Se niente importa: Perché mangiamo gli animali?
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Kindle Notes & Highlights
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Io non sono un’estremista. Sono quasi sempre una moderata. Non ho piercing. Non ho una pettinatura strana. Non faccio uso di droghe. Politicamente parlando, sono progressista su alcuni argomenti e conservatrice su altri. Ma vedi, l’allevamento intensivo è un argomento da moderati, qualcosa su cui quasi tutte le persone ragionevoli si troverebbero d’accordo, se avessero accesso alla verità.
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Volevo capire se quel video era un’eccezione. Probabilmente volevo una scappatoia che non mi costringesse a cambiare la mia vita. Così scrissi a tutte le aziende agricole più importanti, chiedendo di poterle visitare. Sinceramente non mi passò neppure per la testa che potessero dire di no o evitare di rispondere. Non ottenni nulla, così cominciai a girare in macchina chiedendo a qualunque allevatore che incontravo se potevo dare un’occhiata nei suoi capannoni. Avevano sempre una ragione per rifiutare. Considerato quello che fanno, non li biasimo se non vogliono che nessuno veda. Ma considerata ...more
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La prima fattoria in cui sono entrata di notte produceva uova, aveva forse un milione di galline. Erano stipate in gabbie accatastate una sull’altra. Ebbi bruciori agli occhi e ai polmoni per giorni. Fu meno cruento e sanguinoso di quello che avevo visto nel video, ma mi colpì ancora di più.
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Quello mi cambiò davvero, quando mi resi conto che una vita atroce è pegg...
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Negli allevamenti intensivi calcolano quanto possono tenere gli animali vicino alla morte senza ucciderli. È questo il loro modello di business. A che velocità possono farli crescere, quanto possono pigiarli, quanto o quanto poco possono mangiare, quanto possono ammalarsi senza morire.
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Parliamo di quello che ci va di mangiare. Dimmi una cosa: perché il gusto, il più rozzo dei sensi, è dispensato dalle regole etiche che governano gli altri sensi? Se ti fermi a pensarci, è una cosa da pazzi. Perché un arrapato non ha il diritto di stuprare un animale mentre un affamato ha il diritto di ucciderlo e mangiarlo? È facile liquidare la domanda, ma è difficile darle una risposta. E come giudicheresti un artista che mutilasse gli animali in una galleria perché fa colpo visivamente? Quanto dev’essere affascinante il suono di un animale torturato per volerlo sentire a tutti i costi? ...more
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Se io abuso del logo di una grande azienda, potrei persino finire in galera; se una grande azienda abusa di miliardi di polli la legge non protegge i polli, ma il diritto dell’azienda di fare quello che vuole. È questo che succede quando si negano i diritti degli animali. È pazzesco che l’idea dei diritti degli animali sembri pazzesca a qualcuno.
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Viviamo in un mondo che considera normale trattare gli animali come pezzi di legno e considera estremistico tr...
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Pensare di avere più diritto a mangiare un animale di quanto ne abbia l’animale a vivere senza soffrire è una depravazione. Non sono ragionamenti astratti.
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Guarda che cosa facciamo effettivamente in nome del «benessere degli animali» e del «trattamento umano», e poi decidi se sei ancora disposto a mangiare carne.
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Un’altra conseguenza di quanto è successo per via della pressione economica è che ti servono animali che producono di più a un costo inferiore. Così selezioni animali che crescono più in fretta e hanno un indice di conversione del mangime migliore. Se il cibo continua a costare sempre meno in rapporto a qualunque altra cosa, l’allevatore non ha altra scelta che produrlo a un costo sempre più basso e, in termini di genetica, si orienterà su un animale che soddisfa questo requisito, cosa che può essere controproducente per il suo benessere.
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La gente non sa minimamente da dove viene il cibo. Non è roba sintetica, non lo produci in laboratorio, devi farlo crescere. Quello che odio è quando i consumatori si comportano come se fossero gli agricoltori a volere queste cose, quando invece sono i consumatori che dicono agli agricoltori che cosa devono far crescere. Sono loro che hanno voluto il cibo a basso costo. Noi lo abbiamo prodotto.
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È sempre possibile svegliare uno che dorme, ma non c’è rumore che possa svegliare chi finge di dormire.
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La produzione di polli è l’attività economica principale della regione e la fonte principale del suo inquinamento.
