Sofia si veste sempre di nero Quotes

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Sofia si veste sempre di nero Sofia si veste sempre di nero by Paolo Cognetti
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“L'importante, diceva, è abituarsi a una faccia: non la bellezza ma l'abitudine. La bellezza in fondo che cos'è, una stupida questione geometrica, solo un incastro fortunato nel campionario di bocche, nasi e orecchie disponibili. Ma se una faccia hai imparato a conoscerla, e l'hai vista quando ha sonno, quando ha il raffreddore, quando è distrutta da una giornata nera, se ti sei abituato a quella faccia, allora hai superato la questione della bellezza, non sei d'accordo?”
Paolo Cognetti, Sofia si veste sempre di nero
“Non sono le tue azioni, sosteneva, ma le tue reazioni a definire chi sei. [...] «Quando le cose vanno bene sono buoni tutti», disse. «È quando vanno male che si vede di che pasta sei fatto».”
Paolo Cognetti, Sofia si veste sempre di nero
“Ma il coraggio è una cosa che si impara? [...] Oppure una ci nasce e basta? È possibile che ho paura di tutto?”
Paolo Cognetti, Sofia si veste sempre di nero
“Abitare, abito, abitudine. È tutta roba che ci mettiamo addosso, tutti i nostri strati protettivi.”
Paolo Cognetti, Sofia si veste sempre di nero
“L'intelligenza non è saper fare, è saper imparare.”
Paolo Cognetti, Sofia si veste sempre di nero
“Negli ultimi tempi ho letto la Bibbia da cima a fondo. Non credo in Dio ma mi sembrava un libro importante da leggere, almeno per evitare che qualcun altro lo facesse al posto mio e pretendesse di spiegarmelo.”
Paolo Cognetti, Sofia si veste sempre di nero
“«Quando un Sioux nasceva, i suoi genitori gli davano una specie di nome provvisorio. Tanto per sapere come chiamarlo finché era piccolo, mi segui? Come Margherita. Ma quando diventava grande, e la sua natura si rivelava, lo sciamano della tribù lo osservava per un po’ di tempo e alla fine trovava il nome giusto per lui. Sai cos’è uno sciamano?»
«Certo che lo so. Uno stregone».
«Brava. Ma non era lo sciamano a scegliere il nome, era il nome a rivelarsi. Lo sciamano era soltanto un bravo osservatore. Capisci la differenza? Lo capisci che nessuno può decidere chi sei?»”
Paolo Cognetti, Sofia si veste sempre di nero
“Allora il tuo Inferno dev'essere così. Un posto dove ti perdi sempre.”
Paolo Cognetti, Sofia si veste sempre di nero
“Così per la prima volta intravedi un finale. È un gioco che facevi spesso da ragazzina. All'inizio di ogni relazione ti sforzavi di immaginare la scena: mentre un ragazzo ti baciava tu ti chiedevi se quella era una storia da scusa, o una storia da allora ciao, o una storia da vaffanculo, o una storia da restiamo amici. Se sarebbe successo in un letto o in mezzo alla strada e la faccia che avrebbe fatto lui, se era un tipo da insultarti o implorarti o non parlare più, tirare un pugno al muro e odiarti e basta. Dopo ti sentivi più tranquilla. Era come conoscere già l'ultima pagina di un libro, per poi immergerti nella trama senza nessuna angoscia.”
Paolo Cognetti, Sofia si veste sempre di nero
“Le famiglie erano come sommergibili sotto il tiro di disgrazie casuali, bombe di profondità lasciate partire dall'alto dei cieli in una battaglia navale tra te e l’imperscrutabile volontà di Dio.”
Paolo Cognetti, Sofia si veste sempre di nero
“Senza morte non ci sarebbe bisogno di pregare né di andare in chiesa, di obbedire a chiunque sia più grande di te, di non dire parolacce e bugie. Ma siccome bisogna morire, il problema diventa capire dove finirai dopo. Inferno o Paradiso.”
