo Cilli's Blog, page 3
July 12, 2017
Tolkien al Riminicomix - Cartoon Club di Rimini | 17-23 luglio

XXXIII° Festival Internazionale del Cinema d’Animazione del Fumetto e dei Gamespresenta
“Tolkien tra fumetti e cartoons”
Un percorso espositivo nel fantastico mondo di J. R. R. Tolkien
17 – 23 Luglio 2017
Castel Sismondo – Piazza Malatesta - Rimini
S’intitola “Tolkien tra fumetti e cartoons” la mostra che si terrà nell’affascinante cornice di Castel Sismondo a Rimini, nell’ambito del 33° Festival Internazionale del Cinema d’Animazione del Fumetto e dei Games.Sarà un percorso espositivo che porterà il visitatore nel fantastico mondo di J. R. R. Tolkien, l’autore del Signore degli Anelli , un mondo fantasy fatto di hobbit, elfi, nani, raminghi, stregoni, goblin, orchi e troll.

La mostra “Tolkien tra fumetti e cartoons”, per la prima volta in Italia, racconta di come la vita e le opere dell'autore del “Signore degli Anelli” e de “Lo Hobbit”, abbiano nel tempo influenzato anche il mondo dei fumetti e quello dei cartoons. Visitando la mostra si scoprirà, con stupore, le commistioni tra Topolino, Zagor, Dylan Dog, Nathan Never, gli Avengers piuttosto che i Simpson, Rat-Man o i Griffin con il professore di Oxford. Riferimenti, citazioni memorabili, o parodie sia nel mondo dell’animazione, che in quello dei fumetti.
L'esposizione presenta anche i celebri fumetti realizzati da Luis Bermejo o David Wenzel, ma anche quelli pubblicati negli anni '80 in Bulgaria, e poi in Giappone, Islanda, Belgio e Olanda.
A latere della mostra tanti appuntamenti “tolkieniani”, dall’incontro di domenica 23 luglio alle ore 18.00, sempre nella Corte di Castel Sismondo dal titolo: “Tolkien, il Signore della Fantasia”, gli interventi di Oronzo Cilli (Scrittore), Adolfo Morganti (Raduno Tolkeniano San Marino), Roberta Tosi (Scrittrice), Davide Frisoni (Artista), Andrea Piparo(Artista), Fabio Porfidia (Artista), Emanuele Manfredi (Artista) i saluti di Domenico Dimichino (presidente Società Tolkieniana Italiana) e che sarà moderato da Giovanni Costabile (Scrittore), alle 20.00 ci sarà “Draghi & castelli, il fantasy e il Mondo Tolkieniano”, un aperitivo fantasy fatto di conversazioni, cibi e bevande dalla Terra di Mezzo. Infine la proiezione alle ore 21.00 del film 9, a cui seguirà un dibattito a cui interverranno: Marco Gentili (Regista) e Adolfo Morganti.
La mostra riminese è curata da Oronzo Cilli, membro della Tolkien Society inglese e curatore per Cafagna Editore, della Collana di studi sulla vita e sulle opere di J. R. R. Tolkien, “Il mondo di Tolkien”. Ha curato la seconda edizione italiana de Lo Hobbit annotato (Bompiani, 2004) e pubblicato J. R. R. Tolkien: la prima bibliografia italiana dal 1967 ad oggi (L’Arco e la Corte, 2013), J. R. R. Tolkien l’esperantista (Cafagna 2015) e Tolkien e l’Italia (Il Cerchio, 2016). Studioso, conferenziere, promotore d’iniziative tolkieniane, i suoi articoli sono stati tradotti in inglese, francese, portoghese ed esperanto. È considerato il più importante collezionista italiano di libri di e su J. R. R. Tolkien; cura il più seguito blog sul tema, Tolkieniano Collection (tolkieniano.blogspot.com), ed è il presidente dell’associazione Collezionisti Tolkieniani Italiani. Ad arricchire l’esposizione, i materiali e i meravigliosi diorami della Società Tolkieniana Italiana, la più longeva associazione ispirata al professor Tolkien e dell’Associazione Storico Modellistica di Civitanova Marche. Il visitatore potrà inoltre ammirare le opere degli artisti tolkieniani Andrea Piparo, Fabio Porfidia ed Emanuele Manfredi i quali terranno, dal 20 al 23, sessioni di disegno dal vivo. Allestimento a cura di Davide Marchi.
SCARICA IL PROGRAMMA COMPLETO DELL'EVENTO



Published on July 12, 2017 22:46
Tolkien Talks il documentario su Tolkien che va sostenuto

C’è in cantiere un progetto dedicato a J. R. R. Tolkien che merita di essere sostenuto. Si tratta di Tolkien Talks, un documentario di 52’ ideato da Sébastien Sigaut-Mañas, giovane regista e giornalista francese, che punta a raccontare l’eredità che il professore di Oxford ci ha lasciato dopo la sua scomparsa.

Sébastien ha già iniziato a registrare le interviste che arricchiranno il documentario, dal premio Oscar John Howe agli attori di The Hobbit , Mark Hadlow (Bert, uno dei Troll), Jed Brophy (Nori), John Callen (Óin) e Peter Hambleton (Glóin), e continuerà ancora per questo fine 2017 e buona parte del prossimo anno perché l’obiettivo è portarlo all’attenzione di fan e appassionati alla fine del 2018!
A parlarci del progetto è lo stesso Sébastien in questo video:
Però per far sì che questo progetto possa dare il massimo c’è bisogno di aiutare Sébastien con un piccolo o grande contributo. Come?
1. Attraverso il crowfunding sulla piattaforma Kickstarter dove si può contribuire donando dalle 10 € ai 5.000 € e ricevendo, in base al sostegno, una gamma di ricompense. Ad oggi sono stati raccolti 8.828 € ma bisogna arrivare a 16.000 euro! Ricordate che è possibile farlo entro il 26 luglio 2017!
2. Facendo girare l’informazione e invitando gli appassionati di Tolkien a sostenere il progetto di Sébastien!
Clicca QUI per andare sulla piattaforma Kickstarter e potrai così leggere il progetto di Sébastien e dare, se lo varrai, il tuo sostegno.
Ti piace l’idea? E allora cosa aspetti, aiutaci a far diventare realtà questo meraviglioso progetto!


Published on July 12, 2017 04:11
July 4, 2017
La più importante e vasta opera biografica su Tolkien curata da Scull e Hammond pubblicata da HarperCollins

Per chi studia seriamente Tolkien, infatti, i volumi di Scull e Hammond sono fondamentali per l'immensa mole di documenti che riguardano la vita privata e accademica del professore di Oxford. Le informazioni contenute sono precise, puntuali e soprattutto verificate negli archivi pubblici o privati. Un lavoro che difficilmente può trovare simili nel passato. Però, dopo aver studiato i due volumi della prima edizione era arduo pensare a un loro sviluppo se non limitato ad un aggiornamento. E invece, ecco che l'HarperCollins a novembre 2017 porterà nelle librerie, e soprattutto sulle scrivanie di chi studia seriamente Tolkien, non una ristampa ampliata, ma una vera e propria nuova edizione che conterrà addirittura un terzo volume per un totale di 2720 pagine!

