Davide Rapetti's Blog, page 2
December 5, 2012
La percezione della bellezza
La bellezza non è soggettiva, al limite lo è la percezione della bellezza.
Non è il focus principale del post di Cristiano “Comunicare” (tutto da leggere e digerire) ma me la devo segnare.
November 28, 2012
“Usa lo scroll” (o la rotella) is the new “facciamo una intro in flash”
Se stai pensando di realizzare un progetto web (imprenditore o artigiano che lo deve fare per la sua azienda? direttore marketing che sta ragionando sul restyling del sito aziendale? web-strategist, web-designer, web-ennealtrinuovilavori?) navigherai spesso la rete per trovare le best-practice del momento. Non potrai quindi non notare una particolare tendenza nel web.
In questo momento nel web(design) un modo di comunicare, anzi una tecnica, inizia a riscuotere un certo successo: l’utilizzo della navigazione dei contenuti attraverso lo scrolling (per lo più usando il Parallax Scrolling).
Al link di seguito si trovano un sacco di siti belli e fatti bene che usano la tecnica: http://www.awwwards.com/30-great-websites-with-parallax-scrolling.html tra cui il bel Bagigia dei miei amici di Basilico. Inoltre oggi ho incrociato quest’altro bellissimo progetto: due minuti per emergency.
Detto questo, quando le tecniche (trattasi di tecnica e non strategia di comunicazione) iniziano a riscuotere successo, diventano inevitabilmente una moda, la tecnica stessa acquista più importanza del messaggio e dei propositi che deve veicolare, e io inizio a diventare nervoso.
Mi scappa così una riflessione critica sull’utilizzo di questa tecnica a partire dalla mia personalissima esperienza utente:
navigo il sito facendo scroll scroll e ancora scroll
arrivo (forse) alla fine, e dico “figata!”
probabilmente condivido su Facebook/Twitter e poi… niente.
“Niente” nel senso che di fatto il contenuto, nella maggior parte di questi casi lo dimentico o proprio non lo leggo. Mi cibo con grande soddisfazione delle belle animazioni, delle belle illustrazioni o fotografie, ma il servizio/prodotto o altro che doveva essere veicolato me lo sono perso.
Per quale motivo si realizza un progetto web?
Senza la risposta a questa domanda (quanti siti partono e finiscono così!) l’esecuzione e il risultato finale del progetto difficilmente potranno essere valutati e misurati seriamente.
Ma soprattutto difficilmente potrà dare dei vantaggi sia a chi ha commissionato il progetto, sia ai fruitori che grazie a quel progetto vorrebbero avere dei vantaggi (trovare e acquistare un prodotto/servizio, informarsi, divertirsi, donare soldi a enti no-profit… )
Progetti che utilizzano questa tecnica a mio parere hanno due “pro” che portano a raggiungere alcuni obbiettivi:
se è ben svolta e l’animazione non è eccessivamente lunga (non ho tutto questo tempo per voi!) è in grado di ben spiegare concetti con grande sintesi e efficacia (vedi il progetto water di Angela Morelli realizzato sempre dai Basilico)
essendo una tecnica nuova per la maggior parte dei fruitori e, nei migliori casi come due minuti per emergency, “eye candy” la tecnica aumenta la possibilità che il progetto venga condiviso nei social.

Dal progetto “Water” di Angela Morelli realizzato con l’agenzia Basilico Interactive
Il grande “contro” è invece quello che dicevo prima:
i contenuti rischiano di essere annegati all’interno di animazioni, belle illustrazioni, e una user experience che distoglie da eventuali call to action determinanti per raggiungere gli obbiettivi che ci si è dati in fase di analisi e progetto.
In quest’altro sito http://www.head2heart.us/ , per esempio, hanno aggirato il rischio utilizzando i “click” e non lo “scroll” per passare da una fase all’altro, e la call to action “donate” è sempre e comunque in primo piano.
Dar consigli non mi piace, ma dare consulenza si: prima bisogna pensare ai contenuti da veicolare, agli obiettivi da raggiungere, alle funzioni e servizi web che un sito devono svolgere.
