Spatriati Quotes

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Spatriati Spatriati by Mario Desiati
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“Non riconosco niente, vedo solo vecchi maschi ovunque, strade rotte, auto impazzite, gente piegata sui telefoni, ulivi bruciati, spazzatura, aggressività dappertutto, il mare che puzza. Qui c’è gente che odia tutto quello che non è e mai potrà essere: gli stranieri, le persone liberate, le persone che hanno studiato, le giovani donne e noi che siamo andati via.”
Mario Desiati, Spatriati
“I tramonti sono per pochi, vanno condivisi solo con gli accoliti di una setta che per il resto del mondo è una banda di ingenui.”
Mario Desiati, Spatriati
“«Ghetto Italia», il gruppo degli expat che avevano rinunciato all’integrazione, sbandati che non avendo trovato il lavoro per cui erano venuti a Berlino si consegnavano all’ombroso mondo del risentimento, tra emarginazione e vanagloria inespressa. Partiti col desiderio di tutto ciò che era moderno e cosmopolita, alle prime difficoltà si chiudevano nelle abitudini di sempre, i peggiori finivano a spacciare nei club.”
Mario Desiati, Spatriati
“non esiste ispirazione senza una finestra, senza luce e aria.”
Mario Desiati, Spatriati
“Anni dopo lessi l’unica intervista di Kafka rilasciata a un giovane scrittore, Gustav Janouch. Gli disse che il cuore è una casa con due camere da letto: una è quella del dolore, l’altra quella della gioia. Non si può ridere troppo fragorosamente, altrimenti il dolore si risveglia. Purtroppo, non può accadere il contrario, perché la gioia è sorda. Elisa Fortuna e Enrico Fanelli s’erano trovati in quel rifugio che è il silenzio. Una gioia silenziosa dura piú di una fragorosa, ma trattenerla troppo a lungo fa male all’anima.”
Mario Desiati, Spatriati
“Ad aspettare che qualcosa accada può venire il peggio.”
Mario Desiati, Spatriati
tags: fate, humor
“Il mio periodo berlinese mi ha bollato per sempre ai loro occhi come «il tedesco», parola che pronunciano con aria sarcastica. So bene che per gran parte di loro sono uno che non ce l'ha fatta, che è dovuto tornare. Ma sono gli stessi che mi credevano fuggito, un emigrato avrà sempre addosso un sigillo di vigliaccheria.
«Tornato ma sempre spatriato», dicono, alludendo al fatto che non ho una moglie, un figlio, un lavoro certo, ma solo una valigia sempre pronta. Sono un disperso. Un interrotto, secondo la loro idea di mondo.”
Mario Desiati, Spatriati
“Non sopportavo gran parte dei miei coetanei all’estero, una volta espatriati scoprivano di aver vissuto per venti o trent’anni in mezzo ai barbari. Non importa in che città fossero: Parigi, Barcellona, New York, Pechino, Osaka, e ovviamente la maledetta Berlino. Non importa che lavoro o che ragione profonda si nascondessero dietro la loro nuova vita. La terra natale era disseminata di ladri, burocrati, baciapile, raccomandati e mafiosi. Ma cosa avevano fatto loro per migliorarla? Erano andati via.
Questo pensavo all'epoca, ma chi resta ha le sue ragioni. Dopo tutti questi anni, lo riconosco. La vita mancata è sempre migliore di quella vissuta.”
Mario Desiati, Spatriati
“In quella dilatazione del tempo della giovinezza, quando ogni istante è un tergiversare del futuro, sognavo di andare a passo agile verso l'estate, di montare i motorini nelle strade grigie tra i pini d'Aleppo che scendevano al mare, esplorare i segreti della sabbia gialla o di certi ruderi abbandonati nelle insenature azzurre del porto, dove le donne un tempo si spogliavano e facevano il bagno; pregare assieme al tramonto sotto le nuvole d'argento che attraversano la cruna del cielo sul golfo di Taranto.”
Mario Desiati, Spatriati
“Il resto del pomeriggio restiamo seduti all'ombra della pergola leggendo poesie, con la segreta aspirazione che ogni verso in cui ci riconosciamo sia stato scritto per noi.”
Mario Desiati, Spatriati
“- Che dolore?
- Quello che potevo condividere con lui, non tutti reggono il dolore delle persone che pensano di amare.
- Cosa vuoi dire? – Ero spaventato, mi mettevano a disagio quelle confessioni.
- Che devi farti forte e reggere il dolore della persona che ami. Per esempio, non essere mai se stessi per tutta la vita è un dolore.”
Mario Desiati, Spatriati
“I voti preoccupavano soltanto Etta e i suoi oziosi pomeriggi dal parrucchiere in quello spietato gioco di società in cui le famiglie paesane schierano le vite dei loro figli come allo start di un ippodromo”
Mario Desiati, Spatriati
“ne disferà lui”
Mario Desiati, Spatriati
“Abbarbicato ai ricordi, a un elenco di aneddoti gloriosi per lui, noiosi per tutti gli altri.”
Mario Desiati, Spatriati
“Abbagliato ai ricordi, a un elenco di aneddoti gloriosi per lui, noiosi per tutti gli altri.”
Mario Desiati, Spatriati
“[...] la spatriata, come qui chiamano gli incentivi, gli irregolari, gli inclassificabili, a volte i balordi o gli orfani, oppure celibe, nubili, girovaghi e vagabondi, o forse, nel caso che ci riguarda, i liberati”
Mario Desiati, Spatriati