Infatti, è stato presentato questo sorprendente set di tre volumi contenente il più completo e dettagliato compendio della vita di J. R. R. Tolkien e delle sue opere mai pubblicate, incluse le sinossi di tutti i suoi scritti, un dizionario geografico, un who’s who e una cronologia
I tre volumi contenuti in questo cofanetto, scritti dai due più importanti biografi al mondo di J. R. R. Tolkien, comprendono la guida definitiva di uno degli autori più famosi del XX secolo. Dalla nascita in Sudafrica nel 1892 ai campi di battaglia della Somme in Francia, dalle sale conferenze di Leeds e Oxford al suo successo come autore de Lo Hobbit e del Signore degli Anelli, fino al 1973, anno della sua scomparsa. I suoi innumerevoli successi accademici e letterari, l’accoglienza del pubblico e la sua pubblica e la sua fama duratura vengono esaminati nei minimi dettagli.
Il primo volume di questo set è una cronologia della vita e delle opere di Tolkien, la risorsa biografica più estesa su di lui mai pubblicata fino ad oggi. Migliaia di dettagli sono stati tratti da lettere, documenti conservati nelle biblioteche e negli archivi e una grande varietà di altre fonti pubblicate o ancora inedite. Assemblate formano un ritratto di Tolkien in tutti i suoi aspetti: il famoso studioso dell'antico e medio inglese, il docente e il curatore capace, il marito devoto e il padre, il brillante creatore della Terra di Mezzo.
Il secondo e il terzo volume, la Guida del lettore, è un'introduzione indispensabile alla vita, agli scritti e all'arte di Tolkien.
Comprende:-. le storie e le discussioni sulle sue opere;-. l’analisi dei componenti della sua vasta mitologia il 'Silmarillion';-. le brevi biografie di persone importanti nella sua vita; -. la descrizione dei luoghi che conosceva;-. i saggi sugli argomenti di suo interesse e l’atteggiamento che Tolkien tenne verso le tematiche contemporanee, le idee che si trovano nelle sue opere e gli adattamenti e le lingue inventate; -. le checklists delle sue opere pubblicate, la sua poesia, la sua arte pittorica e le sue traduzioni.
Nella prima edizione del 2006 in due volumi:
Chronology è un’opera che raccoglie i dettagli sulle evoluzioni delle opere di Tolkien e sulla sua vita accademica e personale curata nei nei minimi dettagli. Una ricerca basata sulla totalità degli anni, quasi sessanta, impiegati sulla creazione della Terra di Mezzo, con ricerche approfondite su fonti contemporanee come scritti accademici, lettere e documenti del servizio di guerra, biografie, corrispondenza, le lettere del suo caro amico C. S. Lewis, e i diari di W. H. Lewis. Un libro che si rivela una risorsa inestimabile per coloro i quali desiderano acquisire una conoscenza completa di Tolkien che non può non essere definito un gigante della letteratura del Novecento.
Reader’s Guide include brevi voci alfabetiche, ma complete, su una vasta gamma di argomenti, tra cui un “chi è chi” delle persone importanti, una guida ai luoghi e alle istituzioni, i dettagli relativi alle fonti di Tolkien, informazioni sugli sconvolgimenti politici e sociali attraverso il quale l'autore ha vissuto, l'importanza della sua cerchia sociale, il servizio militare svolto come fante nella prima guerra mondiale oltre alle informazioni sulla critica al suo lavoro e il "culto di Tolkien". Finalmente, il prossimo 7 settembre, sarà disponibile la nuova edizione così come annunciato dai curatori Christina Scull e Wayne G. Hammond sul loro blog.
Il costo del cofanetto con i tre volumi è di 142,00 € (come si vede su Amazon IT), anche se su Amazon UK il prezzo scende a circa 88 € se lo si preordina.
Stunning three-volume slipcased set containing the most comprehensive in-depth companion to Tolkien’s life and works ever published, including synopses of all his writings, and a Tolkien gazetteer, who’s who and chronology.
The three volumes contained in this slipcase, written by two of the foremost experts on J.R.R. Tolkien, comprise the definitive handbook to one of the most popular authors of the 20th century. Tolkien's progress is traced from his birth in South Africa in 1892, to the battlefields of France and the lecture-halls of Leeds and Oxford, to his success as the author of The Hobbit and The Lord of the Rings, until his death in 1973. His many academic and literary achievements, his public reception, and his enduring fame are examined in detail.
The first volume in this set is a Chronology of Tolkien's life and works, the most extensive biographical resource about him ever published. Thousands of details have been drawn from letters, contemporary documents in libraries and archives, and a wide variety of other published and unpublished sources. Assembled together, they form a portrait of Tolkien in all his aspects: the distinguished scholar of Old and Middle English, the capable teacher and administrator, the devoted husband and father, the brilliant creator of Middle-earth.
The second and third volumes, the Reader's Guide, is an indispensable introduction to Tolkien's life, writings, and art. It includes histories and discussions of his works; analyses of the components of his vast 'Silmarillion' mythology; brief biographies of persons important in his life; accounts of places he knew; essays on topics such as Tolkien's interests and attitudes towards contemporary issues, ideas found in his works, adaptations, and invented languages; and checklists of his published works, his poetry, his pictorial art, and translations of his writing.
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Published on July 04, 2017 09:19
June 5, 2017
Alan Lee: Interview about 'Beren and Lúthien'. The story was so important to Tolkien.

The following is the original version of the interview Alan Lee kindly agreed to concede to Oronzo Cilli on May 31, the day before 'Beren and Lúthien' was published in Italy. Interview has been published in the “ Libero ” newspaper on June 1.
The story was so important to TolkienAlan Lee: Interview about 'Beren and Lúthien'
by Oronzo Cilli
What kind of experience was it to get back to illustrate a work by J.R.R. Tolkien once again? It was great to be able to get back into book illustration after six years of working on the hobbit films. Though that was a fascinating and enjoyable experience it was enjoyable going back to Tolkien’s own words – and to my own studio!



Which artwork in particular among those included in 'Beren and Lúthien' is important for you? Which one could be taken as a symbol of the whole work in your opinion? I like the picture of Luthien dancing and casting a spell over the balrogs and orcs in Morgoth’s hall. It shows her at her most powerful, and is symbolic of the very active role she plays in the story. She is very far from being a passive princess waiting for her hero to complete his quest; she is there every step of the way.

Now for a question about your artistic profile. How do your works relate, if they do, to the classic works of great illustrators of the past in field of fantastic art such as Arthur Rackham and John Bauer? I was very influenced at one time by those artists, and particularly by the illustrator Edmund Dulac. They were such masters, and studying their techniques has been very useful, but it is important to not spend your career in a form of homage to your role model.
Is there any work by J.R.R. Tolkien that you have not illustrated yet but would like to? I’d like to do more with the 1st age stories – they are so grand and mysterious.


