Oronzo Cilli's Blog, page 2

January 7, 2018

Francobolli speciali del Kirghizistan per celebrare Tolkien... e c'è anche l'italiano Rossini.


Lo scorso 31 dicembre 2017 la Commissione statale per la tecnologia dell'informazione e le comunicazioni della Repubblica del Kirghizistan, un’agenzia nata nel giugno 2016 su indicazione dell’attuale Primo ministro Sooronbay Jeenbekov con il principale obiettivo strategico dello sviluppo e l'implementazione del progetto “Digital Kyrgyzstan – 2025” che punta ad avvicinare i cittadini alle istituzioni, ha posto in circolazione la serie speciale di cinque francobolli postali kirghisi The Anniversaries of Great Personalities . La Commissione kirghisa, motivando questa speciale emissione, ha scritto:
Nel 2017, l'umanità celebra le date giubilari di grandi personalità che hanno dato un contributo inestimabile allo sviluppo della civiltà mondiale: Jonathan Swift, Arthur C. Clarke, Maria Skłodowska-Curie, Gioachino Rossini e J.R.R. Tolkien.

I cinque francobolli prodotti celebrano:
Il 350° anniversario della nascita dello scrittore e poeta irlandese Jonathan Swift (1667-1745), tra i grandi della prosa satirica in lingua inglese che utilizzò per trattare di argomenti religiosi e politici. Tra le sue satire la più celebre è quella dei Viaggi di Gulliver pubblicata anonima per la prima volta nel 1726. Il valore del francobollo kirghiso è di 50 KGS equivalente a € 0,60.Il 100° anniversario della nascita dell’inventore e autore di fantascienza britannico Sir Arthur C. Clarke (1917-2008), noto per il suo 2001: Odissea nello spazio pubblicato nel 1968, sviluppatosi al fianco della scrittura dell’omonimo film del grande Stanley Kubrick. Il valore del francobollo kirghiso è di 50 KGS equivalente a € 0,60.Il 150° anniversario della nascita della fisica e chimica polacca, poi naturalizzata francese, Maria Skłodowska-Curie, nota come Marie Curie (1867-1934), che ricevette ben due Premi Nobel: quella per la Fisica nel 1903 assieme al marito Pierre Curie e ad Antoine Henri Becquerel per i loro studi sulle radiazioni e quello, nel 1911, per la Chimica per la sua scoperta del radio e del polonio. Nel 1908 divenne la prima donna ad insegnare alla Sorbona di Parigi occupando la cattedra di fisica generale. Il valore del francobollo kirghiso è di 75 KGS equivalente a € 0,90.Il 225° anniversario della nascita del grande compositore italiano Gioachino Rossini (1792-1868), celebre per le sue opere conosciute in tutto il mondo quali Guglielmo Tell, Il barbiere di Siviglia , Semiramide, L'italiana in Algeri , La Cenerentola e La gazza ladra. Il valore del francobollo kirghiso è di 100 KGS equivalente a € 1,20.E infine il 125° anniversario della nascita del “nostro” J.R.R. Tolkien (1892-1973), autore del Signore degli Anelli e de Lo Hobbit oltre che stimato docente all’Università di Oxford. Il valore del francobollo kirghiso è di 100 KGS equivalente a € 1,20.
Assieme ai francobolli, l’Agenzia kirghisa ha emesso anche cinque cartoline postali. A realizzare i ritratti delle cinque personalità è stato chiamato l’artista Vladimir Melnic. I francobolli hanno la dimensione 46,00 x 27,50 mm; i fogli: 120,00 x 108,00 mm e il foglio collettivo 120,00 х 108,00 mm. Sui ogni francobollo, foglio o cartolina è impresso il testo The Anniversaries of Great Personalities in kirghiso, inglese e russo.
Ogni francobollo è stato emesso in 8.000 pezzi, inclusi quelli inseriti nei minifogli che sono solo 2000 pezzi.
Questi i prodotti filatelici che riguardano Tolkien (clicca sull'immagine per ingrandire):
   
 
 
È possibile acquistarli QUI , il costo è espresso in dollari americani e la spedizione è garantita in tutto il mondo e a prezzi economici.

La Repubblica del Kirghizistan è uno Stato indipendente dell'Asia centrale e, senza sbocco sul mare, si trova tra Tagikistan Cina, Uzbekistan  e Kazakistan. Fu federata fino al 1991 all’Unione Sovietica e dall’anno dopo membro delle Nazioni Unite. I suoi quasi cinque milioni e mezzo di abitanti sono distribuiti su una superfine di quasi duecento mila chilometri. La capitale è Biškek, che durante il periodo sovietico fu chiamata "Frunze" poiché lì nacque il generale dell'Armata rossa, Michail Vasil'evič Frunze, e il paese prendo il nome dai chirghisi, un gruppo etnico di origine turchica.
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Published on January 07, 2018 01:18

December 31, 2017

Resoconto di un fantastico 2017 con Tolkien!

Si chiude questo 2017 e, come ho scritto per gli anni precedenti, sento di dover tirare le somme di questi dodici mesi che son letteralmente volati regalandomi, soprattutto, delle grandi soddisfazioni negli studi tolkieniani in Italia e all’estero.
Durante quest’anno ho raccolto molto di quanto seminato, con fatica e impegno, negli scorsi anni nel campo degli studi tolkieniani. Ricordo l’emozione il primogiugno quando sul quotidiano «Libero» è apparsa l’intervista che ho fatto al grande Alan Lee in occasione dell'uscita di Beren e Luthien, L'illustratore Alan Lee: Così disegno la Terra di Mezzo o il 30 aprile, quando ho avuto l’immenso piacere di presentare, per la prima volta tradotto in italiano da Giovanni Costabile, un articolo firmato da una delle studiose più importanti, Verlyn Flieger: Fantasia e realtà Il mondo di J. R. R. Tolkien e il saggio Sulle fiabe. E ancora, l'ennesima scoperta,anche se non di grande importanza, che restituisce un pezzo della vita privata e familiare di Tolkien, con la ricostruzione dell'amore dei figli, specialmente del secondogenito Michael, per i treni e per il modellismo ferroviario della Hornby e la rivista Meccano del 1933.

E poi le due immense emozioni che ho vissuto in questi ultimi mesi di novembre e dicembre regalatemi da tre dei più grandi studiosi tolkieniani al mondo: Christina Scull, Wayne Hammond e Tom Shippey.
Il 2 novembre, come in molti di voi sapranno, l’Harper Collins ha pubblicato la nuova edizione del The J. R. R. Tolkien Companion and Guide di Christina Scull e Wayne Hammond, arricchita da oltre 1000 nuove pagine rispetto alla precedente prima edizione del 2006. Per chi come il sottoscritto è impegnato negli studi bio-bibliografici su Tolkien, si tratta del più importante lavoro sul tema e punto di riferimento per tutti gli studiosi. Proprio sulla prima edizione del 2006 ho iniziato i miei prima passi e grazie a quel lavoro ho arricchito la mia ricerca sul rapporto tra Tolkien e l’Italia e poi stretto una bellissima amicizia con Christina e Wayne al punto che i due studiosi anglo-americani hanno firmato la prefazione al mio Tolkien e l’Italia . Ebbene, non vi nascondo la soddisfazione e l’emozione nel trovare, ancora solo dopo una sommaria lettura delle oltre 2600 pagine, citato il mio nome e le mie ricerche. Nel primo volume Chronology ho ritrovato il mio nome a pagina xix nei ringraziamenti “for assistance”; a pagina 164 per il “2-9 August 1930” sul Congresso Universale di Esperanto e poi a pagina 180 “April 1933” sempre sull’Esperanto. Ancora a pagina 242, il “16 May 1939” dove si riporta la lettera di Edith Bratt a Alan Rook che è in mio possesso e apagina 840 “2-9 August 1930” ancora sul congresso esperantista. Nel secondo volume, Reader's Guide I, dove si riportano le mie ricerche sull’esperienza esperantista di Tolkien negli anni Trenta, alle pagine 582, 628 e 630. Mentre nel terzo volume, Reader's Guide II, a pagina 1236, dove si riporta una parte del componimento che Tolkien lesse sulla lusinga in Dante, ho trovato la correzione che suggerì a Christina e Wayne tempo fa. Nella prima edizione 2006, infatti, Scull e Hammond, trascrissero il testo (poco decifrabile) di Tolkien “For I am tuestelle vel northern man and find it difficult to deal in hard clarities…”. Quella frase l’ho riportata nel mio libro Tolkien e l’Italia ma non riuscivo a trovare una giustificazione a quel “tuestelle vel Northern” scritto da Tolkien. Neppure Christina e Wayne seppero darmi maggiori chiarimenti se non che la scrittura in quel passaggio era davvero difficile da decifrare e non conoscevano cosa realmente Tolkien intendesse con quella frase. Mi misi alla ricerca per capire quel termine e, solo qualche mese fa durante le ricerche per uno studio su Tolkien che sta occupando da mesi la mia testa e il mio tempo, mi sono imbattuto nel prologo del “Parson's Tale” di Chaucer dove, nella versione in Middle English, alla linea 42 si legge “But trusteth wel, I am a Southren man”. Riferimento che ritroviamo anche a pagina 281 dell’edizione inglese di “Beowulf. A Translation and Commentary” curato da Christopher Tolkien nel 2014. Questo mi portò alla conclusione che la frase ricopiata da Christina e Wayne dal manoscritto di Tolkien non fosse “tuestelle vel northern man” bensì “trusteth wel Northern man”. Una lettura che nel testo di Tolkien dedicato al Sommo Poeta acquista un senso sposandosi anche con quanto scritto da Chaucer nel suo racconto. Scrissi subito a Christina e Scull e la loro risposta fu dapprima “You're undoubtedly correct that 'tuestelle vel' should be 'trusteth wel'. We'll make a correction in our new edition. Our notes from that manuscript say that Tolkien's writing was especially difficult!” E poi l’inserimento nel testo pubblicato.  Infine, sempre nel terzo volume, la citazione a pagina 1475 sul documento firmato nel 1933 da Tolkien e da me scoperto, “The Educational Value of Esperanto” e la presenza dei miei studi a pagina 1562, nella Bibliography.
L’altra grande soddisfazione è arrivata lo scorso venerdì 15 dicembre, quando si è tenuta la seconda giornata del convegno internazionale "Tolkien e la letteratura della Quarta Era" (che potete vedere nella versione integrale qui), promosso dal Dipartimento di Lettere e Filosofia dell'Università di Treno in collaborazione con l’Associazione Italiana di Studi Tolkieniani. Tra i relatori, Tom Shippey filologo e già professore a Oxford e Leeds e non a torto considerato il più grande studioso vivente di Tolkien, il quale ha tenuto una relazione sul rapporto tra J.R.R. Tolkien e William Morris. E' stato per me un grandissimo onore sentire citare il mio nome da Shippey assieme ad altri studiosi (tutti stranieri), in apertura del suo bellissimo intervento. Shippey mi aveva anticipato per email che avrebbe citato il lavoro che sto completando in queste settimane e che vedrà la luce - nella sola lingua inglese - il prossimo 2018. Non potete immaginare, da studioso tolkieniano, l'emozione nel vedere un mio lavoro preso in considerazione (e non solo) da Tom Shippey durante un evento di siffatta importanza.

Di certo, però, la parte del leone l’hanno fatta i miei due libri: Tolkien e l’Italia , pubblicato dalla Casa editrice Il Cerchio di Rimini il 2 dicembre 2016 e la traduzione inglese di J.R.R. Tolkien the Esperantist. Before the arrival of Bilbo Baggins uscita il 14 luglio per l’editore Cafagna, per il quale curo la collana Il mondo di Tolkien.

È stato grazie a questi due lavori che ho potuto girare l’Italia da Nord a Sud, isole comprese, per parlare di Tolkien, della sua e delle sue opere e conoscere tantissimi appassionati e lettori del nostro Professore. È stata un’esperienza fantastica che porto nel cuore e che qui vorrei condividere e, nel contempo, approfittare per ringraziare ancora una volta chi mi ha invitato e in maniera splendida ospitato facendomi sentire a casa e chi mi ha dedicato del suo tempo per ascoltarmi.
Tutto è cominciato il 19 aprile a Milano, ospite della manifestazione Tempo di Libri dove, al Caffè Garamond – PAD. 4 Lettera H., con Adolfo Morganti ho presentato Tolkien e l'Italia. Due giorni dopo, il 21 aprile ho raggiunto la meravigliosa Noto, in Sicilia, per prendere parte a NOSTOS. Festival del viaggio e dei viaggiatori, dove ho tenuto la mattina una conferenza all’I.I.S. “Matteo Raeli” su Tolkien e l'Italia e il pomeriggio, all’Archivio di Stato, ho discusso con Fulvia Toscano del mio Tolkien e l'Italia. Il 9 maggio, Festa dell’Europa, ho discusso con il giornalista Manlio Triggiani di Tolkien e l'Italia alla Libreria Roma  di Bari e tre giorni dopo, il 12 maggio, di Tolkien e l'Italia ne ho parlato prima a Padova, a Palazzo Moroni, e in serata a Badia Polesine (RO), nella splendida Libreria “Antica Rampa”. Il 18 maggio è stata la volta di Foggia, ospite dei cari amici dello Smial Forest of Neldoreth e di Fumettosmania, che hanno voluto che presentassi il Tolkien e l'Italia, e il 28 maggio sono ritornato in Sicilia, questa volta a Messina, dove ho discusso di Tolkien e l'Italia con Fulvia Toscano e Nancy Antonazzodurante la manifestazione di Eriador 2017 presso la Libreria “Feltrinelli Point”. Anche giugno è stato un mese ricco per la presentazione di Tolkien e l'Italiacon due tappe: il 4 giugno ad Andria (BT) ospite di GAME Fiera del gioco al Centro polifunzionale “A. Moro”; e Pisa con un doppio appuntamento il 17 e il 18 giugno al Kinzica Festival. Luglio, invece, mi ha riservato un’intera settimana, dal 17 al 23, ospite della bellissima manifestazione Cartoon Club | Riminicomix che si è tenuta a Rimini e dove, oltre a presentare Tolkien e l'Italia ho avuto l’onore di allestire la mostra “J. R. R. Tolkien: tra fumetti e cartoon”. Ad agosto altre due tappe: il 4 agosto a Legnago (VR), ad aprire la manifestazione "Una Torrida Estate Antimoderna" nell'ambito di Kult: Rassegna di Cinematografia, Musica e Letteratura e il 26 agosto tenendo la Relazione di apertura  al Raduno tolkieniano a San Marino. Poi è stata la volta di una grandissima manifestazione alla quale avevo già partecipato lo scorso anno organizzando anche una mostra sul Tolkien accademico: Il Festival del Medioevo a Gubbio. Durante quest’evento, il 30 settembre, che raccoglie studiosi del medioevo da tutta Europa, ho tenuto un intervento all’interno della Tolkien session promossa dall’Associazione Italiana Studi Tolkieniani sul Tolkien Professore e, nel pomeriggio, assieme ad Adolfo Morganti, ho presentato Tolkien e l'Italia. Il giorno dopo, primo ottobre, a Staffolo(AN) ho incontrato il gruppo letterario fAutori di Scriptorama dove ho parlato del mio libro e tutto ciò che c’è dietro la scrittura, dalla ricerca alla pubblicazione. Ottobre è proseguito con la partecipazione a Bari, il 7 ottobre, al Convegno internazionale sull'Esperanto dove ho discusso del Tolkien esperantista  e al quale ha preso parte anche il Prof. Davide Astori dell’Università di Parma. A seguire, nella serata dello stesso giorno, ho preso parte a un’iniziativa davvero magica promossa dallo Smial Forest of Neldoreth "Tolkien e gli ipogei". Il mese si è concluso il 21 ottobre, ospita a Castelfidardo (AN) del fantastico gruppo de I Cavalieri del Mark con un su "Tolkien e l'Italia, l'esperanto e il collezionismo". A novembre doppio appuntamento: l’8 novembre a Firenze nello splendida Biblioteca delle Oblate, ospite dei meravigliosi La Musica degli Ainur - Smial di Firenze e il 12 novembre a Cosenza presso la Libreria Mondadori con un doppio incontro promosso dall’Associazione “Sotto le betulle”. Dicembre si è chiuso con altri due bellissimi incontri: il 2 dicembre a Ravenna, ospite dell'Arcidiocesi di Ravenna-Cervia, presso la Bibliioteca Diocesana "San Piero Crisologo” per aprire il loro ciclo d’incontri su Tolkien e il 22 dicembre a Lecce, ospite di Vecchio Stampo.