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Dal 1935 al 1995 il peso medio dei broiler è aumentato del sessantacinque per cento, mentre il tempo necessario per immetterli sul mercato è calato del sessanta per cento e il loro fabbisogno di cibo è diminuito del cinquantasette per cento.40 Per cogliere la radicalità di questo cambiamento, immagina un bambino che a dieci anni arrivi a pesare centocinquanta chili mangiando solo barrette di cereali e integratori vitaminici.
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Quel che è peggio, questi polli dalla genetica grottesca non hanno occupato solo una fetta della produzione industriale: in pratica, oggi sono i soli allevati per il consumo alimentare.
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Non erano cambiate solo le tecniche: la biodiversità era stata rimpiazzata dall’uniformità genetica, nelle università i dipartimenti di scienze animali erano diventati dipartimenti di scienze zootecniche, un’attività economica un tempo dominata dalle donne era ormai passata in mano ai maschi, e pollicoltori esperti erano stati rimpiazzati da dipendenti stipendiati.
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In qualunque modo lo si voglia interpretare, qualunque conseguenza di natura pratica, tecnica, scientifica, giuridica, etica o politica se ne tragga, oggi nessuno può negare tale evento, cioè le proporzioni senza precedenti dell’assoggettamento dell’animale. Tale assoggettamento [...] lo possiamo chiamare violenza, foss’anche nel senso moralmente più neutro del termine [...]. Nessuno può più continuare seriamente a negare che gli uomini fanno tutto ciò che possono per nascondere o per nascondersi questa crudeltà, per organizzare su scala mondiale l’oblio o il disconoscimento di tale violenza.
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Negli ultimi cinquant’anni, con la progressiva industrializzazione della pollicoltura e della produzione di latte e di carne bovina e suina, mentre il costo medio di una casa nuova aumentava quasi del mille-cinquecento per cento e quello di un’auto nuova di più del millequattrocento per cento, il prezzo del latte è cresciuto solo del trecentocinquanta per cento e quello delle uova e della carne di pollo non è neppure raddoppiato.44 Tenendo conto dell’inflazione, oggi le proteine animali costano meno che in qualunque altro periodo storico. (A meno di non tenere conto anche dei costi ...more
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Non c’è un solo tacchino di quelli che compri al supermercato che potrebbe camminare normalmente, non parliamo di saltare o di volare. Lo sapevi? Non possono neanche avere rapporti sessuali. Neppure quelli cresciuti senza antibiotici, né quelli biologici né quelli allevati a terra né nessun altro. Hanno tutti lo stesso stupido patrimonio genetico e il loro corpo non glielo permette. Ogni tacchino venduto in qualunque negozio e servito in qualunque ristorante è il prodotto dell’inseminazione artificiale. Se fosse solo per ragioni di efficienza sarebbe una cosa, ma quegli animali sono ...more
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Quello che l’industria ha capito - ed è stata questa la vera rivoluzione - è che non ti servono animali sani per fare profitto. Gli animali malati sono molto più redditizi. Gli animali hanno pagato caro il nostro desiderio di avere tutto in qualunque momento a un prezzo irrisorio.
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E a quelli che dicono che è troppo per un tacchino, io dico sempre: «Non mangiare tacchino». È possibile che il tuo reddito non permetta che te ne importi, ma di sicuro non puoi permetterti che non te ne importi.
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I polli della KFC li uccidono a trentanove giorni. Sono bebè. Ecco quanto li crescono in fretta. Il pollo biologico allevato a terra di Salatin lo uccidono a quarantadue giorni. Perché è sempre lo stesso pollo. Non puoi permettergli di vivere di più, perché i suoi geni sono tutti scombussolati. Fermati a pensarci un attimo: un pollo che non puoi far vivere oltre l’adolescenza.
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Alla gente importa degli animali. Io ci credo. È solo che non vogliono sapere o pagare. Un quarto dei polli ha fratture da stress. È sbagliato. Sono così stipati uno addosso all’altro che non riescono a evacuare i loro escrementi e non vedono mai il sole. Gli artigli crescono intorno alle sbarre delle gabbie. È sbagliato. Sentono la macellazione. È sbagliato, e la gente sa che è sbagliato. Non devi convincerli. Devono solo trarne le conseguenze. Io non sono migliore di nessuno e non sto cercando di convincere nessuno a vivere secondo i principi che io ritengo giusti. Sto cercando di ...more
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La gente si concentra su quell’ultimo secondo della morte. Io voglio che si concentrino sull’intera vita dell’animale. Se dovessi scegliere sapendo che alla fine mi taglieranno la gola, cosa che potrebbe durare tre minuti, ma che prima devo vivere sei settimane di sofferenze, probabilmente chiederei che quel taglio della gola avvenisse sei settimane prima.