Would you please dedicate a word of greetings from you to the myriads of Italian fans who love Tolkien and your art?
My very best regards to all the Italian Tolkien fans – Grazie per essere parte di questa grande storia!
[Thanks to Giovanni Costabile]

Published on June 05, 2017 22:21
June 1, 2017
Alan Lee e Beren e Luthien, l'intervista esclusiva per i lettori italiani

In esclusiva per il lettori italiani di Tolkien, ecco il testo integrale della mia intervista al grande Alan Lee in parte pubblicata sul quotidiano Libero in edicola il primo giugno 2017, in concomitanza con l'arrivo nelle librerie italiane e inglesi del volume Beren e Luthien (Bompiani). La traduzione dall'inglese è a cura di Giovanni Costabile, che ha anche suggerito due delle domande, a cui va il mio personale ringraziamento.
Ad Alan Lee, grandissimo artista e persona speciale, non posso che ribadire il mio ringraziamento per l'amicizia e la disponibilità. Buona lettura.
INTERVISTA AD ALAN LEE*
di Oronzo Cilli
A dieci anni esatti dalla pubblicazione dell’inedito di J.R.R. Tolkien, I Figli di Hurin, Alan Lee ritornato a dare forma, attraverso la sua meravigliosa arte, al mondo creato dall’autore del Signore degli Anelli, illustrando Beren e Luthien (Bompiani), in uscita oggi in Italia e nel Regno Unito.
Che tipo di esperienza è stata tornare a illustrare un libro di Tolkien?
É stato grandioso poter tornare all’illustrazione di un libro dopo sei anni a lavorare per i film de Lo hobbit. Sebbene quella sia stata un’esperienza gradevole e affascinante, è stato piacevole ritornare alle parole di Tolkien – e al mio studio privato!

Tra tutti gli scritti di Tolkien, Beren e Lúthien è senza dubbio quello più strettamente legato alla biografia dell’autore per via delle circostanze della sua ispirazione. Cosa comunicherà ai lettori l’approccio di Alan Lee rispetto a ciò?
Quello che sappiamo della vita di Tolkien, le sue esperienze della Prima Guerra Mondiale e le sue relazioni aggiungono profondità al nostro apprezzamento della storia, ma non penso che sia giusto riflettere ciò nelle illustrazioni. Quelle associazioni sono presenti se approfondiamo il background biografico dell’autore ma è importante lavorare con il testo dell’autore piuttosto che forzare l’autore dentro la storia.

La principale differenza tra i due libri è che in Beren e Lúthien disponiamo di un certo numero di versioni diverse della storia, in differenti stili e risalenti a diversi periodi – era un racconto che lo coinvolgeva tanto da continuare a ritornarci. Christopher Tolkien ha deciso di presentare la storia come un compendio di tutte le versioni, quindi si presenta come una lettura a più livelli in cui il processo di creazione della storia è importante quanto la storia stessa.

Volevo includere Huan, l’immenso, fedele segugio che soccorre Beren e Lúthien in diversi momenti della storia.
Quale illustrazione in particolare tra quelle incluse in Beren e Lúthienè importante per te? Quale potrebbe assurgere al ruolo di simbolo dell’intera opera a tuo parere?
Apprezzo in particolare l’immagine di Lúthien che danza incantando i Balrog e gli Orchi nella sala di Morgoth. La mostra nel suo momento di maggior potere, e simboleggia il ruolo molto attivo che ella assume nella storia. Lei è ben lontana dall’essere una passiva principessa in attesa che il suo eroe completi la missione, al contrario è presente in ogni momento della vicenda.

Dal momento che la storia era così importante per Tolkien, e per la sua famiglia, volevo essere sicuro che Christopher approvasse l’approccio illustrativo che stavo adottando e la scelta delle scene da illustrare. Gli furono mandati dei bozzetti e il suo parere è sempre stato molto gradito. Non c’è nessuno che abbia una comprensione più completa della creazione di Tolkien – era in molti casi presente quando le storie vennero narrate per la prima volta.
Ora una domanda sulle tue ispirazioni artistiche. Come si relazionano le tue opere, se lo fanno, con i lavori dei grandi illustratori fantastici classici del passato come Arthur Rackham e John Bauer?
Sono stato fortemente influenzato in un certo momento da questi artisti, specialmente dall’illustratore Edmund Dulac. Erano maestri di tale bravura, e studiare le loro tecniche è stato di grande aiuto, ma è importante non spendere la propria intera carriera nell’omaggio a un maestro perduto.
C’è qualche opera di J.R.R. Tolkien in particolare che non hai illustrato e con cui ti piacerebbe cimentarti?
Mi piacerebbe lavorare ancora con le storie della Prima Era: sono così grandi e misteriose!
Oltre a illustrare Tolkien, sei anche l’autore di splendide illustrazioni sul ciclo dei racconti gallesi del Mabinogion, quindi vorrei chiederti: qual è la tua idea sulla questione della possibile ispirazione celtica quanto meno di alcuni motivi dell’opera del Professore?
Penso che ci fosse piuttosto una forte ispirazione celtica, dai miti e dal folklore del Galles. La storia del compito impossibile designato dal padre di una giovane donna per dissuadere un suo pretendente viene anche narrato nella storia di Culhwch e Olwen. In questo caso il padre è un gigante – Ysbaddaden – e la missione è recuperare un pettine e un paio di forbici di tra le orecchie di un cinghiale gigante. Huan ricorda il fedele e coraggioso Gelert, il segugio del principe Llewellyn in una storia di Snowdonia.

É un privilegio essere stato in grado di avvicinarmi tanto all’opera di Tolkien, per un periodo così prolungato di tempo, e mi sento come se avessi appena intaccato la superficie. Spero che la gente davvero senta che la loro lettura dei libri sia potenziata dalla presenza delle illustrazioni. Infatti so che molti preferirebbero un testo disadorno, e alcuni altri vorrebbero un approccio più vivido e dinamico, ma il mio scopo è sempre stato quello di rendere la Terra di Mezzo un pò più tangibile senza frappormi troppo tra il lettore e il testo.
Dedicheresti un saluto alle migliaia di fan italiani che adorano Tolkien e la tua arte? I miei migliori saluti a tutti i fan italiani di Tolkien! Grazie per essere parte di questa grande storia!**
* Traduzione dall'inglese di Giovanni Costabile
**in italiano nell’originale.