Il 2017 è stato anche ricco di articoli e citazioni sulla stampa locale e nazionale.
Di Tolkien e l’Italia e Tolkien the Esperantist, ne hanno parlato: l’11 gennaio Minska Ruggeri «Venezia elfica come Gondor, che gioia il rosario in latino» su «Libero»; il 22 gennaio Massimo Novelli “Tentativo fallito di copiare le saghe nordiche” così Vittorini bocciò Tolkien , su «il Fatto Quotidiano»; su «Il Borghese», a marzo Enrico Passaro, Il Fantastico in Italia . E ancora il 9 marzo Annalisa Terranova,  Tolkien e l’Italia: così la sinistra ha impedito un amore a prima vista , sul «Secolo d’Italia» e sul numero di marzo-aprile, Antonio Chimmisso, Tolkien e l'Italia , su «Diorama Letterario» di Marco Tarchi. Il 20 aprile è la volta di Alessandro Zaccuri, Il mondo di Tolkien libera l'immaginazione , su «Avvenire» e Luigi Mascheroni ed Eleonora Barbieri, Leggere o mangiare? L'abbuffata dei cuochi su «Il Giornale». Il 30 aprile è stata la pagina spagnola della «Sociedad Tolkien Espanola» a parlare del mio libro, Presentación del libro "Tolkien e l'Italia" sobre el viaje que el Profesor hizo en 1955 a dicho país . E il 9 maggio la «La Gazzetta del Mezzogiorno» con  «Tolkien e l'Italia» Lo hobbit secondo Oronzo Cilli . Il giorno dopo, 10 maggio, ancora una recensione spagnola su «El Anillo Unico», ‘Tolkien e l’Italia’, libro de Oronzo Cilli sobre la relación de Tolkien con el país alpino . A seguire, l’11 maggio esce  Un rapporto burrascoso verso la via del successo su «Il Quotidiano di Bari» a firma di Marina Basile. Il 4 giugno ritorna Annalisa Terranova con Tolkien, così l'ideologia progressista impedì il successo in Italia su «Arianna Editrice» e il 14 luglio Lançado o livro "J.R.R. Tolkien the esperantist Before the arrival of Bilbo Baggins su «Tolkien Brasil» e il 29 luglio con   A la venta el libro ‘J.R.R. Tolkien the Esperantist. Before the Arrival of Bilbo Baggins’ , una recensione apparsa su «El Anillo Unico». A ottobre Tolkien e l'Italia  su «Mi viene da leggere» di Giovanna Pietrini e L'hobbit Frodo è stato ad Assisi  in «Il Rubino». A novembre è stata la volta di Rezension: „J.R.R. Tolkien The Esperantist” a firma di Maria Zielenbach per la Società Tolkieniana Tedesca.
Sono apparse anche mie interviste: il 10 giugno "Ma che tristezza vedere il professore ridotto a personaggio inattendibile" . Intervistato per «Il Giornale» da Gianfranco de Turris, un’intervista ripresa il 6 luglioIl falso Tolkien spacciato da Wu Ming 4. Su «Centro Studi la Runa» e il 20 luglio  Il Tolkien inesistente creato su misura per l’Ideologia di Wu Ming 4 su «EreticaMente». E poi ci sono state quelle su riviste e siti web stranieri: il 4 agosto, El Tolkien de Oronzo,su «Dragon Verde» la rivista ufficiale della Società Tolkieniana Colombiana, ripresa il 19 agosto, Cuarto número de la revista Dragón Verde de la Sociedad Tolkien Colombia Orodruin , da «El Anillo Unico». E, per il numero di ottobre da «La Brita Esperantisto», la rivista dell'Associazione esperantista britannica, Samideanis Tolkien .
Altri articoli sulle presentazioni e su polemiche che, involontariamente mi hanno visto partecipe, sono stati: il 12 gennaio, Matteo Sacchi con Ma Tolkien era maoista? A Radio Rai lo scrittore raccontato a senso unico su «Il Giornale» e a seguire il 13 gennaio Gerardo Adami con Il caso. La caduta di stile della Lipperini con lo speciale (fazioso) dedicato a Tolkien su Radio3 su «Barbadillo». Il 20 maggio, Modesta Raimondi con Studiare la scrittura di Tolkien, anche a Foggia un centro Smial su «L'attacco di Foggia» e il 24 maggio su «Stato Quotidiano», A Foggia "Tolkien e l'Italia" riscopre cultura e radici europee . Il 28 luglio, San Marino: un raduno dedicato a Tolkien su «Corriere della Sera» sulla partecipazione al Raduno tolkieniano di San Marino del 24-26 agosto e il 4 agosto, Kultletteratura tra Tolkien e aperitivi antimoderni . Su «L'Arena» per la conferenza su Tolkien e l'Italia. 24 agosto A San Marino il raduno dedicato a Tolkien, lo scrittore del Signore degli Anelli. Ce lo presenta Adolfo Morganti  su «Rimini 2.0» (W) e il 30 agosto, Tolkien e l’Italia, presentato al Castello il nuovo libro di Oronzo Cilli  su «98zero». E infine il 25 settembre è stata la volta di Tolkien superstar al Festival del Medioevo: i rapporti tra fantasy e età di mezzo  sulle pagine del «Secolo d'Italia».
Conclusioni
Cosa aggiungere ancora? Ciò che bolle in pentola per il 2018 è davvero interessante e spero che tutte le aspettative vengano rispettate. Continuerò con le presentazione di Tolkien in Italia (ho già 4 date programmate per i primi mesi e che presto comunicherò), e gli studi tolkieniani che mi vedranno con tre nuovi lavori di cui due nuovi, in inglese e in italiano, e una traduzione di un mio libro in portoghese. Di certo continuerò la mia “carriera” collezionistica che in questo anno è stata marginale ma importante in qualche ritrovamento di fortuna, e che qui non ho volutamente affrontato perché intendo farlo con un intervento ad hoc.
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Published on December 31, 2017 03:08

December 25, 2017

Noel di Tolkien nella traduzione italiana di Giovanni Costabile


Noel di J.R.R. Tolkien

Del puro cielo la volta scura
Di luce lungi brillava,
Una stella venne brillante e pura
Lume, notte schiarava.
In val di tenebre in or mortale
D'un tratto una voce cantò
E unisona ogni, terrén, celestiale,
Campàn mezzanotte suonò.
Maria nel mondo terreno cantava,
S'udìa del suo canto l'avviso,
Su nubi, su bianca montagna cava,
Fin su le mura del Paradiso,
E la lingua di molte campane fu sciolta
Nelle torri celesti perché
Quando voce di donna mortale fu colta
Era madre del Re dei Re.

(J.R.R. Tolkien, Noel, The Annual of Our Lady's School, Abingdon, Oxford 1936, p. 9; t.d.a.)
Questo è un regalo per tutti gli appassionati e lettori tolkieniani italiani in occasione del Santo Natale 2017. La versione italiana di una poesia di Tolkien ritrovata alcuni anni fa e tradotta in italiano per voi dallo studioso tolkieniano Giovanni Carmine Costabile.
La poesia qui tradotta è una delle due poesie inedite di J. R. R. Tolkien pubblicate nel n. 12 del rapporto annuale dell’Our Lady's di Abingdon, oggi  Ola School , nell’Oxfordshire del 1936. A "ritrovarle", nel febbraio 2016, il Rettore dell'Istituto, Stephen Oliver. Il suggerimento era stato dato da Wayne G. Hammond autore, con Christina Scull, dell’opera monumentale  The J.R.R. Tolkien Companion and Guide . I due biografi, avevano inserito riferimenti a queste due poesie negli aggiornamenti ai loro due volumi già nel 2013.All’ Oxford Mail , il Rettore Oliver raccontò di non aver trovato inizialmente, negli archivi dell’Istituto, la rivista con i due riferimenti suggeriti da Hammond. In un secondo momento, preparando un evento per gli ex alunni della scuola, riuscì a trovare l’Annuale del 1936 contenente le due poesie complete che Hammond e Scull citavano: «Il mio entusiasmo quando li ho visti è stata travolgente» ha ammesso il Rettore Oliver all’Oxford Mail dato dal fatto che lui è «un grande fan di Tolkien e sono stato contento di scoprire un collegamento con la scuola».Gli Annali dell'Istituto normalmente non contenevano poesie scritte da personaggi noti ed è quindi interessante per la ricostruzione del legame tra l'autore del  Signore degli Anelli  e la scuola cattolica nell’Oxfordshire.
Noel , che è possibile leggere nella versione originale qui , celebra la nascita di Gesù Cristo.
A child is born into a world grim, grey, dark, and cold, where ‘all ways and paths were wild’. A star comes ‘shining white and clear’, the voice of Mary rises in song ‘o’er mist and over mountains snow’, and ‘the hall is filled with laughter and light’ as the bells of Paradise ring. (Hammond, Scull 2015)


La seconda è una versione precedente de  La sposa nell’ombra  contenuta ne  Le avventure di Tom Bombadil , dal titolo  The Shadow Man .
Hammond e Scull, sul loro  blog , avevano già fatto cenno alle poesie:
"An earlier version of Shadow-Bride, entitled The Shadow Man, is indeed in the 1936 Annual, on p. 9. Although the thrust of the poem remained the same, Tolkien made numerous alterations in its revision for the 1962 Adventures of Tom Bombadil collection. For example, the first four lines of The Shadow Man read:
There was a man who dwelt alonebeneath the moon in shadow,He sat as long as lasting stone,and yet he had no shadow.
For Shadow-Bride these were amended to:
There was a man who dwelt alone,as day and night went pasthe sat as still as carven stone,and yet no shadow cast.
Most importantly, the change of title shifted the focus of the poem from the ‘man who dwelt alone’ to the ‘lady clad in grey’.But The Tablet for 15 February 1936 had referred to ‘a poem or two’ in the 1936 Annual. We asked the sisters for a copy of its table of contents, and indeed, another poem by Tolkien was listed: Noel. This proved to be an unrecorded work by Tolkien, though its first lines seemed familiar:
Grim was the world and grey last night:The moon and stars were fled,The hall was dark without song or light,The fires were fallen dead.
Of course, the abab rhyme scheme, and the imagery of dark and light, moon and stars, can be found elsewhere in Tolkien’s verse. Noel is unusual, however, in that it is a directly Christian poem, celebrating the birth of Christ, which brought light and joy to dispel the darkness of the world."
Il traduttoreGiovanni Carmine Costabile (Dott. Mag.) nasce a Cosenza nel 1987. Di formazione classica, studia Filosofia all’Università di Pisa e all’Università della Calabria, conseguendo la laurea magistrale. Detentore del certificato di inglese avanzato IELTS Academic, trae grande beneficio dalla frequentazione dei docenti della SSLMIT di Forlì, dove segue alcuni corsi di traduzione inglese. Insegnante privato, traduttore, scrittore di racconti e poesie, ha visto recentemente pubblicata la sua raccolta di poesie Lingue di te (Aletti, 2017), risultato che gli ha permesso l'inserimento nella Enciclopedia dei Poeti Contemporanei ancora di Aletti Editore. Membro della Tolkien Society dal 2015, ama viaggiare specialmente nel Regno Unito e in Irlanda, dove lavora per un periodo come assistente artistico. Ha presentato un suo lavoro di ricerca al Tolkien Seminar 2016 di Leeds. I suoi lavori su Tolkien e la letteratura medievale includono articoli, saggi e note pubblicati o in corso di pubblicazione in Italia, Inghilterra, Germania e Stati Uniti. Da segnalare un suo contributo nella prestigiosa rivista Tolkien Studies XIV (2017).
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Published on December 25, 2017 00:29

November 25, 2017

Tolkien, i treni e due scoperte: Meccano e Hornby


Tolkien e i treniDurante la sua vita, il professor John Ronald Reuel Tolkien possedette solo due autovetture: la prima, acquistata nel 1932, una Morris Cowleysoprannominata “Jo” dalle prime due lettere della targa, e una seconda, comprata nel 1937 per sostituire la prima, che mantenne per soli due anni. Se si esclude il periodo compreso tra il 1932 e il 1939, i mezzi utilizzati da Tolkien per gli spostamenti furono la bicicletta, quando si trattava di girare per Oxford, e il treno su cui ci salì la prima volta nel novembre 1894, all’età di due anni, quando sua madre Mabel lo portò con sé in un viaggio sulla costa di Città del Capo.
Leggendo le diverse biografie, da quella scritta da Humphrey Carpenter alla monumentale opera curata da Christina Scull e Wayne G. Hammond, così come le numerose lettere dello stesso Tolkien, ci si rende conto di quanto tempo passasse su questo mezzo di locomozione. Dagli spostamenti da Oxford, dove viveva la sua famiglia, a Leeds, dove insegnava Lingua e letteratura inglese nel periodo compreso tra il 1920 e il 1925; ai continui viaggi degli anni successivi a Londra per gli incontri con il suo editore, Stanley Unwin prima e Rayner Unwin poi; oppure quando dalla Francia raggiunse l’Italia per la vacanza a Venezia e Assisi nell’agosto 1955 accompagnato da sua figlia Priscilla, fino a quelli per raggiungere il luogo preferito per riposare, Bournemouth.
E il treno “servì” anche come strumento di conoscenza per una lingua che avrebbe cominciato a studiare e ad apprezzare: il gallese. Fu tra il 1900 e il 1901, infatti, quando con sua madre Mabel e suo fratello Hilary, a seguito della morte prematura del padre Arthur, si trasferirono in Inghilterra vicino alla chiesa cattolica di St Dunstan, all’86 di Westfield Road a Kings Heath. La loro nuova abitazione era immersa per metà nella calma data dalla ricca vegetazione posta alle sue spalle e per l’altra metà dal rumore che proveniva dalla ferrovia nella parte opposta. Ed è lì, che l’attenzione del piccolo Tolkien fu attirata dal via vai di treni carichi di carbone diretti nel sud del Galles, in centri come Nantyglo, Penrhiwceiber e Senghenydd, che riportavano sulle proprie fiancate gli “strani” nomi.
Ma riferimenti ai treni, li ritroviamo anche lì dove “non dovrebbero” esserci, come nella Terra di Mezzo. Nel primo capitolo de Lo Hobbit , Una riunione inaspettata, quando Thorin comincia a raccontare le ragioni dell’impresa che si sta per intraprendere, cita inevitabilmente anche i pericoli cui si va incontro mettendo in guardia i partecipanti del rischio di non tornare sani e salvi.  Scrive Tolkien:
Questo ero lo stile di Thorin. Era un nano impor­tante. Se gli fosse stato permesso, con molta probabi­lità sarebbe andato avanti in questo modo fino a ri­manere senza fiato, senza raccontare a nessuno dei presenti niente che non fosse già noto a tutti. Ma fu bruscamente interrotto. Il povero Bilbo non ce la fece più a sopportarlo. Al può anche non ritornare cominciò a sentire un grido salire dentro di lui, e ben presto esso esplose come il fischio lacerante di una locomotiva che esce da un tunnel.

In Una festa a lungo attesa, primo capitolo del Signore degli Anelli , nel raccontare i fuochi d’artificio di Gandalf alla festa del vecchio amico Bilbo Baggins, scrive: « Il drago tornò a passare su di loro alla velocità di un treno, fece un salto mortale e scoppiò nel cielo di Lungacque con un boato assordante. »
Oltre a quanto si qui scritto, Tolkien si ritrovò "in" casa un’intera stazione ferroviaria e questo “grazie” alla passione che alcuni dei suoi figli avevano per il modellismo ferroviario.
I figli e la loro “trenomania”A cavallo tra la seconda metà degli anni ’20 e la prima del decennio successivo, una delle attrazioni per i ragazzini inglesi era la ferrovia con i suoi treni. In Inghilterra una di quelle che sicuramente affascinava grandi e bambini fu di certo il Cheltenham Flyer, considerato all’epoca il treno più veloce del mondo. Questo “prodigio” della Great Western Railway (GWR) univa le stazioni di Paddington a Londra e Cheltenham, passando per quelle di Reading, Kemble, Stroud, Stonehouse e Gloucester e in molti raggiungevano quelle stazioni con il solo piacere di vederlo sfrecciare. A farlo, come racconta Humphrrey Carpenter, anche Tolkien che accompagnava i suoi figli:
a osservare le locomotive della Great Western Railway dal vero e poi le disegnano con precisione impressionante. Tolkien non condivide quella che lui chiama la “trenomania” per lui “ferrovia” è sinonimo di rumore, di sporco e di distruzione della campagna. Ma tollera la loro passione e si lascia convincere di tanto in tanto a portarli a una stazione lontana, a osservare il Cheltenham Flyer che passa. (Biografia 156-7)

[Piccola curiosità legata a Cheltenham, l’8 gennaio 1913 Tolkien si recò proprio in quella città dove risiedeva Edith che in quel periodo si era fidanzata con George Field. I due s’incontrarono alla stazione e poi si sedettero sotto un viadotto ferroviario per discutere della loro situazione con Edith che decise di interrompere il fidanzamento con George e sposare Ronald chiedendo di mantenere ancora per un po’ la notizia segreta con l’unica eccezione di Padre Francis Xavier Morgan, che Tolkien ritenne suo dovere informare. (Chronology 42)]
La passione per i treni nacque nei primi due figli di Tolkien: John Francis Reuel nato nel 1917, e Michael Hilary Reuel, classe 1920. Individuare il periodo durante il quale si sviluppò questo interesse per i treni non è difficile. Alcuni riferimenti, seppur non numerosi, sia possibile trovarli ricorrendo alle parole dello stesso Tolkien contenute nelle Lettere di Babbo Natale, e nella Biografia scritta da Humphrey Carpenter. Quali sono le notizie note a oggi?
Tra il 1920 e il 1943, a pochi giorni dal Natale, giungeva in casa Tolkien una lettera per i piccoli figli del professore. All’interno, oltre agli auguri, disegni e storie che avevano come protagonista Babbo Natale e i suoi aiutanti. Le lettere, secondo gli anni, erano firmate da Babbo Natale ma anche dal suo aiutante principale Orso Polare oppure, dal 1936, dall’elfo Ilbereth. E dietro di ognuno di essi, naturalmente, c’era il professor Tolkien e in questo modo sappiamo J. R. R. e sua moglie Edith cosa regalavano ai propri figli.
Per il Natale del 1924 Michael, di quattro anni, ricevette una “locomotiva” (con Babbo Natale che si augurava che “funzionasse bene”) e a John, di tre anni più grande, fu regalata una “stazioneassieme ad altri giocattoli” (Lettere di Babbo Natale 10).
Dalla lettera per il Natale del 1928, inviata ai tre figli John (9 anni), Michael (6 anni) e Christopher (4 anni), leggiamo:
Ebbene, miei cari, spero che vi piacciano i regali che vi ho portato: quasi tutti quelli che avete domandato e tantissime altre cosucce che non avevate chiesto e cui ho pensato io all’ultimo momento. Spero che vi scambierete spesso gli accessori del trenino e la fattoria con gli animali, e che non penserete mai che quei giochi appartengano solamente al proprietario della calza in cui sono stati trovati. Abbiatene cura perché sono alcuni dei miei giocattoli migliori. (Lettere di Babbo Natale 26)

Quella per il modellismo ferroviario era di fatto una passione che man mano crebbe soprattutto nel secondogenito, Michael, ma anche nel terzo maschio, Christopher, al punto che, come racconta sempre Carpenter ricostruendo una giornata tipo vissuta dal professor Tolkien nel 1930:
Recandosi nella stanza di Michael, Tolkien per poco non inciampa in un modellino di locomotiva lasciato nel mezzo della stanza. Se la prende con se stesso. Michael e Christopher, al momento, hanno una passione per le ferrovie e hanno dedicato tutta una stanza del piano superiore a un plastico. (Biografia p.156)

Nel 1930, Michael aveva dieci anni e Christopher sei. Per il Natale successivo, Tolkien-Babbo Natale tornò a scrivere ai piccoli di casa e, riferendosi ai loro regali, scrisse:
Miei cari ragazzi, spero vi piacciano le cosette che vi ho fatto avere. In questo momento sembrate interessatissimi ai trenini e così vi ho portato giochi soprattutto di questo tipo. […] Dunque, miei cari, vi auguro di essere felici questo Natale e di non bisticciare fra di voi, anzi di fare delle belle giocate tutti assieme con il vostro trenino. Non scordatevi del vecchio Babbo Natale quando accenderete l’albero. (Lettere di Babbo Natale 42)

