Clarice > Recent Status Updates

“Appena capito di non essere il suo comportamento, [...] aveva cominciato a vedere i comportamenti come ricette: se il risultato non le piaceva, era inutile prendersela con se stessa o rassegnarsi. Bastava ricalibrare le dosi e sperimentare con nuovi ingredienti.”
“Il mio suggerimento è di trattare la vostra vita come un laboratorio personale: un posto in cui sperimentare con la persona che volete diventare”

“Il tempo. Non ne abbiamo mai abbastanza, e ne vorremmo sempre di più. [...] È un tipo di pressione che porta a una mentalità della penuria: incalzati dalla presunta mancanza di tempo, rinunciamo a cambiare perché ci sembra di non avere le ore necessarie a coltivare nuove abitudini positive.”

“Viviamo in una cultura che favorisce le grandi aspirazioni e al tempo stesso esige risultati istantanei. Ci è difficile accettare l’idea - figurarsi la pratica - di un processo graduale, che invece è precisamente ciò che serve per un cambiamento significativo a lungo termine. Se qualcosa non accade subito, ci sentiamo frustrati e demoralizzati.”

— p. 19

“[...] che quell’uomo ha imparato ad amare giorno dopo giorno dopo giorno.
Come tutti.
Io, per esempio, se non me lo insegnavi tu, mica lo sapevo che cosa significava.
Avere voglia di esserci, anche se, proprio perché, quell’altra persona c’è.”

— p. 220

“La speranza in una vita normale, piena, non ti deve abbandonare, Adele. Se l’hai persa, la ritroveremo qui, insieme, e poi la speranza si trasformerà in coraggio, vedrai. Perché nessuno ha quello che si merita: ma ognuno di noi può avere quello che spera di meritare. La speranza è il primo passo verso un futuro libero dall’incubo della malattia, un futuro luminoso che ti aspetta e ti spetta.”

— p. 194

“La speranza in una vita normale, piena, non ti deve abbandonare, Adele. Se l’hai persa, la ritroveremo qui, insieme, e poi la speranza si trasformerà in coraggio, vedrai. Perché nessuno ha quello che si merita: ma ognuno di noi può avere quello che spera di meritare. La speranza è il primo passo verso un futuro libero dall’incubo della malattia, un futuro luminoso che ti aspetta e ti spetta.”

— p. 194

questo libro mi sta scombussolando non poco

“Perché forse è semplice: è così.
Quello che ci guarisce è quello che ci ammala.
E in fondo che cos’è.
È la vita.
Sono gli altri.”

— p. 137

💌 Riflessione su “Una vita come tante” 💌 https://sensibilandia.substack.com/p/...

Grazie, grazie di cuore, a chiunque la leggerà ♥️.

“Perché c’erano pure sere in cui Dio per i miei, di là, poteva essere lasciato in pace, e allora gli chiedevo quel piccolo piacere personale.”

— pg. 58

“[...] mi succede sempre così, istintivamente, quando qualcosa finisce. Perfino una canzone alla radio, un sentiero: alle ultime note, agli ultimi passi mi sale dentro un invito alla impotenza per quanto ci sentiamo ben coperti e invece siamo nudi, tutti, nel sottozero del definitivo. Ma dentro a quella sensazione così famigliare, mi s’è schiusa, ed è sempre una straniera, la voglia degli inizi.”

— p 42

“- A volte si è strani e diversi perché si è speciali.
- Anche se fosse, comunque il vantaggio è solo per gli altri.
- Non la seguo.
- È agli altri che chi è strano e diverso può fare da ispirazione e sembrare speciale. Ma chi è strano e diverso si sente solo così. Strano e diverso.”

— pg. 24

📎. Newsletter di questa settimana: https://sensibilandia.substack.com/p/...

Ho finito “Una vita come tante”. Mi prendo un attimo, va bene?

Come si supera?

“Vuole sentirsi dire che la sua vita, per quanto inconcepibile possa essere, rimane una vita.”

— pg. 850

Non importa quanti libri tu abbia letto quest’anno, ma quanti ti abbiano letto.
https://www.instagram.com/p/CYJX4tnsa...

qui, se volete, per seguire i miei pensieri, le riflessioni e gli “scleri” durante la lettura: https://www.instagram.com/s/aGlnaGxpZ...

Dio mio, come sta diventando difficile.

“[...] che c’erano ben poche persone con cui fosse piacevole trascorrere più di due o tre giornate consecutive, e invece ecco che ne avevi accanto una con la quale volevi passare anni interi, anche nei suoi momenti più opachi e confusi.”

— pag. 784

Oh, Willem.