Published on June 01, 2017 10:10
May 26, 2017
Il Signore degli Anelli nella nuova veste Giunti 2017

Il nuovo corso Bompiani, passato sotto le insegne di Giunti, lancia l'opera maggiore di J.R.R. Tolkien, Il Signore degli Anelli, in una nuova veste grafica color amaranto. Ecco la nuova versione in brossura con in copertina uno dei disegni realizzati dallo stesso Tolkien, che non dovrebbe presentare nessuna variazione dall'ultima edizione pubblicata per il Sessantesimo anniversario della pubblicazione del Signore degli Anelli. Dalla presentazione di Giunti sappiamo che la traduzione sarà sempre quella di Vittoria Alliata di Villafranca, l'introduzione di Elemire Zolla e la cura di Quirino Principe. Anche questa edizione è quella riveduta dalla Società Tolkieniana Italiana.
Qui per acquistare la tua copia a 19,90 €:
Questa la copertina (retro e fronte) della nuova edizione


Sulla prima aletta di copertina:
''Il Signore degli Anelli'' è un romanzo d'eccezione, al di fuori del tempo: chiarissimo ed enigmatico, semplice e sublime. Esso dona alla felicità del lettore avventure in luoghi remoti e terribili, episodi d'inesauribile allegria, segreti paurosi che si svelano a poco a poco, draghi crudeli e alberi che camminano, città d'argento e di diamante poco lontane da necropoli tenebrose in cui dimorano esseri che spaventano solo al nominarli, urti giganteschi di eserciti luminosi e oscuri; e tutto questo in un mondo immaginario ma ricostruito con cura meticolosa, e in effetti assolutamente verosimile, perché dietro i suoi simboli si nasconde una realtà che dura oltre e malgrado la storia: la lotta, senza tregua, tra il bene e il male. Leggenda e fiaba, tragedia e poema cavalleresco, il romanzo di Tolkien è in realtà un'allegoria della condizione umana che ripropone in chiave moderna i miti antichi.
L'edizione integrale del ''Signore degli Anelli'', riveduta in collaborazione con la Società Tolkieniana Italiana.
Titolo originale: ''The Lord of the Rings: The Fellowship of the Ring - The Two Towers - The Return of the King'' (1954, 1955, 1966).


Published on May 26, 2017 08:09
May 24, 2017
Beren and Luthien firmato da Alan Lee in prevendita su Waterstone's

Una meravigliosa notizia per tutti gli appassionati lettori di Tolkien che sono in attesa del nuovo libro curato da Christopher Tolkien, Beren and Lúthien la cui pubblicazione è prevista per il primo giugno 2017. La celebre catena britannica di librerie organizzerà presso i propri punti vendita delle serate di lancio del nuovo volume di Tolkien con la straordinaria partecipazione del grandissimo Alan Lee che ne ha illustrato la sovraccoperta e le fantastiche tavole interne. In questa immagine la sintesi degli appuntamenti, alcuni già sold out

Ma la grande notizia è che Waterstone's permette a chi non potrà partecipare ad una di queste fantastiche serate, e conoscere così un grande dell'illustrazione tolkieniana, potrà comunque acquistare una copia con la firma di Alan Lee! Il prezzo è sbalorditivo: 20 sterline + 10 sterline per la spedizione. In pratica circa 35 euro spese comprese.
Inutile sottolineare il valore di una copia firmata da Alan Lee e di certo non s'intende solo quello collezionistico. A fondo pagina il link per acquistare la vostra copia. Inutile dirvi che il numero non è illimitato!

La storia di Beren e Lúthien era, o è diventata, un elemento essenziale dell'evoluzione del Silmarillion, i miti e le leggende della Prima Era del mondo concepita da J. R. R. Tolkien. Tornato dalla Francia e dalla battaglia della Somme alla fine del 1916, ha scritto la storia nell'anno successivo.
Essenziale per la storia, e mai cambiato, è il destino che oscura l'amore di Beren e Lúthien: Beren era un uomo mortale, ma Lúthien era un’Elfa immortale. Suo padre, un grande signore Elfico, in profonda opposizione a Beren, gli ha imposto un compito impossibile che deve compiere prima di avere Lúthien. Questo è il kernel della leggenda; E porta al tentativo estremamente eroico di Beren e Lúthien di spogliare il più grande di tutti gli esseri malvagi, Melkor, chiamato Morgoth, il nemico nero, di un Silmaril.
In questo libro Christopher Tolkien ha cercato di estrarre la storia di Beren e Lúthien dal lavoro completo in cui è stato incorporato; Ma questa storia stava cambiando mentre sviluppava nuove associazioni all'interno della storia più grande. Per mostrare qualcosa del processo attraverso cui questa leggenda della Terra del Mondo si è evoluta nel corso degli anni, ha raccontato la storia attraverso le sue proprie parole dando dapprima la sua forma originale e poi i passaggi in prosa e versi estrapolati da testi successivi che illustrano come la narrativa sia cambiato. Presentati insieme per la prima volta, rivelano aspetti della storia, sia nell'evento che nell'immediato narrativo, che successivamente sono stati persi.
È un pezzo di storia tipicamente britannica che le più grandi opere di fantasia della nostra nazione siano emerse da un gruppo di accademici seduti in un pub fumoso. Il gruppo era, naturalmente, gli Inklings e il pub era l’Eagle and Child (conosciuto colloquialmente come Bird and Baby) a Oxford. Il gruppo comprendeva il bardo del mito e della fiaba per bambini Roger Lancelyn Green, il creatore di Narnia, C. S. Lewis e, forse il più famoso di tutti, il Signore della Terra di Mezzo, John Ronald Reuel Tolkien, autore dello Hobbit e del Signore degli Anelli.
Puoi acquistare la tua copia firmata a 20 £ direttamente dal sito di Waterstone's a questo
LINK
oppure le diverse edizioni inglesi o quella italiana sul sito di Amazon.
Leggi tutte le info sull'edizione italiana cliccando sull'immagine


Published on May 24, 2017 11:51
May 23, 2017
Wu Ming 4 e la sua lectio "minimalis" su Tolkien a Torino