Ancora, per il Natale 1932, in una nuova lettera dal Polo Nord Babbo Natale, raccontando di un episodio accaduto la settimana precedente quando, sceso nelle sue cantine per prendere i regali destinati all’Inghilterra, si accorse che qualcuno aveva buttato tutto in disordine e condivise la cosa con Orso Bianco che gli rispose:
«Saranno certamente stati Paksu e Valkotukka», ha risposto lui. Ma non era così. Il giorno dopo le cose erano ancora peggio, specialmente fra i pezzi del trenino, molti dei quali sembravano proprio mancare. Avrei subito dovuto indovinare, e comunque Orso Bianco avrebbe dovuto dirmi che aveva indovinato almeno lui [erano stati i goblin N.d.A.]. (Lettere di Babbo Natale 55)

Nella lettera del Natale 1933 si conserva l’ultimo riferimento, a oggi noto, ai trenini quale regalo per i figli. Michael aveva raggiunto l’età di tredici anni, Christopher nove e Priscilla, nata nel 1929, quattro anni. Tolkien-Babbo Natale raccontò che:
Orso Polare è stato occupatissimo ad aiutare, e ha aiutato doppiamente … ma nella fretta ha mescolato alcuni dei regali destinati alle bambine con quelli pensati per i maschietti. Speriamo di avere rimesso ogni cosa al suo posto … se però sentite di qualcuno che ha ricevuto una bambola mentre invece desiderava una locomotiva del trenino, saprete il perché. In verità Orso Bianco dice che mi sbaglio … abbiamo perduto moltissimi pezzi dei trenini … i goblin ne vanno sempre a caccia … e ciò che abbiamo recuperato era danneggiato e bisogna che lo ridipingiamo. L’anno venturo avremo un’estate molto indaffarata. (Lettere di Babbo Natale 62)

Come si è letto, i trenini erano il regalo di Natale più apprezzato dai piccoli Tolkien, la domanda è: quale tipo di trenini acquistava il professor Tolkien? La risposta arriva da una personale ricerca, aiutata da un po’ di fortuna, relativa al 1933 e che qui presento per la prima volta ai lettori e appassionati di Tolkien. Risposta che trova conferma nella lettera di Babbo Natale del Natale 1932. Ma si vada con ordine.
Frank Hornby e il suo Meccano Nel 1901 fu inventato e brevettato un nuovo giocattolo: il Mechanics Made Easy che letteralmente significa “meccanica resa facile” o “per tutti”. L’inventore fu un impiegato di Liverpool, Frank Hornby, che aveva avuto l’idea di produrre un giocattolo che fosse anche educativo e che si basasse sui principi elementari dell'ingegneria meccanica per spiegare come funzionano ingranaggi e leve. Il primo set messo in vendita vedeva barre e placche, strisce di metallo perforate, ingranaggi, assi utili al movimento e collari, bulloni e dadi che, attraverso il solo utilizzo di cacciavite e chiavi, servivano per montare i vari modelli. Il Meccano, che sembrerebbe derivare dall’espressione inglese “make and know” (fai e conosci), registrò un successo inaspettato in tutto il mondo, al punto che Hornby fondò una propria fabbrica per la realizzazione dei set e, nel maggio 1905 fondò la Meccano srl che poi si trasformò in Meccano Ltd dopo l’apertura della nuova fabbrica, sempre a Liverpool, che divenne per oltre sessant’anni il cuore di un impero con fabbriche aperte in Argentina, Francia e Spagna.Man mano che gli anni passavano, quei pezzi che nel 1901 erano in metallo con finitura a stagno, con angoli vivi e poco robusti diventarono, pochi anni dopo furono prodotti in acciaio e nichelate con ingranaggi e rondelle in ottone. Nel periodo 1901-1921 i set prodotti della Meccano furono numerati dall’1 al 6 e nel 1922 arrivò sul mercato il numero 7, un set che vedeva l’aggiunta di numerosi pezzi che permettevano le costruzioni d’innumerevoli modelli e per questo divenne il più ricercato sul mercato. Fu nel 1926 che Hornby, per festeggiare i venticinque anni dalla fondazione, decise di colorare in rosso e verde le parti da assemblare. Si passò dai colori vivaci a quelli più scuri per arrivare ai primi anni ’30 con i colori oro e azzurro venduti, fino allo scoppio della Seconda guerra mondiale, solo in Gran Bretagna.
Nel settembre 1916, Hornby per chi acquistava i suoi set lanciò il bimensile Meccano Magazine, con consigli su cosa e come costruire i modelli. La rivista, che fino al 1918 la rivista era inviata gratuitamente, passò al costo di due penny per la spedizione di quattro numeri. I nuovi componenti del Meccano iniziarono a essere pubblicizzati sulla rivista dal 1920 che nel frattempo, due anni dopo, divenne mensile per poi arrivare, nel 1924, ad avere la copertina a colori e 96 pagine, anziché le otto iniziali, al costo di sei penny a numero. Negli anni '30, la rivista registrava una tiratura di ben 70.000 copie ed era diventata una rivista di hobby rivolta a “ragazzi di tutte le età” con informazioni sui treni Hornby, Dinky Toys (le riproduzioni realizzate in pressofusione di aerei, navi e veicoli) e altri prodotti Meccano Ltd., oltre ad articoli su campeggio, filatelia, fotografia, ingegneria, treni, aeromobili e modellismo.
Le nuove “scoperte” vengono proprio dalla rivista Meccano Magazine e specificatamente dai numeri di marzo e giugno 1933.
Tolkien, il Meccano Magazine e la Hornby Railway CompanyCome fin qui narrato, i treni interessavano tutti e tre i figli maschi di Tolkien ma è in Michael che nacque quella che Carpenter definisce “trenomania” e, grazie a una personale ricerca, oggi lo si può affermare con certezza.
Leggendo il numero 3 del marzo 1933, ritroviamo a pagina 248 tra gli annunci “Readers’ Sales” uno interessante che recita:
Cash for four C.C.B. Red or Yellow “Break.” — Tolkien, 20, Northmoor Road, Oxford.


L’indirizzo è quello in cui Tolkien si era trasferito solo due anni prima. In realtà si trattò solo di un trasloco di pochi metri, poiché la sua precedente abitazione, più piccola della nuova, era stata dal 1926 al 1930, al numero 22 della stessa strada. Da quest’annuncio apprendiamo che Tolkien, sicuramente in nome dei suoi figli, cercava quattro pezzi, color rosso o giallo, di un modello chiamato “Break.” che probabilmente stava per Railway Breakdown Crane, un modellino ferroviario prodotto dalla Meccano proprio in quegli anni.
A Oxford, i pezzi della Hornby si potevano acquistare presso il rivenditore autorizzato E. de la Mare in 9/13 George Street che si trovava a 600 metri a nord del Pembroke College dove Tolkien aveva la cattedra di Rawlinson and Bosworth di Anglosassone dal 1925. E i riferimenti alla Hornby, li troviamo sempre in una delle lettere di Babbo Natale, quella del dicembre 1932 inviata ai suoi figli:
D’improvviso Orso Bianco del Nord ha detto: “Sento un forte odore di goblin”. Certo, era ovvio: ai goblinpiacciono i giocattoli meccanici (anche se li rompono subito e poi ne vogliono ancora e ancora e ancora) e praticamente tutti i pezzi della Hornby erano scomparsi! A un certo punto, dietro le scatole da imballaggio nella Cantina Ovest, abbiamo scoperto un grosso buco (ma non grande abbastanza per noi) che conduceva a una galleria. […] Da quando ho traslocato, debbono essere stati occupatissimi a scavare di nuovo lungo tutto il percorso che arriva alla mia Vetta, forando, martellando e minando (e tutto facendo più piano che hanno potuto). Alla fine hanno raggiunto le mie cantine e la Vista dei pezzi della Hornbye stata troppo per loro: quindi hanno preso tutto ciò) che hanno potuto. (Lettere di Babbo Natale 57)

Sullo stesso numero troviamo anche un altro annuncio interessante che si collega a quello che vedremo in seguito sul numero di giugno.

La rivista Meccano, per i suoi lettori e costruttori, promuoveva sulle proprie pagine dei contest che potevano essere fotografici, artistici o di altro tipo e legati ai vari campi trattati nella rivista, premiando i vincitori con i propri prodotti. A pagina 233 di questo numero di marzo 1933, tra quelli promossi c’era Model Railway Photograph Voting Contest:
Negli ultimi cinque anni sono apparse nelle pagine dell'HRC del “M.M.” un gran numero di fotografie che illustrano vari punti della praticità del modellismo ferroviario e dimostrano quanto il massimo interesse e divertimento possano essere ottenuti da una ferrovia Hornby. Queste fotografie hanno attirato grande attenzione grazie al loro notevole realismo, non solo nei reali schemi ferroviari rappresentati, ma anche per i vari effetti scenici ottenuti. La recente introduzione della Hornby Countryside Sections ha notevolmente aumentato le possibilità nel realismo scenico, e di conseguenza le fotografie hanno raggiunto un successivo livello d’interesse. Le lettere ricevute mostrano quanto queste illustrazioni sono state di grande interesse per i proprietari dei modellini ferroviari di tutto il mondo e hanno portato a un gran numero di modellini ferroviari a essere interamente ricostruiti su principi simili a quelli ferroviari. Gli argomenti trattati nelle fotografie sono molto diversi e vorremmo sapere quali sono i più popolari. Per accertarci di ciò, riproduciamo questo mese dodici esempi recenti e tipici delle fotografie di Hornby Railway e invitiamo i lettori a collocarli in ordine di merito secondo le loro personali opinioni. I concorrenti sono tenuti a fare due cose. In primo luogo, devono decidere l'ordine in cui pensano che le fotografie debbano essere collocate, e fare una lista delle lettere che di conseguenza li rappresentano. In secondo luogo, è necessario indicare la ragione della selezione della particolare fotografia che ha inserito per prima nell'elenco. Non è necessario scriverne a lungo, tutto ciò che è necessario, è chiarire perché la fotografia in questione è stata scelta come la più interessante della serie. Premi del materiale Hornby Railway (o prodotti Meccano se preferite) al valore rispettivamente di 21/-, 15/-, 10/6 e 5/-, saranno assegnati ai quattro concorrenti in ciascuna sezione i cui elenchi prevedono con maggiore precisione il voto totale di tutti i concorrenti. In caso di parità per uno qualsiasi dei premi, la preferenza sarà data alla voce più ordinata o più originale. Inoltre, ci sarà un certo numero di premi di consolazione. Le buste contenenti le voci devono essere chiaramente contrassegnate con “H.R.C. Photo Voting Contest” nell'angolo in alto a sinistra e scritto per raggiungere il quartier generale presso Meccano Ltd., Binns Road, Liverpool, 13, entro o prima il 31 marzo. La data di chiusura per la Sezione per l’estero è il 31 maggio.

Il contest era promosso sulla “H.R.C. Competition Page” e non era rivolto a tutti i proprietari di modelli ferroviari o semplici lettori giacché in calce riportava il seguente avviso:
Le competizioni che appaiono in questa pagina sono aperte solo ai membri della Hornby Railway Company. Le buste che contengono le voci devono avere il titolo della competizione chiaramente scritto nell'angolo in alto a sinistra e devono essere indirizzate alla Hornby Railway Company, Binns Road, Liverpool 13. Il nome, l'indirizzo e il numero d’iscrizione di ciascun concorrente devono apparire in una scrittura chiara su ogni foglio di carta usato.

In questo modo chiunque avesse i requisiti e fosse interessato a partecipare al contest, aveva circa venti giorni per indicare in modo crescente la propria classifica delle dodici foto che ritraevano modellini ferroviari, indicati con lettere A-M, scrivere il perché di quella scelta e inviare il tutto alla Meccano Ltd. a Liverpool. 

E tra chi eseguì quanto richiesto dalla rivista, ci fu anche la famiglia Tolkien.
Al momento non sappiamo quale fosse l’ordine scelto dai Tolkien né la motivazione che allegarono, ma è certo che oltre a prendervi parte furono destinatari di uno dei premi di consolazione così come si legge a pagina 471 del numero 6 di Meccano Magazine di giugno 1933, in un box, dove si annunciavano i risultati:
Competition Results: March “Popular Photo Contest.”—1. H. Millar (26356), Bro'ty Ferry, Scotland. 2. C. G. Gibson (24036), Emyvale, Co. Monaghan, Ireland, 3. D. M. Gilbert (19038), Hull. 4. H. Watson (33806), Harrow. Consolation Prizes: E. H. Frewin (25098), Oldburv, Nr. Birmingham; J. J. Horne (17501), Dorn, Moreton-in- Marsh; L. Parish (18054), Coventry; F. E. Saunders (7989), Folkestone; T. Scriven (31842), Merthyr Tydfil; M. Tolkien (30992), Oxford; C. E. Chown (30438), Slough; C. G. Tildsley (17624), Hanley, Stoke-on-Trent; J. Crawley (30035), Edge Hill, Liverpool; B. Butler (13275), East Sheen, London, S.W. 14; C. Eagling (31292), Mortlake, London, S.W. 14; G. M. Vickery (29533), Fording-bridge.

M. Tolkien sta per Michael Tolkien, il secondogenito di Tolkien e quel 30992 è il numero della tessera di Michael all’Hornby Railway Company.

Ma cos’era l’H.R.C.? Nel 1928—ecco perché dell’incipit del contest “Negli ultimi cinque anni”—sul numero 10 di ottobre, il Meccano Magazine pubblicò un annuncio su due pagine 828-29:
Centinaia di migliaia di ragazzi possiedono i treni Hornby e sono orgogliosi di possederli, ma un gran numero di questi ragazzi non conosce il modo di realizzare un sistema ferroviario in miniatura su linee corrette. È sempre stato il nostro desiderio che un ragazzo che possiede un treno Hornby possa ottenere il 100 per cento del divertimento dal suo hobby ma la difficoltà che si è cercata di superare è: come possiamo realizzare il nostro? Pensiamo a questo da anni e crediamo, finalmente, di averlo risolto. La soluzione è la creazione di un'organizzazione nota come “Hornby Railway Company”, alla quale tutti i proprietari dei treni Hornby vi possano aderire, che si occupi dei loro interessi e che consentono loro di ottenere quanto di meglio dalla loro ferrovia in miniatura Homby. Il fondatore e presidente della “Hornby Railway Company” è il signor Frank Hornby, inventore di Meccano e amministratore delegato di Meccano Limited. […] Il signor Hornby sarà assistito dal nostro personale di esperti ferroviari, che sono uomini di lunga esperienza, pieni di entusiasmo per il loro lavoro e desiderosi di trasformare la nuova avventura in un brillante successo. Saranno presenti negli uffici esecutivi presso la nostra sede e guideranno i numerosi affiliati alla “Hornby Railway Company” nei centri locali, che saranno gestiti dagli stessi ragazzi.

Quali erano le basi di questa nuova associazione?
Alle spalle di quest’organizzazione ci sono i quattro Gruppi Ferroviari del Regno Unito, tutti entrati nello spirito della “Hornby Railway Company” che ci hanno già fornito informazioni ferroviarie riservate, accessi ai loro uffici, alle loro opere, ai capannoni delle locomotive e alle cabine di segnalazione, e ci hanno offerto anche viaggi sulle loro piattaforme più famose. Come noi, sono interessati affinché la Hornby Railway Company possa essere in linea con le stesse società ferroviarie e per questo sono felici di aiutarci e aiutare i nostri amici nel miglior modo possibile. Ci hanno detto tutto quello che c'è da sapere sulla pratica ferroviaria moderna e ci hanno fornito le figure stampate che usano nella loro normale attività quotidiana. Figure necessarie alla corretta costruzione di una ferrovia in miniatura, che saranno riprodotte e rese disponibili per i membri.La "Hornby Railway Company" avrà la sua sede in Binns Road, Liverpool, dove è stato allestito un sistema ferroviario completo per scopi sperimentali e test. Ci sarà un Segretario il cui compito sarà di corrispondere con i referenti dei gruppi delle sedi locali per aiutarli nel loro lavoro. Inoltre, ci saranno altri funzionari che aiuteranno nelle diverse funzioni dipartimentali e di consulenza. L'unico scopo di questa grande organizzazione e di tutti i suoi referenti sarà di assicurare che ogni associato nel mondo possa ottenere il meglio dal suo hobby.

Chi poteva aderirvi?
Qualsiasi proprietario di un set di treni Hornby, a prescindere dalla sua dimensione, può diventare un membro. Tutto quello che deve fare, è compilare il modulo di candidatura ufficiale, firmarlo e inviarlo alla sede con 6d. in francobolli a copertura del costo del badge ufficiale, che indosserà. Questo distintivo è finemente rifinito in smalto rosso e verde e presenta una rappresentazione di una locomotiva circondata dalle parole “Hornby Railway Company”. Con questo distintivo tutti i membri potranno riconoscersi tra loro quando s’incontrano. I loro distintivi indicheranno subito che si condivide qualcosa, l’interesse per le ferrovie, e siamo sicuri che dopo una stretta di mano, nascerà una bella conversazione! Sia nella vostra città, sia in riva al mare o nel paese in vacanza, guardate sempre se c’è un distintivo della “H.R.C.”. I membri di ogni città, paese o distretto si riuniranno insieme per formare una Filiale locale della “Hornby Railway Company”. Ogni ramo locale sarà gestito dagli stessi soci che designano tra loro numeri il proprio direttore generale, ingegnere, supervisore del traffico, capostazione, segnalatore, conducenti e tutti gli altri funzionari che possono essere considerati necessario per l'adeguato funzionamento del gruppo.

