La giornata d'uno scrutatore Quotes
La giornata d'uno scrutatore
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La giornata d'uno scrutatore Quotes
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“Ecco, pensò Amerigo, quei due, così come sono, sono reciprocamente necessari. E pensò: ecco, questo modo d'essere è l'amore. E poi: l'umano arriva dove arriva l'amore; non ha confini se non quelli che gli diamo.”
― La giornata d'uno scrutatore
― La giornata d'uno scrutatore
“L'umano arriva dove arriva l'amore, non ha confini se non quelli che gli diamo.”
― La giornata d'uno scrutatore
― La giornata d'uno scrutatore
“Non voleva lasciarsi prendere dallo squallore dell'ambiente, e per far ciò si concentrava sullo squallore dei loro arnesi elettorali--quella cancelleria, quei cartelli, il libriccino ufficiale del regolamento consultato a ogni dubbio dal presidente, già nervoso prima di cominciare--perché questo era per lui uno squallore ricco, ricco di segni, di significati, magari in contrasto uno con l'altro.
La democrazia si presentava ai cittadini sotto queste spoglie dimesse, grige, disadorne; ad Amerigo a tratti ciò pareva sublime, nell'Italia da sempre ossequiente a ciò che è pompa, fasto, esteriorità, ornamento; gli pareva finalmente la lezione d'una morale onesta e austera; e una perpetua silenziosa rivincita sui fascisti, su coloro che la democrazia avevano creduto di poter disprezzare proprio per questo suo squallore esteriore, per questa sua umile contabilità, ed erano caduti in polvere con tutte le loro frange e i loro fiocchi, mentre essa, col suo scarno cerimoniale di pezzi di carta ripiegati come telegrammi, di matite affidate a dita callose o malferme, continuava la sua strada.”
― La giornata d'uno scrutatore
La democrazia si presentava ai cittadini sotto queste spoglie dimesse, grige, disadorne; ad Amerigo a tratti ciò pareva sublime, nell'Italia da sempre ossequiente a ciò che è pompa, fasto, esteriorità, ornamento; gli pareva finalmente la lezione d'una morale onesta e austera; e una perpetua silenziosa rivincita sui fascisti, su coloro che la democrazia avevano creduto di poter disprezzare proprio per questo suo squallore esteriore, per questa sua umile contabilità, ed erano caduti in polvere con tutte le loro frange e i loro fiocchi, mentre essa, col suo scarno cerimoniale di pezzi di carta ripiegati come telegrammi, di matite affidate a dita callose o malferme, continuava la sua strada.”
― La giornata d'uno scrutatore
“...pensò che solo quella democrazia appena nata poteva meritare il nome di democrazia; era quello il valore che invano poco fa egli andava cercando nella modestia delle cose e non trovava; perché quell'epoca era ormai finita, e piano piano a invadere il campo era tornata l'ombra grigia dello Stato burocratico, uguale prima durante e dopo il fascismo, la vecchia separazione tra amministratori e amministrati.”
― La giornata d'uno scrutatore
― La giornata d'uno scrutatore
“... Amerigo avrebbe voluto continuare a scontrarsi con le cose, a battersi, eppure intanto raggiungere dentro di sé la calma al di là di tutto... Non sapeva cosa avrebbe voluto: capiva solo quant'era distante, lui come tutti, dal vivere come va vissuto quello che cercava di vivere”
― La giornata d'uno scrutatore
― La giornata d'uno scrutatore
“D'improvviso gli venne da pensare a un mondo in cui non ci fosse più bellezza. Ed era alla bellezza femminile che pensava.)
-p. 22
(Cos'è questo nostro bisogno di bellezza? si domandava Amerigo. Un carattere acquisito, un riflesso condizionato, una conversazione linguistica? E cos'è, in sé, la bellezza fisica? Un segno, un privilegio, un dato irrazionale della sorte, come - tra costoro- la bruttezza, la deformità, la minorazione? O è un modello via via diverso che noi ci fingiamo, storico più che naturale, una proiezione dei nostri valori culturali?)
- p. 23
(La Grecia... pensava Amerigo. Ma porre la bellezza troppo in alto nella scala dei valori, non è già il primo passo verso una civiltà disumana, che condannerà i deformi a essere gettati dalla rupe?)
-p.23
(Un mondo, il "Cottolengo", - pensava Amerigo,- che potrebbe essere il solo mondo al mondo se l'evoluzione della specie umana avesse reagito diversamente a qualche cataclisma preistorico o a qualche pestilenza... Oggi, chi potrebbe parlare di minorati, di idioti, di deformi, in un mondo interamente deforme?)
...
(...Una via che ancora l'evoluzione potrebbe prendere, rifletteva Amerigo, se è vero che le radiazioni atomiche agiscono sulle cellule che racchiudono i caratteri della specie. E il mondo potrà venir popolato da generazioni d'esseri umani che per noi sarebbero stati mostri, ma che per loro stessi saranno esseri umani nel solo modo in cui si potrà essere umani...)
-p. 24
(Se il solo mondo al mondo fosse il "Cottolengo", pensava Amerigo, senza un mondo di fuori che, per esercitare la sua carità, lo sovrasta e schiaccia e umilia, forse anche questo mondo potrebbe diventare una società, iniziare una sua storia...)
...