Si è chiusa la trentesima edizione del Salone Internazionale del Libro di Torino ed è innegabile il risultato in termini di partecipazione ottenuto a discapito della “concorrente” edizione di Tempo di Libri di Milano. Ma come hanno sottolineato i diversi commentatori che hanno calcato la moquette di entrambe le kermesse, quest’anno Torino ha giocato sull’emotività di un territorio – una sorta di scatto d’orgoglio – e su un budget molto importante contro una Milano che sembra aver solo scaldato i motori. Il tempo dirà se ha un senso avere due manifestazioni fotocopia (programmi simili, quasi gli stessi ospiti e libri che a distanza di un mese sono sempre gli stessi), oppure, in una visione lontana dal proprio orticello, veder nascere a Milano una Fiera per editori e addetti ai lavori e a Torino una più nazionalpopolare. Ma l’edizione di Torino è meritevole di attenzione, almeno per quanto ci riguarda, per lo spazio che ha deciso di dedicare a due grandi autori: Stephen King e soprattutto J. R. R. Tolkien. E per celebrare quest’ultimo l’organizzazione torinese, tramite la giornalista di Radio 3 Rai, Loredana Lipperini, ha scelto di avvalersi della collaborazione dell’AIST (Associazione Italiana Studi Tolkieniani). Una collaborazione già rodata qualche mese fa nella trasmissione radiofonica in otto puntate trasmessa dal terzo canale radio della Rai, J. R. R. Tolkien: un viaggio inaspettato. Il clou delle celebrazioni per il professor Tolkien si è avuta sabato 20 maggio con la lectio magistralis di Wu Ming 4, al secolo Federico Guglielmi, preceduta dalla stessa Lipperini, che si è limitata al solo passaggio di microfono, e dall’introduzione di Roberto Arduini, presidente dell’AIST. Tema della lectio magistralis di Federico Guglielmi è stato: Meraviglie e perturbazioni. In viaggio con Tolkien. Aspettando "Beren e Luthien". Donne, dame ed eroine nel mondo di J.R.R. Tolkien. Titolo alquanto azzeccato, almeno nella sua prima parte giacché ci si è meravigliati di apprendere che Federico Guglielmi fosse stato chiamato addirittura a tenere una lectio magistralis su Tolkien, che poi è stata superata dalla perturbazione, nel senso più compiuto del termine, dopo aver ascoltato la “lezione del maestro”. La locuzione latina lectio magistralis, nella mia vita, l’ho sempre associata a “maestri” d’indiscussa cultura e preparazione in una materia: da Benedetto XVI a Umberto Eco da Giorgio Albertazzi a Franco Cardini o agli stessi Alessandro Barbero e Luciano Canfora che proprio durante questa edizione del Salone a Torino hanno tenuto lectiones magistrales(con Barbero che ne ha tenute addirittura due).Quella di Federico Guglielmi, tutto al più poteva essere una “Conferenza” di media qualità alla quale, forse, si poteva dire ben poco. Invece si è voluto andare oltre, e inserire uno degli ormai tre (di cinque) Wu Ming tra gli ospiti a cui affidare una delle quindici lectiones magistrales all’interno del vastissimo programma. Un eccesso di fiducia in chi lo ha deciso, un eccesso di sicurezza in chi non ha voluto riportare tutti con i piedi per terra lasciando che la si chiamasse “Conferenza”.
Sorvolando che di tutte le conferenze viste in streaming, quella di Federico Guglielmi non ha visto un collegamento video, ma solo un audio e un’immagine con il logo del Salone e la roboante fascetta “Lectio magistralis di Wu Ming 4”. Un “senza nome” che in questo caso è stato anche “senza volto” e non sappiamo se per problemi tecnici o per volontà del/i relatore/i, fatto sta che la conferenza, che doveva celebrare Tolkien e l’uscita prossima del volume “inedito” Beren e Luthien”, è stata seguita da molti in diretta streaming che non hanno però avuto modo di vedere la copertina “annunciata alle sue spalle” dalla Lipperini. Per buona pace della Bompiani e della pubblicità al libro.
Dopo il breve saluto della Lipperini, ad anticipare Guglielmi è stato Roberto Arduini, presidente dell’AIST che, a personale parere, avrebbe avuto molto più titolo di Guglielmi a tenere questa conferenza. Arduini è stato pulito nella sua esposizione con un ragionamento condivisibile nella sostanza, legato al valore di alcune opere di Tolkien nel prossimo cinquantennio, non sporcato da alcuni momenti d’incertezza, come l’affermazione che “Il Silmarillionsia stato l’ultimo romanzo pubblicato da Tolkien nel 1977” oppure che “tra il 1937 e il 1977 si svolge la vita letteraria di questo autore come romanziere” e ancora quando lo ha definito “semplice professore di letteratura a Oxford”. Affermazioni che provocano fraintendimenti, dovute per lo più al tempo risicato concessogli ma che appaiono superabili a chi conosce e apprezza gli studi di chi le ha proferite.
Dopodiché la parola passa al “maestro”, Federico Guglielmi, in arte Wu Ming 4. Ora, se l’appuntamento non fosse stato annunciato come lectio magistralis, ma semplicemente come una “Conferenza su”, probabilmente questo scritto non sarebbe arrivato qui o addirittura non sarebbe mai stato redatto. Invece è quell’idea di “lezione del maestro” che mi ha portato ad ascoltare bene ciò che avrebbe dovuto “insegnare” Guglielmi e a concludere che tra errori, anche rilevanti, e cose già ascoltate o lette, il titolo di “conferenza” forse era il più adatto. Quando si assiste ad una vera lectio magistralis, il sentimento che ci pervade al termine dell’esposizione, è di smarrimento, di auto convincimento che esiste qualcuno capace di stupirti e suggerirti nuove strade da percorrere. Qualcuno capace, in un’ora di lectio, di stravolgere ogni tua certezza sull’argomento oppure d’ aprirti mille nuovi sentieri di ricerca fino a quel momento sconosciuti. E anche se alcune cose ascoltate durante la lectio le hai già lette altrove, ti rendi conto che il “maestro” è stato capace di far suoi alcuni ragionamenti, anche altrui, inserendoli in minima parte in quella che è la sua esposizione dimostrando la grande capacità di sintesi e rielaborazione di tesi che aprono nuovi scenari. Leggete ad esempio la lectio di Umberto Eco al Salone di Torino di qualche anno fa e capirete cosa intendo dire. Quel senso di magico e geniale che con Guglielmi non si è avuto. Per carità ognuno l’ha ascoltata e giudicata a seconda dei propri “strumenti” e delle proprie conoscenze e per questo ribadisco la personale posizione, che una lectio magistralis deve dire cose nuove e originali, non una semplice rielaborazione di idee altrui condita da errori palesi.
È bene fare alcuni esempi giusto per capirci. Quando, nei primi minuti, Guglielmi parla della dualità maschio/femmina presente nei protagonisti tolkieniani dice:
Questo principio di complementarietà, e questo è molto importante […] vale anche a prescindere dal genere di appartenenza, mi spiego meglio, dentro ciascun personaggio, a prescindere che sia maschio o femmina per nascita, ci deve essere un equilibrio tra gli aspetti che vengono genericamente definiti maschili e quelli che vengono genericamente definiti femminili, per capirci definiamo maschili l’attitudine all’avventura, all’uso della forza, dell’ingegno e femminile invece la saggezza, la riflessione, la cura. Entrambi questi aspetti, entrambe queste componenti devono far parte del carattere dei personaggi se questi personaggi vogliono essere personaggi positivi e portare in qualche modo a termine il proprio obiettivo, il proprio compito. Quando questo equilibrio non c’è i personaggi falliscono, i personaggi fanno tendenzialmente una brutta fine.
Questo passaggio, mi ha riportato alla mente quest’altro passaggio, scritto però da Melanie A. Rawls, in The Feminine Principle in Tolkien, che è stato incluso in Perilous and Fair: Women in the Works and Life of J.R.R. Tolkien (99-118) ma che precedentemente era apparso in Mythlore 10.4 (#38) 1984 (5-13):
Through the Silmarillion runs this theme: in Arda and in the Heavens, the Feminine and the Masculine are present; when they are in equilibrium and harmony, there is Good, but Evil is the result of an insufficiency or a disharmony of the attributes of one or the other of the genders. Concepts of Feminine and Masculine and their attributes and roles are thus tied to concepts of Good and Evil, and are therefore near the center of Tolkien's tale which is, after all, a tale of the struggle between Good and Evil. Tolkien makes an explicit statement on gender early in The Silmarillion. He writes: "But when they clothe themselves the Valar take upon them forms of male and some as of female; for that difference of temper they had even from the beginning, and it is but bodied forth in the choice of each, not made by the choice". According to Tolkien, Feminine and Masculine possess different characteristics that are meant to complement and augment one another". (p. 99)
E parliamo del 1984. Ma ancora, quando Guglielmi cita Sir Launfale Thomas the Rhymer viene alla mente che questi argomenti sono stati ampiamente trattati da Romuald Lakowski nel suo "Perilously Fair" Titania, Galadriel, and the Fairy Queen of Medieval Romance nel volume collettaneo Tolkien and Shakespeare: Essays on Shared Themes and Language del 2007.
Oppure, più avanti nell’esposizione, quando Guglielmi dice che:
Bilbo non è famoso perché figlio di Bungo Baggins, ma perché figlio della famosa Belladonna Tuc, sua madre era famosa, non sappiamo perché, ma così dice Gandalf, […] Nel caso di Bilbo, la mamma era quella avventurosa che andava in giro e che ha fatto parlare di sé e il padre era quello tranquillo, posato, riflessivo. E il problema di Bilbo era trovare l’equilibrio, tra il suo lato maschile e femminile, materno e paterno. Alla fine del romanzo lo troverà, perché all’inizio lui era solo la copia del padre.
A sentire Guglielmi, Belladonna “era quella avventurosa che andava in giro e che ha fatto parlare di sé” ma Tolkien nello Hobbit scrisse che “di tanto in tanto qualche membro del clan Tuc partiva e aveva avventure” e il riferimento era alla “stranezza” del ramo materno, non alla madre di Bilbo. Infatti, sempre a detta di Tolkien, “non che Belladonna Tuc avesse mai avuto una qualsiasi avventura dopo aver sposato Bungo Baggins” e che suo figlio aveva “ereditato dalla parte dei Tuc qualcosa di strano nel suo modo di essere, qualcosa che aspettava solo l'occasione per venire alla luce”.