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Oggi l’opinione più accreditata è che la pandemia del 1968 non sia stata l’unica ad avere un’origine aviaria: gli scienziati ritengono che tutti i ceppi influenzali provengano originariamente da uccelli acquatici migratori come oche e anatre, i quali si spostano da un capo all’altro della Terra da più di cento milioni di anni.22 L’influenza, a quanto scopriamo, ha decisamente a che fare con il rapporto fra uomo e uccelli.
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Ovvio, i consumatori potrebbero accorgersi che i loro polli non hanno proprio il sapore giusto - quanto può essere buono un animale imbottito di farmaci, infestato di malattie, contaminato di merda? -, ma le carni saranno iniettate (o gonfiate) di «brodi» e soluzioni saline per dare loro quello che ormai pensiamo sia il gusto, l’odore e l’aspetto del pollo. 48 (Un recente studio di «Consumer Reports» ha scoperto che i prodotti a base di pollo e tacchino, molti dei quali etichettati come naturali, erano «gonfiati da un dieci a un trenta per cento del peso di brodo, aromi o acqua».)
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Primo,
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Se le operazioni si svolgono a una velocità adeguata - centocinque polli ingabbiati in tre minuti e mezzo da un solo operaio è lo standard richiesto, secondo molti dei lavoratori che ho intervistato - gli uccelli non saranno certo trattati con i guanti e, a quanto mi hanno raccontato, gli addetti sentono di continuo le ossa spezzarglisi in mano. (All’incirca il trenta per cento degli uccelli vivi arriva alla macellazione con ossa fratturate da poco per via della genetica «alla Frankenstein» e del trattamento subito.53
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Nessuna legge protegge i polli, ma ovviamente esistono leggi sul trattamento dei lavoratori, e questo tipo di operazioni tende a lasciare la gente con dolori che si protraggono per giorni e giorni, quindi, di nuovo, assicurati di assumere persone che non siano nella posizione di lamentarsi.
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«Ogni settimana» scrive «milioni di polli da cui cola pus giallo, macchiati di feci verdognole, contaminati da batteri nocivi o sfigurati da infezioni cardiache e polmonari, tumori maligni o malattie della pelle lasciano gli stabilimenti di lavorazione per essere venduti ai consumatori.»
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ai produttori di pollame piace dire, come a molti nell’industria della carne, che stanno solo facendo del loro meglio per «sfamare il mondo».
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Quanto ho descritto fin qui non è l’eccezione. Non è l’effetto di operai masochisti, macchinari difettosi o «mele marce». È la regola. Più del novantanove per cento dei polli da carne venduti in America vive e muore così.
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Le dimensioni dell’industria avicola ci dicono che, per quanto di sbagliato ci sia nel sistema, c’è qualcosa di terribilmente sbagliato nel nostro mondo. Ogni anno si allevano grossomodo in queste condizioni sei miliardi di polli nell’Unione Europea, oltre nove miliardi in America e più di sette miliardi in Cina.74 La popolazione indiana passa il miliardo, ma consuma pochissimo pollo pro capite, il che fa comunque un paio di miliardi di polli industriali all’anno, e il loro numero aumenta - come in Cina - in percentuali aggressive, significative su scala globale (anche doppie rispetto al tasso ...more
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gli esseri umani stanno creando le condizioni perché si produca un agente iperpatogeno, ossia più patogeno di tutti gli altri, un virus ibrido che potrebbe portare grossomodo a una replica dell’influenza spagnola del 1918.
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Uno studio pubblicato su «Consumer Reports» sostiene che l’ottantatré per cento di tutta la carne di pollo (compresi i marchi di pollo biologico e di pollo allevato senza antibiotici) è contaminata da Campylobacter o da Salmonella al momento dell’acquisto.
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sappiamo che l’industria zootecnica contribuisce all’aumento degli agenti patogeni resistenti agli antimicrobici perché ne somministra in grandi quantità. Per ottenere antibiotici e altri antimicrobici noi dobbiamo andare dal medico: una misura di salute pubblica che serve a limitare la quantità di farmaci di questo tipo assunta dagli esseri umani. Accettiamo questo inconveniente perché è importante dal punto di vista sanitario. I microbi finiscono per adattarsi agli antimicrobici, e noi vogliamo essere certi che chi è davvero malato tragga beneficio dal numero finito di somministrazioni che ...more
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Negli allevamenti intensivi gli animali ricevono mangime addizionato con farmaci a ogni pasto. Nell’industria avicola, come ho spiegato, è praticamente indispensabile. Il problema era ben presente fin dall’inizio, ma l’industria, invece di accontentarsi di animali meno remunerativi, ha compensato al sistema immunitario compromesso con gli additivi alimentari.