Paolo Cognetti, Sofia si veste sempre di nero
“«Sofia», disse l’infermiera a voce alta, «lo sai che cos'è la nascita? È una nave che parte per la guerra».”
Paolo Cognetti, Sofia si veste sempre di nero
“Sofia, disse l'infermiera, lo sai che cos'è la nascita? È una nave che parte per la guerra”
Paolo Cognetti, Sofia si veste sempre di nero
“Ze zal onbeduidende herinneringen hebben en scherpe, zoals deze. Zoals foto’s waarop niet bijzonders staat en waarvan je niet weet waarom of wanneer ze genomen zijn, maar al die jaren later van veel groter belang blijken te zijn dan al die albums vol foto’s van verjaardagen en huwelijken”
Paolo Cognetti, Sofia si veste sempre di nero
“Sapete qual è il contrario della strada? La casa. Pensaci. Una casa divide il mondo in due soli spazi, un dentro e un fuori. Se sei dentro non sei fuori, e viceversa. Ma è possibile che non riusciamo a farne a meno? Che, dobbiamo passare la vita a rinchiuderci in una scatola dopo l'altra?”
Paolo Cognetti, Sofia si veste sempre di nero
“Li chiamavamo i monologhi della vasca da bagno. L'importante, diceva, è abituarsi a una faccia: non la bellezza ma l'abitudine. La bellezza i fondo cos'è, una stupida questione geometrica, solo un incastro fortunato nel campionario di bocche, nasi e orecchie disponibili. Ma se una faccia hai imparato a conoscerla, e l'hai vista quando ha sonno, quando ha il raffreddore, quando è distrutta da una giornata nera, se ti sei abituato a quella faccia, allora hai superato la questione della bellezza, non sei d'accordo?”
Paolo Cognetti, Sofia si veste sempre di nero
“Secondo me", dice tuo padre, "il problema è che ti aspetti troppo dalle relazioni".
"Come troppo? Un po' di amore ti pare troppo?"
"Non mi pare troppo l'amore, mi pare troppo come lo intendi tu".
"Cioè, come lo intendo, scusa?"
Tuo padre sospira. "A una persona puoi chiedere un po' di compagni. Ma non di fondersi con te, affidarti la sua vita e farne una cosa sola con la tua. Se chiedi questo all'amore, finisce che ti deludono tutti".
"Papà, ma è una cosa tristissima".
"Non direi"
"Un po' di compagnia? Sei sposato da vent'anni ed è tutto lì?"
"Senti", dice lui. "Io sto bene con tua madre. E sto bene con te, sono contento adesso che parliamo. Ma l'amore arriva fino a un certo punto, più in là non ci può andare.”
Paolo Cognetti, Sofia si veste sempre di nero
“...a suo parere buona parte dei mali del mondo veniva da impulsi sessuali frustrati, e che problemi come le guerre , il razzismo e la religione si sarebbero risolti immediatamente se tutti avessero scopato con tutti, dai tredici anni ai novantanove.”
Paolo Cognetti, Sofia si veste sempre di nero
“Io pensavo che i fumatori potrebbero dividersi in due categorie, quelli che fanno attenzione al destino della loro cenere e quelli che non ci badano per niente. I secondi di solito hanno il vizio di gesticolare. I primi tendono a rovinarsi la vita preoccupandosi troppo delle emozioni altrui, e delle conseguenze delle proprie azioni. Conoscevo bene questa categoria di persone: non solo danno ragione a tutti, ma se litigano con qualcuno finiscono col dire più di quello che dopo, ripensandoci, vorrebbero avere detto, e nel chiedere scusa cedono a toni sentimentali. Questa categoria di persona schiaccia i propri mozziconi e anche quelli degli altri, quando restano a languire nei piattini da caffè, e poi mette i piattini a lavare. Gli sbadati, invece, con il tempo dimostrano altri segni di trascuratezza. Scarsa cura di sé, che pure è una forma di distrazione. Sbattono contro i mobili, si fanno male da soli. Questa era Sofia.”
Paolo Cognetti, Sofia si veste sempre di nero