Si noti il nome dell'autore: J.J.R. anziché J.R.R.Infine due passaggi sui personaggi femminili Shelob e Arwen. Sulla prima Guglielmi dice:
Bisogna anche parlare dell’unico personaggio femminile negativo che c’è, mi verrebbe da dire nella letteratura tolkieniana tutta, però così negativo forse sì. Sicuramente nel Signore degli Anelli, è Shelob.
Ci si chiede se per Guglielmi il solo (“unico” dice) personaggio negativo nella letteratura tolkieniana sia il ragno Shelob, E Ungoliant? E la corrigan alla quale si rivolge Aotrou? Certo, The Lay of Aoutrou and Introu curato dalla Flieger (lei sì che potrebbe fare una lectio magistralis) non è stato ancora pubblicato in Italia e quindi forse c’è chi non lo ha ancora letto anche se tiene una lectio magistralis proprio sul tema delle Donne, dame ed eroine nel mondo di J.R.R. Tolkien.
Su Arwen invece la cantonata è stata molto più evidente al punto che l’AIST, scrivendo della lectio magistralis è arrivata a scrivere che:
A proposito della conferenza ci è stato fatto giustamente notare che Wu Ming 4 ha detto una cosa inesatta circa la triste sorte di Arwen, la cui morte per struggimento non avviene dopo un tempo lunghissimo bensì l’anno successivo alla morte di Aragorn (vedi finale del capitolo I dell’Appendice A del Signore degli Anelli). L’equivoco è stato dovuto a un’interpretazione errata del passaggio succitato e Wu Ming 4 non può che scusarsene. Ringraziamo per la segnalazione, che tornerà utile per l’eventuale pubblicazione del testo della conferenza.
L’AIST ammette che vi è stata da parte di Guglielmi “un’interpretazione errata del passaggio”, ma questo non lo assolve ma anzi conferma ancor di più quanto sia stato azzardato chiamare lectio magistralis la sua “Conferenza”. Su Arwen non è stata una svista ma la dimostrazione di quanto la conoscenza di Guglielmi del Signore degli Anelli sia prevalentemente basata sul film e non sul libro. Ricordo una discussione recente che ha visto proprio Wu Ming 4 sostenere, riferendosi al libro, che le guardie del re di Rohan, contravvengono agli ordini del loro sovrano, lasciandosi irretire “dall’astuzia di Gandalf, il quale spaccia il bastone per quello della sua vecchiaia”. Quello è ciò che accade nel film, non nel libro. Infatti, Tolkien scrive:
Il bastone nelle mani di uno stregone potrebbe essere più di un semplice sostegno’, disse Hama osservando il bordone di frassino a cui si appoggiava Gandalf. ‘Tuttavia, nel dubbio, un uomo di valore avrà fiducia nella propria saggezza. Vi credo amici e gente d’onore, priva di intenti malvagi. Entrate pure. (ISdA, III, vi, Rusconi 1999, p. 623).
Concludendo. In Italia, e penso davvero di non poter essere smentito, al momento non ci sono studiosi della vita e delle opere di Tolkien capaci di tenere lectio magistralis. In molti si sono messi in cammino per raggiungere il livello di conoscenza e preparazione che in altri paesi è ormai stato raggiunto e superato. In Italia vi sono studiosi di prima fascia che nei loro rispettivi campi di ricerca hanno dimostrato di eccellere ma che sono sicuro mai accetterebbero che in un evento di così grande portata come il Salone di Torino la loro conferenza fosse definita lectio magistralis. Federico Guglielmi è un appassionato lettore di Tolkien, apprezzato da alcuni per le sue conferenze, di certo preparato in altri campi ma di sicuro non in quello tolkieniano e che ha una grande considerazione di sé. Lo stesso che in una conversazione pubblica, rispondendo a un ammiratore che elogiava (!) il suo lavoro su Tolkien, scrisse che: “Solo che mentre in ambito anglosassone avrei alle spalle gente come Tom Shippey e Peter Jackson, cioè il Settimo Cavalleria, qui in Italia è piuttosto uno scenario da spaghetti western… cioè più o meno io contro tutti” (8 aprile 2009). Per carità, Guglielmi rispose sottolineando la sua sana ironia ma forse teneva a mente quel detto popolare che “a scherzare si dice sempre ciò che si pensa veramente”.
È chiaro che in questa scelta di assegnare alla “Conferenza” di Guglielmi il titolo di lectio magistralis l’’AIST c’entri poco e questo anche pensando all’onestà intellettuale di quei membri che conosco e apprezzo. Ma in quella loro grande opera di studio portata avanti in questi anni – fatta di sacrifici, impegno e risultati – forse ci si è lasciati convincere dalla notorietà, vera o presunta, del nome-non nome apprezzato però più nelle opere collettanee (o del collettivo) che in solitaria (su tutti ricordo il “romanzo” Stella del mattino ), abbandonando il sentiero intrapreso magari puntando su un vero “maestro” anche se proveniente dall’estero e a cui nessun italiano avrebbe avuto da ridire ma solo da imparare. Sarà per la prossima volta, quando si spera di poter assistere ad una vera lectio magistralisin onore di Tolkien, a meno che questo non sia il massimo che si possa offrire. Cosa di cui dubito seriamente.

