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“Hai mai saputo, cara, quanto ti sei portala via andandotene? Mi hai spogliato anche del mio passato, anche delle cose che non abbiamo mai conosciuto insieme.”

“Quante volte (sarà per sempre?) dovrò contemplare sbigottito questo vuoto immenso come se lo vedessi per la prima volta, quante volte dovrò dire: «Solo adesso capisco ciò che ho perduto»? La gamba viene amputata una, dieci, cento volte. E sempre uguale ritorna il primo morso del coltello nella carne.”

“Perché nulla resta « giù», nel dolore. Si è appena emersi da una fase, che ci si ritrova al punto di partenza. E poi ancora, e ancora. Tutto si ripete. È un girare in tondo, il mio, oppure oso augurarmi che sia una spirale?
Ma se è una spirale, sto salendo o scendendo?”

“Tra me e il mondo c'è una sorta di coltre invisibile. Fatico a capire il senso di quello che mi dicono gli altri. O forse, fatico a trovare la voglia di capire.”

“Quindi finché vivremo nelle nostre teste, persi in narrazioni riguardo al passato e al futuro, proveremo molto dolore.”

“In un certo senso, stiamo sempre facendo acquisti, vuoi in senso letterale - comprando merci o servizi che immaginiamo possano renderci felici - vuoi in senso figurato - procurandoci immagini, suoni, gusti e altre sensazioni che ci attraggono.”

“L'autocompiacimento, di questi tempi, indossa spesso la maschera della comodità: ci basta cliccare su «Mi piace» o ritwittare un post e poi applaudire la nostra presenza attiva per quei tre secondi di impegno. Siamo diventati bravissimi a fare rumore e a congratularci a vicenda, ma a volte ci dimentichiamo di fare il lavoro vero. […] Le nostre sono reazioni o risposte?”

“«Il linguaggio è un luogo di ricerca, non un nascondiglio», ha osservato la scrittrice Jeanette Winterson, il che si è dimostrato vero per me. Nell'aprire il mio caveau e proiettare un po' di luce sulle occasioni in cui mi sono sentita più vulnerabile o senza controllo, ho finito per scoprire più comunanza di quanto avessi mai pensato.”

“Per lei tralasciare quella parte della sua storia era diventata una questione di abitudine oltre che di strategia. Eppure, nel corso degli anni, lo sforzo che talvolta le costava girare intorno alla cosa, evitare di lasciarsi coinvolgere in qualsiasi tipo di conversazione che rischiasse di sfiorare la sua infanzia, l'aveva condizionata a tal punto da renderla sempre cauta e guardinga […]”

“Sapere dove non volete andare è una forma di potere.”

“È sempre meglio dare un nome ai nostri sentimenti e ricondurre alcune differenze alla nostra storia personale, anziché incolparci a vicenda.”

“Ricordo ancora il malessere di quei momenti. Mi sentivo sradicata, scissa da me stessa, quasi come se fossi stata sbalzata fuori dal mio corpo. Quel tipo di inibizione, la consapevolezza della tua diversità, può spezzare ogni equilibrio e cancellare quella che sai essere la verità su di te. Può disorientarti, renderti goffa e insicura, senza punti di riferimento su chi sei e dove ti trovi.”

“Quando ti guardi intorno e non riesci a trovare una sola versione di te in tutto il mondo, quando scruti l'orizzonte e non vedi nessuno che ti somigli, cominci a provare una solitudine più generalizzata, la sensazione di non corrispondere a ciò che speravi, ai tuoi progetti, ai tuoi stessi punti di forza. Inizi a chiederti se troverai mai - e come - un posto che ti faccia sentire a casa.”

“I nostri dolori diventano le nostre paure, che a loro volta diventano i nostri limiti.”

“Se non correte il rischio, se non affrontate qualche sobbalzo, vi state privando delle occasioni di trasformarvi.”

Periodo “no” (molto) e provo a ritrovarmi così: tornare per la via di casa dovrebbe aiutare.

“Perché una relazione sia sana, entrambe le persone devono essere disposte e in grado di sentirsi dire di no. Senza quella negazione, senza quel rifiuto occasionale, i limiti crollano e i problemi e i valori di uno finiscono per dominare quelli dell’altro. […] Non senti di essere amato finché non sei sicuro che l’amore espresso nei tuoi confronti sia privo di condizioni speciali o conseguenze.”

“Il problema era che la mia realtà era definita dalle mie emozioni. Poiché sentivo che la gente non voleva parlarmi, ero arrivato a credere che fosse davvero così. […] Non riuscendo a separare ciò che sentivo da ciò che ero, non potevo uscire da me stesso e vedere il mondo per quello che era […]”

“Molti esitano ad assumersi la responsabilità dei loro problemi perché credono che esserne responsabili significa anche esserne colpevoli. […] Ma ci sono anche problemi di cui non abbiamo colpa, e di cui siamo comunque responsabili.”

“Il fatto è che chi basa il proprio valore nell’essere sempre nel giusto s’impedisce di imparare dai propri errori. Non è in grado di adottare nuove prospettive ed empatizzare con gli altri. Si preclude la scoperta di altre informazioni nuove ed importanti.”

“La tecnologia ha risolto vecchi problemi economici rimpiazzandoli con nuovi problemi psicologici. Internet non è solo fonte di informazione gratuita; offre gratuitamente anche insicurezza, dubbio e vergogna.”

“Come il dolore fisico, quello psicologico segnala qualche sbilanciamento, qualche limite infranto.”

“Siete venuti qui per fare una operazione chirurgica sulla vostra mente. È salutare, ma può essere doloroso. Può essere persino rischioso.”

— pg. 97

sto iniziando uno YA. andrà tutto bene. grazie signore per i libri e per le persone che te li consigliano. e per i generi “comfort” indispensabili per vivere.

“Ragioniamo in termini di vita reale, non di poteri magici [...] Riuscirò a metterlo in pratica? È una domanda importante, perché tiene conto sia della motivazione che della abilità, due delle tre componenti di base del modello comportamentale.
[...] avevo identificato una serie di comportamenti concreti e facili [...] Erano tutte azioni perfettamente alla mia portata [...] rispecchiavano la mia vita reale.”

Già mi sento di dire: “da leggere.”