E come si formava un gruppo locale della H.R.C:?
Quando un ramo locale ha un numero di membri non inferiore a sei, oltre ad un presidente permanente e un segretario eletti dai membri e che organizzino riunioni regolari, si potrà richiedere l'iscrizione alla società madre. Ogni società affiliata sarà dotata di tutte le istruzioni necessarie per l’avvio di un sistema ferroviario in miniatura. Tutte le figure e i documenti necessari - miniature di quelli utilizzati dalle grandi aziende ferroviarie - possono essere acquistati a un costo ridotto e il loro utilizzo potrà accresce enormemente il divertimento. I dettagli di ciascun gruppo locale saranno lasciati interamente nelle mani dei membri. La sede non interferirà in alcun modo con questioni come l'ora e il luogo della riunione, l'iscrizione o le regole per il buon funzionamento. Il dovere del presidente del gruppo locale sarà quello di supervisionare l'organizzazione generale e il funzionamento del gruppo e di fare del suo meglio per aiutare i membri a ottenere i migliori risultati possibili. Il segretario del gruppo locale avrà il dovere di comunicare con i membri del gruppo per quanto riguarda le riunioni e qualsiasi altra questione che potrà sorgere di volta in volta e di trasmettere alla sede centrale il primo di ogni mese un report delle attività durante quel mese. L'organo ufficiale della “Hornby Railway Company” è il “Meccano Magazine” che, come i nostri lettori sanno, ha sempre dedicato uno spazio considerevole per le questioni legate ai modellini ferroviari. In futuro, una sezione speciale della rivista sarà dedicata interamente alla “Hornby Railway Company” con delle brevi relazioni sulle attività dei gruppi locali con particolare attenzione a quelle attività che potranno essere utili ad altri gruppi locali. Inoltre, ogni mese ci saranno articoli sulle miniature ferroviarie su tutti i suoi aspetti con illustrazioni e descrizioni in dettaglio con suggerimenti per la loro modifica nel caso si abbia bisogno di adattarle a particolari circostanze. È in fase di preparazione un opuscolo che tratta in dettaglio della “Hornby Railway Company”, la sua organizzazione e gli strumenti affinché un gruppo locale possa ottenere successo. Inoltre conterrà una grande quantità d’informazioni sull'esecuzione di una ferrovia in miniatura elencando anche i funzionari che sono necessari e descrivendo pienamente le loro funzioni. Quest’opuscolo sarà inviato dalla sede centrale ai gruppi locali dopo la di 2d. in francobolli. È possibile ordinarlo fin da ora e le spedizioni avverranno seguendo l’ordine di arrivo e subito dopo che l’opuscolo sarà pubblicato.

La H.R.C. a OxfordUna domanda che sorge spontanea è se anche a Oxford fu costituito un gruppo locale della “Hornby Railway Company”. La prima indicazione in merito si può leggere a pagina 723 del numero 9 del settembre 1929. All’interno dei resoconti dei gruppi già attivi, segue:Successivi gruppi in corso di formazioneI seguenti nuovi gruppi della Hornby Railway Company sono in questo periodo in via di formazione e tutti i ragazzi che sono interessati e desiderosi di unirsi a quest’organizzazione dovrebbero prendere contatto con i promotori, i cui nomi e indirizzi sono riportati di seguito. Tutti i proprietari dei treni o degli accessori Hornby sono eleggibili per l'iscrizione e le varie segretarie saranno liete di dare il benvenuto a tutti quelli che invieranno le loro richieste.
Tra i gruppi in via di formazione si legge:
Oxford—S. Rhodes, 45 Canning Crescent, Abingdon Rd., Oxford.
Oxford—D. J. Badham, 203 Woodstock Road, Oxford.

Una semplice curiosità deriva dal fatto che D. J. Badham abitasse al 203 Woodstock Road che dista solo 700 metri dall’allora abitazione dei Tolkien al 20 Northmoor Road.
Nel numero 11 del mese di novembre dello stesso anno, a pagina 891, il gruppo di Oxford compariva ancora tra quelli non affiliati ma utile a scoprire nuovi dettagli:
Oxford Central Boy’s School M.C.— Sebbene solo di recente si sia formato, questo club è molto vigoroso e attivo. I membri hanno costruito un grande modello di un Giant Hammerhead Crane (gru gigante a testa di martello), che è stata esposta a scuola. I signori F. Biggers e G. Hall, due maestri della scuola agiscono come leader e per i quali si è chiesta l’iscrizione. Segretario: P. C. Bosworth, 72 Walton Street, Oxford.

La Central Boys School di Oxford fu una scuola fondata dai congregazionalisti nel 1871, in un edificio sul lato est di Gloucester Green dietro la loro chiesa, ed era priva dell’istruzione religiosa obbligatoria. Nel 1898 fu rilevata dal Consiglio scolastico che costruì la nuova scuola e nel 1921 fu organizzata per accogliere ragazzi di età compresa tra i dieci e i sedici anni con un esame d'ingresso. Fu chiusa nel 1934 e trasferita a Southfield.
Sul numero 5 di maggio 1930, apprendiamo che il gruppo era stato ufficialmente affiliato e conosciamo il nome del suo primo presidente:
Oxford Central Boy’s School M.C.—Il signor D. G. Perry, B.A., preside della scuola, ha gentilmente acconsentito a diventare presidente del club. I membri hanno visitato i lavori del G.W.R. a Swidon. Un lungo treno Hornby stato fissato su un grande battiscopa, inclusi diversi ponti, un tunnel e due stazioni. Tessera club: 21. Segretario: P.C. Bosworth, 72 Walton Street, Oxford.

Altre informazioni, si ritrovano sul numero 12 di dicembre 1930, a pagina 967, dove sappiamo che esisteva anche un altro gruppo:
Chruchill (Oxford).—Il Presidente ha presentato un deposito merci in grande scala costruito da lui stesso, ed è in costruzione una nuova stazione da utilizzare sul layout per consentire l'inserimento di quattro linee di traffico. I membri stanno costruendo modelli di cartone in scala di locomotive della L.M.S. Classe “Royal Scot” e anche un modello rotabile di G.W.R.. Il Churchill M.C. è diventato un centro di riparazione e manutenzione del gruppo locale e viene ora indicato come “Swindon”. Due interessanti discorsi sulle "Moderne Locomotive" sono stati tenuti dal presidente. Segretario: R. Blake, The Forge, Churchill, Oxford.

Queste, fino a oggi le informazioni sulla presenza e le attività dei gruppi dell’S.R.C. a Oxford di cui nulla si è trovato su eventuali partecipazioni di Tolkien e i suoi figli alle diverse attività organizzate dai membri dell’associazione. Michael Tolkien, come riportato, possedeva nel 1933 la tessera n. 30992. Si tenga conto che la Hornby Railway Company fu costituita nel 1928 e, da una ricerca sui numeri della rivista nei vari contest che vedevano impegnati gli iscritti, si è riscontrata una tessera 10007 nel novembre 1929, una 21393 nel marzo 1931, una 27784 nell’aprile 1932 e una 29151 nel giugno dello stesso anno. È probabile che l’iscrizione di Michael sia avvenuta tra la fine del 1932—a ottobre compì 13 anni—e marzo 1933.
Alcuni riferimenti sulla passione per i treni di Michael Hilary ReuelIl 22 ottobre 1933, Tolkien regalò a suo figlio il libro A Register of all the Locomotives now in use on the London & North-Western Railway , compilato da C. Williams e pubblicato nel 1922. Michael, ricomprò questa edizione nel 1969, dopo che aveva perduto la copia regalatagli dal padre in guerra e vi annotò:
Stonyhurst July 21st 1969replaces copy given me by J.R.R.T. on my 13th birthday 22/10/33 - lost in war

Ma la passione di Michael per i treni proseguì per tutta la sua vita e questo emerge dalle diverse edizioni sul tema presenti nella sua libreria personale. Ad esempio, i tre numeri di The Railway Magazine, la rivista ferroviaria britannica a cadenza mensile destinata agli appassionati del mondo ferroviario pubblicato per la prima volta a Londra nel luglio 1897 e ancora oggi presente sul mercato editoriale. Michael disponeva dei volumi: XXXVI n. 2 luglio-dicembre 1915; XLII n. 1 gennaio-giugno 1918 e XLIII n. 2 luglio-dicembre 1918. Sulla prima pagina di tutti e tre i volumi è riportata a penna la firma del proprietario “Michael H. R. Tolkien”.
Nel luglio 1938, come si legge in The Oratory Magazine, sappiamo che Michael tenne una relazione alla Scientific Society su “The History of Trains” (La storia dei treni) dove in un tempo limitato diede una descrizione completa sui risultati e limiti di tutti i treni famosi dal "Rocket" al "Coronation Scot" spiegando come differenziare una classe dall’altra e le difficoltà superate e quelle da superare nella costruzione. (Eden 18)
Michael Hilary Reuel, secondogenito di Tolkien, nacque a Oxford il 22 ottobre 1920 ed ebbe come padrini monsignor Augustine Emery, il sacerdote che suo padre conobbe a Great Haywood, e madre Mary Michael delle Sorelle della misericordia a Hull, che conobbe quando gli fece visita in ospedale nell’estate 1917, durante la prima guerra mondiale. A Michael è legata la nascita del romanzo Roverandom, che suo padre immaginò quando, a 4 anni, perse il suo cane giocattolo mentre erano in vacanza a Filey. Assieme a suo fratello Christopher, nutrì una grande passione per i treni e per gli alberi: «da bambino ho assistito alla deforestazione a vantaggio dei motori a scoppio considerando questo come l'uccisione indiscriminata di esseri viventi per miseri fini. Mio padre ascoltava con interesse i miei commenti arrabbiati e quando gli chiesi di comporre un racconto in cui gli alberi si vendicano terribilmente sugli amanti delle macchine, mi rispose “ne scriverò uno”» (Forse la marcia degli Ent? N.d.A.). Michael frequentò la Dragon School, a Oxford, poi la scuola Oratorio nel Berkshire e poi, trascorso un anno, al Trinity College, prima di arruolarsi nell’artiglieria antiaerea appena iniziata la seconda guerra mondiale, operando prima a difesa degli aeroporti britannici durante la celebre Battaglia d'Inghilterra, tra l’estate e l’autunno del 1940, e in seguito in Francia e Germania. Fu poi gravemente ferito in un incidente con un veicolo militare durante l'addestramento e si ricoverò nell’ospedale a Worcester. Fu considerato invalido militare e fece ritorno a Oxford nel 1944 per completare il corso di laurea. Alla fine del conflitto ricevette una medaglia per la sua azione in difesa degli aeroporti durante la Battaglia d'Inghilterra. L’11 settembre 1941 aveva sposta Joan Griffiths e aveva avuto il suo primo figlio Michael George Reuel, primo nipote di Tolkien e suo prediletto, poi scrittore e poeta, poi altre due figlie, Joan e Judith. Laureatosi in Storia, fu aiutato negli studi da Ronald B. McCallum del Pembroke College, grande amico e collega di suo padre, e nel 1959 insegnò nelle Midlands. Tra il 1960 e il 1970, insegnò studi classici a Stoneyhurst College trasferendosi più tardi a Waddington. Morì nel 1984 a causa di una leucemia.
Curiosità Sfogliando i numerosi numeri del Meccano Magazine ho avuto modo d’incrociare alcuni riferimenti curiosi come, ad esempio, l’inserzione a pagina 165 sul numero di novembre 1923 che pubblicizzava i Lott’s Bricks. Agli inizi del novecento, la Germania deteneva il primato nella costruzione ed esportazione di giocattoli che si ridusse drasticamente a causa del primo conflitto mondiale. Subito dopo la guerra, il governo britannico iniziò a incoraggiare l’industria inglese nel produrre giocattoli poiché lo riteneva un modo per riattivare l’economia e assicurare lavoro agli ex militari. Fu proprio nel 1918, che E.A. Lott ideò e iniziò a commercializzare i set dei Lott’s Bricks, che si componeva di mattoncini e tetti in cartone per la costruzione di piccoli edifici. Fu un grande successo che raggiunse l’apice quando la regina Mary, consorte del re Giorgio V, acquistò un set contribuendo così a superare il concorrente all’epoca più noto, il produttore di giocattoli da costruzione, il tedesco Anchor. Successivamente Lott produsse diversi set, ciascuno con una propria serie, tra cui Modern, Lodomo e Tudor.Il set dei mattoncini Lott fu anche uno dei regali che Babbo Natale-Tolkien fece ai figli John e Michael, per il Natale 1923.
Ti mando un mucchio di saluti affettuosi (e un mucchio pure a Michael) e Mattoncini Lotts a mucchi (i quali arrivano a mucchi proprio perché ce ne sono tanti altri mucchi già pronti per l’anno prossimo, se me lo farai sapere con buon anticipo). Per me sono più belli, più forti e più curati dei Picabrix. Spero quindi che ti piacciano. (Lettere di Babbo Natale 8)

Altra curiosità, che premetto non ha nessun fondamento o documentazione, è data da due immagini presenti rispettivamente in altrettanti annunci pubblicati nel 1930 e 1931. Nel primo annuncio del 1930, dove si promuovevano le attività della Hornby Railway Company, si vedono padre e figlio seduti vicino a un modellino ferroviario con un treno Hornby, il Southern 329. 

Nel secondo annuncio, questa volta pubblicato nel numero 8 di agosto 1931 per pubblicizzare la Hornby Trains, si vedono lo stesso padre e figlio mentre giocano con un modellino ferroviario ma questa volta un treno Hornby “Royal Scot”.

Il padre ritratto in entrambi gli annunci non è disegnato ma è una fotografia, e si vede in abito elegante con un paio di occhiali mentre fuma la pipa. Sarà una suggestione personale, ma io ci vedo J. R. R. Tolkien magari con suo figlio di 10-11 anni Michael.
Bibliografia
Carpenter, Humphrey. J. R. R. Tolkien. La biografia.Roma: Fanucci, 2002.Eden, Bradford Lee. Michael H. R. Tolkien (1920-84): a research travelogue in Journal of Tolkien Research Volume 2, no. 1, 2015Gairns, John F. The Railway Magazine. London: G.A. Sekon, vol. XXVI no. 2 July-December 1915—.vol. XLII no. 1 January-June 1918.—.vol. XLIII n. 2 July-December 1918. Meccano Ltd. Meccano Magazine. Liverpool: Meccano Ltd., no. 3, November 1923—. Vol. XIII, no. 10, October 1928
—. Vol. XIV, no. 9, September 1929—. Vol. XIV no. 11, November 1929—. Vol. XV no. 5, May 1930—. Vol. XV no. 12, December 1930—. Vol. XVI no. 3, March 1931—. Vol. XVI no. 8, August 1931—. Vol. XVII no. 4, April 1932—. Vol. XVIII no. 3, March 1933—. Vol. XVIII no. 6, June 1933Scull, Christina; Hammond, Wayne G., The J. R. R. Tolkien Companion and Guide. Vol. 1 Chronology. London: HarperCollins, 2017.Tolkien, J. R. R. Il Signore degli Anelli. Milano: Bompiani, 2017.—. Le Lettere di Babbo Natale. Milano: Bompiani, 2004.—. Lo hobbit. Milano: Bompiani, 2014.Williams, C. A Register of all the Locomotives now in use on the London & North-Western Railway. Crewe, 1922.
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Published on November 25, 2017 12:46

November 18, 2017

Due interessanti riferimenti in una lettera di Tolkien all'asta da Sotheby's



Il prossimo 11 dicembre, a New York, Sotheby's metterà all’asta il lotto 345 che comprende due lettere autografe di Tolkien inviate a William Galbraith. Le lettere riportano le date dell’8 marzo e 12 aprile 1956,
Sulla seconda pagina della lettera del 12 aprile si leggono interessanti passaggi riferiti al Signore degli Anelli : il primo geografico e il secondo poetico.
Riferimento geografico
Rispondendo probabilmente a una domanda di Galbraith sulla geografia della Terra di Mezzo, Tolkien scrisse: 
“La Contea, naturalmente, dovrebbe occupare approssimativamente la posizione dell'Inghilterra, Mordor in Grecia o nell'Egeo".

Riferimento melodico
Tolkien scrive a Galbraith:
Troll sat alone è stato scritta deliberatamente sull'aria di A fox went out on a winter's night

Troll sat alone è l’incipit di una ballata che ritroviamo nella Compagnia dell’Anello eseguita da Sam. Nel capitolo “Fuga dal Guado”, alcuni giorni dopo che Frodo era stato ferito con un pugnale morgul ai piedi di Colle Vento dal Re stregone di Angmar, signore dei Nazgûl, Grampasso/Aragorn, Merry, Pipino, Sam e lo stesso Frodo dolorante, giunsero nel luogo dove si trovavano pietrificati tre enormi Troll. 
I tre erano Berto, Maso e Guglielmo la cui storia della pietrificazione è narrata ne Lo Hobbit. A ricordarlo lo stesso Tolkien in quel capitolo:
Grampasso avanzò disinvoltamente. «Alzati, vecchia pietra!», disse, rompendo il bastone sulla schiena del Troll curvo.Non accadde nulla. Ci fu un’esclamazione di sorpresa da parte degli Hobbit, seguita nientemeno che da una risata di Frodo. «Ebbene!», disse. «Ci stiamo dimenticando la storia di famiglia! Questi devono essere quei tre Troll sorpresi da Gandalf a litigare sul miglior modo di cucinare tredici Nani ed un Hobbit».
«Non avevo la più pallida idea che fossimo da quelle parti», esclamò Pipino. Conosceva bene la storia, che Bilbo e Frodo avevano raccontato parecchie volte; ma a dir vero non vi aveva mai prestato fede. Anche adesso adocchiava sospettosamente i Troll di pietra, temendo in cuor suo qualche magia che li riportasse improvvisamente in vita. 
«Vi state non solo dimenticando della storia di famiglia, ma anche di tutto ciò che sapevate sui Troll», disse Grampasso. «In piena luce del giorno cercate di spaventarmi con una favola di Troll vivi che ci stanno aspettando in una radura! E comunque vi potevate accorgere del nido d’uccelli appollaiato sull’orecchio di uno di essi. Sarebbe un ornamento alquanto insolito per un Troll vivo e vegeto!». Scoppiarono tutti a ridere. Frodo si sentiva rinfrancar lo spirito: il ricordo della prima avventura di Bilbo coronata da successo era riconfortante. Anche il sole si era fatto caldo e affettuoso, e la nebbia innanzi ai suoi occhi pareva diradarsi. Riposarono qualche tempo nella radura e consumarono la colazione all’ombra, nel bel mezzo delle imponenti gambe dei Troll.