Published on May 23, 2017 06:35
May 20, 2017
Beren e Luthien, le edizioni italiane e inglesi

Il primo giugno 2017, anche nelle librerie italiane arriverà il nuovo libro di J.R.R. Tolkien curato da suo figlio Christopher con le meravigliose illustrazioni di Alan Lee.
A pubblicarlo, come sempre, sarà la Bompiani nella traduzione italiana di Luca Manini, già traduttore Beowulf. Con «Racconto meraviglioso» (2014) e La storia di Kullervo (2016). L'edizione annunciata sarà identica a quella inglese, rilegata con sovraccoperta illustrata da Lee, così come I figli di Hurin (2017).
Come si legge sulla prima bandella della sovraccoperta:
La storia della coppia fantastica a cui già si allude in altre opere di Tolkien è il cuore di questo inedito molto atteso dagli appassionati, che la racconta per esteso: quello tra Beren e Lúthien è un amore contrastato, tra un umano della Terra di Mezzo e un'elfa di stirpe regale. Lui mortale, lei immortale, divisi dalla razza, uniti dalla passione e dalla tenacia: il padre di Lúthien si rifiutò di concedere a Beren la mano della figlia, ma ben sapeva di non poter contrastare per sempre i due innamorati. Così sfidò l'umano a portargli uno dei Silmaril della Corona di Morgoth, promettendogli in cambio la sua benedizione. Una missione impossibile che invece riuscì. Beren, ferito a morte, fu poi salvato in extremis, e Lúthien rinunciò all'immortalità per essere sua pari.
In questo volume Christopher Tolkien ha cercato di estrapolare la storia di Beren e Lúthien dal contesto più ampio in cui era contenuta; ma il racconto ha subito cambiamenti e si è evoluto man mano che l'orizzonte della Terra di Mezzo si è allargato. Per mostrare la vitalità di questo nucleo narrativo il curatore ha scelto di raccontarla attraverso le parole di suo padre prima nella sua forma originale e poi in passaggi di prosa e di poesia appartenenti a testi posteriori: qui insieme per la prima volta., tutti contribuiscono a rivelarne l'immediatezza.


Beren e Luthien è il romanzo "inedito" di J.R.R. Tolkien in cui sono narrate le diverse versioni della storia d'amore ambientata nell'ormai nota Terra di Mezzo tra Beren, normale essere umano, e Luthien, un'elfa immortale. Lo scrittore era molto legato a questa storia d'amore fantasy tanto da immedesimarsi nel protagonista maschile del racconto e vedendo in sua moglie Edith la figura della splendida elfa. Tolkien fece aggiungere il nome Luthien sulla lapide di sua moglie, mentre sulla sua volle il nome di Beren.

La pubblicazione arriva in un anno ricco di anniversari tolkieniani tutti meritevoli di essere ricordati, dal 125° anniversario della sua nascita (1892) all’80° della pubblicazione di The Hobbit, quest’ultimo celebrato dall’HarperCollins con un’edizione facsimile davvero eccezionale. Ma nel 2017 ricorre anche il 100° anniversario dell’evento che diede vita a questo racconto che il figlio Christopher porterà all’attenzione degli appassionati. Fu tra fine maggio e inizi di giugno 1917 che Tolkien compose la prima versione della Storia di Luthien Tinuviel, come scrisse nel 1964 a Christopher Bretherthon:
«Questo accadde in un boschetto con un vasto sottobosco di cicuta (senza dubbio c’erano anche molte altre piante) vicino a Roos a Holderness, dove mi trovai per un certo periodo mentre ero nella Humber Garrison.» (Lettera 257, 1964)

L’iscrizione che mi piacerebbe è
EDITH MARY TOLKIEN
LUTHIEN
1889 – 1971
Breve e semplice, tranne che per Luthien, che per me significa molto più di un lungo discorso: perché lei era (e sapeva di esserlo) la mia Luthien.Dimmi pure quello che pensi, senza riserve, di questa aggiunta. Ho iniziato questa lettera spinto da una grande commozione e un grande rimpianto e in ogni caso sono afflitto di quando in quando (sempre di più) da un enorme senso di perdita. Ho bisogno di consiglio. Tuttavia spero che nessuno dei miei figli penserà che usare questo nome sia una fantasia sentimentale Non è paragonabile all’uso che nei cimiteri si fa di nomignoli. Non. ho mai chiamato Edith Luthien – ma era lei l'ispiratrice della storia che poi è diventata la parte principale del Silmarillion. È stata concepita per la prima volta in una piccola radura piena di cicuta a Roos nello Yorkshire (dove per qualche tempo fui comandato in una base della Guarnigione Humber nel 1917, e lei riuscì a venire a stare con me per un po'.) In quei giorni i suoi capelli erano corvini, la sua pelle chiara, gli occhi più brillanti di quanto voi li abbiate mai visti, e sapeva cantare e ballare. Ma la storia e finita male, e io sono stato abbandonato e non posso invocare l’inesorabile Mandos. (Lettera 340, 1972)

JOHN RONALDREUEL TOLKIENBERENQuesta nuova pubblicazione vedrà due versioni rilegate di 304 pagine: la prima rilegata con sovraccoperta e la seconda in edizione deluxe con cofanetto.
1892 – 1973
Nota dell’editore inglese

Essential to the story, and never changed, is the fate that shadowed the love of Beren and Lúthien: for Beren was a mortal man, but Lthien was an immortal Elf. Her father, a great Elvish lord, in deep opposition to Beren, imposed on him an impossible task that he must perform before he might wed Lthien. This is the kernel of the legend; and it leads to the supremely heroic attempt of Beren and Lthien together to rob the greatest of all evil beings, Melkor, called Morgoth, the Black Enemy, of a Silmaril.
In this book Christopher Tolkien has attempted to extract the story of Beren and Lúthien from the comprehensive work in which it was embedded; but that story was itself changing as it developed new associations within the larger history. To show something of the process whereby this legend of Middle-earth evolved over the years, he has told the story in his father's own words by giving, first, its original form, and then passages in prose and verse from later texts that illustrate the narrative as it changed. Presented together for the first time, they reveal aspects of the story, both in event and in narrative immediacy, that were afterwards lost.
Qui potete acquistare la vostra copia rilegata o deluxe da Amazon Italia oppure Amazon UK.
Articoli consigliati-. Beren and Lúthien sul sito di Christina Scull e Wayne Hammond-. Beren and Lúthien, a centenary publication sul sito di John Garth

Published on May 20, 2017 07:08
May 10, 2017
J.R.R. Tolkien the Esperantist. Before the arrival of Bilbo Baggins. Available for pre-order now

