Da igual Quotes

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Da igual: Los veinticinco cuentos despiadados de Agota Kristof Da igual: Los veinticinco cuentos despiadados de Agota Kristof by Ágota Kristóf
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“Chiudete bene la porta. Io arrivo senza rumore, con le mani guantate di nero.
Non sono il tipo brutale. E neppure vorace e stupido.
Sulle mie tempie e sui polsi potreste ammirare il disegno delicato delle vene, se ne aveste l'occasione.
Ma io entro nelle vostre stanze soltanto a tarda notte, quando l'ultimo degli invitati è andato via, quando i vostri orrendi lampadari si sono spenti, quando dormono tutti.
Chiudete bene la porta. Io arrivo senza rumore, con le mani guantate di nero.
Vengo solo per alcuni istanti, ma sette sere su sette e in tutte le case senza eccezione.
Non sono il tipo brutale. E neppure vorace e stupido.
La mattina, quando vi svegliate, contate i vostri soldi, i gioielli, non mancherà niente.
Nient'altro che un giorno della vostra vita.”
Ágota Kristóf, La vendetta
“A quei tempi consumavo un'enorme quantità di gesso, per via di una carenza di calcio. La cosa mi causava un po' di febbre, ma non ne ho mai approfittato per trascurare la scuola, poiché – come dico sempre – amavo i professori e in special modo il professore (assai brillante) di lettere.
È per questo che, impietosito dal poveretto, dopo che i suoi allievi gli avevano assassinato una poesia, alle dodici e trenta precise, nel parco accanto alla scuola e con l'aiuto di una corda per saltare dimenticata lì da qualche bambina, ho messo fine ai suoi tormenti.
Il mio gesto umanitario fu ricompensato con sette anni di reclusione. Sia chiaro, non ho mai avuto di che pentirmene, tanto quei sette anni furono ricchi di insegnamenti di ogni genere, e tanto erano grandi il mio affetto per le guardie e la mia ammirazione per il direttore del carcere.
Ma questa è un'altra storia.”
Ágota Kristóf, La vendetta
“– Allora a domani, Lucien, – dice. E prima di riattaccare aggiunge: – Trovo tutto ciò appassionante.
Appassionante! C’è gente che usa certe parole con grande facilità. Io non potrei mai parlare così. Ci sono un sacco di parole che non so dire. Per esempio: «appassionante», «esaltante», «poetico», «anima», «sofferenza», «solitudine» e così via. Semplicemente, non riesco a pronunciarle. Mi vergogno, come se fossero parole oscene, parolacce, tipo «merda», «porcata», «schifoso», «puttana».”
Ágota Kristóf, La vendetta
“È lì, accanto al letto , sul tappeto. Ha una scure piantata nella testa. Vuole visitarlo? Sì, lo visiti pure. Un incidente davvero stupido, non trova? È caduto dal letto nel sonno, ed è caduto su quella scure.”
Ágota Kristóf, La vendetta