Residui Quotes

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“Residuo deriva dall'abbandono di un terreno precedentemente sfruttato. La sua origine è molteplice: agricola, industriale, urbana, turistica, ecc.

In ambito rurale i residui occupano i rilievi accidentati, incompatibili con le macchine per lo sfruttamento agricolo, e tutti gli spazi di risulta direttamente legati all'organizzazione del territorio: confini dei campi, siepi, margini, bordi delle strade, ecc.

In ambito urbano corrispondono a terreni in attesa di destinazione o in attesa dell'esecuzione di progetti sospesi per ragioni finanziarie o di decisione politica. Gli sfasamenti temporali, spesso lunghi, permettono alle aree urbane abbandonate di coprirsi di un manto forestale (foreste di residui).
La città produce tanti più residui quanto più il suo tessuto è rado. I residui sono scarsi e piccoli nel cuore delle città, vasti e numerosi in periferia.
Lo spazio rurale produce tanti più residui ( e insiemi primari) quanto più il suo rilievo è pronunciato. Meno quando il suo rilievo è poco pronunciato. In ogni circostanza, sia nell'organizzazione degli spazi rurali, sia in quella degli spazi urbani, il rilievo contribuisce alla diffusione della diversità dunque del Terzo Paesaggio.

I residui derivano dall'abbandono di un'attività. Evolvono naturalmente verso un paesaggio secondario. Una foresta secondaria può provenire da un residuo. Un residuo giovane accoglie rapidamente specie pioniere che presto scompaiono a vantaggio di specie più stabili, fino al raggiungimento di un equilibrio. I paesaggi secondari sono eterogenei e caotici. Mano a mano che un terreno si "chiude" si attenua la dinamica di conquista.
I residui hanno vita breve (occorrono meno di 40 anni per passare da un incolto a un fitto imboschimento).
La flora dei residui non è limitata alle associazioni vegetali indigene. Accoglie tutte le flore esotiche pioniere compatibili con l'ambiente (bioma). La somma dei residui rappresenta il territorio per eccellenza della mescolanza planetaria. La crescente antropizzazione porta alla creazione di un numero sempre maggore di residui e a una progressiva riduzione degli insiemi primari.
Per il suo contenuto per le questioni poste dalla diversità, per la necessità di conservarla, il Terzo Paesaggio conquista una dimensione politica. Il mantenimento della sua esistenza non dipende da esperti ma da una coscienza collettiva.
Il Terzo Paesaggio, territorio di elezione della diversità, dunque dell'evoluzione, favorisce l'invenzione, si oppone all'accumulazione.
Il Terzo Paesaggio può essere visto come la parte del nostro spazio di vita affidata all'inconscio. Profondità dove gli eventi di accumulano e si manifestano in modo all'apparenza indeciso.
Facilitare il riconoscimento del Terzo Paesaggio alla scala dello sguardo.
Imparare a nominare gli esseri.
Non aspettare: osservare ogni giorno.”
Gilles Clément, Manifesto del Terzo paesaggio