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Questo racconto, che va annoverato tra i più memorabili della storia letteraria, ai suoi tempi fu un nuovo buco nell’acqua, due anni dopo la delusione di Moby Dick? Domanda inevitabile, se è vero che l’insuccesso di Melville è un tema talmente ingombrante che pesa come un macigno sull’uomo e la sua vita privata, sull’opera così negletta ai suoi tempi, e sulla nostra stessa capacità di comprenderla, tanto che parlare di Melville è sempre, in un modo o nell’altro, parlare del suo clamoroso insuccesso, come se fosse una qualità intrinseca alla sua arte, una figura retorica, un marchio di
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«Preferirei di no» non significa nulla, Bartleby non significa nulla. E questa insignificanza ha il rigore di una legge di natura e di una necessità estetica, perché è da essa che discende tutta intera l’abbagliante bellezza del racconto di Melville.
Perché quella di Melville rimane la più difficile delle sfide che un uomo possa accettare: convivere con l’inesplicabile, mantenendone intatto tutto il potenziale distruttivo, senza mai fare di una spiegazione parziale e transitoria la formula di una verità che non è mai alla nostra portata.
Anzitutto, sono un uomo che, dalla giovinezza in poi, ha maturato una profonda convinzione: nella vita la via più facile è la migliore.
Nulla esaspera una persona seria quanto la resistenza passiva. Se l’individuo cui si resiste non è di temperamento disumano e chi gli resiste è una persona innocua nella sua passività, allora, il primo, quando è di buon umore, si sforza, nella sua immaginazione, di capire con la carità quanto si dimostra impossibile da spiegare con la ragione.
Spesso accade che la contiguità con animi poco liberali finisca con il logorare i migliori propositi degli animi generosi. Riflettendoci tuttavia, non era strano, a ben pensarci, che quanti entravano nel mio ufficio, colpiti dall’aspetto peculiare dell’inesplicabile Bartleby, fossero tentati di buttare lì qualche commento perfido su di lui.
Bartleby era stato un impiegato subalterno nell’ufficio delle lettere smarrite a Washington, dal quale era stato all’improvviso licenziato per un cambiamento nell’amministrazione.