Solo dopo aver deciso tutte queste cose, che a volte fanno anche guadagnare dei soldi, passa alla tecnica.
Vedi tu
August 27, 2012
Those who make
Sarà perché nel mio lavoro non ho a che fare con la manualità, con gli oggetti, sarà perché nel mio lavoro certo non ci si sporca le mani (fuori di metafora).
Sarà. Quel che è sicuro è che i video che raccontano le storie di artigiani, dei loro mestieri, strumenti oggetti e mani a me piacciono, e anche molto. Se piace anche a te, allora guarda www.thosewhomake.com.
Ce ne sono molti e di ottima fattura.
August 21, 2012
Font(e) di piacere
Hanno sempre attirato la mia attenzione le insegne commerciali. Quelle delle spiaggie in particolare, attraverso la scelta di font e decorazioni, mi regalano spesso piacere per le allusioni esotiche, storiche, cinematografiche… che solleticano l’immaginario dell’italiano lavoratore in vacanza.
Mi diverte molto quindi #FONTDIBAGNI, tumblr creato qualche giorno fa da @emmebi che fa la raccolta quotidiana “di foto di insegne degli stabilimenti balneari della Versilia” (prima pubblicate su Instagram). Imperdibili poi l’esegesi di alcuni nomi (o brand? ) di stabilimenti.
Da goderselo.
August 20, 2012
Ultimo bagno d’estate
Finalmente si tuffò. Braccio destro in alto accompagnato dallo slancio degli schizzi dell’acqua, braccio sinistro sotto, a mulinare nel silenzio del mare.
Una bracciata. Due bracciate. La testa sotto l’acqua, gli occhi chiusi. Tre bracciate, quattro bracciate. Braccio destro in alto e bocca aperta, spalancata a cercare l’aria. La forza delle spalle spingeva in avanti il corpo, mentre il mare fingendo debolezza, lo faceva avanzare.
Poi senza fermarsi, le braccia aperte insieme, a farfalla, e le gambe a spingere insieme, per spostare l’acqua, il mare e il mondo dietro di lui.
C’era la sua infanzia con le estati passate al mare a giocare con gli amici che vedeva solo lì, solo in quelle tre settimane. C’erano le estati come questa passate con la persona che è sempre lì con lui anche quando non c’è, e così lui per lei; e c’erano girls just want to have fun e Jigsaw Falling Into Place.
Sesta, settima bracciata.
C’erano le partite a porticine giocate in strada, il volo di seimetriequindicicentimetri nel salto in lungo e le faticose corsette di jogging tornato dall’ufficio. E c’era la scuola con gli alti e bassi, e i progetti più o meno riusciti, più o meno sinceri, più o meno esaltanti.
Ottava, nona.
C’era la sfrontatezza c’era la paura. C’era la fragilità lasciata a se stessa, e la forza della fragilità abbracciata.
Decima.
Si fermò. Il respiro era affannato ma aspettò, e via via si fece più armonioso. La testa gli sbucava dall’acqua, assecondando l’altalena delle onde. Le braccia erano aperte in acqua ad ancorare l’equilibrio. Le dita dei piedi a cercare la sicurezza di profondità vicine, allontanando minacce sconosciute.
Il mare era calmo intorno a lui. Le voci della gente si mischiavano con il suono del suo respiro e lo sciabordio dell’acqua sul suo corpo.
Ok, pensò sorridendo, rinnovo il patto con te vita, anche per quest’anno.
Sapeva che l’unico a potersi impegnare consciamente al patto ero lui. Ma gli andava bene così.
Si girò e tornò verso la spiaggia, felice del suo ultimo bagno di quell’estate.
July 4, 2011
WHO I AM
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January 23, 2011
Scegliere di essere Indispensabile
I tempi sono cambiati, e Seth ...
January 18, 2011
Maggio, mese di convegni e di allergia
Primo Osservatorio Wine Pmi - Verona, 8 Maggio 2009
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l'obiettivo dell'evento è confrontare ...