Fu in quel momento che Merry disse: «Perché qualcuno non canta qualcosa, mentre il sole ancora in cielo? Sono giorni che non sentiamo un racconto o una canzone!». Intervenne Frodo dicendo:
«Mi sento molto meglio, ma non credo che sarei in grado di cantate. Forse sondando la sua memoria Sam troverà qualcosa».«Coraggio, Sam!», disse Merry. «C’è più di quel che vuoi far credere nel tuo vecchio testone!».«Se lo dite voi», disse Sam. «Ma che ve ne pare di questo? Non è quel che io chiamo vera e propria poesia, per intenderci; soltanto un po’ di sciocchezze. Ma quei vecchi personaggi me l’hanno fatto venire in mente». E alzandosi in piedi, con le mani incrociate dietro la schiena come se fosse a scuola, incominciò a cantare modulando su una antica melodia le seguenti parole:
 Sul suo sedile in pietra il Troll solo se ne stava…

La storia di Troll sat alone e quella di The Fox The Root of the Boot
Leeds University Archive

Di questa poesia esistono diverse versioni di Tolkien. La prima è del 1926 e s’intitolava Pero and Podex (Boot and Bottom) e poi la successiva The Root of the Boot pubblicata (senza l’autorizzazione di Tolkien) nel 1936 all’interno della raccolta Songs for the Philologist. Una successiva e meno sofisticata versione della poesia è quella inserita nel Signore degli Anelli, e su menzionata, poi ristampata nelle Avventure di Tom Bombadil. Esistono anche un’altra versione, questa volta audio, registrate dallo stesso Tolkien nel mese di agosto del 1952 e inserita nel disco J. R. R. Tolkien Reads andSings His “The Hobbit” and “The Fellowship of the Ring” (Caedmon TC 1477).
Per la versione The Root of the Boot in Songs for the Philologist, avevamo appreso da Christopher Tolkien, nel volume VI della History of Middle-earth, The Return of the Shadow cap. III I The First Phase, che: “My father  was extremely  fond of this song, which went to the tune of The fox went out on a minter's night”.
Ascolta la voce di Tolkien
Ritornando al capitolo Fuga dal Guado, riferendosi al ritmo che Sam seguì per cantare la poesia, Tolkien scrive “incominciò a cantare modulando su una antica melodia” e, come scritto a William Galbraith, era proprio quello di A fox went out on a winter's night.
The Fox è una canzone popolare inglese le cui origini vanno ricercate in una poesia in medio inglese del XV secolo giunta fino a noi in due versioni: la prima nota come The Fox and the Goose, e la seconda The False Fox. Nel 1810, le prime quattro strofe, furono inserite da Jospeh Ritson a pagina 41 del suo libro Gammer Gurton's garland con il titolo Dame Widdle Waddle . Sono anche noti due volumi illustrati: The fox went out on a chilly night: an old song (1961) illustrato da Peter Spier e Fox went out on a chilly night di Wendy Watson.
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Published on November 18, 2017 04:39

September 27, 2017

Tolkien e l'Italia: da Gubbio all'Università di Bari e poi Foggia, Castelfidardo e Firenze



Tolkien e l'Italia (Il Cerchio, 2016) continua il suo meraviglioso viaggio nelle città italiane e così, da fine settembre a inizio novembre, infatti, ben cinque sono gli appuntamenti che vedranno protagonista il Professore di Oxford:
S'inizia il 30 settembre nella magica città di Gubbio, ospite per il secondo anno consecutivo del Festival del Medioevo , con un doppio appuntamento sul Tolkien accademico, che si terrà la mattina (ore 12:30) e a seguire la presentazione di Tolkien e l'Italia che vedrà Oronzo Cilli affiancato da Adolfo Morganti (ore 17:00). 
Il 7 ottobre, ben due saranno gli appuntamenti: il primo a Bari, presso l'Università degli Studi "Aldo Moro" (ore 16:30), ospite del convegno internazionale promosso dalla Federazione Esperantista Italiana dove Cilli interverrà sul rapporto tra Tolkien e la lingua pianificata di Zamenhof. A seguire, presso gli Ipogei di Foggia (ore 20:00), durante una affascinante serata dedicata a Tolkien e ai segreti della capoluogo di Capitanata.
Il 21 ottobre a Castelfidardo (ore 17:00) con un incontro che vedrà Cilli discutere di collezionismo, studi tolkieniani e si chiuderà con la presentazione di Tolkien e l'Italia
A chiudere questa prima maratona, sarà la meravigliosa città di Firenze, l'8 novembre, con la presentazione del libro di Cilli. 

Di seguito, tutte le info sugli avvenimenti in programma che mostrano, ancora una volta, quanto interesse c'è per la vita e le opere di questo grande autore.
Festival del Medioevo, Gubbio | 30 settembre 2017
Dal 27 settembre al primo ottobre 2017, la città di Gubbio ospita la terza edizione del Festival del Medioevo, una manifestazione davvero unica nel suo genere ricchissima di incontri e appuntamenti che anche quest’anno, per il secondo anno consecutivo, vede tra i protagonisti J.R.R. Tolkien. Durante la precedente edizione del 2016, infatti, si tenne una mostra che coprì l’intera durata del Festival dal titolo  L’universo di Tolkien , organizzata dalla  Tolkieniano Collection , con l'esposizione nella suggestiva Biblioteca Sperelliana di tutte le opere accademiche del professore che riscosse successo di pubblico e di critica così come ampiamente documentata dalla ricca  rassegna stampa  dell’evento. Al fianco della mostra anche la conferenza  Il professor Tolkien  tenuta da Oronzo Cilli e Roberto Arduini.
Il 30 settembre Oronzo Cilli, assieme ad Adolfo Morganti, ritorna al Festival con due appuntamenti. Alle 12.30, a chiusura della Tolkien session promossa dall’Associazione Italiana Studi Tolkieniani, con l’intervento Il professor Tolkien tra Leeds e Oxford 1920-1959. Uno speciale approfondimento sulla carriera accademica dell'autore del Signore degli Anelli iniziata nel 1920 presso l'Università di Leeds con il ruolo di Lettore di Lingua Inglese, proseguita poi all'Università di Oxford, prima come Rawlinson and Bosworth Professorship of Anglo-Saxon e infine, nel 1959, con il titolo di Merton professor in Lingua e Letteratura Inglese. Si approfondiranno i suoi programmi di studio con la possibilità di visionare libri e documenti originali appartenuti allo stesso Tolkien.
Dalle 17 alle 18, sarà presentato il poderoso e documentato volume Tolkien e l’Italia(Il Cerchio 2016, pp. 440). Il volume, grazie a un lavoro di ricerca durato cinque anni e ad un gran numero di inediti provenienti da archivi italiani e inglesi, ricostruisce la storia editoriale delle opere di Tolkien in Italia e il rapporto tra l'autore de Lo Hobbit e del Signore degli Anelli e il nostro Paese. Dai rifiuti di Mondadori nel 1955 e 1962, alla pubblicazione con Astrolabio, dalle testimonianze dirette dei protagonisti italiani, alle pagine inedite in Italia del diario che J. R. R. Tolkien tenne durante il suo viaggio dell’agosto 1955 a Venezia e Assisi. Tra gli aspetti trattati nel volume che ben si collegano al tema del Festival del Medioevo quello dedicato al periodo in cui Tolkien aderì, per oltre dieci anni, alla Oxford Dante Societyassieme all’amico C. S. Lewis e agli italiani Lorenzo Minio-Paluello, docente a Oxford dove, tra il 1939 e il 1945, collaborò con R. Klibansky alla realizzazione del Corpus Platonicum Medii Aevi, e preparò la tesi dottorale su The methods of translator of philosophical works from Greek into Latin in the Middle Ages (1947) e Alessandro Passerin d’Entrèvers, anch’egli docente oxoniense e autore, tra gli altri, del volume The medieval contribution to political thought. Thomas Aquinas, Marsilius of Padua, Richard Hooker(1939). E ancora i vari riferimenti alle opere del Tolkien accademico – per citarne alcuni A Middle English Vocabulary (1922), Sir Gawayn and the Green Knight (1925) e Beowulf: The Monsters and the Critics (1937) – citate in numerose pubblicazioni italiane a partire dal 1928. Alla presentazione prenderà parte anche il professor Franco Cardiniche, tra i suoi pregiatissimi e innumerevoli lavori, ha scritto numerosi saggi sull'autore de Il Signore degli Anellisin dalla fine degli anni Settanta e, su un piano più strettamente filologico, la prefazione all’edizione italiana del Sir Gawain e il Cavaliere Verde. Perla e Sir Orfeo (Mediterranee 2009) dello stesso Tolkien curata da Sebastiano Fusco. QUI tutte le info
Università degli Studi “Aldo Moro”, Bari | 7 ottobre 2017
Sarà l’Università degli Studi “Aldo Moro” di Bari ad ospitare il Convegno internazionale Esperanto: La Lingua come strumento di unificazione sociale, promosso dalla FederazioneEsperantista Italiana. E, su suggerimento del Presidente della Società Tolkieniana Italiana , Ninni Dimichino,  J.R.R. Tolkien sarà tra i protagonisti con la storia del rapporto intercorso tra l’autore del Signore degli Anelli e il movimento esperantista britannico portato alla luce grazie al lavoro di ricerca condotto da Oronzo Cilli autore, assieme agli studiosi americani Arden Smith e Patrick Wynne, del volume J.R.R. Tolkien l’esperantista (Cafagna Editore, 2015). Il libro, anche in traduzione inglese, vede l’introduzione di John Garth e i contributi di Tim Owen, segretario degli esperantisti britannici e Renato Corsetti, figura storica del movimento esperantista italiano. Un lavoro internazionale che, ricostruisce il rapporto tra l'autore del Signore degli Anelli e L.L. Zamenhof. Il contributo di Smith e Wynne, già pubblicato sulla rivista Seven (The Marion E. Wade Center, 2000) e per la prima volta tradotto in Italia, presenta le prime esperienze di Tolkien con i linguaggi inventati e analizza approfonditamente l’approccio con l’esperanto contenuto nel suo taccuino del 1909, Book of the Foxrook. Il lavoro di Cilli è un inedito che ha già fatto parlare di sé sui siti specialistici inglesi, francesi e brasiliani, e ricostruisce due momenti della vita di Tolkien: il 1907-1909 con i primi approcci alla lingua esperantista, l’adesione agli Officers’ Trainng Corps e al nascente movimento Scout del generale Baden-Powell; e il 1930-1933 con la sua partecipazione attiva al movimento esperantista britannico grazie al ritrovamento di documenti inediti. Cilli ripercorre gli anni dei due Congressi esperantisti che si tennero a Oxford: quello mondiale (1930), al quale partecipò anche il membro degli Inklings, R. B. McCallum, e il britannico (1933) con Tolkien citato tra i Patrons. Nel libro si presenta il documento inedito sul Valore educativo dell’esperanto firmato nell’aprile 1933 dallo stesso Tolkien assieme ad altri eminenti personalità britanniche del mondo accademico. 
Il programma del convegno prevede alle 16.30 l’accoglienza dei partecipanti e alle 16.45 l’apertura dei lavori. Si apre alle 17 con l’intervento di M. Moramarco, Rabbi Hillel. Riferimenti etico-religiosi dell’Esperanto zamenhofiano. Alle 17.30, G. Ferraro, interverrà su Esperanto: una lingua tra utopia e realtà e alle 18, B. Astori su Uomini con uomini: la fratellanza esperantista per il bene dell’umanità. A seguire, alle 18.30, L. Benetti su Esperantismo e UFL-1905, e alle 19, P. Maggicon Il linguaggio universale fra filosofia e scienza. Alle 19.30, Cilli, interverrà su Tolkien e gli esperantisti britannici. Alle 20 è previsto il dibattito e a seguire la chiusura dei lavori.
Organizzazione del convegno è curata da Alessia OttomanelliQuando: Sabato 7 ottobre dalle ore 16:30 alle ore 20:30Dove: Università degli Studi “Aldo Moro” di Bari
Ipogei di Foggia | 7 ottobre 2017
Lo Smial "Forest of Neldoreth" di Foggia organizza, con la collaborazione dell'associazione "IPOGEI di Foggia", una lettura tratta dal Signore degli Anelli. Inoltre, l' evento prevederà una visita agli ipogei della città, tenuta dalla guida Franca Palese che illustrerà gli aspetti artistici ed architettonici del luogo. Il tutto al costo di soli 5€ a persona. Per partecipare all'evento é necessario presentarsi nel luogo e all'ora designati e possibilmente comunicare la propria adesione. Siete tutti invitati a partecipare a questo evento unico nel suo genere. Interviene Oronzo Cilli sulla figura di Tolkien e le sue opere.
Quando: Sabato 7 ottobre dalle ore 20:00 alle ore 22:30Dove: Ipogei Di Foggia Chiesa Del Purgatorio, Via S.domenico - Piazza Purgatorio QUI la pagina evento su Facebook
Castelfidardo | 21 ottobre 2017
Gli attivissimi Cavalieri del Mark, organizzano una lunga sessione su Tolkien con l’intervento di Oronzo Cilli, Tolkien e l'Italia: l'avventura del collezionismo. Durante l’incontro si affronteranno una serie di temi: dalla ricerca agli studi tolkieniani al collezionismo su come, dove e cosa cercare. Un’occasione che non mancherà di regalare sorprese, curiosità, aneddoti e consigli. La seconda parte dell’incontro sarà dedicato alla presentazione del libro Tolkien e l’Italia.
Quando: Sabato 21 ottobre dalle ore 17:00 alle ore 20:00Dove: Via Cesare Battisti, 30, 60022 Castelfidardo AN, Italia QUI la pagina evento su Facebook

Firenze | 8 novembre 2017
Oronzo Cilli presenterà il libro Tolkien e l’Italia all’interno del ricchissimo programma messo a punto da La Musica degli Ainur – Smial di Firenze dal titolo Incontri nella Terra di Mezzo. Viaggio nell’universo tolkieniano dalla narrativa al fenomeno culturale .
Gli altri appuntamenti in programma sono: Gruppo di lettura de Lo Hobbit il 25 ottobre; Gruppo di lettura de Il Signore degli Anelli-La Compagnia dell’Anello il 22 novembre; La Via che porta ai Tumuli “Spettri e non-morti nelle opere di Tolkien” il 6 dicembre e infine, il 13 dicembre, ancora Gruppo di lettura de Il Signore degli Anelli-Le due torri. Tutti gli appuntamenti inizieranno alle 21:30.
Quando: mercoledì 8 novembre dalle ore 21:30Dove: Punto di Lettura Luciano Gori, via degli Abeti, 50142 Firenze Qui la pagina dello Smial di Firenze
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Published on September 27, 2017 22:19

September 10, 2017

Tolkien torna al Festival del Medioevo di Gubbio


Dal 27 settembre al primo ottobre 2017, la città di Gubbio tornerà ad ospiterà la terza edizione del Festival del Medioevo, una manifestazione davvero unica nel suo genere ricchissima di incontri e appuntamenti che anche quest’anno, per il secondo anno consecutivo, avrà tra i protagonisti il professor Tolkien. Durante la precedente edizione del 2016, infatti, si tenne una mostra che coprì l’intera durata del Festival dal titolo L’universo di Tolkien , organizzata dalla  Tolkieniano Collection , con l'esposizione nella suggestiva Biblioteca Sperelliana di tutte le opere accademiche del professore, e la conferenza Il professor Tolkien tenuta da Oronzo Cilli e Roberto Arduini. Una mostra che riscosse successo di pubblico e di critica così come ampiamente documentata dalla ricca rassegna stampa dell’evento. Anche per questa edizione, gli appuntamenti saranno due e tutti in programma sabato 30 settembre: la mattina con la Tolkien session organizzata dall’AIST e nel pomeriggio con la conferenza Tolkien e l’Italia  con Oronzo Cilli e Adolfo Morganti e la partecipazione del Professor Franco Cardini.
La Tolkien session Si terrà sabato Sabato 30 settembre, dalle ore 11.00 alle 13.00, nella Sala dei Libri presso il Centro Santo Spirito (Piazzale Arturo Frondizi, 17) e vedrà i seguenti interventi moderati da Roberto Arduini:-. Un caso di medievalismo postmoderno: la Contea di Saruman con Elisabetta Marchi-. Dalla storia alla mitopoiesi: evidenze archeologiche nel Signore degli Anelli con Ferruccio Cortesi e Carla Iacono Isidoro-. Paganesimo e Cristianesimo nel “moderno Medioevo” di Tolkien con Claudio Antonio Testi.