After the Italian edition, J. R. R. Tolkien the Esperantist. Before the arrival of Bilbo Baggins , will be published in English.
Published by Cafagna Editore, J. R. R. Tolkien the Esperantist. Before the arrival of Bilbo Baggins " is a collection of essays by Oronzo Cilli, Arden R. Smith; Patrick H. Wynnewith Foreword by John Garth and an contribution by Tim Owen, secretary of the Esperanto Association of Britain.
Pre-order price € 13,00 (€15,00)and save on book, before its published
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ABSTRACTThe book contains studies by Arden R. Smith, Patrick H. Wynne and Oronzo Cilli which re-establish the links which existed between the author of The Lord of the Rings, J. R. R. Tolkien, and the planned language Esperanto, created by L. L. Zamenhof.Smith and Wynne's essay, published originally in the Anglo-American magazine Seven(2000), presents Tolkien's first experiments with inventing languages (Animalico, Nevbosh and Naffarin) and analyses in depth his initial encounter with Esperanto, as mentioned in a notebook of his from 1909 which he called the Foxrook. The two American scholars analyse with exceptional accuracy and insight every concept and symbol noted by Tolkien reflecting on his essay A Secret Vice, published posthumously by his son, Christopher.Cilli's essay covers two periods of Tolkien's life, starting with the period of 1907 to 1909, in which Tolkien first encountered Esperanto in his youth, via the Officers' Training Corps and Lord Baden-Powells' Scout Movement. The second period spans 1930 to 1933 and Tolkien's involvement in the British Esperanto Movement, thanks to the emergence of new information hitherto unknown. Cilli commences with the celebration of the World Congress of Esperanto in Oxford in 1930, which was attended by the Inkling Ronald Buchanan McCallum, and finishes with the 1933 British Congress of Esperanto in Oxford, to which Tolkien was named among its Patrons. Thanks to Cilli's research, a document previously unknown in Tolkien studies, The Educational Value of Esperanto, signed by Tolkien alongside other eminent British academics of the time, is included.A contribution from Tim Owen of the Esperanto Association of Britain enriches the book, which adds biographical details about Tolkien and his interest in languages, and adds insight into how he build his Legendarium, by providing the context of Esperanto at the time that Tolkien knew it.The Preface is entrusted to John Garth, one of the most important scholars of the life and works of J. R. R. Tolkien and author of the books Tolkien and the Great War: The Threshold of Middle-earth(HarperCollins, 2003) and Tolkien at Exeter College (Exeter College, 2014).
CONTENTS
ForewordJohn Garth
Introductions1887-1937: 50 years of hope and optimism, with particular reference to Great Britain Tim Owen
Part ITolkien and Esperanto Patrick H. Wynne and Arden R. Smith
Part IITolkien and the British Esperantist MovementOronzo Cilli
Acknowledgments
ABOUT THE AUTHORSCilli, Oronzo lives in Puglia, Italy. He edited the second Italian edition of The Annotated Hobbit (Bompiani, 2004) and published J. R. R. Tolkien, la prima bibliografia italiana dal 1967 ad oggi (L’Arco e la corte, 2013). The last book is a work on the Italian publishing history of the works of Tolkien, with unpublished documents from Italian and British archives, Tolkien e l’Italia (Il Cerchio, 2016). He has spoken at several conferences dedicated to Tolkien and, in 2015, was the curator of the exhibition “Piero Crida: the art of illustrating J.R.R. Tolkien”, an exhibition of original drawings used for the Italian editions of Tolkien’s books, from 1970 to 1992, published by Rusconi. He is the curator of a series of studies on the life and works of J. R. R. Tolkien, “Il Mondo di Tolkien”, for Cafagna Publisher, and is President of the Italian Tolkien Collectors. He runs a website Tolkieniano Collection.
John Garth is internationally recognised for his groundbreaking work on the creative development of J.R.R. Tolkien in the context of his times. Tolkien and the Great War, his 2003 biographical study exploring the invention of Middle-earth against the backdrop of the First World War, won the Mythopoeic Award for Scholarship. Ongoing research has produced a codicil, Tolkien at Exeter College, on the formative undergraduate years. As Fellow in Humanistic Studies at the Black Mountain Institute, University of Nevada in Las Vegas, he is currently working on his next book about Tolkien. A contributor to the Blackwell Companion to J.R.R. Tolkienand the Routledge J.R.R. Tolkien Encyclopedia, Garth writes regularly for the annual scholarly journal Tolkien Studies. He read English at Oxford and went on to become a journalist, working for many years on the London Evening Standard. More recent work includes web-editing university alumni magazine Oxford Today; writing on cultural topics for major media such as the Guardian, Times and Daily Beast; teaching Tolkien to adults for Oxford University and the Mythgard Institute; and giving regular talks and media appearances in Britain and elsewhere.
Tim Owen first encountered Esperanto in a children’s encyclopedia after a swimming lesson, and thought it sounded like a good idea. It wasn’t until around 15 years later, however, that he started to learn it, having met some Esperanto-speakers at a language festival in Toulouse, France in 2002. He has been involved with Esperanto in various capacities ever since and is grateful that his once-prodigious memory specifically recalled that article “What language did Dr Zamenhof create?” from a distant Saturday morning when he was nine or so, which put the idea of Esperanto into his head and compelled him to speak to the people manning the Esperanto stand all those years later. He is currently the secretary of the Esperanto Association of Britain and lives in Warwickshire with two cats and his lovely fiancée, the latter being easily the most rewarding thing that Esperanto has given him. And nearly thirty years after speeding through that now long-lost, five-part encyclopedia, he still thinks Esperanto is a really good idea.
Arden R. Smith lives in Albany, California, and holds a Ph.D. in Germanic Linguistics from the University of California, Berkeley. He has published numerous articles and essays in the field of Tolkien studies, with a focus on Tolkien’s invented languages and writing systems and the translation of Tolkien’s works, including “Certhas, Skirditaila, Fuþark: A Feigned History of Runic Origins” in Tolkien's Legendarium: Essays on The History of Middle-earth, edited by Verlyn Flieger and Carl F. Hostetter (Greenwood Press, 2000), “The Treatment of Names in Esperanto Translations of Tolkien’s Works” in Tolkien in Translation, edited by Thomas Honegger (Walking Tree, 2003), “Tolkienian Gothic” in The Lord of the Rings 1954–2004: Scholarship in Honor of Richard E. Blackwelder, edited by Wayne G. Hammond and Christina Scull (Marquette University Press, 2006), and most recently the chapter on “Invented Languages and Writing Systems” in A Companion to J.R.R. Tolkien, edited by Stuart D. Lee (Wiley Blackwell, 2014). He is a member of a project to order, transcribe, and edit Tolkien’s unpublished linguistic papers, in which his particular focus has been those dealing with the Elvish alphabets. His work as part of this project includes “The Alphabet of Rúmil” (2001), “The Valmaric Script” (2003), and “Early Runic Documents” (2004), “Pre-Fëanorian Alphabets” (2006 and 2009), “The Qenya Alphabet” (2012), and “The Feanorian Alphabet, Part 1” (2014), published in the journal Parma Eldalamberon. As an Esperantist and Volapükist, he has contributed the chapter “Confounding Babel: International Auxiliary Languages” to the volume From Elvish to Klingon: Exploring Invented Languages, edited by Michael Adams (Oxford University Press, 2011) and serves as a member of the Kadäm Volapüka.
Patrick H. Wynne is one of a group of five scholars currently editing and publishing J.R.R. Tolkien’s writings on his invented languages. Most recently he edited Eldarin Hands, Fingers and Numerals (2005–07) and has served as co-editor of the Gnomish Lexicon (1995), Qenya Lexicon (1998), and other works. A dental lab technician by trade, he has been an avid Esperantist for some thirty years and serves as the Esperanto editor for the publishing company Evertype, for whom he has edited five Esperanto books to date, including La Hobito (2015), Christopher Gledhill’s Esperanto translation of The Hobbit. He also wrote the essays on Esperanto translations of Lewis Carroll for the massive three-volume work Alice in a World of Wonderlands (2015). He has also worked as a professional illustrator on books such as Fish Soup by Ursula K. Le Guin (1992). He lives in northern Minnesota.
Cover by Adriano Monti Buzzetti
Translation by Greta Bertani and Tim Owen

Published on May 10, 2017 07:37