(Di diversa possibilità d'essere dell'umanità ci si ricorderebbe come nelle favole, d'un mondo di giganti, un Olimpo...Come capita a noi: che forse siamo, senza rendercene conto, deformi, minorati, rispetto a una diversa possibilità d'essere, dimenticata...)
....
(E più la possibilità che il "Cottolengo" fosse l'unico mondo possibile lo sommergeva, più Amerigo si dibatteva per non esserne inghiottito. Il mondo della bellezza svaniva all'orizzonte delle realtà possibili come un miraggio e Amerigo ancora nuotava verso il miraggio, per riguadagnare questa riva irreale, e davanti a sé vedere Lia nuotare, il dorso a filo del mare.)
-p. 25”
― La giornata d'uno scrutatore
-p. 22
(Cos'è questo nostro bisogno di bellezza? si domandava Amerigo. Un carattere acquisito, un riflesso condizionato, una conversazione linguistica? E cos'è, in sé, la bellezza fisica? Un segno, un privilegio, un dato irrazionale della sorte, come - tra costoro- la bruttezza, la deformità, la minorazione? O è un modello via via diverso che noi ci fingiamo, storico più che naturale, una proiezione dei nostri valori culturali?)
- p. 23
(La Grecia... pensava Amerigo. Ma porre la bellezza troppo in alto nella scala dei valori, non è già il primo passo verso una civiltà disumana, che condannerà i deformi a essere gettati dalla rupe?)
-p.23
(Un mondo, il "Cottolengo", - pensava Amerigo,- che potrebbe essere il solo mondo al mondo se l'evoluzione della specie umana avesse reagito diversamente a qualche cataclisma preistorico o a qualche pestilenza... Oggi, chi potrebbe parlare di minorati, di idioti, di deformi, in un mondo interamente deforme?)
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(...Una via che ancora l'evoluzione potrebbe prendere, rifletteva Amerigo, se è vero che le radiazioni atomiche agiscono sulle cellule che racchiudono i caratteri della specie. E il mondo potrà venir popolato da generazioni d'esseri umani che per noi sarebbero stati mostri, ma che per loro stessi saranno esseri umani nel solo modo in cui si potrà essere umani...)
-p. 24
(Se il solo mondo al mondo fosse il "Cottolengo", pensava Amerigo, senza un mondo di fuori che, per esercitare la sua carità, lo sovrasta e schiaccia e umilia, forse anche questo mondo potrebbe diventare una società, iniziare una sua storia...)
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(Di diversa possibilità d'essere dell'umanità ci si ricorderebbe come nelle favole, d'un mondo di giganti, un Olimpo...Come capita a noi: che forse siamo, senza rendercene conto, deformi, minorati, rispetto a una diversa possibilità d'essere, dimenticata...)
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(E più la possibilità che il "Cottolengo" fosse l'unico mondo possibile lo sommergeva, più Amerigo si dibatteva per non esserne inghiottito. Il mondo della bellezza svaniva all'orizzonte delle realtà possibili come un miraggio e Amerigo ancora nuotava verso il miraggio, per riguadagnare questa riva irreale, e davanti a sé vedere Lia nuotare, il dorso a filo del mare.)
-p. 25”
― La giornata d'uno scrutatore
“Era un'Italia nascosta quella che sfilava per quella sala, il rovescio di quella che si sfoggia al sole, che cammina le strade e che pretende e che produce e che consuma, era il segreto delle famiglie e dei paesi, era anche (ma non solo) la campagna povera con il suo sangue avvilito, i suoi connubi incestuosi nel buio delle stalle, il Piemonte disperato che sempre stringe dappresso il Piemonte efficiente e rigoroso, era anche (ma non solo) la fine delle razze quando nel plasma si tirano le somme di tutti i mali dimenticati d'ignoti predecessori, la lue taciuta come una colpa, l'ubriachezza solo paradiso (ma non solo, ma non solo), era il rischio d'uno sbaglio che la materia di cui è fatta la specie umana corre ogni volta che si riproduce, il rischio (prevedibile del resto in base al calcolo delle probabilità come nei giochi di fortuna) che si moltiplica per il numero di insidie nuove, i virus, i veleni, le radiazioni dell'uranio... il caso che governa la generazione umana che si dice umana proprio perché avviene a caso...”
― La giornata d'uno scrutatore
― La giornata d'uno scrutatore
“Gustavo Solivellas dice: "El allá es un espejo en negativo. El viajero reconoce lo poco que es suyo al descubrir lo mucho que no ha tenido y no tendrá" (Italo Calvino)”
― La giornata d'uno scrutatore
― La giornata d'uno scrutatore
“Il passato (proprio per il fatto d'avere un'immagine così compiuta nella quale non si poteva pensare di cambiar nulla come in quel dormitorio) gli pareva una gran trappola. E il futuro, quando ci se ne fa un'immagine (cioè lo si annette al passato), diventava una trappola esso pure.”
― La giornata d'uno scrutatore
― La giornata d'uno scrutatore
“D'altro canto, c'era sempre la morale che bisogna continuare a fare quanto si può, giorno per giorno; nella politica come in tutto il resto della vita, per chi non è un balordo, contano quei due principî lì: non farsi mai troppe illusioni e non smettere di credere che ogni cosa che fai potrà servire.”
― La giornata d'uno scrutatore
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