Conclude la sessione   Il professor Tolkien tra Leeds e Oxford 1920-1959 con Oronzo Cilli e Adolfo Morganti. Uno speciale approfondimento sulla carriera accademica dell'autore del Signore degli Anelli iniziata nel 1920 presso l'Università di Leeds con il ruolo di Lettore di Lingua Inglese, proseguita poi all'Università di Oxford, prima come Rawlinson and Bosworth Professorship of Anglo-Saxon e infine, nel 1959, con il titolo di Merton professor in Lingua e Letteratura Inglese. Si approfondiranno i suoi programmi di studio con la possibilità di visionare libri e documenti originali appartenuti allo stesso Tolkien.
“Tolkien e l’Italia” Nel pomeriggio, alle ore 17, nella Sala autori saranno Oronzo Cilli e Adolfo Morganti a presentare il poderoso e documentato volume “Tolkien e l’Italia” (Il Cerchio 2016, pp. 440). Il volume, grazie a un lavoro di ricerca durato cinque anni e ad un gran numero di inediti provenienti da archivi italiani e inglesi, ricostruisce la storia editoriale delle opere di Tolkien in Italia e il rapporto tra l'autore de Lo Hobbit e del Signore degli Anelli e il nostro Paese. Dai rifiuti di Mondadori nel 1955 e 1962, alla pubblicazione con Astrolabio, dalle testimonianze dirette dei protagonisti italiani, alle pagine inedite in Italia del diario che J. R. R. Tolkien tenne durante il suo viaggio dell’agosto 1955 a Venezia e Assisi. Tra gli aspetti trattati nel volume e che ben si collegano al tema del Festival del Medioevo quello dedicato all'adesione di Tolkien, per oltre dieci anni, alla Oxford Dante Society assieme all’amico C. S. Lewis e agli italiani Lorenzo Minio-Paluello, docente a Oxford dove, tra il 1939 e il 1945, collaborò con R. Klibansky alla realizzazione del Corpus Platonicum Medii Aevi, e preparò la tesi dottorale su The methods of translator of philosophical works from Greek into Latin in the Middle Ages (1947) e Alessandro Passerin d’Entrèvers, anch’egli docente oxoniense e autore, tra gli altri, del volume The medieval contribution to political thought. Thomas Aquinas, Marsilius of Padua, Richard Hooker (1939). E ancora i vari riferimenti alle opere del Tolkien accademico – ad esempio A Middle English Vocabulary (1922), Sir Gawayn and the Green Knight (1925) e Beowulf: The Monsters and the Critics (1937) – citate in numerose pubblicazioni italiane a partire dal 1928.  
Alla presentazione prenderà parte anche il professor Franco Cardini che, tra i suoi pregiatissimi e innumerevoli lavori, ha scritto numerosi saggi e articoli sull'Autore de Il Signore degli Anellisin dalla fine degli anni Settanta e, su un piano più strettamente filologico, la prefazione all’edizione italiana del Sir Gawain e il Cavaliere Verde. Perla e Sir Orfeo (Mediterranee 2009) dello stesso Tolkien curata da Sebastiano Fusco. Tra i suoi articoli e gli interventi ricordiamo  Il caso Tolkien , Giù le mani da Tolkien , Tolkien testimone della tradizione tra radici e fede , e l'intervento alla Conferenza per il centenario della nascita di Tolkien che si tenne a Bologna nel 1992.
Oronzo Cilli, è membro della Tolkien Society inglese e, per Cafagna Editore, è il direttore della Collana di studi sulla vita e sulle opere di J. R. R. Tolkien, “Il mondo di Tolkien”. Ha curato la seconda edizione italiana de Lo Hobbit annotato (Bompiani, 2004) e pubblicato  J. R. R. Tolkien: la prima bibliografia italiana dal 1967 ad oggi  (L’Arco e la Corte, 2013) e  J.R.R. Tolkien l’esperantista. Prima dell’arrivo di Bilbo Baggins  (Cafagna Editore, 2015) in edizione italiana e inglese (2017) con Arden R. Smith e Patrick H. Wynne e la prefazione di John Garth. Quest’ultimo testo, nato da un lavoro di ricerca che gli ha permesso di ritrovare documenti inedito sul rapporto intercorso, negli anni Trenta, tra Tolkien e il movimento esperantista britannico, gli è valso una visibilità internazionale e ampia citazione nel libro di Tolkien,  A Secret Vice: Tolkien on Invented Languages  (HarperCollins, 2016), curato da Dimitra Fimi e Andrew Higgins. L’ultima sua pubblicazione è  Tolkien e l’Italia  (Il Cerchio, 2016), una ricostruzione minuziosa della storia editoriale di Tolkien in Italia grazie a documenti inediti ritrovati in archivi italiani e inglesi, a cui si aggiunge la traduzione inedita nel nostro paese, del diario che Tolkien tenne durante il suo viaggio a Venezia e Assisi nell’agosto 1955. Su Academia.edu ha pubblicato  The Educational Value of Esperanto” Theword of Tolkien in The British Esperantist J. R.R. Tolkien, il Linguaphone e l’Italia 1930 – 1950  AldoRicci "Pioniere degli Studi Anglosassoni in Italia" . Considerato tra i più importanti studiosi italiani della vita e le opere di Tolkien, i suoi articoli e studi sono stati tradotti in inglese, francese, portoghese ed esperanto. È considerato il più importante collezionista italiano di libri di e su Tolkien; cura il più seguito blog sul tema, Tolkieniano Collection (https://tolkieniano.blogspot.it), ed è il presidente dell’associazione Collezionisti Tolkieniani Italiani.


Adolfo Morganti è nato a Bologna il 09/11/1959. Laureato in Psicologia all’Università di Padova è co-fondatore e presidente emerito dell’Ordine degli Psicologi della Repubblica di San Marino (1993-1996). Nel 2004-2005 è incaricato dell’insegnamento di Psicologia Generale presso il corso di Laurea in Scienze del Servizio Sociale dell’Università “Guglielmo Marconi” di Roma. Ha svolto e svolge funzioni peritali presso i Tribunali Civili e Penali di Rimini e San Marino, e presso il Tribunale Ecclesiastico Flaminio di Bologna. Dal 1979 è fondatore e condirettore del quadrimestrale di analisi letteraria L’Altro Regno, Pescara. Nel 1982 è co-fondatore del quadrimestrale di Studi di antropologia religiosa I Quaderni di Avallon (Edizioni Il Cerchio, Rimini), che dirige fino al 1992. Nel 1988 è Membro fondatore e fino al 1992 ricopre la carica di Segretario della Fondazione Comunità per lo studio delle Radici della Cultura dei popoli (Roma). Dal 1989 al 2006 è Docente di Pedagogia della Religione presso l’Istituto di Scienze Religiose “A. Martelli” della Diocesi di Rimini. Segue e svolge diverse attività culturali ed editoriali, autore di numerose pubblicazioni e curatore di mostre. Presidente dell’Associazione Culturale Internazionale Identità Europea. Membro del Consiglio Direttivo della Sezione dell’Unione Cristiana Imprenditori e Dirigenti (UCID) della Repubblica di San Marino. Nell’ottobre 2010 viene insignito della Croce della Guardia d’Onore dei Santi Agapito ed Alessandro, sistema premiale della Chiesa Ortodossa Tradizionale Greca. Collabora con numerosi periodici italiani ed europei.
LINK-. Sito del Festival del Medioevo-. Tolkien Session sul sito dell'AIST-. Oronzo Cilli sul sito del Festival del Medioevo
Tutti gli appuntamenti del Festival del Medioevo (Gubbio, 27 settembre -1 ottobre 2017)  
Il grande racconto della Storia torna a Gubbio dal 27 settembre al 1 ottobre 2017 con la terza edizione del Festival del Medioevo, un grande appuntamento culturale, colto e insieme popolare, che coinvolge un centinaio di storici, saggisti, scrittori, registi architetti e giornalisti. 
L'evento è incentrato sulla divulgazione storica. Unico in Italia nella sua formula: non una festa e nemmeno una rievocazione, ma un incontro aperto e a ingresso libero, che unisce il mondo accademico e la vasta platea degli appassionati in cinque giorni densi di appuntamenti culturali, mostre, mercati, esibizioni e spettacoli.“La città” sarà il filo conduttore e il tema principale dell'edizione 2017: “stato d'animo” e luogo fisico, centro di scambi, di incontri, di flussi di uomini, merci, idee, capitali e culture. Letta nei quotidiani “Incontri con gli autori” attraverso la storia dei palazzi del potere e dei luoghi dello spirito: piazze e scuole, cattedrali e cantieri, università e mercati. Sul palco del Centro Santo Spirito, una grande costruzione medievale ricavata da un monastero del XIII secolo, si parlerà di arte e filosofia, mode e costumi, filosofia e architettura, fantascienza e letteratura. E delle storie infinite e dei segreti delle grandi metropoli medievali , da Costantinopoli a Venezia, da Genova a Parigi, da Firenze a Napoli, fino a Palermo e a Il Cairo. Un viaggio affascinante, nel cuore dell'Europa, tra i porti del Mediterraneo e lungo i luoghi favolosi della Via della Seta.Città incantate e invisibili. Immaginate nei folli voli cartografici di Opicino de Magistris e nei sogni medievalisti degli architetti dell'Ottocento. Da Camelot a Gotham City, passando per Tolkien, Calvino, i film di George Lucas e le serie televisive di “Viking” e “Il Trono di Spade”.
Approfondimenti tematici Molti i focus e gli approfondimenti tematici: sul riuso urbano dei centri storici (Leopoldo Freyrie e Sergio Rizzo, giovedì 28) , le architetture medievali, il rapporto tra la storia, l'editoria e il giornalismo (tavola rotonda con Ugo Berti, Francesco d'Ayala e Amedeo Feniello), Tolkien, la cucina medievale (Massimo Montanari, venerdì 29 e sabato 30), le scuole e i maestri ( Mariateresa Fumagalli Beonio Brocchieri, venerdì 29). Con una attenzione particolare (domenica 1 ottobre) intorno al tema dell'uso postmedievale del Medioevo attraverso le mode, il costume, il cinema, l’arte, la politica, la comunicazione e la musica pop.
Dante Alighieri Enrico Malato terrà una lezione sul grande poeta mercoledì 27 settembre, giorno di inaugurazione del Festival. E a Gubbio si incontreranno per la prima volta (venerdì 29 settembre) i discendenti diretti di Dante Alighieri e di Cante Gabrielli, il podestà eugubino che condannò il “ghibellin fuggiasco” all'esilio perpetuo da Firenze.
Focus su Milano “Start up medievali: Milano e la nascita del made in italy” è l'appuntamento curato dalla storica Maria Paola Zanoboni (domenica 1 ottobre) dedicato alle scoperte e le innovazioni che dobbiamo all'età medievale. Un excursus sulle fucine, le sartorie, le fabbriche del vetro, le botteghe d'arte e la continua sperimentazione di nuove tecniche di produzione nella Milano del Quattrocento.
Anteprime Tra i molti appuntamenti, da segnalare due anteprime (mercoledì 27 settembre): la presentazione con lo storico Alessandro Barbero di  “Medioevo da non credere” , il nuovo programma della stagione televisiva di Rai Storia e la proclamazione ufficiale dei finalisti del Premio Italia Medievale, il riconoscimento che l'Associazione Italia Medievale assegna ogni anno a personalità, istituzioni e privati che si sono particolarmente distinti nella promozione e valorizzazione del patrimonio medievale italiano.
Molti gli eventi collaterali. A partire dalla prima Fiera del Libro Medievale che coinvolge le grandi case editrici e i piccoli editori specializzati: saggi, romanzi, biografie, approfondimenti tematici e i grandi classici. Tutto quello che c’è da leggere e sapere per conoscere meglio l’Età di Mezzo.
Stati Generali della Rievocazione Storica Sabato 30 settembre e domenica 1 ottobre sono i giorni di uno degli eventi clou del Festival del Medioevo. Lo scopo dell'iniziativa è quello di valorizzare l'appassionato lavoro delle associazioni, centinaia in tutta Italia, impegnate ad assicurare, attraverso una legge nazionale, regole comuni per tutto il settore, espressione del grande patrimonio “immateriale” italiano. Il Forum, organizzato dal Comitato per gli Stati Generali della Rievocazione Storica presieduto da Filippo Giovannelli e dal Comitato Storico della Regione Toscana delle associazioni dei rievocatori guidato da Roberta Benini, si terrà nel refettorio del Convento di San Francesco, in piazza Quaranta Martiri. L'evento gode del patrocinio della Commissione nazionale italiana dell'Unesco, del Ministero dei beni e delle attività culturali, del Comune di Firenze e di dieci regioni italiane: Abruzzo, Campania, Emilia-Romagna, Marche, Molise, Piemonte, Puglia, Toscana, Veneto e Umbria.
Il mercato medievale Nel piazzale antistante il Centro Santo Spirito, sede degli incontri con gli autori, rivivranno anche le botteghe e i mestieri medievali, tra sapienza artigiana e innovazione (tutti i giorni dalle ore 9.30 alle ore 19.00). Ospite d’onore del percorso espositivo sarà il Mercato delle Gaite di Bevagna. Uno spazio speciale sarà riservato agli stand del Cians, il Comitato Italiano Associazioni Nazionali Storiche.
Medioevo e futuro si incontrano al Festival del Medioevo in un evento dedicato alla moderna arte amanuense: Miniatori e calligrafi dal mondo. L’appuntamento costruito in collaborazione con la casa editrice “Arte Libro unaluna”, è un omaggio indiretto a Steve Jobs, l’inventore di Apple, che nella scuola del calligrafo Palladino apprese i segreti dei caratteri, l’eleganza dei segni e i messaggi subliminali del design, che poi trasferì ai “font” del Mac.
Le mostre Il Festival propone ai visitatori tre piccole mostre.  “Cacciatori con le aquile” è il racconto fotografico di un viaggio in Mongolia, tra i Kazaki dei Monti Altai per riscoprire una tradizione popolare che risale al 900 d.C. Uno spettacolo simile a quello descritto da Marco Polo alla corte di Kublai Khan (Sala degli Stemmi - Piazza Grande).In  MedievAli , l'artista eugubina Maria Cristina Vinciarelli espone le sue creazioni: ali della fantasia, parti eteree degli angeli, misteriose figure a metà tra l'umano e il divino(Chiesa di San Giuseppe – Università dei Falegnami, Via Savelli della Porta). Il salone d'onore del palazzo Ducale di Gubbio ospiterà  Medioevo fantastico. I costumi di Danilo Donati e Gianna Gissi per il cinema.  Sono gli abiti utilizzati nei film La cintura di castità (1967) di Pasquale Festa Campanile e Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno (1984) di Mario Monicelli.
Gli spettacoli Tre gli appuntamenti serali, gli unici a pagamento (ore 21.15), seppure al prezzo ridotto di 10 euro. Tutti nella chiesa sconsacrata di Santa Maria Nuova, dove è possibile visitare anche la Madonna del Belvedere, capolavoro quattrocentesco di Ottaviano Nelli.Giovedì 28 settembre,  “Le storie del Mediterraneo” , una lezione-spettacolo degli storici Amedeo Feniello e Alessandro Vanoli accompagnati dall'Ensemble Musicanti Potestatis: un viaggio sentimentale, di porto in porto, da Costantinopoli all'Andalusia, alla ricerca di racconti dimenticati.Il giorno dopo (venerdì 29 settembre) l'atteso concerto dei Micrologus:  “De' poni amor a me”. Ballate d'amore e danze nella Firenze del Trecento .E sabato 30 settembre, il concerto per arpa celtica e canto  “Il bardo dentro le mura”, del poeta, musicista e filologo Francesco Benozzo.
Torneo di scherma medievale Teatro della sfida tra 12 squadre provenienti da varie regioni d'Italia è il cortile del Palazzo Ducale di Federico da Montefeltro. La competizione esclusiva di HEMA (Historical European Marzial Arts) è organizzata dalla storica “Sala d'Arme Achille Marozzo”, una associazione che dal 1997 si dedica alla ricerca e allo studio delle arti marziali in età medievale e rinascimentale.Nella living history Templari, oltre la leggenda, i rievocatori della Mansio Templi Parmensis propongono una fedele ricostruzione di una mansio dei monaci guerrieri.
Itinerari eugubini Le strade e le piazze di Gubbio faranno da sfondo anche a decine di altri eventi collaterali tra le quali spiccano le attività della  Società dei Balestrieri , le esibizioni degli  Sbandieratori  e i cortei in costume dei quattro  Quartieri storici  di Gubbio.Antichi strumenti di tortura e pena di morte è il titolo di una mostra allestita nella sala dell'arengo del Palazzo dei Consoli: propone un viaggio tra gli strumenti di esecuzione capitale e tortura con pezzi risalenti al XVI, XVII e XVIII secolo e ricostruzioni filologiche dell'Ottocento e Novecento.Previsti anche percorsi di trekking medievali e visite guidate nei luoghi più affascinanti della “Città di pietra”. E una originale proposta del  Cinema Astra  con due omaggi ai grandi registi Rossellini e Visconti.Un apposito spazio nella Biblioteca Sperelliana sarà riservato invece al  Medioevo dei bambini  con letture, laboratori d’arte e corsi di disegno.Per la sola giornata di domenica 1 ottobre, il Festival propone negli spazi del Palazzo Ducale anche un  Laboratorio di Danza , curato da Enrica Sabatini: “Fuori e dentro le città. Danze colte e popolari tra Medioevo e Rinascimento”.Spazio anche alla satira con uno spazio speciale riservato alle notizie del  Tg Feudale  del blog satirico  Feudalesimo e Libertà .
Il Festival del Medioevo, organizzato dall’Associazione culturale Festival del Medioevo in stretta collaborazione con il Comune di Gubbio, gode del patrocinio scientifico dell’Isime, l’Istituto Storico Italiano per il Medioevo e della Sami (Società degli Archeologi Medievisti Italiani) e dei patrocini istituzionali della Presidenza della Repubblica, del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e della Regione Umbria.
L'evento è sostenuto dal Comune di Gubbio, dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia, dal Gruppo Azione Locale Alta Umbria (GAL Alta Umbria) dalla Camera di Commercio di Perugia, dalla Fondazione Giuseppe Mazzatinti, da Tecla, azienda di costruzioni in legno e da altri sponsor privati.La RAI, Radio Televisione Italiana, è il media partner ufficiale con i canali tematici di Rai Storia e RAI Radio3.
Collaborano con la manifestazione anche il mensile Medioevo e tre siti web: Italia Medievale, impegnata nella promozione del patrimonio storico e artistico del Medioevo italiano, Feudalesimo e Libertà, fenomeno social di goliardia e satira politica e MediaEvi, pagina Facebook specializzata nell’analisi dei medievalismi.L’indirizzo web della manifestazione:  www.festivaldelmedioevo.it Altre notizie sulla prossima edizione verranno riportate giornalmente sulla pagina facebook  @FestivalDelMedioevo .
(6 settembre 2017)Ufficio Stampa:
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Published on September 10, 2017 22:39

September 7, 2017

Tolkien è ariano? La storia della lettera del 1938


Per cominciare libero il campo da ogni equivoco o fraintendimento. In questo articolo non intendo dimostrare le simpatie di J.R.R. Tolkien per questa o quell’idea politica o regime, perché mai ve ne furono. In nessun momento della sua esistenza. E per essere ancora più chiaro, ricorderò ciò che scrisse durante il secondo conflitto mondiale sui protagonisti in campo.
Su Adolf Hitler
C’è molta più forza e veridicità nell’ideale «germanico» di quanta la gente ignorante non immagini. Io ne ero molto attratto da studente (quando Hitler, penso, si dilettava di pittura e non ne aveva ancora sentito parlare), come reazione contro i «classici». […] Comunque, in questa guerra io ho un bruciante risentimento privato, che mi renderebbe a 49 anni un soldato migliore di quanto non fossi a 22, contro quel dannato piccolo ignorante di Adolf Hitler(perché la cosa strana circa l’ispirazione demoniaca e l’impeto è che non riguarda per niente la statura intellettuale di una persona, ma riguarda la sola volontà). Sta rovinando, pervertendo, distruggendo, e rendendo per sempre maledetto quel nobile spirito nordico, supremo contributo all’Europa, che io ho sempre amato, e cercato di presentare in una giusta luce. [Lettera 45, 9 giugno 1941 a Michael Hilary Tolkien]
Sapevamo che Hitler, oltre ad altri difetti, era un piccolo furfante volgare e ignorante; ma sembra che ce ne siano molti altri che non parlano tedesco, e che, nelle stesse circostanze, mostrerebbero di avere molte delle altre caratteristiche di Hitler. [lettera 81, 23–25 settembre 1944 a Christopher Tolkien]