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Oggi istituzioni come l’American Medical Association, il Centers for Disease Control, l’Institute of Medicine (una divisione della National Academy of Sciences) e l’Organizzazione mondiale della sanità hanno collegato l’uso non terapeutico degli antibiotici nell’allevamento intensivo all’aumento della resistenza antimicrobica, chiedendo che venga vietato.90 Eppure negli Stati Uniti l’industria zootecnica è riuscita a opporsi con successo ai divieti.
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Esiste una ragione lampante per cui non si è ancora arrivati a un pur necessario bando totale dell’uso non terapeutico degli antibiotici: l’industria zootecnica (col sostegno dell’industria farmaceutica) ha attualmente più potere rispetto ai professionisti della salute pubblica. La fonte dell’immenso potere dell’industria non è oscura. Siamo noi a darglielo. Abbiamo scelto, inconsapevolmente, di foraggiarla su larga scala mangiando prodotti di animali provenienti da allevamenti intensivi (e acqua venduta come prodotto animale), e lo facciamo ogni giorno.
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Il «costo dell’aumento di efficienza», conclude il report, è un aumento dei rischi globali di malattie.96 Non abbiamo molta scelta: o il pollo a basso costo o la salute.
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È stato negli allevamenti industriali che gli scienziati hanno visto, per la prima volta, virus che combinavano materiale genetico di virus aviari, suini e umani.
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Forse inconsciamente sappiamo già, senza bisogno dei dati scientifici citati, che sta accadendo qualcosa di tremendamente sbagliato. Ormai il nostro sostentamento proviene dalla sofferenza. Sappiamo che se qualcuno vuole mostrarci un film sulla produzione della carne, sarà un film dell’orrore. Forse sappiamo più di quanto ci interessi ammettere, e lo confiniamo nei recessi più bui e nascosti della memoria. Quando mangiamo carne prodotta in allevamenti industriali viviamo, letteralmente, di corpi torturati. Sempre più, quel corpo torturato sta diventando il nostro.
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le distorsioni che l’industria della carne riesce a indurre sulle informazioni nutrizionali che riceviamo dal governo e dai medici.
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Pensa, per esempio, al National Dairy Council (NDC), braccio commerciale della Dairy Management Inc., un organismo industriale il cui unico scopo è, stando al suo sito web, «favorire l’incremento delle vendite e della domanda di prodotti lattiero-caseari».107 L’NDC promuove il consumo di latte e latticini senza preoccuparsi delle conseguenze negative che può avere sulla salute pubblica e pubblicizza questi prodotti anche presso comunità che non sono in grado di digerirli. 108 Trattandosi di un gruppo commerciale, il comportamento dell’NDC è comprensibile. Quel che è difficile capire è perché ...more
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Come le aziende del tabacco, le aziende alimentari cooptano nutrizionisti ed esperti di alimentazione finanziando la ricerca e le organizzazioni professionali e aumentano le vendite indirizzando il marketing direttamente sui bambini».
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Riguardo alle raccomandazioni del governo americano che incoraggiano il consumo di latte e latticini in nome della prevenzione dell’osteoporosi, la professoressa osserva che in altre parti del mondo dove il latte non è un alimento primario della dieta la gente spesso soffre meno di osteoporosi e di fratture ossee che negli Stati Uniti.
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Le percentuali più alte di osteoporosi si riscontrano nei paesi dove la gente consuma la maggiore quantità d...
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Con un esempio lampante dell’influenza dell’industria agroalimentare, la professoressa Nestle sostiene che l’attuale politica informale dell’USDA evita di dire che dovremmo «mangiare meno» di un determinato cibo indipendentemente dal suo potenziale impatto negativo sulla salute.116 Invece di dire «mangiate meno carne» (che sarebbe utile), ci consigliano di «circoscrivere l’assunzione di grassi a meno del trenta per cento delle calorie totali» (che è a dir poco astruso). L’istituzione che abbiamo incaricato di dirci qua...
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Tramite il National School Lunch Program, per esempio, più di mezzo miliardo di dollari delle nostre tasse finiscono alle industrie che producono latticini, carne bovina, uova e pollame per fornire prodotti animali ai nostri figli, anche se i dati nutrizionali suggerirebbero di ridurre quegli alimenti nelle nostre diete.