“Usa lo scroll” (o la rotella) is the new “facciamo una intro in flash”
Se stai pensando di realizzare un progetto web (imprenditore o artigiano che lo deve fare per la sua azienda? direttore marketing che sta ragionando sul restyling del sito aziendale? web-strategist, web-designer, web-ennealtrinuovilavori?) navigherai spesso la rete per trovare le best-practice del momento. Non potrai quindi non notare una particolare tendenza nel web.
In questo momento nel web(design) un modo di comunicare, anzi una tecnica, inizia a riscuotere un certo successo: l’utilizzo della navigazione dei contenuti attraverso lo scrolling (per lo più usando il Parallax Scrolling).
Al link di seguito si trovano un sacco di siti belli e fatti bene che usano la tecnica: http://www.awwwards.com/30-great-websites-with-parallax-scrolling.html tra cui il bel Bagigia dei miei amici di Basilico. Inoltre oggi ho incrociato quest’altro bellissimo progetto: due minuti per emergency.
Detto questo, quando le tecniche (trattasi di tecnica e non strategia di comunicazione) iniziano a riscuotere successo, diventano inevitabilmente una moda, la tecnica stessa acquista più importanza del messaggio e dei propositi che deve veicolare, e io inizio a diventare nervoso.
Mi scappa così una riflessione critica sull’utilizzo di questa tecnica a partire dalla mia personalissima esperienza utente:
navigo il sito facendo scroll scroll e ancora scroll
arrivo (forse) alla fine, e dico “figata!”
probabilmente condivido su Facebook/Twitter e poi… niente.
“Niente” nel senso che di fatto il contenuto, nella maggior parte di questi casi lo dimentico o proprio non lo leggo. Mi cibo con grande soddisfazione delle belle animazioni, delle belle illustrazioni o fotografie, ma il servizio/prodotto o altro che doveva essere veicolato me lo sono perso.
Per quale motivo si realizza un progetto web?
Senza la risposta a questa domanda (quanti siti partono e finiscono così!) l’esecuzione e il risultato finale del progetto difficilmente potranno essere valutati e misurati seriamente.
Ma soprattutto difficilmente potrà dare dei vantaggi sia a chi ha commissionato il progetto, sia ai fruitori che grazie a quel progetto vorrebbero avere dei vantaggi (trovare e acquistare un prodotto/servizio, informarsi, divertirsi, donare soldi a enti no-profit… )
Progetti che utilizzano questa tecnica a mio parere hanno due “pro” che portano a raggiungere alcuni obbiettivi:
se è ben svolta e l’animazione non è eccessivamente lunga (non ho tutto questo tempo per voi!) è in grado di ben spiegare concetti con grande sintesi e efficacia (vedi il progetto water di Angela Morelli realizzato sempre dai Basilico)
essendo una tecnica nuova per la maggior parte dei fruitori e, nei migliori casi come due minuti per emergency, “eye candy” la tecnica aumenta la possibilità che il progetto venga condiviso nei social.

Dal progetto “Water” di Angela Morelli realizzato con l’agenzia Basilico Interactive
Il grande “contro” è invece quello che dicevo prima:
i contenuti rischiano di essere annegati all’interno di animazioni, belle illustrazioni, e una user experience che distoglie da eventuali call to action determinanti per raggiungere gli obbiettivi che ci si è dati in fase di analisi e progetto.
In quest’altro sito http://www.head2heart.us/ , per esempio, hanno aggirato il rischio utilizzando i “click” e non lo “scroll” per passare da una fase all’altro, e la call to action “donate” è sempre e comunque in primo piano.
Dar consigli non mi piace, ma dare consulenza si: prima bisogna pensare ai contenuti da veicolare, agli obiettivi da raggiungere, alle funzioni e servizi web che un sito devono svolgere.
Solo dopo aver deciso tutte queste cose, che a volte fanno anche guadagnare dei soldi, passa alla tecnica.
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