Su Iosif Stalin
Persino i piccoli infelici Samoiedi, temo, hanno cibo in scatola e l’altoparlante del villaggio che racconta le favole di Stalin sulla democrazia e sui fascisti crudeli che mangiano i bambini e rubano i cani da slitta. [lettera, 29 novembre 1943 a Christopher Tolkien]

Su Iosif Stalin, Wiston Spencer Churchil e l’Italia fascista
Anche se devo ammettere che ho sorriso a denti stretti e «mi sono quasi rotolato sul pavimento, senza interessarmi di quello che sarebbe successo», quando ho sentito che quel vecchio assassino assetato di sangue di Joseph Stalin ha invitato tutte le nazioni a unirsi in una grande famiglia e a lottare per abolire la tirannia e l’intolleranza! Ma devo anche ammettere che nella foto il nostro piccolo cherubino W.S.C. in realtà sembrava il più ruffiano di tutti. […] Chi vincerà? dissero gli italiani (prima di essere coinvolti, poveri diavoli), e Stalin rispose. [lettera 53, 9 dicembre 1943 a Christopher Tolkien]

Detto ciò e con la speranza di non dover più tornare su un argomento che appassiona solo chi non conosce Tolkien e neppure s’impegna per colmare questa sua enorme lacuna, spiego il perché di questo scritto e di come il suo scopo sia principalmente biografico-documentale affinché una storia per troppo tempo raccontata a metà, solo in Italia purtroppo, possa essere conosciuta nella sua interezza.
Tra le lettere di Tolkien pubblicate da Humphrey Carpenter, con il supporto di Christopher Tolkien, la missiva più citata è probabilmente quella che scrisse nel 1938 ad un editore tedesco, la Rutten und Loening di Potsdam, nella quale l’autore de Lo Hobbit si risentiva della loro richiesta di sapere se avesse origini “ariane”. Fermo restando la posizione di Tolkiennei confronti del regime nazista, e su riportate, da studioso resto basito di come certi “nonsocosasono” tolkieniani trattino quest’argomento. E mi riferisco a due questioni in particolare: la scelta di non raccontare tutta la storia e il trattamento riservato all’editore bollato come “nazista” senza spiegare cosa ci fosse realmente alle spalle. Un studioso che ha l’interesse di far conoscere e amare Tolkien e il mondo che lo circondava ha il dovere di presentare all’ignaro lettore il quadro completo delle notizie di cui dispone affinché quest’ultimo possa comprendere e farsi una propria opinione che non può essere quella costruita da altri.
Per questo ho deciso di far raccontare la storia della lettera del 1938 portando a conoscenza dei lettori italiani tutte le informazioni ad oggi note agli studiosi e a chi fa ricerca su Tolkiencon onestà intellettuale.
Logo della Rutten und LoeningTolkien è arisch?Il 22 luglio 1938, l’editore Rutten und Loening scrisse all’Allen and Unwin, gli editori inglesi di Tolkien, del loro interesse nel pubblicare una traduzione tedesca de Lo Hobbit uscito in Inghilterra l’anno prima. Nella lettera, chiedevano se Tolkien fosse di origine “ariana” – intendendo non di origine ebraica. [Ed ecco il perché del titolo di questo articolo "Tolkien è ariano?".] La lettera fu girata a Tolkien che tre giorni più tardi, il 25 luglio, rispose al suo editore:
Devo proprio dire che la lettera acclusa della Rutten und Loening è un tantino dura. Devo sopportare questa impertinenza perché ho un nome tedesco o le loro leggi lunatiche richiedono un certificato di origine arisch da tutte le persone degli altri paesi?Personalmente sarei incline a rifiutare di concedere qualsiasi Bestaetigung [conferma, approvazione] (dato che posso benissimo farlo) e lasciare che la traduzione in tedesco vada a quel paese. In ogni caso, ho delle forti remore nei confronti di un’eventuale comparsa sulla stampa di una dichiarazione del genere. Non considero la (probabile) totale assenza di sangue ebraico come qualcosa di onorevole in quanto tale; inoltre ho molti amici ebrei, e mi rincrescerebbe avvalorare in qualsiasi modo l'idea che io abbia aderito alla dottrina della razza, assolutamente perniciosa e non scientifica.Questo riguarda Lei, in primo luogo; io non posso mandare a monte la possibilità di un`edizione tedesca senza la Sua approvazione. Quindi le sottopongo due bozze di possibili risposte. [lettera 29, 25 luglio 1938 a Stanley Unwin]

A questa lettera allegò due bozze di altrettante lettere. In questa, Tolkien esprimeva liberamente i suoi reali sentimenti, sebbene al contempo mostrasse dei dubbi in merito alle motivazioni dell'editore.
Cari Signori,grazie per la vostra lettera. [...] Temo di non aver capito chiaramente che cosa intendete per arisch. Io non sono di origine ariana, cioè indo–iraniana; per quanto ne so, nessuno dei miei antenati parlava indostano, persiano, gitano o altri dialetti derivati. Ma se Voi volevate scoprire se sono di origine ebrea, posso solo rispondere che purtroppo non sembra che tra i miei antenati ci siano membri di quel popolo così dotato. Il mio bis–bis–nonno venne in Inghilterra dalla Germania nel diciottesimo secolo: la gran parte dei miei avi è quindi squisitamente inglese e io sono assolutamente inglese, il che dovrebbe bastare. Sono sempre stato solito, tuttavia, considerare il mio nome germanico con orgoglio e ho continuato a farlo anche durante il periodo dell’ultima; deplorevole guerra, durante la quale ho servito nell’esercito inglese. Non posso, tuttavia, trattenermi dall’osservare che se indagini così impertinenti e irrilevanti dovessero diventare la regola nelle questioni della letteratura, allora manca poco al giorno in cui un nome germanico non sarà più motivo di orgoglio.La Vostra indagine è sicuramente dovuta all’obbligo di adeguarsi alla legge del Vostro paese, ma che questa debba anche essere applicata alle persone di un altro stato è scorretto anche se avesse (ma non ce l’ha) a che fare con i meriti del mio lavoro o con la sua idoneità alla pubblicazione, lavoro del quale sembravate soddisfatti anche senza saper nulla della mia Abstammung [discendenza, genealogia].Confidando che troverete soddisfacente questa risposta,rimango il Vostro fedele J.R.R. Tolkien [lettera 30, 25 luglio 1938 a Rutten und Loening Verlag]

Nella seconda lettera, non ancora ritrovata, Tolkienfu breve e temperato lasciando a Stanley Unwin la scelta di quale delle due inviare all’editore tedesco. In entrambe però, non escludeva la possibilità di veder pubblicato il libro in Germania.
Stanley UnwinIl 28 luglio fu Stanley Unwin a rispondere a Tolkien scrivendo che le sue lettere avevano provocato allegria e soddisfazione nei suoi uffici e spiegando che per la legge tedesca, un editore di quel paese doveva presentare un certificato nel quale si attestava che l’autore da pubblicare non fosse ebreo. Aggiunse poi, che aveva provveduto ad inviare alla Rutten und Loening la seconda lettera, quella più “morbida”, poiché gli sembrava la più adatta. Il 9 agosto dello stesso anno, Stanley Unwinriscrisse a Tolkien chiedendogli, visto che l’editore tedesco gli aveva risposto, di aiutarlo a scrivere una risposta. Purtroppo non è noto se Tolkiene la Allen and Unwin risposero agli editori tedeschi perché ad oggi non ci sono documenti che lo attestino. Da qui non si hanno più notizie, se non una lettera che Tolkien inviò a Stanley Unwin il 21 luglio 1946 nella quale chiedeva se avesse notizie quell’editore tedesco Rutten und Loening che aveva mostrato interesse a Lo Hobbit prima della guerra e se ci fossero prospettive per tradurre il libro in altre lingue.
Lo Hobbit uscirà in Germania solo nel 1957 con il titolo Kleiner Hobbit und der große Zauberer [Il piccolo Hobbit e il grande mago] nella traduzione di Walter Scherf e le illustrazioni di Horus Engels per la casa editrice cattolica Paulus-Verlag di Recklinghausen.
La Rutten und Loening e la sua vera storiaÈ bene, seguendo la strada della ricostruzione storica, capire chi fossero gli editori tedeschi della Rutten und Loening in modo da evitare giudizi e conclusioni affrettate.
1a edizione di StruwwelpeterJoseph Rutten, un commerciante di Francoforte fondò nel 1844, la Literarische Anstalt (J. Rutten) aiutato dall’editore Zacharias Loewenthal (che successivamente cambiò il nome in Carl Friedrich Loening). Tra i primi grandi successi della neonata casa editrice, una tiratura di 1500 copie di Struwwelpeter di Heinrich Hoffmann (1845), un libro illustrato per bambini che raccoglie dieci filastrocche con le vicende di altrettanti personaggi compresa quella di Pierino che dà il nome al testo. In Italia fu tradotto in Pierino Porcospino e pubblicato dalla Hoepli nel 1882. Sempre nel 1845, la casa editrice di Rutten fu il primo editore che pubblicò il primo libro scritto congiuntamente da Karl Marx e Friedrich Engels, Die heilige Familie [La Sacra Famiglia].  Prima edizione di
Die heilige FamilieNel 1848, Rutten e Loenwenthal entrarono a far parte dell’Assemblea nazionale di Francoforte, l’assemblea costituente che si riunì a Francoforte sul Meno dal 18 maggio di quell’anno fino al 31 maggio 1849, per dare una costituzione alla Confederazione germanica e creare uno stato unitario tedesco. Successivamente, la Literarische Anstalt fu l’editore di molti rappresentanti della sinistra presenti nell’Assemblea Nazionale. Nel 1859 Loenwenthal, divenuto Loening, divenne azionista e la casa editrice prese il nome di Literarische Anstalt Rutten und Loening e dal 1879, venne diretta da Gottfried Loening e Heinrich Oswalt, quest’ultimo nipote di Rutten e il catalogo si arricchì di titoli sulla storia, storia dell’arte, letteratura e giurisprudenza. Da segnalare come il Goethe-Jahrbücher, della Goethe Society, fondato da Ludwig Geigernel 1880, fu per molti anni pubblicato dalla Rütten and Loening e il testo Struwwelpeter vide nel 1876 la centesima ristampa e nel 1895 la duecentesima.
;Martin M. BuberFu Wilhelm Oswalt, figlio di Heinrich, ad ereditare assieme alle sue sorelle nel 1901 la casa editrice e dal 1905, per oltre dieci anni, il suo direttore editoriale fu quel Martin Mordechai Buber teologo, filosofo e pedagogista austriaco poi naturalizzato israeliano, noto soprattutto perché fu colui a cui si deve l'emersione alla cultura europea del movimento hassidim [chassidismo, ḥasidismo o hassidismo (in ebraico: Ḥăsīdūt)], “il movimento di massa ebraico basato sul rinnovamento spirituale dell'ebraismo ortodosso, sorto nella Polonia del XVIII secolo per opera del taumaturgo e kabbalista Yisrāēl ben Ĕlīezer, meglio conosciuto come il Ba'al Shēm Ṭōv”.
Romain RollandNel 1913 fu Adolf Neumann a diventare azionista per il 25% e negli anni Venti, il catalogo si arricchì della narrativa e la pubblicazione di autori stranieri come lo scrittore, drammaturgo francese e Premio Nobel per la Letteratura nel 1915, Romain Rolland che tra le altre cose tra le due guerre prese parte attiva alcune iniziative internazionali contro il fascismo; la scrittrice norvegese e Premio Nobel per la letteratura nel 1928, Sigrid Undset, autrice del capolavoro pubblicato fra il 1920 e il 1922, Kristin, figlia di Lavrans, romanzo storico che narra la vita di una donna in Scandinavia durante il Medioevo; e lo scrittore tedesco famoso per i libri L'Ape Maia e Il popolo del cielo, Waldemar Bonsels. Ma anche il poeta tedesco Rudolf Bindingche nel 1933 fu, assieme ad altri 87 intellettuali a firmare il Gelöbnis treuester Gefolgschaft, l’atto di fedeltà a Hitler.
Whilhelm Ernst Oswalt
e i due figli Ludwig e LuxNel 1936 Wilhelm Ernst Oswalt e Adolf Neumann ricevettero l’ordine dalla Camera del Reich di chiudere o cedere la casa editrice sulla scorta delle Leggi di Norimberga promulgate il 15 settembre dell’anno prima dal Reichstag del Partito Nazionalsocialista durante il settimo congresso che si tenne proprio in quella città. Le Leggi di Norimberga erano costituite da tre leggi: la "legge per la protezione del sangue e dell'onore tedesco" (RGBl. I S. 1146); la "legge sulla cittadinanza del Reich" (RGBl. I S. 1146) e la "legge sulla bandiera del Reich".  Leggi di NorimbergaNel luglio del 1936, Oswalt e Neumann furono costretti a vendere la casa editrice all’editore Albert Hachfeld(Athenaion Verlag) di Potsdam che portò con sé l'intero patrimonio compreso gli archivi e parte del personale. Il giornalista Benno Reifenberg scrisse sul Frankfurter Zeitung che «ha visto con doloroso rammarico il divorzio tra la città e l'editore» riconoscendogli «una grande apertura mentale come nlle migliori tradizioni».A seguito di questa cessione forzata, la casa editrice sciolse i contratti con gli autori di origine ebraica come Roman Rolland, pubblicando durante il secondo conflitto mondiale principalmente letteratura classica e la letteratura devota al regime.
Whilhelm Ernst Oswalt Ernst "Lux" Ludwig OswaltDopo la vendita forzata, Wilhelm Ernst Oswalt (sua moglie Wilhelmine Rosenhaupt, insegnante ebrea, morì di leucemia nel 1938) nel 1942 fu denunciato perché, raccontarono, non aveva indossato la stella gialla e poi arrestato. Il giorno prima di essere deportato nel campo di concentramento di Sachsenhausen vicino a Oranienburg, dove sarebbe stato assassinato due settimane dopo esservi entrato, scrisse una lettera ai suoi amici che si chiudeva con un «Amici miei addio». Il figlio maggiore Heinrich scappò in Svizzera e riuscì a sopravvivere mentre il più giovane, Ernst "Lux" Ludwig, fu anch’egli deportato e assassinato in un campo di concetramento in Polonia. Le proprietà confiscate a Wilhelm Ernst Oswalt furono messe all’asta dalla Gestapo nel 1942 e tra queste la grande e inestimabile biblioteca degli oltre dieci mila volumi raccolti in quasi cento anni di tradizione familiare. Adolf Neumann, ebreo, un tempo considerato una delle più importanti personalità nell'editoria nella Germania nazista, riuscì per alcuni cavilli a non cedere la sua parte di azioni, il 25%, e riuscì a fuggire prima in Norvegia e, dopo la sua occupazione da parte dei nazisti, in Svezia, resasi neutrale, dove morì nei primi anni Cinquanta.
  [Targhe con i nomi di Whilhelm Ernst Oswalt e suo figlio Ludwig "Lux" con l'indicazione della data di deportazione e morte,e il campo di concentramento nel quale furono deportati)
Questa, fino alla fine del secondo conflitto mondiale, la storia dell’editore, da molti indicato come “nazista”, che chiese di poter pubblicare Lo Hobbit di J.R.R. Tolkien. Quest’ultimo, ovviamente, ignorava quanto accaduto in Germania. Certamente nel 1938, anno in cui i tedeschi scrissero all’editore inglese, la gestione era già stata forzatamente data a un proprietario connivente e compiacente con il regime nazista che l’aveva sottratta, con leggi condannabili, ai legittimi proprietari. Ma alla luce di quanto sin qui raccontato, appare evidente l’approssimazione di taluni nel riportare e, in un certo modo infangare, la storia di una realtà editoriale che meriterebbe maggior rispetto e considerazione.
ConclusioneCon riferimento alle informazioni che oggi si dispongono Tolkien, seppur contrariato da una richiesta che un inglese non poteva ovviamente tollerare (ma anche altri europei di quell’epoca!), capì l’importanza di pubblicare Lo Hobbit in Germania forse per questioni linguistiche o anche per ragioni economiche, e se si leggono le lettere scritte in quel periodo ci si rende conto della sua difficoltà nel mandare avanti una famiglia con il solo stipendio da professore. Non escluse quell’opportunità né voleva essere lui la causa del rifiuto e non a caso scrisse di sua spontanea volontà due lettere che inviò al suo editore lasciando a questi la decisione ultima. E Rayner Unwin, anch’egli propenso a seguire quella strada, inviò la lettera più morbida di cui purtroppo non conosciamo il contenuto anche se sarebbe davvero interessante se si riuscisse a ritrovarla. Ancora, Tolkienritornò sull’argomento Rutten und Loening nel 1946, a guerra finita, dimostrando di quanto avesse interesse affinché Lo Hobbit fosse tradotto in tedesco e che non aveva preclusioni per l’editore che gli aveva rivolto quell’assurda domanda.
Tolkien e Rayner Unwin non conoscevano la storia della Ruttel and Loening, il dramma che avevano vissuto solo due anni prima a causa di leggi, seppure figlie di quel tempo che vanno storicizzate e contestualizzate, devono essere fermamente condannate. Ma noi, oggi, abbiamo il dovere di raccontare quanto sappiamo per rispetto della storia e perché è inaccettabile prendere pezzi della vita di Tolkien, così delle sue lettere, e piegarle e modellarle affinché le proprie tesi possano trovare una giustificazione. Non lo merita Tolkien, se lo si ama, e non lo merita chi ama Tolkien.
Fonti consultate-. CARPENTER, Humphrey.  La realtà in trasparenza . Lettere . Milano: Bompiani, 2001
-. DAHM, Volker.  Das jüdische Buch im Dritten Reich , Monaco: C.H. Beck, 1993-. FRANKFURTH.DE. Oswalt, Whilelm Ernst und Ludwig, und Irene Hilb -. SCULL, Christina; HAMMOND G. Wayne. The J. R. R. Tolkien Companion and Guide , vol. I Chronology. London: Harper Collins, 2006-. BEBENBURG von, Pitt. Der Verlag des "Struwwelpeter" . Frankfurter Rundschau. 4 aprile 2016
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Published on September 07, 2017 11:48

September 6, 2017

Il 3 gennaio 2018 la nuova edizione delle "Lettere" di J.R.R. Tolkien


Era ora! Dopo ben quindici anni dall'ultima ristampa la Bompiani, ora passata sotto le insegne del gruppo Giunti, ha deciso di riportare nelle librerie uno dei più importanti e fondamentali testi "di" Tolkien: Le Lettere
La prima edizione inglese Alla fine degli anni Settanta, Humphrey Carpenter decise, dopo aver pubblicato la biografia ufficiale nel 1977, di raccogliere le lettere che, nell'arco temporale che Tolkien inviò ad amici, editori, lettori e soprattutto ai propri familiari. Il lavoro non fu di certo facile per il biografo ufficiale di Tolkien ma, l'aver lavorato alla biografia a stretto contatto con la famiglia e con molte di quelle persone che avevano avuto modo di conoscere il professore, gli permise di raccogliere un numero di lettere spropositato.:
Aiutato dal figlio di Tolkien, Christopher, nominato dal padre esecutore letterario, cominciò una selezione tra le centinaia e centinaia di lettere perché 
Tolkien dedicava allo scrivere una gran quantità di tempo: non solo al suo lavoro accademico e alle storie della Terra–di–mezzo, ma anche alle lettere. Molte di queste erano lettere d’affari, ma in ogni caso scrivere lettere era una delle sue attività preferite. Di conseguenza esistono moltissime lettere di Tolkien; e quando, con l’aiuto di Christopher Tolkien, ho cominciato a lavorare a questa selezione ci è apparso ovvio che avremmo dovuto scartare un’enorme quantità di materiale e includere solo le lettere di particolare interesse. (Carpenter 2001, p. 5)

E così, nel 1981, per la gioia di studiosi e lettori, arrivò il volume  The Letters of J.R.R. Tolkien  per i tipi della George Allen and Unwin, gli storici editori de  Lo Hobbit  e del  Signore degli Anelli . Un volume che volutamente vide una selezione ben mirata che prediligeva alcuni contenuti su altri:
Tra quelle omesse, c’è una gran quantità di lettere che lui scrisse fra il 1913 e il 1918 a Editb Bratt, che fu sua fidanzata e diventò poi sua moglie; si tratta di lettere molto personali, dalle quali ho scelto solo alcuni brani che si riferiscono a opere che Tolkien all’epoca era impegnato a scrivere. Del periodo tra il 1918 e il 1937 rimangono poche lettere, che non contengono tracce (purtroppo) del lavoro di Tolkien al Silmarillion e allo Hobbit che proprio in quel periodo stava scrivendo. Ma dal 1937 in avanti la serie di lettere non si interrompe che verso la fine della sua vita, dando, spesso molto dettagliatamente, un resoconto della stesura del Signore degli Anelli e dei successivi ritocchi al Silmarillion e comprendendo spesso lunghe considerazioni sul significato dei suoi lavori. (Ibid)

Un lavoro non di poco conto che Carpenter poté affrontare grazie al supporto di Christopher:
Il lavoro è stato così suddiviso tra me e Christopher Tolkien. Io ho raccolto e trascritto tutte le lettere e ne ho fatto una prima selezione; lui ha discusso la selezione e la trascrizione e ha suggerito alcune correzioni che in seguito abbiamo discusso insieme e adottato con qualche modifica. Abbiamo ritenuto poi necessario ridurre considerevolmente il testo, per motivi di spazio; anche in questo caso, io ho proposto quali tagli apportare, lui ha valutato i miei suggerimenti e insieme abbiamo deciso cosa fare. Anche per quanto riguarda le note, io ho scritto il testo originario, lui ha valutato quello che io avevo fatto e ha aggiunto alcune informazioni. Il libro, nella sua versione finale, riflette quindi il mio gusto e il mio giudizio piuttosto che i suoi, ma è anche il risultata finale di un lavoro comune; e io sono molto grato a Christopher Tolkien per avermi concesso molte ore di tempo e per avermi guidato e incoraggiato. (Ivi, p. 6-7)

La prima edizione italiana e l’arrivo di Bompiani La Rusconi, che deteneva la maggior parte dei diritti sulle pubblicazione di Tolkien in Italia, diede alle stampe nel 1990 la prima edizione delle lettere con il titolo La realtà in trasparenza. Lettere 1914-1973 affidando la traduzione a Cristina De Grandis e l’illustrazione di copertina al grande Piero Crida autore, tra le tante, delle copertine per il Signore degli Anelli del 1970 e 1977. Nel 1997, Rusconi utilizzò delle copie in magazzino per farne una “nuova” edizione che nuova non fu. Infatti l’unica novità fu la sovraccoperta, illustrata da Luca Michelucci, che rivestiva il volume del 1990 così come è possibile vedere nella pagina dei diritti nella quale si riporta ancora l’anno 1990.

Con il passaggio da Rusconi a Bompiani, nel 2001 si ebbe la prima edizione in brossura con sovraccoperta che riporta in copertina una foto scattata a Tolkien da Pamela Chandler negli anni Sessanta. Questa edizione vide una sola ristampa nel 2002 e poi, per ben quindici anni, il nulla assoluto per la “gioia” di lettori, studiosi e collezionisti. Tutta la storia di queste edizione, comprese le testimonianze di Crida e della De Grandis, è possibile leggerla nel volume Tolkien e l’Italia, pubblicato nel 2016 dalla casa editrice Il Cerchio di Rimini.
La nuova edizione Bompiani e le novità Oggi, finalmente, sappiamo che la Bompiani pubblicherà il prossimo 3 gennaio 2018 una nuova edizione. Il giorno di pubblicazione non è stato scelto a caso, anche se dubito fortemente che sia stata un’iniziativa della casa editrice piuttosto una sorta di “imbeccata”, poiché il 3 gennaio è il giorno in cui è nato Tolkien e, da tempo su iniziativa della Tolkien Society UK, si festeggia con il Tolkien Birthday Toast che prevede alle ore 21.00 un semplice brindisi dedicato a The Professor!.Ma la notizia che maggiormente interessa è quella che non si tratterà solo di una semplice ristampa ma di una vera e propria ritraduzione del testo a cura di Lorenzo Gammarelli, traduttore di altri testi tolkieniani come la seconda prefazione di Tolkien presente nel Signore degli Anelli pubblicata a partire dal 2003.

L'editore così lo presenta:
In queste lettere emergono vividi tutti gli aspetti della vita di Tolkien: professore attento, filologo meticoloso, scrittore disponibile con i lettori e sprezzante con i critici, geniale inventore di lingue, padre presente e preoccupato, marito devoto, nipote affettuoso. Creatore di una mitologia e di storie che appassionano lettori di tutto il mondo, ma anche uomo del suo tempo, che viveva, conosceva e frequentemente commentava la realtà che lo circondava. Dall'ascesa del nazismo in Germania alla Seconda guerra mondiale, dagli accordi di Yalta alla bomba atomica, i suoi giudizi, spesso velati da riferimenti alle sue storie, sono sempre acuti e interessanti.

La domanda che nasce spontanea è se la Bompiani ha scelto di tradurre l’edizione delle Lettere del 1990 oppure di “aggiornala” a quella del 1999 giacché, proprio in quell’anno, i due massimi biografi di Tolkien Christina Scull e Wayne Hammond, produssero un indice più esteso che fu inserito nelle “nuove” edizioni inglesi.È chiaro che dalla nuova edizione ci si aspetti moltissimo e questo  anche alla luce del tempo passato dalla prima traduzione del 1990. Giusto per fare degli esempi:
-. l’uniformità dei titoli dei lavori di Tolkien: On Fairy-Stories fu tradotto dalla De Grandis Sulle storie fantastiche (lettera 165 p. 249) anziché Sulle Fiabe così come apparso in Albero e Foglia del 1976 tradotto da Francesco Saba Sardi.-. refusi: divesa anziché diversa (lettera 5, p. 14); coppie dello Hobbit anziché copie dello Hobbit (lettera 19, p. 33); attezione (lettera 33 p.48) anziché attenzione; Dovebbero (lettera 45, p. 64) anziché  Dovrebbero; Ariele Calibano (lettera 64, p. 90) anziché Ariele a Calibano; imbattutto (lettera 84, p. 112) anziché imbattuto; William (lettera 89, p. 118) anziché Williams perché il riferimento è a Charles Williams; Celembrimor (lettera 96, p. 128) anziché Celebrimbor sbagliato ben due volte di seguito; -. errori: Unwin mandò a Tolkien un estratto della lettera di un lettore (lettera 26, p. 39) qui in realtà si riferisce a un parere di lettura, un report, di un lettore della casa editrice a cui fu affidato il manoscritto di C.S. Lewis; il titolo del racconto di Chaucer, Nun's Priest's Tale tradotto in  Racconto della monaca del prete (lettera 32, p. 47) anziché Il racconto del cappellano delle monache e sempre proseguendo nella stessa lettera, Monk's Tale tradotto Novella del Monaco anziché Il Racconto del Monaco; disquisizione su Offa di Angel (lettera 96, p. 126) anziché disquisizione su Offa degli Angli.
E questi sono solo per citarne alcuni – la minima parte direi.
Ultima curiosità, che di certo verrà svelata con la pubblicazione del testo, è quella di sapere se, come nell’edizione inglese o quella olandese (vedi foto), ci sarà nella prima pagina disponibile la riproduzione della lettera a Charles Furth della Allen and Unwin, datata 4 Febbraio 1938.
Staremo a vedere e di certo non mancherà un’approfondita recensione come è giusto che sia. Nel frattempo non ci resta che preordinarlo:

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Published on September 06, 2017 00:13

July 14, 2017

J.R.R. Tolkien the Esperantist. Before the arrival of Bilbo Baggins



We are delighted to announce that J . R. R. Tolkien the Esperantist. Before the arrival of Bilbo Baggins is now available. After the Italian edition, J. R. R. Tolkien l'esperantista. Prima dell'arrivo di Bilbo Baggins, has been published in English. 

Published by Cafagna Editore, J. R. R. Tolkien the Esperantist is a collection of essays by Oronzo Cilli, Arden R. Smith; Patrick H. Wynne with Foreword by John Garth and an contribution by Tim Owen, secretary of the Esperanto Association of Britain.


ORDER HERE
OR
YOU CAN SEND PURCHASE ORDER VIA EMAIL:
info@cafagnaeditore.it

Abstract The book contains studies by Arden R. Smith, Patrick H. Wynne and Oronzo Cilli which re-establish the links which existed between the author of The Lord of the Rings, J. R. R. Tolkien, and the planned language Esperanto, created by L. L. Zamenhof.
Smith and Wynne's essay, published originally in the Anglo-American magazine Seven (2000), presents Tolkien's first experiments with inventing languages (Animalico, Nevbosh and Naffarin) and analyses in depth his initial encounter with Esperanto, as mentioned in a notebook of his from 1909 which he called the Book of the Foxrook. The two American scholars analyse with exceptional accuracy and insight every concept and symbol noted by Tolkien reflecting on his essay A Secret Vice, published posthumously by his son, Christopher.
Cilli's essay covers two periods of Tolkien's life, starting with the period of 1907 to 1909, in which Tolkien first encountered Esperanto in his youth, via the Officers' Training Corps and Lord Baden-Powells' Scout movement. The second period spans 1930 to 1933 and Tolkien's involvement in the British Esperanto movement, thanks to the emergence of new information hitherto unknown. Cilli commences with the celebration of the World Congress of Esperanto in Oxford in 1930, which was attended by the Inkling Ronald Buchanan McCallum, and finishes with the 1933 British Congress of Esperanto in Oxford, to which Tolkien was named among its Patrons. Thanks to Cilli's research, a document previously unknown in Tolkien studies,The Educational Value of Esperanto, signed by Tolkien alongside other eminent British academics of the time, is included.
A contribution from Tim Owen of the Esperanto Association of Britain enriches the book, which adds biographical details about Tolkien and his interest in languages, and adds insight into how he build his Legendarium, by providing the context of Esperanto at the time that Tolkien knew it.
The Preface is entrusted to John Garth, one of the most important scholars of the life and works of J. R. R. Tolkien and author of the books Tolkien and the Great War: The Threshold of Middle-earth (HarperCollins, 2003) and Tolkien at Exeter College (Exeter College, 2014).
CONTENTS
ForewordJohn Garth
Introductions1887-1937: 50 years of hope and optimism, with particular reference to Great BritainTim Owen
Part ITolkien and EsperantoPatrick H. Wynne and Arden R. Smith
Part IITolkien and the British Esperantist MovementOronzo Cilli
Acknowledgments
ABOUT THE AUTHORSCilli, Oronzo lives in Puglia, Italy. He edited the second Italian edition of The Annotated Hobbit (Bompiani, 2004) and published J. R. R. Tolkien, la prima bibliografia italiana dal 1967 ad oggi (L’Arco e la corte, 2013). The last book is a work on the Italian publishing history of the works of Tolkien, with unpublished documents from Italian and British archives, Tolkien e l’Italia (Il Cerchio, 2016). He has spoken at several conferences dedicated to Tolkien and, in 2015, was the curator of the exhibition “Piero Crida: the art of illustrating J.R.R. Tolkien”, an exhibition of original drawings used for the Italian editions of Tolkien’s books, from 1970 to 1992, published by Rusconi. He is the curator of a series of studies on the life and works of J. R. R. Tolkien, “Il Mondo di Tolkien”, for Cafagna Publisher, and is President of the Italian Tolkien Collectors. He runs a website Tolkieniano Collection.
John Garth is internationally recognised for his groundbreaking work on the creative development of J.R.R. Tolkien in the context of his times. Tolkien and the Great War, his 2003 biographical study exploring the invention of Middle-earth against the backdrop of the First World War, won the Mythopoeic Award for Scholarship. Ongoing research has produced a codicil, Tolkien at Exeter College, on the formative undergraduate years. As Fellow in Humanistic Studies at the Black Mountain Institute, University of Nevada in Las Vegas, he is currently working on his next book about Tolkien. A contributor to the Blackwell Companion to J.R.R. Tolkien and the Routledge J.R.R. Tolkien Encyclopedia, Garth writes regularly for the annual scholarly journal Tolkien Studies. He read English at Oxford and went on to become a journalist, working for many years on the London Evening Standard. More recent work includes web-editing university alumni magazine Oxford Today; writing on cultural topics for major media such as the GuardianTimes and Daily Beast; teaching Tolkien to adults for Oxford University and the Mythgard Institute; and giving regular talks and media appearances in Britain and elsewhere.
Tim Owen first encountered Esperanto in a children’s encyclopedia after a swimming lesson, and thought it sounded like a good idea. It wasn’t until around 15 years later, however, that he started to learn it, having met some Esperanto-speakers at a language festival in Toulouse, France in 2002. He has been involved with Esperanto in various capacities ever since and is grateful that his once-prodigious memory specifically recalled that article “What language did Dr Zamenhof create?” from a distant Saturday morning when he was nine or so, which put the idea of Esperanto into his head and compelled him to speak to the people manning the Esperanto stand all those years later. He is currently the secretary of the Esperanto Association of Britain and lives in Warwickshire with two cats and his lovely fiancée, the latter being easily the most rewarding thing that Esperanto has given him. And nearly thirty years after speeding through that now long-lost, five-part encyclopedia, he still thinks Esperanto is a really good idea.
Arden R. Smith lives in Albany, California, and holds a Ph.D. in Germanic Linguistics from the University of California, Berkeley. He has published numerous articles and essays in the field of Tolkien studies, with a focus on Tolkien’s invented languages and writing systems and the translation of Tolkien’s works, including “Certhas, Skirditaila, Fuþark: A Feigned History of Runic Origins” in Tolkien's Legendarium: Essays on The History of Middle-earth, edited by Verlyn Flieger and Carl F. Hostetter (Greenwood Press, 2000), “The Treatment of Names in Esperanto Translations of Tolkien’s Works” in Tolkien in Translation, edited by Thomas Honegger (Walking Tree, 2003), “Tolkienian Gothic” in The Lord of the Rings 1954–2004: Scholarship in Honor of Richard E. Blackwelder, edited by Wayne G. Hammond and Christina Scull (Marquette University Press, 2006), and most recently the chapter on “Invented Languages and Writing Systems” in A Companion to J.R.R. Tolkien, edited by Stuart D. Lee (Wiley Blackwell, 2014). He is a member of a project to order, transcribe, and edit Tolkien’s unpublished linguistic papers, in which his particular focus has been those dealing with the Elvish alphabets. His work as part of this project includes “The Alphabet of Rúmil” (2001), “The Valmaric Script” (2003), and “Early Runic Documents” (2004), “Pre-Fëanorian Alphabets” (2006 and 2009), “The Qenya Alphabet” (2012), and “The Feanorian Alphabet, Part 1” (2014), published in the journal Parma Eldalamberon. As an Esperantist and Volapükist, he has contributed the chapter “Confounding Babel: International Auxiliary Languages” to the volume From Elvish to Klingon: Exploring Invented Languages, edited by Michael Adams (Oxford University Press, 2011) and serves as a member of the Kadäm Volapüka.
Patrick H. Wynne is one of a group of five scholars currently editing and publishing J.R.R. Tolkien’s writings on his invented languages. Most recently he edited Eldarin Hands, Fingers and Numerals (2005–07) and has served as co-editor of the Gnomish Lexicon (1995), Qenya Lexicon (1998), and other works. A dental lab technician by trade, he has been an avid Esperantist for some thirty years and serves as the Esperanto editor for the publishing company Evertype, for whom he has edited five Esperanto books to date, including La Hobito (2015), Christopher Gledhill’s Esperanto translation of The Hobbit. He also wrote the essays on Esperanto translations of Lewis Carroll for the massive three-volume work Alice in a World of Wonderlands (2015). He has also worked as a professional illustrator on books such as Fish Soup by Ursula K. Le Guin (1992). He lives in northern Minnesota.
Cover by Adriano Monti Buzzetti
Translation by Greta BertaniTim Owen and Giovanni Costabile
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Published on July 14, 2017 07:19